Urania Ligustica

Astronomi del Re

Michele Giustiniani

Gli scrittori liguri (1667)

Astronomi del Re


Indicatore di completezza



Frontespizio


GIO. DOMENICO Cassini, Genovese, nato in Perinaldo, Castello de' Signori Doria nella Liguria Occidentale presso Vintimiglia, da Giacomo Cassini, e Tulia Lovresia [Crovese!] sua moglie, a gli 8. di giugno del 1623. [1625!] havendo in Genova a gli studii di lettere humane di filosofia, di teologia, e di leggi, aggiunto quello delle matematiche, fu per la fama [<358-359>] di esse l'anno 1650. invitato a Bologna dal Marchese Cornelio Malvasia, Senator Bolognese, soggetto a queste scienze applicatissimo, alla speranza della Lettura publica d'Astronomia, già lungo tempo in quel famoso Studio vacante. Dopo il saggio dato di sé medesimo per più d'un anno nella stessa Città, havendo da quel numeroso, e prudentissimo Senato ottenuto la Cattedra, cominciò ad esercitarla co'l seguito de' migliori ingegni, e coltivarla colle osservationi celesti, e con l'esperienze ottiche, e fisiche, unendo i suoi studii a quelli del medesimo Marchese Malvasia, del P. Abbate D. Taddeo Pepoli, e poi del Marchese Francesco Angelelli, che tutti concorsero a prestargli commodità, & aiuti rilevanti. La Cometa, che comparve in Cielo nel fine dell'an. 1652. co'l medesimo Malvasia osservata, gli diede occasione di scriverne, e stamparne un trattato in foglio con tale inscrittione:

Ad Serenissimum Principem Franciscum Estensem Mutinæ Ducem Ioan. Dominicus Cassinus Genuensis in Bononiensi Archigymnasio publicus Astronomiæ Professor.
De Cometa anni
1652., & 1653.
Mutinæ 1653. Apud Barthol. Solianum.

In questo dimostrandosi dalle osservationi esser stata quella Cometa molto superiore alla Region Lunare, discorsesi, come possano generarsi le Comete, non dalle sole esalationi della Terra, ma dalle Stelle, che siano anch'esse come la Terra composte di parti solide, e fluide, ed habbiano le proprie esalationi, ed evaporationi, e la propria aria all'intorno, pensieri coltivati di poi dal famoso P. Atanasio Chircher mio amico nel suo Itinerario Estatico, ed in parte dal nobilissimo Astronomo Gio. Hevelio nel suo Prodromo Cometico. Le osservationi di questo Trattato furono tutte riportate dall'Argoli nel suo Trattato della Cometa, citate dal Mazzotta Celestino nelle sue Meteore, da Carlo Moscheni nella sua Trutina Cometica, e l'Ipotesi della sostanza, e della Coda della Cometa abbracciata dal Montanari nel Trattato della cometa del 1664. Dopo l'Opera stampata proseguendo ad esaminar attentamente le osservationi dal di lei movimento apparentemente disuguale, come accenna nella Teorica della Cometa, trovò il principio della vera egualità, e da questo il metodo [<359-360>] di farne l'Effemeridi, come de' Pianeti, e ne formò la Teorica, che la collocava fin sopra Saturno, e dimostrava, come co'l solo avvicinarsi alla Terra poteasi esser resa visibile, e con discostarsi esser sparita, & havendola conferita, e mandata al famosissimo Astronomo, ed historico Ismael Bullialdo in Parigi, Bibliotecario del Re risalvò ad altra opportunità lo stamparla co'l titolo di

Teorica Motus Cometæ an. 1652.

Ritornando poi alli studii universali d'Astronomia, havendo avvertito desiderarsi in questa scienza un metodo diretto a trovare nelle ottime Ipotesi dalle osservationi i fondamenti delle Teoriche de' Pianeti, applicò l'animo a supplire a questo difetto, e di havere in ciò conseguito l'intento, diede parte a Parigi al dottissimo Gassendo l'ann. 1653. pregandolo a mandarli una Scielta d'osservationi per farne con esse l'esperienza, del che volontieri lo compiacque il Gassendi, come appare nel volume delle sue lettere stampate. Ma convenendo cominciar dalla Teorica del Sole, che regola in gran parte il movimento degl'altri Pianeti, bisognava superare alcune importantissime difficoltà, che non permettevano, che i moderni Astronomi convenissero con gli antichi, né fra di loro. Al che ricercandosi instrumenti, i quali di gran lunga superassero l'esattezza di quelli, che per l'adietro erano stati adoperati, pensò al modo di prepararne uno vastissimo, che potesse distinguer quelle minutie, che prima con altri non eransi potute distinguere. Per conseguir l'intento prese l'opportunità d'un gran Gnomone fatto già nel vasto Tempio di san Petronio in Bologna da Matematici suoi predecessori per le osservationi de' Solstitii, ma quasi affatto inutile per l'imperfettione dell'Opera, e per li difetti considerabili notati dal Padre Riccioli famosissimo Astronomo in Bologna nel suo Almagesto nuovo, fra i quali notabilissimo era quello di declinare molti gradi della linea Meridiana per l'impedimento, che supponeva delle colonne del Tempio occupanti il sito opportuno. Havendo dunque il Cassini ritrovato in quel sito difficilissimo il modo di condur nel pavimento una lunghissima Meridiana fra le colonne medesime con aprire in altro luogo nella parte antica del Tempio un nuovo spiraglio nel tetto per l'introduttione del Sole, ne descrisse, e dimostrò [<360-361>] la maniera in un libro intitolato:

De novo Gnomone meridiano in D. Petronij Templo construendo,

che manuscritto presentò al Marchese Innocentio Facchinetti all'hora Confaloniere, e Presidente perpetuo della fabrica di san Petronio, esibendosi alla construttione del medesimo nel solstitio estivo dell'ann. 1655. Questa dunque gli fu concessa, non ostante la fama sparsa dell'impossibilità dell'opera fondata sopra quello, che ne havea scritto nel suo Almagesto il Riccioli, e sopra le vane diligenze fatte da' suoi Predecessori, per ridurre ad uso d'antico Gnomone. A vederne, e testificarne la riuscita furono publicamente invitati non solo gli altri Matematici dello Studio Mont'Albani, Mengoli, e Ricci, ma anco i Padri Riccioli, e Grimaldi, che ne hanno in diverse opere attestato l'esattezza. Fa di quest'insigne Instrumento frequentissima mentione il P. Riccioli nella sua Geografia, e nell'Astronomia riformata, nell'Epistola al Cassini contro il Levera, e nelle Vindicie del Calendario Gregoriano stampato sotto il nome di Michele Manfredo, Mon. Pietre Potit Francese nel Trattato della Variatione della Meridiana appresso Du Hamel, Anton Francesco Pagen Avvocato nel Parlamento di Parigi negl'Opuscoli Astronomici, ove riferisce esservene poi ad imitatione di questo fatto un altro nella Sala del Parlamento d'Ayx. Il Conte Gualdo nell'Elogio del Cardinal Lomellini: Il Blau nel Teatro delle Città dello Stato Ecclesiastico, & appresso di lui Gasparo Bombaci eruditissimo historico mio amico nella Descrittione di Bologna; Il Masini l'industrioso, nella Bologna Perlustrata, & il Marchese Malvasia nella Prefatione delle sue Effemeridi. È formata in questo instrumento la Meridiana d'una lastra di ferro di lunghezza 300. palmi Romani, posta nel pavimento fra due ordini di pietre di marmo tagliate a misura de' gradi celesti, e d'altre partitioni, che servono al Calcolo Astronomico distinte co' suoi numeri, e con le figure de' Segni del Zodiaco, quivi intagliate. In questa si costituisce tutto l'anno su'l mezo giorno il Sole introdotto per uno spiraglio rotondo aperto nel tetto in lastra di ottone, a commodità d'osservare la di lui grandezza, altezza, e movimento, e serve similmente alla Luna, quando passa il meridiano di notte. Degli usi di questo instrumento [<361-362>] stampò egli l'istess'anno

un foglio con la figura intagliata,
che nella venuta della Regina Christina di Svetia in Italia dedicò a Sua Maestà,

e l'anno seguente 1656. havendo già dall'osservationi fatte nel tempo della construttione trovata la Teorica del Sole, e formate nuove tavole, ne pubblicò i principii, e le osservationi fondamentali in un libretto in foglio intitolato:

Specimen observationum Bononiensium, quæ novissime in Divi Petronij Templo ad astronomicæ novæ constructionem haberi coepere. Videlicet observatio æquinoctii verni anni 1656. eiusdemq. cum alijs cum propijs, cum aliorum obseruationibus, & cum novis tabulis Bononiensibus comparatio, cui propositæ, & adictæ sunt aliæ ad huius complementum pertinentes: Ex quibus multa incerta in Theorica Solis deteguntur, quorum certificandorum ratio indicatur, motusque Solis realis inæqualitas nunc primum immediatis observationibus detegitur, eiusque certa irregularitas manifestatur.
Bononiæ ex Typographia HH. de Duciis 1656.

Di queste osservationi, e de' fondamenti delle Tavole in quest'Operetta spiegate si valse il P. Riccioli nell'Astronomia riformata, riformando da queste la sua Teorica, e le sue Tavole del movimento del Sole, fidandosi più di queste, che delle proprie prima fatte, e di quelle de gli altri Astronomi, come attesta Vindicie del Calendario, inserendole con molt'altre osservationi poi fatte co'l medesimo strumento, parte nella sua Geografia, parte nell'Astronomia, e le medesime furono commentate nell'Effemeridi del Malvasia, e commentate alcune da Anton Francesco Pagen. Nondimeno essendo quelle di quest'Operetta state proposte, come accenna nell'Epistole stampate al Marchese Malvasia, ed espone l'istesso Malvasia nella Prefatione alle Effemeridi solamente per saggio, e senza applicarvi le refrationi, che ancor non havea con proprio metodo ritrovare, e perciò riservatosi ad applicarnele dopo, ch'egli fosse riuscito di ritrovarle, [s']applicò immediatamente a questo studio di rintracciare dalle osservationi le refrationi celesti; ed havendo trovato, e praticato un metodo Geometrico da calcolare da alcune poche, e scielte tutte l'altre refrattioni Astronomiche in qualsivoglia altezza, e quindi calcolate le Tavole delle medesime refrattioni celesti, [<362-363>] e da esse corrette le osservationi, e formatone nuove Tavole del Sole più artificiose, ed esatte delle prime, le conferì al Marchese Malvasia, il quale ne calcolò l'Effemeridi di cinque anni, che stampò l'ann. 1662. insieme con le lettere, ed altre cose conferite con questo Titolo.

Novissimæ motuum Solis Ephemerides ex recentioribus tabulis Clarissimi Viri D. Ioan. Dominici Cassini in Bononiensi Archigymnasio Astronomiæ Professoris a Marchione Malvasia supputatæ cum Epistolis auctoris ad Cassinum, eiusdemque Responsis.
Mutinæ ex Typographia Andreæ Cassiani 1662:

Appena furono stampate, che cominciarono a confrontarsi giornalmente colle osservationi di San Petronio in numerosa frequenza di Soggetti peritissimi, i quali calcolata dall'Effemeridi l'altezza vera del Sole, e trovata per mezo delle refrattioni, e paralassi l'altezza apparente, e transportatala nella linea osservavano passare esattamente il Sole pel luogo preparato, come accenna il Montanari nell'Epistola al Cassini inserita nella sua Effemeride del 1666. Haverebbe voluto il Malvasia, come notifica nella Prefatione, calcolar gli altri Pianeti ancora dalle Ipotesi del Cassini, ma egli non se ne compiacque, per haverli altre occupationi impedito il perfettionarle a tutta sua sodisfattjone. Impercioche dal Regimento di Bologna fu per molti anni impiegato ne' negotii dell'acque, che ha da qualche secolo questa Città, con quella di Ferrara, e nel Ponteficato di Alessandro VII. sono stati con grandissima contentione agitati. Poiché confidati i Ferraresi nell'affetto particolare del Pontefice, che già era stato loro Vicelegato, e pregiavasi apertamente d'alcune particolari dimostrationi d'honore da quella Città in tale occasione ricevuto, entrarono in isperanza di ottenere la diversione del fiume Reno dalle Valli Ferraresi di San Martino nelle Bolognesi del Poggio conforme il dissegno da loro nel principio del Ponteficato proposto, che pose i Bolognesi in tale apprensione, che per ovviarlo nell'an. 1657. mandarono Ambasciator Straordin. a Sua Santità il Marchese Giovan Nicolò Tanari Senatore, e seco per loro Matematico il Cassini a fine che con fondamenti dell'arte potesse sostenere la loro causa con scritture, & Informationi al Pontefice, & a' Cardinali della [<363-364>] sacra Congregatione dell'acque. Le scritture fatte, e presentate in alquante Congregationi furono stampate col titolo in fronte.

Alla Santità di Nostro Signore Papa Alessandro Settimo per la sacra Congregatione dell'acque,
il Regimento di Bologna
.
In Roma nella Stamperia Camerale. 1657.

Trattano questi del corso antico del Po, e de' fiumi inferiori suoi tributarii, delle mutationi fatte dall'uno, e da gli altri in questi ultimi secoli, e particolarmente della rimotione del Reno fatta d'ordine di Clemente Ottavo, de' danni da esso cagionati nel Bolognese, e Ferrarese, del modo di unirlo al Po grande, e degli effetti, che cagionarebbe introdotto in esso l'esempio di Panaro, e con la ragione presa dalla proprietà del movimento dell'acque, della proportione dell'accrescimento dell'altezza, e velocità de' fiumi reali all'ingresso de' tributarii, della qual proportione fece l'esperienze in campagna con canali di acqua corrente, che furono visitati da' Cardinali della Congregatione, e da Monsignore Carpegna Secretario. Essendo venuta la sacra Congregatione in sentenza, che si esaminassero su'l fatto le cadute del Reno nel Po grande per qualunque linea da Bolognesi proposta, e gli effetti del Panaro introdotto in Po, fu ordinato una visita generale colla sopraintendenza del Cardinale Borromeo, all'hora Legato di Romagna, alla quale essendo destinati ministri di Bologna, di Ferrara, e della Romagna, a Bolognesi fu sopraintendente il Cassini. Durò lungo tempo tale perquisitione, ancorche sollicitata da Sua Santità ad istanza del Senator Achille Volta Ambasciator di Bologna in Roma, per molte altre operationi aggiunte ad istanza de' Ferraresi, e per le contentioni delle parti, per le quali fu mandato spesse volte a nome publico a trattare con gli Eminentissimi Legati di Ferrara Imperiale, Franzone, e Bonvisi, e con quelli di Romagna Borromeo, Bandinelli, Piccolomini, nel qual impiego fece molte esperienze, e speculationi intorno al corso, e moto dell'acque dal stamparsi col titolo:

Idronomia nuova.

Né perciò mancò all'Osservationi Celesti havendo publicata

in Ferrara l'ann. 1664 l'Osservatione dell'Eclisse Solare adoperata in nuova forma a trovare le apparence varie, che fa [<364-365>] nel medesimo tempo in tutta la terra

risalvandosi a publicarne l'artificio co'l titolo

De nova Eclipsium Methodus.

Nell'an. 1663. preparandosi il passaggio dell'armi Francesi in Italia per li successi di Roma tra Francesi, e la militia Corsa fu conferita al Cassini da Don Mario Chigi General di Santa Chiesa la sopraintendenza delle fortificationi della Fortezza Urbana, a fine di perfettionare l'antiche, & aggiungerne esteriormente delle nuove, come adempì con ogni celerità, e quelle terminate fu dalla Santità di Papa Alessandro domandato per mezo del cortesissimo Ambasciator di Bologna Sig. Marchese Campeggi a quel Regimento per impiegarlo nelle differenze delle Chiane vertenti fra Sua Santità, e'l Gran Duca di Toscana, deputati a quest'effetto Commissarii su'l fatto Monsignor Carpegna Auditor di Rota da una parte, dall'altra il Senator Michelozzi. Seguito nell'an. 1664 l'aggiustamento per mezo della Capitolatione, fece S. Santità significar con lettere scritte dall'Eminentissimo Rospigliosi, hora Clemente Nono, la sodisfattione havuta dell'Opera del Cassini, e la risolutione di voler continuare a valersi di lui senza pregiudicio de' suoi interessi nello Studio di Bologna. Perciò fu costretto a fermarsi in Roma appresso il sudetto Marchese Campeggi, ove publicò

due lettere passate fra il P. Riccioli, e lui, stampate in Bologna

intorno alle oppositioni fatte dal Levera alle osservationi del Cassini, per opinione, che si fosse valuto del Gnomone antico imperfetto, già biasimato dal Riccioli, e non di uno totalmente nuovo di somma perfettione, e sottigliezza, la quale il Riccioli non dubita nella sua lettera di chiamar piutosto angelica, che humana. Non per tanto si quietò il Levera, ma seguendo l'impegno senza voler riconoscer l'errore, di fatto replicò con un dialogo Savinio Muto, che diede occasione di rispondere con un trattato intitolato:

Dissertatio Apologetica de duplici Gnomone in Divi Petronij Templo,
che di presente con altre Opere stampasi in Bologna.

Garreggiando in quel tempo nella perfettione dell'Arte Diotrica due eccellentissimi Artefici Eustachio Diurni [Divini!], e Giuseppe Campani, e garreggiando similmente l'uno l'altro d'ufficii verso il Cassini con esibire alle di lui osservationi i loro [<365-366>] grandissimi Cannocchiali, occorse, che verso in fine del mese di luglio del 1664. scoprisse il Cassini col Cannocchiale del Campano nella faccia di Giove una non più osservata spetie di macchie, ch'egli s'accettò esser ombre delle Stelle Medicee, che in quel tempo, secondo i suoi calcoli, si fraponevano fra il Sole, e Giove. Nel qual genere di nuove osservationi seguitò ad essercitarsi con l'istesso Cannocchiale, e con un minore di grand'eccellenza a quest'effetto donatogli dal Campani. Ma perché la fama di queste sorti d'osservationi fu ricevuta con qualche sospensione da altri diligentissimi osservatori, nulla di queste volle il Cassini per un anno intiero publicare a nome proprio, contento di farle vedere più volte a molti suoi amici, che concorrevano a quest'effetto alle sue osservationi, e di sparger

Effemeridi, che avvertissero gli osservatori delle opportunità di osservar queste apparenze,
e quelle del Pianeta di Saturno,

delle quali Effemeridi fa mentione Monsignor di Monconi's nella lettera inserita alla pag. 65. della Seconda Parte de' suoi Viaggi. Sopravenne in tanto verso il fine del 1664, una nuova Cometa, di cui dopo alquante osservationi fatte su l'Ipotesi della di lei durabilità, & egualità, non dubitò di predire la continuatione del suo movimento apparente a giorno per giorno facendone

Effemeridi

con assai felice riuscita, finché rimase osservabile con Cannocchiali, come si andava giornalmente incontrando, osservando hora appresso il Signor Giovan Luccio, historico Dalmatino molto accurato mio amico, hora appresso il mentovato Marchese Campeggi, hora dalla Loggia de' Chigi, & hora appresso la Maestà della Regina di Svetia (cioè a dire la gloria del nostro secolo) a di cui cennj ne stampò un

Trattato, in cui spiegò l'Ipotesi, e'l fondamento de' suoi nuovi calcoli.

Ma sopravenendo del mese di aprile un'altra Cometa, ancorche tardi. Dopo la sua apparitione si cominciasse ad osservare nel tempo però, che si osservava, ne stampò le Effemeridi, nelle quali accennava il corso passato, che dalle osservationi venute poi da altre parti fu assai confermato, prediceva il tempo della sua occultatione ne' raggi Solari, e quello, in cui all'hora supponeva potersi di nuovo render visibile, & unì questa al Trattato della prima Cometa, che publicò in [<366-367>] foglio con questo titolo.

Theoriæ motus Cometæ anni 1664. pars prima. ea proferens, quæ ex primis observationibus ad futurorum motuum prænotationem deduci potuere cum nova investigationis methodo tum in eodem, tum in Cometæ novissimo anni 1665. ad praxim revocata:
Auctore Ioan. Dominico Cassino Bononiensis Archigymnasij Astronomo
.
Romæ 1665. Ex Typographia Fabii de Falco.

Sparita l'ultima Cometa al tempo della preditione, e più diligentemente esaminando le osservationi proprie ed altre venute di Francia, rivocò subito in dubio il ritorno visibile della medesima. Scrisse però due lettere esaminando in una il confronto della prima Cometa con la Teorica, discorrendo sopra la nebulosa d'Andromeda da lui prima riveduta, dopo la prima comparsa, riferita da Simon Mario, e nell'altra confrontando le osservationi della nuova corresse la publicata Teorica, & espose le ragioni, per le quali restavagli poca speranza di riveder la seconda Cometa. Furono le lettere stampate in foglio con questo titolo:

Lettere Astronomiche di Gio. Domenico Cassini al Signor Abbate Ottavio Falconieri sopra il confronto d'alcune osservationi delle Comete di quest'anno 1665.
In Roma appresso Fabio di Falco 1665.

Sono queste osservationi citate dal dottissimo Auzofio nella lettera contro Evelio: Da Pietro Petit nel trattato della Cometa, e da Evelio medesimo nel suo Prodromo, e dal Moscheni nella sua Mantissa. Il proseguimento della Seconda Parte della Cometa, in cui trattavasi della seconda inegualità, e si conferivano i movimenti delle antiche Comete, al cui effetto donò a Papa Alessandro un manuscritto della sua libraria d'osservationi antiche fu interrotto dal viaggio, che, le convenne fare di nuovo alle Chiane, ove fu rimandato a trattare co' Ministri del Serenissimo Gran Duca di Toscana; Non mancò però per quanto gli permettevano le occupationi, i viaggi, il sito di coltivar l'osservationi celesti, e prevedendo dover li 9. di luglio di quell'anno vedersi nella faccia di Giove l'ombre della terza Medicea maggiore dell'altre ne avvisò gl'Amici a Roma, accioche ne potessero far conoscer l'evidenza a gli increduli fu all'hora con un grandissimo Cannocchiale d'Eustachio riconosciuta da quelli, che fin all'hora [<367-368>] ne aveano sospesa la credenza. Ma perché comparve accompagnata da un'altra leggiera macchia, che chiamarono alcuni semiombra, a cui attribuirono movimento in tutto eguale all'ombra, Scrisse subito il Cassini sopra la verificatione di tali Ombre, e dei caratteri, che distinguono quelle dall'altre macchie, che ombre non siano, aggiungendo a maggior verificatione, e preparatione, all'altre osservationi l'Effemeridi della comparsa di simili Ombre per due mesi, che furono subito stampate con questo titolo:

Lettera Astronomica di Giovan Domenico Cassini al Signor Abbate Ottavio Falconieri
sopra le Ombre de' Pianeti Medicei in Giove
.
In Roma appresso Fabio di Falco 1665.

Eccitarono queste lettere, & Effemeridi a questo nuovo genere di osservationi non solo gli osservatori Romani, ma i Toscani, Francesi, Inglesi, & Olandesi, e ne fu fatta distinta, & honorevole relatione nel

Giornale de' saggi in Francia de' 22. febraro 1666.

Ma il P. Gottignez Mattematico del Collegio Romano uno di quelli, che erano accorsi all'osservatione fatta ad istanza del Cassini, osservando in Giove altre macchie fuori dell'interpositioni, che esser non potevano ombre, mosse con lettere difficoltà sopra la verità dell'ombre medesime. A cui il Cassini rispose con ispiegargli il metodo, con cui egli s'accertava delle ombre simili a quello, che si pratica negli Ecclissi, benche di sua natura più difficile, più sottile, e più laborioso. Le due lettere conferite a' suoi amici furono da essi ben presto stampate con questo titolo.

Astronomicæ Epistolæ duæ, altera Adm. R. P. Aegidij Francisci Gottignez Societatis Iesu in Rom. Colleg. Math. Profess. ad Perillustrem, & Excellentissimum Dominum Ioannem Dominicum Cassinum Bononiensis Archigymnasij Astronomum, altera eiusdem Dom. Cassini responsiva ad P. Gottignez prædictum, in quibus continentur nonnullæ difficultates circa Eclypses in Iove a mediceis Planetis effectas cum earum solutionibus.
Bononiæ Typis HH. Evangelistæ de Duciis 1665.

Indi quando prima gli fu permesso da suoi viaggi, che fece più volte d'ordine del Papa in Sabina, dove minacciando il Tevere con varie, e continue corsioni d'abbandonare irreparabilmente il magnifico, e sontuoso Ponte-felice, fu questo con opera facile, e poco dispendiosa [<368-369>] per consiglio del Cassini, che fu preposto ad ogn'altro, ben presto assicurato; ripigliò le osservationi celesti, e riconobbe in Giove diverse specie d'altre macchie oscure, e lucide, che ritrovò moversi, non già egualmente, come le ombre, secondo le relationi di Roma, ma con quella apparente disuguaglianza, che inferiva apunto il movimento di esse intorno al proprio asse nello spatio di dieci hore, o più esattamente di hore 9. 56., e ritornando addietro co'l calcolo, ritrovò una di queste esser verisimilmente stata quella, che erasi osservata insieme con l'Ombra, e chiamata da gli osservatori semiombra, che però non come si era detto, havesse il movimento ad essa eguale, ma molto disuguale, & havendo dalla necessaria moltitudine delle osservationi formata l'Ipotesi con tal sottigliezza, che vantava nel tempo periodico la certezza d'un minuto, ne mandò a gli amici l'Effemeride co'l confronto delle osservationi fatte; e del nuovo ritrovamento di questo Periodo scrisse tre lunghe lettere Al Signor Abbate Ottavio Falconieri, che comprendono tutta la Teorica di questo movimento stampate con questo titolo.

Lettere Astronomiche di Giovan Domenico Cassini al Sig. Abbate Ottavio Falconieri
sopra la varietà delle macchie osservate in Giove, e loro diurne rivolutioni
.

Alle quali aggiunse le tavole astronomiche, per mezo delle quali si può in più modi ritrovare a tempi d'avvenire le macchie una volta osservate in Giove, finche non svaniscono. Portano in fronte le Tavole questo titolo:

Tabulæ Quotidianæ revolutionis macularum Iovis
nuperrimè adventæ a Io. Dominico Cassino Bononiensis Archigymnasij Astronomo
.
Romæ ex Typographia Fabii de Falco 1665.

Di queste similmente dà pieno ragguaglio il

giornale de' Saggi de' 22. febraio 1666.

approvandole co'l giudicio de' Letterati della Francia, e ne fa mentione Alfonso Borelli nella Teorica delle Stelle Medicee. Sopra queste osservationi stampò una dotta lettera diretta al Cassini Matteo Campani, & all'incontro un'altra ne stampò Eustachio diretta al Conte Manzini, a cui aggiunse una lettera del Padre Gottignez, che seguiva ad impugnare l'apparenza dell'ombre, e pretendeva il primato nell'osservationi delle macchie, il che diede occasione al Cassini di ristampare le lettere [<369-370>] passate fra di loro, con nuove annotationi sotto questo tit.

Dissertatio Apologetica de umbris Mediceorum in Iove,
che stampasi con le altre opere.

Nella fine di quest'an. havendo il Padre Riccioli publicata la sua Astronomia riformata si vidde chiamato seco ad una importante disputa, poiche havendo questo grand'Astronomo specolato di nuovo profondamente intorno le refrattioni, haveva proposti alquanti dubii sopra il metodo, e tavole del Cassini publicate dal Marchese Malvasia, a i quali si stimò in obligo di prontamente rispondere con publicar una lunga lettera scritta sopra questa materia al Dottor Montanari, il quale proseguiva l'instituto preso dal già Marchese Malvasia di far l'Effemeridi de' Luminari, secondo le tavole del Cassini. La lettera è intitolata:

De Soliis hipothesibus, & de refractionibus siderum
ad dubia Admodum R. P. Io. Baptistæ Riccioli Societatis Iesu
.
Bononiæ ex Typographia Ferroniana 1666.

I di cui fondamenti sono stati approvati, lodati, & abbracciati dal Padre Francesco Eschinardi Giesuita, si come la tavola delle refrattioni fu accettata, adoperata, e lodata, come fondata su le ragioni, & esperienze da Monsù Petit Francese nel suo Trattato della Cometa, ove attesta havergli sempre servito a meraviglia. Nel mese di febraro del 1666. avvicinandosi Marte alla Terra prese l'opportunità di osservarlo co'l Cannocchiale del Campani, e gli riuscì di distinguere una gran varietà di macchie mobili fra le quali principalmente ne riconobbe due para ritornar evidentemente dopo 24. hore, & alquanti minuti, e mentre si apparechiava a formarne l'hypothesi, e le tavole nella maniera, che di Giove havea fatto, intendendo come dissegnassero di prevenirlo con la publicatione di qualche osservatione alcuni di quelli stessi osservatori Romani, che erano da lui avvisati di queste apparenze, fu necessitato a stampar

tre fogli delle sue [osservazioni],

nelle quali dimostrò la posteriorità, e la perplessità di quelle Romane, che erano intanto comparse. E questi fogli similmente furono riportati con molta lode dagli

avvisi de' Saggi in Francia li 31. maggio 1666.

Sopra l'une, e l'altre osservationi fece alquante considerationi il Sig. Francesco Serra mio erudito amico, in una lett. stampata al Sig. Gio. Lucio, e vicendevolmente il Cassini sopra le [<370-371>] medesime stampò in Bologna un altro Trattato col titolo:

Disseptatio Apologetica de Maculis Iovis, & Martis.

Continuò l'anno 1666. e 67. le osservationi più difficili delle macchie di Venere, in cui scoperse un movimento assai differente da quello degli altri Pianeti, che conferì con

lettere a Monsù Petit Matematico Francese da inserirsi similmente nelle sue Opere.

In tanto essendo portata la fama dell'esperienze fatte in Inghilterra, & in Francia della trasfusion del sangue da un animale all'altro, e giudicandole di grandissima importanza, ne fece fare molte esperienze, procurando, che periti anatomici in esse si esercitassero per derivarne qualche utilità, & accioche non manchi chi sappia praticarla, quando ne sia evidente il beneficio. Di queste diede parte in una lunga lettera al Sig. Senator Berlingerio Gessi Ambasciator di Bologna in Roma, mio virtuosissimo amico, che si pensa stampare con altre speculationi intorno al sistema del Microcosmo, e delle febri periodiche. Proseguisce hora in Bologna li studii Astronomici maturando quelle opere, che dalle passate occupationi sono state interrotte, fra le quali si aspettano.

Prospectiva motuum cælestium,
di cui già molti anni si sono vedute le figure in foglio intagliate in Rame.

Astronomia Geometrica,
promessa nella lettera al Gassendo, e nel saggio delle osservationi.

Geodesia nova,
di cui ha dati alcuni saggi il Riccioli nella sua Geografia Reformata.

Astronomia optica,
di cui ha sparso alcuni principii nelle lettere stampate al Malvasia, & al Montanari.

Nuncij Siderei Interpres.
Plantographia nova.
Tabula Mediciorum.
La Statera Aritmetica,
che sono hora al Torchio.

Almagestum promotum.

Si è dilettato ancora nella sua gioventù nella poesia Toscana, e si vedono alcuni

Sonetti fatti in lode di Luca Giustiniani, Duce in Genova, e sesto della sua famiglia,
stampati con altri simili componimenti.
In Genova 1646. in f.1




1 M. Giustiniani, Gli Scrittori Liguri descritti dall'Abbate Michele Giustiniani Patritio Genovese De' Signori di Scio e dedicati alla Serenissima Republica di Genova. Parte prima (Roma, Nicol'Angelo Tinassi, 1667), pp. 358-371 Link esterno Google libri (per Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), Google libri (per Bibliothèque municipale de Lyon) e Google libri (per Österreichische Nationalbibliothek, Wien); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

Nella trascrizione sono state distinte u e v secondo l'uso moderno e in parte modernizzati apostrofi e accenti (cambiando ad es. à, fù, mà, trà, ma lasciando invariato ancorche). Sono state lasciate intatte le maiuscole. È stato corretto qualche evidente refuso (es. Terta anziché Terra, Merediana anziché Meridiana, uni anziché usi), senza però variare parole qui diverse dalle attuali (es. apunto anziché appunto, mezo anziché mezzo, publico anziché pubblico). È stato inserito un a capo per evidenziare i riferimenti, qui centrati nel testo, a quanto edito da Cassini e migliorare la leggibilità. Alcune informazioni errate sono state sottolineate riportando in rosso la correzione: segnalazioni più puntuali saranno fornite con un futuro commento.



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