L'orientamento degli edifici in LiguriaTracciati viari urbaniAlbenga |
Nello studio sull'orientamento della cattedrale di Albenga, dedicata a San Michele, sono stati anticipati nel 2010 alcuni risultati sul tracciato viario del centro storico. La somiglianza dell'orientamento di tale griglia ortogonale con quella di Genova non era stata, a quanto pare, ancora notata o non ha, comunque, destato interesse. La ricerca è qui approfondita con gli stessi metodi, originali, utilizzati per Genova.1 Un'ulteriore analisi riguarda Luni.
Fig. 1 – Immagine satellitare rielaborata da Google Earth ma a orientamento invariato
Google Maps satellite e rilievi
Fig. 2 – Immagine satellitare tal quale da Flash Earth
Flash Earth
Fig. 3 – Da Albenga romana e medioevale (1976) 2
1. Il tracciato viario in esame
La trama ortogonale dell'assetto viario medievale dell'intero centro storico è ben visibile nel negativo in Figura 1.
Le linee rosse continue individuano: A – via Somis e via Roma; B – via B. E. Maineri, via Bernardo Ricci, limite settentrionale di piazza S. Michele e via Enrico d'Aste. Le linee rosse tratteggiate individuano: C – via delle Medaglie d'Oro; D – via Ernesto Rolandi Ricci e via Giovan Maria Oddo. I numeri verdi indicano le chiese presenti in epoca romanica: 1 – S. Michele; 2 – S. Maria in Fontibus.
Almeno altre due chiese dovevano essere presenti all'interno delle mura intorno al Mille: S. Siro, nel quartiere a Sud-Ovest, e S. Eulalia, in quello a Sud-Est; entrambe, però, sono scomparse da tempo. Rimane qualche traccia delle chiese gotiche di S. Domenico (Fig. 3, n. 16) e S. Francesco (Fig. 3, n. 25).
Per riferimenti topografici più generali, si veda la Figura 3 oppure Google Maps - Bing Maps.
2. Orientamento azimutale del tracciato viario
Il tracciato viario, presumibilmente ortogonale in origine, è stato progressivamente alterato dalle ricostruzioni successive, su un livello base sempre più elevato a causa degli apporti alluvionali del fiume Centa, molto rilevanti in epoca medievale. È probabile che questa successione di interventi abbia favorito la cancellazione di una parte della trama ortogonale e l'andamento serpeggiante delle vie. Nelle misure è stato tenuto conto che la facciata della chiesa medievale di S. Maria in Fontibus è stata arretrata nel 1900.
L'orientamento generale è stato fino ad ora determinato con due metodi indipendenti, che hanno fornito un azimut coerente entro 1σ. Tale risultato non è influenzato dal punto su cui è stato, se del caso, imperniato l'assetto viario.
Un'immagine satellitare fornita da Google Earth (ripresa l'8/6/2014) è stata convertita in bianco e nero, trasformata in negativo e fortemente contrastata. Su di essa è stata sovrapposta una griglia di linee rette, ortogonali per costruzione: ogni linea è stata posta in corrispondenza di un asse viario di interesse. L'intera griglia è stata poi ruotata rigidamente per angoli interi, per identificare quello che approssimava meglio l'intero assetto viario. Si veda la Figura 1.
Le linee rosse continue nella figura di cui sopra sono orientate ad azimut 121° N>E, quelle tratteggiate a 121+90 = 211° N>E. Dato che si ottiene un allineamento quasi altrettanto soddisfacente, rispetto agli edifici esistenti, orientando la griglia verso 120°, mentre è meno soddisfacente quello verso 122° N>E, si è concluso che l'orientamento è pari a 120°,5 ± 0°,5 N>E.Tutte le immagini satellitari fornite da Google Earth il 28/2/2015 sono state usate senza effettuare alcuna modifica. Su di esse sono stati misurati, tramite lo strumento "Righello", gli orientamenti dei singoli assi viari, con lo stesso metodo messo a punto per le chiese romaniche. Nella misura dell'orientamento dei singoli assi viari, si è cercato di determinare una linea di mezzeria, considerando, però, almeno due casi limite: ad esempio, per gli assi A e B, dal punto più a meridione dell'estremo occidentale a quello più a settentrione dell'estremo orientale, e viceversa. Per ogni asse viario sono elencate nella Tabella I: le misure ottenute, la media aritmetica e la deviazione standard del campione; in calce sono riportate, evidenziate in giallo, la media pesata con la varianza σ² e l'errore ad essa associato.3 In base all'assunto dell'ortogonalità del tracciato, l'azimut indicato per gli assi A-B è quello misurato direttamente, mentre l'orientamento degli assi C-D è ricavato sottraendo 90° alle singole misure.
Data ripresa Asse viario x1 x2 x3 x4 x5 x σ 10 III 2006 A 121,15 121,09 121,22 120,85 121,07 121,08 0,14 B 120,86 121,08 120,87 120,43 120,53 120,75 0,27 C 120,29 120,20 120,43 119,72 120,02 120,13 0,27 D 119,71 119,92 120,14 119,29 119,88 119,79 0,32 120,7 0,5 2 VI 2010 A 121,25 121,18 121,30 120,80 120,92 121,09 0,22 B 120,65 120,70 120,68 120,23 120,66 120,58 0,20 C 120,32 120,41 120,73 119,68 120,35 120,30 0,38 D 120,04 120,43 119,85 120,54 120,31 120,23 0,28 120,6 0,6 8 VI 2014 A 120,78 120,89 121,20 120,76 120,86 120,90 0,18 B 120,71 120,51 121,36 119,90 120,73 120,64 0,52 C 120,06 120,35 119,84 120,58 120,52 120,27 0,31 D 120,08 120,07 120,22 119,71 120,09 120,03 0,19 120,5 0,7 Tab. I – Azimut N>E dei singoli assi viari e dell'intera griglia dalle immagini in Google Earth
L'azimut risultante dalle formule (3) e (4) in Incertezza di misura è, infine, pari a 120°,6 ± 1°,0 N>E.
Un'immagine satellitare fornita da Flash Earth (ripresa prima del 24/2/2015) è stata usata tal quale; si veda la Figura 2. Su di essa sono stati misurati, tramite GIMP,4 gli orientamenti dei singoli assi viari, con lo stesso metodo messo a punto per le chiese romaniche. Nella misura dell'orientamento dei singoli assi viari, si è cercato di determinare una linea di mezzeria, considerando, però, almeno due casi limite: ad esempio, per gli assi A e B, dal punto più a meridione dell'estremo occidentale a quello più a settentrione dell'estremo orientale, e viceversa. Per ogni asse viario sono elencate in Tabella II: le misure ottenute, la media aritmetica e la deviazione standard del campione; in calce sono riportate, evidenziate in giallo, la media pesata con la varianza σ² e l'errore ad essa associato. In base all'assunto dell'ortogonalità del tracciato, l'azimut indicato per gli assi A-B è quello misurato direttamente, mentre l'orientamento degli assi C-D è ricavato sottraendo 90° alle singole misure.
Asse viario x1 x2 x3 x4 x5 x σ A 120,99
Fig. 4120,88 121,01 120,93 120,95 120,95 0,05 B 120,87
Fig. 4120,27 120,70 121,00 120,33 120,63 0,32 C 120,29
Fig. 4119,74 120,29 120,40 120,39 120,22 0,27 D 120,53
Fig. 4120,39 120,37 120,65 120,69 120,53 0,15 120,9 0,5 Tab. II – Azimut N>E dei singoli assi viari e dell'intera griglia dall'immagine in Flash Earth
Fig. 4 – Immagine satellitare da Flash Earth con le misure indicate in Tabella II
In conclusione, considerando i risultati ottenuti sia con Google Earth che con Flash Earth, l'azimut risultante dalle formule (3) e (4) in Incertezza di misura è pari a 120°,8 ± 1°,1 N>E.
3. Orientamento delle chiese romaniche rispetto al tracciato viario
Come accennato al § 1, ci sono solo due chiese tuttora esistenti nel centro storico a cui può essere applicata un'analisi comparata tra l'orientamento della griglia stradale e quello dell'asse della navata maggiore.
San Michele (1 in Figura 1). L'orientamento azimutale del colmo del tetto, che deve corrispondere per motivi statici all'asse della navata maggiore, è stato determinato con una precisione relativamente elevata, grazie a quattro foto satellitari che sono risultate coerenti: 31°,3 ± 0°,8 N>E. Evidenze archeologiche mostrano che la larghezza della chiesa romanica corrisponde a quella della basilica tardoantica, poi ridotta a navata unica in epoca longobardo-carolingia, ristrutturata nell'XI-XII secolo e riedificata su tre navate nel secolo XIII. L'orientamento dell'asse principale della chiesa e dell'abside non è cambiato in misura significativa. Tale orientamento non può corrispondere né a un allineamento solare né a uno lunare (si veda Distribuzione azimutale). D'altra parte, l'orientamento è coerente con quello del tracciato viario: 120°,8 - 90° = 30°,8 ± 1°,1 N>E.
Santa Maria in Fontibus (2 in Figura 1). Anche questa chiesa è assai antica, pur mancando evidenze archeologiche comparabili a quanto trovato in S. Michele; è stato ipotizzato persino che ci si trovi di fronte a una cattedrale doppia. La chiesa ha una storia più travagliata del duomo: per quanto sia stata riedificata nel Seicento, ha tuttora alcuni elementi gotici; per questo motivo la sua scheda è fornita solo in abbozzo: sarà completata quando, nell'ambito di questo progetto, si passerà alle chiese gotiche. Le misure sono meno coerenti di quanto è accaduto per San Michele, ma l'orientamento principale è, anche in questo caso, compatibile con la griglia viaria: 31°,9 ± 0°,5 N>E.
La coerenza dell'orientamento ecclesiale rispetto al tracciato viario, su cui le chiese insistono, è maggiore rispetto a Genova. Anche in quest'ultima città, però, il duomo è inquadrato nella trama viaria. La differenza principale, quindi, consiste nel fatto che ad Albenga la cattedrale ha l'asse parallelo al decumano massimo, mentre l'asse di quella genovese è parallelo al cardine massimo, come avviene anche a Luni.
4. Origine e vincoli orografici della trama viaria
A quando risale la struttura viaria qui esaminata? Può riecheggiare quella dell'antica Albingaunum?
Una analisi comparata deve considerare che i vincoli orografici sono minori che per Genova, dato che la città degli Ingauni è stata edificata su una piana alluvionale e che il fiume Centa scorreva in antico più a tramontana: si veda l'interrato Ponte Lungo Street View.
A Nino Lamboglia dobbiamo la sintesi che segue (1970), in cui è suggerita la corrispondenza dell'asse stradale B con il decumano massimo e dell'asse C con il cardine massimo.
È ancor visibile e percepibile, al solo percorrere le strade, l'intelaiatura romana della città, col cardine e il decumano massimo disposti e orientati secondo la classica forma del «castrum» romano; e ancor presenti come in antico tre delle quattro porte che li delimitavano: la Porta Molino, la Porta Torlaro, la Porta d'Aroscia, mentre la Porta Marina è stata distrutta nell'Ottocento e resta nella toponomastica. Ancor delineate secondo lo schema romano talune delle «insulae» racchiuse fra i cardini e i decumani maggiori e minori. Ma in contrapposto allo schema romano, con l'asse del cardine massimo spostato verso il lato nord della città, quello medievale, che ne è la continuazione diretta, ha il rettangolo urbano diviso in quattro parti uguali, che a partire dall'età comunale sono i «quartieri» della città [...] La piazza S. Michele e la via tra la Cattedrale e il Battistero, che sono diventati oggi e furono già nel Medioevo il cuore della città, dividono i quartieri in senso trasversale, come in senso longitudinale li divide ancora l'antico decumano massimo, attraverso il quale si accede alla città. Come si sia svolto il processo di evoluzione dallo schema urbanistico romano a quello medioevale è problematico, perché non sappiamo in realtà dove fosse in età romana il foro, la piazza centrale della città: ai «Quattro Canti», sull'incrocio tra cardine e decumano, o già al centro geometrico della città, ove sorsero i principali edifici pubblici del Medioevo? 5
Colette Dufour Bozzo concorda (1991).
La ricostruzione della città a opera di Costanzo tra il 415 e il 420 d.C., spunto di ammirazione per Rutilio Namaziano, che nell'autunno del 417 ricorda per Albingaunum una nova urbs (Ferrari, 1973), è commemorata dalla nota iscrizione (CIL, V, 2, nr. 7781) affissa nell'atrio del palazzo vescovile. I versi dell'epigrafe ritagliano un profilo della città attualmente perduto quanto a morfologia di monumenti, ma che trova conferme per il forum, in attesa di sondaggi nel sottosuolo presso la cattedrale, il portus, oggi interrato a ridosso della località Monte e consegnato dal solo toponimo Vadino, i tecta, oggi individuati e delineati, all'interno del quadro urbano, i moenia, pervenuti con grosse lacune e, più in generale, il Constanti murus con le sue portae. Questo murus con i suoi valichi restituisce i contorni di quella rifondazione urbana operata da Flavio Costantino (divenuto poi imperatore con il nome di Costanzo III), tramite la quale si segna la nascita di Albenga come città medievale, ricostruita per volontà dell'imperatore dopo le incursioni di Goti e di Vandali. Incursioni che, enfatizzate da topoi di una letteratura antica quanto all'entità di danni inferti, non devono aver corrotto la maglia cittadina più di tanto se questa è pervenuta pressoché integra fino a oggi, consegnando un impianto in sostanza romano che ebbe origine negli anni immediatamente successivi all'89 avanti Cristo.6
Ma Giuseppina Spadea Noviero è di diversa opinione (1994).
Altri limitati saggi stratigrafici, condotti a più riprese nel centro storico, e lo scavo nella cattedrale non hanno conseguito risultati apprezzabili per la ricostruzione dell'impianto urbanistico che non risulta ancora sufficientemente documentato, benché N. Lamboglia ipotizzasse uno schema ad assi ortogonali.7
Come si è accennato al § 2, l'andamento serpeggiante delle strade medievali, che pur insistono, almeno apparentemente, su una trama ortagonale, è simile a quello genovese. Il fatto che tale ondulazione sia meno rilevante a Genova può essere legato alla minore profondità del livello romano.
5. Altezza dell'orizzonte naturale
[Da completare].
6. Verifica indipendente per un singolo azimut
[Da completare].
7. Orientamento solare della trama viaria
[Da completare].
8. Orientamenti lunare e stellare della trama viaria
[Da completare].
9. Conclusioni
[Da completare].
1 Le affinità dei tracciati viari di Genova e Albenga sono state accennate in: R. Balestrieri, "L'orientamento delle chiese romaniche in Liguria. III. Chiese e assetto stradale del nucleo urbano genovese", in referaggio per gli Atti del XIII Convegno della Società Italiana di Archeoastronomia (Sassari, 14-16/11/2013).
2 N. Lamboglia, Albenga romana e medioevale (Bordighera, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 1976), figura 3 alle pp. 8-9; scheda bibliografica OPAC SBN.
3 Per i metodi si rimanda a Wikipedia Deviazione standard e, in particolare, a ISHTAR, Probabilità, statistica e analisi degli errori (Università di Bologna, Dipartimento di Fisica), per media pesata e errore associato.
4 Programma GIMP, versione 2.6.12, strumento "misurino".
5 N. Lamboglia, I monumenti medioevali della Liguria di ponente (Torino, Istituto Bancario San Paolo di Torino, 1970), pp. 82-83; scheda bibliografica OPAC SBN. Cfr. AA. VV., Liguria (Milano, Touring Club Italiano, 1982), p. 404 Google libri.
6 C. Dufour Bozzo, "Albenga", Enciclopedia dell'Arte Medievale, vol. 1 (Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1991), ad vocem Treccani.
7 G. Spadea Noviero, "Albenga", Enciclopedia dell'Arte Antica, secondo supplemento, vol. 1 (Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1994), ad vocem Treccani.