Urania Ligustica

La nuova scienza

Gilberto Govi

Nota intorno al primo scopritore della pressione atmosferica (1867) 1

La nuova scienza


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Copertina Dedica

Dedica "Al Prof. G. Giacomo Agostini". Può trattarsi dell'autore de
I pronostici del tempo (Bologna, Soc. Tip. già Compositori, 1882).


NOTE


(1) Commentariorum Collegii Conimbricensis Soc. Jesu in octo libros Physic. Aristot. Stag., secunda pars, Lugduni 1610, pag. 101. «Angelica virtute an vacuum induci queat... concluditur non posse». La stessa asserzione riproduce il gesuita Gaspare Schott nella sua Mechanica hydraulico-pneumatica. Herbipoli, 1657, pag. 25.
Scaligeri, Julii Caesaris, Exoticarum exercitationum liber quintus decimus, De Subtilitate, ad Hyeron. Cardanum. Lutetiae, 1657, pag. 6. Scaligero dimostra che Dio non avrebbe potuto fare il vuoto, perché: «Non potuisset primum principium quicquam efficere, quod sui esset aut simile penitus, aut dissimile».
Si può leggere anco nella Demonstratio ocularis (vedi nota 20) del padre Valeriano Magni, cappuccino milanese, ristampata a Bologna nel 1648, il capitolo: Disputatio theologorum varsaviensium contra vacuum ex nostra fistula illatum, pag. 15 e 18.
E negli: Experimenta Magdeburgica di Otto de Guericke (v. nota 3), il libro II, cap. III De vacuo, pag. 55-57.


(2) Aristot. de coelo., Lib. IV, summa 3ª, cap. 2°, text. 30.
«In sua enim regione omnia gravitatem habent, praeter ignem, etiam aër ipse. Signum autem est, quia trahit plus inflatus uter, quam vacuus».


(3) Ottonis de Guericke, Experimenta nova (ut vocantur) Magdeburgica de vacuo spatio. Amstelod., 1672, lib. II, cap. III, pag. 57.


(4) Prima ancora di Galilei e del Baliani avean sospettato il peso dell'aria alcuni pochi filosofi, come il De Benedetti (Joh. Bapt. De Benedicti, patritii veneti, philosophi: Diversarum speculationum mathematicarum et physicarum liber. Taurini, 1585), Girolamo Cardano [<19-20>] (Cardani Opera, tom. IV, pag. 503), e Simone Stevin (Les oeuvres mathématiques de Simon Stévin de Bruges, traduites par Albert Girard Samiclois. Leyde, 1634, pag. 503).


(5) Giovanni Battista Baliani nacque in Genova di famiglia patrizia nel 1582. Studiò le lettere e le leggi. Mortogli il padre senatore nel 1620, occupò varie cariche, fu governatore di Savona e senatore esso pure. Corrispose coi più celebri scienziati del suo tempo; pubblicò nel 1638 il libro: De motu gravium solidorum, che ristampò ampliato nel 1646; nel 1647 diede in luce un'opera: Della pestilenza, che riprodusse nel 1653, e mise fuori in diversi tempi alcuni opuscoli che tutti poi raccolse e ripubblicò insieme a molti inediti sino allora nel 1666. Essi riduconsi a cinque dialoghi: 1° Della virtù morale, 2° Della filosofia naturale e suoi principii, 3° Degli atomi visibili, 4° Della luce e suoi effetti, e in particolare intorno alla iudiciaria, 5° Dell'anima del mondo, un Trattato dell'amicizia, uno della fortuna del mare, uno delle lettere di cambio, e gli opuscoli De logica, De causis, De metaphysica, Quomodo animal moveatur, An agens agat in distans, An detur vacuum, De velocitate et de vi motus in vacuo, De ambitu terrae, Gravia qua ratione descendant, De trochlea, De trireme movenda velocius, De curru commodiore, Forma metiendi prisma laterum inaequalium, Ducere lineam geometrice continentem quas partes libuerit, De solari horologio ubicumque facile describendo, De visione, De coloribus a vitro trigono ortis.
Baliani morì nel 1666 d'84 anni, lasciando un solo figlio, colla morte del quale si estinse la famiglia Baliani.


(6) Notizie su la festa centenaria di Galileo Galilei, celebrata a Pisa il 18 febbraio 1864, coll'aggiunta di alcune lettere inedite di Galileo possedute dalla Biblioteca nazionale di Milano, e per la prima volta illustrate da Giuseppe Sacchi. Milano, 1864.
Prima lettera inedita di Galileo a Baliani de' 25 gennaio 1614, pag. 8-9.


(7) Galileo, Opere complete. Edizione di Firenze per cura di Eugenio Alberi, tom. VIII, pag. 300.


(8) Notizie sulla festa ecc. Seconda lettera di Galileo, del 12 marzo 1614, pag. 10-13.


(9) Galilei, Opere complete, tom. VIII, p. 296 e Supplemento, p. 95-96. [<20-21>]


(10) Odescalchi Baldassarre (Duca di Ceri), Memorie istoriche-critiche dell'Accademia de' Lincei e del Principe Federico Cesi, secondo Duca di Acquasparta, fondatore e Principe della medesima. Roma, 1806. - Veggasi soprattutto alla pag. 34.


(11) Galilei, Opere, tom. IX, pag. 195, 197.


(12) Notizie sulla festa ecc. Terza lettera di Galileo del 6 agosto 1630, pag. 17-20.


(13) Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attenenti alla meccanica ed i movimenti locali, del sig. Galileo Galilei Linceo. In Leida, 1638, pag. 17-18.


(14) Galilei, Opere, tom. IX, pag. 210-214. Lettera di G.B. Baliani del 26 ottobre 1630.


(15) Lezioni accademiche d'Evangelista Torricelli. Firenze 1715: nella Prefazione che è di Tommaso Bonaventuri, da pag. XXVII a XXX e da pag. XXXI a XXXV.
A proposito della invenzione del Barometro non sarà cosa inutile il rettificare in questo luogo un errore, che per l'autorità di chi lo commise e di chi lo accettò , potrebbe rimanere nella storia della scienza. Il Targioni ne' suoi Atti e Memorie inedite dell'Accademia del Cimento (Firenze 1780, 3 vol. in 4°) tom. I, pag. 207, cita un passo del Circulus Pisanus di Claude Beauregard (Beriguardi), pubblicato a Udine colla data del 1643, dal quale risulterebbe che fin d'allora sapeva quel Peripatetico, come l'argento vivo si tenesse più alto nel barometro a' pie' d'un monte o d'una torre che in cima. Ma la citazione del Targioni è sbagliata, poiché non si riferisce altrimenti all'edizione del Circulus fatta ad Udine del 1643, ma ad una posteriore, di Padova del 1661 (Typis Pauli Frambotti) nella quale sola si leggono alla pag. 621 (circolo VII), il passo relativo alle variazioni del barometro nelle varie altezze, e un altro passo che pure tratta del Barometro, alla pag. 55 (Circ. IX), mentre l'edizione udinese detta del 1643, non li contiene. Questa è d'altronde di varii tempi e non di un solo anno, quantunque il frontespizio porti la data 1643. I permessi per la stampa sono del 1646 e del 1647, per cui avrebbe essa potuto contenere le cose relative al Barometro, senza pregiudizio di Torricelli o di Pascal, come supponeva il Targioni, e senza merito del Beauregard. [<21-22>] L'errore di Targioni è stato riprodotto dall'Antinori nella prefazione ai Saggi di naturali esperienze, stampati a Firenze del 1841, pag. 29.


(16) Récit de la grande expérience de l'équilibre des liqueurs. Paris 1648, et OEuvres complètes de Blaise Pascal, édition Lahure. Paris, 1858, tom. II, pag. 310, 318.


(17) OEuvres de Descartes publiées par Victor Cousin, tom. X, pag. 343 et suiv. Lettre à M. Carcavi du 11 juin 1649; et pag. 551 Lettre au même du 17 août 1649.


(18) OEuvres de Descartes, tom. VI, pag. 204 et suiv.; tom. VIII, pag. 21, 36, 71, 160.


(19) Il primo cenno di Descartes sulla pressione dell'aria sarebbe quello contenuto in una sua lettera priva d'indirizzo e pubblicata da M. Clerselier dopo la morte dell'autore nel suo Epistolario stampato nel 1657 a Parigi, e riprodotta da Cousin nella sua edizione degli scritti di Descartes, tom. VI, pag. 204 e seg. A questa lettera Clerselier mise la data: 2 juin 1631; ma le idee in essa svolte sembrano posteriori alla invenzione del barometro, poiché vi si parla del mercurio sostenuto dall'aria in un tubo di vetro. Se Descartes l'avesse scritta nel 1631, ne avrebbe parlato certamente del 1649 a Carcavi nel lagnarsi con esso di Pascal. — Ecco d'altronde che cosa ne dice il De Luc nelle sue: Recherches sur les modifications de l'atmosphère. Gèneve 1772, tom. I, pag. 8 (nota) «... cette date (1631) prouve trop; car il s'ensuivrait que dès ce temps on connaissait le baromètre, ce qui n'est pas. M. Clerselier convient lui-même dans la préface du premier volume, que le manuscrit de Descartes n'était pas en ordre; et l'éditeur de la traduction latine, soigneux d'ailleurs à mettre les dates, n'en a point mis a celle-ci».


(20) Demonstratio ocularis, Loci sine locato: Corporis successive moti in vacuo: Luminis nulli corpori inhaerentis. - A Valeriano Magno, fratre capucino exhibita, sereniss. principibus Vladislao IV regi, et Ludovicae Mariae reginae Poloniae et Svetiae, magnis ducibus Lithuaniae, etc. etc. Virgini Deiparae ex voto sacra et dicata. Bononiae Typis haeredis Victorii Benatii 1648, in 4°. L'approvazione per la stampa è del 16 luglio 1647 a Varsavia, dove ne era stata fatta la prima edizione. — Una terza edizione dello stesso opuscolo [<22-23>] coll'aggiunta di una lettera del 12 ottobre 1647 di Roberval a M. des Noyers, nella quale il geometra francese rivendica a Torricelli l'invenzione che fra Valeriano si era attribuita; venne fuori in Venezia ex typis Herzianis nel 1649. — Si può veder su questo proposito anco la Technica curiosa del P.Gasparo Schott. Herbipoli (Wurtzburg) 1687, pag. 185 e seg., pag. 193 e seg., e l'opera di Otto de Guericke già citata, alla pag. 117.


(21) Di Gio. Battista Baliano opere diverse, in Genova, 1666, p. 277 e seg.; e Gasparis Schotti Technica curiosa, pag. 310.


(22) Libri però nella sua Histoire des sciences mathématiques en Italie (Paris 1841, tom. IV, pag. 270, nota) dice che «le premier qui ait eu l'idée d'expliquer l'ascension de l'eau dans les pompes par le poids de l'air extérieur, ce fut Baliani, savant génois d'un grand mérite, qui écrivit à ce sujiet differentes lettres à Galilée». Ma Libri non conosceva delle lettere di Baliani se non quei frammenti che ne aveva pubblicato il Venturi nelle sue Memorie e lettere inedite finore, o disperse di Galileo Galilei. Modena 1818, parte II, pag. 105 e 106. Ché se egli avesse potuto leggere per disteso la dimostrazione del Baliani, non ne avrebbe al certo quasi nascosto il nome in una nota. Anche Whewell nella sua History of the inductive sciences from the earliest to the present time, ediz. del 1847, vol. II, pag. 66 e 67, cita un passo di Baliani relativo alla pressione dell'aria, ma son poche parole appena della lettera a Galileo del 1630 e neppure attinte dall'opera di Venturi, sì bene ad una Biografia di Galileo del Drinkwater; cosicché il Whewell non dà al Matematico genovese tutto quel merito che veramente gli appartiene.


(23) Vincentii Riccati, soc. Jesu - Opuscolorum ad res physicas et mathematicas pertinentium, tom. I, pag. 136-140.


(24) Galilei, Opere, tom. VIII, pag. 301 e 311.


(25) Galilei, Opere, tom. IX, pag. 266 e 267.


(26) Galilei, Opere, tom. VIII, pag. 300.


(27) Galilei, Opere, tom. VIII, pag. 301 e 311.




1 G. Govi, "Nota intorno al primo scopritore della pressione atmosferica", Atti dell'Accademia delle Scienze di Torino, 2 (Torino, Stamperia Reale, 1867), giugno, p. 561 e sgg.; edito originariamente in Adunanza generale della Reale Accademia delle Scienze di Torino del 15 Giugno 1867 (Torino, Stamperia Reale, 1867), fascicolo in-8°, brossura editoriale verde, pp. 33-53; anche in estratto singolo, con la numerazione delle pagine sopra riportata; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

L'ampiezza di testo e note ha consigliato di dividerli in due pagine diverse.



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