Urania Ligustica

Il palmo genovese




Metro suddiviso in decimetri e centimetri            Palmo genovese suddiviso in 12 once


Il palmo è stato introdotto a Genova nell'XI secolo. Una regola specifica sembra risalire all'inizio del XII secolo. Un atto notarile del 1184 attesta che il palmo era definito mediante un campione conservato nel duomo di San Lorenzo. Questo primo campione era forse incastonato in una parete interna della Cattedrale. La Magistratura dei Censori, a cui era affidato il controllo di pesi, misure, qualità e prezzi delle merci, è stata istituita prima del 1363. L'esistenza in San Lorenzo di un singolo autentico (ora definito standard o campione primario) è presunta nel 1455 e documentata negli anni 1523, 1707, 1773, 1806, 1807, 1824, 1865. Nel 1871 la lunghezza dell'unità di misura è stata determinata pari a 0,247760 metri, su una sbarra di ferro battuto a martello lunga 5 palmi con tacche intermedie. Tale lunghezza è definita palmo genovese di cannella, perché era alla base della canna o cannella, lunga 12 palmi.1

Le esigenze di unificazione delle misure nel commercio e nell'industria, rese più urgenti dalla progressiva attuazione dell'Unità d'Italia, hanno portato a stabilire per legge la corrispondenza tra il palmo genovese e il metro. Per tale scopo è stato misurato per errore un campione secondario (vale a dire un esemplare realizzato, ante il 1806, per confronto con il primario di cui sopra): la sua lunghezza è stata determinata pari a 0,248083 metri.2 Tale campione ha dato origine al palmo genovese legale.3

Che il palmo usato a Genova e nella sua Repubblica sia il primo è stato dimostrato per confronto con i numerosi campioni secondari esistenti nel Dominio, di lunghezza pari a 0,24800 e a 0,24769 metri; tutti, quindi, più corti del palmo legale.4

In genere è sufficiente approssimare il palmo genovese in 0,248 metri. Se il palmo è suddiviso in 12 once – un'oncia in 12 linee – una linea in 12 punti, ne consegue che un'oncia è pari a 2,1 cm e una linea a 1,7 mm. I sottomultipli sono però definiti come frazioni (1/3, 3/4, ecc.); ciò è testimoniato anche dall'autentico di 5 palmi sopracitato: un palmo è infatti diviso in terzi e un altro in quarti.




1 P. Rocca, Pesi e misure antiche di Genova e del Genovesato (Genova, Tipografia R. Istituto Sordo-Muti, 1871), pp. 7-8, 14-20, 38, 45, 52, 59, 106 Google libri. R. Ponte, "La Collezione Pesi e Misure di Genova", in I musei di Strada Nuova a Genova, a cura di P. Boccardo e C. Di Fabio (Torino, U. Allemandi & C., 2004), pp. 220-221. Rigrazio la Signora Cristina Pellegatti per aver fornito utili indicazioni bibliografiche e l'informazione che l'Archivio Storico del Comune di Genova conserva solo due campioni di lunghezza: si tratta di sbarre in ottone per i pettini utilizzati nei telai per velluti; "Amole, Libbre, Cannelle. I fondi documentari e la Collezione Pesi e Misure dell'Archivio Storico del Comune", Bollettino dei Musei Civici Genovesi, n. 67 (2001), fig. 6.

2 La misura, stabilita nel 1811 e confermata nel 1849, è definita pari a 0,248083 metri in: Tavole di ragguaglio dei pesi e delle misure già in uso nelle varie provincie del Regno col peso metrico decimale approvate con Decreto Reale 20 maggio 1877 (Roma, Stamperia Reale, 1877), pp. 324, 330.

3 Si usa il palmo legale, con il valore di 0,24808 metri, in: L. C. Forti, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814) (Genova, Compagnia dei Librai, 1992), p. 302.

4 Rocca (1871), opera citata, p. 20.




© Riccardo Balestrieri 2012  –  Revisione 5 III 2012  –  R. G. Boscovich  –  Urania Ligustica