Urania Ligustica

L'orientamento degli edifici in Liguria

Chiese romaniche

Sant'Agostino della Cella  –  Genova  –  [SCHEDA SUPERATA]

Orientamenti

1. Identificazione, descrizione e dedicazione

Comune Genova (GE).
Sito Via G. Giovanetti, a Sampierdarena (comune autonomo sino al 1926) Link esterno Street View (sito non raggiunto al 21 II 2014) - Google Maps - Bing Maps - CIVIS.
Proprietà Parrocchia di Santa Maria della Cella e San Martino della arcidiocesi di Genova Link esterno siti diocesano e parrocchiale.
Accessibilità A esterni e interni.
Descrizione La tradizione ha legato la chiesetta all'origine del borgo di San Pietro d'Arena (→ San Pier d'Arena → Sampierdarena): è stato più volte sostenuto che si tratti della prima chiesa eretta in quello che è diventato un importante luogo di villeggiatura nel Cinquecento e uno dei motori della rivoluzione industriale nell'Ottocento. L'assenza di brani decorativi anteriori al Mille e la difficoltà di eseguire scavi in spazi così ristretti e vissuti hanno finora impedito di acclararne la fondazione, posta addirittura prima dell'VIII secolo.
La perdita degli intonaci antichi, all'esterno, e lo strappo degli affreschi, all'interno, rendono ancor più rustico e arcaico l'aspetto della cappella, ad aula unica absidata. L'abside, infatti, è realizzato con pietre di varie dimensioni, appena sbozzate e legate con molta malta, mentre il fianco meridionale manifesta la molteplicità degli interventi che si sono susseguiti nei secoli (le monofore sono in gran parte originali). Il fianco settentrionale è ancor più rimaneggiato e la facciata è stata realizzata dopo il 1945, come la stretta intercapedine che divide gran parte dell'edificio dal cortile circostante, più elevato di 1,70 m rispetto al pavimento della cappella.
L'uso della pietra ha suggerito a Ceschi che le cave di Promontorio, vale a dire della collina che separava Sampierdarena da Genova e terminava con la Lanterna, non fossero ancora attive all'epoca dell'erezione. Questa, sia da documenti (che citano una chiesa già dedicata ad Agostino nel 1027 e nel 1033) che da considerazioni sulle tecniche di costruzione e sullo stile, è ora collocata alla fine del X o agli inizi dell'XI secolo. Jacopo da Varagine († 13 VII 1298), però, non ricorda questa chiesa in relazione alla vicenda dei resti di Agostino. Che i documenti si riferiscano ad un altro edificio e che la chiesa sia stata ridedicata solo quando gli Agostiniani si sono insediati, nel 1442, in S. Maria della Cella?
La cappella attuale poteva avere in origine un tetto a capriate lignee. I semipilastri in laterizio che dividono lo spazio in due campate, con volte a crociera, hanno comportato l'innalzamento dei muri dell'aula rettangolare; l'intervento, che non ha causato alcuna modifica all'abside (giunto sino a noi praticamente intatto), deve essere anteriore agli affreschi: quelli meglio conservati sono stati strappati e sono conservati in un vicino salone parrocchiale; degli altri, già deteriorati alla fine dell'Ottocento, rimangono poche tracce. Gli affreschi staccati possono risalire a poco prima del Duecento, come supposto da Cervini, o essere posteriori al 1292, come sostenuto precedentemente; il problema è di difficile soluzione su basi stilistiche, per gli esigui raffronti possibili a Genova.
Subito a mare della cappella, all'inizio del Duecento è stata eretta S. Maria della Cella, quale chiesa gentilizia di un ramo dei Doria. Le modifiche più significative di Sant'Agostino sono dovute all'inglobamento della chiesetta nel chiostro della chiesa maggiore e alla trasformazione in camera sepolcrale. D'Andrade ha fatto in tempo a vedere, nel 1882, i resti della porta originale, a tutto sesto, in facciata. Questa è stata demolita, insieme a parte della volta della prima campata, in una ristrutturazione di poco anteriore al 1944. I bombardamenti di quell'anno hanno distrutto il chiostro e lasciato quasi intatta la chiesetta. La Soprintendenza ai Monumenti è riuscita a salvare la cappella dalla ricostruzione post-bellica e ne ha curato il restauro ante 1954.1
Dedicazione 1ª – Pietro, apostolo; festa il 22 Febbraio, per la cattedra in Antiochia, e il 29 Giugno.2
2ª – Agostino, vescovo di Ippona e dottore della Chiesa († 28 VIII 430); festa il 28 Agosto.3

2. Galleria di immagini antiche

Non ancora disponibili.


3. Galleria di immagini originali dello stato attuale

Fotografia originale
Fig. 3.1 – Facciata a luce radente °
Fotografia originale
Fig. 3.2 – Lesena sinistra facciata *
Fotografia originale
Fig. 3.3 – Scorcio facciata verso Sud *
Fotografia originale
Fig. 3.4 – Scorcio facciata verso Nord *
Fotografia originale
Fig. 3.5 – Facciata da Est *
Fotografia originale
Fig. 3.6 – Basamento da spigolo Sud-Ovest *
Fotografia originale
Fig. 3.7 – Archetti pensili sul fianco meridionale °
Fotografia originale
Fig. 3.8 – Archetti pensili sul fianco meridionale °
Fotografia originale
Fig. 3.9 – Fianco Sud con lesene, archetti pensili e monofore *
Fotografia originale
Fig. 3.10 – 1ª monofora °
Fotografia originale
Fig. 3.11 – Archetti pensili sul fianco meridionale °
Fotografia originale
Fig. 3.12 – Archetti pensili sul fianco meridionale °
Fotografia originale
Fig. 3.13 – 2ª monofora °
Fotografia originale
Fig. 3.14 – Fianco Sud con lesene, archetti pensili e monofore °
Fotografia originale
Fig. 3.15 – Abside da Sud-Sud-Est °
Fotografia originale
Fig. 3.16 – Abside da Nord-Est *
Fotografia originale
Fig. 3.17 – Monofora absidale °
Fotografia originale
Fig. 3.18 – Abside da Sud-Est °
Fotografia originale
Fig. 3.19 – Monofora absidale °
Fotografia originale
Figg. 3.20 / 3.23
Fotografia originale
Abside
Fotografia originale
Arcata cieca a Nord-Est *
Fotografia originale
 
Fotografia originale
Fig. 3.24 – Fianco settentrionale *
Fotografia originale
Fig. 3.25 – Finestre seicentesche *
Fotografia originale
Fig. 3.26 – Dettaglio fianco N *
Fotografia originale
Fig. 3.27 – Verso l'altare °
Fotografia originale
Fig. 3.28 – 2ª monofora meridionale dalla facciata °
Fotografia originale
Fig. 3.29 – Semipilastro settentrionale °
Fotografia originale
Fig. 3.30 – 1ª monofora meridionale dalla facciata, troncata in basso da una lapide con epigrafe datata 15 III 1446 °
Fotografie di Riccardo Balestrieri (* 22 IX 2010, ° 12 V 2011)

4. Coordinate geografiche e orientamento principale

Latitudine φ 44° 24' 35",78 = 44°,40994 Nord.
Longitudine λ 8° 53' 30",80 = 8°,89189 Est.
Quota +11 m (ellissoidica; +5 m sul livello del mare).
Datum Ellissoide di riferimento WGS84.4
Link esterno Google Maps satellite e rilievi

Orientamento delle tre frecce Frecce di orientamento sovrapposte 
a rielaborazione originale in B&N da fonte esterna Orientamento della fotografia satellitare
Fig. 4.1 – Immagine satellitare a orientamento invariato

Frecce di orientamento sovrapposte 
a rielaborazione originale in B&N da fonte esterna Orientamento della fotografia satellitare
Fig. 4.2 – Immagine satellitare ruotata verso l'alto di un angolo pari all'azimut misurato

Nelle fotografie satellitari di cui sopra, le frecce rosse sono allineate con l'asse longitudinale del tetto dell'aula unica.
Nella figura in alto, l'orientamento è invariato rispetto all'immagine originale. L'asse risulta orientato, dal portale all'abside: 119° ± 1° N>E. Per confronto, sono delineati gli assi orientati a 118° e 120° N>E.
La figura in basso è un dettaglio della precedente, ingrandito, con un contrasto diverso e ruotato verso l'alto di 119°: l'asse di orientamento, qui diventato verticale, è duplicato per un miglior confronto con l'asse longitudinale del tetto.
Estratto da Google Earth Orientamento della fotografia satellitare
Fig. 4.3 – Immagine satellitare originale acquisita nel 2007

L'orientamento del limite settentrionale del tetto, appena divergente dall'asse longitudinale del tetto e non alterato da ombre proiettate (come il limite meridionale) è stato verificato con Google Earth, esaminando tutte le fotografie satellitari disponibili e scartando quelle in cui il particolare di interesse non era ben delineabile (per risoluzione insufficiente e/o illuminazione inadatta). L'unica immagine effettivamente utilizzabile è riprodotta nella figura precedente. In tabella sono elencate le misure realizzate; a destra sono riportate, evidenziate in giallo, la media aritmetica e, considerando che in questo caso è disponibile una singola serie di dati, 3σ.5

Tab. 4.A – Orientamento del limite Nord del tetto
Immaginex1x2x3x4x5x
8 IX 2007119,00
Fig. 4.3
119,32119,29119,17119,45119,20,5
Link esterno Flash Earth

Estratto da Flash Earth Orientamento della fotografia satellitare
Fig. 4.4 – Immagine satellitare originale

Da una diversa fotografia satellitare, riferita a una diversa griglia di coordinate, sono state ottenute le misure di cui alla tabella seguente; a destra sono riportate, evidenziate in giallo, la media aritmetica e, considerando che in questo caso è disponibile una singola serie di dati, 3σ.6

Tab. 4.B – Orientamento del limite Nord del tetto
x1x2x3x4x5x
118,63117,30117,23117,83117,16117,61,9

Bing Maps ha fornito, ante il 5/4/2013, un'immagine satellitare migliore, analizzata con gli stessi metodi di cui alla foto precedente.

Rielaborazione originale da fonte esterna Orientamento della fotografia satellitare
Fig. 4.5 – Immagine satellitare originale

Dall'immagine originale sono state ottenute le misure di cui alla tabella seguente; a destra sono riportate, evidenziate in giallo, la media aritmetica e, considerando che in questo caso è disponibile una singola serie di dati (il confronto con l'immagine precedente, di qualità molto inferiore, è inopportuno), 3σ.

Tab. 4.C – Orientamento del limite Nord del tetto
x1x2x3x4x5x
119,70119,48120,07119,83119,57119,70,7

Bing Maps ha fornito, ante il 25/2/2014, una nuova immagine satellitare, analizzata con gli stessi metodi di cui alla foto precedente.

Rielaborazione originale da fonte esterna Orientamento della fotografia satellitare
Fig. 4.6 – Immagine satellitare originale

In tabella sono elencate, per ogni immagine: le misure ottenute, la media aritmetica e la deviazione standard del campione; in calce sono riportate, evidenziate in giallo, la media pesata con la varianza σ² e l'errore ad essa associato.7

Tab. 4.D – Orientamento del limite Nord del tetto
Immaginex1x2x3x4x5xσ
Fig. 4.5119,70119,48120,07119,83119,57119,730,23
Fig. 4.6118,61118,96118,61118,49118,24118,580,26
119,20,3
Orientamento da Google Earth 119°,2 ± 0°,5 N>Edato utilizzato per orientare la planimetria (§ 6).
Flash Earth 119°,2 ± 0°,3 N>E – in ottimo accordo con il risultato precedente.
Atlante di Genova 117° ± 4° N>E.8
Rilievi in sito Dati attualmente non disponibili.

5. Ambito territoriale

Contesto originario Aree agricole fuori le mura.
Pendenza declivio 0 %.
Vincoli orografici Trascurabili.
Vincoli topografici Trascurabili.9

6. Planimetrie orientate

Rielaborazione originale Orientamento della planimetria
Fig. 6.1 – Planimetria 10

7. Ricerca di regole astronomiche

Rielaborazione originale Orientamento della planimetria
Fig. 7.1 – Direzioni potenzialmente significative

Il cerchio inscritto nel catino absidale e il basamento dell'altare originario, ancora esistente, sono riportati in celeste.

A – Azimut 119° – Limite orientale di un segmento con estremi equidistanti dagli spigoli esterni dell'aula unica; il segmento si sovrappone, con buona approssimazione, all'asse passante per i centri delle due volte a crociera. La facciata è perpendicolare a tale asse, ma è più larga del lato in comune con il catino absidale: i fianchi sono quindi leggermente divergenti.
L'assenza di una finestra al centro dell'abside ha impedito, eretto il catino, l'osservazione diretta del sorgere del Sole dall'interno della chiesa. Intorno al 1000 ciò aveva luogo il 19 Novembre, allora privo di feste significative nel Genovesato e l'11 Gennaio, anch'esso poco rilevante ai fini di un orientamento sacrale, dato che fa parte del ciclo di sette giorni che segue l'Epifania. Il 18 Novembre si ricorda la dedicazione delle basiliche dei SS. Pietro e Paolo, ma è possibile che la festa sia stata introdotta dopo il periodo qui considerato.11 Prolungando con Google Earth la linea verso Est, si nota che, prima di giungere al mare, passa immediatamente a Nord dello scoglio su cui, intorno al 1128, è stata eretta la Lanterna più antica. Questo tratto della linea dell'orizzonte, allora, era nascosta solo dalle propaggini, molto basse sul mare, della collina di Promontorio: il profilo dell'orizzonte naturale, quindi, era seghettato e poteva ben servire per seguire il moto del Sole nell'arco dell'anno e individuarne la posizione nel giorno voluto. In ultima analisi, l'allineamento in questa direzione sembra avere un senso funzionale nella sola fase di fondazione.

B – Azimut 119° + 180° = 299° – Sebbene la facciata sia stata ricostruita, i resti di un portale al suo centro sono stati descritti da D'Andrade: i raggi del Sole al tramonto potevano quindi entrare nella cappella sino a illuminare il celebrante e l'altare.
Tramite Google Earth, la linea è stata prolungata verso Nord-Ovest, per identificare le colline relativamente più alte: queste sono nell'entroterra tra Pegli e Prà, a +351 m (+340 m rispetto a Sant'Agostino) e 7.995 m di distanza, da cui un'altezza apparente di 2°,5. Il Sole tramontava dietro questi rilievi il 24 Maggio e il 9 Luglio: in quest'ultimo giorno si festeggiava San Felice, vescovo di Genova fra il 335 e il 355, ma la festa è nota solo dal secolo XIII ed è considerata di importanza secondaria anche nel Genovesato.12 Molto più interessante è la prima data, sempre posteriore alla Pasqua: coincide con la Pentecoste, quando la Pasqua cade il 5 Aprile (negli anni, intorno al Mille: 991, 1002, 1013, 1024), o con l'Ascensione di Gesù Cristo, quando la Pasqua cade il 15 Aprile (966 e 1039). Dopo la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e la dimostrazione della loro capacità di esprimersi in tutte le lingue del mondo, Pietro fa un discorso escatologico ai Giudei, in cui dice, tra l'altro: "Farò prodigi in alto nel cielo / e segni in basso sulla terra" (Atti, 2, 1-21).

C – Azimut 90° – La monofora settentrionale, vista dal centro della circonferenza inscritta nel catino absidale, individua l'orizzonte astronomico da cui sorge il Sole nei giorni degli equinozi primaverile e autunnale. La linea, prolungata verso Ovest, interseca un punto del semipilastro meridionale su cui poggiano le volte a crociera; se, come più volte ipotizzato, semipilastri e volte in laterizio sono più tardi, la linea raggiungeva in origine la mezzeria della parete, su cui poteva esistere una decorazione utile come riscontro.
L'orizzonte astronomico non era coperto, come ora, da una cortina di edifici, ma da una successione di colline. Tramite Google Earth è stato verificato che il rilievo più elevato è il crinale di Monte Fasce, ad una quota di +801 m (+790 m rispetto a Sant'Agostino) e 11.325 m di distanza, da cui un'altezza apparente di 4°; il ben più vicino Promontorio non doveva raggiungere i 3°. Ciò significa che il Sole segnava l'Est, entrando nella monofora, non all'alba degli equinozi (per l'anno 1000, il 15 Marzo e il 17 Settembre), bensì all'alba del 22 Marzo e del 10 Settembre. Mentre in quel periodo di Settembre non sono ricordate feste rilevanti nel Genovesato, il 21 Marzo è legato a S. Benedetto e il giorno successivo è caduta la Pasqua negli anni 946 e 1041. È teoricamente possibile che un frate benedettino abbia diretto la costruzione della cappella e collocato le pietre angolari della chiesa agli estremi dell'asse C'C", allineato sull'equinoziale forse con il metodo del cerchio indiano, nella Pasqua più vicina al giorno di S. Benedetto, vale a dire nel 946 (il 1041 sembra troppo tardo, sulla base delle considerazioni degli storici dell'arte). Una migliore definizione dell'orientamento può modificare questo risultato: ad esempio, la Pasqua è caduta il 23 Marzo nel 984.

C' – Azimut 90° – e C" – Azimut 90° + 180° = 270° – La linea, nel verso di C", individua l'orizzonte astronomico in cui tramonta il Sole nei giorni degli equinozi primaverile e autunnale. Questa diagonale dell'aula è tangente al cerchio inscritto nel catino absidale e interseca con buona approssimazione la risega tra i due arconi che delimitano l'abside; dal lato opposto, però, la distanza dallo spigolo esterno dell'edificio è evidente.
La linea verso C' è rivolta allo stesso punto dell'orizzonte di C. In merito alla direzione opposta, verso C", tramite Google Earth è stato verificato che il rilievo più elevato a Ovest è un crinale di Monte Beigua, ad una quota di +812 m (+801 m rispetto a Sant'Agostino) e 26.978 m di distanza, da cui un'altezza apparente di 1°,7. Ciò significa che il Sole segnava l'Ovest non al tramonto dei giorni dell'equinozio (per l'anno 1000, il 15 Marzo e il 17 Settembre), bensì al tramonto del 16 Marzo e del 15 Settembre. Intorno a quest'ultima data non sono registrate feste di rilievo nel Genovesato,13 ma il 16 Marzo cade la domenica delle Palme, quando la Pasqua avviene il 23: si tratta, quindi, del terzo allineamento connesso al ciclo pasquale! Cfr. i commenti per B e C. È possibile che le prime pietre angolari siano ancora posate agli estremi di questa diagonale: cfr. il commento per G'.

D – Azimut 144° – La monofora meridionale non guarda verso un punto dell'orizzonte da cui sorge il Sole (l'azimut dell'orizzonte astronomico è all'incirca compreso, per questa latitudine, fra 56° e 124°). Ciò non esclude illuminazioni particolari in ore più avanzate della mattina o altri orientamenti celesti.

F – Azimut 180° – Linea meridiana passante per il centro del cerchio inscritto nel catino absidale e delimitante la prima lesena dell'abside. Essendo cieca, deve essere servita solo nella fase di costruzione delle fondazioni.

F' – Azimut 180° – Linea meridiana. Dalla monofora entra una lama verticale di luce nel momento del mezzogiorno locale; quindi il fascio di luce si allarga a mano a mano che il Sole si allontana dal meridiano. Il gioco di luce doveva essere così netto da rendere inutile la tracciatura di una linea sul pavimento ai fini dell'ora; la posizione del vertice della lama di luce poteva altresì indicare il periodo dell'anno. La precisione dello strumento per il mezzodì è legata all'orientamento della chiesa, alle strombature della finestra e al grado di finitura delle pareti verticali. L'irregolarità delle pietre ora a vista non deve far presupporre un'analoga rozzezza delle superfici intonacate originarie.

G – Azimut 119° + 90° = 209° – Anche questa monofora può produrre una lama verticale di luce al mezzogiorno locale. L'asse delle due monofore del fianco meridionale non è diretto a un punto dell'orizzonte in cui tramonta il Sole (l'azimut dell'orizzonte astronomico è all'incirca compreso, per questa latitudine, fra 236° e 304°). Ciò non esclude illuminazioni particolari in ore meno avanzate del pomeriggio o altri orientamenti celesti.

G' – Azimut 119° + 90° = 209° – La linea, perpendicolare all'asse della navata, divide la soglia in due parti a diverso livello e incrocia, con buona approssimazione, la diagonale C'C".
Ceschi (1954) afferma che la facciata è stata integralmente ricostruita nel dopoguerra, ma Di Fabio (1980) sostiene: "La facciata doveva avere... forma a capanna, unicamente scandita da due larghe lesene agli spigoli e, forse, da una sorta di zoccolo nella zona inferiore, piuttosto basso, di cui si osserva qualche resto nel settore fra l'attuale ingresso e la lesena destra, la quale, anche, appare costituita (così come l'opposta) di muratura antica. Il tutto per l'altezza di circa una decina di corsi". È lecito ipotizzare che la facciata originaria avesse uno spessore analogo ai muri dell'abside.14

Dopo il primo sopralluogo del 22 settembre 2010, un secondo nel maggio 2011 ha permesso di integrare la documentazione fotografica e constatare l'effettiva illuminazione delle monofore sul fianco destro, intorno al mezzogiorno, nonostante la presenza di edifici molto vicini ed elevati. Fra le due finestre, la seconda a partire dalla facciata è più illuminata nell'arco dell'anno e risulta meno modificata: solo la base sembra aver subìto un intervento posteriore, forse teso a rialzarla leggermente. Entrambe le monofore sono protette, all'esterno, da una grata metallica contemporanea (la cui cornice ostacola in parte l'ingresso della luce del Sole) e, nello spessore del muro, da un vetro (fissato al muro con stucco applicato in modo irregolare).

La monofora meglio conservata e illuminata è anche quella più interessante, per il maggiore sviluppo della linea meridiana prevista in F' e per il suo concludersi nella risega tra il semipilastro settentrionale e la seconda campata dell'aula (fig. 7.1). Era dunque importante verificare l'effettiva proiezione del Sole sul pavimento al mezzogiorno locale.

Il 12 maggio 2011 il Sole ha raggiunto la culminazione alle 13:21 ora legale: ciò corrisponde al mezzogiorno locale. L'altezza sull'orizzonte astronomico è stata pari a 64° (al solstizio estivo, il 21 giugno, giunge a 69°). Nella sequenza fotografica seguente si vede la graduale illuminazione dell'angolo inferiore destro del vetro e il progredire di una lama di luce lungo la base della monofora.

Fotografia originale
Fig. 7.2 – 13:07 del 12 V 2011
Fotografia originale
Fig. 7.3 – 13:09 del 12 V 2011
Fotografia originale
Fig. 7.4 – 13:22 del 12 V 2011

Cinque minuti dopo il mezzogiorno locale, vale a dire alle 13:26 ora legale, la monofora ha proiettato la luce del Sole sul pavimento. A causa della geometria della monofora, dell'inclinazione del suo asse orizzontale rispetto al meridiano, dell'elevata altezza del Sole e dei profili attuali della muratura, in questo periodo dell'anno non si forma sul pavimento una lama di luce, bensì una macchia poco allungata; nell'intervallo tra le due fotografie seguenti, la sua luminosità è diminuita percettibilmente (a destra della chiazza luminosa è presente un sassolino bianco).

Fotografia originale
Fig. 7.5 – 13:26 del 12 V 2011
Fotografia originale
Fig. 7.6 – 13:28 del 12 V 2011

La corrispondenza tra la previsione in F' e quanto osservato è inaspettatamente buona, se si tiene conto dell'incertezza della misura dell'orientamento della chiesa e delle numerose condizioni al contorno da considerare. Quanto osservato dovrà comunque essere meglio misurato in futuro.


8. Ricerca di regole geometriche

Non ancora completata.


9. Conclusioni e prospettive

L'utilità di orientare correttamente le planimetrie è qui dimostrata dal conseguente, immediato riconoscimento che la monofora absidale a sinistra dell'altare è rivolta all'Est geografico.

L'allineamento dell'asse longitudinale della chiesa verso la levata del Sole nella Pasqua più prossima alla festa di S. Benedetto e verso il tramonto della domenica delle Palme e di quella della Pentecoste (ma di anni diversi) sembra coerente con una prima dedicazione all'apostolo Pietro e con gli affreschi tuttora esistenti, in cui compare il primo Papa, ma non Agostino. Ciò è a favore di una edificazione o riedificazione intorno al Mille, sul posto o nel ricordo dell'antichissima cappella che ha dato il nome alla delegazione genovese.

La realizzazione di un edificio orientato presuppone conoscenze astronomiche, limitate al computo e alla sfera, a disposizione dei liturghi del tempo e, in primo luogo, dei Benedettini, ma non dei pescatori a cui la tradizione attribuisce la fondazione della prima cappella dedicata a S. Pietro. Nel caso specifico, l'orientamento deve essere stato facilitato dall'inesistenza di vincoli orografici e topografici e dalla limitata ostruzione dell'orizzonte celeste.

La fondazione, nel 1098, del primo monastero dell'Ordine Cistercense suffraga l'ipotesi qui presentata: l'abbazia di Cîteaux è sorta il 21 Marzo, festa di S. Benedetto e domenica delle Palme.15

Sant'Agostino della Cella è stata la prima chiesa ad avere una scheda pienamente articolata in questa sezione di Urania Ligustica. Ciò è del tutto casuale: la schedatura è stata stimolata dall'esecuzione, nel settembre 2010, di una sequenza fotografica più adeguata di quanto esistente sul web. L'analisi, però, ha avuto un esito inaspettato: non era certamente prevedibile che una chiesa che appare rozza, solo perché non è stato ripristinato l'intonaco che la ricopriva, possa rivelarsi un preciso strumento di misura del tempo.

Per verificare la correttezza degli orientamenti illustrati al § 7, è necessario realizzare una planimetria più accurata ed eseguire rilievi in sito. Per validarne l'interpretazione, è necessario esaminare altre fonti pertinenti, allo scopo di definire meglio le modifiche subite dall'edificio. Le ipotesi della connessione tra l'orientamento longitudinale A↔B e feste mobili (per la celebrazione della fondazione) e del possibile utilizzo di linee meridiane F-F' (per la misura del tempo quotidiana) potranno diventare più plausibili con l'emergere di ulteriori casi.16


Note

1 Fonti principali consultate. Fonti principali
C. Ceschi, Architettura romanica genovese (Milano, Luigi Alfieri, 1954), pp. 47-54 – due fotografie di esterni, una dell'interno, tre di affreschi e sinopie ancora in loco; pianta, rilievi del fianco meridionale e dell'abside, sezioni longitudinale e trasversale.
C. Di Fabio, "Per la datazione della chiesa di Sant'Agostino della Cella a Sampierdarena", Atti della Società Ligure di Storia Patria, 20 nuova serie (1980), pp. 121-133 – fotografia originale dell'abside e, tratti da Ceschi (1954), rilievo del fianco meridionale e planimetria non orientata.
F. Cervini, Liguria romanica (Milano, Editoriale Jaca Book, 2002), pp. 11, 25, 196-200 – una fotografia originale dell'interno e cinque, a colori, degli affreschi staccati; rilievo del fianco meridionale e planimetria non orientata tratti da Ceschi (1954).

Altre fonti pertinenti, con estratti.
D. Castagna, M. U. Masini, Genova. Guida storico artistica (Genova, Masini, 1929); p. 443 – fotografia di un affresco sull'arco absidale; p. 444 – "Il nome del luogo negli antichi documenti è riportato come S. Petri ad arenaria. Era realmente come risultò dagli scavi eseguiti nella parte piana un gran campo d'arena su cui sorse la primitiva cappella di S. Pietro, incorporata nell'attuale chiesa plebana di S. Maria della Cella"; p. 446 – "Nel chiostro attiguo, sono gli avanzi dell'antica chiesuola di S. Pietro già ricordata, permangono resti d'affreschi probabilmente del secolo XIII, tra i più antichi della Liguria".
T. O. De Negri, Storia di Genova (Milano, Martello, 1968; Firenze, Giunti, 2003), pp. 141-142 – "... con la totale conversione dei Longobardi al cattolicesimo e la definitiva accettazione della Regola di S. Benedetto da parte di Bobbio (non pare prima della fine del VII e il principio dell'VIII secolo), l'azione monastica si fa preminente per la effettiva conquista di un territorio annesso solo di nome in virtù della conquista armata: ed assisteremo in tutta Italia ad una ricchissima fioritura di nuove fondazioni, soprattutto in corrispondenza con gli itinerari più importanti sia dal punto di vista strategico sia da quello economico; alcune saranno gemmazioni di Bobbio stessa, come Brugnato sulla via della Toscana, e forse già S. Pietro della Porta nel suburbio genovese; altre fondazioni regie dirette, come Berceto sulla via della Cisa, la Francigena dei pellegrini (e fondatore ne è appunto, auspice Liutprando, nel 718, S. Moderanno, vescovo di Rennes, reduce dalla tomba di S. Pietro), e Nonàntola sull'Emilia, in direzione dell'Esarcato. Né va taciuta la fondazione di S. Pietro in Ciel d'Oro, nella capitale del Regno, da cui par che dipendano le fondazioni «libarnesi» di Precipiano (Serravalle Scrivia), di Savignone, legate come S. Pietro in Ciel d'Oro alla «leggenda» della traslazione delle ceneri di S. Agostino dalla Sardegna a Pavia sotto Liutprando, e di Vendersi nella montagna di Borbera, se vogliamo attenerci ad interessanti conclusioni di studiosi recenti"; p. 176 – "Fuori dell'area urbana, ma in stretta connessione con la vita della città sul mare, ci limitiamo a ricordare per l'età liutprandea lo sbarco a Sampierdarena delle ceneri di S. Agostino, di cui resta ricordo nel riscoperto sacello preromanico di S. Maria della Cella, di indubbia tradizione lombarda, e l'approdo di S. Prospero a S. Fruttuoso di Capodimonte, che conserva notevoli ricordi di questa età" Link esterno Google libri.
B. Ciliento, Chiesa di Santa Maria della Cella (Genova, Sagep, 1976); p. 1 – fotografia dell'abside e del fianco settentrionale; p. 2 – "La chiesa sorge nella zona sud-orientale di San Pier d'Arena, non lontana dal mare. È anzi probabile che essa, in origine, si trovasse all'immediato ridosso della spiaggia [...] L'attuale chiesa trae la sua origine da una precedente, minore costruzione, oggi inserita nel chiostro, e detta di Sant'Agostino. Questa primitiva chiesetta è stata talvolta ritenuta quella chiesa di Sancti Petri de Arena che diede il nome all'abitato. La cosa non è tuttavia certa, mentre la prima data sicura è quella del 725, anno in cui le ceneri di Sant'Agostino, trasportate dall'Africa per sottrarle all'invasione araba, furono sbarcate nei dintorni di Genova, nel corso del viaggio per Pavia. È probabile che la chiesetta che le accolse preesistesse e fosse restaurata in quell'occasione, per volontà del re longobardo Liutprando. Essa venne, anzi, posta sotto l'autorità della pavese chiesa di San Pietro in Ciel d'Oro, ove le spoglie del santo trovarono definitiva sistemazione. Tale donazione venne confermata anche dagli imperatori Ottone III, nel 996, e Corrado II, nel 1033"; p. 4 – "Da ricordare che nel 1882 vennero riscoperti gli affreschi duecenteschi di Sant'Agostino, che attorno al sec. XV era stata inglobata nelle costruzioni conventuali e destinata a sepolcro dei Doria. In anni più recenti si è dovuta lamentare la perdita di buona parte del chiostro, colpito da bombardamenti e sostituito da un edificio di mediocre architettura, che vagamente arieggia le arcate originarie. Le bombe misero peraltro completamente in luce la chiesetta di Sant'Agostino, permettendo una migliore valutazione della consistenza architettonica originaria ed alcune operazioni di sistemazione, tra cui il distacco degli affreschi, oggi collocati nel salone parrocchiale"; p. 9 – "La chiesetta di Sant'Agostino venne decorata, in un periodo databile fra la fine del sec. XII e il principio del XIII, con un ciclo di affreschi i cui resti sono oggi conservati nel salone parrocchiale. Gli affreschi, illustranti la vita di Cristo, costituiscono un interessante esempio dell'influsso dei modi di Manfredino da Pistoia, attivo in San Lorenzo, a Genova, nel 1292. I dipinti di Sant'Agostino appaiono dovuti ad un maestro assai vicino a Manfredino, del quale riprendono taluni motivi iconografici e stilistici, interpretati però in chiave assai più provinciale"; p. 13 – "Dalla navata sinistra [...] si accede agli uffici parrocchiali, lungo un corridoio che costituiva un tempo il primitivo loggiato del chiostro, ora murato [...] Da qui si può accedere al chiostro e alla primitiva chiesetta di Sant'Agostino, peraltro trasformata in magazzino"; p. 14 – fotografia d'insieme degli affreschi con Scene della vita di Cristo.
P. Cevini, in AA. VV., Liguria (Milano, Touring Club Italiano, 1982), pp. 213; 217 – "Il bombardamento aereo del giugno 1944, demolendo il chiostro annesso, ha messo in luce i resti dell'antica chiesetta di S. Agostino (accesso dalla 5ª cappella della navata sin.), risalente probabilmente al sec. VIII; ha rozza muratura, con un fianco spartito da lesene collegate da coppie di archetti, mentre l'absidiola semicircolare è suddivisa in cinque arcatelle di cui due con finestrina a strombo" Link esterno Google libri.

Fonti web.
E. Baglini, [via Giacomo Giovanetti] Link esterno San Pier d'Arena; la pagina, non datata, fa parte di un dizionario delle strade delle delegazione genovese con informazioni originali, vaste e divaganti elaborazioni critiche dalle fonti citate e fotografie originali di piccolo formato. Si cita, come esempio, una annotazione che pare originale: "Nel 1965, all'arrivo di don Ferrari, il terreno circostante favoriva le infiltrazioni d'acqua ed allagamenti interni, malgrado l'intercapedine che però si presentava intasata di detriti e fogliame... Malgrado il rinvenimento, l'interno aveva continuato a subire stato di degrado: da abbandono, a ripostiglio di arredi sacri inutilizzati, ad altri di culto; attrezzatura per riordino e pulizia dell'ambiente. La copertura attuale del tetto, fu riparata dalla Sovrintendenza alle Belle Arti dopo il danno del 9 giu. 1944".
A. Palladino, Sant'Agostino della Cella Link esterno Sampierdarena; pagina apparsa in prima edizione nel 2011, con descrizione sintetica da fonti web e fotografie originali di medio formato.

Fonti ancora da consultare
[Segnalazione dell'esistenza della chiesetta], Gazzetta di Sampierdarena, 28 febbraio 1880.
A. D'Andrade et al., [relazione della commissione nominata dall'Accademia Ligure di Belle Arti], 1884.
F. De Cupis, "S. Maria della Cella", in Gli Agostiniani a Genova e in Liguria tra Medioevo ed età moderna, Quaderni Franzoniani, 7 (1995).
C. Borsese, La chiesa di S. Agostino della Cella a Sampierdarena (Genova). Analisi storico-archeologica di un edificio di culto preantelamico. Strumenti e tecniche di datazione, tesi per il corso di laurea specialistica in Architettura, discussa nell'aprile 1998, relatore T. Mannoni, Università degli Studi di Genova Link esterno Archivio delle tesi (pdf).
M. Massone, La chiesa di S. Agostino della Cella a Sampierdarena (Genova). Analisi storico-archeologica di un edificio di culto preantelamico. Analisi delle murature e inquadramento storico, tesi per il corso di laurea specialistica in Architettura, discussa nell'aprile 1998, relatore T. Mannoni, Università degli Studi di Genova Link esterno Archivio delle tesi (pdf).

2 D. Cambiaso, "L'Anno Ecclesiastico e le feste dei Santi in Genova nel loro svolgimento storico", Atti della Società Ligure di Storia Patria, 48 (1917), pp. 126-127; 178-179 – "In Liguria fra le traccie più antiche del culto ai due principi degli apostoli notiamo il monastero dei SS. Pietro, Giovanni e Paolo in Luni, consecrato nell'anno 597; e la borgata, ora città, di San Pier d'Arena, il cui nome venne precisamente dal culto a S. Pietro, a cui certamente era dedicata la chiesa ove nel 725 sostarono le reliquie di S. Agostino, portate da Liutprando dalla Sardegna a Savignone, nel monastero pure dedicato a S. Pietro".
A. Cappelli, Cronologia, cronografia e calendario perpetuo (Milano, Hoepli, 1998), p. 180. Informazioni a carattere generale in Link esterno Santi e Beati: Cattedra in Antiochia e SS. Pietro e Paolo.

3 I. da Varazze, Legenda Aurea, a cura di A. e L. Vitale Brovarone (Torino, Einaudi, 1995), pp. 697-698: "verso il 718, Liutprando, devoto re dei Longobardi, avendo saputo che i Saraceni stavano saccheggiando la Sardegna, vi mandò dei messi ufficiali che riuscirono, in cambio d'un forte riscatto, a riportarne a Pavia il corpo di Agostino; riuscirono a portarlo sino a Genova, e quando il pio re lo seppe andò fin là e accolse le reliquie con reverenza. Volendo poi portarle via, non riuscirono in nessun modo a farlo fino a che il re non fece voto che, se il corpo si fosse lasciato spostare, avrebbero in quel luogo costruito una chiesa in onore di Agostino. Non appena il re ebbe pronunciato il voto, il corpo fu portato via senza difficoltà; il re compì il voto, costruendo in quello stesso luogo una chiesa in onore di Agostino".
I. da Varagine, Cronaca della città di Genova dalle origini al 1297, a cura di S. Bertini Guidetti (Genova, ECIG, 1995), p. 247 – "Viatore, il sesto vescovo, salì in carica verso l'anno del Signore 732. Ai suoi tempi furono portate dalla Sardegna a Genova le ossa del beato vescovo Agostino, per conto di un re longobardo di nome Liutprando, uomo di grande fede cristiana. E quando questo re lo ebbe saputo, da Pavia andò incontro alle reliquie fino a Genova. Ma quando il re cercò di far trasportare queste ossa a Pavia, esse pesavano così tanto, che in nessun modo i trasportatori riuscivano a sollevarle. Allora il re fece voto al beato Agostino che, se avesse concesso che fossero sollevate e trasportate a Pavia, avrebbe fatto costruire una chiesa in suo onore in quel posto di Genova dove si era fermato. Quindi, espresso il voto, subito quelli che trasportavano il corpo lo sollevarono senza fatica e il re adempì fedelmente al suo voto. Ma ai nostri giorni non si sa dove si trovi questa chiesa. Tuttavia alcuni dicono che si tratta della chiesa di S. Tommaso, altri dicono che è quella di S. Teodoro, altri ancora che è il palazzo dell'arcivescovo, che si trova in S. Silvestro, dove quel re era stato ospitato. E perciò lì sarebbe stato costruito quel palazzo e la cappella di S. Agostino, che si mantiene in quel luogo anche oggi"; nota 389 alle pp. 247-248 – "La traslazione delle reliquie di S. Agostino dall'Africa a Cagliari e da Cagliari a Pavia attraverso Genova avvenne probabilmente nel 725, per volontà del re longobardo Liutprando (re dal 712 al 744), il quale fece erigere una cappella dedicata al santo sul luogo di sbarco, Sampierdarena, e andò a ricevere le reliquie a Savignone, per poi portarle nel monastero-santuario di S. Pietro in Ciel d'Oro, da lui stesso fondato [seguono fonti e cenno al dibattito]".
D. Cambiaso, "L'Anno Ecclesiastico e le feste dei Santi in Genova nel loro svolgimento storico", Atti della Società Ligure di Storia Patria, 48 (1917), pp. 224-225 – "Genova probabilmente accolse il santo nel suo passaggio da Milano nell'anno 387, come poscia ne accolse la salma nel 725, nella traslazione che ne fece dalla Sardegna a Pavia il re Liutprando per sottrarla all'invasione saracena in quell'isola. La tradizione costante dice che il corpo fu deposto provvisoriamente in una chiesa dei sobborghi di Genova, chiesa che si crede essere quella di S. Pietro in San Pier d'Arena, chiamata poi di S. Agostino, presso l'attuale S. Maria della Cella. Un atto del 1033 dice ecclesiam que in honore sancti Augustini non longe a Januensi civitate constructa est (cioè ricostrutta) ab ipso Liutprando. Specialmente dopo questa traslazione si dovette diffondere il culto del santo fra noi, promosso poi dai religiosi agostiniani ed altri istituti professanti la sua regola, che furono assai fiorenti in Liguria fino dai tempi più remoti. Gli Eremitani di S. Agostino, che nel 1161 troviamo a S. Tecla presso S. Martino d'Albaro, nel 1260 si trasferivano in città, ove fondavano la monumentale chiesa di S. Agostino che tuttora sussiste".
G. Penco, Storia del monachesimo in Italia: dalle origini alla fine del Medioevo (Milano, Editoriale Jaca Book, 2002), p. 109 – "All'epoca longobardica risalgono pure S. Giovanni di Pontremoli e S. Agostino presso S. Maria della Cella, in seguito all'approdo delle spoglie di S. Agostino dalla Sardegna e alla loro traslazione a Pavia (a. 725), unica fondazione di re Liutprando a Genova"; la fonte è: U. Formentini, Genova nel Basso Impero e nell'Alto Medio Evo, fa parte di Storia di Genova dalle origini al tempo nostro, vol. 2 (Milano, Garzanti, 1941), pp. 130-139.
A. Cappelli, Cronologia, cronografia e calendario perpetuo (Milano, Hoepli, 1998), p. 157. Informazioni sul Santo e la vicenda dei suoi resti in Link esterno San Pietro in Ciel d'Oro . Informazioni a carattere generale in Link esterno Santi e Beati.

4 Dati ottenuti tramite Google Maps, nell'agosto 2010, per la facciata, in corrispondenza del portale di accesso all'aula unica; verificati con Google Earth nel settembre 2010. La quota sul livello del mare proviene da un confronto con una quota in via Giovanetti a ridosso di S. Maria della Cella, a +4,83 m in: AA.VV., Atlante di Genova. La forma della città in scala 1:2000 nell'ortofotopiano e nella carta numerica (Venezia, Marsilio, 1995), tav. 50; con Google Earth è stata ottenuta la quota ellissoidica +11 m per lo stesso punto. Quote ellissoidiche sono qui usate per determinare, in prima approssimazione, l'ostruzione dell'orizzonte astronomico: il dato di interesse, però, è la quota relativa dell'ostacolo lungo la linea di vista, vale a dire la differenza tra la quota del rilievo e quella della chiesa; il sistema di riferimento non dovrebbe quindi influire in misura significativa sui risultati presentati.

5 Sono state esaminate tutte le fotografie satellitari disponibili in rete il 9 VIII 2011. Per i metodi si rimanda a Wikipedia Link esterno Deviazione standard e, in particolare, a ISHTAR, Probabilità, statistica e analisi degli errori (Università di Bologna, Dipartimento di Fisica), per Link esterno media pesata e Link esterno errore associato. Lo strumento Righello di Google Earth fornisce un dato coerente con quello ottenuto tramite il metodo precedente. Lo strumento Righello fornisce anche la lunghezza del segmento. Le dimensioni massime della cappella, qui ingrandite dal limitato aggetto del tetto, sono compatibili con la scala della planimetria qui riprodotta. Ceschi (1954), però, segnala a p. 47 che le dimensioni esterne sono pari a 11,50 m di lunghezza per 6,40 m di larghezza: la lunghezza è alterata da un refuso: leggasi 12,50 m.

6 L'immagine è la stessa fornita da Bing con ingrandimento minore. L'orientamento è stato ottenuto con lo strumento Misurino di GIMP, versione 2.6.10.

7 L'orientamento è stato ottenuto con lo strumento Misurino di GIMP, versione 2.6.12.

8 Il dato è stato ottenuto risolvendo trigonometricamente triangoli misurati con il righello sulle tavole planimetrica e fotogrammetrica, citate, dell'Atlante di Genova (1995).

9 La pendenza è stata misurata tramite Google Earth.

10 La migliore planimetria sinora edita è ancora quella in Ceschi (1954), p. 50: non è orientata e non sono presenti le finestre rettangolari, presumibilmente seicentesche, sul fianco settentrionale. In questa rielaborazione sono stati anneriti i muri e inseriti due punti rossi di riscontro equidistanti dagli spigoli estremi dell'aula unica. La planimetria è stata quindi ruotata ad azimut 119° N>E, con riferimento ai due punti di riscontro, nell'ipotesi che l'orientamento del colmo del tetto coincida con quello dell'asse longitudinale dell'aula entro l'errore specificato. La correzione dell'orientamento ha subito reso evidente che la monofora absidale settentrionale è allineata con l'equinoziale.

11 La festa non è ricordata in Cambiaso (1917), ma a Roma era celebrata almeno dal 1145: di quanto può essere più antica?
A. Fabroni, Memorie istoriche di più uomini illustri pisani, vol. 2 (Pisa, Ranieri Prosperi, 1791), pp. 18-19 – [Eugenio III, papa dal 1145 al 1153] "Nell'anno primo del suo Pontificato, allorché soggiornava in Viterbo, furongli spediti dai Vescovi dell'Armenia, come già si disse, e dal loro Cattolico... alcuni Deputati ad offerirgli a nome delle loro Chiese un'intera sommissione, ed a consultarlo come Supremo Giudice sopra alcune controversie tra loro ed i Greci. Accolse il Papa graziosamente gli Armeni Prelati, e volle che il giorno 18. di Novembre, Festa della Dedicazione delle Basiliche de' SS. Pietro, e Paolo, assistessero da vicino al S. Sacrifizio, ch'egli stesso offeriva, e potessero così minutamente osservare tutte le Ceremonie del Rito Romano e concepire la giusta idea delle Pratiche Religiose della Cattolica Chiesa. Uno di essi, che più attentamente osservava i santi Misterj, vide in un tratto investirsi da un ampio raggio di Sole il volto del Celebrante Pontefice, e per quella lista di luce volare innanzi e indietro due bianche Colombe. Stupì l'Armeno, e più crebbe lo stupore e la sorpresa, quando fatte tutte le ricerche non si trovò apertura alcuna, per la quale potess'essersi introdotto quello scintillante splendore. Miracolo, gridò allora, Miracolo! raccontando a' suoi Colleghi, e a tutta la Corte Romana la prodigiosa Visione".
M. Kunzler, La liturgia della Chiesa (Milano, Editoriale Jaca Book, 2003), pp. 578-579 – "Per il 18 novembre il nuovo messale indica, come memoria facoltativa, il giorno della comune dedicazione delle basiliche di San Pietro e di San Paolo fuori le mura. La data della dedicazione il 18 novembre, attestata fin dal XII secolo, venne pure mantenuta per la consacrazione della nuova chiesa di San Pietro nel 1626. Nel 1823 la basilica costantiniana di San Paolo fuori le mura venne distrutta da un incendio, ma venne ricostruita e nuovamente consacrata il 10 dicembre 1854; tuttavia si mantenne la memoria della precedente dedicazione il 18 novembre".

12 Cambiaso (1917), p. 187.

13 Il 17 Settembre è festeggiato l'apostolo Matteo, ma la diffusione del culto è posteriore all'invenzione del suo corpo (954) e, soprattutto, alla seconda invenzione (tra il 1075 e il 1085); nel Genovesato, inoltre, la festa appare per la prima volta nei libri liturgici del XII secolo. Cambiaso (1917), pp. 231-232.

14 Le effemeridi astronomiche utilizzate in questa sezione sono state ottenute con Sky View Café, ver. 4.1.4 (15 agosto 2007): coordinate topocentriche e posizioni altazimutali del centro del disco solare. Cfr. la versione gratuita on-line Link esterno http://www.skyviewcafe.com/. L'altezza del Sole sull'orizzonte è stata corretta per la rifrazione con le formule empiriche di G. G. Bennett: Almanacco 2010 di Astronomia (Unione Astrofili Italiani), p. 12.

15 M. Incerti, Il disegno della luce nell'architettura cistercense. Allineamenti astronomici nelle abbazie di Chiaravalle della Colomba, Fontevivo e San Martino de' Bocci (Firenze, Edizioni Certosa Cultura, 1999), pp. 11-12 – "Nell'anno 1098 ventuno monaci, infrangendo il voto di stabilità che li legava a Molesme, seguirono Roberto nella fondazione di un Nuovo Monastero nella diocesi di Châlon-sur-Saône, in una regione molto boscosa situata venti chilometri a sud di Digione. Il Luogo era chiamato Cîteaux, Cistercium in latino... La tradizione ricorda come anniversario del rito di fondazione il 21 marzo, data di forte potere simbolico, visto il cadere, proprio in quel giorno dell'anno corrente, della Domenica delle Palme e, soprattutto, della festa di san Benedetto. Dai primi documenti dell'Ordine è possibile ritenere che i padri fondatori fissarono tra le esigenze fondamentali della vita monastica il ritorno alla povertà, all'uniformità di vita, alla solitudine, al lavoro manuale, alla semplicità ed alla devozione a Maria".

16 Per le date anteriori al 15 ottobre 1582 (giorno di inizio dell'attuale calendario gregoriano), qui si usa il calendario giuliano. Di ciò bisogna tener conto qualora si voglia verificare un orientamento ai nostri giorni. Con riferimento, ad esempio, alla direzione C descritta nel § 7, il Sole si trova ora a quell'azimut e a quell'altezza sull'orizzonte non più il 22 Marzo, bensì il 28 Marzo.

I risultati anticipati in questa sezione di Urania Ligustica saranno presentati e discussi in una serie di articoli, che inizia con: R. Balestrieri, "L'orientamento delle chiese romaniche in Liguria. I. Metodi", in Atti del X Convegno della Società Italiana di Archeoastronomia (Trinitapoli, 22-23 ottobre 2010) – pre-print articolo File PDF; "L'orientamento delle chiese romaniche in Liguria. II. Le finestre del mezzogiorno", in Atti dell'XI Convegno della Società Italiana di Archeoastronomia (Bologna, 28-29/10/2011) – pre-print articolo File PDF.
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Veduta aerea da Ovest

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Vista dal campanile

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Vista dal chiostro

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Portale

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Scorcio fianco destro

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Fianco destro da Ovest

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Fianco destro e abside

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Abside da Sud-Sud-Est

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Dopo il bombardamento del 9 VI 1944

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Anni Sessanta?

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Abside e ruderi verso Sud

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Abside da Nord-Nord-Est

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Abside da Nord-Est

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Abside e fianco sinistro

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Verso l'altare

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Altare e monofore absidali

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Monofore absidali

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Altare

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Pavimentazione dell'abside

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Nicchia a destra dell'altare

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Nicchia a destra dell'altare

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Volte a crociera verso l'altare

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Semipilastro meridionale

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2ª monofora dalla facciata

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1ª monofora dalla facciata

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1ª monofora e lapidi

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Lapide con epigrafe Doria del 1446

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Tondi in altorilievo

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Peduccio sul lato settentrionale

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