Urania Ligustica

La fisica sperimentale tra Sette e Ottocento

Corrado Parona

Prof. Pier Maria Garibaldi (1902)

Fisica sperimentale



Indicatore di completezza


Il breve mio dire per esprimere il lutto che il 17 Maggio 1902 colpiva l'Ateneo Genovese ed in special modo la Facoltà di Scienze colla irreparabile perdita del Professore Pier Maria Garibaldi, non aspira a commemorare degnamente i meriti dell'egregio scienziato, del preclaro insegnante e del cittadino esemplare; piuttosto soddisfa al sentimento dell'animo mio, e, non ne dubito, a quello di tutti i colleghi.

Non è quindi semplice dovere di ufficio che compio, ma offro piccolo segno dell'affetto rispettoso che mi legò al collega, del quale per ben 15 anni conobbi le doti preclare.

Alle ore 2.30, di quel triste giorno cessava di vivere, dopo 4 anni di sofferenze, sopportate con grande coraggio e serenità, il Prof. Garibaldi, piombando nel lutto la famiglia sua, gli ammiratori, gli amici. [<109-110>]

Nato in Chiavari il 21 Novembre 1823, compiva con lode gli studi classici e quelli della Facoltà Medica dell'Ateneo nostro, conseguendovi la laurea nel 1850.

Dedicossi dapprima all'esercizio della medicina con grande zelo e non minore abnegazione; ma fu poscia attratto dall'ingegno ed indole sua agli studi sperimentali, che gli valsero la stima del Prof. M.A. Bancalari, in quel tempo docente di Fisica, il quale lo volle a suo aiutante coadiutore nel Marzo 1851 e lo chiamò a collaborare in ben note ricerche; dedicandosi a quelle sul diamagnetismo dei gas; studii che gli fecero ottenere il 1.° premio all'Esposizione internazionale di elettricità a Parigi nel 1881.

Chiamato a successore del suo maestro, quale Professore straordinario nel Dicembre 1863, continuò con fortuna le sue indagini scientifiche, pubblicando con lodevole attività numerose memorie che gli procacciarono la stima degli scienziati, e fra tutti, quelli di Padre Secchi, che volle inserire nella sua opera Le Soleil tutta la monografia che il Garibaldi aveva pubblicato nel 1868. Le radiazioni nei loro rapporti col vapore d'acqua e altri corpi gasosi, e distribuzione delle radiazioni oscure nello spettro del platino incandescente.

Non è qui luogo, di ricordare come si converrebbe, i molteplici lavori del Garibaldi, condotti con somma esattezza e singolare chiarezza; dirò soltanto che recò valido contributo allo studio della Climatologia ligure ed in particolare di Genova; determinando i valori [<110-111>] normali degli elementi climatologici, dedotti da un lunghissimo periodo di diligenti osservazioni di ben 60 anni, consegnate negli atti della nostra Società Ligustica di Scienze nat. e geogr., 1895.

È inoltre noto che argomento prediletto del rimpianto Collega fu lo studio del magnetismo terrestre, ma io, troppo incompetente, non mi farò a dimostrare l'alto valore di tali ricerche ed annotazioni. Ricorderò soltanto che fino dal 1884 egli trovava la legge, che porta il suo nome, «che cioè le perturbazioni o burrasche magnetiche sono regolate dalla stessa legge fisica che governa le variazioni dell'ago magnetico e che, come queste, hanno la loro misura nel numero e nell'ampiezza delle macchie solari, e che si svolgono in un eguale periodo».

Modesto sempre, siccome noi ben lo conoscemmo, il Garibaldi ebbe la stima degli scienziati e dei colleghi, ed onori, da lui non chiesti; sicché ottenne cariche non poco importanti, nelle quali poté esplicare il suo versatile ingegno e la sua non comune attività.

Fu nominato Dott. aggregato alla Facoltà di Scienze fino dal 1858; fu promosso Prof. ordinario di Fisica nel novembre 1872; ebbe la Direzione dell'Osservatorio meteorologico nell'ottobre 1870.

Fu Prof. di Fisica nelle scuole serali della Camera di commercio, e poscia per molti anni alla Scuola superiore navale.

La Facoltà lo volle proprio Preside per due triennii, [<111-112>] dal 1882 al 1888, e nell'anno successivo divenne Direttore della Scuola di Farmacia, carica che, al pari della prima, tenne con plauso, e nella quale rimase per oltre un decennio.

I suoi studii gli valsero inoltre di essere eletto membro dell'Accademia Pontificia dei nuovi Lincei; della Societé royale des sciences de Liége, della Società degli Spettroscopisti italiani e di far parte del Consiglio dirigente la nostra Società ligustica di scienze naturali; come pure, per le sue benemerenze, fu nominato Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro e Commendatore della Corona d'Italia.


L'attività del rimpianto collega trovò campo di esplicarsi, oltreché nelle scienze a lui predilette, anche in altri, che dimostrarono in lui il benemerito cittadino.

Chiamato dai genovesi nel 1875 alla carica di Consigliere comunale, fu Assessore alla pubblica igiene nell'Amministrazione del Sindaco Negrotto; rieletto nel 1878 fu, sotto il Sindacato Parodi, Assessore delegato alla pubblica istruzione; lasciando non poche ed apprezzatissime relazioni sui servizi dell'igiene e dell'istruzione.

Come amministratore degli Ospedali Galliera concorse alla loro fondazione; e fu pure amministratore degli Ospedali Civici.

Quale membro della Commissione incaricata di studiare l'ampliamento e la sistemazione del porto di Genova, vi portò il contributo del suo sapere con una ben nota pubblicazione (1876). [<112-113>]

Con P.M. Garibaldi scompare lo scienziato egregio, l'uomo attivissimo ed integro ed il nostro affezionato collega; scompare lo scrupoloso insegnante, che per ben 50 anni mai tralasciò di compiere il suo dovere, anche quando le condizioni di salute gli avrebbero consigliato maggiori cure di sé stesso; abbiamo per sempre perduto chi, combattendo sotto la bandiera dello studio e del lavoro, spese una lunga vita feconda di ogni opera buona.

Vivrà quindi a lungo la venerata sua memoria, e possa il generale rimpianto lenire il nostro dolore, e lo strazio della desolata sua famiglia, alla quale, interpretando il sentimento di tutti i Colleghi, volli esprimere il vivissimo nostro cordoglio.

C. PARONA1




1 C. Parona, "Prof. Pier Maria Garibaldi", Annuario della Regia Università degli Studi di Genova. Anno Scolastico 1901-1902 (Genova, R. Stabilimento Tipo-Litografico "Martini", Carlo Gnecco, 1902), pp. 109-113. Non è trascritto l'elenco delle "Pubblicazioni Scientifiche del Prof. P. M. Garibaldi", che segue alle pp. 114-116, perché è superato dall'elenco, in Urania Ligustica, delle opere edite.



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