Urania Ligustica

L'astrofilia ligure nel Novecento

ENRICO CALZOLARI

Riccardo Balestrieri

Astrofilia I


Fotografia originale Copyright

Figura 1 – In meditazione (Menhir di Tramonti, La Spezia, [data])


Il 2 ottobre 2016 mi era giunta una ferale notizia, che avevo subito condiviso nel gruppo facebook Link esterno Astronomia in Liguria: "Ho saputo da un amico astrofilo spezzino... che Enrico Calzolari è mancato. L'ho conosciuto vari anni fa grazie a Mario Codebò. Era un archeoastronomo con una conoscenza superba del territorio. Mi mancherà. Mi mancheranno anche le discussioni sulle sue interpretazioni, spesso azzardate; discussioni leggere, in effetti, grazie alla sua ironia, al suo sorriso un po' mefistofelico". In realtà, era scomparso il suo fratello minore e lo stesso Enrico mi aveva risposto il 3 ottobre: "Mi è piaciuto il Tuo necrologio, centrato sulle discussioni"! Ora, purtroppo, è mancato davvero.


Nato a Lerici (La Spezia) il 15 aprile 1938, si è diplomato all'Istituto Nautico della Spezia – Sezione Capitani – nel 1956, per poi laurearsi in Economia e Commercio all'Università di Pisa e concludere il corso per Ufficiali di Porto Laureati, nel 1962, all'Accademia Navale di Livorno. Ha navigato su navi petroliere, carboniere e passeggeri della Società Italia di Navigazione, sulla rotta per il Nord America, "prima che l'aereo soppiantasse il transatlantico". 1 ▼

"Ero... esperto di soccorso, perché volontario nelle ambulanze, e con due amici di Lerici, a bordo di un quattro ruote motrici, andammo a Firenze appena colpita dall'alluvione.
Eravamo completamente autosufficienti con scorte di viveri e sacchi a pelo. Ci avevano dato alloggio sui vagoni ferroviari della stazione di Firenze, dove la sera nei nostri alloggi discutevamo di tutto. Io mi occupavo dell'igiene dei treni che ospitavano i volontari perché, vista la situazione nella quale operavamo bisognava fare attenzione a non entrare negli alloggi col fango addosso. 2 ▼
Venimmo mandati alla Biblioteca Nazionale a pulire e in quei giorni arrivò Ted Kennedy. 3 ▼ Uno degli amici con cui ero arrivato a Firenze, Stefano Stefanini, che parlava inglese, andò a salutarlo e lo ringraziò, allora Kennedy chiese se c'erano insegnanti. Non c'era nessun insegnante dove eravamo noi e ciò turbò il senatore americano. Davanti a quell'urlo della cultura italiana non c'erano insegnanti.
Fu forse allora che decisi di fare l'insegnante...". 4 ▼

Alla prima abilitazione all'insegnamento di Tecniche Commerciali ed Aziendali, ha poi unito quella di Tecniche Turistiche ed Alberghiere. Quale assessore del Comune di Lerici, ha contribuito a fondare la locale Scuola Alberghiera (1968), che è poi diventata Istituto Professionale di Stato: vi ha insegnato e l'ha diretto, "continuando l'insegnamento fino al 1994 e mantenendo per numerosi anni la funzione di Vicario". 5 ▼

Ha contribuito a fondare e ha presieduto l'Associazione Ligure per lo Sviluppo degli Studi Archeoastronomici (ALSSA) ed è stato socio e consigliere nazionale della Società Italiana di Archeoastronomia (SIA). Al contempo, è stato socio fondatore dell'Associazione di Archeologia Vibrazionale con sede in Sarzana e della Università delle Tre Età di Lerici, in cui ha insegnato Storia del Territorio. Oltre a numerosi articoli, ha pubblicato monografie di toponomastica e storia locale con vari editori.

Altrettanto ricchi gli impegni "nel volontariato culturale e della didattica del territorio, nel volontariato ambientale ed ecologico, nel volontariato antincendi boschivi, del soccorso e della protezione civile". Attività che hanno portato alla fondazione della "Squadra Antincendi Boschivi di Lerici, di cui è stato responsabile e capo squadra operativo", e alla partecipazione "ai soccorsi organizzati dall'Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze per i terremoti del Friuli, dell'Irpinia e dell'Umbria". Per decenni è stato "presidente e vice-presidente della Associazione di Pubblica Assistenza di Lerici" e, non dimenticando il suo primo lavoro, "presidente della Fondazione Bibolini per i marittimi in Lerici". 6 ▼

È scomparso a La Spezia, dove risiedeva, il 4 gennaio 2020. 7 ▼


Come contribuire al ricordo di una persona "olistica" per definizione? Pare improprio persino inserire il suo elogio nella sezione di Urania Ligustica dedicata attualmente agli astrofili, ma questo ipertesto, nato per abbozzare una storia dell'astronomia in Liguria, si è pian piano trasformato in un progetto che esplora le molteplici relazioni della regione con il cielo. E di tale ambito ha sicuramente fatto parte Enrico Calzolari, "semiologo d'ambiente". 8 ▼ Ci provo, quindi, con alcuni aneddoti e spiegazioni che mi sembrano necessarie.

Il primo incontro con Enrico è avvenuto, se non erro, il 5 giugno 1994, in una escursione al sito di Tramonti, sul promontorio di Porto Venere, a cui era presente anche Mario Codebò. Il breve percorso nella macchia mediterranea verso il menhir era di per sé suggestivo, per gli scorci di mare e il continuo alternarsi di ombra e luce in una giornata di sole. Le spiegazioni stimolavano le mie aspettative, alla fine soddisfatte nel vedere il monumento megalitico. Che fosse stato posto accuratamente in sito era evidente anche a un incompetente come me, ma quando, da chi e per quale scopo? La sua apparente stabilità era stupefacente, se si guardavano la pendenza dei declivi e le pietraie vicine, della stessa roccia del menhir. Tra gli innumerevoli sassi, sparsi qui e là ma per lo più concentrati in falde di detriti, ce n'era uno piccolo e a portata di mano; mi aveva incuriosito la sua forma, vicina a un poliedro regolare: un menhir da bambini! Anche quello grande, da adulti, poteva essere stato sbozzato dalla natura, grazie a piani di sfaldamento innescati da discontinuità interne alla roccia. La scarsa competenza non mi permetteva di andare oltre, ma mi aveva stimolato ad acquistare un vademecum, Incisioni rupestri e megalitismo in Liguria, che avevo chiesto a Enrico e Mario di firmare, a mo' di dedica. 9 ▼


Copertina Firme

Figura 2 – Le firme a ricordo di una bella giornata (Tramonti, La Spezia, 5 giugno 1994)


Il 18 giugno 1994 gestivo il primo convegno Astronomia in Liguria, nell'ambito delle manifestazioni per il decennale dell'Osservatorio Astronomico di Genova. Non si era parlato di archeoastronomia, ma a novembre la presentazione di un libro di Enrico riuniva a La Spezia i cultori liguri della materia, per lo più astrofili. I tempi erano maturi e gli eventi si stavano moltiplicando in Italia. Avevo quindi ospitato una messa a punto negli atti del convegno, che avevo iniziato a realizzare per alleviare la tristezza di un periodo di cassa integrazione. Nel contributo, corredato da una bibliografia estesa fino al 1995, Enrico e gli altri autori annunciavano di voler costituire una "Società Archeoastronomica Ligure". 10 ▼ Tale nome mi sembrava inopportuno e suggerivo "Associazione per lo Sviluppo delle Ricerche Archeoastronomiche in Liguria" o, più sinteticamente, "Associazione per lo Studio dell'Archeoastronomia in Liguria". 11 ▼ Gli argomenti devono essere stati convincenti: nel 1997 nasceva l'Associazione Ligure per lo Sviluppo degli Studi Archeoastronomici Link esterno ALSSA, precedendo di tre anni la Società Italiana di Archeoastronomia Link esterno SIA. Grazie a Giuseppe Veneziano, all'Università Popolare Sestrese e all'Osservatorio Astronomico di Genova, il seminario annuale a Sestri Ponente ha superato ben presto i confini regionali ed è diventato l'occasione per anticipare i propri risultati e discuterli senza l'ufficialità delle conference accademiche. Ma Enrico ha operato anche nella SIA: ha fatto parte della commissione elettorale nel triennio 2002-2004 ed è stato eletto consigliere nazionale per tre mandati, dal 2005 al 2014, 12 ▼ dopo aver organizzato nella sua Lerici il quarto congresso nazionale e curato gli atti relativi.


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Figura 3 – Atti del congresso SIA
(Lerici, La Spezia, 24-25 settembre 2004) 13 ▼

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Figura 4 – Atti di un seminario ALSSA
(Genova, 13-14 aprile 2013) 14 ▼

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Figura 5 – Atti del seminario ALSSA
dedicato a Enrico Calzonari
(2020) 15 ▼


Enrico era un docente autorevole e un divulgatore efficace: una persona di grande fascino, a suo agio in qualunque ambiente. Gli piaceva sedurre i suoi interlocutori con la cultura e il linguaggio, ma anche con il non detto e l'ammiccamento, come per affermare che non tutto si può, né si deve spiegare. Riusciva così a creare un alone di magia, a suggerire misteri ineffabili e lontananze insondabili. L'ammicco era, forse, per pochi. I più eletti? Forse i meno eletti, dato che io stesso facevo parte di questa cerchia! Enrico giocava a provocarmi con "salite ardite", a cui contrapponevo "ridiscese" pragmatiche: ad esempio quando interpretava con asterismi o costellazioni alcune coppelle, scavate nella roccia in un'epoca imprecisabile. Si è limitato ad ammiccare anche quando gli ho detto: "Sei proprio un seduttore!" Nel 2011 ci siamo rivisti al congresso della Società Italiana di Archeoastronomia, nell'antica sede dell'Istituto di Astronomia dell'Università di Bologna; dopo il mio intervento ci siamo incrociati, da soli, all'uscita dell'aula magna e ha così concluso la conversazione di tanti anni prima: "Anche tu sei capace di sedurre".

Vicini o lontani? Per comprendere la distanza che c'era fra di noi, bisognerebbe rispolverare la diatriba sulle due culture. 16 ▼ Ma questa pare ormai annichilita da una società che considera trascurabili entrambe. Basti dire che a volte mi ricordava, in qualche modo, Giovanni Gentile (che non riesco, però, a immaginare ironico e alla mano). O il più vicino Elémire Zolla (che forse non conosco quanto dovrei). Non posso, però, schivare la questione: devo spiegarmi.

In Paleoastronomia ed Archeoastronomia: esigenza di una nuova configurazione semantica (2001), Enrico discute il significato di entrambi i termini e sostiene la necessità di separare la disciplina in tali settori, "allo stesso modo di come in archeologia si differenzia la protostoria dalla preistoria... [Ciò] potrebbe giovare in futuro, in quanto favorisce la separazione fra i cultori del mero calcolo numerico e quindi delle misurazioni fatte con la bussola o meglio condotte con il teodolite e con l'orologio astronomico, ed i cultori delle osservazioni dirette dei fenomeni di orizzonte, così come dovevano avvenire, ancora prima della scoperta della scrittura, da parte delle popolazioni tribali dedite allo shamanismo". La misura e il calcolo rimangono imprescindibili – Enrico si è diplomato al Nautico e all'Accademia Navale! – ma sono solo strumenti propedeutici a ciò che è davvero necessario: rievocare la sacralità di un luogo. Il che non mi è alieno. Molti anni fa ho visitato alcuni siti francescani: nel nebbioso bosco di lecci, che avvolge l'eremo delle Carceri, e nell'algida Santa Maria degli Angeli, che incombe sulla Porziuncola, ho percepito un fascino profondo, come un sussurro di fede antica. Ma ciò è stato reso possibile da una formazione cristiana basata su insegnamenti canonici ricevuti in tenera età, in parte grazie alla nonna materna, terziaria domenicana (vabbé... più santa Caterina da Siena che santa Chiara d'Assisi, ma non sottolizziamo). Si può manifestare un'epifania così fondata e intensa in luoghi che, sì, possono essere stati sacri, ma per culture scomparse da millenni? Enrico si poneva la stessa domanda, ma rispondeva citando "la spiritualità dell'uomo preistorico, lo shamanismo, la magia, le conoscenze esoteriche, le percezioni frequenziali delle interazioni fra geo-masse e bio-masse": ipotesi pseudoscientifiche per uno studioso "di configurazione razionalista o marxiana o atea" come me. Per concludere, lo scopo della proposta disciplinare è tranchant: dividere gli studiosi nei due settori indicati nel titolo, per "far cessare le tensioni... che emergono sempre nei comitati scientifici, quando si devono valutare i diversi apporti". Vale a dire: riviste e atti separati, perché gestiti da editor e referee di due culture diverse. 17 ▼

La stima reciproca, comunque, gettava ponti fragili su abissi profondi. Ovviamente cercava di convincermi. Ad esempio inviando, dapprima per lettera poi per e-mail, anticipazioni di suoi lavori. Sempre senza un biglietto di accompagnamento che permettesse di anticiparne o decifrarne il senso: che lo cogliessi o meno era affar mio!

Gli sopravviverà molto di quanto ha realizzato nella professione e in un tempo libero denso di impegni. La sua copiosa bibliografia continuerà a far discutere e stimolare nuovi studi: attualmente 36 contributi sono elencati e 5 condivisi in Link esterno SIA (grazie a un progetto che curo insieme ad Alberto Cora, INAF Torino), 25 sono condivisi in Link esterno ALSSA, 8 sono condivisi in Link esterno Artepreistorica, ma si deve partire dai suoi stessi siti Link esterno The Gilded Butterfly e soprattutto Link esterno Il portale di Enrico Calzolari. 18 ▼




▲ 1   Questi cenni biografici sono basati in gran parte su quanto scritto da lui stesso ne Link esterno Il portale di Enrico Calzolari.

▲ 2   Per comprendere appieno queste parole, bisogna ricordare che il "fango" era una terribile melma di acqua, terra, resti organici, liquami fognari e nafta per il riscaldamento fuoriuscita dalle caldaie.

▲ 3   Testimonianza di Edward M. Kennedy (1932-2009), già al secondo mandato di senatore degli Stati Uniti: "Arrivai alla biblioteca attorno alle 5 del pomeriggio e guardai intorno all'area alluvionata. Non c'era elettricità ed era stata messa una grossa quantità di candele per avere la luce necessaria a salvare i libri. C'era un freddo terribile, vidi gli studenti nell'acqua fino alla cintura. Avevano formato una fila per passare tra i libri, così potevano recuperarli dall'acqua e quindi portarli in una zona più sicura per poterci mettere qualcosa che li proteggesse. In ogni punto della grande sala di lettura c'erano centinaia e centinaia di giovani che si erano riuniti per aiutare. Era come se sapessero che l'alluvione della biblioteca stava mettendo a rischio la loro anima... Avevo ancora i brividi quando salii sull'aereo che mi riportava a Ginevra, ma non potevo smettere di pensare alla impressionante solennità di quella scena – tutti quegli studenti dimentichi del freddo pungente e dell'acqua fangosa, tranquillamente concentrati per la salvezza dei libri alla lieve luce delle candele. Non lo dimenticherò mai". S. Messeri, S. Pintus, 4 Novembre 1966 : L'alluvione a Firenze (Empoli : Ibiskos Editrice Risolo, 2006), pp. 76-79 Link esterno Google libri.

▲ 4   Ibidem, pp. 106-109 Link esterno Google libri. Si noti l'epifora sugli insegnanti.

▲ 5   "Unica realtà formativa in campo ristorativo della provincia della Spezia e con una forte specializzazione in campo alberghiero, l'istituto Casini rappresenta una risorsa non solo e non tanto per il territorio spezzino, ma anche per quella enclave territoriale della provincia di Massa che ne costituisce una naturale estensione. L'istituto ha avuto la sua sede storica a Lerici, dove nasce nel 1968. La costante crescita del numero degli allievi porta a una serie di spostamenti della sede scolastica fino a quando nel 1999 l'istituto si è trasferito alla periferia della Spezia. Qui ospita tre laboratori di cucina, tre laboratori di sala bar, tre laboratori di ricevimento e hall, due laboratori di informatica, un'aula video" Link esterno Zai.net.

▲ 6   Anche in questo caso si è fatto riferimento a Link esterno Il portale di Enrico Calzolari.

▲ 7   Lerici, addio a Enrico Calzolari Link esterno La Gazzetta della Spezia, Addio a Enrico Calzolari, scopritore della Farfalla dorata Link esterno CDS News, Il ricordo dell'Unitre di Lerici: "Enrico Calzolari è stato un faro per tutti noi" Link esterno CDS News, Lerici in lutto per la scomparsa del prof. Enrico Calzolari Link esterno YouTube, Serata ricordo del Prof. Enrico Calzolari Link esterno YouTube.

▲ 8   Enrico si qualifica come "semiologo e ambientalista" in Messeri & Pintus, Op. cit., p. 106 Link esterno Google libri. In sintesi, "semiologo dell'ambiente" Link esterno Ristorazione e bar o "semiologo d'ambiente": S. Berti, E. Calzolari, M. Codebò, P. De Nevi, L. Felolo, P. G. Lovotti, M. Manuguerra, M. Monaco, "Per una società archeoastronomica ligure", Bollettino dell'Osservatorio Astronomico di Genova, 26, n. 70 (dicembre 1996), p. 114 Link esterno Archeoastronomia Ligustica, Marna. Ne Link esterno Il portale di Enrico Calzolari si definisce "ricercatore di archeoastronomia, megalitismo, paleoalimentazione, shamanismo, navigazione protostorica, studioso delle Tavole di Gubbio e dell'antropologia del sacro ad esse collegata", nonché "della toponomastica del sacro, della micro-economia, delle tradizioni" e delle "Etnoscienze".

▲ 9   A. Priuli, I. Pucci, Incisioni rupestri e megalitismo in Liguria (Ivrea : Priuli & Verlucca, 1994) Link esterno Priuli & Verlucca.

▲ 10   Berti et al., Op. cit., pp. 113-117; l'indice del numero speciale Astronomia in Liguria è in Bollettino OAG, n. 70 (1996).

▲ 11   R. Balestrieri, Sul nome dell'associazione archeoastronomica, contributo per il 3° Seminario Ligure di Archeoastronomia (Genova, 17/12/1995) PDF.

▲ 12   Si veda Link esterno SIA - Brera.

▲ 13   L'indice degli atti del IV Congresso è in Link esterno SIA.

▲ 14   Gli atti del 15° Seminario sono condivisi in Link esterno ALSSA.

▲ 15   Gli atti del 22° Seminario sono condivisi in Link esterno ALSSA. Enrico Calzolari è ricordato, nell'ordine, da: Giuseppe Veneziano, Elio Antonello, Luigi Torlai, Mario Codebò, Henry De Santis, Emilio Spedicato.

▲ 16   Un contributo divulgativo: R. Balestrieri, Abetti vs. Ojetti: le due culture a confronto, distribuito al XVI Congresso nazionale di storia della fisica e dell'astronomia (CNR, Como, 24-25/5/1996) PDF.

▲ 17   Il testo è condiviso in Link esterno Artepreistorica, ma si veda il pdf originale in Link esterno CAST Circolo AStrofili Talmassons.

▲ 18   La versione di questa pagina condivisa il 17/1/2021 è stata pubblicata nella Circolare ALSSA n. 33 (gennaio 2021), pp. 1-7 Link esterno PDF.

Tutti i collegamenti ipertestuali, interni o Link esterno esterni a Urania Ligustica, sono risultati attivi il 26/1/2023.



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