Urania Ligustica

L'orientamento degli edifici in Liguria

Chiese romaniche

San Venerio del Tino  –  Portovenere

Orientamenti

1. Identificazione, descrizione e dedicazione

Comune Portovenere (SP).
Sito Isola del Tino Link esterno Street View (sito non raggiunto al 21 II 2014) - Google Maps - Bing Maps.
Proprietà Demanio dello Stato, sotto la giurisdizione della Marina Militare.
Accessibilità A esterni e interni, solo in occasione della festa patronale e della domenica successiva. L'accesso all'isola è altrimenti subordinato all'autorizzazione della Marina Militare.
Descrizione Tra il VI e il VII secolo Venerio fa dell'isola del Tino il suo romitaggio. Dopo la sua morte, Lucio vescovo di Luni (650-680) fa erigere una cappella con un'abside circolare di cui rimangono le fondazioni. Successivamente è aggiunta, a meridione, una absidiola che doveva concludere una navatella. La chiesuola a due absidi è stata forse il prototipo dei consimili edifici liguri. Nel 1050 risulta citata con una doppia dedicazione: all'eremita e "sancte marie matris". L'isola è del tutto terrazzata e coltivata a olivo e vite. Verso la fine dell'XI secolo, la chiesa è ricostruita poco più monte, ad aula unica: ne rimangono la facciata e parte dei muri laterali. La chiesa originaria e quella romanica hanno orientamenti ben diversi; Bonora (1990) ha sostenuto che le "strutture più antiche riportate alla luce dai vecchi scavi [presentano] notevoli soluzioni di continuità e spostamenti rispetto all'originaria collocazione, dovuti all'estrema instabilità geologica del sito che nel corso dei secoli – per frane e cedimenti di cavità sotterranee – ha provocato non solo crolli di edifici, ma addirittura ampi movimenti di scollamento, traslazione e rotazione a livello delle stesse fondazioni". Il vicino chiostro potrebbe essere stato realizzato intorno al 1100 o a secolo inoltrato; le colonnette marmoree sono di reimpiego. Nel 1133 il monastero benedettino è aggregato all'arcidiocesi genovese. Dal 1235 al 1250 vi si insediano i canonici mortariensi, quindi tornano i Benedettini; il tutto con vivi contrasti. Nel 1419 è presente un solo monaco. Nel 1432 subentrano gli Olivetani, cui si deve la cappella, tuttora officiata, subito a nord della chiesa romanica. La minaccia dei pirati barbareschi causa l'abbandono dell'isola da parte dei monaci nel 1470. Il monastero continua a decadere, fino alla definitiva soppressione in età napoleonica (1796). Nel frattempo, l'isola ha continuato a essere coltivata da fittavoli. Poco prima del 1823 viene realizzato un faro alla sommità dell'isola: è l'inizio di una presenza militare che ha favorito, nel tempo, l'abbandono delle coltivazioni e delle cave di marmo portoro e il ritorno della macchia mediterranea. Nel 1863 esistono ancora tutti i muri, il chiostro e il campanile, che minaccia però di crollare e non è più visibile in una fotografia di A. D'Andrade (1901?), che documenta anche la rovina dei muri laterali e la scomparsa dell'abside. Ai danni del tempo si aggiungono quelli bellici, durante l'ultimo conflitto mondiale. Una campagna di restauri alla chiesa, al chiostro e al refettorio del monastero è effettuata intorno al 1960. Nello stesso periodo e vent'anni dopo sono realizzati scavi archeologici.1
Dedicazione Venerio eremita (circa 560-630) e Maria Vergine; festa il 13 Settembre.2

2. Galleria di immagini antiche

Non ancora disponibili.


3. Galleria di immagini originali dello stato attuale

Da realizzare
Fig. 3.1 – Facciata
Da realizzare
Fig. 3.2 – Controfacciata
Da realizzare
Fig. 3.3 – Fianco meridionale
Fotografie di ??? (data???)

4. Coordinate geografiche e orientamento

Latitudine φ 44° 1' 40",77 = 44°,02799 Nord.
Longitudine λ 9° 51' 4",62 = 9°,85128 Est.
Quota +20 m (ellissoidica; +??? m sul livello del mare).
Datum Ellissoide di riferimento WGS84.3
Link esterno Google Maps satellite e rilievi

Orientamento delle tre frecce Frecce di orientamento sovrapposte 
a rielaborazione originale in B&N da fonte esterna Orientamento della fotografia satellitare
Fig. 4.1 – Immagine satellitare a orientamento invariato

Frecce di orientamento sovrapposte 
a rielaborazione originale in B&N da fonte esterna Orientamento della fotografia satellitare
Fig. 4.2 – Immagine satellitare ruotata verso l'alto di un angolo pari all'azimut misurato

Nelle fotografie satellitari di cui sopra, le frecce rosse a tratto continuo sono allineate con il colmo del tetto, a due falde, della cappella quattrocentesca; le frecce rosse tratteggiate sono in linea con la facciata di San Venerio tramite un decremento di 90°.
Nella figura in alto, l'orientamento è invariato rispetto all'immagine originale. L'asse risulta orientato, dal portale all'abside: 113° ± 2° N>E. Per confronto, sono delineati gli assi orientati a 112° e 114° N>E.
La figura in basso è un dettaglio della precedente, ingrandito, con un contrasto diverso e ruotato verso l'alto di 113°: gli assi di orientamento, qui diventati verticale e orizzontale, sono duplicati per un miglior confronto con il como del tetto della cappella quattrocentesca e la facciata di San Venerio.
Estratto da Google Earth Orientamento della fotografia satellitare
Fig. 4.3 – Immagine satellitare originale acquisita nel 2007

Estratto da Google Earth Orientamento della fotografia satellitare
Fig. 4.4 – Immagine satellitare originale acquisita nel 2009

Estratto da Google Earth Orientamento della fotografia satellitare
Fig. 4.5 – Immagine satellitare originale acquisita nel 2009

È possibile calcolare l'orientamento dell'asse longitudinale della chiesa sulla base di tre diversi particolari verificati con Google Earth, esaminando tutte le fotografie satellitari disponibili e scartando quelle in cui il particolare di interesse non era ben delineabile (per risoluzione insufficiente e/o illuminazione inadatta). Le immagini sono riprodotte nelle figure precedenti. Nelle tabelle sono elencate, per ogni immagine: le misure ottenute, la media aritmetica e la deviazione standard del campione; in calce sono riportate, evidenziate in giallo, la media pesata con la varianza σ² e l'errore ad essa associato (nella prima tabella la media è aritmetica e l'errore è pari a 3σ).4

Tab. 4.A – Orientamento del colmo del tetto
della cappella quattrocentesca
Immaginex1x2x3x4x5x
25 IX 2009114,07
Fig. 4.5
113,25113,15113,30114,29113,60,5

Tab. 4.B – Orientamento della facciata
della chiesa
Immaginex1x2x3x4x5xσ
30 VII 200729,28
Fig. 4.3
31,3430,0830,4530,9630,420,80
25 IX 200924,36
Fig. 4.4
25,8724,2923,3624,2024,420,91
27,81,2

Tab. 4.C – Orientamento dei muri a meridione
Immaginex1x2x3x4x5xσ
30 VII 2007115,07114,14113,96115,10114,24114,500,54
25 IX 2009114,05113,51113,92112,98115,14113,920,80
114,31,0

Link esterno Flash Earth

Estratto da Flash Earth Orientamento della fotografia satellitare
Fig. 4.6 – Immagine satellitare originale

Da una diversa fotografia satellitare, riferita a una diversa griglia di coordinate, per l'allineamento approssimativo tra il fronte dell'edificio a copertura piana e i resti del muro meridionale della navata unica di S. Venerio sono state ottenute le misure di cui alla tabella seguente; a destra sono riportate, evidenziate in giallo, la media aritmetica e, considerando che in questo caso è disponibile una singola serie di dati, 3σ.5

Tab. 4.D – Orientamento dei muri a meridione
x1x2x3x4x5x
112,34112,79110,99110,71111,49111,72,6

Data la difficoltà di compiere rilievi in sito, risulta giustificata una stima indiretta dell'orientamento principale. Sulla base delle planimetrie disponibili, è stato supposto che si possano considerare, in prima approssimazione:

  • paralleli gli assi longitudinali di S. Venerio e della sottostante cappella quattrocentesca;
  • ortogonale alla facciata l'asse longitudinale di S. Venerio;
  • sullo stesso asse il fronte dell'edificio a copertura piana e i resti del muro meridionale di S. Venerio.6

Mediando i risultati di cui alle tabelle precedenti con l'inverso dei quadrati delle rispettive deviazioni standard, si ottiene il risultato seguente: 114°,2 ± 3°,1 N>E.

Bing Maps ha fornito, ante il 18/6/2013, una nuova immagine satellitare, su cui non è misurabile il colmo del tetto della cappella quattrocentesca.

Rielaborazione originale da fonte esterna Orientamento della fotografia satellitare
Fig. 4.7 – Immagine satellitare originale

L'analisi statistica è qui equivalente a quella applicata alle immagini di Google Earth (Tab. 4.C).

Tab. 4.E – Orientamento dei muri a meridione
Immaginex1x2x3x4x5xσ
Fig. 4.6112,34112,79110,99110,71111,49111,660,88
Fig. 4.7115,32116,57113,87115,58115,93115,451,00
113,31,3

La facciata della chiesa è misurabile solo in questa immagine fornita da Bing Maps; a destra sono riportate, evidenziate in giallo, la media aritmetica e, considerando che in questo caso è disponibile una singola serie di dati, 3σ.

Tab. 4.F – Orientamento della facciata della chiesa
x1x2x3x4x5x
23,2023,3324,0323,7123,2623,50,4

Dal confronto delle misure finora effettuate emerge l'incongruenza nell'orientamento della facciata, mentre risulta coerente l'orientamento basato su quelli che più sopra sono stati definiti i muri a meridione. La difficoltà di applicare il metodo di analisi esposto in Urania Ligustica a muri di altezza non costante era già nota. Si è comunque ottenuto un risultato preliminare di una qualche utilità, in attesa degli auspicabili rilievi in sito.

Orientamento da Google Earth 114°,3 ± 1°,0 N>Edato utilizzato per orientare la planimetria che segue.
Flash Earth 113°,3 ± 1°,3 N>E – in buon accordo con il risultato precedente.
Rilievi in sito Dati attualmente non disponibili.

5. Planimetrie orientate

Da realizzare
Fig. 5.1 – Planimetria attuale 7

Note

1 Fonti principali consultate. Fonti principali
F. Cervini, Liguria romanica (Milano, Editoriale Jaca Book, 2002), pp. 14, 225 – nessuna illustrazione.
A. Frondoni, "Complesso di S. Venerio. Le campagne di scavo 1982-1984", in Archeologia in Liguria III.2. Scavi e scoperte 1982∼86, a cura di P. Melli (Genova, Tormena, 1990), pp. 265-274 – piante generale e di dettaglio, orientate erroneamente; sette fotografie antiche e contemporanee; ampia bibliografia.
F. Bonora, "Indagini sui resti architettonici nelle isole del Tino e del Tinetto", Ibidem, pp. 274-276 – quattro fotografie antiche e contemporanee.
E. M. Vecchi, Un'isola di preghiera nel mondo feudale: il monastero del Tino, conferenza (8 XI 2012) Link esterno Sala Culturale CarGià.

Ancora da consultare.
G. Falco, a cura di, Le carte del monastero di San Venerio del Tino (Torino, 1920).
G. Pistarino, "In margine alla storia di San Venerio del Tino", Liguria monastica, Italia benedettina, 2 (Cesena, 1979), pp. 327-346.
AA. VV., Atti del convegno San Venerio del Tino: vita religiosa e civile tra isole e terraferma in età medievale (La Spezia-Sarzana, 1986).
A. Frondoni, a cura di, Archeologia all'isola del Tino. Il Monastero di San Venerio (Genova, 1995).

Altre fonti pertinenti.
"Dopo sì corto spazio di mare segue il Tino, o, come vuolsi dagli antichi, Tiro maggiore, cioè un'isola della circonferenza di quasi un miglio. Questa è in parte coltivata, ed in parte abboschita di pini. Ripetono i geografi, che colà vi fosse un Tempio di Venere, ma il Geronio, nel 2.° Tomo in Vita Pat. occid., il Zucconi ed il Vivonio nelle loro lezioni affermano, che non vi era prima alcun vestigio di opera umana. In fatti il Lamorati, scrittore locale, vuole, che dopo la dimora di detto santo, la piccola isola di Tiro, scoglio appena prima noto a' vicini, videsi onorata dalla presenza dell'Imperatore Foca, e dalla Santità di Gregorio Magno, non che da altri personaggi di rango. Riporto queste cose piuttosto appartenenti alla sacra storia, che alla statistica, unicamente per far conoscere, che colà non fuvvi un Tempio di Venere, come si pretese. Gli avanzi della fabbrica ancor visibile al giorno d'oggi appartengono all'antica chiesa, costrutta circa l'anno 610 dell'era volgare, da Lucio Vescovo di Luni, e dal popolo e clero di quella diocesi; nella quale chiesa per lunga stagione rimase in deposito il corpo di S. Venerio sino a tanto che fosse trasportato, nell'anno 820 ai 13 novembre (quando reggeva l'Impero Lodovico Pio, ed era Vescovo di Luni Apollinare) nella chiesa di S. Prospero di Reggio di Modena, ove assolutamente deve esistere, come l'opina il Giustiniano; quindi le incorsioni de' saraceni, fatte con più facilità, indussero i monaci alla fin fine ad abbandonarla, e a stabilirsi in terra ferma nel seno delle Grazie in tempo di Eugenio IV Pontefice, cioè nel 1446, ritenendo sempre il possesso dell'isolotto, come lo conservarono sino al 1796, mediante un enfiteusi piccolissima, che ne pagava al convento il coltivatore. Sulla sommità di quest'isola vi fabbricarono i genovesi un torrione per impedire gli sbarchi, che ad ogni istante facevanvi i turchi. Sono pochi anni, cioè nel 1808, che si trovarono in detto isolotto due antichissimi lampadari, che per la negligenza di chi non conosce le antichità furono venduti". A. Rossi, "Lettera XVI... sul Golfo della Spezia", Correspondance astronomique, géographique, hydrographique et statistique, 4 (Genova, A. Ponthenier, 1820), pp. 547-550 Link esterno Google libri (per Oxford University). Si sottolinea che la lettera, datata 3 Febbraio 1821, è contenuta nel fascicolo di Giugno 1820.

"Particolari circostanze mossero il Governo Sardo ad erigere recentemente all'imboccatura del golfo della Spezia un piccolo fanale a carbon fossile da me osservato nell'isola di Tino". G. Aldini, Saggio di osservazioni sui mezzi atti a migliorare la costruzione e l'illuminazione dei fari, con appendice sull'illuminazione dei fari col gas (Milano, Imperiale Regia Stamperia, 1823), pp. 31, 100-101 Link esterno Google libri (per British Library).

"Il Tino ha un miglio di giro, ed è coltivato a viti ed ulivi sul basso, in alto si veste di pini, e sulla cima estollesi il fanale del golfo, la cui torre è costruzione genovese di difesa; l'hanno in cura due guardie, soli abitanti dell’isola. Sul pendio prospettante la Spezia son da vedere le reliquie d'un monastero che fu di Benedettini. ll santo romito Venerio, nativo di questi lidi, dimorò lungamente nel Tino, e vi morì. Lucio vescovo di Luni vi fondò il monastero. Nel 750, per timore de' corsari, il corpo di Venerio fu trasportato a Campitelli. L'anno 820 Apollinare vescovo di Luni lo trasferì a Reggio, dove si conserva nella Chiesa di S. Prospero. Calaron, infatti, i pirati nel Tino; i monaci fuggirono riparando nel golfo. Sussistono i muri della Chiesa, il campanile che minaccia cadere, il chiostro sostenuto da colonne di marmo. È voce che due chiari personaggi del medio evo, per divozione verso il Santo quivi tumulato, visitassero il Tino, l'imperatore Foca e S. Gregorio papa". T. Dandolo, Corse estive nel golfo della Spezia (Milano, G. Schiepatti, 1863), p. 52 Link esterno Google libri (per Bibliothèque Municipale de Lyon).

"[Nell'isola del Tino] rimangono i ruderi dell'antica abbazia di S. Venerio, edificata nell'XI sec. quale trasformazione della cappella (ripristinata) del sec. VII, costruita sul luogo dove fu ritrovato il corpo del santo titolare, nato alla Palmaria e qui morto in romitaggio. Del complesso, abbandonato nel sec. XV e caduto in rovina, restano la facciata, pochi muri perimetrali della chiesa e parte del chiostro romanico". AA. VV., Liguria (Milano, Touring Club Italiano, 1982), p. 686 Link esterno Google libri.

"La tessitura muraria [di Santa Maria di Vezzano] è a conci di pietre calcaree sbozzate, con giunti di scarso spessore. Si tratta di una tecnica assai diffusa in Italia ed in Lunigiana in particolare, ove trova impiego, in maniera molto simile, anche in edifici eretti nell'XI secolo come, ad esempio, il San Venerio del Tino e quello di Migliarina". G. Rossini, "La domus dei Canonici di Santa Maria di Vezzano: un esempio di chiesa-ospitale medioevale sulla via Francigena", in La chiesa romanica di Santa Maria di Vezzano Ligure: un edificio ritrovato, a cura di E. M. Vecchi, Giornale storico della Lunigiana e del territorio lucense, nuova serie, 46-48 (1995-1997), n. 1-4, pp. 116-117, con bella fotografia del fianco sud e del chiostro a p. 118.

"Nel 1133 cade [...] la creazione dell'arcidiocesi di Genova cui, nel distacco dalla metropoli milanese, sono attribuite da Innocenzo II oltre alle diocesi in Corsica, anche quelle monastiche di Bobbio e di Brugnato e, antistante Portovenere, il monastero di S. Venerio nell'isolotto del Tino; nel 1162 questo primo nucleo è integrato da Alessandro III, tra l'altro, anche con le chiese di Portovenere, e, grazie al riconoscimento federiciano della districtio militare, con parallelo riconoscimento implicito della facoltà di Genova di estendere fin qui la propria dominazione". P. Guglielmotti, Ricerche sull'organizzazione del territorio nella Liguria medievale (Firenze, Firenze University Press, 2005), p. 46 Link esterno Google libri.

"[L'isola del Tino è ora] ricoperta da un bosco 'climax' di macchia mediterranea [...] invece, come risulta dai documenti dei monaci di San Venerio, che risiedevano lì, nell'XI secolo era completamente terrazzata e coltivata ad olivo e vite". P. Burlando, Rete di paesaggi costieri: una blueway per Porto Venere (Firenze, Alinea Editrice, 2009), p. 23 Link esterno Google libri.

"[Nel giugno 1419 Andrea da Genova] si apprestava a diventare abate del monastero di San Venerio sull'isola del Tino nel golfo di La Spezia. Tuttavia, constatata la povertà di questo chiostro, nel quale si trovava un solo religioso, chiese al pontefice di ricevere in commenda il priorato di San Matteo [a Genova], che già deteneva prima della sua nomina al Tino. Il papa acconsentì, pur condizionando la riuscita dell'operazione al consenso dei Doria. Sembra però di capire che Andrea non si sia mai preso carico del cenobio di San Venerio lasciando il precedente (il priorato è definito nella supplica vacaturum e non vacantem), sia per l'azione dei patroni di San Matteo, sia perché preferiva restare a capo dell'istituto cittadino". Andrea da Genova, La "Vita Sancti Iohannis Gualberti", a cura di R. Angelini (Tavarnuzze-Impruneta, SISMEL Edizioni del Galluzzo, 2011), p. XIX Link esterno Google libri.

Fonti web.
Cenno alla chiesa in Link esterno Wikipedia e galleria di immagini in Link esterno Wikimedia Commons. L'isola del Tino fa parte del Link esterno Parco Naturale Regionale di Porto Venere. L'isola del Tino è patrimonio mondiale dell'umanità, dal 1997, con Portovenere, le Cinque Terre e le altre isole del Golfo Link esterno UNESCO. Esterni e interni della cappella olivetana del secolo XV Link esterno Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio - Delegazione Toscana. Analisi architettonica Link esterno WikiSpedia. Storia del monachesimo Link esterno Gli Olivetani dal Tino a Ria.

2 D. Cambiaso, "L'Anno Ecclesiastico e le feste dei Santi in Genova nel loro svolgimento storico", Atti della Società Ligure di Storia Patria, 48 (1917), pp. 228-230 Link esterno Società Ligure di Storia Patria; Portovenere appartenne alla diocesi di Genova dal XII secolo sino all'Ottocento, quando fu assegnata alla suffraganea diocesi di Chiavari. Informazioni a carattere generale in Link esterno Santi e Beati.

3 Dati ottenuti tramite Google Maps, nell'agosto 2010, per la facciata, in corrispondenza del portale di accesso alla navata unica; verificati con Google Earth nell'aprile 2011. La quota sul livello del mare proviene da un punto ???; con Google Earth è stata ottenuta la quota ellissoidica +??? m per lo stesso punto.

4 Sono state esaminate tutte le fotografie satellitari disponibili in rete il 15 VIII 2011. Per i metodi si rimanda a Wikipedia Link esterno Deviazione standard e, in particolare, a ISHTAR, Probabilità, statistica e analisi degli errori (Università di Bologna, Dipartimento di Fisica), per Link esterno media pesata e Link esterno errore associato. Lo strumento Righello di Google Earth fornisce un dato coerente con quello ottenuto tramite il metodo precedente.

5 L'immagine è la stessa fornita da Bing con ingrandimento minore. L'orientamento è stato ottenuto con lo strumento Misurino di GIMP, versione 2.6.10, alla luce della planimetria a p. 267 in Frondoni (1990).

6 Il parallelismo degli assi delle due chiese risulta dalla planimetria orientata a p. 267 in: A. Frondoni, "Complesso di S. Venerio. Le campagne di scavo 1982-1984", in Archeologia in Liguria III.2. Scavi e scoperte 1982~86, a cura di P. Melli (Genova, Soprintendenza Archeologica della Liguria, 1990), pp. 265-274; la perpendicolarità tra la facciata e ciò che rimane del muro meridionale è confermata dalla planimetria orientata a p. 269, pertinente a: F. Bonora, "Indagini sui resti architettonici nelle isole del Tino e del Tinetto", ibidem, pp. 274-276.

7 Bonora (1990), p. 269.

I risultati anticipati in questa sezione di Urania Ligustica saranno presentati e discussi in una serie di articoli, che inizia con: R. Balestrieri, "L'orientamento delle chiese romaniche in Liguria. I. Metodi", in Atti del X Convegno della Società Italiana di Archeoastronomia (Trinitapoli, 22-23 ottobre 2010) – pre-print articolo File PDF; "L'orientamento delle chiese romaniche in Liguria. II. Le finestre del mezzogiorno", in Atti dell'XI Convegno della Società Italiana di Archeoastronomia (Bologna, 28-29/10/2011) – pre-print articolo File PDF.
Link esterno Siti vari (cliccare sulla miniatura)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Tinetto e Tino da Est (16 IX 2011)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Vista da Nord (20 IV 2008)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Vista da Nord (27 VII 2010)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Vista da Nord (1 VIII 2007)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Chiesa e refettorio da N-N-O (ante 28 II 2013)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Facciata da O-N-O (ante 28 VIII 2005)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Facciata da O-N-O (ante 30 X 2011)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Portale della chiesa (ante 28 II 2013)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Fianco meridionale da O-S-O (13 IX 2007)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Chiostro e fianco meridionale (2004)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Verso il chiostro

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Verso il chiostro (ante 28 VIII 2005)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Pozzo del chiostro (ante 28 II 2013)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Pozzo del chiostro (13 IX 2007)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Pozzo del chiostro (ante 28 VIII 2005)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Chiostro da Nord (ante 28 II 2013)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
I tre lati del chiostro (ante 8 XI 2012)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Chiostro e fianco Est refettorio (ante 28 II 2013)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Chiostro da Sud-Est (ante 28 VIII 2005)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Chiostro da Sud-Est (14 IX 2008)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Chiostro da Sud-Est

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Lato Sud del chiostro (23 IX 2011)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Portico del chiostro

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Portico del chiostro (13 IX 2007)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Portico del chiostro (ante 28 II 2013)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Portico del chiostro (ante 28 VIII 2005)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Portico del chiostro (17 VI 2011)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Portico del chiostro (17 VI 2011)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Portico del chiostro (23 IX 2011)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Portico del chiostro

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Capitello in marmo (ante 8 XI 2012)

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Cappella olivetana XV secolo (ante 28 VIII 2005)

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Cappella olivetana (13 IX 2010)

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Facciata cappella olivetana

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Facciata cappella olivetana (ante 28 VIII 2005)

Rielaborazione originale in B&N da fonte esterna
Interno cappella olivetana (13 IX 2009)


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