Urania Ligustica

La nuova scienza

Angelo Boscassi

Una relazione di Giambattista Baliani sul porto di Genova (1897) 1

La nuova scienza


Indicatore di completezza


Frontespizio


     Gio. Batta Baliani di Niccolò nacque in Genova nel 1582 di famiglia patrizia la quale si estinse nei figli di lui.

     Egli sortì da natura un ingegno superiore e fu tra i coetanei assai stimato per la perspicacia e la riflessione con cui scru­tava le cause di ogni minimo fenomeno che gli cadea sotto i sensi e coll'acutezza della mente ne deduceva le leggi recon­dite stabilite dal Creatore.

     Di buon'ora si applicò agli studi filosofici, prediligendo le scienze speculative e le matematiche, nelle quali riuscì sommo. Sparsasi in breve la fama di sua capacità, fu dal governo del suo paese assunto a varie cariche importanti. Fu Commissario della fortezza di Savona; fece parte del Magistrato delle Galere e di quello dei Padri del Comune; fu anche Capitano di Polcevera e Sargente maggiore della Città, ne' quali ufficii, rese colla sua sagace attività, servizii non comuni.

     È in Savona, mentre fungeva da Commissario nel 1611 che, osservando il moto e la caduta dei proiettili dell'artiglieria, intravvide la legge che regola la caduta dei gravi, di cui scrisse al Galilei prima che costui la illustrasse. Trovandosi nel 1637 al Magistrato delle Galere ideò una riforma, adottata dalla Capitana di Genova e quindi dalle galere di altre nazioni, colla quale si rendea più facile il remigare, aumentandone l'impulso. Egli fu autore di altre, e non poche, scoperte scientifiche: i suoi scritti potrebbero dirsi enciclopedici, tanti e di svariato argomento ei ne lasciò: dal libro de motu soli­dorum et fluidorum, al trattato della pestilenza, a quello sul­l'amicizia, sulle onde del mare, sulla lettera di cambio ecc., alla Relazione politica sul regno di Corsica, editi i primi, [<415-416>] manoscritta quest'ultima, allegata a un Codice della raccolta Molfino del nostro Archivio civico. Genova pianse la perdita di un cittadino tanto benemerito nel 1666.

     Tra le filze degli Atti de' Padri del Comune si conservano di lui varie lettere e relazioni sopra negozii, che per ragione degli uffizii da lui sostenuti, gli occorse trattare.

     Citeremo fra altre, le lettere del 1642 circa l'argine o molo costrutto a Teglia, mentr'era Capitano di Polcevera e due relazioni del 1649 da lui scritte mentre fungeva da Sargente maggiore della città, sul restauro del Molo vecchio e sulla necessità d'un molo in Bisagno a difesa delle nuove mura della Città.2

     Sfogliando questi Atti c'imbattemmo in una sua relazione del 1656, la quale, per l'argomento e pei dati preziosi che racchiude, nonché per le sue conclusioni, ci parve di non poco interesse per la storia del nostro porto.

     È innegabile che per Genova, tutto ciò che ha relazione alla conservazione del suo porto, è argomento di vitalità. Gli antichi Genovesi mostrarono di esserne ben convinti, colle vigili e indefesse cure da essi poste a mantenerlo e a renderlo comodo e aperto alla navigazione: epperò profusero tesori nella riparazione e costruzione de' ponti, de' moli e degli arsenali; nei ripetuti scandagli e nelle frequenti escavazioni per tenerne il fondo libero dagl'interrimenti.

     La relazione che più sotto pubblichiamo è appunto uno degli studi accurati di questo genere, affidato all'esperimentata competenza del nostro Baliani, profondo conoscitore d'inge­gneria e d'idraulica. Ed è pregevolissimo il metodo da lui tenuto, del confronto degli scandagli operati in varii tempi per rassicurare il Magistrato de' Padri del Comune, che non era poi tanto da allarmarsi se in un periodo di 60 anni, il fondo del porto non era, al massimo, cresciuto d'un palmo. [<416-417>]

     Singolare, non diremo, coincidenza, ma riscontro appros­simativo, quello che corre fra gli scandagli d'allora, e i recenti compiuti dall'Ufficio idrografico della R. Marina e pubblicati nel 1887!

     Singolare, ripetiamo, se vogliamo tener conto dei mezzi meschini d'una volta adoperati nelle escavazioni subacquee, in confronto dei moderni ordigni e macchine a vapore che ope­rano da circa un trentennio nel nostro porto. E valga il vero: i rilievi recenti presi sulla stessa linea retta (ingegnosamente fissata dal Baliani) fra la piattaforma del Molo vecchio e il bastione di S. Tommaso (ora scomparso) vengono a superare di 6, di 8 o 10 palmi al più, la profondità media dell'acque attuali in confronto de' scandagli d'una volta nel bacino del vecchio porto, reso naturalmente ora più ristretto nella su­perficie aquea, dalle grandi costruzioni di ponti e calate sor­tevi tutto attorno.

     Infatti riducendo le misure de' rilievi attuali alla ragione di 4 palmi circa per ogni metro (1) [Nota a pie' di p. 417: (1) Il palmo genovese secondo il ragguaglio colle nuove misure decimali adottato dalla Camera dei Conti di Torino nell'anno 1818, dietro il pa­rere avutone dall'Accademia delle Scienze del 19 marzo 1816, corri­sponde a m. 0,24.808], si avrebbero i dati seguenti:

     Profondità dell'acqua fra la calata del Molo vecchio e il Ponte Federico Guglielmo, in prossimità del quale, a levante esisteva il bastione di San Tommaso:

in metriin palmi
6,4 . . . . . . 25.6
6,8 . . . . . . 27.2
7 . . . . . . 28
9,5 . . . . . . 38
9,6 . . . . . . 38.4 [<417-418>]
9,9 . . . . . . 39.6
9,6 . . . . . . 38.4
9,6 . . . . . . 38.4
9,6 . . . . . . 38.4
8,6 . . . . . . 34.4
8 . . . . . . 32

     È quindi ben meritevole di venir dissotterrata dagli scaffali del civico Archivio una relazione che tanto illustra il ricordo di un chiarissimo nostro Concittadino, mentre ci porge tanta copia di dati, dal confronto de' quali possiamo rassicurarci che il nostro porto, malgrado il periodo già trascorso di oltre due secoli e mezzo, può dirsi, nel fatto della sua pro­fondità, non deteriorato ma migliorato assai.

Genova, 4 novembre 1897.




     Ecco il documento tolto dalla filza 225 Pratiche pubbliche del Magistrato «Padri del Comune» degli anni 1649-56 N. 277 dal titolo:


     Scritto presentato dal Magnifico Gio Batta Baliano per riconoscere e ritrovare l'avanzo o discapito del porto dal 1595 in quà.



     La vera forma di assicurarsi della variatione che fanno i fondi nel nostro porto, stimo che sia, il farvi spesso i scandagli, dei quali io ritruovo esserne stati fatti dodici in vari tempi: cioè il primo l'anno 1595 e poi 1605, 7, 14, 18, 21, 33, 34, 48, 50, 54 et uno che non si sa quando sia fatto. Da essi ci verrebbe dato assicurarci della variatione, se non fosse che più volte non si è osservato di fargli sopra le stesse linee, e sopra gli stessi punti: oltre che alle volte non si fa mentione di quanto sia la lunghezza di dette linee, e quanto da un punto di esse all'altro, e se pur si dice esservi cento palmi, nell'istessa linea si ritrovano hor più, hor meno misure di essi cento palmi; il che è forza che dipenda, da che, nel misurar la fune, che forma la linea, si sian fatti i palmi, hora maggiori et hora [<418-419>] minori, per essere hor più lenta, hor più tirata. Onde ne nasce, che non possiamo assicurarci che i scandagli fatti in varij tempi siano tutti sopra gli stessi punti, come sarebbe necessario, a chi volesse saper precisamente il miglioramento o peggioramento de i fondi sudetti.

     Io pertanto, riveduti tutti i detti scandagli, ho scelto una linea, che è , si può dire, in tutti i scandagli sopra nominati, o poco diversa: perciocché comincia in ogn'un di loro dalla piattaforma, e nei nove primi va a terminare alla scaletta di Fassolo, e ne' tre ultimi termina non molto da essa discosto, cioè al baluardo S. Tomaso, e per quanto mi hanno permesso gli errori sopra accennati, ho procurato di metter per ordine i scandagli fatti sopra essa linea in tutti i detti tempi; acciocché si possa vedere in un occhiata, in qualunque punto di essa, quanto i[l] fondo habbia variato, il che non sarebbe per avventura male, ordinar, che si facesse in tutte le altre linee: acciocché più agevole ei riesca, in qualsivoglia parte del porto, vedere qual variatione di fondo vi sia stato, in tutti quei tempi che si son fatti i scandagli.

     Si può intanto vedere che dalla diligenza usata intorno ai scandagli di questa sola linea, il porto non ha fatto quel peggioramento che altri crede, perciocché lontano dalla piattaforma 4 in 500 palmi (che è lo spazio ove sogliono dimorar le navi) a capo di 60 anni, il suolo si è innalzato pochissimo cioè un palmo o due (fuori che nel 1654 in tempo che il mare era più basso poco più di un palmo) più che nei scandagli precedenti. E se si usasse la stessa diligenza sopra tutte le altre linee, si verrebbe in cognitione della variatione del suolo in quella parte del nostro porto. [<419-420>]



1595        1605160716141618162116331634164816501654
Acque basse6.2444.24 ¼3.53.54.6
1916.418.1016.82019199.8
971825.91822.222.222.822.9242318
29.62226.727.626.6282624.822.5
27.6322729.630.828.830.2302825
26.625323030.1032.530.231313027.6
31.631.63130.632.630.831.3313027.6
3331.630.430.829.1131.630.7313029.627
30.629.430.629.830.1030.229.52928.826.8
28.629.629.2302928.6292826.7
3029.628.827.82828.11292827.82826.625.9
27.227.628.328.527.327272725.2
2726.62727.1027.1126.626.22726.625.6
28.6272626.6272725.1025.5262624.8
25.825.42626.726.625.424.92625.624.6
2725.6252526.125.824.824.2252523.8
24.424.32325.625.624.123.102524.623.4
23.82325.224.923.623.8242423
2523.623.623.622.624.224.323.523.82323.622.8
23.322.624.2242323.7232322.2
22.823.422.62423.822.1123.4232321.6
22.622.422.623.1129.723.223.32322.620.11
2222.922.623.1023.1023.224.4222220.11
2422.623.525.102324.620.10
23.726.7242420.10
23.1021.625.224.9232219
19.98.424.8222122.10
13.624.5211920
24.5181819.10
19.4171816.8
151317
15
8.2

Tutte queste misure sono sopra una stessa linea, cioè: dalla Piattaforma alla scaletta, fuor che le 3 ultime. Queste tre misure sono dalla Piattaforma al baluardo di S. Tommaso.

[Nota a pie' di p. 420: Si noti che tutte le misure degli scandagli di cui sopra, sono in palmi genovesi.
Vedi, nota precedente relativa alla corrispondenza metrica del palmo genovese].




[<421-422>] † 1656. 27 Genaro
     Letto il scritto sudetto presentato dal M.co G. B. Baliano, chia­mato per consultare la forma de riparare il nuovo molo, e sentito anche tutto ciò che ha soggiunto in voce, si è deliberato che il Pr.mo Sig. Gio Stefano Spinola facci fare le diligenze contenute in detto scritto, servendosi di quelli architetti che le parrà in quella maniera e forma che stimerà più a proposito sentito il d.o M.co Gio Batta.
     Per Ill.mo
         Ad calculos



1 A. Boscassi, "Una relazione di Giambattista Baliani sul porto di Genova", Giornale ligustico di Archeologia, Storia e Letteratura, nuova serie, 22 (1897), pp. 415-422 Link esterno Biblioteca digitale SLSP (pdf); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

La fonte primaria è evidenziata da uno sfondo bianco. La tabella è divisa fra le pp. 420 e 421. Si ricordi che i palmi erano divisi in dodicesimi: il punto separa i palmi dai dodicesimi di palmo.

Cfr. G. Faina, Ingegneria portuale genovese del Seicento (Firenze, Giunti, G. Barbèra, 1969), pp. 175-178; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN; Idem, "Metodi genovesi di costruzione e conservazione dei porti nel '600", in Les grandes escales. Deuxième partie. Les temps modernes (Bruxelles, Éditions de la Librairie Encyclopédique, 1972), pp. 296-297 Link esterno Google libri; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN. L'estratto pertinente dalla seconda opera è presente nelle Fonti terziarie.

2 A giudicare dal contesto, il "sargente maggiore" poteva equivalere al ruolo attuale di generale del Genio.

Dato che Genova era, all'epoca, sotto l'influenza spagnola, può essere interessante ricordare che in tale esercito il sargente maggiore "era una specie di Capo di Stato maggiore del reggimento, o Ajutante Maggiore, preposto alla istruzione e disciplina dei soldati". A. Sala, "La milizia ed il governo degli Spagnuoli nello Stato di Milano nella seconda metà del secolo XVI", Miscellanea di storia italiana, 1 (1862), nota 1 a p. 12 Link esterno Google libri (per Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

Nel 1797 il ruolo era a Genova quello attuale, intermedio tra sotto-tenente e sergente. Registro delle sessioni del Governo provvisorio della Repubblica di Genova dal giorno della sua installazione 14 giugno 1797 (Genova, Stamperia nazionale, 1797), p. 158 Link esterno Google libri (per Biblioteca di storia moderna e contemporanea, Roma); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.



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