Urania Ligustica

La nuova scienza

Gio. Battista Baliani

Vita

La nuova scienza


I riferimenti alle opere edite sono per lo più altrove.


Secondo la tradizione, ha avuto un solo figlio maschio, alla morte del quale la casata si è estinta. Da ricerche archivistiche di don Luigi Alfonso, rimaste in gran parte inedite,1 risulterebbe invece che dalla moglie Maria Garibaldi "ebbe dodici figli (quattro maschi ed otto femmine). Suo figlio Nicola [Nicolò?] ne ebbe undici (sei maschi e cinque femmine). La discendenza di G. B. Baliano arrivò oltre la metà del Settecento" – Doldi (1984), Doldi (1990). Il primogenito doveva però essere Bernardo, diventato per la prima volta governatore il 14 giugno 1668;2 dal 1663 al 1666 era stato a Parigi quale "residente", vale a dire ambasciatore della Repubblica.3


1582 Giovanni Battista nasce a Genova da Nicolò, senatore della Repubblica, e Francesca Clavarezza – Bruzzo (1964). Secondo un'altra fonte, la madre è Maria di Bernardo Clavarezza, doge di Genova dal 1615 al 1617 – Doldi (1990). Sulla famiglia si veda Fransone (1636) e Spotorno (1840).
1611 Commissario (prefetto?) della Fortezza di Savona – Mosele (1939). "Era una carica semestrale e fu coperta da Baliano più volte... soggiornò a Savona in tre riprese tra il 1611 ed il 1615" – Doldi (1990). Il tragitto da Genova a Savona, e viceversa, era effettuato via mare su una galera: richiedeva "comodamente" sei ore.4
1615 Il 12 ottobre fa parte della delegazione che dà il benvenuto a Genova agli ambasciatori provenienti dal Giappone: Tsunenaga Hasekura (1571-1622) e il francescano p. Luis Sotelo (1574-1624) – Meriwether (1893).
1619 Il 12 marzo Gabriello Chiabrera (1552-1638) gli spedisce il terzo volume delle sue Poesie, a lui dedicato.5
1620 Muore il padre – Govi (1867).
1623 In aprile il governo chiede un parere a Baliani e Ansaldo De Mari, nella loro qualità di esperti in fortificazioni, sull'opportunità di edificare un convento fuori le mura di Savona.6
1624 L'11 giugno riceve per la prima volta un incarico biennale nell'esecutivo della Repubblica di Genova: è Senatore – Doldi (1990) – o, più precisamente, Governatore.7
1625-26 Commissario di Sarzana – Doldi (1990).
1626 Il 2 agosto arriva a Savona quale commissario alle fortificazioni già in costruzione.8
1627 Agli inizi di luglio è a Gavi per valutare i nuovi lavori in corso al forte.9
Il 3 settembre Bernardo, figlio di Gio. Battista e Maria Garibaldi, è battezzato nella cattedrale di Savona.10
1628 Il 6 giugno riceve l'incarico biennale di Procuratore.11
L'11 giugno fa da padrino al battesimo di Giovanni Battista Ferrero nella cattedrale di Savona, dove è Governatore.12
Il 26 giugno favorisce il consolidamento dell'opera di alfabetizzazione e istruzione tecnica delle Scuole Pie, chiamate a Savona sei anni prima.13
Sempre in giugno chiede al governo genovese di inviare a Savona l'architetto Bartolomeo Bianco (1579-ante 1651?) e suo figlio Giovanni Battista (†1657), affinché siano coinvolti nella costruzione di fortificazioni a Vado.14
1629 Il 18 luglio il Senato gli chiede un parere sull'edificazione, a Genova, del convento di San Bernardo – Lisciandrelli (1960).
1630 Dal 19 giugno al 19 luglio partecipa alle pompe per il soggiorno a Genova dell'infanta di Spagna – Ciasca (1955).
Il 5 settembre è chiamato a sovraintendere, con Felice e Claudio Spinola, all'esecuzione di migliorie all'Ospedale degli Incurabili, presso la foce del torrente Bisagno.15
1635 Il 14 agosto riceve l'incarico biennale di Governatore, insieme ad altri tre patrizi filospagnoli.16
1635-36 Commissario di Sarzana – Doldi (1990).
1637 Magistrato delle Galere – Boscassi (1897).
1638-39 Commissario di Sarzana – Doldi (1990).
1642 Capitano di Polcevera – Boscassi (1897).
1647-49 Governatore di Savona – Mosele (1939).17
1647 Il 9 dicembre è citato come Governatore di Savona nell'imprimatur della prima edizione del suo Trattato della PestilenzaOpere.
1648 Il 1° dicembre riceve l'incarico biennale di Procuratore.18
1649 Sargente maggiore – Boscassi (1897).
1654 Il 23 luglio depone a Genova in merito all'ingresso di Nicolò Fieschi nell'Ordine dei Cavalieri di Malta.19
1654-55 Continua a sostenere la necessità che la Repubblica non si renda nemica della Spagna.20
1656 Riunisce sessant'anni di scandagli nel porto di Genova per valutarne l'interramento – Boscassi (1897).
1656-57 La peste miete oltre 92.000 persone a Genova e nelle vicine podesterie di Voltri, Polcevera e Bisagno: più della metà della popolazione.
1657 Il 9 luglio riceve l'incarico biennale di Procuratore.21
1658 Il 15 gennaio il Senato conferisce a lui e a Nicolò Serra l'incarico di definire un cerimoniale unificato per l'accoglienza e le precedenze da osservare nei confronti di cardinali, vescovi e padri generali, membri del governo, grandi di Spagna, pari di Francia e signori di pari qualità.22
Il 2 aprile, nel suo ruolo di Procuratore, è tra i dedicatari dell'opera Li lazzaretti della città, e riviere di Genova del MDCLVII, del padre agostiniano Antero Maria Micone (1620-1686).23
1660 Il 3 novembre riceve l'incarico biennale di Governatore.24
1666 Muore a Genova: "Il sepolcro è posto in capo alla navata sinistra" della chiesa della SS. Annunziata del Vastato.25



1 Sull'entità dei risultati delle ricerche su Baliani di monsignor Alfonso si è addirittura creato un mito, tra gli storici interessati alla storia di Genova. Già il prof. Costantini (1933-2009) scriveva: "Ad una completa biografia del Baliani lavora da anni don Luigi Alfonso, parroco di Viganego"; C. Costantini, Baliani e i Gesuiti. Annotazioni in margine alla corrispondenza del Baliani con Gio. Luigi Confalonieri e Orazio Grassi (Firenze, Giunti, G. Barbèra, 1969), nota 5 a p. 3. Lo storico e poeta Tullio Gardini condivideva: "Speriamo che lo studio di Luigi Alfonso su Baliani possa presto vedere la luce"; T. Gardini, "Note su gli scienziati liguri in rapporto con Galileo", La Berio, 15 (1975), n. 3, nota 26 a p. 25.

Il prelato passava buona parte del suo tempo libero nell'Archivio di Stato di Genova: oltre ad avere compulsato le filze di governo (il che è stato ovviamente facilitato dal conoscere gli incarichi di Baliani nell'esecutivo), deve avere trovato casualmente preziosi documenti pertinenti nelle filze notarili, ma non ha rivelato, a quanto mi risulta, le loro segnature. Non aveva competenze specifiche né in storia della scienza, né nelle scienze esatte. Intorno al 1996 l'avevo conosciuto, già molto anziano, nella vecchia sede della Biblioteca Berio: aveva chiesto al bibliotecario in Conservazione se gli poteva trovare "un'opera su Baliani di un certo Govi". Dato che il funzionario era in imbarazzo, mi ero inserito confermando: "È un lavoro importante di Gilberto Govi". Don Alfonso mi aveva guardato con sospetto, pensando che lo stessi prendendo in giro. Al che avevo dovuto precisare: "Non l'attore: il professore suo omonimo!".

È d'uopo precisare che in questa sezione di Urania Ligustica nulla deriva direttamente da mons. Alfonso, a cui non avevo chiesto alcuna anticipazione sulle sue scoperte archivistiche. Qualcosa è invece emerso, come risulta da questa stessa pagina, nel corso degli studi sulle fonti secondarie che ho intrapreso nel 2004, per condividerne online i primi risultati dodici anni dopo.

Se Doldi anticipa qualche risultato, è lo stesso don Alfonso a dare una vaga indicazione sulle filze notarili compulsate. "Nel corso delle mie ricerche archivistiche-bibliografiche per una biografia di G. B. Baliano, non ancora ultimata, è venuto fuori, già da diversi anni, non a caso, l'atto originale di fondazione della «Casa della Missione» di Fassolo [...] L'atto redatto dal notaio-cancelliere arcivescovile del tempo, G. B. Badaracco [...] Archivio di Stato di Genova (A.S.G.), Notaio G. B. Badaracco, filza 20 (numero cancellato), 14, scansia 883, anno 1647-II, 4 novembre, Donatio pro Congregatione Missionis". L. Alfonso, "La fondazione della «Casa della Missione» di Fassolo in Genova", Atti della Società Ligure di Storia Patria, nuova serie, 12 (1972), p. 131 Link esterno Biblioteca digitale SLSP. Si badi, però, che il prelato cita vari altri notai nelle note dello stesso articolo!

È forse possibile restringere la ricerca grazie a: L. Alfonso, Tomaso Orsolino e altri artisti di "Natione Lombarda" a Genova e in Liguria dal sec. XIV al XIX (Genova, Biblioteca Franzoniana, 1985), pp. 451; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN. A p. 349 di tale opera è segnalato un atto notarile, risalente al periodo 1650-1654, con cui Baliani ordina arredi marmorei per la propria casa [da verificare e completare].

Traggo da Link esterno ocrablog (pagina esistente il 30/3/2016) le seguenti informazioni biografiche: "Monsignor Luigi Alfonso (Genova, 1911-2003), fu parroco di San Siro di Viganego in Val di Lentro dal 1940 fino alla morte. Membro del consiglio presbiterale diocesano e canonico onorario della basilica delle Vigne, fu storico e studioso della storia genovese, e non solo della Curia, partendo dai documenti custoditi presso l'Archivio di Stato e negli archivi parrocchiali. Collaboratore fisso del Settimanale Cattolico, fu autore di numerosi articoli e volumi tra cui il Grande regesto delle chiese italiane - La città di Genova (Genova, 1998). In riconoscimento al lungo e prezioso lavoro di ricerca sulle fonti archivistiche, gli storici genovesi gli dedicarono nel 1996 il volume Studi e documenti di storia ligure in onore di don Luigi Alfonso per il suo 85° genetliaco edito dalla Società Ligure di Storia Patria". L'indice di quest'ultimo è in Link esterno Listino SLSP.

2 V. M. Coronelli, "Cronologia de' Governatori e Procuratori della Repubblica di Genova, estratti dal Bussolo del Seminario dall'anno 1576, e' hebbe il principio, fino all'anno 1692", in Cronologia Universale, che facilita lo studio di qualumque storia... (Venezia, 1707), p. 489 Link esterno Google libri (per Österreichische Nationalbibliothek, Wien); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

3 L. Alfonso, "Aspetti della personalità del Card. Stefano Durazzo, Arcivescovo di Genova (1635-1664)", Atti della Società Ligure di Storia Patria, nuova serie, 12 (1972), pp. 479-480 Link esterno Biblioteca digitale SLSP.

4 A. M. dei Monti, Compendio di memorie historiche della città di Savona, e delle memorie d'huomini illustri savonesi (Roma, M. A. e O. Campana, 1697), p. 227 Link esterno Google libri (per Österreichische Nationalbibliothek, Wien); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

Assumendo una distanza tra Genova e Savona di 20 miglia nautiche, la velocità di crociera è quindi dell'ordine di 3,3 nodi. Ciò è coerente con quanto riportato in N. Capponi, Lepanto 1571. La Lega santa contro l'Impero ottomano (Milano, Il Saggiatore, 2010), p. 162: "se il clima era favorevole e lo scafo in buone condizioni, una galea poteva procedere a remi con una velocità di crociera tra i 3 e i 3,5 nodi, fino a un massimo di 7 o 7,5 nodi per brevi tratti. Il motore umano rendeva le galee quasi indipendenti dai venti, ma i capitani sfruttavano ogni minima brezza favorevole per far riposare i rematori; a vele spiegate invece una galea raggiungeva la velocità massima di 9 o 10 nodi, che pare una stima più ragionevole dei 12 ipotizzati da alcuni studiosi".

5 G. Chiabrera, Delle poesie, t. III (Genova, G. Pavoni, 1619) Link esterno Google libri (per Biblioteca Nazionale Centrale di Roma); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

Da una lettera di Chiabrera a Bernardo Castello, inviata da Savona il 12 marzo 1619: "Ho ricevuto i componimenti stampati, e stanno bene; io ne mando uno legato con una mia lettera, e prego V. S. a farlo capitare in mano del Sig. Giambattista Baliano a cui sono dedicati". G. B. Spotorno, a cura di, Lettere di Gabriel Chiabrera a Bernardo Castello (Genova, Tipografia Ponthenier e F., 1837), lettera CCLXIII alle pp. 304-305 Link esterno Google libri (per The British Library); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

Sul famoso poeta savonese si rimanda a Link esterno DBI.

6 Stante la volontà di edificare un nuovo convento per le monache carmelitane e l'obbligo di suggerire un sito al di fuori delle mura cittadine, nell'aprile 1634 il Padre Provinciale "si applicò a cercar qualche giardino ne borghi; dove trovò posti molto a proposito per noi [monache], quali communicandoli con Ministri della Repubblica, col signor Governatore, con li signori Gioanni Battista Baliano et Ansaldo Mari che erano stati ambedue Commissarii delle fortificazioni della città, se li opposero gravemente che stante la qualità de tempi turbulenti, sentendosi da per tutto rumori di guerra, non esser opportuno fabricar fuori, mentre il Principe era tutto intento per maggiormente munir la città alla demolitione delle fabriche di fuora...". F. Molteni, "«Vendetta, invidia et interesse». Le ragioni dell'ostilità verso i Carmelitani savonesi in una cronaca del XVII secolo", in Nicolò Doria. Itinerari economici, culturali, religiosi nei secoli XVI-XVII tra Spagna, Genova e l'Europa, a cura di S. Giordano e C. Paolocci, vol. 2 (Genova, Associazione Amici della Biblioteca Franzoniana, 1996), p. 491; atti di un convegno, svoltosi nel 1994, editi in: Quaderni Franzoniani, 9 (1996), n. 2 Link esterno Biblioteca Franzoniana (pdf).

7 Coronelli (1707), p. 487 Link esterno Google libri.

8 "1626. Addì 2 agosto giunse in Savona il signor Gio. Battista Baliano, destinato commissario sopra le fortificazioni, quali giornalmente s'andavano avanzando, ed addì 12 settembre partì da Savona per Albenga il governatore dell'armi Fr. Lelio Brancaccio, dopo aver considerate col Petrucci tutte le suddette fortificazioni. (V., II, 224)". I. Scovazzi, N. G. B. Besio, "Le distruzioni genovesi e la costruzione della fortezza [del Priamar]", Atti. Società Savonese di Storia Patria, 30 (1959), p. 75; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

9 "[Nota da completare]". A. Di Raimondo, Il forte del Castel di Gavi, 1528-1797 (Genova, ERGA, 2008), pp. 57, 61, 65, 116; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

10 L. Alfonso, "La Legazione di Bernardo Baliano in un Ms. della Berio", La Berio, 7 (1967), n. 1, p. 16 Link esterno Internet Archive (per Biblioteca Civica Berio).

11 Coronelli (1707), p. 487.

12 A. Lercari, "La nobiltà civica a Genova e in Liguria dal Comune consolare alla Repubblica aristocratica", negli atti del convegno Le aristocrazie cittadine. Evoluzione dei ceti dirigenti urbani nei secoli XV-XVIII (Venezia, 2007), a cura di M. Zorzi, M. Fracanzani, I. Quadrio (Venezia, La musa Talia, 2009), nota 262 alle pp. 337-338 Link esterno DGA (pdf); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

13 "La morte dell'Abbati gettò i Padri [delle Scuole Pie] nell'inquietudine; essi, già preoccupati per la sicurezza della loro abitazione e per l'inadeguatezza della sede, dovevano lasciare la casa ai Carmelitani Scalzi per impugnazione della sorella del defunto Abbati; perciò essi presentarono un'istanza al Consiglio della città per ottenere un ulteriore sussidio, allo scopo di acquistare la casa di Filiberto Pavese in contrada Chiappinata. L'istanza venne trattata nella seduta del 26 giugno 1628 «con il consenso e licenza del governatore Giovanni Battista Baliano ed esposta al Consiglio dal priore degli Anziani Domenico Pugnetto». Il Consiglio approvò la proposta con trentasette voti favorevoli e nove contrari e deliberò di assegnare ai Padri la somma di quattrocento lire annuali per un periodo di sedici anni, a partire dalla scadenza delle nove annualità già concesse nel 1622. Il sussidio fu assegnato con il preciso obbligo di acquistare la casa di Filiberto Pavese con la condizione che detta casa, con le eventuali successive costruzioni annesse per abitazione e chiesa, passasse al comune qualora l'Ordine avesse cessato la sua opera in Savona". A. M. Ferrero, "Le Scuole Pie di Savona (1622-1922)", Atti e memorie. Società Savonese di Storia Patria, nuova serie, 1 (1967), p. 16; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN, anche in estratto Link esterno OPAC SBN.

Una breve sintesi dell'attività degli Scolopi: S. Pennone, Gli Scolopi a Savona: quattro secoli di istruzione popolare Link esterno Associazione "Amici degli Scolopi" Savona (esistente il 5/4/2016).

14 F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell'Accademia, vol. 1 (Genova, Tipografia L. Sambolino, 1864), p. 54 Link esterno Google libri (per University of Michigan); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

Sui Bianco Link esterno DBI e N. Ossanna Cavadini, Simone Cantoni, architetto (Milano, Electa, 2003), p. 44.

15 "Anno; giorno e mese; numero scheda [della banca dati realizzata nell'ambito della ricerca]; genere di documento; tipo di lavoro; genere di edificio; localizzazione antica; soggetti interessati (in genere committente ed esecutore); filza; notaio (o altra provenienza)". "1630a; 5-set; 167; promissio pro fabrica; Impianti (migliorie); Ospedale degli Incurabili-Lazaretum; della città di Genova, nei pressi del Bisagno; Magistrato della sanità della Repubblica che incarica: Gio Batta Baliano, Felice e Claudio Spinola protettori; Gio Batta Bianco figlio di Bartolomeo caput operis; 5028; Lavagnino Gio Francesco". A. Decri, Un cantiere di parole. Glossario dell'architettura genovese tra Cinque e Seicento (Borgo S. Lorenzo, All'insegna del Giglio, 2009), pp. 157 e 168; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

16 Coronelli (1707), p. 487.

"Nel 1635 [Giovanni Francesco Lomellini (1588-1653)], insieme con altri tre patrizi filospagnoli (Andrea Lomellini, Pantaleo Balbi e Giambattista Baliani), fu estratto tra i nuovi componenti dei Collegi, con conseguente effetto di riavvicinamento alla Spagna di tutto l'apparato governativo genovese; tale effetto fu peraltro provvisorio perché bilanciato dall'estrazione di tre «repubblichisti» negli anni immediatamente successivi". M. Cavanna Ciappina, "Lomellini, Giovanni Francesco", Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 65 (Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2005), ad vocem Link esterno DBI.

17 "Anche nel decennio 1640-1650 numerosi sono i sopralluoghi e le ispezioni effettuati, ad opera di diversi ingegneri ed architetti e da parte di magistrati genovesi, alle fortificazioni di Savona; per esempio una serie di relazioni, a firma del Baliano, del Mari, del Bracelli, del Cantagallina, sono raccolte in un grosso plico del 1642". M. M. Martinengo, "Il Priamar nei documenti genovesi", Atti. Società Savonese di Storia Patria, 30 (1959), pp. 87-88; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

18 Coronelli (1707), p. 488 Link esterno Google libri.

19 "La documentazione era accompagnata da una fede rilasciata in Genova il 21 giugno 1654 dal commendatore fra' Raffaele Spinola, il quale certificava le buone attitudini fisiche e mentali del giovane [Nicolò Fieschi] che non poteva presentarsi personalmente all'Assemblea. Il 2 luglio l'Assemblea presieduta da fra' Sforza Melzi, commendatore dei Santi Guglielmo e Damiano presso Pavia e ricevitore generale dell'Ordine nel Dominio di Milano, nominò commissari i cavalieri fra' Gio. Carlo Lomellini e fra' Leonardo Da Passano per istruire il processo di ricezione di Nicolò Fieschi. Il 23 luglio successivo, a Genova, i commissari assunsero l'incarico e raccolsero le deposizioni di sette patrizi genovesi: Felice Spinola, Luciano Spinola, Gio. Battista Baliani fu Nicolò, Geronimo De Marini fu Francesco, Gaspare Basadonne fu Simone, Nicolò dei marchesi Clavesana e Agostino Franzoni fu Tomaso". A. Lercari, "Ceto dirigente e Ordine di San Giovanni a Genova. Ruolo generale dei Cavalieri di Malta liguri", in Cavalieri di San Giovanni in Liguria e nell'Italia settentrionale: quadri regionali, uomini e documenti. Atti del Convegno (Genova, Commenda di San Giovanni di Pré, 30 settembre-2 ottobre 2004), a cura di J. Costa Restagno (Genova-Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2009), p. 253; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

20 "Nella consulta del Consiglietto [della Repubblica di Genova] tenuta il 20 maggio 1654 in seguito alla decisione del viceré di Napoli di sequestrare le rendite genovesi, a titolo di rappresaglia per l'ennesima controversia a proposito dei finalini, la linea dura di Raffaele Della Torre, che esortava a «dare gelosie assai come si deve fare con inimico dichiarato e a bravamente nuocere a spagnoli», condivisa con minor ardore anche da altri consiglieri, venne efficacemente contrastata da colleghi più prudenti, fautori del negoziato... Uno di questi, Giambattista Baliani, venne formalmente ripreso per aver manifestato pubblicamente i suoi dubbi sulla stessa fondatezza delle pretese genovesi sul Finale 105. Permanendo le ragioni di scontento con la Spagna, e forti del favore espresso al riguardo da una precedente consulta del luglio 1654, nel febbraio 1655, i Collegi pensarono" di ridurre il quorum per le grandi decisioni di politica estera ai due terzi: si voleva così porre la Repubblica in una posizione più dinamica nei confronti dei mutati equilibri europei. C. Bitossi, "I rapporti politici tra la Repubblica di Genova e la Spagna da Filippo II a Filippo IV", in Nicolò Doria. Itinerari economici, culturali, religiosi nei secoli XVI-XVII tra Spagna, Genova e l'Europa, a cura di S. Giordano e C. Paolocci, vol. 1 (Genova, Associazione Amici della Biblioteca Franzoniana, 1996), p. 79; atti di un convegno, svoltosi nel 1994, editi in: Quaderni Franzoniani, 9 (1996), n. 1 Link esterno Biblioteca Franzoniana (pdf).

21 Coronelli (1707), p. 489.

22 L. Volpicella, "I Libri dei Cerimoniali della Repubblica di Genova", Atti della Società Ligure di Storia Patria, 49 (1919), fascicolo 2, pp. 37-38, 142-144, 239 Link esterno Biblioteca digitale SLSP (pp. 387-388, 492-494, 589 del file PDF); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

23 A. M. da S. Sebastiano [Filippo Micone], Li Lazaretti della Città, e Riviere di Genova del MDCLVII. Ne quali oltre a successi particolari del Contagio si narrano l'opere virtuose di quelli che sacrificorno se stessi alla salute del prossimo, e si danno le regole di ben governare un popolo flagellato dalla Peste (Genova, P. G. Calenzani e F. Meschini, 1658), carta non numerata Link esterno Google libri (per Biblioteca Nazionale Centrale di Roma); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

24 Coronelli (1707), p. 489.

25 S. Tassara, "Le tombe terragne trascritte dal Piaggio. Una rassegna di personaggi genovesi importanti", in L'Annuziata del Vastato a Genova. Arte e restauro, a cura di G. Rossini (Venezia, Marsilio, 2005), p. 205; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

Nello stesso 1666 i Lomellini propongono "ai Baliani e agli Spinola, patroni delle due cappelle a capo della navata sinistra, di usare centomila lire lasciate da Giacomo il Moro per «fornire le capelle della chiesa» e rinnovare queste due «in tutto e per tutto alla forma» di quelle di Nostra Signora di Loreto e di San Domenico, in capo alla navata destra, allora appena terminate e splendenti di marmi policromi". F. Franchini Guelfi, "La decorazione e l'arredo marmoreo", in L'Annuziata del Vastato a Genova. Arte e restauro, opera citata, p. 54.

La cappella a sinistra di quella Spinola apparteneva ai Baliani fin dal 1520: "fu sempre dedicata alla Santa Croce". G. Rossini, "Il convento. Vicende di una dispersione", in L'Annuziata del Vastato a Genova. Arte e restauro, opera citata, p. 210.

Le cappelle absidali Spinola e Baliani, in capo alla navata sinistra, sono "ridotte in un unico spazio" intorno al 1666. G. Rossini, Scheda n. 8, in L'Annuziata del Vastato a Genova. Arte e restauro, opera citata, p. 261, ma cfr. p. 54.

La cappella è "completamente trasformata tra il 1840 e il 1842, secondo il gusto neoclassico su progetto di Angelo Diaz". G. Rossini, Scheda n. 8, in L'Annuziata del Vastato a Genova. Arte e restauro, opera citata, p. 261.



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