Urania Ligustica

Industria e astronautica

Hermann Oberth

Un vicolo cieco?

Industria e astronautica



    Questa pagina di Urania Ligustica vuole rispondere a una domanda: è possibile ricostruire in tempi brevi una vicenda, in origine segreta, solo con quanto edito e condiviso sul web?
    Nessuna istituzione italiana ha un patrimonio documentale adeguato per studi in questo campo e il sistema universitario nel suo complesso non è nemmeno lontanamente in grado di fornire ai propri ricercatori ciò che, ad esempio, i grandi atenei statunitensi distribuiscono su reti interne – persino pubblicazioni contemporanee – o nella loro nazione – ad esempio tramite
Link esterno HathiTrust. Uno studioso indipendente, come chi scrive, è ovviamente ancora più svantaggiato.
    La situazione, però, è in veloce evoluzione: la libera condivisione delle fonti primarie e secondarie è una tendenza che pare inarrestabile, anche grazie all'opera di appassionati: si veda, in un campo specifico, la biblioteca digitale fornita da
Link esterno AVIA.
    A chi scrive era nota solo la sintesi in Caprara (2012)
Link esterno Google libri. Altre fonti secondarie sono risultate condivise per intero; molte sono per ora disponibili solo in modo frammentario; alcuni testi giudicati indispensabili, ma non ancora reperibili sul web, sono stati acquistati con una spesa limitata.
    Questo primo studio è stato compiuto in due mesi: dal 30 dicembre 2016 al 3 marzo 2017. Ogni venerdì sera è stata condivisa una versione aggiornata della pagina. Da questa nasceranno una sezione analoga a quelle già esistenti in
Urania Ligustica e articoli più approfonditi basati su fonti primarie (con l'auspicio che sia possibile fornirne l'edizione).
    Ogni aspetto della vicenza è qui approfondito e meglio interpretato, rispetto a quanto finora edito. Si citano solo alcuni risultati: la scoperta dell'inserzione pubblicitaria della Hans Hamberger AG; la probabile dinamica del "ritrovamento" in Svizzera di Oberth; la dimostrazione della sua visibilità a La Spezia; una migliore definizione della squadra del Progetto LAGO; l'evidenza che il segreto militare, deprecato da Oberth, è stato da lui sfruttato per vantare la conclusione
certa di tale progetto.
    La risposta alla domanda iniziale pare, quindi, almeno in parte positiva.
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Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 1 – Hermann Oberth nell'officina della Universum Film AG – Neubabelsberg, Berlino (1928-1929) A


Il trattato di pace tra le potenze alleate e l'Italia, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947, prevede due articoli che vietano, implicitamente, ogni sviluppo dell'astronautica.1

Article 51Articolo 51
Italy shall not possess, construct or experiment with (i) any atomic weapon, (ii) any self-propelled or guided missiles or apparatus connected with their discharge (other than torpedoes and torpedo-launching gear comprising the normal armament of naval vessels permitted by the present Treaty), (iii) any guns with a range of over 30 kilometers, (iv) sea mines or torpedoes of non-contact types actuated by influence mechanisms, (v) any torpedoes capable of being manned. L'Italia non dovrà possedere, costruire o sperimentare: (i) alcuna arma atomica, (ii) alcun proiettile ad auto-propulsione o guidato, o alcun dispositivo impiegato per il lancio di tali proiettili (salvo le torpedini o dispositivi di lancio di torpedini facenti parte dell'armamento normale del naviglio autorizzato dal presente Trattato), (iii) alcun cannone di una portata superiore ai 30 chilometri, (iv) mine marine o torpedini di tipo non a percussione azionate mediante meccanismo ad influenza, (v) alcuna torpedine umana.
Article 52Articolo 52
The acquisition of war material of German or Japanese origin or design, either from inside or outside Italy, or its manufacture, is prohibited to Italy. È vietato all'Italia l'acquisto, sia all'interno che all'estero, o la fabbricazione di materiale bellico di origine o disegno germanico o giapponese.

Il principale missile "ad autopropulsione", dotato o meno di una carica esplosiva e ampiamente collaudato, continua ad essere il vettore Aggregat 4 (A4), poi rinominato "arma di rappresaglia", Vergeltungswaffe 2 (V2): è stato sviluppato a Peenemünde dal gruppo diretto da Wernher von Braun (1912-1977).2

Due anni dopo il trattato di Parigi, l'Italia sottoscrive a Washington, D.C., il Patto Atlantico che istituisce la NATO, insieme alle altre undici nazioni fondatrici: è il 4 aprile 1949. Le limitazioni imposte dagli alleati, comunque, non decadono contestualmente e la trattativa diplomatica tesa a superarle richiederà molti anni. Un primo risultato, e proprio per il settore militare, è ottenuto dal presidente del consiglio Alcide De Gasperi (1881-1954):3 il 26 settembre 1951, all'indomani della sua visita di stato a Washington, i governi di Stati Uniti, Inghilterra e Francia firmano nelle rispettive capitali una dichiarazione, che sancisce la necessità di revisionare il trattato di pace con l'Italia.4

Per capire quali sono le conoscenze diffuse sulla missilistica, è interessante considerare le principali pubblicazioni in lingua italiana anteriori al 1951, a cui si devono aggiungere articoli specifici in Rivista Aeronautica e L'Aerotecnica. Come si può vedere dalla tabella successiva, esistono opere di autori italiani e stranieri con tirature discrete o, nel caso di quelle di Willy Ley (1906-1969), decisamente ottime, a giudicare dagli esemplari catalogati dal sistema bibliotecario; si noti che gli autori hanno effettivamente compiuto esperienze nel settore, con la sola eccezione della contessa Adele Morozzo della Rocca, autrice di una biografia di Giorgio Cicogna (1899-1932).5


Autore
e fonti biografiche
Titolo Edizione Caratteristiche Scheda bibliografica
(esempl. al 15/2/2017)
e testo
Luigi Gussalli
Link esterno epizodsspace.no-ip.org/
Astronautica e propulsori a reazione
Comunicazione presentata al XIX Congresso della società italiana per il progresso delle scienze. Bolzano-Trento, settembre 1930
Milano : Soc. Edit. Libraria, 1930 10 pp. - in 8° Link esterno OPAC SBN (2)
Claudio Belmondo
Adele Morozzo della Rocca
Propulsione a reazione
[A cura del Centro di studi di propulsione a reazione]
Torino : Fratelli Pozzo, 1939 95 pp. - figg. - in 8° Link esterno OPAC SBN (2)
Gaetano Arturo Crocco
Link esterno DBI
I segreti dell'arma aerea Roma : Cremonese, 1940 190 pp. - 22 cm Link esterno OPAC SBN (13)
Luigi Gussalli Propulsori a reazione per l'astronautica
Seconda comunicazione
Brescia : G. Vannini, 1941 118 pp. - figg. - 24 cm Link esterno OPAC SBN (5)
Alfred Richard Weyl
Link esterno The National Archives
Missili guidati
[Versione del prof. Paolo Angelino]
Milano : Sperling & Kupfer, 1942 205 pp. - ill. - 20 cm Link esterno OPAC SBN (10)
Ettore Ricci
Link esterno Caprara (2012)
Il segreto della propulsione a reazione
Come funzionano le V. 1, le V. 2, I proiettili-razzo e gli aeroplani a reazione
Milano : U. Hoepli, 1945 254 pp. - ill. - 21 cm Link esterno OPAC SBN (7)
Willy Ley
Link esterno Wikipedia EN
I razzi
L'avvenire della navigazione ultrastratosferica

[Traduzione di M. F. e Bruno Oddera]
Milano : Bompiani, 1948 425 pp. - tav. e ill. - 21 cm Link esterno OPAC SBN (45)
Alberto Fenoglio
Link esterno Caprara (2012)
A che punto siamo con i razzi
Razzi da segnalazioni, illuminanti, postali, di salvataggio, antigrandine, antincendio, per esperienze, per ricerche scientifiche, ecc. Razzi da guerra. Razzi pilotati, stratosferici, ecc. Astronavi. Istruzioni per la costruzione e il lancio da parte degli studiosi e dei dilettanti
Torino : G. Lavagnolo, 1949 61 pp. - 55 figg. - 24 cm Link esterno OPAC SBN (9)
Link esterno FME (pdf)
Alberto Fenoglio L'aviazione nuova
Gli apparecchi a razzo, a turboreattore, ad autoreattore, bombe e siluri volanti, gli apparecchi a velocità supersonore, l'ala volante, ecc. Nuove rivelazioni sulle telearmi segrete della Germania
Torino : G. Lavagnolo, 1950 122 pp. - 125 figg. - 24 cm Link esterno OPAC SBN (7)
Link esterno FME (pdf)
Willy Ley La conquista dello spazio
[Illustrazioni di Chesley Bonestell. Traduzione di Anna Garino, moglie del prof. Giorgio Abetti]
Milano : Bompiani, 1950 187 pp. - tavole - 25 cm Link esterno OPAC SBN (51)

Tabella I – Testi di astronautica e missilistica in italiano dal 1930 al 1950


Meno immediati da valutare sono la diffusione e il livello di approfondimento degli insegnamenti superiori. All'Accademia Navale di Livorno, la materia è insegnata da alcuni anni dal colonnello delle Armi navali ing. Vittorio Re, come testimonia la sua dispensa Razzi e propulsione a reazione, ristampata nel 1949. Il triste destino comune a tutte le dispense universitarie la rende un'opera rara: si tratta di un fascicolo in 4° di 39 pagine, con 10 figure al tratto nel testo. I paragrafi in cui è suddiviso danno un'idea precisa dei contenuti, ben bilanciati fra teoria e pratica e fra testo e illustrazioni: 1) Generalità; 2) Rendimento della carica e velocità di efflusso; 3) Cenni sulla traiettoria; 4) Velocità iniziale; 5) Esempio; 6) Coefficiente di forma - Stabilità; 7) Proietti - razzo; 8) Il lancio dei razzi; 9) Il rendimento meccanico nella propulsione a razzo; 10) Proietti a razzo di grande gittata (o stratosferici); 11) Proiettile razzo V.2; 12) Macchine a reazione che utilizzano l'aria; 13) Bomba volante V.1; 14) Possibilità dei razzi; 15) Possibilità dei razzi stratosferici.

In Italia, dunque, esiste un interesse diffuso per la missilistica e si stanno formando in materia le nuove generazioni. Lo sviluppo tecnologico del settore è ancora arretrato, soprattutto a causa dell'isolamento in cui le istituzioni hanno lasciato i precursori. Ora, però, è il momento della svolta.

In attesa di cancellare i vincoli del trattato di pace, si cerca di aggirarli, invitando in segreto specialisti che possano sviluppare missili di nuova concezione. La Marina Militare individua un potenziale collaboratore nel fisico Hermann Oberth (1894-1989), uno dei padri fondatori dell'astronautica insieme al russo Konstantin Tsiolkovski o, traslitterando diversamente, Ciolkovskij (1857-1935) e allo statunitense Robert Goddard (1882-1945).

Oberth era stato il maestro di von Braun ma, non trovando lavoro in Germania, è entrato sotto falso nome in Svizzera, dove continua a scrivere articoli per riviste6 e collabora, dal 1949, con un'azienda che produce fuochi artificiali a Oberried am Brienzersee, presso Interlaken.7 La fabbrica, fondata nel 1863 dal chimico Hans Hamberger, non realizza solo apparati ludici: opera anche per il Kriegstechnische Abteilung, vale a dire l'Ufficio tecnico per i materiali da guerra dell'Eidgenössischen Militärdepartements, il Dipartimento militare della Confederazione elvetica.8 Un indizio sul contributo di Oberth è fornito da una breve inserzione, che appare tra il 1950 e il 1952 su Neue Zürcher Zeitung, il principale quotidiano svizzero: l'azienda non pubblicizza, infatti, i suoi ben noti prodotti pirotecnici, bensì un non meglio precisato materiale dimostrativo per la difesa antiaerea.9


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 2 – Pubblicità di Hans Hamberger AG (1950) B


A differenza di quanto accennato più volte,10 quindi, non risulta che Oberth, nascosto e tranquillo, si dedichi alla pirotecnia "per le sagre paesane elvetiche".11 Come lui stesso ricorderà nel 1959,12 Hamberger gli ha dato la possibilità di proseguire ciò che ha intrapreso nel 1943 sui razzi antiaerei13 a Reinsdorf, alla periferia di Wittenberg (Germania), alla Westfälisch-Anhaltische Sprengstoff-Actien-Gesellschaft (WASAG).14

Un altro mito si è creato intorno all'inafferrabilità e all'invisibilità di Oberth e alla conseguente "impresa" di chi, in Italia, lo rintraccia in Svizzera.15

È presumibile che gli ufficiali di stato maggiore, pur nella disastrata situazione del dopoguerra, possano leggere le riviste specializzate del proprio settore. È lo stesso Oberth, infatti, a manifestarsi inviando articoli a Interavia, la rivista ginevrina della Federazione Aeronautica Internazionale: nell'agosto 1949 appare Fernsteuerung von FliegerabwehrraketenLe téléguidage des projectiles-fusées [Controllo remoto di missili anti-aerei], dove indica di risiedere a Norimberga;16 nel luglio 1950 specifica la sua vera residenza, a Oberried.17

Interavia è un mensile importante, diffuso dal 1946 in tutto il mondo grazie alle sue quattro edizioni: in inglese, francese, tedesco e spagnolo.18 Ben noto in Italia,19 ospita altri articoli sui missili per la difesa antiaerea,20 ma soprattutto: Hermann Oberth, Shaper of Things to Come, nel fascicolo di settembre 1949.21 Nella prefazione di Menschen im Weltraum [Uomini nello spazio], un'opera apparsa in italiano nel 1957 e di cui riparleremo, troviamo un brano pertinente.

Nell'estate del 1949 il collaboratore di una nota rivista di aviazione lo scoprì in Svizzera: «Lo trovai in una piccola pensione, alto, magro, diritto, con la folta capigliatura scura, il mento largo, i baffi neri e quegli occhi vivaci, che sono prerogativa di uno spirito sveglio. Mi raccontò la sua storia a voce bassa, ma con la precisione di un professore di cattedra».22

Nel numero di dicembre 1949 di un'altra rivista svizzera, Flugwehr und -Technik, compare Fliegerabwehr vom Boden aus [Antiaerea da terra].23 Un'ampia sintesi, Contraerea (Considerazioni sulla difesa con razzi dal suolo), apparirà nel numero di dicembre 1950 di Rivista Aeronautica.24

Le trattative della Marina,25 autorizzate dal ministro della Difesa, onorevole Randolfo Pacciardi (1899-1991),26 e dal capo di stato maggiore, ammiraglio di squadra Emilio Ferreri (1894-1981),27 sono condotte dal generale delle Armi navali Sergio Pellegrini (1902-1981), che dal 1947 presiede Mariperman, vale a dire la Commissione permanente per gli esperimenti del materiale da guerra.28 Questa è stata istituita il 28 gennaio 1880 a La Spezia, per coordinare e gestire la sperimentazione, la valutazione e il collaudo di armi, materiali, strumenti, sistemi e costruzioni di competenza;29 durante la guerra aveva dovuto essere decentrata a Viareggio, ma dal luglio 1947 ha ripreso l'attività nella sua sede istituzionale, nella frazione San Bartolomeo di La Spezia.30

Poniamo, per ipotesi, che sia stato Pellegrini a gestire fin dall'inizio il progetto. Un'occasione per conoscere il ministro della Difesa può essere stata fornita dalla sua visita all'Arsenale di La Spezia, il 15 luglio 1949:31 si noti, però, che la data è di due settimane anteriore all'uscita del primo articolo finora noto su Interavia.


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 3 – Randolfo Pacciardi C
Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 4 – Emilio Ferreri D

Agli inizi del 1950 Oberth riceve una lettera dall'Italia: la Marina Militare è interessata al razzo al nitrato di ammonio che ha iniziato a sviluppare alla WASAG; nel corso della seconda guerra mondiale, la base navale di La Spezia ha subìto vari bombardamenti e la Marina vuole dotarsi di missili in grado di agire contro questo tipo di offesa.32 La città ligure, infatti, ha una grande valenza strategica: è uno dei principali porti militari del Mediterraneo.33

Pellegrini si reca a Lugano, Lucerna e Oberried dalla primavera del 1950 sino alla sottoscrizione del contratto fra le parti, il 22 febbraio 1951.34 Una fase importante delle trattative è illustrata da un servizio fotografico realizzato in Svizzera, a giudicare dalle bandiere elvetica e italiana accoppiate sullo sfondo.35 Tale documentazione è assai interessante, perché mostra che la missione di Pellegrini è nota alle autorità svizzere, che ha luogo una dimostrazione di quanto messo a punto dal fisico transilvano e che il governo elvetico non ha un interesse esclusivo per questa tecnologia.36 Nelle fotografie, Oberth è così emaciato e cupo da essere quasi irriconoscibile.37

Il contratto prevede che Oberth si rechi a La Spezia con la famiglia,38 per perfezionare il suo razzo per la difesa antiaerea: l'obbiettivo iniziale si è esteso all'uso del missile in navigazione. Solo sette anni prima, il 9 settembre 1943, bombardieri tedeschi erano riusciti a colpire, con bombe radio-deviate, le navi da battaglia Italia e Roma e ad affondare la seconda, l'ammiraglia della flotta italiana, causando la morte dell'intero stato maggiore e di 1352 marinai. La formazione navale era diretta a Malta per arrendersi agli inglesi: pur essendo composta da ventitre unità, si era trovata quasi del tutto indifesa da quel tipo di attacco.39

Per un compenso di 660 mila franchi svizzeri, Oberth si impegna a realizzare in dodici mesi due prototipi funzionanti, perfezionando:

  1. un combustibile solido basato su una miscela contenente circa il 75% di nitrato di ammonio NH4NO3 (ciò vale 330 mila franchi svizzeri);40
  2. un ugello di scarico che permetta una combustione stabile a qualunque pressione, in modo da ottenere una propulsione regolare (198 mila franchi svizzeri);41
  3. una struttura che si polverizzi in aria dopo l'uso, per impedire che parti pesanti possano causare danni nel cadere a terra (66 mila franchi svizzeri);42
  4. una unità di controllo remoto per guidare il missile via radio (66 mila franchi svizzeri).43

All'atto della stipula Oberth riceve un acconto di 120 mila franchi svizzeri.44 La fonte è attendibile, ma sembra che si tratti di un fraintendimento. Il contratto, infatti, è chiaro; devono essere corrisposte le seguenti somme, in franchi svizzeri: 60 mila entro trenta giorni dalla firma; 10 mila al mese nei dodici mesi in cui sarà operativo il progetto; 480 mila al raggiungimento degli obbiettivi. In caso di inadempienza totale o parziale sui quattro singoli obbiettivi del contratto, la somma dovuta sarà decurtata in proporzione. La Marina metterà a disposizione strutture, attrezzature e materie prime. Oberth sceglierà e gestirà il personale della sua squadra "sia tecnicamente che disciplinarmente".45

Un memorandum riservato del Department of State statunitense, datato 15 gennaio 1951, riguarda la posizione del governo italiano sugli investimenti per la difesa. L'ambasciatore a Washington Alberto Tarchiani (1885-1964) ha informato il segretario di stato Homer M. Byington Jr., che il presidente del consiglio De Gasperi è assai determinato a schierare tutte le forze armate italiane sotto la NATO; ciò è stato confermato dal ministro Pacciardi. Secondo la Democrazia Cristiana, l'opinione pubblica concorda sulla necessità di misure di difesa straordinarie. Uno stanziamento equivalente a 400 milioni di dollari sarà impiegato entro l'anno: "The Government was so certain of this that Minister Pacciardi was already going ahead spending the money" [il Governo ne era così sicuro che il ministro Pacciardi stava già procedendo a spenderli].46

Nei primi mesi dell'anno Oberth entra in Italia nelle vesti del turista britannico "Mr. John Smith" e giunge a La Spezia. "Mrs. Smith" lo raggiunge successivamente.47 A quanto pare, dapprima i coniugi risiedono nell'elegante Albergo Shelley e delle Palme, sul lungomare di Lerici,48 quindi in un appartamento a La Spezia, al quinto piano di piazza Verdi 4,49 presumibilmente adeguato per l'intera famiglia: la moglie Mathilde, la figlia Erna e il genero Karl Markstaller; nel 1952 li raggiungerà il figlio Adolf Eduard.50


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Figura 5 – A destra l'Albergo delle Palme – Lerici (1938) E


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Figura 6 – A sinistra lo stabile dove risiedeva la famiglia Oberth – La Spezia (circa 1950) F


Inizia così il Progetto LAGO.51 Il nome può derivare dal luogo, le rive del piccolo lago di Brienz, dove sono iniziate le laboriose trattative per definire il contratto.52

Il progetto è "segretissimo",53 ma nel numero di agosto 1951 della rivista Alata ha grande rilievo un'intervista a Oberth realizzata dal cap. Glauco Partel (nato nel 1927): tratta per lo più di satelliti artificiali, però il professore ne approfitta per criticare il segreto imposto alle ricerche nel settore militare e il metodo di lavoro in team seguìto sia a Peenemünde che negli Stati Uniti, basato a suo dire su specialisti non inquadrati da una "persona veramente all'altezza, capace di dirigere e coordinare lo sviluppo delle ricerche conoscendo a fondo tutti i particolari delle medesime". Per sostenere questa tesi Oberth scivola senza avvedersene nello humour nero: sostiene, infatti, che con un suo suggerimento, purtroppo inattuato, una V-2 non sarebbe costata 80.000 bensì 4.000 marchi tedeschi; intervistato e intervistatore sorvolano sul fatto che, in questo modo, i nazisti avrebbero potuto lanciare un numero venti volte superiore di ordigni! La località dove avviene l'incontro non è citata, né si accenna al lavoro attuale dello scienziato, ma è evidente che questi si vede già nel ruolo che sarà, invece, di von Braun.54

Oberth dirige una squadra che conterà sino a otto componenti.55 La Marina affida la supervisione tecnica al chimico Enzo Brandimarte, direttore dell'Istituto di chimica degli esplosivi di Mariperman, a San Bartolomeo.56 In autunno sono pronti gli impianti necessari, realizzati in strutture della Marina già esistenti: un capannone in Valdilocchi, nei pressi della sede di Mariperman, e il balipedio-siluripedio intitolato al viceammiraglio Paolo Cottrau (1837-1896), a Punta Castagna, dalla parte opposta del golfo.57

L'attività può formalmente iniziare il 1° ottobre 1951.58 Se si escludono i rischi connaturati al maneggiare materiale esplosivo, per Oberth inizia un'operosa routine. Lo scienziato raggiunge in bicicletta l'officina di Valdilocchi, la mattina, per tornare alla sera nella sua abitazione in piazza Verdi. Acquista regolarmente il latte in un negozio della stessa piazza, ma frequenta, con la moglie, anche una vicina birreria Dreher. Una volta al mese va dal barbiere; ben più spesso e in qualunque stagione si concede una nuotata a Lerici. Il fine settimana può essere dedicato a gite nei dintorni. Il lungo soggiorno della famiglia Oberth in riviera è alla luce del sole, ma avvolto nella riservatezza; "persino la portinaia... non ha mai osato chiacchierare sul «professore del quinto piano»"!59 Vedremo più avanti il motivo di queste precauzioni.


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 7 – Il golfo di La Spezia: 1, San Bartolomeo; 2, Valdilocchi; 3, Punta Castagna; 4, Piazza Verdi (2007) G


Agli inizi di ottobre esce un nuovo numero della Rivista Aeronautica. In un lungo articolo dedicato alle società astronautiche germaniche si cita più volte Oberth, "il «Padre» della tecnica a razzo tedesca", e si ufficializza che da "alcuni mesi egli lavora in Italia nuovamente sullo sviluppo dei razzi".60 Il 17 novembre un memorandum della Central Intelligence Agency segnala che due fisici tedeschi, Hermann Oberth, esperto di propulsione a razzo, e Gottfried Koch, chimico e vice direttore dello stabilimento Buna a Schkopau (per chimica di base, gomma e materie plastiche),61 sono impiegati dalla Marina italiana a La Spezia.62

La sua identità, dunque, non è rimasta segreta a lungo. Nel settembre 1951 aveva già partecipato al secondo congresso internazionale di astronautica, a Londra; alla cena conclusiva, l'8 settembre, era stato l'ospite d'onore insieme a Irene Bredt (1911-1983) ed Eugen Sänger (1905-1964), presidente della Federazione astronautica internazionale.63 I partecipanti italiani erano: il prof. Giovanni P. Casiraghi, il prof. Antonio Eula e il cap. Partel, dell'Associazione Italiana Razzi, fondata a Roma il 6 giugno 1951 ma che contava già 35 soci.64 Nel settembre 1952 si presenta come "Professor, La Spezia, Italien" al congresso successivo, che si tiene a Stoccarda.65 È possibile che alcune discussioni sulla mancata copertura di spese effettuate da Oberth 66 si riferiscano a questi soggiorni all'estero, quanto meno di scarso interesse per la Marina?

La falsa identità sembra essere servita, a Oberth, più che altro per superare illegalmente la frontiera, come in Svizzera nel 1948, quando si era spacciato per "Herr Fritz Hann": lo stesso pseudonimo usato a Peenemünde dal 1941 al 1943.67 È curioso notare che, in siti web di lingua tedesca, la ricorrenza di "Fritz Hann" è più rara di un fattore 1000 rispetto a "John Smith": perché il professore ha usato uno pseudonimo così banale, tanto più non potendo nascondere la sua inflessione tedesca?68 Oberth aveva, ovviamente, una cultura tale da immaginare un'identità credibile per sé e la moglie: il nome, in ogni caso, è stato validato da chi ha preparato i documenti necessari a entrare in Italia.69


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 8 – Hermann Oberth – Londra (1951) H


Nel 1951 Oberth stila a La Spezia il rapporto tecnico Über Raketensteuerung [Sulla guida dei razzi] e il saggio Drei Methoden zur Integration von Differentialgleichungen mit zwei Unbekannten [Tre metodi per l'integrazione di equazioni differenziali a due incognite], presumibilmente relativo al calcolo della traiettoria.70

All'interno dell'Istituto di chimica degli esplosivi, nello stesso anno, il chimico Eugenio Pelizza (nato nel 1919) firma la relazione Esame di parti componenti di bomba a razzo inglese:71 ciò dimostra la volontà dell'Istituto di esplorare un settore quasi del tutto nuovo, propellenti a parte.

Arriva il 1952. Il numero di gennaio della rivista United Nations World accenna al ruolo di von Braun e del suo maestro nell'ideazione di stazioni orbitanti, riporta qualche episodio della vita del professore e comunica la notizia che "solo negli ultimi tempi Oberth è stato riscoperto e salvato da un completo oblio. Gli è stato conferito recentemente un incarico speciale dal governo italiano e ha stabilito la sua residenza a La Spezia, il maggior porto e base navale italiana. L'obbiettivo di questo incarico? «Top secret»".72


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Figura 9 – Estratto da UN World (1952) I


Solo a partire da aprile è possibile verificare la combustione del propellente. I lavori nel capannone sono rallentati, in maggio, da un incendio dovuto a un corto circuito e da un'esplosione: non ci sono danni alle persone. L'efficacia della miscela è testata al balipedio con prove statiche, ma numerose deflagrazioni dimostrano che qualcosa non funziona nella formulazione, nella miscelazione o nella colatura del propellente.73

Oberth, però, trova il tempo di corrispondere sulla fusione nucleare con Sänger74 e anche sullo stesso settore in cui sta compiendo esperimenti. Il 16 febbraio 1952, infatti, scrive a Otto Folberth (1896-1991),75 che già nel 1935, quando si trovava a Medias, in Romania,76 per insegnare matematica e fisica nel ginnasio locale, aveva ideato missili per la difesa antiaerea, dato che il tiro contraereo tradizionale sarebbe diventato insufficiente; aveva immaginato, a questo scopo, un missile teleguidato a propellente solido.77

In questo periodo il fisico spedisce almeno due lettere a Herbert Kraus (1911-2008), che ha fondato a Salisburgo l'Österreichischen Forschungsinstitut für Wirtschaft und Politik e che collabora segretamente con lo U.S. Army Counterintelligence Corps, CIC.78 In ciò che Kraus pubblica sul settimanale Berichte und Informationen, Oberth espone le sue opinioni su costi e tempi dell'esplorazione spaziale, ma qui sono di interesse due dettagli: in una lettera, Oberth sostiene le sue tesi con l'andamento dei prezzi dal 1940 al 1951 di un chilogrammo di nitrato d'ammonio;79 in un'altra, è specificata la residenza a La Spezia.80

Per sviluppare nuove armi, la Difesa esplora le strade più diverse. Il 28 luglio un quotidiano romano pubblica uno scoop: l'Italia ha fatto esplodere una bomba all'idrogeno prima degli USA (ciò avverrà nel novembre 1952) e dell'URSS (agosto 1953)!81 La notizia ha una vasta eco ed è immediatamente ripresa dalla stampa internazionale.82 Lo stesso giorno ha luogo un Consiglio dei ministri già programmato. Il presidente De Gasperi chiede lumi a Pacciardi, che dichiara di ignorare "la cosa; tuttavia ha notizia di studi e di ricerche in corso" e "disporrà indagini in proposito poiché si parla della presenza di un generale di artiglieria". Poco dopo "riferisce che trattasi di esperimenti del tutto estranei a finalità militari".83 Lo stesso Pacciardi smentisce subito la notizia, ma un articolo apparso il 29 luglio conclude: "l'esperimento... viene a pochi giorni di distanza dalla costituzione del Comitato nazionale per le ricerche nucleari. Il che significa che non soltanto il Governo intende sostenere, anche con cospicui appoggi finanziari, l'opera di ricerca degli scienziati nucleari, ma anche che l'Italia è uscita dalla interdizione per tale genere di studi prevista da uno speciale articolo di quello che fu il Trattato di pace".84 L'episodio mostra, da un lato, la comprensibile ignoranza dell'esecutivo sugli sviluppi di ricerche a cui non era attribuita una grande valenza, dall'altro la piena copertura politica di tali iniziative; è opportuno, quindi, non sopravvalutare il coinvolgimento diretto di Pacciardi nel Progetto LAGO.

Il 5 settembre 1952 Oberth si reca nella sede del terzo congresso astronautico internazionale, a Stoccarda, per presentare la relazione Private Vorarbeit zur Weltraumfahrt; sostiene che, in astronautica, bisogna preferire la ricerca privata a quella finanziata dalle agenzie governative: la prima, a suo dire, produce pubblicazioni tempestive che stimolano i progressi nel settore e possono indurre gli enti governativi ad abbassare il livello di segretezza dei risultati ottenuti nei loro laboratori o, addirittura, a desegretarli.85 È inevitabile pensare che questa sia una critica implicita anche all'organizzazione per cui sta lavorando. A Stoccarda, come l'anno prima a Londra, c'è una piccola delegazione italiana: Eula, Partel e il colonnello Gallina dell'Istituto Geografico Militare.86 Nel cartellone della mostra di astronautica, organizzata a latere del congresso, campeggia il razzo realizzato da Oberth e Ley per il film Frau im Mond.87


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 10 – Da sinistra, Frederick C. Durant, Hermann Oberth e Arthur C. Clarke – Stoccarda (1952) J


Quando il fisico tedesco ritorna a La Spezia, la scadenza del contratto è imminente. Nello stesso mese di settembre, il contrammiraglio Carlo Francesco Tallarigo (1901-1988), Reparto informazioni dello Stato maggiore della Marina (Roma),88 informa il generale Pellegrini che Oberth sta cercando un altro lavoro presso una società statunitense.89 Che il fisico abbia partecipato ai congressi astronautici, più che altro, per questo scopo? Pellegrini non si stupisce, perché sa che il Progetto LAGO non sta raggiungendo gli obiettivi previsti.90

In ottobre giunge a La Spezia il figlio Adolf, fresco di laurea in chimica all'università di Monaco;91 è lui, appena entrato nella squadra, a risolvere un problema critico: mette a punto il metodo per versare la miscela liquida del combustibile negli stampi, riempiendo tutto lo spazio utile senza lasciare disomogeneità o creare bolle potenzialmente esplosive.92 L'enfasi con cui si citerà questo episodio nelle biografie di Oberth è, d'altra parte, curiosa. Nel Laboratorio di chimica degli esplosivi si usa da tempo il nitrato d'ammonio e durante la guerra era stato studiato in dettaglio il caricamento dei proietti con amatolo,93 una miscela di nitrato di ammonio e trinitrotoluene, con tecniche "per fusione, che consentano di ottenere un più lento e graduale raffreddamento dei proietti caricati ad esplosivo fuso e pastoso, dotando questi di opportune materozze e sottoponendoli ad un'azione di traballamento nel corso del raffreddamento. Lo scopo era di ottenere cariche compatte, esenti da cavità e caverne, che molti incidenti mortali avevano già prodotto in una serie preoccupante di scoppi in canna".94 In altre parole: versare una miscela liquida in uno stampo può creare discontinuità dovute al ritiro del colato durante la solidificazione (si ovvia al problema con una materozza, per alimentare con miscela liquida, in modo continuo, l'asse dello stampo, dove la solidificazione avviene più tardi rispetto alle pareti) oppure alla viscosità del colato e alla geometria dello stampo (si ovvia, ad esempio, ponendo quest'ultimo su una piattaforma vibrante).

La criticità, però, poteva essere molto più sottile. Il nitrato di ammonio è un comburente, vale a dire fornisce l'ossigeno necessario a bruciare il combustibile. È il componente di gran lunga più rilevante, in peso, della miscela Oberth. Ha però dei difetti, tra cui transizioni di fase, in funzione delle temperature di preparazione e conservazione, che ne possono alterare il volume. Gli svantaggi porteranno a sostituirlo con perclorato di ammonio NH4ClO4, ma questo è più costoso e ha un maggiore impatto sull'ambiente. Nella ricerca di alternative, rifioriranno gli studi sul nitrato di ammonio e Adolf Oberth (ma una quarantina di anni dopo gli eventi qui trattati!) depositerà un brevetto per stabilizzarlo in una gamma più ampia di temperature.95

In ogni caso, è forse la tecnica di colatura messa a punto, sia pur tardivamente, grazie ad Adolf Oberth, a far sì che il professore ottenga una proroga del contratto di quattro mesi: fino al 31 gennaio 1953.

All'inizio del nuovo anno Oberth scrive due rapporti tecnici: Ergebnisse der Untersuchungen über gießbare Raketentreibsätze auf Ammoniumnitratbasis. Stand vom 31 Januar 1953 [Risultati delle ricerche su razzi a propellente solido colabile a base di nitrato d'ammonio. Situazione del 31 gennaio 1953], datato 7 febbraio,96 e Die Reglerdüse. Frühere Versuche [Ugello di scarico regolabile. Esperimenti precedenti], datato 15 febbraio e stilato in modo più affrettato, a giudicare dalle correzioni ben più numerose.97 Pochi giorni dopo, però, la Marina rescinde il contratto, perché lo scienziato ha conseguito meno di un terzo degli impegni assunti e nessun razzo è mai riuscito a volare.98 Oberth riceve a saldo 120 mila franchi svizzeri:99 compensa e scioglie la sua squadra.100

La tabella che segue sintetizza quanto qui ricostruito ed evidenzia, al contempo, quanto poco si sappia dei collaboratori di Oberth. Le fonti secondarie non concordano né sul numero né sulla nazionalità:101 ciò può essere spiegato con avvicendamenti in ruoli tecnici e operativi. È ragionevole pensare che alcune maestranze del vicino Istituto di chimica degli esplosivi, pur senza far parte della squadra formata da Oberth, siano intervenute quando necessario.102 Tra le tante domande ancora senza risposta: chi era e che ruolo aveva l'unica donna, italiana, della squadra? quali compiti avevano Erna e il marito Karl, finché sono rimasti a La Spezia?


Commissione tecnica di controllo
Nome e cognome Ruolo
A Gen. Sergio Pellegrini 103 Presidente
B Dott. Enzo Brandimarte 104 Segretario
C Capitano di fregata Antonio Mamberti 105 Membro
D Colonnello delle Armi navali Vittorio Re 106 Membro
Squadra di Hermann Oberth
Nome e cognome
Provenienza (per competenza specifica)
Pseudonimo Ruolo e competenze
Contraenti
Prof. Hermann Oberth 107
WASAG
Mr. John Smith Direzione – Fisico
Dott. Karl Markstaller 108
WASAG
Assistenza legale e fiscale?
Personale tedesco
1 Dott. Gottfried Koch 109
WASAG – Buna-Werke GmbH, Schkopau
Mr. Jones Chimico
2 Dott. Adolf Eduard Oberth 110
Neolaureato
Chimico
3 Dott. Georg Gasde 111
Messerschmitt AG ?
Ingegnere
4 Dott. Fritz Wirth 112 Ingegnere
5 Andres 113 Tecnico
6 Bitterhof 114 Tecnico
7 [Dott.] Haase 115 Tecnico
Personale italiano
1 [Italiano] 116
2 [Italiano] 116
3 [Italiano] 116
4 [Italiano] 116
5 [Donna italiana] 117

Tabella II – Le persone del Progetto LAGO


Oberth torna con la famiglia a Feucht, in Germania, già nel febbraio 1953.118 Lo stesso anno, nella sua casa bavarese, il fisico stila altri due rapporti tecnici che, a giudicare dal titolo, sono pertinenti al Progetto LAGO: Deflagrierender Raketenbaustoff [Materiale deflagrante per la costruzione di razzi] e Gegossene Raketentreibsätze auf Ammoniumnitratbasis nebst Reglerdüse [Risultati delle ricerche su razzi a propellente solido colabile, a base di nitrato d'ammonio].119 Sono memoranda per suo uso oppure Oberth ha dovuto integrare le relazioni già consegnate alla Marina? Se è vera quest'ultima ipotesi, perché l'Istituto di chimica degli esplosivi non ne conserva una copia?120

Abbiamo visto che la presenza di Oberth a La Spezia era nota a chi si occupava di missilistica e astronautica, in Italia e nel mondo. Come spiegare, allora, il segreto che avvolgeva la sua squadra?

Il governo centrista vede le maggiori insidie nella "agguerrita quinta colonna antinazionale pericolosamente inserita nel vivo del sistema statale".121 È stato il Comitato di Liberazione Nazionale a ottenere la resa dei nazifascisti in Liguria: gli Alleati, arrivati subito dopo l'insurrezione generale dell'aprile 1945, hanno trovato situazioni quasi normalizzate, ma "nell'entroterra di La Spezia il fenomeno del banditismo alimentato da bande di ex partigiani si protrasse fino al 1947".122 Alla guida del Comune si sono avvicendati tre antifascisti: il socialista Agostino Bronzi (sindaco nel 1945-1946) e i comunisti Osvaldo Prosperi (1946-1951) e Varese Antoni (1951-1957).123 Non sono figure di secondo piano: il primo entrerà in Senato nel 1963, il terzo sarà eletto alla Camera nel 1976 e spiccano, in Liguria, le figure di Umberto Terracini e Sandro Pertini. La perdita del Fronte popolare alle elezioni del 18 aprile 1948, l'attentato a Palmiro Togliatti il 14 luglio dello stesso anno, i gravi incidenti nelle conseguenti manifestazioni di protesta, la scomunica dei comunisti e di chi collabora con essi nel luglio 1949 contribuiscono a mostrare un paese vicino alla guerra civile. Nel mondo è in atto la guerra fredda, diventata caldissima in Corea nell'estate del 1950. La sinistra italiana è neutrale o internazionalista e si oppone all'adesione alla NATO.124 La visita in Italia del generale Eisenhower, comandante dell'esercito unificato atlantico, scatena proteste anche negli arsenali di La Spezia e Taranto e nel porto di Livorno, presso il quale deve nascere una base dell'Alleanza; la reazione del governo è dura: chi ha fatto sciopero è licenziato.125 La situazione sociale italiana e spezzina giustifica l'anonimato di Oberth a La Spezia: la città, per inciso, in cui aveva avuto sede la Xª MAS e in cui continuano a radunarsi i suoi reduci, proprio nell'albergo di Lerici che ha ospitato i coniugi "Smith".126

Un'altra conseguenza della massima copertura politica di un progetto speciale come questo è che non seguiva l'iter a norma di legge, "vale a dire con regolare decreto ministeriale registrato dalla Corte dei Conti previo parere del Consiglio Superiore delle Forze Armate e del Consiglio di Stato, oltre ai controlli della Ragioneria Centrale e così via".127 Se non ci sono controlli ex ante, non sono possibili nemmeno quelli ex post: un esperimento fallito può essere subito archiviato. Un bel vantaggio per ricercatori sempre più alle prese con la burocrazia!

Nel 1954 appare sul quotidiano torinese La Stampa un'intervista effettuata in Germania, in cui Oberth espone anche le idee che avevano probabilmente ispirato il suo lavoro a La Spezia: "Nell'agosto 1943, egli venne trasferito a Reinsdorf, una vasta base della Germania centrale, in cui erano occupati 7000 operai e dove egli diresse i preparativi per la fabbricazione di un razzo antiaereo azionato a polvere esplosiva. Ma la fama maggiore il prof. Oberth se l'acquistò con l'invenzione delle «V-2». Quando gli americani arrivarono in Germania, l'inventore fu da loro internato per quattro mesi. Nel 1948 passò in Svizzera e poi in Italia. Dopo circa due anni e mezzo di peregrinazioni, egli fece ritorno alla sua modesta casa presso Norimberga. Il prof. Oberth segue sempre con vivo interesse tutto quanto si fa nella materia da lui studiata. Egli afferma, ad esempio, che gli ingegneri americani commettono ora i seguenti errori: «1) essi stanno costruendo razzi antiaerei azionati a carburante liquido, invece che a polvere. Il razzo a carburante liquido – egli dice – è troppo complicato, troppo costoso e richiede moltissimo tempo per la sua fabbricazione. I suoi razzi, prodotti a Reinsdorf, avrebbero un costo medio di circa 225 lire per kg, con un peso totale di 1-2 chili. 2) Essi non tengono conto delle possibilità di difesa contro tali razzi. Ad esempio, quando il pilota nemico si accorge di esser captato dal suoi raggi ultracorti, può sparare un controrazzo, capace di distruggere l'altro e magari anche gli apparecchi trasmittenti. Gli americani dovrebbero abbandonare l'idea dei raggi che guidano direttamente il proiettile, facendolo invece guidare da diverse stazioni trasmittenti, che ne correggano la direzione, per quanto è necessario, senza che le sue onde ultracorte raggiungano l'aereo»".128

In una breve autobiografia pubblicata sulla rivista Astronautics nel giugno 1959,129 Oberth così sintetizza la sua esperienza: "Nel 1943 accettai un incarico alla WASAG e mi fu assegnato il compito di sviluppare un razzo a combustibile solido per la difesa anti-aerea, per il quale avevo presentato una proposta". L'attività era cessata alla sconfitta della Germania. Dopo essere emigrato in Svizzera, nel 1949 "su invito di Hans Hamberger, produttore di fuochi artificiali, trascorsi qualche tempo a Oberried sul lago di Brienz, dove portai avanti tali esperimenti... Quindi potei continuarli a La Spezia dal 1950 al 1953, su incarico della Marina Militare italiana, fino a una conclusione certa".130 Si sottolinea che "certa", qui, significa "sicura, indubbia", dato che Oberth scrive: "to a certain conclusion".131


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 11 – Breve autobiografia di Oberth (1959) K


Col tempo, il ricordo di questo periodo cambia in modo significativo: secondo una testimonianza di Adolf Oberth, il padre ha rimosso sia il soggiorno in Svizzera che quello in Italia, perché li ha giudicati lavori "unworthy" (indegni) accettati solo per sopravvivere, "kid stuff" (roba da bambini);132 se si considera che Adolf stesso ha partecipato all'esperienza italiana e che nel 1987 firmerà la monografia Principles of solid propellant development,133 il ricordo è certamente degno di nota.


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 12 – Estratto da un pre-print di Elder (1997) L


Anche Erna Oberth, giunta a La Spezia dopo il dottorato in giurisprudenza, sembra minimizzare il senso di questo interludio sul mare, quando sostiene di avere lavorato come assistente nello studio commercialista Markstaller a Vienna e a La Spezia.134 Nulla sfugge, d'altra parte, al rigore di Erna, che chiude così una voce enciclopedica sul padre: "La storia dei successivi sviluppi, dalla costruzione a scopi bellici dei primi missili fino alla realizzazione dei sogni di Jules Verne, sarebbe completamente appartenuta allo stesso Wernher von Braun";135 il contesto indica che siamo agli inizi degli anni Trenta: il 23 luglio 1930 l'esercito tedesco aveva certificato il buon funzionamento del motore a propellenti liquidi realizzato dal gruppo di cui facevano parte Oberth e von Braun e l'anno successivo il loro razzo aveva volato.136

Il bilancio dell'ultima attività operativa diretta da Oberth è quindi negativo: lo scienziato non è riuscito a lanciare il razzo antiaereo che aveva vagheggiato fin dal 1935 a Medias137 e iniziato a realizzare nel 1943 a Reinsdorf.138

Per il visionario con i piedi per terra, però, il bilancio è ben diverso. Era stato rilasciato dagli Americani, perché considerato inutile per lo sviluppo delle attività missilistiche.139 Dal 1945 al 1948, a Feucht, si era ridotto a coltivare l'orto e spaccare la legna da ardere. L'espatrio in Svizzera non aveva, dapprima, migliorato la sua situazione. L'ammirazione di Hamberger, poi, gli aveva permesso di riprendere gli studi sui razzi a propellente solido, ma si trattava, tutto sommato, di una piccola azienda che produceva per lo più fuochi artificiali. Il contratto con la Marina italiana cambia del tutto le sue prospettive. Il suo nuovo committente è subito noto alla comunità internazionale, grazie alla partecipazione ai congressi astronautici, e il segreto militare sul progetto impedisce di conoscerne gli scarsi risultati. La sua fama si estenderà e consoliderà sempre più, soprattutto grazie alla figlia Erna, che gestirà con mano sicura gli affari di famiglia.


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Figura 13 – Menschen im Weltraum (1954) M
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Figura 14 – Uomini nello spazio (1957) N

Un indicatore molto approssimato della fortuna internazionale dello scienziato può essere fornito dal numero di schede bibliografiche, in cui è presente la voce "Oberth", dei principali sistemi bibliotecari qui di interesse. Sono state considerate le seguenti fonti: Deutsche Nationalbibliothek (DBN), 56 schede; Library of Congress (LOC), 15 schede; British Library (BL), 10 schede; Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), 3 schede; Bibliothèque nationale de France (BnF), 3 schede. La rarità del cognome ha reso più immediata la cernita delle schede effettivamente pertinenti. Il servizio bibliotecario specifico può aver creato più schede bibliografiche per una singola opera: tale errore è stato qui considerato trascurabile. Nel caso di periodici, la scheda è stata considerata solo per l'anno di inizio pubblicazione. Nell'istogramma che segue, troviamo in ascissa il quinquennio di pubblicazione e in ordinata la frequenza percentuale delle schede delle fonti di cui sopra, ognuna normalizzata a 100. Per agevolare la comprensione e la valutazione di questa analisi, è fornito il file originale Download foglio XLS.

[Spiegazione dell'andamento]


Elaborazione originale

Figura 15 – Schede bibliografiche citanti [Hermann] "Oberth" O


Ma torniamo a La Spezia e agli anni Cinquanta.

Non era stato facile valutare la fattibilità di un razzo teleguidato al nitrato d'ammonio, tanto più che Oberth ci lavorava da molti anni e doveva aver conseguito qualche risultato alla WASAG e in Svizzera. È interessante notare, inoltre, il diverso valore attribuito ai quattro obbiettivi del progetto: a quelli che il professore sicuramente padroneggiava meglio, il propellente e l'ugello, era stato assegnato l'80 % della somma totale.

Abbiamo mostrato che ci sono state varie fughe di notizie, a livello internazionale, sulla presenza e le finalità di Oberth a La Spezia. Al contempo, però, è stato mantenuto uno stretto segreto (intelligence permettendo) sui dettagli del Progetto LAGO. Ciò consente a entrambe le parti di coprire il suo sostanziale insuccesso. Oberth ha potuto vantare la conclusione certa di una sua vecchia idea. Il governo ha potuto dimostrare che anche l'Italia, pur avendo perso la guerra, ha cercato di avere la sua quota di scienziati tedeschi. Bisogna ricordare, a questo riguardo, che il contributo di poco posteriore dell'ing. Rolf Engel (1912-1993) all'Aeronautica Militare, tramite la SISPRE, avrà un esito del tutto diverso.140

Nel 1953 la Marina italiana non è ancora in grado di guidare un proprio razzo, ma la Marina statunitense crea in Florida,141 a una trentina di chilometri dalla sua base di Mayport,142 una scuola che si propone di formare i tecnici che dovranno manutenere, azionare e riparare i missili per i propri aerei. Un confronto tra quanto l'ing. Re insegnava all'Accademia di Livorno nel 1949 ed i corsi che iniziano il 1° gennaio 1954 a Jacksonville è illuminante.143 Sono passati, è vero, cinque anni di turbinoso sviluppo, ma la distanza tra le forze in gioco è quasi incommensurabile.


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Figura 16 – Il programma della Naval Air Weapons Systems School – Jacksonville (1957) P


Il Progetto LAGO, però, è solo una delle linee di ricerca che la Marina italiana persegue per aggiornare la difesa antiaerea, sia per le installazioni di terraferma, che a bordo delle proprie unità.

Dal 1956 al 1962, Brandimarte sviluppa un innovativo propellente in grani per razzi. La miscela γ o meglio, per esteso, miscela Gamma, ha una composizione diversa da quella sperimentata a lungo da Oberth, ma anch'essa è colabile: è a base di perclorato di ammonio, tioplasti e addittivi e regolatori di combustione. Il chimico giunge a brevettarla,144 ottiene un riconoscimento dal Ministero della Difesa-Marina e, d'accordo con Mariperman, l'Esercito progetta un impianto di produzione da realizzare nel suo polverificio a Fontana Liri, in provincia di Frosinone.145

Sempre intorno alla metà degli anni Cinquanta, lo stesso Laboratorio di Chimica degli Esplosivi sperimenta a La Spezia un'altra miscela basata su idruri alcalini, tra cui l'idruro di litio, con la diretta collaborazione del generale Pellegrini.146

Una relazione interna di Brandimarte, Sugli studi attinenti i propellenti per razzi a nitrato di ammonio (23 agosto 1956), dimostra che non era nemmeno svanita la speranza di completare lo sviluppo di quella miscela.147 Mariperman, infatti, chiede di tradurre la relazione finale del 1953, perché "non dovrebbe essere esclusa la possibilità di trarre utili spunti per riprendere con criteri nuovi lo studio intrapreso da Oberth".148

Questi progetti sui propellenti solidi, più interessanti e avanzati di quello del fisico tedesco, non raggiungono però la fase della produzione industriale. Nel frattempo, infatti, predomina l'idea di adottare sistemi di difesa e offesa già perfezionati dagli Stati Uniti: lo scotto che l'Italia deve pagare per l'inclusione nella NATO e la revisione del trattato di pace oppure un accorto pragmatismo?

Arriviamo così al 31 gennaio 1962. Nel balipedio Cottrau è stata eretta un'attrezzatura di lancio di forma tubolare, inclinata di circa 75° rispetto all'orizzontale, in una struttura di tubi Innocenti: da una gran nuvola scura, si innalza in cielo un missile di dimensioni ragguardevoli, ma "inerte", vale a dire privo di esplosivo in testata.149 Per capire di cosa si tratta, è necessario un flashback.

Nel 1954 la corazzata Mississippi aveva sperimentato un nuovo missile a propellente solido, il Terrier, di cui erano stati dotati nel 1956 gli incrociatori pesanti USS Boston e Canberra. Tra la fine del 1956 e l'inizio del 1957 l'USS Boston aveva partecipato a manovre navali nel Mediterraneo. Si erano così create le condizioni per dotare di una rampa binata di missili guidati Terrier l'incrociatore Giuseppe Garibaldi, in procinto di essere profondamente modificato. La trasformazione del Garibaldi ha luogo all'Arsenale di La Spezia dal 1957 al 1961; l'anno successivo il collaudo dei Terrier in mare ha successo. L'incrociatore leggero italiano è la prima unità navale europea a essere dotata di missili superficie-aria.150


Fotografia originale

Figura 17 – L'incrociatore Garibaldi entra nel Mar Piccolo – Taranto (1962?) Q


Fotografia originale

Figura 18 – La rampa binata di missili Terrier dell'incrociatore Garibaldi (1963?) R
Fotografia originale

Figura 19 – Dettaglio con i missili Terrier

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Figura 20 – Il primo lancio di un missile Terrier dall'incrociatore Garibaldi (1962) S


Il missile in questione dovrebbe essere un Terrier RIM-2D, anche denominato BT-3A.151 Il razzo ha due stadi a propellente solido: il primo è un booster ∅ 0,46 m, teso a imprimere una forte accelerazione; il secondo è il missile guidato vero e proprio, ∅ 0,34 m. La lunghezza totale è pari a 8,25 m. Il peso totale è di 1360 kg, con un carico utile di 100 kg. Può raggiungere Mach 2,5 con una gittata di 35 km (superficie-superficie) o una quota di 20 km (superficie-aria) e agire sia nei confronti di bombardieri ad alta quota, che di caccia a bassa quota.152 Una versione quasi identica può contenere una bomba a fissione tattica dell'ordine di 1 kton.153 È guidato inizialmente, in radio frequenza, dalla nave che lo lancia; il secondo stadio ha un radar semi-attivo, in grado di ricevere il riflesso delle onde elettromagnetiche inviate da un radar della nave sul bersaglio, e un sistema di guida che lo dirige su di esso.154

Chi ha realizzato il sogno di Oberth e della Marina italiana? Il Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory, fondato nel 1942 e guidato da un geofisico, il prof. Merle A. Tuve (1901-1982);155 il suo staff, grazie a massicci finanziamenti governativi, ammonta a migliaia di persone: non tutte si occupano dei Terrier, ma siamo comunque di fronte a risorse di due ordini di grandezza superiori a quelle del Progetto LAGO.

Ciò che è stato lanciato dal balipedio di La Spezia il 31 gennaio 1962, però, non è un Terrier, bensì un missile balistico a medio raggio Polaris,156 che può contenere una bomba a fusione termonucleare dell'ordine di 1 Mton.157

È presumibile che si tratti, più precisamente, di un Polaris A-1 o A-2. Sono missili a due stadi a propellente solido dalla forma molto simile, ma dimensioni diverse: il primo è lungo 8,7 m, ha un diametro di 1,4 m e un peso al lancio di 13100 kg; la gittata massima è di 1900 km, contro i 2800 km del più lungo Polaris A-2.158 Quando il Garibaldi era in cantiere, è stato realizzato un apparato sùbito a poppa della rampa dei Terrier: quattro pozzi destinati a ospitare i Polaris.159 Con un lancio in navigazione nel Mare Adriatico o nell'Egeo, Mosca e Leningrado si trovano ai limiti della gittata. È possibile che il tubo utilizzato il 31 gennaio sia un pozzo analogo a quelli installati sul Garibaldi, ma en plein air.


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 21 – Polaris A-1 – Cape Canaveral (1959?) T
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Figura 22 – Tubi di lancio per missili Polaris sul Garibaldi (1963?) U

Le condizioni geopolitiche variano continuamente. Possiamo far coincidere l'epilogo della vicenda, iniziata durante la seconda guerra mondiale e in cui da tempo Oberth non ha più alcun ruolo, con la crisi dei missili a Cuba, nell'ottobre 1962.160 I Polaris con testata nucleare non saranno mai consegnati all'Italia.161

Il 1° novembre 1962 la Marina scorpora le competenze sull'installazione, la messa a punto e il mantenimento in efficienza dei sistemi missilistici da Mariperman in Marimissili. Anche il nuovo centro ha sede a La Spezia: confluirà nel 2007 nel Centro di supporto e sperimentazione navale (CSSN), insieme alla stessa Mariperman e a Mariteleradar.162




0 La vicenda di Oberth a La Spezia è trattata con una certa ampiezza in un lavoro di cui si consiglia la lettura: G. Caprara, Storia italiana dello spazio. Visionari, scienziati e conquiste dal XIV secolo alla stazione spaziale (Milano, Bompiani, 2012), pp. 96-100 Link esterno Google libri; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN. Recensione: M. Orlandi, Giornale di Astronomia, 39 (2013), n. 3, pp. 58-59.

Informazioni sintetiche ma in parte complementari – tratte da Zamorani (1996), pp. 26-27 – erano già nella voce dedicata al fisico tedesco in Link esterno Wikipedia: "Scoperto da un generale del Genio navale italiano, ai primi del 1951 si trasferì in Italia, a La Spezia, dove si stabilì al quinto piano di piazza Verdi 4, lavorando in segreto come impiegato civile della Marina Militare, al completamento del lavoro iniziato al WASAG. Egli compì i suoi esperimenti sui missili a nitrato d'ammonio in un capannone a San Bartolomeo in Val di Lochi, coadiuvato da tre tecnici tedeschi e cinque italiani. Queste ricerche erano l'inizio del progetto volto a rendere l'incrociatore Garibaldi in grado di lanciare missili balistici. Il 23 febbraio 1954, Oberth, improvvisamente, lasciò La Spezia" (situazione al 30/12/2016). Il testo è sostanzialmente invariato dal 2011: si confronti quanto riportato in Link esterno ForumAstronautico.it, dove il "collega dell'UAI" (Unione Astrofili Italiani) è l'autore di questa pagina.

In realtà, Massimo Zamorani ha scritto un lavoro che rimane di riferimento, sebbene riveli una conoscenza assai imperfetta della vita del Nostro: "Hermann Oberth e la Marina Italiana", Rivista marittima, 144 (2011), marzo, pp. 96-108 Link esterno Rivista marittima.

Sull'argomento esistono varie altre fonti secondarie (e terziarie), rintracciate grazie a questa ricerca: sono di maggiore o minore interesse, ma comunque difficili da reperire; per questo motivo, sono in parte trascritte nel REPERTORIO BIBLIOGRAFICO in calce. In tali casi i riferimenti sono riportati in modo sintetico nelle note, ad esempio: Rivista Aeronautica (1950); Barth (1985), p. 225.

È probabile che qualche importante contributo edito sia finora sfuggito alle ricerche bibliografiche: segnalazioni su errori od omissioni saranno ben gradite!




Un avanzamento significativo di questo studio può venire, come ovvio, dall'esame di fonti primarie: documenti d'archivio, lettere, manoscritti, opere edite del Nostro, ecc.

Documenti di archivio sono sicuramente conservati dal CSSN a La Spezia: la sua sede aveva già ospitato Mariperman. Almeno una parte dei documenti – presumibilmente non di carattere tecnico – sono reperibili all'Ufficio storico della Link esterno Marina Militare. Si veda, infatti: C. Lazzerini, M. R. Precone, A. Veronesi Pesciolini, Guida dei fondi conservati presso l'Archivio dell'Ufficio storico della Marina Militare (Roma, Ufficio storico della Marina Militare, 2004), pp. 138, 198; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN – scheda della nuova edizione (2016) in Link esterno Marina Militare.

"Mariperman La Spezia, b. 1 (1941-1954). / La Commissione permanente per gli esperimenti del materiale da guerra (indirizzo telegrafico Mariperman) fu istituita a La Spezia, con provvedimento ministeriale del 1880, dall'unificazione della Commissione di tiro e della Commissione per le armi subacquee che operavano nell'ambito della 1ª Divisione navale. [...] La busta contiene un gruppo di disegni, relativi ad artiglierie e munizionamento, che sono stati versati da Mariperman all'Ufficio storico nel 1991. All'interno della busta è contenuto anche un elenco che descrive in dettaglio i singoli disegni" [edizione 2004, p. 198].

Zamorani (2011) non fornisce riferimenti bibliografici o archivistici, ma dall'esame del testo pare chiaro che ha potuto consultare sia fonti conservate dal CSSN a La Spezia, che archiviate a Roma. Anche in Caprara (2012) mancano riferimenti puntuali, ma a p. 475 è citato, tra gli archivi, quello della Marina Militare: a Roma, pare implicito.

Non sembra poter avere documenti pertinenti lo Link esterno Archivio di Stato della Spezia.

Una possibile fonte indipendente è costituita dai documenti statunitensi desecretati conferiti alla Link esterno National Archives and Records Administration; la maggior parte (si veda in Link esterno NARA), però, è riferibile alla Alsos Mission Link esterno Wikipedia EN e pare anteriore al periodo qui di interesse. Può essere utile ricorrere anche a Link esterno The National Security Archive, curato dalla George Washington University.

La scomparsa di Hans Barth (1934-2011) Link esterno Wikipedia DE ha privato la comunità scientifica del maggiore esperto sulla vita di Oberth; è ancora in rete (10/1/2016) il suo sito personale Link esterno www.hansbarth.de. L'ing. Barth è ricorso in larga misura all'archivio del Hermann-Oberth-Raumfahrt-Museum Link esterno HORM.




1 "Trattato di pace con l'Italia" [delle Potenze Alleate ed Associate], in United Nations. Treaty Series, vol. 49 (1950) Link esterno ONU (pdf). La versione in inglese degli articoli in questione è a p. 147 del documento originale, corrispondente alla p. 151 del file pdf; quella in italiano è alle pp. 395-396 del documento originale, corrispondenti alle pp. 399-400 del file pdf.

Caprara (2012), p. 95.

2 V. Marchis, Von Braun. Il prussiano che conquistò la spazio (Milano, Le Scienze, 2000), pp. 38-39; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN. Sebbene alla base della V2 ci siano molte idee di Oberth, il suo ruolo operativo a Peenemünde è stato marginale: Gartmann (1956), p. 71; Kaiser (1961); Neufeld (2001); Roth Oberth & Layritz (2001), p. 206. Lo scienziato può non essere nemmeno citato in voci enciclopediche: ad esempio, Peenemünde Army Research Center Link esterno Wikipedia EN.

Ciò non riduce la valenza del famoso aneddoto in Stuhlinger (1976): "It was during the spring of 1943 in Peenemuende when I met Professor Oberth for the first time. One of the V-2's was test-fired; many of us stood around near the launch platform and followed the V-2 with our eyes until it had disappeared in the blue sky over the Baltic Sea. When I turned my eyes back down, I saw Professor Oberth standing near, and I could not help saying: «Professor Oberth, it must be a wonderful feeling for you to see your early dreams come true in such a wonderful way!» Professor Oberth took a long time before he answered, and then he said: «I have great respect for the engineers and technicians who made this possible. However, we have known for a long time that rockets work, if they are built right. We must now forget over this success that our goal is not the launching of rockets; it is the travel through space, and the exploration of the unknown out there»".

3 Cfr. R. Maiocchi, "Il ruolo delle scienze nello sviluppo industriale italiano", in Annali 3. Scienza e tecnica nella cultura e nella società dal Rinascimento a oggi, a cura di G. Micheli, vol. 3 di Storia d'Italia (Torino, G. Einaudi, 1980), pp. 959-962; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN. Nel volume non si fa cenno alle attività in campo missilistico e astronautico e il saggio specifico non comprende il settore militare.

4 "Fino alla visita di De Gasperi a Washington, 24-25 settembre 1951, nonostante il pieno apprezzamento negli ambienti degli addetti ai lavori, diplomatici e militari, del fondamentale ruolo dell'Italia nella difesa euro-atlantica, mancava un atto ufficiale dei maggiori alleati che ne riconoscesse una volta per tutte lo status di parità. E tale atto, ancor prima dell'adesione all'Onu ma di quest'ultima presupposto necessario, arrivò proprio a conclusione dei colloqui tra il presidente del Consiglio italiano e Truman. Il 26 settembre del 1951, i Governi di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna pubblicarono contemporaneamente a Washington, Parigi e Londra una dichiarazione comune relativa alla revisione del Trattato di pace italiano e all'ingresso dell'Italia all'Onu. Nella dichiarazione si riconosceva che «l'Italia aveva lealmente collaborato con gli Alleati nell'ultima parte della guerra, come cobelligerante, aveva ristabilito le istituzioni democratiche» e che l'impedimento alla sua ammissione all'Onu era ormai da considerare un «veto ingiustificabile». Inoltre, dal momento che l'Italia «si trovava ancora soggetta in base al Trattato di pace, ad alcune restrizioni ed incapacità, che non corrispondevano più al suo status, come membro attivo e uguale alla comunità delle nazioni democratiche e pacifiche», ognuno dei tre Governi dichiarava di essere «pronto a considerare favorevolmente una richiesta del Governo italiano tendente a rimuovere, per quanto concerneva le sue relazioni individuali, le restrizioni e le discriminazioni permanenti, ormai superate dagli eventi, ingiustificate dalle circostanze e che incidevano sulla capacità dell'Italia di assicurare la propria difesa». La dichiarazione tripartita del 1951 fu da subito giustamente considerata come il vero e proprio inizio della fase esecutiva di revisione del Trattato e, nella sua formulazione, era evidente che aveva avuto successo la linea di De Gasperi, di operare una revisione per settori, a cominciare da quello più semplice, il settore militare". A. Frusciante, "Prove di diplomazia militare: la ripresa della cooperazione italo-inglese nel secondo dopoguerra", Processi storici e politiche di pace, n. 11-12 (2012), p. 132 Link esterno Google libri.

"Se... si fosse proseguito su indirizzi di spesa modesti, del resto congrui alle condizioni generali del paese, non si sarebbero fatti passi avanti sulla via di una difesa credibile: la scarsità di bilancio unita alle limitazioni quantitative avrebbero creato un circolo senza uscita. La svolta si ebbe con l'adesione al Patto Atlantico del 4 aprile 1949, che aprì la strada al superamento delle clausole limitative della consistenza delle forze armate italiane, come sancito da una dichiarazione resa nota dal governo il 22 dicembre 1951 e approvata dalla grande maggioranza delle nazioni firmatarie del trattato di pace. La nona sessione del Consiglio atlantico, svoltasi a Lisbona dal 20 al 25 febbraio 1952, tolse poi del tutto quei limiti, definendo i livelli di forza dei paesi partecipanti all'alleanza". M. Ferrari, "Trasformazioni e ridimensionamento dell'industria aeronautica nel secondo dopoguerra", L'aeronautica italiana. Una storia del Novecento, a cura di P. Ferrari (Milano, F. Angeli, 2004), p. 126 Link esterno Google libri.

5 Cfr. la lista di opere consigliate agli interessati all'astronautica in: Rivista Aeronautica (1950), p. 885. Si noti che esistevano librerie specializzate in cui si potevano visionare e acquistare testi specialistici in lingua straniera.

6 "The sinergy problem", Rocketscience, 2 (1948), n. 2, giugno, pp. 17-20; "The sinergy curve", Rocketscience, 2 (1948), n. 3, pp. 38-42, n. 4, settembre, pp. 60-63. "The rocket missile", Rocketscience, 2 (1948), n. 2, giugno, pp. 29-31. "The rocket plane", Rocketscience, 3 (1949), n. 2, giugno, pp. 28-31; n. 3, settembre, pp. 57-59, 63; n. 4, dicembre, pp. 77-80. "Possible applications of the liquid fuel rocket on the Earth", Rocketscience, 3 (1949), n. 1, marzo, pp. 3-6. "Exhaust velocity", Rocketscience, 4 (1950), n. 1, marzo, pp. ???. "The ideal impulse", Rocketscience, 4 (1950), n. 2, giugno, pp. 26-30. "The optimum velocity", Rocketscience, 4 (1950), n. 3, settembre, pp. 51-56; n. 4, dicembre, pp. 75-80. "The station in space", Rocketscience, 5 (1951), n. 1, marzo, pp. 2-5.

Si noti che questi lavori, almeno in parte tratti da Wege zur Raumschiffahrt (1929), non sono citati nell'elenco delle opere in Barth (1985), pp. 381-385.

Vi è invece compresa, ma erroneamente assegnata al 1954, la seconda parte di: "Errors in the rocket development", Rocketscience, 6 (1952), n. 1, marzo, pp. 2-7; n. 2, giugno, pp. 26-30, 34.
Recensione della prima parte: "The technology of large rockets has developed differently from those of the other branches of applied science. The theory, possibilities of use, and development patterns all had been known before a liquid propellant rocket was flown or a solid propellant rocket had ascended higher than 7 km. The author then outlines, by means of analogy and his own experiences with German military rocket development, some of the errors committed with regard to technical developments and German organizational procedure. It is then concluded that the V-2 propulsion system was incorrectly chosen with regard to the task to be accomplished. The article is terminated with a discussion of accuracy and precision with regard to a complex rocket"; Technical data digest, 17 (Dayton, Armed Services Technical Information Agency, 1952), n. 4, aprile, p. 38 Link esterno HathiTrust (per University of Minnesota).
Recensione della seconda parte: "A discussion of the control of propellant flow in the liquid propellant rocket is given. If an optimum mass flow is not maintained combustion becomes erratic or unused propellant remains in the tanks. In order to synchronize the flow all nozzles, valves, etc., can be constructed so accurately that the tanks drain in a specific program. Since this is a difficult if not impossible task in a rocket with variable acceleration, the author suggests the use of automatic electronic control devices for regulating propellant flow. The problem of pressurization and pumping of propellants is also discussed. The article is concluded with considerations of the power supply for the various electrical devices in a modern rocket. It is suggested that a small turbogenerator weighing about 7 kg could replace the 30 kg battery used in the V-2"; Technical data digest, 17 (Dayton, Armed Services Technical Information Agency, 1952), n. 7, luglio, p. 39 Link esterno HathiTrust (per University of Minnesota).

"Electric spaceships. I", Radio-Electronics, 22 (1950), n. 3, dicembre, pp. 32-34.
Si tratta di due articoli, così ricordati: "Often considered «far out», Radio-Electronics ventured into space with the December 1950 issue. The «Father of Space Navigation», Dr. Herman Oberth, found himself in the United States [!] practically without funds. He communicated with Hugo Gernsback, whom he had known in the past. The result was two articles entitled «Electric Space Ships»". Radio Electronics, 50 (1979), nn. 7-12, p. 52. È facile immaginare che sia stato Willy Ley a metterli in contatto.

7 Gartmann (1956), p. 72. Non è citata tale attività sui razzi in Who's who in Germany (1956). Si tratta della Hans Hamberger AG, a Oberried sul lago di Brienz Link esterno Wikipedia EN. L'azienda è poi stata ridenominata Link esterno Hamberger Swiss Pyrotechnics AG e ha ora sede a Spietz. Come in tutte le aziende del settore, anche nella Hamberger sono avvenuti gravi incidenti: Der dritte Unfall in der 150-jährigen Geschichte (4/9/2013) Link esterno Jungfrau Zeitung; la fotografia in bianco e nero che correda l'articolo dovrebbe mostrare la sede in cui ha operato Oberth.

8 Fritz (1969), p. 156. Central Europe Journal (1969). Hoffmann (1998), p. 59. Flessner (2000).

9 Neue Zürcher Zeitung, 15/6/1950, 7/9/1951, 15/5/1952, 26/6/1952 Link esterno NZZ. Sul quotidiano elvetico si veda la voce in Link esterno Wikipedia.

10 Gartmann (1956), p. 72. Sykora (1960), p. 192. Martinelli & Randon (1961), p. 711. Childress (1990), p. 200. Zamorani (1996), p. 26. Elder (1997), p. 303. Roth Oberth & Layritz (2001), p. 207.

11 Zamorani (2011), p. 96.

12 Oberth (1959): "as a guest of the fireworks manufacturer, Hans Hamberger, I spent some time at Oberried on the Lake of Brienz, where I continued experiments I had formerly started when I was working for W.A.S.A.G.".

13 Gartmann (1956), p. 71. Zaehringer (1958), pp. 13, 16. Kaiser (1961). Fritz (1969), p. 196. Hoffmann (1998), p. 59. Flessner (2000). Neufeld (2001). Roth Oberth & Layritz (2001), pp. 206-207. Ingenhaag (2007), p. 401.

Molto vaghi i riferimenti alle consulenze in Svizzera in: Walters (1962), pp. 129-130; Sykora (1960), p. 192; Barth (1980), p. 344.

14 Sul sito di Reinsdorf Link esterno Zoom Earth. WASAG Link esterno Wikipedia DE. Dovrebbe riguardare l'esperienza alla WASAG: H. Oberth, "Ground launched antiaircraft", Bibliography of Scientific and Industrial Research Reports (Washington, D.C., Office of the Publication Board), 1900, 4843, 16869, 1945.

15 Sancho (1960). Zamorani (2011), pp. 96-97, 105. Christensen (1990): "After the war, he left Germany unnoticed by the Allies [!] and moved to Switzerland". Cfr. Piszkiewicz (2007), p. 226.

16 H. Oberth, "Fernsteuerung von Fliegerabwehrraketen" [edizione in tedesco], "Le téléguidage des projectiles-fusées" [edizione in francese], Interavia, 4 (1949), n. 8, agosto, pp. 477-480. L'articolo è così sintetizzato in Protar, 15 (1949), n. 9-10, p. 123: "Der militärisch interessante Artikel, der sich weitgehend mit technischen Details befasst, heisst «Fernlenkung von Raketengeschossen» und ist vom bekannten Forscher Oberth geschrieben. Behandelt werden die zwei Steuersysteme mit Leitstrahl und durch Kommando".

17 H. Oberth, "Gedanken eines Raketenforschers zum Überschallflugzeug", Interavia, 5 (1950), n. 7, p. 382; qui citato, però, tramite la descrizione della rassegna bibliografica Transport Documentation, vol. 1 (Den Haag, Nederlands Verkeersinstituut, 1950), cat. I.446, dove il titolo è in inglese: "A rocket researcher's reflections on supersonic flight".

18 "En avril 1946 à la sortie de la guerre naît le mensuel grand format Interavia, sous-titré «Revue de l'aéronautique mondiale»: Quelque 130 pages illustrées sont vendues au prix de 2,50F (= 15F actuels), nourries par la publicité aéronautique et regroupant de riches articles de fonds, avec une diffusion sur toute la planète en 4 éditions distinctes de ses 4 langues (F, GB, D, E). C'est une époque sans Internet, où les quotidiens utilisent très peu d'illustrations, alors qu'il n'y a pas la profusion de la centaine de magazines spécialisés de nos kiosques modernes. La politique est à la «guerre froide» et l'aviation militaire occupe plus de pages que l'aviation civile. L'aviation légère y est presque absente. Quant à l'espace, il connait ses premiers satellites et prend une place croissante dans le magazine. Le nom d'Interavia devient le synonyme d'une information objective et touche aussi le grand public. Le magazine occupera longtemps une place de leader mondial. En 1958, Interavia SA compte 40 collaborateurs dont 18 à Genève". J.-C. Cailliez, Interavia: firme genevoise au magazine aéronautique de qualité, un impact planétaire de 60 ans (1946) (1/2/2010) Link esterno Pionnair-GE.

"Monthly general interest magazine published in English, French, German and Spanish editions. Large page format, 130 pages each. First published in 1946. From October 1970 incorporated the UK title Flying Review International. Typical content: 62 pages of world news, aerospace business news, space news, civil airline news and features, military news and features. The Spanish edition was closed down in 1988. Renamed Interavia Aerospace Review in 1990 with Volume 45". Interavia (15/5/2012) Link esterno Aeroflight.

È abbastanza impressionante sfogliare un numero della rivista (agosto 1949). Il formato è grande, 25 x 33 cm; la copertina è in cartoncino, con qualche tocco di colore. All'interno le illustrazioni sono numerosissime e anche di grande formato. Le fotografie non sono riprodotte con cliché a retino, bensì tramite héliogravure: ciò permette una maggiore risoluzione e una gamma di grigi più ampia, con bianco puro e nero profondo.

19 Scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN; purtroppo la copertura ancora inadeguata del catalogo bibliografico italiano non permette di capire qual'è l'effettiva distribuzione di Interavia. Si noti, però, che nel 1949 aveva un ufficio a Roma, in viale di Villa Massimo 39.

20 R. H. Reichel, "Die ferngesteuerte Flabrakete C2 «Wasserfall»", Interavia, 6 (1951), pp. 569-574. Il Wasserfall Link esterno Wikipedia è un'evoluzione della V2.

21 Ancora da leggere: "Hermann Oberth, Shaper of Things to Come", Interavia, 4 (1949), n. 9 (settembre), pp. 558-561.

"Hermann Oberth, in pursuit of spaceships, delved so deeply into the subject, that by 1920 or thereabouts, he had unwittingly furnished all the technical details of what was to startle the world 20 years later as the long-range V-2 missile. His early years of theoretical and experimental rocket and space-travel studies, and his work prior to and during the war in Germany, are reviewed. During a recent interview, Oberth disclosed a few ne theories yet unpublished. He was worked out plans for a ramjet aircraft capable of some 2600 mph at about 20 miles altitude. The American Earth Satellite Vehicle Program, and Oberth's ideas on space travel by means of an electric space ship, are discussed". Recensione in: Technical data digest, 14 (Dayton, Central Air Documents Office, Navy-Air Force, 1949), n. 22, 15 novembre, p. 35 Link esterno HathiTrust (per University of Minnesota).

Si noti che il titolo dell'articolo cita un romanzo di fantascienza di Herbert G. Wells, The Shape of Things to Come (1933) Link esterno Wikipedia EN, da cui è stato tratto il film Things to Come, di Alexander Korda (1936) Link esterno Wikipedia EN.

22 Dalla prefazione di W. Meyer-Cords a: H. Oberth, Uomini nello spazio (Milano, Longanesi, 1957), pp. 9-10; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

23 H. Oberth, "Fliegerabwehr vom Boden aus", Flugwehr und -Technik, 11 (1949), n. 10; scheda bibliografica Link esterno Helveticat.

24 H. Oberth, "Contraerea (Considerazioni sulla difesa con razzi dal suolo)", Rivista Aeronautica, 26 (1950), n. 12, pp. 939-942 Link esterno AVIA (pdf).

25 Zamorani (2011), pp. 96-98. Caprara (2012), pp. 96-97. Zamorani presume la copertura dell'operazione da parte di Pacciardi e Ferreri alle pp. 105-106, mentre Caprara la dà per certa a p. 96.

26 Esponente di spicco del Partito Repubblicano, è ministro della Difesa ininterrottamente dal maggio 1948 al luglio 1953, in tre governi De Gasperi; in tale ruolo contribuisce attivamente alla ricostituzione delle forze armate e all'adesione dell'Italia alla NATO. Voce in Link esterno DBI. Il suo archivio privato è stato donato alla Link esterno Camera dei Deputati.

27 "FERRERI Emilio, ammiraglio di Squadra, n. a Roma il 28 dicembre 1894. / Roma, Ministero della Difesa- Marina. / Iniziò la carriera nel 1914. Durante la guerra 1915-1918 fu imbarcato su varie unità della flotta. Durante la guerra 1940-1945 fu al comando in capo delle Forze Navali da battaglia, come capo di S.M. e presso Supermarina, addetto alla protezione del traffico marittimo. Nel 1943 segr. gen. della Marina. Nel settembre 1943 assunse il comando del fronte clandestino della Marina costituitosi a Roma. Nel 1944 assunse il comando sup. Incrociatori; nel 1946 di nuovo segr. gen. della Marina. Promosso ammiraglio di Squadra nel 1947. Dal 1948 al 1955 capo di S. M. della Marina. Nel 1955 nominato dir. di controllo degli armamenti dell'Unione Europea Occidentale (UEO). Dec. di due med. d'arg. al V.M., due Croci di guerra al V.M., una Croce di guerra al merito, dell'O.M.I. e di onorificenze straniere". Chi è? Dizionario biografico degli Italiani d'oggi (Roma, Scarano, 1957), p. 223; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

P. Alberini, F. Prosperini, Uomini della Marina. 1861-1946. Dizionario biografico (Roma, Ufficio storico della Marina Militare - Nadir Media, 2015), p. 228 Link esterno Ministero della Difesa. Breve biografia a cura di Link esterno Marina Militare.

28 Zamorani (2011), p. 103. È definito "generale del Genio navale" in Caprara (2012), p. 96. Il Corpo del Genio della Marina, è strutturato in tre specialità: Genio navale, Armi navali, Infrastrutture Link esterno Marina Militare.

"PELLEGRINI Sergio, tenente generale nelle Armi Navali, n. a Piacenza il 2 dicembre 1902 da Enrico e da Emilia Ramella. / La Spezia, Commissione Permanente Esperimento Materiale da Guerra. / Ha ricoperto importanti incarichi tecnici; fu M. del Comit. Armi Navali presso il Minist. della Marina. Già inc. di balistica interna e teoria degli affusti presso l'Acc. navale e inc. di artiglieria presso l'Univ. di Roma. Per i suoi studi tecnico scientif. ha ottenuto nel 1942 il massimo premio della classe di scienze fisiche matematiche e naturali dell'Acc. d'Italia. Pres. della Commiss. permanente per gli esperimenti del materiale da guerra. Med. d'oro di II classe per lavori tecnici e scientif. utili alla Marina Militare. Autore di alcune opere specializzate". Chi è? Dizionario biografico degli Italiani d'oggi (Roma, Scarano, 1957), p. 415; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

"PELLEGRINI Sergio. Insp. Gen. of Naval Weapons. b. Piacenza, Dec. 2, 1902. s. of Enrico, Army Col., & Emilia Ramella [...]". Who's who in Italy. 1967-1968 (Milano - Roma, Intercontinental Book & Publishing, 1958), p. 733; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

S. Pellegrini, Teoria e calcolo degli affusti (Livorno, R. Giusti, 1940); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

"Il Colonnello delle Armi Navali Sergio Pellegrini, già noto per il suo pregevole trattato «Teoria e calcolo degli affusti» premiato lo scorso anno col massimo premio della classe delle scienze della R. Accademia d'Italia ha ora pubblicato in edizione provvisoria un trattato di «Balistica interna»...". "Balistica interna", Rivista marittima, 76 (1943), pp. 370-371; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN. "Direttore della commissione [Mariperman] era allora il generale delle Armi Navali Sergio Pellegrini". C. Boccalatte, "La vasca navale della Spezia e la nascita della moderna architettura navale in Italia", Bollettino d'archivio dell'Ufficio storico della Marina Militare, 27 (2013), n. 3 (Settembre), p. 62 Link esterno Marina Militare (pdf).

29 Mariperman dipendeva dall'Ispettorato di supporto navale della Marina (NAVISPELOG). L'ambito d'azione è ben definito dall'elenco dei suoi dodici istituti: 1) Costruzioni e architettura navale (ICN); 2) Allestimento navale (IAN); 3) Artiglieria e munizionamento (IAM); Macchine e motori (IMA); Elettroacustica (IEA); Armi subacquee (IAS); Chimica applicata (ICA); Chimica degli esplosivi (ICE); Fisica applicata (IFA); Tecnologia (ITE); Elettrotecnica e direzione tiro (IET); 12) Ufficio studi Degaussing di Augusta (UDG). P. Mari, A. Giovanetti, Modelli organizzativi «a rete» per gestire la ricerca militare in Italia (Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004), p. 113 Link esterno Google libri.

30 G. Fioravanzo, La Marina italiana nella seconda guerra mondiale. XXI. L'organizzazione della Marina durante il conflitto, vol. 3 (Roma, Ufficio storico della Marina Militare, 1978), p. 242; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

31 Archivio Randolfo Pacciardi, Sezione fotografica, Album n. 16: Visita del Ministro della difesa all'Arsenale militare marittimo La Spezia 1949 luglio 15 Link esterno Archivio storico - Camera dei deputati.

32 Walters (1962), p. 130.

33 L'importanza attuale delle basi navali italiane può essere sintetizzata con alcuni indicatori dei relativi arsenali: Taranto, 90 ettari, 4,5 km di banchine, circa 2300 dipendenti civili e 200 militari Link esterno Marinarsen Taranto; La Spezia, 85 ettari, 2,6 km di banchine, circa 1900 dipendenti civili e 200 militari Link esterno Marinarsen La Spezia; Augusta, 7 ettari, circa 251 dipendenti civili e 96 militari Link esterno Marinarsen Augusta.

34 Le due fonti principali sono in disaccordo. Secondo Zamorani (2011), p. 96, Pellegrini ha incontrato per la prima volta Oberth a "fine estate 1950". Secondo Caprara (2012), p. 96, "nella primavera del 1950" Pellegrini è riuscito "a prendere contatti con Oberth" ed il 30 maggio, a Oberried, è stato definito un accordo preliminare.

35 Zamorani (2011), figure alle pp. 99-101. Due erano già state pubblicate, con una qualità inferiore, in Orengo (2007), p. 52.

Consideriamo Zamorani (2011). È evidente che il panorama sullo sfondo è identico nelle fotografie alle pp. 100-101. D'altra parte, è altrettanto evidente che Oberth e Pellegrini abbiano gli stessi vestiti nelle fotografie alle pp. 99-100. La presenza delle due bandiere sullo sfondo non avrebbe senso nel caso di un semplice contratto tra un privato, cittadino tedesco per giunta, e lo Stato italiano. Sarebbe importante identificare le numerose persone ben riprese nelle immagini.

36 Tale interpretazione dovrebbe stimolare la ricerca di fonti primarie sul soggiorno elvetico di Oberth, anche a livello del governo federale. Che questo non fosse interessato al razzo sviluppato nell'azienda di Hamberger, perché aveva già scelto prodotti Oerlikon? Si veda: Zaehringer (1958), p. 34.

Caprara (2012), p. 116, ricorda che la Oerlikon-Contraves ha aperto una filiale in Italia nel 1952: "Proprio la sede italiana aveva sviluppato, dopo un ordine di acquisto di alcuni esemplari da parte dell'aeronautica nel 1954, una versione per l'addestramento... che iniziò i lanci da Salto di Quirra il 25 ottobre 1956 con le attrezzature predisposte dalla stessa aeronautica. Il razzo a propellenti liquidi era nato alla Oerlikon-Contraves nel 1950 con la sigla RSC-51 ed era già stato collaudato, oltre che in Svizzera, anche in Francia e negli Stati Uniti".

"Alla giornata aviatoria zurighese del 1° settembre hanno evoluito gli alianti Fouga CM 8-13 e Moswey III (in pattuglia). Grande interesse ha suscitato poi il nuovo razzo contraerei Oerlikon, radar comandato per la ricerca automatica del bersaglio fino ad una quota di 20 km. Lanciato da apposita catapulta mobile, il razzo è lungo 5 m e segue durante il volo un raggio radar emesso da una stazione contigua", con una fotografia del razzo sulla rampa. "A Zurigo alianti e razzi contraerei", Alata, 7 (1951), n. 10, ottobre, p. 11 Link esterno AVIA (pdf);

37 Cfr. la fotografia di Hermann e Mathilde a La Spezia in: Barth (1985), p. 224. Il confronto delle foto, scattate a un solo anno di distanza, mostra quello che può fare un lavoro ben retribuito, in una località amena, quando si è finalmente riuniti alla propria famiglia: Oberth, a La Spezia, è rilassato e sorridente. Non che fosse sempre così! Si veda la nota successiva.

38 Barth (1975), p. 146: "Situaţia s-a ameliorat într-atît încît l-au putut însoţi acolo şi soţia sa şi fiul său Adolf" [La situazione è migliorata a tal punto, che avrebbero potuto accompagnarlo la moglie e il figlio Adolf].

Nel periodo spezzino ci sono stati alcuni problemi personali e persino strascichi giudiziari con il genero. La vicenda, oscura in Caprara (2012), pp. 98-99, è invece ben chiara, in tutta la sua mediocrità, in Zamorani (2011), pp. 99-100: Oberth aveva denunciato Karl per avergli rubato "un materasso e un tubetto di chinino". Col tempo, a quanto pare, Markstaller ha perdonato il suocero: "Mrs. Mathilde Oberth, second from right, and her son-in-law Karl Markstaller, center, recently visited Mrs. Thea Savage of JJ12 Poquita in El Paso"; El Paso Herald-Post (17/7/1969), p. 29.

39 Roma (nave da battaglia 1940) Link esterno Wikipedia e Littorio (nave da battaglia) Link esterno Wikipedia. Si sottolinea che non si è trattato di bombe razzo, come indicato in Corazzata Roma Link esterno Marina Militare e Carlo Bergamini Link esterno Marina Militare (situazione del 25/2/2017).

L'attacco della Luftwaffe era stato condotto con bombardieri Dornier Do 217 K-2 Link esterno Wikipedia, dotati di bombe alate Ruhrstahl SD 1400 Link esterno Wikipedia, soprannominate Fritz X Link esterno Wikipedia EN, ideate dall'ing. Max Kramer (1903-1986) Link esterno Wikipedia EN. Le bombe dovevano essere sganciate ad una quota relativamente bassa (dell'ordine di 5000 m), per poterle continuare ad osservare dallo stesso bombardiere, anche grazie ad un bengala acceso nel piano di coda. La caduta libera poteva essere deviata verso l'obbiettivo, agendo via radio sulle alette direzionali. La messa a punto degli ordigni era stata completata solo l'anno prima in Italia. Kramer è poi stato arrestato dagli statunitensi nell'ambito dell'Operazione Paperclip ma, a differenza di Oberth, è stato inviato negli USA, dove ha continuato la sua attività di ricerca.

40 Sull'uso sistematico del nitrato di ammonio da parte di Oberth: Zaehringer (1958), pp. 13, 16. Forti (1961). Considerata la continuità dell'impegno di Oberth per questo tipo di razzo, è interessante ricordare che Zaganescu & Kalmutchi (1985), p. 660, hanno fatto un'ipotesi sulla composizione della miscela sviluppata negli anni Trenta. Cfr. la composizione del propellente M-15 RATO in Zaehringer (1958), p. 214. Nitrato d'ammonio Link esterno Wikipedia.

41 Ugello di scarico Link esterno Wikipedia.

42 Oppure per causare danni ai bombardieri anche con la proiezione dei frammenti dello scafo del razzo?

43 Barth (1985), p. 223. Barth (1991), pp. 211-212.

44 Gartmann (1956), p. 72. Gartmann (1958), p. 542.

45 Zamorani (2011), pp. 98, 99. Caprara (2012), p. 97.

46 Memorandum of Conversation with the Ambassador of Italy and Homer M. Byington, Jr., January 15, 1951, Acheson Papers, Secretary of State File (15/1/1951) Link esterno Truman Library. Alberto Tarchiani Link esterno Wikipedia. Homer M. Byington Jr. Link esterno The New York Times.

47 Walters (1962), p. 130. È la prima fonte finora rintracciata che ricorda l'uso di questo pseudonimo: si noti, in relazione a quanto ipotizzato infra, che la Walters ha ritenuto che sia stato Oberth a sceglierlo.

48 Hoffmann (1998), p. 59. Grazie a una cartolina affrancata nel 1954 e databile a qualche anno prima, è possibile chiarire che la denominazione completa era "Albergo Shelley e delle Palme"; ora Hotel Shelley e delle Palme, Lungomare Biaggini 5 Link esterno Street View.

49 Secondo Caprara (2012), p. 98, Oberth risiedeva in via Verdi 4, inesistente a La Spezia.

In Zamorani (1996), p. 26, e Zamorani (2011), p. 97, è indicato il quinto piano di piazza Verdi 4; l'edificio è visualizzabile tramite Link esterno Street View. Nonostante un refuso, una fonte coeva conferma: "734. OBERTH, Professor Hermann / Piazza Ver[d]i 4, La Spezia, Italy. Honorary Fellow"; "List of members", Journal of the British Interplanetary Society, 12 (1953), p. 361.

Secondo Barth (1985), p. 225, e Barth (2008), p. 176, risiedeva al civico 2 di piazza Verdi, compreso nello stesso isolato.

50 Hermann Oberth e Mathilde Hummel – più nota con i diminutivi Tilla, Tilli e Tilly – si sono sposati nel 1918. I loro figli sono: Julius (1919-1943), Erna (1922-2012), Ilse (1924-1944) e Adolf Eduard (1928-2007) Link esterno Geni.com.

Erna ha sposato Karl Markstaller nel 1938: Barth (1991), p. 191. Si è laureata in Legge all'università di Erlangen nel 1948 e ha conseguito il dottorato nella stessa materia all'università di Berna nel 1951: O. Walthert, "Zum 85. Geburtstag von Dr. Erna Roth-Oberth", Mitteilungen Deutsche Gesellschaft für Luft- und Raumfahrt - Lilienthal-Oberth e.V., n. 4/2007, p. 51 Link esterno Google libri. La sua tesi di dottorato è: Probleme im Deutschen und im Schweizerischen Jugendstrafrecht [Problemi nella giustizia minorile in Germania e in Svizzera] (Bern, Schwetzingen, 1951); scheda bibliografica Link esterno Deutsche Nationalbibliothek. È diventata consulente legale a Norimberga: Gartmann (1956), p. 72. In occasione della sua morte è apparso l'articolo: M. Zuber, Sie hat die Fackel entzündet (7 settembre 2012) Link esterno Siebenbürgische Zeitung.

Ilse ha mutuato dal padre gli interessi per la missilistica ed è deceduta con altre 26 persone in un'esplosione accidentale: D. Piszkiewicz, The Nazi Rocketeers: dreams of space and crimes of war (Mechanicsburg, Stackpole, 2007), p. 139 Link esterno Google libri; la prima edizione (Westport-London, Praeger, 1995) è in Link esterno Internet Archive.

Breve biografia di Adolf: H. Barth, Adolf Oberth - herausragender Forscher und Erfinder (10 dicembre 2007) Link esterno Siebenbürgische Zeitung. Necrologio in inglese: "In Memoriam. Dr. Adolf E. Oberth, 1928-2007", Chemical Propulsion Information Analysis Center Bulletin, 33 (2007), n. 6, p. 13 Link esterno DSIAC (pdf). Adolf Oberth Link esterno Wikipedia DE. Brevetti: Link esterno Google.

51 Caprara (2012), p. 97. Pare più adatto di "Operazione Lago": Zamorani (2011), p. 98. Il 7 febbraio 1953 Oberth dattiloscrive "L A G O" e basta: Orengo (2007), illustrazione a p. 54. Che si tratti, al contempo, di un acronimo?

52 L'ipotesi è stata già fatta da Zamorani (2011), p. 98.

53 UN World (1952), p. 9. Caprara (2012), pp. 96, 97.

54 Oberth & Partel (1951). La "Intervista con il Prof. Oberth" è uno dei tre articoli citati in copertina.

Glauco Partel è nato il 23 aprile 1927 da Vittorio Partel, nato a Trieste il 15 dicembre 1884, e da Berta Locovich, nata il 9 agosto 1902; la famiglia risiedeva a Monfalcone nel 1932 – Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia, 75, n. 82 (7/4/1934), p. 1857 Link esterno Au.G.U.Sto. (pdf). Ha come secondo nome Attilio ed è nato a Monfalcone, Gorizia; altre informazioni biografiche sono in Link esterno Prabook. Il ruolo di Partel nella missilistica italiana è tratteggiato in Caprara (2012), pp. 232-236.

Di tale organizzazione del lavoro e di critica al segreto militare tratta anche: Oberth (1952a).

55 Caprara (2012), p. 98: la "sua équipe... arriverà a coinvolgere fino a otto persone, tutti tecnici tedeschi". Si veda, però la tabella I.

56 Sulla storia del Laboratorio: Orengo (2007).

Il perito chimico esplosivista Franco Orengo (1928-2012) è entrato in servizio nel Laboratorio chimico nel 1951: ha quindi avuto modo di conoscere Oberth. "18.01.2008: Il nostro Socio Franco Orengo ha raccolto in volume i suoi ricordi, le sue esperienze nel campo degli esplosivi, d'uso sia militare che civile, accumulata nel corso della vita di perito tecnico esplosivista trascorsa presso il Laboratorio Chimico di Marimuni San Bartolomeo e successivamente presso l'Istituto Ch.E. di Mariperman, cooperando attivamente a farne un centro di ricerca e sperimentazione assai apprezzato, estendendo i suoi rapporti anche con il mondo universitario italiano e straniero. Oggi il volume, pubblicato dall'Accademia nella collana Genti e Paesi con il titolo "Cenni storici sull'Istituto di Chimica degli Esplosivi di Mariperman" è stato presentato, dal perito Carlo Zelasco" Link esterno Accademia Capellini. "L'Accademia Capellini in lutto per la scomparsa di Franco Orengo" Link esterno Città della Spezia (21 febbraio 2012).

Cenni biografici di Brandimarte sono in: Orengo (2007), pp. 106, 108, 128-130 e ritratto a p. 107. "Enzo Brandimarte dell'Istituto «Chimica degli Esplosivi» di S. Bartolomeo - La Spezia, è stato promosso al grado di ispettore chimico della Marina Militare e perciò trasferito a Roma al Ministero della Marina (Maricomitarmi)" – La Chimica e l'Industria, 39 (1957), p. 1073; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

La seguente lista di contributi editi, presumibilmente incompleta, è stata verificata con i riferimenti in Orengo (2007), pp. 118-120, e può essere integrata dai rapporti interni elencati in Orengo (2007), pp. 130-132.

1935 – M. Tonegutti, E. Brandimarte, "Il saggio di Lécorché e Jovinet applicato alla verifica delle moderne polveri a centralite", Rivista d'artiglieria e genio, 74 (1935), p. 1073; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1937 – M. Tonegutti, E. Brandimarte, "Esperienze di conservazione prolungate ad 80° ed in ambiente secco di balistite di varia età e provenienza", Rivista d'artiglieria e genio, 76 (1937), p. 1741; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1938 – M. Tonegutti, E. Brandimarte, "Expériences de conservation prolongée à 80 degré et dans un milieu sec de balistites d'âge et de provenance différentes", M.A.F. (1938).
M. Tonegutti, E. Brandimarte, "Studio comparativo su alcuni saggi elettrochimici proposti per la determinazione della stabilità delle polveri infumi", Atti del X Congresso internazionale di chimica: Roma, 15-21 maggio 1938, vol. 5 (Roma, Tipografia editrice Italia, 1939), pp. 1036-1044; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
M. Tonegutti, E. Brandimarte, "Il saggio manometrico di Heid applicato all'esame di alcune polveri alla nitroglicerina", Atti del X Congresso internazionale di chimica: Roma, 15-21 maggio 1938, vol. 5 (Roma, Tipografia editrice Italia, 1939), p. 1045; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1939 – M. Tonegutti, E. Brandimarte, "La composizione delle polveri infumi alla luce del saggio manometrico di Heid", La Chimica e l'Industria, 21 (1939), n. 7, pp. 419-432; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN [M. Tonegutti und E. Brandimarte, Über die Beständigkeit von Sprengstoff­ gemischen nach der Methode von Haid. Nach der Meth. von Haid, Becker u. Dittmar (vgl. C. 1935. II. 169) wurde der Einfl. verschied. Zusätze zu Sprengstoffen auf die Zers.-Geschwindigkeit bei 63° untersucht. Cordite mit einem Geh. von ungesätt. Verbb. enthaltendem Vaseline verschied. Bromzahl (bis 80) ergaben über lange Zeiten (170 Stdn.) negative Druckwerte (bis - 86 mm Hg). Ebenso wie durch Zusatz von CaCO3 Balistit etwas stabilisiert wird, wird dies im größeren Umfang durch Zusatz von 1-7% Zentralit (Diäthyldiphenylharnstoff) (I) bewirkt, wobei die größeren Zusätze über kurze Zeiten (zwischen 80 u. 120 Stdn.) negative Drucke ergeben u. aber 1% Zusatz über 160 Stdn. einen konstanten Druck von etwa 20 mm Hg ergibt. Die von Tonegutti bereits festgestellte stabilisierende Wrkg. von Diphenylharnstoff ergab in Menge von 7% zu einer Pulvertype über 160 Stdn. einen annähernd gleichbleibenden Druck, ein weiterer Zusatz von 2% I einen geringen negativen Druokwert über etwa 150 Stdn. u. ein Zusatz von 0,25% Acardit einen besten gleichbleibenden Druck von etwa + 10 mm Hg über 170 Stunden. Weitere graph. Darstellungen betreffen die Wärmebeständigkeit nach Haid, Becker u. Dittmar für mit Nitroglycerin, Nitrocellulose oder Nitroacetylcellulose gelatinierte Sprengstoffe unter Zusatz von 5% Phthalid bzw. auch Zusatz von zuzüglich 2% I, wobei im letzten Fall wieder ein negativer Druck über 150 Stdn. beobachtet wird. Dabei ergibt sich auch, daß die Nitrate der Cellulose gegenüber Acetylcellulose unbeständiger sind. Auch der Zusatz von (1%) Kalium-nitrat oder (1%) Natriumoxalat zu den untersuchten Gemischen bewirkt eine Verschiebung der Wärmebeständigkeit zu negativen Druckwerten. (Chim. e Ind. [Milano] 21. 419-23. Juli 1939.) Chemisches Zentralblatt, n. 21 (22/11/1939), p. 3660 Link esterno dLibra (pdf)].
M. Tonegutti, E. Brandimarte, "Sulla stabilità chimica delle nitrocellulose da stoppa di canapa", Annali di chimica applicata, 29 (1939), p. 350; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN [Mario Tonegutti und Enzo Brandimarte, Über die chemische Stabilität der aus Hanfwerg erhaltenen Nitrocellulose. Von 2 Hanfarten, dem sogenannten Chlorhanf sowie dem nach dem Cappelli-Verf. veredelten Hanf (Hanfflocken) werden die Kennzahlen mitgeteilt. Die Nitrocellulose aus Baumwollinters u. die aus Hanfflocken be­sitzen etwa die gleiche Beständigkeit; die aus Chlorhanf ist viel weniger stabil. (Ann. Chim. applicata 29. 350-56. Aug. 1939. La Spezia, Chem. Labor. der italien. Marine.) Chemisches Zentralblatt, n. 20 (15/11/1939), p. 3507 Link esterno dLibra (pdf)].
M. Tonegutti, E. Brandimarte, "La determinazione degli ftalati dialchilici nelle polveri alla nitroglicerina", Annali di chimica applicata, 29 (1939), n. 11; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
M. Tonegutti, E. Brandimarte, "Studio comparativo su alcuni saggi elettrochimici proposti per la determinazione della stabilità delle polveri infumi", Rivista d'artiglieria e genio, 78 (1939), maggio, giugno-luglio e agosto-settembre; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1940 – [Opera derivata dall'ultima censita nel 1939, nota dalla sintesi in: M. Tonegutti und E. Brandimarte, Vergleichende Untersuchung über einige zur Stabilitätsbestimmung rauchloser Pulver vorgeschlagene elektrochemische Prüfungen. Beständigkeitsprüfungen an vier mit verschied. Zusätzen stabilisierten Nitroglycerin-Pulvern, nämlich Abel-Test bei 80°, Methylviolett-Test bei 125°, Deutscher 100°-Test, Taliani-Test bei 105 bzw. 125°, Thomas-Test bei 105°, Bergmann-Junk-Test nach Pleusz (3 Stdn. bei 132°) u. Waltham-Abbey-(Silbergefäß-) Test bei 80° zeigen sehr unterschiedliche Ergebnisse. Vf. legt die Ergebnisse des letztgenannten, da sie den auf Grund der stabilisierenden Zusätze zu erwartenden am besten ent­sprechen, der Beurteilung der folgenden potentiometr. Methoden unter gelegentlicher Heranziehung von weiteren Vers.-Substanzen (Nitrocellulose, Nitroacetylcellulose sowie daraus hergestellte Pulver, Ballistite, Cordite) zugrunde: 1. Bei der Meth. nach Hansen wird die wahre Stabilität des Pulvers durch den Einfl. des CaCO3-Geh. über­deckt. 2. Die Meth. nach Hansen-Metz, bei der zum Unterschied von der vorigen die Erhitzung in Ggw. von W. erfolgt, hatte ebenfalls widersprechende u. nicht mit dem Silbergefäßtest übereinstimmende Ergebnisse. Sehr störend sind dabei Siede­verzüge. 3. Die Meth. nach Lecorche-Metz, bei der die Proben zwischen den einzelnen, verhältnismäßig langen Erhitzungsperioden dem Einfl. von Feuchtigkeit ausgesetzt werden, ausgeführt bei 100°, erwies sich nach dem obengenannten Gesichtspunkt als sehr günstig. Die Zeitdauern bis zum plötzlichen Abfall des pH auf den Wert 3 standen in gutem Einklang mit Menge u. Art der Stabilisatoren (Zentralit, Phthalid, Äthylphenyl- u. Diphenylurethan, Diphenylamin, Vaseline, Akardit, teilweise gleich­zeitig). Dies wird zum Teil auf die gegenüber 1. u. 2. längere Vers.-Dauer zurückgeführt. 4. Bei der Meth. von Grotanelli (1931) erfolgen die pH-Messungen nicht nacheinander an verschied., gleichzeitig angesetzten Proben, sondern kontinuierlich in einem Ab­sorptionsgefäß, das eine Chinhydronlsg. enthält u. in das die Zers.-Gase aus dem auf nur 80-85° (auch bei 30° erhielten Vff. starken Abfall des pH) erhitzten Rk.-Gefäß durch einen feuchten Luftstrom übergeführt werden, wobei das Pulver in seiner ursprünglichen Form angewendet werden soll. Vergleichende Unters. der Pulverprobe (unter anderem Äthylphenylnitrosaminbest., Auftreten brauner Dämpfe) u. des vorgelegten W. während des Vers. zeigte, daß ein Pulver schon in Zers. begriffen sein kann, wenn sein pH noch über 6 u. das der Fl. noch über 1 liegt, umgekehrt kann das letztere unter 1 fallen, bevor die Zers, cintritt. Wird aber nicht ein bestimmter pH-Wert der Fl., sondern das Auftreten nitroser Dämpfe als maßgebend angesehen, so stimmen die Ergebnisse gut mit denen des Silbergefäßtestes überein. Verss. mit den durch Messung der Leitfähig­keit an Stelle des pH umgestalteten Methoden 3 u. bes. 4 verliefen sehr günstig, die Zers, läßt sich gut verfolgen, auch schon in ihrem Anfangsstadium. (Z. ges. Schieß- u. Sprengstoffwes. 35. 52. 19 Seiten bis 173. 1940. Spezia, Chem. Zentrallabor. der italien. Kriegsmarine.) Chemisches Zentralblatt, n. 24 (11/12/1940), p. 3431 Link esterno dLibra (pdf)].

1947 – E. Brandimarte, "L'analisi delle polveri senza fumo", La Chimica e l'Industria, 29 (1947), n. 1, pp. 3-5; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1949 – E. Brandimarte, "Propellenti per motori a reazione", Rivista marittima, 81 (1949), ottobre; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1950 – E. Brandimarte, Guida per l'esecuzione delle prove pratiche e delle analisi sugli esplosivi (La Spezia, Mariperman, 1950), 157 pp.; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
E. Brandimarte, a cura di, I propellenti liquidi per motori a reazione (La Spezia, Mariperman, 1950), 63 pp.; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
E. Brandimarte, "Gli esplosivi per armi subacquee", Rivista marittima, 82 (1950), luglio, pp. 35-36; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1952 – E. Brandimarte, "La flemmatizzazione degli esplosivi", Rivista marittima, 84 (1952), giugno, pp. 405-413; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1953 – E. Brandimarte, "Sensibilità dei saggi di Lécorché-Jovinet e con le cartine sensibili effettuati sulle polveri alla centralite", La Chimica e l'Industria, 35 (1953), n. 3, pp. 142-143; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
E. Brandimarte, "Ricerche sulle miscele ottenute per fusione di nitrato ammonico e diciandiamide", La Chimica e l'Industria, 35 (1953), pp. 553-560; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN. Riportato in calce tra gli estratti, come Brandimarte (1953), anche se riguarda un esplosivo e non un propellente.
E. Brandimarte, "Circa il comportamento del T4 nelle miscele di scoppio tipo ASN", Rivista marittima - Supplemento tecnico (1953), ottobre; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
E. Brandimarte, E. Pelizza, "La cromatografia applicata all'analisi degli esplosivi", Rivista militare (1953), ottobre, p. 1021; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1954 – E. Brandimarte, "Sulle combinazioni molecolari degli stabilizzanti e gelatinizzanti usati nelle polveri senza fumo", La Chimica e l'Industria, 36 (1954), febbraio, pp. 108-110; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
E. Brandimarte, "Mario Tonegutti", La Chimica e l'Industria, 36 (1954), giugno, p. 494; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1955 – E. Brandimarte, "Sull'azione rivelatrice e tamponatrice della centralite nei riguardi delle aureole di decomposizione delle polveri senza fumo", La Chimica e l'Industria, 37 (1955), luglio, pp. 616-622; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
E. Brandimarte, "Il comportamento polarografico delle sostanze impiegate come stabilizzanti delle polveri senza fumo", Rivista militare (1955), dicembre, pp. 1446-1452; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN. Lo stesso articolo è stato pubblicato anche in: La Chimica e l'Industria, 37 (1955), maggio, pp. 348-351; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1956 – E. Brandimarte, E. Pelizza, "Circa un interessante caso di trasformazione chimica del tritolo", Rivista marittima (1956), marzo; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1957 – E. Brandimarte, E. Pelizza, "Il potere stabilizzante delle vaselline in rapporto alla loro composizione chimica", La Chimica e l'Industria, 39 (1957), agosto, pp. 664-672; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1961 – E. Brandimarte, "Esplosivi" in Enciclopedia Italiana. III Appendice (1961) Link esterno Treccani.

1962 – E. Brandimarte, "Il potenziale redox delle polveri senza fumo in decomposizione", Rivista marittima - Supplemento tecnico (1962), agosto, pp. 29-38; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1963 – E. Brandimarte, M. Rivieri, "Sulle manifestazioni di invecchiamento della polvere C2", Rivista marittima - Supplemento tecnico (1962), agosto, pp. 43-55; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1965 – E. Brandimarte, "Comportamento della balistite al cimento termoidrolitico", Rivista marittima - Supplemento tecnico (1965), agosto; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1966 – E. Brandimarte, Teoria delle esplosioni ed esplosivi di scoppio (Livorno, Poligrafico dell'Accademia navale, 1966).

1967 – E. Brandimarte, E. Pelizza, "La nitroguanidina e la etilcentralite co-stabilizzanti delle polveri infumi", Rivista marittima - Supplemento tecnico, 100 (1967), n. 8, agosto, p. 123; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1968 – E. Brandimarte, "Le cariche di scoppio", Rivista marittima - Supplemento tecnico (1968), agosto, p. 91; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1969 – E. Brandimarte, "Miscele esplosive a base di nitroguanidina", Rivista marittima - Supplemento tecnico (1969), agosto, pp. 75-83.
E. Brandimarte, E. Pelizza, "Meccanismo d'azione stabilizzante della nitroguanidina in presenza della centralite", Rivista marittima - Supplemento tecnico (1969), agosto, pp. 67-74; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1971 – E. Brandimarte, "La detonazione", Rivista Aeronautica (1971), n. 1, pp. 75-97; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

1976 [ristampe] – E. Brandimarte, "La cromatografia applicata all'analisi degli esplosivi", I cento anni della «Rivista militare», a cura di P. G. Franzosi (Roma, Tipografia regionale, 1976), citato a p. 277; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
E. Brandimarte, "Il comportamento polarografico delle sostanze impiegate come stabilizzanti delle polveri senza fumo", I cento anni della «Rivista militare», a cura di P. G. Franzosi (Roma, Tipografia regionale, 1976), citato a p. 278; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

57 Caprara (2012), p. 98. "Valdilocchi" è un toponimo più diffuso di "Val di Lochi" o "Val di Locchi": si veda ad esempio Link esterno Marina Militare e CDS News.

58 Caprara (2012), p. 98.

59 Zamorani (2011), p. 100. Quindi Oberth non era "rigorosamente astemio", come sostenuto in: Zamorani (1996), p. 27.

60 Rivista Aeronautica (1951), p. 548.

61 Koch dovrebbe essere "Mr. Jones": cfr. Walters (1962), p. 131.

Buna Werke Schkopau Link esterno Wikipedia EN.

62 "Two German physicists, Hermann Oberth, rocket propulsion expert, and Gottfried Koch, chemist and vice director of the Buna plant in Schkopau, were employed by the Italian Navy in La Spezia. See memo CIA to AC of S, G-2, re: Eugen Dollmann, 17 Nov. 1951, NA, RG 263, Eugene Dollmann Name File, 2". R. Breitman, N. J. W. Goda, T. Naftali, R. Wolfe, U.S. Intelligence and the Nazis (Cambridge, Cambridge University Press, 2005), nota 40 alle pp. 334-335 Link esterno Google libri.

63 Ancora da leggere: The artificial satellite. The proceedings of the second International Congress on Astronautics, London, 1951, a cura di L. J. Carter (London, The British Interplanetary Society, 1951-1952); scheda bibliografica Link esterno British Library. A tali atti dovrebbero essere dedicati almeno in parte due volumi del Journal of the British Interplanetary Society: 10 (1951) e 11 (1952).

Il primo congresso, svoltosi a Parigi nel 1950, ha avuto un carattere organizzativo: non erano presenti delegati italiani e non ne sono stati stampati gli atti; una descrizione è in Rivista Aeronautica (1950), p. 885. Sui tre congressi qui di interesse: Haley (1958).

64 Journal of the British Interplanetary Society, 10 (1951), pp. 4, 5.

Del comitato promotore facevano parte, insieme a Casiraghi ed Eula, professore ordinario di Aerodinamica all'Università di Roma, il prof. Giorgio Abetti, il generale del Genio aeronautico Gaetano Arturo Crocco e il prof. Enrico Pistolesi. "Associazione Italiana Razzi", Memorie della Società Astronomica Italiana, 22 (1951), p. 271 Link esterno SAO/NASA ADS.

65 Oberth (1952a). Naturwissenschaftliche Rundschau (1953).

66 Caprara (2012), p. 99.

67 Gartmann (1956), p. 72. Walters (1962), p. 129. Hoffmann (1998), p. 59.

68 Dati ottenuti con la ricerca avanzata Link esterno Google delle stringhe "Fritz Hann" e "John Smith", specificando il tedesco come lingua e la Germania come area geografica: circa 182 ricorrenze per la prima e circa 170.000 per la seconda (28/2/2017).

69 Il che si limita a rimandare la soluzione del problema, probabilmente trascurabile, di un nome ridicolo e riporta l'attenzione sullo spionaggio e il controspionaggio nell'Italia di quegli anni, un ambiente dominato da James Angleton (1917-1987) Link esterno Wikipedia: "Torna a Roma alla fine degli anni Quaranta ricoprendo il ruolo di capostazione CIA".

Direttamente con Angleton aveva collaborato, con il nome in codice "Salty", il capitano di fregata Carlo Arturo Resio (nato nel 1904), già nel Servizio informazioni e sicurezza (SIS) della Marina: G. C. Chalou, The Secrets war. The Office of Strategic Services in World War II (Washington, D.C., U.S. National Archives and Records Administration, 1992), passim Link esterno HathiTrust; G. Casarrubea, Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra (Milano, Bompiani, 2005) Link esterno Google libri; M. Holzman, James Jesus Angleton, the CIA, and the Craft of Counterintelligence (Amherst, University of Massachusetts Press, 2008), pp. 61-62 Link esterno Google libri.

Il ministro Pacciardi aveva fondato nel 1949 il Servizio informazioni forze armate (SIFAR), diretto fino al marzo 1951 dal generale Giovanni Carlo Re Link esterno Wikipedia.

Negli anni che qui interessano operava in Svizzera Eugen Dollmann (1900-1985), già colonnello delle SS Link esterno Wikipedia: "Tornato a Roma nel 1946, fu riconosciuto in un cinema ed arrestato, ma gli americani lo fecero subito liberare e un loro agente, James Angleton, lo fece trasferire in Svizzera... Visse in Svizzera sotto falsa identità come agente di spionaggio fino al 1952".

70 Barth (1980), p. 356. Cfr. C. Casci, Sulla risoluzione delle equazioni differenziali del moto dei missili (Milano, Politecnico di Milano, 1952); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

71 Orengo (2007), p. 138. Altre pubblicazioni sono firmate con Brandimarte: cfr. supra.

"La Gazz. Uff. n. 33 del 9.II.50 pubblica i risultati del concorso a 5 posti di chimico aggiunto nel personale civile dei chimici per le Direzioni armi e armamenti navali, bandito con D. M. 4.III.49. / Sono stati dichiarati idonei, e quindi vincitori e nominati con decorrenza 1.XII.49, i seguenti candidati: 1. - Dott. Eugenio Pelizza con punti 8,02 su 10; 2. - Dott. Vittorio De Angeli con 7,06". "Concorso a posti di chimico nella Marina", La Chimica e l'Industria, 32 (1950), p. 94; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

"Infine, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la Difesa, ha deliberato la nomina a Dirigente Generale tecnico del Dirigente Superiore dottor Eugenio Pelizza". Vita italiana, 23 (1973), p. 351; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

72 UN World (1952).

73 Zamorani (2011), p. 101. Caprara (2012), p. 98.

74 Petermann (2007). Su Sänger Link esterno Wikipedia ed Encyclopedia Astronautica.

75 Sebbene Otto Gert Folberth (nato nel 1924) sia un fisico Link esterno Wikipedia DE, pare trattarsi del quasi omonimo padre: Otto Folberth Link esterno Wikipedia DE; il suo archivio è conservato da Link esterno Siebenbürgen-Institut.

76 Su Medias, nella Transilvania che faceva parte dell'impero austro-ungarico, alla nascita di Oberth, e poi della Romania Link esterno Wikipedia.

77 Biagi (1971), pp. 48-49. Barth (1975), p. 146. Barth (1980), p. 345. Zaganescu & Kalmutchi (1985), pp. 659-660, 662.

78 R. Breitman, N. J. W. Goda, Hitler's Shadow. Nazi War Criminals, U. S. Intelligence, and the Cold War (Washington, D.C., National Archives, 2010), pp. 60-61 Link esterno Internet Archive; scheda bibliografica Link esterno Library of Congress. Su Herbert Alois Kraus Link esterno Wikipedia DE. Sul Counterintelligence Corps Link esterno Wikipedia EN.

79 Oberth (1952b).

80 Oberth (1952c).

81 Non tutti i giornalisti avevano preso seriamente la notizia: G. Dicorato, Andavamo al Giamaica (Milano, Lampi di stampa, 2012), pp. 34-35 Link esterno Google libri. Gli scienziati, tra cui Amaldi, erano rimasti scandalizzati. La vicenda può essere ricondotta in un ampio filone che arriva fino ai nostri giorni: Fusione nucleare fredda Link esterno Wikipedia.

Le date dell'esplosione delle prime bombe all'idrogeno statunitensi e sovietiche sono tratte, rispettivamente, da Ivy Mike Link esterno Wikipedia EN e Joe 4 [RDS-6s] Link esterno Wikipedia EN.

82 A. Cortesi, "Hydrogen blast reported in Italy; Transformation of the element into Helium announced by the Defense Minister", The New York Times (29/7/1952), p. 5 Link esterno The New York Times Archives. [R. F.], "L'expérience nucléaire italienne continue à passioner l'opinion publique", Tribune de Lausanne (7/8/1952), p. 1 Link esterno Scriptorium. "Hydrogen bomb rumor in Italy", Bulletin of the Atomic Scientists, 8 (1952), n. 7 (ottobre), p. 261 Link esterno Google libri. L. Nuti, La sfida nucleare. La politica estera italiana e le armi atomiche, 1945-1991 (Bologna, Il mulino, 2007), pp. 66-70; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

83 Scardaccione (2005).

84 "Roma a rumore per l'annuncio dell'esplosione d'una bomba atomica", La Stampa (29/7/1952), p. 5 Link esterno Archivio storico.

85 Oberth (1952a). Naturwissenschaftliche Rundschau (1953). Cfr. Oberth & Partel (1951).

86 "Nella prima settimana di settembre si è tenuto a Stoccarda il III Congresso Astronautico Internazionale, organizzato dalla Deutsche Gesellschaft für Weltraumforschung. L'inaugurazione ebbe luogo nella sala delle conferenze del Landegewerbemuseum, alla presenza di numerosi intervenuti (gli iscritti al congresso erano 160), fra i quali i delegati di 18 associazioni razzi ed astronautiche appartenenti a 11 paesi. L'Associazione Italiana Razzi era rappresentata dal professore Eula, dal col. Gallina dell'Istituto Geografico Militare e dal cap. Partel. Il prof. Eula rappresentava anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche". L'Aerotecnica, 32 (1952), p. 362; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

Il numero dei soci dell'A.I.R. è cresciuto a 105; impressionano però i 2301 membri dell'American Rocket Society e i 2250 della British Interplanetary Society. L'Aerotecnica, 32 (1952), p. 373.

87 Rivista Aeronautica (1955), p. 1242.

88 Alberini & Prosperini (2015), p. 510 Link esterno Ministero della Difesa. "Donna Giulia Monaco" ha sposato a La Spezia (1/6/1932) "Carlo Francesco Tallarigo Barone di Zagarise e Sersale"; FILANGIERI. Linee principesche e ducali con le successioni Romaldo, Monaco, Brunas Serra e dell'Abbadessa Link esterno Enciclopedia genealogica del Mediterraneo.

89 Zamorani (2011), p. 102, erra nel definirlo "ammiraglio". Caprara (2012), p. 99, erra nel chiamarlo "Tallarico". La prossimità della segnalazione al congresso di Stoccarda, fa pensare che la fonte di Tallarigo sia uno dei partecipanti italiani: probabilmente Partel.

90 Caprara (2012), p. 99.

91 Caprara (2012), p. 98.

92 Barth (1975), pp. 146-147. Barth (1985), p. 225.

93 Amatolo Link esterno Wikipedia.

94 Orengo (2007), p. 44 e nota 35 a p. 103.

95 L'argomento è qui accennato soprattutto in relazione a Elder (1997), dove sono riferiti i giudizi sprezzanti di Hermann Oberth sui suoi impieghi in Svizzera e in Italia. Il ricordo proviene da Adolf Oberth che, all'epoca della testimonianza, aveva già brevettato la sua soluzione per stabilizzare il nitrato d'ammonio. La testimonianza del figlio, quindi, potrebbe essere meno cinica di quanto sembri: col senno di poi, in quel capannone spezzino facevano entrambi un gioco da bambini.

A. E. Oberth, Phase-stabilization of ammonium nitrate by zinc diammine complexes, US [Patent] 5071630 A (10 dicembre 1991) Link esterno Google patents.

La stabilizzazione del nitrato di ammonio è una ricerca del tutto attuale. L'argomento è sintetizzato in: U. Teipel, a cura di, Energetic materials. Particle processing and characterization (Weinheim, Wiley-VCH, 2005), § 3.2.6 "Phase Stabilized Ammonium Nitrate (PSAN), p. 105 Link esterno Google libri.

Perclorato d'ammonio Link esterno Wikipedia.

96 Barth (1980), p. 356. Orengo (2007), pp. 54-55 (riproduzione della prima e dell'ultima pagina del dattiloscritto), 59, nota 42 alle pp. 106, 108.

97 Orengo (2007), pp. 56-57 (riproduzione della prima e dell'ultima pagina del dattiloscritto), 59, nota 42 alle pp. 106, 108.

98 Caprara (2012), pp. 99-100.

99 Barth (1985), p. 225.

Tenendo conto dell'anticipo alla stipula del contratto – citato da Gartmann (1956, 1958) – si tratterrebbe in effetti di 240.000 franchi svizzeri, vale a dire poco più di un terzo dell'ammontare del contratto: 660.000 franchi svizzeri. Il compenso totale di Oberth, però, dovrebbe comprendere gli importi versati mensilmente in un intero anno, per cui la valorizzazione che segue considera una cifra di fatto ipotetica.

Nel periodo febbraio 1952/febbraio 1953, 1 franco svizzero vale 142,90 lire Link esterno Banca d'Italia, per cui il totale sarebbe pari a 34.296.000 lire dell'epoca. Il coefficiente di trasformazione del valore monetario dal 1952 al 2015 è pari a 31,7308 Link esterno ISTAT. La conversione lira-euro è pari a 1.936,27 LIT/EUR. Da cui: 240.000 x 142,90 x 31,7308 / 1.936,27 = EUR 562.029 (2015).

Con un metodo diverso, basato sull'Indice generale dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati Link esterno ISTAT, si ottiene, da febbraio 1953 a dicembre 2015: EUR 554.717.

Bisogna anche tener conto di Orengo (2007), p. 13: "Il progetto, il cui sviluppo costò alla Marina 20 milioni di Lire (cifra cospicua per i tempi!), non approdò ad una realizzazione pratica".

100 Caprara (2012), p. 100.

101 Caprara (2012), p. 98, sostiene che la squadra arrivò "a coinvolgere fino a otto persone, tutti tecnici tedeschi". L'affermazione è da considerare attentamente, soprattutto se deriva dalla consultazione di fonti primarie. Nel frattempo, però, bisogna sottolineare che è in disaccordo con quanto edito. Walters (1962), p. 131: "Hermann hired three Italians and a German chemist from WASAG, who passed as an Englishman named Jones". Bar-Zohar (1967), p. 138: "at La Spezia. There, assisted by three German engineers and five Italians...". Barth (1985), p. 226: "Oberths Team wuchs auf acht Mitarbeiter an: vier Italiener, drei Deutsche und eine Italienerin". Hoffmann (1998), p. 59: "Ihm zur Seite standen ein Ingenieur der ehemaligen Messerschmitt-Flugzeugwerke, ein Chemiker der einstigen WASAG sowie drei einheimische Experten". Breitman et al. (2005), pp. 334-335: "Two German physicists, Hermann Oberth, rocket propulsion expert, and Gottfried Koch, chemist and vice director of the Buna plant in Schkopau, were employed by the Italian Navy in La Spezia". La presenza a La Spezia di Oberth e Koch è ribadita in: M. Salter, Nazi war crimes, US Intelligence and selective prosecution at Nuremberg. Controversies regarding the role of the Office of Strategic Services (Oxon - New York, Routledge-Cavendish, 2007), nota 101 a p. 196.

102 Ad un contributo anche tecnico od operativo sembra accennare Orengo (2007), p. 59: "L'assistenza e la sorveglianza dell'I.Ch.E. a questa attività, particolarmente ad opera del suo Direttore Dr. E. BRANDIMARTE, fu molto intensa" – dove alcune parti sono poste in corsivo dall'autore di questa pagina.

103 Caprara (2012), pp. 96, 99, 100, 102.

104 Caprara (2012), pp. 98, 100.

105 Zamorani (2011), p. 101.
Potrebbe essere lo stesso Antonio Mamberti autore di: "La Borsa di Budapest e la guerra", Rassegna d'Ungheria, 2 (Budapest, Società Carpato-Danubiana, 1942), n. 5 (maggio); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

106 Zamorani (2011), p. 101, è l'unica fonte a riportare che l'ing. Re faceva parte della Commissione. Caprara (2012) lo cita solo a p. 101, in relazione all'ing. Aurelio Robotti, senza esplicitare una relazione con il Progetto LAGO. Il colonnello era, a quanto pare, il membro che aveva le competenze più vaste sui razzi, anche sotto il profilo dei metodi matematici. Sono note, finora, le seguenti opere: Relazione [riservata] su visite a Stabilimenti negli Stati Uniti d'America (anni Trenta), 53 pp. e 36 illustrazioni nel testo – l'autore, allora capitano del Genio navale, descrive fucili, proiettili, nebiogeni, cilindri chimici, bombe chimiche, varie bombe, mortai, granate, autoprotettori antigas; "Applicazioni belliche della propulsione a razzo", Rivista Marittima (1945), febbraio-marzo e aprile-maggio; "Calcolo per punti della traiettoria di un proietto-razzo", Rivista Aeronautica, 19 (1943), n. 5, maggio, pp. 17-24 Link esterno AVIA (pdf); "Elementi per lo studio di proietti-razzo", Rivista Aeronautica, 21 (1945), n. 8, agosto, pp. 17-26 Link esterno AVIA (pdf); "Considerazioni ponderali sugli stratomobili", Rivista Aeronautica, 22 (1946), n. 3-4, marzo-aprile, pp. 173-180 Link esterno AVIA (pdf); "Alcuni dati sugli aeromobili a reazione", Rivista Aeronautica, 22 (1946), n. 8, agosto, pp. 466-469 Link esterno AVIA (pdf); Razzi e propulsione a reazione (Livorno, Tipo-Litografia Accademia Navale, 1949²). L'indice di quest'ultima opera è riportato nel testo.

107 Tutte le fonti concordano sul fatto che la squadra è stata scelta da Oberth.

108 Solo Zamorani (2011), p. 96, specifica che, su precisa richiesta di Oberth, il contratto è stato esteso al genero.

109 Walters (1962), p. 131 – Hoffmann (1998), p. 59. Breitman et al. (2005), pp. 334-335.

110 Zamorani (2011), p. 102. Caprara (2012), p. 98.

111 Zamorani (2011), p. 99, cita l'ingegnere "Georgi Gasde".
Dovrebbe trattarsi di: "GASDE, Georg. (DOB [Date of Birth]: 30.03.05). (n.d. [no date]) Fl.St.Ing. [Fliegerstabsingenieur: engineer's rank corresponding to a Major]". H. L. deZeng IV, D. G. Stankey, Luftwaffe Officer Career Summaries. Section G-K (aprile 2016), p. 15 Link esterno The Luftwaffe, 1933-45.

Hoffmann (1998), p. 59, accenna: "Ihm zur Seite standen ein Ingenieur der ehemaligen Messerschmitt-Flugzeugwerke". Qui si assume, come ipotesi di lavoro, che si tratti di Gasde. Introduzione alla Messerschmitt AG: Messerschmitt (azienda) Link esterno Wikipedia.

112 Zamorani (2011), p. 99.

113 Zamorani (2011), p. 99.

114 Zamorani (2011), p. 99.

115 Zamorani (2011), a p. 99, lo elenca tra i tecnici, ma a p. 102 aggiunge: "Il dottor Haase tornò in Germania e venne sostituito a tutti gli effetti dal figlio dello scienziato, Adolfo Edoardo, che aveva ormai conseguito la laurea in chimica".

116 Tutte le fonti concordano sulla presenza di italiani nella squadra, a parte Caprara (2012), p. 98. Bar-Zohar (1967), p. 138: "assisted by three German engineers and five Italians...". Hoffmann (1998), p. 59, riporta che c'erano "drei einheimische Experten" [tre esperti locali].

117 Barth (1985), p. 226.

118 Fritz (1969), p. 197. Barth (1985), p. 226. Hoffmann (1998), p. 60.

Zamorani (1996), p. 27, riporta "Oberth lascia improvvisamente La Spezia il 23 febbraio 1954": che sia sbagliato solo l'anno? Però Zamorani (2011), p. 107, è più vago: "Il pioniere della missilistica ha lasciato Spezia agli inizi della primavera 1953".

A Feucht, nel 1971, Erna Oberth e il suo secondo marito Josef Roth hanno fondato lo Hermann-Oberth-Raumfahrt-Museum Link esterno HORM.

119 Barth (1980), p. 356.

120 Cfr. Orengo (2007).

121 Zamorani (2011), p. 105. Le parole di Zamorani risulteranno ancora più chiare, se si considera che ha lavorato nel quotidiano Il Giornale di Indro Montanelli: cfr. Del Pero (2001), infra.

È qui di particolare interesse il ruolo del ministro Pacciardi.
"Il 29 dicembre del 1947 l'ambasciatore inglese a Roma, Victor Mallet, dà conto al suo governo di un colloquio fra De Gasperi, Sforza e Antony Eden, allora ministro degli Esteri dello shadow gabinet. De Gasperi dichiara che per prevenire una situazione alla greca «ha incaricato uno dei nuovi vicepresidenti del Consiglio e leader del Partito repubblicano [Randolfo Pacciardi] di agire in qualità di presidente di una sorta di comitato per la difesa civile». Pacciardi «è un uomo prezioso da tenere al governo», scrive Mallet.
Come vice presidente del Consiglio Pacciardi era formalmente responsabile del «Comitato interministeriale per la difesa delle istituzioni». Sarà questi a proporre, all'inizio del 1950, il varo di una legge sulla Difesa civile – più volte ripresentata negli anni successivi e mai approvata – che doveva rappresentare il cassetto legale entro cui infilare la rete di resistenza «anti-invasione» che diventerà poi Gladio. Nella raccolta delle lettere di De Gasperi ne compare una, inviata a Scelba nel settembre di quell'anno, nella quale vi è un riferimento indiretto a «deliberazioni di Washington» per questo progetto di legge.
Proprio a Washington, nel 1951, De Gasperi parlò della «necessità di un'azione psicologica per dimostrare che l'Organizzazione del Nord Atlantico è più di un'alleanza militare».8 E sarà ancora Pacciardi, questa volta come ministro della Difesa, a dare pratica attuazione a quelle direttive pubblicate ora da De Lutiis, che contemplavano anche il licenziamento dei lavoratori comunisti dal porto di Livorno, come chiesto dal segretario di Stato americano Dean Acheson.9 De Gasperi – riporta un documento Usa del 1951 – «ha affermato di essere pronto a collaborare», ma ha garantito soprattutto che «l'esclusione dei comunisti dal porto di Livorno ha costituito un esempio di quanto può essere fatto, nonostante le difficoltà implicite in tale azione».
I licenziamenti non colpiscono solo Livorno, ma anche gli impianti che costruiscono turbine per la Fiat e la stessa sede dell'azienda torinese che mandò a casa 400 «attivisti» del Pci. Stessa situazione negli arsenali di Taranto e La Spezia".
P. Cucchiarelli, A. Giannuli, Lo Stato parallelo. L'Italia "oscura" nei documenti e nelle relazioni della Commissione Stragi (Roma, Gamberetti, 1997), p. 36; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

Il documento riservato statunitense è ora condiviso sul web: Memorandum of Conversation with Prime Minister Alcide de Gasperi of Italy, with Others Present, September 25, 1951, Acheson Papers, Secretary of State File (25/9/1951) Link esterno Truman Library.

Pacciardi è molto reciso su come trattare i comunisti anche nel 1954.
"This stronger resoluteness and the increasing lack of confidence in the DC'S reliability as an ally progressively led Clare Boothe Luce to establish ties with non-Christian Democrat anticommunist groups who seemed more receptive toward her proposals to adopt a hard line against the pro-Soviet left. Among them were the former minister of defense, the Republican Randolfo Pacciardi (who suggested openly provoking the Communists, as it would have been easier to defeat them in the streets than at the ballot box); the head of the political intelligence (Ufficio Affari Riservati) of the Ministry of the Interior, Gesualdo Barletta; journalists such as Indro Montanelli and Leo Longanesi; and several conservative industrialists led by Count Cini". M. Del Pero, "The United States and «Psychological Warfare» in Italy, 1948-1955", The Journal of American History, 87 (2001), p. 1327 Link esterno academic room.

Sull'ambasciatrice statunitense a Roma: Clare Boothe Luce Link esterno Wikipedia.

122 M. E. Tonizzi, "Politica ed elezioni tra ricostruzione e nuovo secolo", in Storia della Liguria, a cura di G. Assereto e M. Doria (Bari-Roma, Laterza, 2007; edizione digitale 2014) Link esterno Google libri.

123 Sindaci della Spezia Link esterno Wikipedia. Agostino Bronzi Link esterno ANPI. Osvaldo Prosperi Link esterno ANPI. Varese Antoni Link esterno ANPI. Addio all'ex sindaco Antoni, il politico aperto al dialogo (11/12/2008) Link esterno Il Secolo XIX.

124 E. Santarelli, Storia critica della Repubblica. L'Italia dal 1945 al 1994 (Milano, Feltrinelli, 1996), pp. 50-53 Link esterno Google libri. Sulla reale efficacia delle insidie pacifiste al riarmo nucleare dell'Italia dal 1949 al 1956: S. Cerrai, I partigiani della pace in Italia. Tra utopia e sogno egemonico (Limena, Libreriauniversitaria.it, 2011) Link esterno Google libri; sintesi critica dell'originaria tesi di dottorato in Link esterno Università di Pisa - ETD System.

125 In relazione agli scioperi per la visita di Eisenhower in Italia: "La stampa di sinistra diede ovviamente amplissimo spazio a questa ondata di protesta. Gravi episodi si ebbero ad Adrano e Piana degli Albanesi in Sicilia ed a Comacchio, dove le forze dell'ordine impiegarono le armi da fuoco, provocando la morte immediata di tre persone ed il ferimento di numerose altre. Feriti si ebbero anche tra le file dei poliziotti e dei carabiniari. I bilanci consuntivi delle proteste di quei giorni sembrano tuttavia concordemente orientarsi verso un ridimensionamento dell'immagine corrente della compattezza comunista. In un appunto preparato per Scelba veniva infatti dato rilievo alla limitatezza delle manifestazioni che, al di là delle esagerazioni della stampa di parte, avevano investito solo i grandi centri industriali. Lo stesso ministro dell'Interno, in una sede riservata come quella di governo, tracciò un bilancio positivo sottolineando il carattere spesso più simbolico che sostanziale delle sospensioni dal lavoro e ricordando che i mezzi di trasporto pubblico erano stati regolarmente in funzione. [...] È necessario peraltro applicare le sanzioni contro i pochi scioperanti: altrimenti in un'altra occasione le disposizioni del Governo non saranno osservate8». [Nota a pie' di pagina] 8 ACS, Verbali del Consiglio dei Ministri, 19 gennaio 1951. Sulle misure adottate contro gli scioperanti, specialmente dipendenti da enti o industrie pubbliche (come nel caso degli operai dell'arsenale di La Spezia), cfr. anche il materiale custodito in ACS, Presidenza Consiglio dei Ministri 1951-1954, fasc. 1.3.1., N. 10282/65.10". G. Vecchio, Pacifisti e obiettori nell'Italia di De Gasperi, 1948-1953 (Roma, Studium, 1993), p. 234; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

"Il morale della popolazione è elevato ed il Governo ha acquistato molto prestigio anche di fronte all'estero. [<371-372>] È necessario peraltro applicare le sanzioni contro i pochi scioperanti: altrimenti in un'altra occasione le disposizioni del Governo non saranno osservate. Fa presente che Vanoni ha già licenziato gli operai delle manifatture che hanno partecipato allo sciopero". F. R. Scardaccione, a cura di, Verbali del Consiglio dei ministri. Maggio 1948 - Luglio 1953. Governo De Gasperi, vol. 2 (Roma, Presidenza del Consiglio dei ministri, 2006), pp. 371-372; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

Camp Darby Link esterno Wikipedia.

126 M. Bordogna, a cura di, Junio Valerio Borghese e la Xª flottiglia MAS: dall'8 settembre 1943 al 26 aprile 1945 (Milano, Mursia, 1995), p. 46; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN. Ancora da leggere: A. Bianchi, La guerra fredda in una Regione italiana. La Spezia e Lunigiana 1945-1953 (Milano, F. Angeli, 1992) Link esterno FrancoAngeli.

127 Zamorani (2011), p. 98.

128 "Incontro con un celebre inventore tedesco. Il Prof. Oberth non crede nella guerra atomica", La Stampa (19-20 aprile 1954), p. 3 Link esterno Archivio storico. Le V2 sono prefigurate in un altro articolo, tanto più interessante se si considera la data: "Un sogno che può divenire realtà. L'artiglieria senza cannoni?", La Stampa (11 agosto 1938), p. 2.

129 Oberth (1959).

130 Oberth (1959), p. 106.

131 Current biography yearbook (1958): "His work as an investigator in solid propellant rockets at La Spezia in Italy was completed in 1953". Bar-Zohar (1967), p. 138: "he was at last able to develop his solid-fuel rocket". Barth (1975), p. 146: "In 1953 racheta lui Oberth era gata concepută"; p. 219: "In La Spezia construieşte racheta sa cu azotat de amoniu". Hoffmann (1998), p. 60: "und nach Abschluß der Entwicklung..." [e dopo il completamento dello sviluppo...].

132 Elder (1997), pp. 303-304.

133 A. E. Oberth, Principles of solid propellant development (Laurel, Chemical Propulsion Information Agency, 1987).

134 "Sie wirkte dann als Mitarbeiterin in der Wirtschaftstreuhänderkanzlei Markstaller in Wien und La Spezia (Italien)". Walthert (2007).

135 E. Roth Oberth, "Oberth, Hermann", in Scienziati e tecnologi contemporanei, vol. 2 (Milano, A. Mondadori, 1974), p. 322; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

136 Marchis (2000), pp. 18-19.

137 Cfr. supra.

138 Hunley (2008): "Oberth did some rocket development work of his own – the publicity project for the movie Die Frau im Mond and various efforts on the side in his native Transylvania during the 1930s and later at La Spezia, Italy – clearly he had no gift for engineering, and these efforts were insignificant". Caprara (2012), p. 99: "Oberth, eccellente scienziato, era soprattutto un teorico, un visionario, scarsamente dotato di capacità ingegneristiche e il team che aveva creato non suppliva a queste mancanze".

139 La valutazione era stata fatta dall'astrofisico Fritz Zwicky (1898-1974), una delle persone più adatte per giudicare l'utilità di Oberth sia per i programmi militari, che per quelli civili: Report on certain phases of war research in Germany (Dayton, Headquarters Air Materiel Command-Wright Field, 1947); scheda bibliografica Link esterno Stanford University Libraries.

Walters (1962), pp. 127-128. Müller (1986), p. 254. Hoffmann (1998), p. 59. Piszkiewicz (2007), p. 226: "Notable by their absence [dal gruppo selezionato per essere trasferito negli USA] were Hermann Oberth, General Walter Dornberger, and Helmut Groettrup, one on von Braun's companions in the Gestapo prison in Stettin. Oberth had offered his services to the Americans, but was rejected by them, probably because he lacked current information and presented himself poorly at interviews".

Oberth non è citato in: C. Defrance, "La mission du CNRS en Allemagne (1945-1950). Entre exploitation et contrôle du potentiel scientifique allemand", La revue pour l'histoire du CNRS [in linea], n. 5 (2001) Link esterno La revue pour l'histoire du CNRS.

140 Caprara (2012), pp. 120-124. Voce su Engel in Link esterno Wikipedia DE.

141 Naval Air Station Jacksonville Link esterno Wikipedia EN.

142 Naval Station Mayport Link esterno Wikipedia EN.

143 "Learning how to air launch guided missiles", riquadro in "Schools and courses for missileers", All Hands. The Bureau of Naval Personnel Information Bulletin, n. 482 (marzo 1957), p. 56 Link esterno HathiTrust (per University of California). Si tratta di un fascicolo speciale, dedicato interamente ai missili della Marina statunitense.

144 Potrebbe trattarsi di: "Brandimarte, Enzo, u. Eugenio Pelizza, Festes Treibmittel für Raketen [Propellente solido per razzi] 25-3204 It."; Chemisches Zentralblatt, 137 (1966), p. 288; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

Su questa rivista, citata anche supra, si veda Link esterno Wikipedia EN.

145 Orengo (2007), p. 60, nota 45 a p. 113, nota xxi a p. 130; a p. 13 è denominata "miscela χ", ma si tratta di un refuso: cfr. p. 150. Stabilimento Militare Propellenti di Fontana Liri (FR) Link esterno Agenzia Industrie Difesa.

146 Orengo (2007), p. 60.

147 Zamorani (2011), p. 107.

148 Zamorani (2011), p. 103.

149 Zamorani (2011), figure alle pp. 106 e 107.

150 "Il Garibaldi, perno centrale della Squadra Navale Italiana, è armato di missili guidati «Terrier», su due stazioni di guida, capaci di una gittata orizzontale di circa 35 chilometri e d'una quota...". "Le navi lanciamissili della flotta italiana", Vita italiana, 139 (1963), giugno, p. 10957; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

M. De Maria, L. Orlando, Italy in space. In search of a strategy, 1957-1975 (Paris, Beauchesne, 2008), pp. 251-252 Link esterno Google libri; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

USS Boston Link esterno Wikipedia EN. RIM-2 Terrier Link esterno Wikipedia. Incrociatore lanciamissili Giuseppe Garibaldi Link esterno Marina Militare. Giuseppe Garibaldi (incrociatore 1936) Link esterno Wikipedia. Giuseppe Garibaldi cruiser of the Italian Navy Link esterno Naval Analyses.

Cfr. Barth (1985), p. 226.

151 De Maria & Orlando (2008), p. 251, citano però il RIM-2C.

152 I dati forniti hanno un carattere orientativo: le caratteristiche, infatti, sono spesso diverse da fonte a fonte; seppure non manchino errori evidenti, ciò rispecchia probabilmente la veloce evoluzione dell'arma. Qui si è fatto riferimento a: P. C. Gutzman, Vietnam: naval and riverine weapons (2009), pp. 512-514 Link esterno Google libri. Si noti l'ottima fotografia a p. 512, tratta da Link esterno Naval History and Heritage Command; tale base dati contiene molte fotografie pertinenti.

153 W45 Link esterno Wikipedia EN.

154 RIM-2 Terrier Link esterno Wikipedia. Mìssile. Tecnica: sistemi di guida Link esterno Sapere.it.

155 Merle Tuve Link esterno Wikipedia EN. Applied Physics Laboratory Link esterno Wikipedia EN e APL.

156 Didascalia alla figura di p. 106, in Zamorani (2011): "31 gennaio 1962, lancio di un missile inerte dal balipedio di Cottrau con il probabile impiego del propellente studiato da Hermann Oberth". L'interpretazione data in questa sede, dunque, è ben diversa. Si confronti, ad esempio, il lancio di un Polaris inerte dalla stessa nave Garibaldi Link esterno Marina Militare. È possibile azzardare che il tubo di lancio, ben visibile nella figura a p. 107 in Zamorani (2011), sia proprio un pozzo non installato sul Garibaldi.

157 L'ordigno, qui mai installato, è la bomba all'idrogeno W47 Link esterno Wikipedia EN.

158 UGM-27 Polaris Link esterno Wikipedia EN e, in sintesi, Link esterno Wikipedia.

159 Caprara (2012) non accenna ai Terrier, ma alla successiva vicenda dei Polaris alle pp. 105-106, 109, 332.

"Le prove di collaudo dei pozzi iniziarono nell'ottobre 1961, mentre nel periodo dicembre 1961/gennaio 1962 vennero effettuati lanci di collaudo con simulacri inerti, sia a nave ferma che in navigazione, per poi proseguire sino all'agosto del 1962 con lanci di simulacri autopropulsi" – Incrociatore lanciamissili Giuseppe Garibaldi Link esterno Marina Militare.

160 Crisi dei missili di Cuba Link esterno Wikipedia.

161 A dimostrazione dell'interesse dell'on. Pacciardi per la vicenda, si riporta uno stralcio da un suo discorso alla Camera dei deputati (12 dicembre 1963): "È in corso la trattativa per l'accordo multilaterale atomico che non è un progetto vago... Esiste una proposta che, almeno nei suoi caratteri essenziali, è completa: 25 navi attrezzate con missili atomici dovevano essere poste a disposizione di tutti i paesi del Patto Atlantico. L'Italia ha apprestato l'incrociatore Garibaldi, che è stato mandato a Washington per esaminare se esiste la possibilità di installarvi rampe di lancio per missili. È sopravvenuta la morte di Kennedy, ma il nuovo presidente Johnson ha pronunciato parole chiare e questo tema della forza multilaterale atlantica sarà presto posto alla attenzione del Governo italiano". Randolfo Pacciardi (Roma, Camera dei deputati, 2011), p. 168 Link esterno Archivio storico - Camera dei deputati (pdf).

In parallelo andava avanti il progetto di realizzare silos per missili balistici sulla terraferma.
"Italy was one of the first countries to provide NATO bases; and on Easter, 1959, an agreement with the U.S. Government added Jupiter rockets, which are one-stage missiles, fifty-eight feet long and nearly nine feet in diameter, propelled by liquid fuel and capable of carrying an atomic warhead. They are fired vertically into the air and [<283-284>] then led to their targets by inertial guidance. The Jupiter was developed by the U.S. Army under the direction of Wernher von Braun.
Thus Italy was the first country on the European continent to come into possession of strategic missiles with a range of 1,500 miles. This gives her a special place in NATO. That this is recognized by the United States was shown, for instance, by the decision of the U.S. Navy to establish the NATO center for the study of antisubmarine defense methods at La Spezia on the Tyrrhenian Sea, where this new institute, which is under SACLANT, is making use of the important research facilities and arsenals of the Italian Navy". H. zu Löwenstein, V. von Zühlsdorff, Nato and the Defense of the West (London, A. Deutsch, 1963), pp. 283-284; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
Cfr. Caprara (2012), pp. 107-109.

162 Mari & Giovanetti (2004), p. 117 Link esterno Google libri. Sull'organizzazione attuale si rimanda al sito del CSSN Link esterno Marina Militare.




REPERTORIO BIBLIOGRAFICO  –  61 fonti

Gli estratti sono in ordine cronologico e ancora da collazionare: costituiranno appena possibile file a parte, analogamente alle altre sezioni di Urania Ligustica. Al di là di errori evidenti (finora non evidenziati con un [sic!]), varie fonti hanno contribuito al quadro complessivo con piccoli o grandi tasselli. Altre, invece, sono fonti terziarie che non aggiungono nulla alla vicenda specifica. Il bottone colorato evidenzia le fonti almeno in parte utilizzate per il testo di cui sopra (e di conseguenza citate nelle note) oppure giudicate terziarie (e quindi inutili da citare più sopra); indica al contempo, con un codice colori originale sviluppato per Urania Ligustica, il grado di completezza della trascrizione.


Indicatore di completezza Rivista Aeronautica (1950) – "Preliminari della astronautica", Rivista Aeronautica, 26 (1950), n. 12, dicembre, p. 885 Link esterno AVIA (pdf); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"Il primo Congresso Internazionale d'Astronautica è stato inaugurato il 30 settembre 1950 nel grande anfiteatro della Sorbona.
Furono pronunciati discorsi dai Signori: Henry Mineur, direttore dell'Istituto d'Astrofisica; Ananoff, direttore del Raggruppamento Astronautico Francese al quale spetta aver preso l'iniziativa di questa manifestazione; André Louis Hirsh fondatore con Roberto Esnault Pelterie del Premio Internazionale d'Astronautica, nonché molti delegati esteri, tra cui i Signori Cleaver (Gran Bretagna), Gartmann (Germania), Tabanera (Argentina), Cap (Austria), Hansen (Danimarca), Mur (Spagna); l'Italia non era rappresentata.
Furono rievocati i lavori di Roberto Esnault Pelterie e del Gen. Ferié nonché quelli di Oberth e dei precursori; nessuno rievocò i lavori di qualche italiano, per esempio del compianto ing. Giorgio Cicogna perito appunto in un esperimento con razzi, e dell'ing. Claudio Belmondo, altro appassionato, cui si deve la costituzione in Torino nell'aprile 1939 del «Centro studi propulsione a reazione», il quale aveva esplicite finalità astronomiche, o meglio di propulsione extra atmosferica.
Un volumetto stampato nel 1939 dalle Arti Grafiche Fratelli Pozzo di Torino, porta un cenno storico sulla propulsione a reazione ( o meglio a razzo) a cura della Direzione del Centro suddetto, e una biografia di Giorgio Cicogna a cura di Adele Morozzo della Rocca.
Il Cicogna oltre essere un tecnico era un poeta, ma tale nel senso proprio della parola, ossia esprimeva in prosa ed in versi un suo mondo di sentimenti e d'idee con una originalità ed una efficacia notevoli. Era artista completo, giacché con vario risultato si esprimeva in scultura, in pittura, in musica. Nel volumetto che citiamo v'è un «Inno alla Matematica», brani di parecchie altre liriche e una «Ballata del Rogo», che oltre al valore artistico mostra un tragico presagio.
Al termine del Congresso furono redatte le seguenti conclusioni:
«I delegati partecipanti al primo Congresso Internazionale d'Astronautica constatano, con gran piacere, che le riunioni tenute nei giorni 1 e 2 ottobre 1950 in comitato privato nella sede dell'Aero Club di Francia, hanno avuto il risultato di stringere i legami di amicizia e fraternità, pegno certo della totale collaborazione fra le differenti Associazioni Astronautiche di diversi Paesi.
All'unanimità furono prese le decisioni seguenti:
1) Creazione di un organismo internazionale per lo studio e lo sviluppo della navigazione interplanetaria; ma dato il poco tempo disponibile per le discussioni e la difficoltà di avviare un organismo di tale importanza, fu deciso che esso sarà costituito l'anno prossimo, nel corso del secondo Congresso Internazionale d'Astronautica.
2) Questo Congresso si terrà a Londra nel settembre 1951; da oggi a tale data, i delegati di ciascun paese rappresentato invieranno agli organizzatori del secondo Congresso Internazionale di Londra i propri suggerimenti e le proprie proposte concernenti la fondazione di un organismo internazionale.
3) La British Interplanetary Society ha accettato di accentrare, coordinare e ripartire tutte le proposte che le saranno inviate in tal senso. I delegati s'impegnano a studiare in anticipo tutti i dettagli e tutte le proposte che loro saranno fatte, alfine di sgrossare il più possibile il lavoro ed evitare le discussioni inutili allorché avrà luogo il Congresso a Londra.
4) Soltanto nel corso del Congresso Internazionale d'Astronautica di Londra saranno prese le decisioni finali concernenti il funzionamento d'una «Federazione internazionale delle Società Astronautiche». La sua creazione sarà proclamata solennemente. Nell'attesa di creare questo organismo internazionale è stato deciso che provvisoriamente sarà creato un Ufficio Internazionale avente per capo un membro neutro, il Signor Eugenio Sänger, e per membri del Comitato i capi delle delegazioni rappresentate al 1° Congresso internazionale d'Astronautica, ossia oltre i sopra enumerati: per la Germania i signori Loeser e Jungkleass, per la Svezia il sig. Ake Hjertstrand (naturalmente l'Italia non fa parte di tale comitato).
L'anno prossimo al Congresso di Londra saranno trattati e sviluppati gli studi sui satelliti artificiali.
Abbiamo estratto la surriportata notizia dal periodico «Aero-France». Vi aggiungiamo qualche dato bibliografico sull'astronautica, avvertendo che tutti i libri elencati possono essere ottenuti rivolgendosi alla Libreria degli Aviatori, Viale Giulio Cesare 54/A, Roma (angolo via Lepanto).
Il numero che precede ogni pubblicazione è quello di catalogo, utile da citare nelle richieste.
La Segreteria dell'Associazione Culturale Aeronautica esaminerà volentieri proposte concernenti l'argomento qui sopra trattato.
(2445) Fenoglio Alberto – A che punto siamo con i razzi . . . L. 350
(1919) Crocco Arturo – L'energia atomica nei voli interplanetari . . . L. 300
(1581) Ley Willy – I razzi . . . L. 850
(2918) Ley Willy – La conquista dello spazio . . . L. 2000
(10570) Étienne Romat – Les Robots Aériens . . . fr. 80 . . . L. 200
(12647) Wimpress R. N. – International Ballistics of solid-fuel rockets . . . doll. 4,50 . . . L. 3600
(10594) War Department – U. S. Rocket Ordinance Development and use in world War II . . . doll. 4 . . . L. 3200
(10561) Illincworth – Flying Bomb . . . doll. 6 . . . L. 4800
(11084) Sutton George – Rocket propulsion elements . . . doll. 4,50 . . . L. 3600
(11191) Ley Willy – Rockets and space travel . . . scell. 18 . . . L. 2250
(11195) Smelt – Jets and rockets . . . scell. 25 . . . L. 3200
(11334) Posser J. – Mathematical theory of rocket flight . . . doll. 4,50 . . . L. 3600
(12587) Ananoff – Astronautique . . . fr. 800 . . . L. 1800
(12635) Clarke A. C. – Interplanetary flight an introduction to astronautics . . . scell. 8,6 . . . L. 1100
(12023) Ley Willy – The conquest of space . . . doll. 3,95 . . . L. 3200
( - ) Clarke A.C. – Danger des metéorites dans les vols interplanetaires (J. of the British Interplanetary Society n. 4 (7/1949) p. 6 fig. 2 tab. 2).
( - ) Wendt G. – Les Fusées et les voyages interplanetaires (S. A. E. Journal n. 10 (9/1949) pag. 5 fig. 2 foto 2).
(12836) Laming L. – L'Astronautique - Paris 1950 pagg. 112; fig. 10 tab. 4.
(12837) Nalsen M. – L'Astronautique - Paris 1950 pagg. 248.
( - ) Shaub W. – L'Ocean Interplanetaire (Revue Interavia n. 10 1950) pagg. 3 fig. 4".

Indicatore di completezza Oberth & Partel (1951) – H. Oberth, G. Partel, "Tra 15 anni comincerà la lotta col tempo / Un viaggio interplanetare potrà durare più della vita di un uomo / Intervista di Glauco Partel col Prof. Hermann Oberth", Alata, 7 (1951), n. 8 (agosto), pp. 16-17 Link esterno AVIA (pdf); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"«Fra 15 anni il volo interplanetare sarà una realtà acquisita – ci ha dichiarato il Prof. Hermann Oberth in una recente intervista – poiché le maggiori Potenze compiono sforzi continui per arrivare alla meta. Razzi con a bordo animali ed uomini hanno già volato».
Il noto scienziato tedesco ha voluto rispondere in forma esclusiva per Alata ad una lunga serie di domande che gli abbiamo posto sul progresso tecnico-scientifico dei razzi. Secondo la sua opinione la grande avventura umana è imminente: «Non sarà più questione di spazio – egli ha soggiunto – ma di tempo: con i risultati della tecnica odierna occorrerebbero ottomila anni per raggiungere la stella più vicina. Tempi che racchiudono in sé la storia umana, e che solo un nucleo sociale autosufficiente (una specie di volante arca di Noé) potrebbe immaginare d'affrontare».
LAVORO PERSONALE O LAVORO IN GRUPPI?
Argomento fondamentale su cui il Prof. Oberth ha voluto chiarirci il suo pensiero è quello del sistema di lavoro che bisognerà adottare per giungere alla realizzazione del primo veicolo spaziale. Mito dei tempi moderni è la specializzazione, che ha portato con sé quello che gli Americani chiamano «teamwork», cioè la parallela speculazione scientifica svolta da specialisti sui vari elementi di un progetto, le cui soluzioni vengono riunite alla fine
Oberth non fa mistero di non amare questo sistema. Pur non negando che in determinate circostanze ciò permetta di guadagnare un po' di tempo, egli ricorda la sua esperienza di Peenemünde, ove erano raccolti meravigliosi specialisti diretti da un incompetente. Accadde così spesso che scienziati di valore fossero messi su una falsa strada, oppure che nel gruppo degli specialisti si intrufolassero persone di ben minore competenza e capacità, desiderose soltanto di mettersi in luce.
È evidente, ci precisa Oberth, che nella tecnica moderna non si può fare a meno degli specialisti in senso assoluto. Ma ciò che occorre è non lasciar loro la briglia sciolta sul collo; inquadrarli, bisogna, sotto la direzione di una persona che sia veramente il progettista e che conosca quindi a fondo tutti gli elementi del problema, anche se affiderà soluzioni particolari ai suoi collaboratori.
A Peenemünde vi erano parecchi specialisti. Si richiesero dapprima gli esperti di aerodinamica: si ricercarono coloro che avevano lavorato attorno agli Zeppelin. Man mano si richiesero altri tecnici specializzati nei vari campi della scienza, fino a formare un gruppo di altissimi competenti. Ma ciò si rivelò controproducente. Mancava infatti la persona veramente all'altezza, capace di dirigere e coordinare lo sviluppo delle ricerche conoscendo a fondo tutti i particolari delle medesime. In altre parole, le parti componenti il razzo, prese in sé, erano ciascuna un capolavoro, frutto dell'opera di tecnici specializzati, ma il razzo, nel suo insieme, non lo era all'atto. Il Prof. Oberth aveva proposto di capovolgere i serbatoi contenenti i due liquidi propellenti, mettere cioè quello superiore al posto dell'inferiore e viceversa, e di far sì che i serbatoi stessi facessero parte integrante dell'involucro del razzo. Si sarebbe così conseguito un notevole alleggerimento dell'insieme, che avrebbe permesso di prolungare di 100 km il volo del razzo. A Peenemünde non si volle sapere di questa proposta, perché gli specialisti dei materiali e delle strutture temevano troppo la bassa temperatura dell'ossigeno liquido.
La V-2, come è noto, usava ossigeno liquido ed alcool etilico al 75%. Se al posto di questi propellenti, poi, si fosse invece costruito un razzo comune a tre stadi, impiegante una polvere a base di salnitro e di nitrato di ammonio riscaldato e fuso, si sarebbero ottenuti gli stessi risultati, solo che invece di 80.000 marchi, (tanto costava in effetti una V-2) un razzo sarebbe venuto a costare 4000 DM.
Oggi, ha finito col rilevare il Prof. Oberth, sembra che in America si sia giunti ad un punto fermo, perché anche là manca un uomo che conosca bene tutti i dettagli che figurano nel progetto di un razzo e sia in grado di dirigere lo sviluppo del medesimo in modo che l'insieme risulti il più perfetto possibile. Gli specialisti, al contrario, ritengono ognuno il proprio lavoro come il più importante; ne risulta uno sfuocamento del progetto generale.
SCAMBIO DI INFORMAZIONI SCIENTIFICHE E SEGRETO MILITARE
Abbiamo quindi chiesto quali siano le idee del Professore in merito ad una collaborazione internazionale per lo studio dei problemi riguardanti i razzi ed il volo interplanetare. Poiché – egli disse – si tratta spesso di cose militari, queste sono tenute segrete. Succede allora che, essendo molte nazioni interessate ad un dato problema, bisogna... inventare la stessa cosa parecchie volte, esattamente quante sono le nazioni interessate. [<16-17>] La segretezza per la scienza è la morte. Di qui la necessità, per coloro che lavorano per i militari e per coloro che lavorano attorno all'astronautica, di mettersi d'accordo, senza badare a ciò che succede nel campo militare – come è stato in aeronautica. In campo internazionale, si dovrebbe giungere ad uno scambio di informazioni scientifiche aventi valore generale, esattamente come fanno da molti anni le relazioni pubbliche dei laboratori sperimentali aeronautici. [Segue, nella stessa p. 17, il resto dell'articolo, suddiviso nei paragrafi: Satellite artificiale, Traiettoria dei satelliti artificiali, I mezzi di propulsione. In quest'ultimo Oberth suggerisce, quale propellente per il primo stadio di un missile a più stadi, "nitrato di ammonio fuso"].
[Alle pp. 16-17 è riportato un profilo biografico in corsivo, qui trascritto per intero].
L'inizio in Europa di un periodo di eccezionale attività sui razzi, specie da parte dei tedeschi, fu segnato dalla pubblicazione di un opuscolo di meno di 100 pagine edito da R. Oldenbourg a Monaco di Baviera e per il quale l'autore stesso dovette pagare di tasca propria la maggior parte delle spese di stampa. L'opuscolo, dovuto a H. Oberth, nato a Hermannstadt (Transilvania) il 25 giugno 1894, aveva il titolo «Die Rakete zu den Planentenranmen» (Il razzo verso lo spazio interplanetario). Nessuno conosceva l'autore, né il libro dava alcuna indicazione in merito; tuttavia questa pubblicazione si dimostrò in seguito di notevole importanza. Nella premessa l'Autore esprimeva la sua convinzione che, «allo stato attuale della scienza e delle conoscenze tecniche, è possibile la costruzione di congegni in grado di innalzarsi oltre i limiti dell'atmosfera terrestre».
Il libro era scritto in modo che solo i matematici, gli astronomi ed i tecnici avrebbero potuto capirlo, mentre era del tutto inaccessibile al grosso pubblico ed anche a quella parte di esso particolarmente interessata al problema.
Il suo autore si era preoccupato soprattutto di convincere i tecnici, essendo in special modo interessato alle loro critiche, ma il libro di Oberth fu una delle poche eccezioni alla regola che mostra come questo scopo venga generalmente raggiunto. Esso ottenne infatti un certo successo presso il pubblico, tanto che la prima edizione fu esaurita in poco tempo e la seconda immediatamente prenotata. Ma mancarono completamente le critiche tecniche dei professionisti, forse per la fondata ragione che non esistevano professionisti del genere.
Il libro di Oberth ebbe il risultato di incoraggiare coloro che avevano idee analoghe a presentarle al pubblico. Citeremo, ad esempio, le opere di Hohmann e Valier, i quali avvicinarono Oberth proponendogli di scrivere un libro più accessibile, per modo che, se il problema era di qualche importanza, non dovesse rimaner confinato su un piano esclusivamente teorico. Oberth accettò la proposta: aveva avuto lui stesso di già l'idea di un libro di volgarizzazione, ma era oberato di lavoro. I suoi studi personali per il conseguimento di una cattedra non erano ancora terminati; inoltre si applicava allo sviluppo della sua teoria sui razzi ed impiegava molto tempo discutendo coi finanzieri e cercando di convincerli con delle semplici dimostrazioni.
Queste discussioni, riguardanti un contributo finanziario, non giunsero mai ad una conclusione. Oberth tornò allora in Transilvania, più precisamente a Schäzzburg (gennaio 1925) e ne ripartì in febbraio per prender possesso della cattedra di matematica alla Scuola Superiore di Mediash, sempre in Transilvania.
Oberth si unì quindi alla «Verein für Raumschiffahrt» (Società per la navigazione interplanetare) fondata in Germania nel 1927. La VfR ebbe rapido sviluppo, tanto che in un anno acquistò non meno di cinquecento soci. Nel frattempo, egli aveva incominciato il rifacimento del suo libro in vista di una terza edizione; fu concepito con ampiezza di propositi, intitolato «Wege zur Raumschiffahrt» (Il cammino per giungere al viaggio interplanetario) e pubblicato a Monaco nel 1929. Esso è ancor oggi l'opera teorica più notevole e procacciò ad Oberth la prima assegnazione del premio Pelterie-Hirsch, il quale venne, in segno di particolare onore, raddoppiato.
Ciò accadeva nell'autunno del 1929. Oberth si trovava a Berlino dove era giunto alla fine del 1928. Questa volta vi era andato per uno scopo definito: era stato invitato da Fritz Lang per la supervisione scientifica di un film. Si trattava di «Frau im Mond» (Una donna sulla luna); come fonte scientifica il film si era giovato della prima pubblicazione di Oberth.
Un film di Fritz Lang rappresentava un mezzo che avrebbe potuto difficilmente essere superato in intensità ed efficacia per propagandare l'idea. Ma più ancora, la coincidenza poteva significare fondi ragguardevoli da impiegarsi negli studi sperimentali sui carburanti liquidi per la propulsione a razzo.
Fritz Lang, infatti, si offrì garante per una forte somma di denaro necessario per lavori sperimentali e per la costruzione di un razzo, simile al Modello B del libro di Oberth, nonché per gli esperimenti preliminari che il razzo avrebbe richiesto. Questo razzo doveva esser pronto per il lancio entro il giorno delle première del film, in modo che servisse da pubblicità. Il progetto avrebbe dovuto dare degli ottimi
[<16-17>] risultati se vi fosse stato il tempo sufficiente. L'intervallo di tempo previsto era impossibilmente breve, circa dodici settimane. Nessuno in quel tempo aveva una esperienza sufficiente di carburanti liquidi per la propulsione a reazione; Oberth rappresentava la più alta autorità all'epoca sulla propulsione a razzo – lo è ancora sotto certi aspetti e la sua opera è tuttora la più autorevole di tutte. Progettò una camera di combustione teoricamente ideale, che chiamò Kegeldüze (Kegel, in tedesco significa cono). Il razzo doveva essere a forma di torpedine, lungo circa 2 metri, costruito con una lega di alluminio. Si incominciò quindi a lavorare sul dispositivo per l'apertura del paracadute. Tutte queste operazioni portavano via del tempo. Era impossibile condurre a termine la realizzazione nel tempo stabilito. L'UFA diramò un annuncio in cui era detto che l'ascensione del razzo doveva essere rimandata causa la stagione troppo inoltrata.
Oberth era stato nel frattempo nominato Presidente della VfR. La VfR acquistò il razzo di Oberth e gli esperimenti furono continuati dall'associazione.
Era ormai il tempo dell'avvento di Hitler: un decennio dopo le V-2 incominciarono a venir lanciate contro l'Inghilterra! Oberth fu a Peenemünde, poi diresse – a Wittemberg – un ufficio scientifico che esaminava tutti i brevetti industriali per cogliervi idee utili al perfezionamento dei razzi
".

Indicatore di completezza Rivista Aeronautica (1951) – "Società Astronautiche in Germania oggidì", Rivista Aeronautica, 27 (1951), n. 7, p. 548 Link esterno AVIA (pdf); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"Professore Hermann Oberth.
A cui si intitola la medaglia, è considerato il «Padre» della tecnica a razzo tedesca. La sua opera basilare «Vege zur Raumschiffahrt» (1929) ha dato frutto alla ricerca sui razzi vera e propria ed ha dato un notevole impulso agli sforzi astronautici. Essa viene ancora oggi citata in tutte le pubblicazioni e libri importanti sulla ricerca astronautica. Il Prof. Oberth dopo la guerra si trasferì in Svizzera. Da alcuni mesi egli lavora in Italia nuovamente sullo sviluppo dei razzi".
[In testa all'indice è riportata l'indicazione: "Questo fascicolo esce nella prima decade di ottobre"].

Indicatore di completezza Oberth (1952a) – H. Oberth, "Private Vorarbeit zur Weltraumfahrt" [Private research work in astronautics], in Probleme aus der Astronautischen Grundlagenforschung herausgeben im Auftrage der Gesellschaft für Weltraumforschung von H.H. Kölle - Vorträge gehalten des III. Internationalen Astronautischen Kongresses in Stuttgart vom 1. bis 6. September 1952 (Stuttgart, 1952), pp. 11-19; scheda bibliografica Link esterno British Library.
Riassunto: "Carrying out a vast technical project requires extensive basic research work covering several decennia. Such basic research work is mostly carried out by scientists and engineers on a private basis. As thus, in the course of many years, science and technology have contributed piece by piece, interplanetary travel, at a later stage, will not be as expensive as generally assumed today. / The scientist and engineer with widest fields of knowledge are prerequisite in astronautical development and unfortunately, seldom found today. There are good experts on individual subjects, but there are few who are able to comprehend the entire field so well that they could be given charge of supervisory and responsible positions. It will be the task of the astronautical scientist and societies to encourage and promote extensive education and training on the broadest of bases. / Arising difficulties are discussed, such as the construction of an artificial satellite and absence of gravity, and countermeasures are proposed. Private research groups would be able to conduct extensive experiments with a low pressure chamber. / Private rocket societies have the advantage of publishing the results of their research work and stimulate exchange of information, thus contributing many fruitful impulses to astronautical research. There will be no stagnant secrecy. Also, by publishing such research reports, governmental agencies may be forced to lower classification of or even declassify several of their own secretely kept results of research work" [p. 11].

Indicatore di completezza Oberth (1952b) – H. Oberth, "Briefe an den Herausgeber ???" [lettere al direttore ???], Berichte und Informationen (Wien, Österreichischen Forschungsinstitut für Wirtschaft und Politik, 1952), nn. 301-325, p. 65; scheda bibliografica Link esterno Deutsche Digitale Bibliothek.
"[...] . – Weitere Ersparnisse sind dadurch möglich, daß die heute in Amerika gebauten Raketen mit flüssigen Treibstoffen noch unnötig kostspielig und kompliziert sind (vergl. hierzu neinen gegenwärtig in der «Rocketscience» in Detroit/Mich. USA in Fortsetzungen erscheinenden Aufsatz «Errors in the Rocket Development»). – Endlich braucht eine Abfahrtstation für interplanetare Raumschiffe nicht 1760 km hoch zu gravitieren, 600 bis 700 km werden es allem menschlichen Ermessen nach auch tun, und das würde die Zubringerkosten noch um weitere acht Prozent senken, so daß man alles in allem nur mit einem Viertel bis Fünftel der von v. Braun veranschlagten Kosten zu rechnen braucht. Außerdem läßt sich auch an der Station selbst noch vieles verbilligen.
Was schließlich die Fahrt zwischen den Planeten anbetrifft, so möchte ich beinahe wetten, daß man hierfür elektrische Raumschiffe benützen wird (falls nämlich die Atomphysik W>t (?) noch Besseres liefern sollte, was heute kein Mensch vorhersagen kann). Die theoretischen Voraussetzungen sind jedenfalls klar: Dampfturbinen, Influenzmaschinen und Geiß-lersche (?) Röhren gibt es seit Dreivierteljahrhunderten, und es handelt sich hier wirklich nur noch um einige Entwicklungsarbeiten. Ich werde im September in Stuttgart darüber sprechen.
Die Kostenfrage habe ich meinerseits absichtlich offen gelteren (?), denn gewisse Preise schwanken zu sehr. So kostete J. B. (?) ein Kilogramm Ammoniumnitrat 1940: 9 Pfennige; 1947: 2.10 RM; 1951: 47 DP). Es ist daher ein mißlichen Unternehmen, für zwanzig Jahre im voraus einen Kostenvoranschlag zu machen. Bei normaler Entwicklung kön- Tun sich aber die Preise von Chemikalien (infolge, der Verbesserung der Produktionsmethoden) höchstens senken.
Prof. Hermann Oberth".

Indicatore di completezza Oberth (1952c) – H. Oberth, "Briefe an den Herausgeber" [lettere al direttore], Berichte und Informationen (Wien, Österreichischen Forschungsinstitut für Wirtschaft und Politik, 1952), nn. 326-350, p. 64; scheda bibliografica Link esterno Deutsche Digitale Bibliothek.
"[...] Es wird fast nie dieselbe Sache zweimal entwickelt, und falls ja, so tun das verschiedene Erfinder an verschiedenen Orten und unter verschiedenen Verhältnissen.
Ich kannte z. B. einen Apotheker, der sich ein neues Schlafmittel ausgedacht hatte. Nachdem er es zwei- bis dreimal an sich selbst ausprobiert hatte, brachte er es bereits auf den Markt. Dagegen hat der Erfinder der Tubensahne (dabei wird die Sahne vorbehandelt, damit sie sich besser hält, und in Aluminiumtuben zum Verkauf gebracht) an dieser Erfindung zehn Jahre lang gearbeitet und sein ganzes Vermögen zugesetzt, bis dann die Sache marktreif war. Bei den Nylongeweben hat es gar achtzig Jahre gedauert vor den ersten Versuchen, Eiweiß- und Hornstoffe zu Fäden zu ziehen bis zum Verkauf der ersten Damenstrümpfe. – Soll man nun diese drei immerhin noch verhältnismäßig ähnlichen Erfindungen mitteln und sagen: «Eine derartige chemische Erfindung braucht also im Durchschnitt dreißig Jahre»?
Ein Flugzeug besteht aus mehreren tausend Einzelteilen, und es bewegt sich in einem Medium, bei dem man nur näherungsweise rechnen kann und eigentlich jede neue Form aufs neue erforschen muß. Es ist daher unzulässig, aus der Dauer und den Kosten einer Flugzeugentwicklung etwa auf die Entwicklung einer Rückstoßelektrode für ein Raumschiff zu schließen, denn hier braucht man bloß einen Kanal luftleer zu pumpen, die Elektrode drinnen aufzuhängen und den Rückstoß zu messen und die Versuchsbedingungen - wenn es hoch kommt - einige hundertmal zu variieren. Ebensowenig lassen sich aus den Erprobungskosten eines Flugzeuges Schlüsse auf die nur der Astromechanik unterworfene Bahn eine elektrischen Raumschiffes ziehen. Ebenso kann man auf Grund der Peenemünder Entwicklung eigentlich nicht viel mehr sagen, als daß dies offenbar der schwierigste und kostspieligste Teil der Anlaufarbeiten gewesen ist, und daß ein neues Gerät nun, da diese Arbeit bereits fertig ist, eben entsprechend weniger Zeit und Geld beanspruchen wird. Übrigens war vieles an diesen hohen Kosten auch nur durch die Zeitumstände bedingt. – Doch schließlich habe ich ja auch nicht behauptet, daß wir die ersten Weltraumstationen früher als in zehn Jahren haben werden, oder daß drei Jahre Raumschiffahrt weniger kosten würden als zwei Wochen Weltkrieg.
Prof. H. Oberth, La Spezia".

Indicatore di completezza UN World (1952) – [Notizie in breve], United Nations World, 6 (1952), n. 1 (gennaio), p. 9; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"THE construction of a space station, an artificial moon traveling around the earth and serving as a base for interplanetary travels, is no longer a theme for comic strips only. A host of world renowned scientists are working assiduously at this problem: their explorations and findings have already produced important results which so far, alas, have been primarily used for the creation of ever newer and deadlier weapons.
The best known expert in this field of rocket design is Dr. Werner von Braun, a German professor who was the coauthor of Hitler's V-2. After Germany's defeat he was brought to the United States where he received lavish help in the pursuit of his research.
By one of those melancholy twists not unknown to the history of science, von Braun's fame has overshadowed the accomplishment of the man whose imagination first conceived the tremendous possibilities of the rocket, and who was von Braun's teacher, Professor Hermann Oberth. Born 1894 near the Hungarian-Rumanian border, Oberth was an unknown 29-year-old high school teacher when he published his first book, With the Rockets to the Planets, wherein he described in detail two rocket models which twenty years later were copied nearly exactly in the construction of the V-2.
At the time of its publication, Oberth's book was regarded as mere fantasy. He gained some notoriety and a modest financial reward when the famous film director Fritz Lang engaged him as a technical adviser for his film Woman in the Moon.
His big chance came when one of his students, Dr. von Braun, was commissioned by Hitler to build the secret rocket research station at Peenemuede, a little port on the Baltic Sea. A Rumanian by nationality, Oberth immediately received German citizenship and joined Braun and the others in the construction of Germany's «miracle weapon».
After the war, Oberth was not as lucky as von Braun. As he put it, «All my attempts to find a job as a teacher at a university, high school, or even public school, were futile. I con do nothing better than grow cabbage and turnips in my little vegetable garden at Feucht near Nuremberg».
It is only lately that Oberth was rediscovered and saved from complete oblivion. He has recently been given a special assignment by the Italian government and has established his residence in Spezia, the biggest Italian port and naval station. The nature of this assignment? «Top secret»".

Indicatore di completezza Brandimarte (1953) – "Ricerche sulle miscele ottenute per fusione di nitrato ammonico e diciandiamide", La Chimica e l'Industria, 35 (1953), p. 553; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"La serie di determinazioni analitiche, oggetto della presente Nota, ha posto in evidenza lo andamento qualitativo e quantitativo delle reazioni che avvengono durante la fabbricazione dell'A.S.N. originale. In particolare vien dimostrato che, a seconda della durata di permanenza della miscela nelle vasche di fusione, varia la composizione finale dell'esplosivo.
Il «Guanammon» (1) miscuglio esplosivo fusibile ottenuto da nitrato ammonico e diciandiamide, venne potenziato e sensibilizzato da M. TONEGUTTI (2) mediante l'aggiunta di pentrite (tetranitrato di pentaeritrite). La nuova miscela, denominata A.S.N., ebbe la composizione centesimale: Nitrato ammonico 70 / Diciandiamide 10 / Pentrite 20.
Per preparare l'A.S.N. si aggiunge alla miscela binaria nitrato ammonico-diciandiamide, che fonde a 110 °C circa, la pentrite nella desiderata percentuale: la aggiunta viene effettuata alla temperatura di 115-118 °C. La miscela ternaria possiede un sufficiente grado di fluidità e scorrevolezza per il suo colaggio nelle camere di scoppio. Col raffreddamento, l'esplosivo solidifica a circa 110 °C trasformandosi in una massa bianca compatta assai dura, senza sensibili contrazioni. Durante la preparazione della miscela binaria che comporta una permanenza di 6-8 ore nelle vasche di fusione, il nitrato ammonico e la diciandiamide reagiscono formando una serie di prodotti che danno origine a loro volta ad eutettici [...]".

Indicatore di completezza Naturwissenschaftliche Rundschau (1953) – "Wissenschaftliche Gesellschaften und Tagungen" [relazione sullo svolgimento del terzo congresso internazionale di astronautica, Stoccarda 1-6 settembre 1952], Naturwissenschaftliche Rundschau, 6 (1953), pp. 167-168; scheda bibliografica Link esterno Deutsche Nationalbibliothek.
"Man hatte auch nicht vergessen, die juristische Seite des Weltraumfluges zu beleuchten, wozu Dr. A. MEYER (Köln) sprach. Mit Spannung erwartet wurde der Vortrag von Prof. H. OBERTH (La Spezia), der am vorletzten Tag in Stuttgart eintraf und einiges aus seiner umfassenden [<167-168>] Forschertätigkeit erzählte. Der Festvortrag, verfaßt von Prof. Dr. W. VON BRAUN, wurde verlesen und behandelte allgemeine Fragen der Weltraumfahrt. Der letzte Tag brachte eindrucksvolle Filmvorführungen über die V 2 und die Viking-Rakete, einen Tatsachenbericht über den Senkrechtstart eines Raketenflugzeuges (Dipl.-Ing. E. BACHEM, Buenos Aires) und einen Versuch, das Problem der Weltraumfahrt allgemein mathemathisch zu lösen (B. HEIM, Göttingen)".

Indicatore di completezza Da meglio definire – "Zum 60. Geburtstag Professor Hermann Oberths", Weltraumfahrt - Raketentechnik, 4-5 (Frankfurt am Main, Umschau Verlag, 1953-1954), p. 55; scheda bibliografica Link esterno Deutsche Nationalbibliothek.
"In der Folgezeit versuchte er wiederholt, jedoch stets vergeblich, das deutsche Reichswehr - ministerium für seine Raketenprojekte zu interessieren. So schlug er z. B. 1935 eine Flugabwehrrakete mit Ammonsalpeter als Sauerstoffträger vor. Endlich wurde er im Jahre 1938 an die T.H. Wien berufen und erhielt das Recht, den Hochschulprofessorentitel zu führen. In diese Zeit fällt u. a. die Erfindung einer nicht schmelzbaren Raketendüse und die Entdeckung eines Baustoffes für Raketen, der sich durch Initialzündung zur Detonation bringen läßt, so daß sich der ganze Raketenkörper in Gas auflöst. 1940 wurde Oberth nach Dresden versetzt. Er leitete an der dortigen T.H. eine Abteilung, welche die Treibstoffpumpen für die spätere V 2 entwickeln sollte.
Ein Jahr später erhielt Oberth die deutsche Staatsbürgerschaft und wurde an die Heeresanstalt Peenemünde dienstverpflichtet. Einen Aufgabenkreis, der seiner Befähigung angemessen gewesen wäre, fand er jedoch in dem verhältnismäßig festen Programm dieses Entwicklungswerkes nicht. Anfangs war er mit der Sichtung aller für Deutschland erreichbaren Ideen und Patentanmeldungen beauftragt, um sie auf ihre Verwendbarkeit für die Raketentechnik hin zu prüfen. Später verlegte er seine Tätigkeit in den Überschall-Windkanal. Neben einem Bericht über Flugabwehrraketen datiert aus dieser Zeit vor allem eine große theoretische Untersuchung über die günstigste Teilung von Stufenaggregaten. Oberth plante den Bau einer dreistufigen Großrakete mit 90 t Startgewicht und Alkohol und Sauerstoff als Treibstoffen, welche die amerikanische Ostküste erreichen sollte.
Im Jahre 1943 wurde Oberth zum Werk Reinsdorf der WASAG (= Westfälisch-Anhaltische Sprengstoff-A.G.) abkommandiert, um dort seine Ammoniumnitrat-Rakete zur Flugabwehr vom Boden aus zu entwickeln. Das Gerät selbst kam nicht mehr zum Einsatz, weil nach der Bombardierung der Leuna-Werke im Frühjahr 1944 Ammonsalpeter nicht mehr in genügendem Umfang erhältlich war. Doch wurden im Rahmen der Entwicklung wertvolle Erkenntnisse gewonnen. So könnten auf dieser Treibstoffbasis z. B. auch hochleistungsfähige Starthilfen und mehrstufige Fernraketen unter geringem Kostenaufwand gebaut werden.
Das Kriegsende brachte Hermann Oberth mehrmonatige Internierung in einem Camp, das den schönen Namen "Dust-Bin" (= Mülleimer) führte, und anschließend jahrelange Abgeschlossenheit mit seiner Familie in seinem Heim in Feucht bei Nürnberg. Bis 1948 betätigte er sich als Privatlehrer, wissenschaftlicher Autor, Lektor und gelegentlich als wissenschaftlicher Berater. Dann ging er — auf dem Umweg über die Schweiz — nach Italien und konnte von 1950 ab in La Spezia im Auftrag der italienischen Marine seine bei der WASAG begonnenen Entwicklungen fortsetzen. Seit Beendigung dieses Auftrags im Frühjahr 1953 lebt Oberth wieder in Feucht".

Indicatore di completezza Rivista Aeronautica (1955) – [Sul congresso astronautico internazionale di Stoccarda], Rivista Aeronautica, 31 (1955), pp. 1240, 1242; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"Primo nell'elenco d'oro astronautico è il nome di Hermann Gaswindt, tedesco, che già nel 1891 pubblicamente parlava dei suoi piani di astronavi; segue il russo Kostantin Eduardowitsch Ziolkowsky, che trattò i problemi astronautici su una rivista russa per la prima volta nell'anno 1893. Il terzo nome è quello dell'americano Robert Hutchins Goddard che nel 1919 pubblicò un opuscolo dal titolo «A Method of reaching Extreme Altitudes». Si arriva così al tedesco Hermann Oberth, le cui opere «Die Rakete zu den Planetenräumen» (1923) e soprattutto «Wege zur Raumschiffahrt» (1929), danno l'avvio in Europa ad un periodo di eccezionale attività sui razzi, specie da parte dei tedeschi. Altri nomi che meritano di figurare nel libro d'oro dell'astronautica sono quelli del francese Robert Esnault-Pelterie, dei tedeschi Walter Hohmann, Eugene Sänger e Wernher von Braun" [p. 1240].
"1 - Mostra sui razzi e sull'astronautica tenuta in occasione del congresso di Stoccarda: alcune immagini / A1) Cartellone della mostra. Raffigura il razzo di Oberth, presentato nel film: «Frau im Mond»" [p. 1242].

Indicatore di completezza Gartmann (1956) – H. Gartmann, The men behind the space rockets (New York, D. McKay Company, 1956), pp. 71-73; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"Now completely at the disposal of the authorities, Oberth was ordered to the Army experimental station at Peenemünde, where his chief was Wernher von Braun. Here, in the midst of the vast area given over to constructing and testing the largest rockets in the world, Oberth was put into a small office and given a staff of one draughtsman and one typist, both of whom were soon needed for more urgent tasks and taken from him. Only Oberth, the Grand Old Man of rockets, was redundant. Although his only wish was to be given some useful work, there seemed to be none for him to do until he was assigned to read reports on patents and to assess their value for the project in hand. Later, he worked on the supersonic wind tunnel, wrote a paper on anti-aircraft rockets and began a lengthy theoretical study on the most suitable method of phasing the propulsion of rockets operating on the step principle, as the next big project at Peenemünde was to be a 90-ton multi-stage rocket, possibly capable of reaching America.
In 1943 Oberth was transferred to Wittemberg on the Elbe, where he was to develop his long-held plans for an ammonium nitrate rocket at the Reinsdorf works of the Westphalian-Anhalt Explosives Company. This was to be a large powder rocket for anti-aircraft purposes, but in the spring of 1944, the Leuna chemical works were so heavily bombed that no ammonium nitrate was obtainable, which put an end to yet another Oberth rocket.
VII
After the armistice, Oberth found himself in one of the numerous internment camps, in his case a special one reserved for famous scientists and scholars, nicknamed by the victors, the 'Dust Bin', from which he was released after being interrogated and re-interrogated scores of times. Freedom was little better than captivity, for life was hard in the Germany of the immediate post-war years when the black market flourished and the only usable currency was cigarettes; his country home at Feucht, bought in 1943 with [<71-72>] his father's money, was crammed with bombed-out refugees placed there by a hard-pressed billeting office which could hardly find room for Oberth himself on his return home.
His fortunes reached their lowest ebb with the currency reform in 1948, when he was completely unable to find any form of work, having too many scruples for the sharp practices and shady dealing which were then universal. His family had grown smaller; his daughter Erna had graduated as a Doctor of Law in Berne and had become a legal adviser in Nuremberg; his son Adolf was taking his doctor's degree in chemistry at Munich, while his eldest son Julius, who would then have been twenty-six, was missing in Russia, and his daughter Ilse had died on active service in 1944.
The lonely but still active old man set out for Switzerland, being forced to cross the frontier illegally. For a year he lived as best he could as a consulting engineer, and a further year as the guest of the fireworks manufacturer Hans Hamberger; then came a chance which he seized. The Italian Admiralty gave him the task of completing the ammonium nitrate rocket which he had begun in Wittenberg; for this he was paid 120,000 Swiss francs and went to La Spezia. When his contract at La Spezia terminated in the spring of 1953 he returned to Germany. Here he had not been forgotten; already an honorary member of many rocket associations, he had been made honorary President of the Society for Space Research in Stuttgart, which has carried on many of the traditions of the old Association for Space Travel, and his name had been given to the Society's medal of honour granted for services to space research. He is quoted in practically every new book on rocket technique and is now famous for his work on both solid and liquid propellents, on automatic steering gear and on the alignment of space travel techniques with [<72-73>] the all-important factor of human physiology. His old Schloss at Feucht received a continual stream of visitors, including journalists, publishers and all those connected in any way with rocket development.
At that time he was at work on a new book called Men in Space. In the summer of 1955 Wernher von Braun, now head of the central rocket test installations in the U.S.A., asked Oberth to join him".

Indicatore di completezza Who's who in Germany (1956) – Who's who in Germany (Montreal : Intercontinental Book and Publishing Company - München : R. Oldenbourg, 1956), p. 853; scheda bibliografica Link esterno Deutsche Nationalbibliothek.
"OBERTH Hermann (Prof.), rocket scientist, author; b. Hermannstadt, Transylvania, June 25, 1894; s. of Dr. Julius O. (surgeon) and Valerie Krasser; m. Mathilde Hummel, 1918. Educ. Univ. studies. Career: prof. Stefan-Ludwig-Roth Coll., Mediasch, Transsylvania, 1924-38; rocket development on order of the Airforce, Inst. of Technology, Vienna, 1939-40; rocket development on order of the Army; prof. Dresden Inst. of Technol., 1940; Peenemünde, 1941; prof. dept. head, Wasag, 1943-45; pvt. studies, Feucht, Bavaria, 1945-48; author in Switzerland, 1948-50; rocket development in La Spezia, Italy, on order of Italian Navy, 1950-53; author, since 1953. Publ. ...".

Indicatore di completezza Gartmann (1958) – H. Gartmann, "Le père de l'astronautique", Historia, n. 138 (Paris, Librairie J. Tallandier, maggio 1958), p. 542; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"Peu de temps après, Oberth, qui se trouvait dans la pleine force de l'âge, se dirigea vers la Suisse, Pendant un an, il vécut tant bien que mal en donnant des avis, des conseils, en écrivant des articles pour les journaux. Un rayon de lumière luit enfin. La marine de guerre italienne lui demanda d'achever pour elle la fusée au nitrate d'ammonium, commencée à Wittenberg. Il reçut 120 000 francs suisses et se rendit à La Spezia. Au printemps de 1953, sa mission remplie, Oberth quitta l'Italie, pour rentrer en Allemagne".

Indicatore di completezza Haley (1958) – A. G. Haley, Rocketry and Space Exploration (Princeton, Van Nostrand, 1958), pp. 230-231 Link esterno HathiTrust (per University of Michigan); scheda bibliografica Link esterno Library of Congress.
"The First International Astronautical Congress convened in Paris on September 30, 1950, with representatives of France, Germany, Austria, Great Britain, Denmark, Spain, and Argentina present. The United States did non participate. Some of the most interested scientist, such as Oberth, were prevented from attending because of visa trouble. A. Ananoff was elected president of the Congress and H. Mineur was named honorary president. Madame Gabrielle Camille Flammarion and Madame de Vendeuvre were named vice presidents. A. V. Cleaver held the chair for the important October 2 session when the general nature of the federation was agreed upon. Eight resolutions were adopted, the substance of which was that an international organization should be formed for the study and development of interplanetary flight. The organization was to be inaugurated at the next Congress, prior to which the various societies would send in proposals for a constitution, voting procedure, membership, and so on; these would be studied by the British Interplanetary Society and coordinated by it and by a temporary committee headed by Sänger of Austria.
No technical sessions were held, but the First Congress was a significant step in the history of rocketry. Science had crossed national boundaries. The mission of the proposed new organization was clear: convert the rocket from an engine of war to a peaceful vehicle of interplanetary exploration.
The primary importance of the Second International Astronautical Congress, held in London in September 1951, was the general interest that was aroused in the artificial satellite vehicle. The exchange of scientific knowledge at the meetings in Caxton Hall from September 3 to 8 was the first organized attempt to promote world cooperation for satellite development among rocket and astronautic workers.
The original societies were represented, as was the United States, by the American Rocket Society, the Reaction Research Society, the Pacific Rocket Society, and the Detroit Rocket Society. Dutch and Canadian societies were then known to exist, but they did not participate in the Congress.
The Congress was established as the International Astronautical Federation (IAF). A secretariat was authorized in Switzerland. E. Sänger was elected president. Gunter Loeser of GfW and Andrew G. Haley of ARS were elected vice presidents, and Joseph A. Stemmer was named secretary.
The BIS had done much to prepare the tentative draft of the constitution, and during this Congress the all-important question of voting was studied. It had been recommended at Paris that each nation have one vote, and with the two German societies merged, it was feared that the United States would [<230-231>] dominate voting with five votes. The Paris provision of the year previous for one vote per nation was established as the voting arrangement.
Vice president Haley began the task of obtaining membership for the IAF in the International Council of Scientific Unions.
The Third International Astronautical Congress in Stuttgart in September, 1952, heard Hermann Oberth discuss «Private Research in Astronautics,» a paper which might well keynote all Congresses. He outlined many space problems which should be investigated with the aid of astronautical societies (rather than by large-scale, government-subsidized, classified research) and which thereafter would form the basis of world cooperation.
E. Sänger was re-elected president, and A. G. Haley was re-elected vice president. L. R. Shepherd of the BIS was elected vice president, and J. A. Stemmer was re-elected secretary.
The Constitution of the International Astronautical Federation which had been drafted during the previous year by the Loeser-Haley committee was adopted. The principle of one vote per nation, regardless of the size of the country or the number of its rockets or astronautical societies, which was advocated strongly by the American Rocket Society delegation at London, was approved. It was decided that the ARS would be the voting member from the United States.
At the Fourth International Astronautical Congress in Zurich in August, 1953...".

Indicatore di completezza Zaehringer (1958) – A. J. Zaehringer, Solid propellant rockets. An introductory handbook. Second stage (Wyandotte, American Rocket Co., 1958), pp. 13, 16, 34 Link esterno HathiTrust Digital Library (per Cornell University); scheda bibliografica Link esterno Library of Congress.
"While at Peenemünde, Prof. Oberth designed a three stage solid propellant rocket for a surface-to-surface missile with a range comparable to the V-2 (190-200 miles). Oberth then spent the later years of the war with the WASAG firm working on the missile. The propellant for the Oberth missile was a cast composite [<13-16>] solid propellant using ammonium nitrate as oxidant. Oberth estimated8 the propellant cost at $500 for the missile which was to have been loaded with 17,700 lb propellant. The 26,400 lb missile was to have carried a 3,300 lb payload in the third stage. No impulse figures were given but assuming a propellant specific impulse of 180 lb sec/lb, the missile would develop 3,190,000 lb sec impulse! In recent postwar years, Oberth9 outlined the use of a large solid propellant booster system (developing 70 million lb sec) for a satellite rocket".
"In 1949, the Swiss Oerlikon firm came out with an 8 cm, air-to-air and air-to-surface rocket18. It is 2 ft long, 3.15" caliber, weighs 22 lb, and carried a warhead of 2.2 lb. It is equipped with 8 nozzles and has a maximum velocity of 2,300 ft/sec" [p. 34].
"8. Oberth, H. 'Errors in Rocket Development, Part 1' Rocketscience, 6, 5-6 (1952).
9. Oberth, H. Menschen im Weltraum, Econ Verlag, Dusseldorf, 1954" [note a p. 35].
"18. Gatland, loc. cit. [Gatland, K.W. Development of the Guided Missile, Philosophical Library, New York, 1952], pp. 120-1" [nota a p. 35].
A p. 134 sono descritte le caratteristiche essenziali di un razzo superficie-aria.
Alle pp. 174, 177 si citano le ricerche italiane, ma non figura quanto sviluppato dalla Marina Militare.
Alle pp. 207 e 214 sono descritte alcune caratteristiche del nitrato d'ammonio e la composizione della miscela M-15 RATO, in cui è presente all'83%.

Indicatore di completezza Current biography yearbook (1958) – "Oberth, Hermann", Current biography yearbook 1957, 18 (New York, H. W. Wilson Co., 1958), p. 417; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"Heinz Gartmann in The Men Behind the Space Racket (New York, 1956) writes that «Oberth's own sporadic attempts to interest the War Ministry and the Luftwaffe in his plans repeatedly failed to meet with any response». Gartmann writes that only later did Oberth find that his work in Vienna was applied toward the V-2. At Dresden, realizing that he was being kept in Germany so that his knowledge would not benefit another country, he tried to return to Romania, but was offered the choice of German citizenship or concentration camp. He chose the former, and, now at the disposal of the authorities, he held inconsequential posts at Peenemünde and at Wittenberg, where his work on an ammonium nitrate rocket remained incomplete because of heavy Allied bombings in 1944. [...] Later he went to Switzerland, where he continued his writing on astronautics.
The Italian Admiralty in 1950 asked him to complete the ammonium nitrate rocket which he had begun in Wittenberg. His work as an investigator in solid propellant rockets at La Spezia in Italy was completed in 1953 and he returned to Feucht in Germany for two years. The Econ-Verlag in Düsseldorf published his Menschen im Weltraum (Men in Space)...".

Indicatore di completezza The Redstone Rocket (1958) – "Prof. Oberth leaves for home in Germany", The Redstone Rocket, 7 (1958), n. 27, p. 1 Link esterno Redstone Arsenal (pdf).
"Prof. Hermann Oberth, known as the father of modern rocketry, left Huntsville this week to return to Germany after working nearly three years at Redstone Arsenal.
The 64-year-old professor will receive a $400-a-month pension from the German government. He would have lost the pension if he remained outside Germany more than three years, and he was facing mandatory retirement at the age of 65 here as a government employee.
Since February, 1956, Prof. Oberth has served as Chief of the Special Fields Section, Research Projects Office, Army Ballistic Missile Agency.
Prof. Oberth was born at Hermannstadt, Transylvania, in June, 1894. His father, Dr. Julius Oberth, was a physician.
He attended schools at Schaessburg, Transylvania, until he was ready to enter the university at Munich in 1913. He spent the summer of 1919 at the university of Klausenburg, Transylvania, and returned to Munich that winter. He also did college work at Gottingen and Heidelberg.
In 1923 he became a professor of mathematics and physics.
For two years (1928-30), he experimented with gasoline and liquid air for rocket propellants while working as advisor to a film company making Girl in the Moon.
The following years were filled with rocket research. He worked at the Technical University in Vienna and the Technical University at Dresden.
In 1941 he joined the scientists working on rockets at Peenemunde. In 1943 Prof. Oberth transferred to Rheinsdorf [Reinsdorf] near Wittenberg.
He also carried out rocket research in Oberried am Brienzer Lake during 1949-50 and from 1950-53 was engaged by the Italian Navy at La Spezia, Italy, in rocket research.
He is author of several books, most recent being Man Into Space".
L'articolo non è qui di interesse, ma si sottolinea che definisce con molta precisione il motivo per cui Oberth ha lasciato Huntsville per tornare in Germania.

Indicatore di completezza Oberth (1959) – H. Oberth, "From my life", Astronautics, 4 (1959), n. 6, giugno, p. 106 Link esterno Gravity Assist (pdf); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"In 1938, I obtained another leave and was invited by the Vienna Technical High School to do some secret research work. (This was the preliminary work for the V-2.) In 1940, I received a similar commission from the Dresden Technical High School. In 1941, I became a German citizen and was commissioned on wartime duty to the German Army's Research and Experimental Center at Peenemünde. In 1943, I accepted an appointment to the W.A.S.A.G. (Westphälisch-Anahltische Sprengstoff-Aktiengesellshaft) and was assigned the task of developing a gunpowder rocket for anti-aircraft defense, for which I had submitted a suggestion. After the defeat of Germany, I was kept in custody by the Allies up to August, 1945, and then released to my family living in Feucht, Germany, where I had bought a house in 1943.
From 1945 to 1948, I was a private teacher, a writer on scientific topics for Mundus, and occasionally a scientific adviser. In 1948, I went to Switzerland, living there initially by writing and advising. Later on, as a guest of the fireworks manufacturer, Hans Hamberger, I spent some time at Oberried on the Lake of Brienz, where I continued experiments I had formerly started when I was working for W.A.S.A.G. I then brought my research work, which I was able to continue in La Spezia from 1950 to 1953, commissioned there by the Italian Navy, to a certain conclusion.
In 1953, I returned to my home in Fuecht and lived there until 1955".
L'intero articolo, breve ma fondamentale, è alle pp. 38-39, 100, 102-104, 106.

Indicatore di completezza Sancho (1960) – P. M. Sancho, La Astronáutica : Ha empezado la era interplanetaria (Barcelona, Sintes, 1960), p. 44 Link esterno Catálogo BNE.
"Hermann Oberth y la navegación sideral
Al final de la segunda guerra mundial, cuando tanto rusos como americanos se dedicaban a «repartirse» a los cientificos alemanes, una pregunta flotaba en todas las Cancillerias: «–¿Donde est Oberth?–». Técnicos, políticos, periodistas y militares buscaban al especialista alemán en cohetes, al profesor Oberth. Un hecho muy importante había promovido esta búsqueda: la total confirmación de la técnica de los vuelos de cohetes, lanzada 30 años antes y que durante la guerra había encontrado aplicación.
El gran cientifico estaba en un campo de concentración. De allí pasó a otro y a otro, mientras innumerables interrogatorios le eran dirigidos. Más tarde, después de muchas penalidades, pasó a Suiza y luego, contratado por la Marina de guerra italiana para que acabara un cohete propulsado con nitrato de amonio, fue trasladado a Spezia.
En la primavera de 1953, terminada su misión, regresó a Alemania. No le habían olvidado, y fue nombrado miembro de honor de innumerables sociedades científicas. Para los que amamos la astronavegación, su solo nombre nos causa un profundo respeto; a él debemos el nacimiento de la teoría científica de los cohetes, de sus combustibles, maniobras automáticas y de la fisiología del cuerpo humano...".

Indicatore di completezza Sykora (1960) – F. Sykora, "Pionere der Raketentechnik aus Österreich", in Blätter für Technikgeschichte, a cura di J. Nagler (Wien, Springer, 1960), pp. 191-192 Link esterno epizodsspace.no-ip.org (pdf).
"1943 erhielt Oberth endlich einen Auftrag in leitender selbständiger Stellung: Er sollte in Wittenberg an der Elbe eine Ammoniumnitrat-Rakete für Flugabwehr entwickeln. Im Frühjar 1944 erlahmte aber infolge eines Bombardements die deutsche Ammon-Salpeter-Erzeugung und auch diese Projekt Oberths wurde vorläufig nicht vollendet. [<191-192>]
Nach Kriegsende wurde Oberth von den Alliierten interniert und schließlich nach Feucht bei Nürnberg, wo er ein Haus besitzt, entlassen. Als nach der Währungsreform seine finanzielle Lage sehr schlecht wurde, ging er in die Schweiz. Dort arbeitete er Gutachten aus, hielt Vorträge und experimentierte in einer Fabrik für Feuerwerksraketen. In den Jahren 1950-1953 entwickelte er im Auftrag der italianischen Kriegsmarine in La Spezia seine Ammoniumnitrat-Flugabwehrrakete. 1955 holte ihn schließlich Wernher von Braun in die zentrale Raketenforschungsanstalt in Huntsville. Heute ist Oberth anerkannt".

Indicatore di completezza Forti (1961) – U. Forti, Meccaniche meravigliose. Dal pendolo di Galileo all'astronave orbitale (Torino, SEI, 1961), p. 148; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"... combustibile e comburente sono ugualmente necessari e importanti. Un propellente solido che contenga l'uno e l'altro non è certo una novità assoluta della scienza moderna, dato che questo è precisamente il caso della polvere da sparo, vecchia di secoli, che contiene anche l'ossigeno necessario alla esplosione. Anni addietro H. Oberth ne propose uno simile (propellente solido) formato da nitrato di ammonio, nitrato di potassio e polvere di carbone.
Numerosissimi sono i propellenti liquidi oggi noti. Ad esempio idrogeno e ossigeno allo stato liquido".

Indicatore di completezza Martinelli & Randon (1961) – F. Martinelli, ‎G. Randon, Il romanzo delle invenzioni, vol. 3 (Roma, Edizioni moderne Canesi, 1961), pp. 710-711; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"Non si può parlare di V1, V2 e di Peenemuende senza citare tre nomi fondamentali nella storia della propulsione a razzo e delle tecnica spaziale: un nome già conosciuto, quello di Oberth, e due nomi nuovi: quelli di Helmut von Zborowski e di Werner von Braun.
Di Oberth s'è già detto, ma è necessario aggiungere che la seconda guerra mondiale lo aveva posto dinanzi a un dilemma tragico. Davanti allo scienziato romeno comparve un giorno del 1939 un ufficiale della Gestapo che lo invitò a seguirlo al quartiere generale di Himmler. Qui un altro ufficiale, più alto in grado, gli propose un dilemma brutale. «Professore – gli disse – lei è troppo importante e sa troppe cose, ormai. O si fa tedesco o si rassegna a finire i suoi giorni in un campo di concentramento». Oberth scelse la cittadinanza tedesca e venne inviato a Peenemuende, con l'incarico di sovraintendere agli studi di aerodinamica e di esaminare alla luce dei più recenti progressi scientifici il problema della difesa contraerea. [...] [<710-711>] Distrutto lo stabilimento, finirono gli esperimenti. Ma la guerra precipitava e Oberth venne catturato dagli Americani, che lo battezzarono col nomignolo dispregiativo di «Dustbin», che significa alla lettera «sacco di immondizia». Venne naturalmente internato in un campo di concentramento, dal quale peraltro riuscì a fuggire, per riparare in Svizzera. Qui, ridotto in condizioni pietose, senza un soldo, affranto per la notizia che un figlio risultava disperso in Russia (un'altra figlia gli era morta a ventun anni), Oberth si rassegnò, per sopravvivere, ad aiutare un artificiere nella fabbricazione di fuochi d'artificio destinati ad allietare le feste paesane. A questa condizione umiliante lo sottrasse la Marina Italiana, che lo invitò a La Spezia per un certo periodo. Oberth fece ritorno in Germania nel 1953, per assumere la presidenza della Società per le ricerche spaziali con sede a Stoccarda e si dedicò alla ricerca di un prezioso manoscritto, contenente dati e formule di inestimabile valore per la scienza, nascosto in un bunker dalla moglie per sottrarlo ai bombardamenti. Ma ogni ricerca fu vana e l'opera – composta da 1.300 fogli – non venne mai più ritrovata".

Indicatore di completezza Kaiser (1961) – H. K. Kaiser, Rockets and Spaceflight (New York, Pitman, 1961), p. 29; scheda bibliografica Link esterno Library of Congress.
"Finally Oberth was summoned to Peenemuende, the German rocket research centre on the Baltic Sea, but even so he never played a part compatible with his real ability in the 'nursery stage' of the Great Rockets. Two years later he transferred to Reinsdorf, Westphalia, where he worked on solid fuel anti-aircraft rockets. Here he remained until the end of the war, and in 1948 he continued this work in Switzerland. From 1950 to 1953 he was in Italy carrying out work on a similar project for the firm of La Spezzia [sic]. He was next invited by Wernher von Braun to join the U.S. rocket team in Huntsville, Alabama, where he remained from 1955 to 1958, when he returned to Europe to settle down near Nuremberg".

Walters (1962) – H. B. Walters, Hermann Oberth: Father of Space Travel (New York-London, Macmillan, 1962), pp. 127-132 Link esterno Internet Archive (pdf); scheda bibliografica Link esterno Library of Congress.
"Again he was interrogated until his patience wore thin. Since simple replies did not win his release, he decided to try another tactic. At the next questioning he pretended to have trouble remembering. «I'm sorry, sir», he would stammer, «I guess I was not sufficiently interested in that detail to remember it».
How well his trick worked was recorded by Dr. Fritz Zwicky, one of the team of American scientist who exhamined [<127-128>] German prisoners. While he was obviously annoyed at Hermann's sudden lack of memory, he had to admit that the Professor was the first man to promote the idea of rocketry. After writing a brief biography of the prisoner, Dr. Zwicky continued:
«Oberth belongs to the class of unfortunate amateur-type individuals who pick up an idea early, who advocate the idea, and who find no response. Later, when the idea is taken up and developed by competent professionals, there remains nothing for the original advocate but to reminisce on the past. . . . One of his pupils was Freiherr Wernher von Braun, later director at Peenemünde. . . .»* [Nota a pie' di pagina 128: * From Report on Certain Phases of War Research in Germany, by Fritz Zwicky. Headquarters Air Material Command, January, 1947].
Hermann's joy on being released was marred by the order to report to Allied Headquarters every other day which meant he could not leave Germany. Tilly wept for joy when he appeared at the door of their «little castle». She had lived in fear that he would be sent to a far country with other rocket engineers.
But life at home was not easy. There was scarcely space for him in his own house. The authorities had billeted so many refugees there that he and Tilly had to be content with two small rooms. Adolf was studying chemistry at Regensburg. While the tenants quarreled, Hermann settled at a little bedside table to start writing his next book. Feeling sure that his education and experience would benefit him, he went to apply for a steady position as a teacher. Dozens of names were ahead of his. Each day he became less particular about what type of work he obtained. Although he was willing to accept any job that paid, he found no openings. Hermann wondered if he had not blundered in leaving the Americans. Perhaps he should have [<128-129>] admitted that the giant rockets had grown from his original ideas and even had the shape of his old Model B. But since his own countrymen gave him no credit, it would have been hard to convince the United States that the V-2 had details shown in his earlier drawings and writings, such as the arrangement of fuel tanks, combination of propellants, and fins in the exhaust stream to stabilize the rocket's flight. Now it was too late. The United States had sent more than 120 German scientists to work in their laboratories. Most of his friends from Peenemünde were in the group supervised by his former pupil, von Braun, whose success made Hermann question again his wisdom in refusing to cooperate with the Americans. Would fate always let him only peer into his Promised Land of rocketry, never to enter?
The currency reform of 1948 left German pockets empty. The Reichsmark was converted into new Deutsche marks at the rate of ten to one. Most of the bank savings were held and a large per cent later canceled. Citizens were glad to work merely for food, without demanding money.
Failing to find a position in Feucht, Hermann wrote to foreign countries. When an offer came from Switzerland he accepted it. This raised a new question: how could he cross the border without the proper papers? He determined to try. With another man he hiked to the boundary and stayed at a local inn. The landlady was sympathetic to men trying to get work and support their families. Since tourists were identified by the rucksacks, or packs, on their backs, the men decided to masquerade as Swiss natives who were at the border to visit relatives. Hermann put on all the clothing he could struggle into and gave the balance to his landlady. In return she declared him a mountain guide. Using this classification and his pseudonym, Fritz Hann, he found that the gates swung open to admit him to Switzerland. [<129-130>]
The promised work was not as steady as he had expected. He gave technical advice and wrote for magazines, but he had to be cautious because foreigners were not permitted to earn money belonging to local labor. During this time he contacted other places that might furnish steady employment.
In 1950 a letter came from the Italian Government. Their navy had good reason to be interested in the ammonium-nitrate rocket he had been «secretely» developing at the WASAG. During the war, the Italian submarine embankment, two miles long, had been blasted by aerial bombs. Since then, the war chemists had tried in vain to perfect his anti-aircraft missile. Would he come to help them? His reply was simple: indeed he would!
Againg he faced the problem of crossing a national boundary boundary without proper papers. Moreover, Italy had a law against employing Germans, so this time Hermann had to become an Englishman, and he could think of no better name than John Smith. The Italian border guards, who did not speak English, assumed that the Professor's accent was the way all Britons talked, and waved him through customs.
Arriving in La Spezia, a coastal city near Genoa, Hermann put up at a hotel and sent for Tilly. Using the name of Mrs. Smith, entering another country to join her husband, she was not challenged, and again they were together. Each morning he drove to work and returned at dusk to their suite, daring neither to accept social invitations nor mingle with neighbors. It was important that no one connect the silent, gray-haired «Englishman» with Italian military secrets. [<130-131>]
To aid in his development of a large powder rocket for anti-aircraft, Hermann hired three Italians and a German chemist from WASAG, who passed as an Englishman named Jones. The Italian Admiralty provided everything needed for the experiments. Hermann's laboratory was in a concrete bunker and for testings he had the use of a rifle range. Actual firings were over marshy ground safe from the presence of alien spies. To thwart spying binoculars, U-boat nets were put up as camouflage. A nearby arsenal factory sent him any chemical he ordered.
By the early part of 1953 his contract ended. What he had accomplished was known only to the Italian Government. He and Tilly had lived frugally, so they had money to take back to Feucht. He was eager to get settled again in his own home and start writing, but they found their [<131-132>] house still crowded with bickering refugees".

Indicatore di completezza Stuhlinger (1963) – [Cenni biografici], in Astronautical engineering and science: from Peenemunde to planetary space. Honoring the 50. birthday of Werner von Braun, a cura di E. Stuhlinger (New York, McGraw-Hill, 1963), p. 130; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"The following years were devoted to rocket research. He first worked at the Technical University in Vienna and the Technical University at Dresden and, in 1941, he joined the scientists working on rockets at Peenemünde. In 1943, Professor Oberth transferred to Rheinsdorf [Reinsdorf] near Wittenberg. He also carried out rocket research in Oberried am Brienzer Lake during 1949 and 1950 and from 1950 to 1953 was engaged by the Italian Navy at La Spezia, Italy, in rocket research.
From 1955, Professor Oberth pursued rocket studies in the U.S. at the Technical Feasibility Studies Office, Ordnance Missile Laboratories. A year later he transferred to the Army Ballistic Missile Agency, Chief of Special Projects, Research Projects Office. Professor Oberth retired from U.S. Government service in November, 1958, and returned to his native land".
[Fonte terziaria per quanto qui di interesse].

Indicatore di completezza Ancora da leggere: Falessi (1966) – C. Falessi, "Realizzazioni missilistiche in Italia: razzi sonda e da ricerca", Oltre il cielo – Missili e Razzi, n. 138 (1966). Articolo citato da De Maria & Orlando (2008). L'indice della sola narrativa fantascientifica presente nel fascicolo è nel Link esterno Catalogo Vegetti.

Indicatore di completezza Oberth (1967) – H. Oberth, "Autobiography", in The coming of the Space Age. Famous accounts of man's probing of the universe, a cura di A. C. Clarke (New York, Meredith Press, 1967), pp. 120-121; scheda bibliografica Link esterno Library of Congress.
"In 1938, I obtained another leave and was invited by the Vienna Technical High School to do some secret research work. (This was the preliminary work for the V-2.) In 1940, I received a similar commission from the Dresden Technical High School. In 1941, I became a German citizen and was commissioned on wartime duty to the German [<120-121>] Army's Research and Experimental Center at Peenemünde. In 1943, I accepted an appointment to the WASAG (West Phälisch-Anahltische Sprengstoff-Aktiengesellshaft) and was assigned the task of developing a gunpowder rocket for anti-aircraft defense, for which I had submitted a suggestion. After the defeat of Germany, I was kept in custody by the Allies up to August, 1945, and then released to my family living in Feucht, Germany, where I had bought a house in 1943.
From 1945 to 1948, I was a private teacher, a writer on scientific topics for Mundus, and occasionally a scientific adviser. In 1948, I went to Switzerland, living there initially by writing and advising. Later on, as a guest of the fireworks manufacturer, Hans Hamberger, I spent some time at Oberried on the Lake of Brienz, where I continued experiments I had formerly started when I was working for WASAG. I then brought my research work, which I was able to continue in La Spezia from 1950 to 1953, commissioned there by the Italian Navy, to a certain conclusion.
In 1953, I returned to my home in Fuecht and lived there until 1955".
[Si tratta della riedizione di Oberth (1959), senza alcuna variante significativa in quanto citato].

Indicatore di completezza Bar-Zohar (1967) – M. Bar-Zohar, The hunt for German scientists (Barker, 1967), pp. 137-138; scheda bibliografica Link esterno Library of Congress. Si tratta dell'edizione in inglese di: La chasse aux savants allemands (1944-1960) (Paris, A. Fayard, 1965); scheda bibliografica Link esterno Bibliothèque nationale.
"Unable to follow their careers, most of the scientist left the country without any real prospects, some with nothing more than the clothes they were wearing, trusting in their lucky star.
One of these was Hermann Oberth, who had been much less guilty than most of the scientist caught up in the Nazi web. [...] [<137-138>] research establishment at La Spezia. There, assisted by three German engineers and five Italians, he was at last able to develop his solid-fuel rocket. Then he returned to finish his days in Germany".

Indicatore di completezza Fritz (1969) – A. Fritz, Der Weltraumprofessor : Hermann Oberth, ein Leben f.d. Astronautik u.d. Abenteuer d. Raumfahrt (Reutlingen : Ensslin & Laiblin, 1969), pp. 156, 196-197; scheda bibliografica Link esterno Deutsche Nationalbibliothek.
"1948 arbeitete er in der Schweiz für die Kriegstechnische Abteilung des Eidgenössischen Militärdepartements. 1950 ging Oberth nach Italien, wo er eine Feststoffrakete weiterentwickelte. 1953 kehrte er nach Feucht zurück" [p. 156].
"1943 – In der Nacht vom 17. zum 18. August erlebt er den Angriff englischer Bomberverbände auf Peenemünde; Ende des Jahres verläßt er Peenemünde, um in einem Werk bei Wittenberg eine Feststoffrakete zur Flugzeugabwehr zu entwickeln; er erfindet hierzu einen gießbaren Treibstoff.
1945 – Im April nähern sich russische Truppen Wittenberg, und Oberth schlägt sich nach Süddeutschland durch; bei Regensburg gerät er in amerikanische Gefangenschaft; Rückkehr zur Familie nach Feucht bei Nürnberg.
1948 – Arbeit an Feststoffraketen in der Schweiz; die Gesellschaft für Weltraumforschung in Stuttgart wählt Oberth zum Ehrenpräsidenten. [<196-197>]
1949 – Ehrenmitglied der British Interplanetary Society, der Nordwestdeutschen Gesellschaft für Weltraumforschung, der Dansk Selskab for Rumfahrtsforskening in Kopenhagen, der Pacific Rocket Society und der Detroit Rocket Society.
1950 – Arbeit an Feststoffraketen in Italien.
1952 – Ehrenmitglied der Gesellschaft für Raketen forschung in Bremen und der Vereinigten Astronautischen Arbeitsgemeinschaft in Leipzig.
1953 – Im Februar Rückkehr aus Italien nach Feucht.
1954 – Buchveröffentlichung Menschen im Weltraum; Diesel-Medaille in Gold vom Deutschen Erfinderverband.
1955 – Im Juni Arbeitsaufnahme in Huntsville (USA)...".

Indicatore di completezza Central Europe Journal (1969) – H. Oberth, "Space travel – Its value and future" [cenni biografici posposti all'articolo], Central Europe Journal, 17 (1969), n. 7-8 (luglio-agosto), p. 258; scheda bibliografica Link esterno Deutsche Nationalbibliothek.
"When Oberth finally decided to cooperate in a film project entitled The Woman in the Moon, agreeing on a salary of DM 800 monthly – while the actors received ten times that sum – he was soon faced with concessions wrested from him by the manager Fritz Lang, as to the probable atmospheric conditions on the unexplored side of the moon. Oberth, however, saw only the opportunity now unfolding, to construct a space rocket. It was to start simultaneously with the film's première. Oberth was urged and pressured with the result that an explosion destroyed the vision in one eye. Withal, the film advisorship had a positive side: The missile inventor made the acquaintance of a student who became a member of his staff and later a friend, Wernher von Braun.
After the war Hermann Oberth maintained a reserve toward the Americans, but in order to live he went to the Swiss military department in Bern and from 1953 to 1955 was engaged with the Italian Navy in La Spezia. Finally Wernher von Braun brought him to the USA. In 1955, having meantime gained wide recognition, he joined those working on guided missiles at Redstone Arsenal in Alabama".

Indicatore di completezza Biagi (1971) – E. Biagi, Testimone del tempo (Torino, SEI, 1971), pp. 47-50; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"Quando arrivai a Feucht pioveva. Il professore mi aspettava nella stanza da pranzo. Stava davanti alla finestra, guardava il giardino malinconico, le foglie tenere di una ortensia. Hermann Oberth è considerato «il padre dell'astronautica», ma il nostro discorso non cominciò coi razzi, i voli spaziali, o le presumibili conquiste di Marte e della Luna; il professor Oberth mi parlò dell'anima della grandezza dell'uomo. «Ogni cellula» diceva Hermann Oberth «ha la sua anima. Il cervello è il direttore generale di tutte queste animucce, e le comanda. Senza anima non esisterebbe nemmeno la vita fisica. Con l'esercizio il nostro corpo si fortifica, perché oppone una resistenza attiva, la macchina invece si logora». Si alzò, cercò un volume, lesse qualche frase. «È un libro» spiegava «che ho pubblicato di recente. Tratta questi problemi».
Si sentiva attraverso la parete la voce di un televisore, qualche risata e, a tratti, il rumore delle gocce sui vetri.
«Che cosa l'ha spinto a queste ricerche?» chiesi. «Forse il dolore?».
Fissavo il vecchio studioso dagli occhi penetranti, che parlava pacatamente, quasi con fatica, e pensavo al suo figliuolo disperso in Russia, a una sua ragazza che se n'era andata a vent'anni. «Forse» rispose «ma io do dell'esistenza dell'anima la dimostrazione scientifica».
Si creavano, fra noi, lunghi silenzi. «Questo professore di ginnasio» pensavo «più di trent'anni fa affermò che era possibile costruire macchine capaci di andare oltre l'atmosfera terrestre, di vincere la forza di attrazione, di portare negli spazi creature umane, e il tempo gli ha dato ragione. Descrisse un tipo di razzo, e ispirò la V1; disegnò la tuta dell'astronauta, e i pianeti artificiali, immaginò [<47-48>] il futuro. Adesso cerca di spiegare il senso dell'esistenza, di scrutare il nostro destino».
Guardavo i quadri alle pareti. Scene e colori da cartoline, paesaggi di montagna, con casolari dai tetti rossi, e ruscelli verde bottiglia; un gatto nero di porcellana faceva la guardia a sei uova, sulla vetrina, e mi fissava cupamente.
«Ho pensato alla navigazione astronautica quando ero ancora un giovinetto» raccontava Oberth. «A tredici anni, credo. Stavo leggendo un romanzo di Verne. Era notte, e io mi agitavo nel letto. Così non può andare, mi dicevo, non può essere un cannone che spara l'uomo. Qualcosa deve portarlo verso le stelle».
Quando più tardi, espose le sue idee, e i suoi progetti, gli diedero del visionario. «Fantasie», lo accusavano gli esperti, «sogni irrealizzabili». Adesso Hermann Oberth afferma che i pianeti che ci stanno attorno sono abitati, e che gli «uranidi», così li chiama, ci guardano.
«Ora anche il razzo portante» diceva il professore «è superato. Io ho studiato un veicolo che parte dal principio dell'elicottero, ma molto più economico, e molto più sicuro. Vede: si tratta di un sistema di cuscinetti a sfere».
Prendeva il mio taccuino e disegnava tanti cerchietti fra due linee, e faceva anche dei calcoli. «Posso raggiungere» spiegava «i tremilaseicento chilometri all'ora». «Che rischio c'è per il pilota?» domandavo. Guardavo i quadri, le sei uova, il gatto nero, le gocce che scivolavano sui vetri, e mi sembrava di ascoltare una impossibile favola, di essere ritornato indietro, alle storie avventurose dell'adolescenza. Il professor Oberth prendeva ancora il mio taccuino, e per qualche istante si concentrava: disegnava figure geometriche, faceva qualche moltiplicazione.
«Col razzo portante, quello che esperimentano adesso, su duecento piloti uno fallisce. Col mio veicolo, rischia un pilota su venticinque milioni. Un viaggio più sicuro che andare in automobile da qui a Monaco».
Parlava come sempre, senza alterigia, ma con sicurezza; gli pareva che il suo discorso fosse ovvio; forse il mio atteggiamento di ignorante, un poco sbigottito, se non incredulo, poteva offenderlo. Disse: «A Stuhlingen avevo studiato un'astronave elettrica; nel 1935 avevo proposto al governo la contraerea a razzi, razzi [<48-49>] funzionanti a nitrato di ammonio, che avrebbero dato grandi risultati. La mia invenzione fu respinta; troppi industriali avevano interesse a fabbricare aeroplani da caccia».
Gli parlai di von Braun, gli dissi che lo avevo visto a Stoccolma, alloggiavamo nello stesso albergo; chiesi se lo considerava suo allievo. «A Berlino io facevo esperimenti di astronautica, fra gli studenti c'era Wernher von Braun», precisò. Cadde, fra noi, uno dei tanti lunghi silenzi, e la conversazione dirottò su argomenti meno tecnici. Chiacchierammo di politica, e il discorso si fece confuso e anche un poco deludente. Oberth parlava delle contraddizioni che hanno sgomentato la coscienza della gente, di tempi migliori, e anche di Hitler.
«Le persone» diceva «avevano una volta più ideali. Ma adesso è molto difficile prendere sul serio le fedi politiche, perché non rispettano quasi mai la morale. Ai nostri ragazzi, ad esempio, fu detto che la verità stava nel nazionalsocialismo, poi improvvisamente si è stabilito che tutto era falso. Fu detto che la guerra e il militarismo vanno combattuti, e adesso si fabbricano armi e si istruiscono soldati. Goebbels affermava che l'arte moderna non è arte, adesso è diventata la vera arte. La politica di Hitler ci ha portati alla rovina, io sono contro la dittatura, perché non è giusto che uno solo decida e comandi, ma è anche vero che l'interesse pubblico deve prevalere su quello privato».
Citò anche Aristotele: «Aristotele ha detto» sillabò «che, se si cammina troppo sul lato destro, si rischia di finire nel fosso di destra, e se si cammina troppo a sinistra, si va a finire nel fosso di sinistra. Bisogna stare nel mezzo».
Trovavo le sue teorie politiche modeste e contraddittorie; sosteneva che «lo Stato deve servire gli uomini», e diceva che la Germania visse una stagione felice dal 1934 al '38; erano gli anni delle vetrine dei negozi degli ebrei infrante, delle persecuzioni politiche, dei «libri proibiti» bruciati sulle piazze. Sosteneva che la guerra non è il mezzo migliore per risolvere i problemi economici e i rapporti fra i popoli, e considerava ancora degli idealisti quelli che la vollero, gli pareva che fossero davvero convinti che Dio era con loro.
Il vecchio professor Hermann Oberth, chiuso nel suo silenzioso dolore, nei suoi studi, nella ricerca di nuove vie nei cieli, ragionava sulle vicende della Germania, e sulle crisi dello spirito tedesco, [<49-50>] con la disinvoltura di molti che non sanno, e non vogliono ammettere, o desiderano dimenticare.
Ogni mattina alle sei è al suo tavolo di lavoro, esce solo per qualche solitaria passeggiata, non ha molti rapporti umani, e nell'inseguire i tanti perché della nostra esistenza forse dimentica le ragioni di molte tristezze della nostra cronaca. Certo, nel suo sguardo penetrante, non c'è malizia, e nemmeno nel suo cuore. Ha scritto infatti: «Ai miei occhi è morale tutto ciò che contribuisce a rendere il mondo più giusto, migliore e più bello»".
Esistono molte ristampe di questa intervista.

Indicatore di completezza Nouvelle École (1974) – "Entretien avec Hermann Oberth", Nouvelle École, n. 24 (1974), p. 115; scheda dell'editore Link esterno GRECE.
"Ci-dessus: Hermann Oberth (premier, à partir de la droite) à l'époque «héroïque» de la Verein für Raumschiffahrt (VfR). Photo prise le 5 août 1930. Le personnage situé tout à fait à gauche est Klaus Riedel. A côté de lui: le Dr. Ritter, du Reichsinstitut de technique et de chimie de Plôtzensee. En haut, à gauche: trente ans plus tard, le professeur et l'élève (Oberth et von Braun). Ci-contre, le plan de capsule spatiale conçu par Oberth pour La femme dans la lune.
En raison de l'opposition de certains milieux gouvernementaux, Hermann Oberth n'avait pas participé à l'élaboration des premiers programmes «spatiaux»...
«Redstone» et «Jupiter»
Oberth est l'un des seuls spécialistes de fusées à rester en Allemagne. Interné quelques temps après la fin des hostilités, il connaît alors des années difficiles et pénibles. Il se rend ensuite en Suisse (à Berne), puis en Italie, où il travaille à la Spezia pour les services de l'Amirauté.
En 1954, un livre, Menschen im Weltraum, fait à nouveau parler de lui. Un an plus tard, Wernher von Braun, qui vient d'être nommé à la direction du Redstone Arsenal de Huntsville (Alabama), le fait venir auprès de lui. De 1955 à 1958, Oberth travaille à Huntsville, où il participe à la mise au point des fusées «Redstone» et «Jupiter». Puis, en 1961-62, il est employé par la société Convair, à San Diego (Californie). Après quoi, il revient en Allemagne...".
[Fonte terziaria per quanto qui di interesse].

Indicatore di completezza Barth (1975) – H. Barth, Hermann Oberth. Titanul navigaţiei spaţiale (Bucureşti, Kriterion, 1975), pp. 146-147, 218-219 Link esterno ULBS Biblioteca Digitala.
"... condimentate de cîte o glumă. Soţiei sale, de exemplu, i se adresează cu versurile: «Dragă Mathilda / uneori tare săilbatică / uneori blajină şi blîndă / mereu însă scumpă Mathilda / — în mărci ca şi de altfel!».
Barometrul stării de spirit i-a fost influenţat şi de alţi «parametri». Sânger amintise lumii de specialitate pe «adevăratul părinte al cauzei», în Franţa îşi adusese în acelaşi sens contribuţia Ananoff, în S.U.A. von Braun. Acum se anunţau ca interesate şi alte corporaţii ştiinţifice. Prima ştire sosi din Londra.
British Interplanetary Society l-a ales pe Hermann Oberth ca membru de onoare. Gestul astronauticie-nilor britanici avea să fie începutul unei recunoaşteri şi cinstiri mondiale, acordate «părintelui zborului spaţial» în perioada următoare. Incă în acelaşi an alte trei societăţi astronautice (cea daneză, americană şi nord-germană) l-au ales ca membru de onoare. A început să plouă cu plachete şi diplome onorifice, ceea ce l-a făcut pe profesorul atît de plin de umor să se pronunţe [32]: «Nimeni nu pare să se gîndească că eu mai trebuie să şi mănînc». Desigur că a fost o satisfacţie să constate că n-a fost uitat. Dar lupta pentru existenţa materială nu s-a uşurat deloc prin aceasta. Oberth a trebuit deci să răspundă afirmativ cînd i s-au adresat solicitanţi — şi de data asta străini.
In 1950 a plecat în Italia. Situaţia s-a ameliorat într-atît încît l-au putut însoţi acolo şi soţia sa şi fiul său Adolf. Profesorul Oberth a fost solicitat de marina italiană să construiască o rachetă cu combustibil solid. In La Spezzia [sic] a început să construiască racheta cu azotat de amoniu, teleghidată, pe care o proiectase deja în 1935 lla Mediaş. Adolf, care tocmai îşi terminase studiile la Munchen, îl asista pe tatăl său. Proaspătul [<146-147>] chimist diplomat a fost acela care a imaginat o metodă originală de turnare a amestecului combustibil în forme, astfel ca să nu apară bule de aer (reprezentînd pericol de explozie) consumatoare de spaţiu. In 1953 racheta lui Oberth era gata concepută. El se putea reîntoarce la Feucht. Mintea îi era din nou plină de idei noi şi proiecte de tehnică spaţială. Condiţiile îl împiedicaseră timp de opt ani să se dedice ideii sale favorite, navigaţiei spaţiale".
"1935 – Profesorul de liceu din Mediaş proiectează o rachetă cu combustibil solid, ghidată prin unde radio; foloseşte drept combustibil azotatul de amoniu şi praf de cărbune.
1938 – Pînă în acest an Oberth îşi continuă cercetările la Mediaş. Printre altele proiectează o rachetă cu alcool şi oxigen, înaltă de 24 de metri, pentru o greutate utilă de 3,5 tone şi cu o rază de acţiune de 1000 de kilometri. Pentru ea elaborează şi un mecanism de ghidare. In atelierele şcolii de aviaţie construieşte un motor de rachetă şi mai multe ajutaje, dar nu poate experimenta pentru că nu găseşte aer lichid. / In vară, Oberth este chemat la Viena. Contract de cercetare la Institutul Politehnic.
1940 – Oberth se mută la Dresda. La Institutul Politehnic începe să construiască o pompă de combustibil puternică. Cînd vrea să se întoarcă acasă, i se obiectează că «ştie deja prea multe».
1941 – In iulie, Oberth este chemat, prin ordin, la Peenemünde.
1942 – La 3 octombrie reuşeşte, la Peenemünde, pentru prima dată lansarea unei rachete «A 4». / Era prima rachetă modernă de distanţă din lume.
1943 – Oberth părăseşte, în decembrie, Peenemünde şi merge la Reinsdorf lîngă Wittenberg, unde trebuia să elaboreze o rachetă cu combustibil solid.
1945 – Oberth este luat prizonier în mai, însă curind eliberat. El pleacă la Feucht, la familia lui. Pînă în 1948 lucrează aici ca grădinar (!).
1948 – Oberth este nevoit să primească o ofertă de lucru în Elveţia. [<218-219>]
1950 – Cercetătorul de rachete dă curs unei oferte a marinei italiene. In La Spezia construieşte racheta sa cu azotat de amoniu.
1953 – Din nou la Feucht. Oberth scrie o nouă carte.
1954 – Apariţia cărţii Oameni în spaţiul cosmic. In ea sînt descrise noi proiecte şi propuneri pentru călătoria spaţială incipientă.
1955 – Oberth pleacă în S.U.A. (Huntsville), unde colaborează, sub conducerea lui Wernher von Braun, la programul spaţial american.
1958 – In noiembrie, Oberth se întoarce din S.U.A. la Feucht".

Indicatore di completezza Oberth (1979) – H. Oberth, Briefwechsel, a cura di H. Barth, vol. 1 (Bukarest, Kriterion, 1975), pp. 205, 226, ... Link esterno Deutsche Nationalbibliothek. Lettere dal maggio 1922 al settembre 1954.
"[???] / H. Oberth an O. Folberth / La Spezia, den 16. 3. 1952
Lieber Otto!
Endlich komme ich dazu, auf Deinen Brief vom 5. 3. zu antworten. Ich hatte eine Grippe, und meine Maschine und Korrespondenzmappe hatte ich im Büro gelassen.
..." [p. 205].
"[1??] / H. Oberth an O. Folberth / La Spezia, den 7. 12. 1952
Lieber Otto!
Leider war ich in der letzten Zeit sehr beschäftigt, so daß ich erst..." [p. 226].

Indicatore di completezza Stuhlinger (1976) – E. Stuhlinger, "Hermann Oberth Biography", in The Eagle has returned. Proceedings of the Dedication Conference of the International Space Hall of Fame, held at Alamogordo, New Mexico, from 5 through 9 October 1976, a cura di E. A. Steinhoff (Alexandria, American Astronautical Society, 1976), p. 23; scheda bibliografica Link esterno Library of Congress.
"It was during the spring of 1943 in Peenemuende when I met Professor Oberth for the first time. One of the V-2's was test-fired; many of us stood around near the launch platform and followed the V-2 with our eyes until it had disappeared in the blue sky over the Baltic Sea. When I turned my eyes back down, I saw Professor Oberth standing near, and I could not help saying: «Professor Oberth, it must be a wonderful feeling for you to see your early dreams come true in such a wonderful way!» Professor Oberth took a long time before he answered, and then he said: «I have great respect for the engineers and technicians who made this possible. However, we have known for a long time that rockets work, if they are built right. We must now forget over this success that our goal is not the launching of rockets; it is the travel through space, and the exploration of the unknown out there».
At the end of the war, Professor Oberth moved to the city of Feucht near Nuernberg where his family had been living during the war years. To earn a modest income, he worked in a garden shop, but during his free time he wrote his next book, Man in Space, in which he described in detail a number of space projects which he had introduced already in his first book in 1923, among them the electric rocket, orbiting space stations, and space mirrors.
For brief periods, he worked in Switzerland and also in Italy, where he developed, together with his son Adolph, a smokeless ammonium nitrate rocket.
The year 1955 brought another change to Professor and Mrs. Oberth. Wernher von Braun had invited the rocket pioneer to join his rocket development center in Huntsville, Alabama. Deep respect and a warm friendship have connected Hermann Oberth and Wernher von Braun ever since they first met in 1931. Their mutual feelings are best expressed in their own words «... to the ingenious organizer and engineer who brought the ideas of space flight to practical realization...». Wernher von Braun wrote of Hermann Oberth: «Not only do I owe him my first introduction to the technology of rockets and space flight; he gave me the guiding star for my whole life!»".

Barth (1980) – H. Barth, "Hermann Oberth (geboren 1894)", in Von Honterus zu Oberth. Bedeutende siebenbürgisch-deutsche Naturwissenschaftler, Techniker und Mediziner, a cura di H. Barth (Bukarest, Kriterion, 1980), pp. 344-345, 356 Link esterno ULBS Biblioteca Digitala.
"Nach Kriegsende hatten es Oberth und seine Familie nicht leicht. Von 1945 bis 1948 war der Raketenforscher genötigt, als Gärtner zu arbeiten. Darauf ging er in die Schweiz, wo er mit fachwissenschaftlichen Gutachten und Berichten das Studienentgeld für seinen Sohn Adolf verdiente. Er verfaßte zahlreiche Fachberichte über Konstruktion und Einsatzbereiche von Raketen [O 18, O 40], die er z. T. in renommierten [<344-345>] Fachpublikationen auch veröffentlichte [O 23, O 31, O 33, O 40].
Ab 1950 finden wir ihn dann in Italien. In La Spezia erprobte Oberth, im Auftrag der italienischen Marine, seine bereits 1935 in Mediasch entworfene Feststoffrakete auf Ammoniumnitratbasis. 1953 kehrte er wieder nacht Feucht zurück".
"Hermann Oberths Arbeiten
[...]
41. Über Raketensteuerung, Fachbericht, La Spezia, 1951.
42. Drei Methoden zur Integration von Differentialgleichungen mit zwei Unbekannten, La Spezia, 1951.
43. In 20 Jahren Weltraumstationen, in: Wirtschaft und Politik, Heft 297, 1952.
44. Deflagrierender Raketenbaustoff, Fachbericht, Feucht 1953.
45. Gegossene Raketentreibsätze auf Ammoniumnitratbasis nebst Reglerdüse, Feucht 1953.
46. Ergebnisse der Untersuchungen über gießbare Raketentreibsätze auf Ammoniumnitratbasis, La Spezia, 1953" [p. 356].

Kurowski (1982) – F. Kurowski, Alliierte Jagd auf deutsche Wissenschaftler. Das Unternehmen Paperclip (Kristall bei Langen Müller, 1982), p. 118; scheda bibliografica Link esterno Deutsche Nationalbibliothek.
"Andere Forscher wanderten nach Südafrika und nach Brasilien aus oder tauchten in der Schweiz unter. Einige landeten nach langen Irrfahrten in Neuseeland oder Australien.
Hermann Oberth, der in die Schweiz emigriert war, erhielt später eine Berufung der italienischen Admiralität, nach La Spezia zu kommen und dort seine geplante Pulverrakete zu bauen. Drei deutsche und fünf italienische Forscher standen ihm hier zur Seite. Er baute die Rakete und kehrte nach Deutschland zurück. [<118-119>]
Der Exodus der deutschen Wissenschaftler und Ingenieure, die auf dem [...]".

Indicatore di completezza Oberth (1984) – H. Oberth, Briefwechsel, a cura di H. Barth, vol. 2 (Bukarest, Kriterion, 1984), pp. 223-224 Link esterno Deutsche Nationalbibliothek. Lettere dal gennaio 1955 al dicembre 1981.
"[...] Ich werde nie vergessen, wie Sie in der Scheune in einem riesigen Heuhaufen Ihren dort versteckten Koffer herausfischten, um dann über Nürnberg mit einem Sonderflugzeug nach Paris gebracht zu werden. Auch die folgenden vier Monate in einer illustren Gesellschaft großer Namen wird mir unvergeßlich sein4, und ich möchte mit Prof. Heinkel5 «diese Zeit nicht missen».
Ich erinnere mich auch noch an den Besuch von Herrn Markstaller 1946 in Stuttgart, wo dieser mich dazu bewegen wollte, mit nach Japan zu gehen. Ich hatte aber schon meine Verlagslizenz und zudem als Pazifist nur noch an einem friedlichen Einsatz der Rakete Interesse. Aus diesem Grunde betrieb ich die Wiederbelebung der Kaiserschen «Gesellschaft für Weltraumforschung», der ich im Kriege angehörte und für die ich werblich tätig war. Zu diesem Zeitpunkt stieß Kölle zu mir, und wir gründeten die neue Gesellschaft, die ihren Sitz in meinen Verlagsräumen hatte. Ich habe dann noch Gartmann gewonnen, die wissenschaftliche Leitung zu übernehmen, die bis dahin Kölle innehatte, der sich aber bald im Dienste der Amerikaner lukrativen kriegstechnischen Arbeiten zuwandte. Da dies nicht mit meinen Idealen vereinbar war, trat ich dann später aus meiner eigenen Gesellschaft aus. Sie selbst waren ja mittlerweile über die Schweiz nach La Spezia gekommen, von wo mich der erste Brief Ihrer Gattin erreichte. Sie und M. [Markstaller] haben mich ja aus der Schweiz noch öfter angeschrieben, und ich erinnere mich eines Herrn Hahn6. Ihre Frau bat mich im Hinblick auf den auslaufenden Vertrag in Italien, ob ich nicht etwas für Sie unternehmen könne. Ich schrieb damals sofort an v. Braun, der dann auch später seinen Adlatus (der sowieso in Stuttgart beheimatet war) nach hier schickte. Es hat ja dann allerdings noch sehr lange gedauert, bis Sie in die USA reisen konnten, und es hat sich bei mir ein umfangreicher Briefwechsel mit W. v. B.7 in dieser Sache angesammelt. Wenn es auch nicht zu leugnen ist, daß in seiner Jugend W. v. B. an Ihnen übel gehandelt hat, so sollten wir doch anerkennen, daß er diesen Fehler (der sicher mit seiner Jugend zu erklänen ist) gutzumachen versuchte8. Alles in allem eine bewegte Zeit. Und für Sie war es ein erfülltes Leben mit voller Anerkennung noch zu Lebenszeiten. Was ein Junge in seiner Jugend erträumte, bewegt heute im Guten wie im Bösen die Welt. Ich, selbst habe meine Begeisterung der Jugend abgelegt und bin heute eher gegen diese Entwicklung, die letztlich [<223-224>] der Menschheit nur Unheil [...]".

Barth (1985) – H. Barth, Hermann Oberth. Leben, Werk und Auswirkung auf die spätere Raumfahrtentwicklung (Feucht , Uni-Verlag, 1985), pp. 223-226; scheda bibliografica Link esterno Deutsche Nationalbibliothek.
"1950 ging er nach Italien. Es war insofern besser, als ihn dorthin nun auch seine Frau und sein Sohn Adolf begleiten durften. Professor Oberth wurde von der italienischen Marine verpflichtet, eine Feststoffrakete zu entwickeln. Das «Technische Protokoll» zwischen dem italienischen Marine-Ministerium in Rom und Hermann Oberth, welches noch in der Schweiz (am 30. Mai 1950) unterschrieben wurde, sah vor, Oberth solle für Italien folgende vier Erfindungen verwirklichen:
1. «Treibsatz für Pulverraketen auf Ammoniumnitratbasis (ca. 75 Prozent NH4NO3 enthaltend), gegossen. Gekennzeichnet durch: Lagerfähigkeit zwischen -34 Grad Celsius und +84 Grad Celsius und außergewöhnliche Billigkeit in Beschaffung und Herstellung».
2. «Regler-Düse, dadurch gekennzeichnet, daß in einer mit dieser Düse ausgerüsteten Kammer jeder beliebige Treibsatz bei jedem beliebigen Druck stabil abbrennt».
3. «Deflagrierender Raketenbaustoff, der nach Erfüllung der Aufgabe der Rakete selbst in der Luft zu Staub verbrennt, damit keine schweren Teile herabfallen, die Schaden anrichten könnten. Außerdem ist dieser Baustoff dadurch gekennzeichnet, daß er durch Initialzünder zur Detonation gebracht werden kann».
4. «Neuartiges Steuergerät für die Fernlenkung von Fliegerabwehrraketen und Großraketen vom Boden aus. Merkmale: Kommando-Steuerung, nach allen Richtungen in gleicher Weise wirksam, Selbstzielansteuerung in der Nähe eines Störsenders» [86]. [<223-224>]
Hermann Oberth und seine Gattin 1951 in La Spezia, Italien. [didascalia figura a p. 224] [<224-225>]
Hermann Oberth und sein Sohn Adolf, geboren 1928 in Mediasch. Er trat insofern in die Fußstapfen des Vaters, als er, als Doktor der chemischen Wissenschaften, ein anerkannter Experte auf dem Gebiet der Treibstoffchemie wurde. [didascalia figura a p. 225]
Das endgültige «Abkommen», von beiden Seiten am 22. Februar 1951 unterzeichnet, forderte ferner, daß Oberth nach erfolgreicher Beendigung der Versuche zwei Prototypen entwickeln und bauen solle: 1. «den einer Starthilferakete für Flugzeuge» und 2. «eine ferngesteuerte Rakete mittlerer Größe»12. Oberth sollten für seine Leistungen 660 000 Schweizer Franken ausgezahlt werden, und zwar nach dem folgenden Schlüssel: 50 Prozent für die Entwicklung der ersten Erfindung, 30 Prozent für die zweite Erfindung und je 10 Prozent für die dritte und vierte Entwicklung [86].
Oberth und seine Familie bezogen eine Mietwohnung in der Piazza Verdi 2 von La Spezia, der schönen Hafenstadt im Nordwesten Italiens. Er hatte freie Hand, seine Mitarbeiter selbst auszuwählen und einzustellen — solange sie seinen Auftraggebern in Rom nicht 'unangenehm' auffielen. Gemeinsam mit seiner Frau, die sich an das warme Klima rasch gewöhnte und in die wunderschöne Lage und Umgebung der Matrosenstadt richtig verliebt hatte, spazierte Oberth täglich durch die herrliche Umgebung. Selbst im Winter mußte er nur selten darauf verzichten, denn 'das Thermometer zeigte zwanzig Grad, die Vögel zwitscherten und das Grünen und Blühen schien nie aufzuhören' [34]. [<225-226>]
Oberths Team wuchs auf acht Mitarbeiter an: vier Italiener, drei Deutsche und eine Italienerin. Der Arbeitsplatz lag etwas außerhalb der Stadt. Der Teamleiter sah weniger auf pflichtschuldige Einhaltung der Arbeitszeit als vielmehr auf die effektive Arbeitsleistung. Die beste Stütze fand Oberth in seinem eigenen Sohn, dem frischgebackenen Doktor der chemischen Wissenschaften, Adolf Oberth, der aus München herbeigeholt wurde. Er war es nämlich, der eine originelle Methode ersann, das Treibstoffgemisch derart in Formen zu gießen, daß dabei keine raumverschwendenden und explosionsgefährlichen Luftblasen entstanden, eine technische Schwierigkeit, wegen der man monatelang auf der Stelle getreten war.
Aber auch in La Spezia konnte Oberth seine Projekte nicht bis zu Ende führen. Anfang 1953 — Oberth stand kurz vor dem Abschluß seiner Versuchsarbeiten — war es für das Marine-Ministerium in Rom einfacher geworden, eine amerikanische Lizenz zu erwerben, als für den experimentierenden Raketenforscher heute das eine, morgen das andere besorgen zu müssen. Daß man auf diese Weise wohl auch sehr viel Zeit sparte und dazu auch noch die gesamte Fertigungstechnologie mitgeliefert bekam, mag sicherlich ein weiteres ausschlaggebendes Argument dafür gewesen sein. Oberth bekam insgesamt 120 000 SF des vereinbarten Honorars ausgezahlt; davon hatte er freilich mehr als zwei Jahre hindurch seine Mitarbeiter bezahlen und verschiedene andere Auflagen begleichen müssen. Als er im Februar 1953 die Heimreise nach Feucht antrat, war er genauso reich und so arm wie bei seiner Ankunft in La Spezia [91]".
"[86] x x x Archiv des Hermann-Oberth-Museums. Feucht bei Nürnberg". [riferimento bibliografico a p. 380]
"[34] Gartmann, H.: Träumer, Forscher, Konstrukteure. Das Abenteuer der Weltraumfahrt, Düsseldorf 1955". [riferimento bibliografico a p. 378]
"[91] Frau Mathilde Oberth, der Gattin des Wissenschaftlers. Frau Dr. Erna Roth-Oberth, Tochter, und Josef Roth, Schwiegersohn des Raumfahrtpioniers". [riferimento bibliografico a p. 380]
"12 Das «Abkommen zwischen dem Ministero della Difesa Marina, vertreten durch den Generaldirektor der Armi ed Armamanti Navali, einerseits und Professor Hermann Oberth andererseits» wurde am 22. Februar 1951 unterzeichnet. Es sieht vor, daß «die Erfindungen und Fertigungsmethoden, welche Prof. Oberth aufgrund seiner kraft des vorliegenden Vertrages unternommenen Forschungen gewinnt», ausschließlich im Eigentum der italienischen Marine bleiben; daß die Verwaltung der italienischen Marine ihrerseits Oberth «die Gerätschaften, Anlagen, Maschinen, Materialien und Arbeitskräfte zur Verfügung" stellt; daß die «endgültigen Studien und Versuche innerhalb von 12 Monaten beendet» werden sollen; daß Oberth sich seine engeren Mitarbeiter selbst auswählen darf, sie aber auch selbst bezahlen muß; daß er als «Gegenleistung für die Übernahme der Erfindungen und Verfahren, die den Gegenstand des vorliegenden Vertrages bilden . . . die Gesamtsumme von s. Franken 660 000,-» in bestimmten Raten erhält, die im Vertragswerk von s. Fr. 480 000,- sollte erst nach Übernahme [<410-411>] der überprüften Entwicklungen ausgezahlt werden [86]". [nota alle pp. 410-411]
[Dalla cronologia, a p. 371]
"1945 – Gleich nach Kriegsende wird Oberth auf freien Fuß gesetzt. Er fährt zu seiner Familie nach Feucht, wo er bis 1948 als Gärtner (!) arbeitet.
1946 – Gründung eines «Gelehrtenrings» in Feucht. / Rege Korrespondenz mit Eugen Sänger. / Ehrung durch die französische Akademie in Paris. / Tod des Vaters, Dr. Julius Oberth, in Mediasch.
1948 – Oberth geht in die Schweiz, wo er als Berater und Schriftsteller tätig wird.
1949 – Ehrenmitglied der British Interplanetary Society sowie zahlreicher anderer astronautischer Gesellschaften. / Ehrenpräsident der Gesellschaft für Weltraumforschung, Stuttgart.
1950 – Der Raketenforscher folgt einem Angebot der italienischen Marine. Entwicklung einer Feststoffrakete auf der Basis von Ammoniumnitrat in La Spezia. Veröffentlichungen in «Interavia» und im «Journal of the British Interplanetary Society».
1951 – Teilnahme am ersten Kongreß der Internationalen Föderation für Astronautik in London.
1953 – Rückkehr nach Feucht. Arbeit an einem neuen Raumfahrtbuch. Projekte zur Nutzung der Sonnenenergie. / Beginn der Verhandlungen für die Einstellung in Huntsville.
1954 – Herausgabe des Buches «Menschen im Weltraum»...".
[Dalla cronologia di premi e riconoscimenti, a p. 374]
"1946 – Ehrenmitglied der Astronautischen Sektion der Französischen Akademie der Wissenschaften, Paris.
1948 – Ehrenpräsident der Gesellschaft für Weltraumforschung, Stuttgart.
1949 – Ehrenmitglied der British Interplanetary Society, London, der Dansk Selskab for Rumfartforskening, Kopenhagen, / der Pacifik Rocket Society, / der Detroit Rocket Society, / der Nordwestdeutschen Gesellschaft für Weltraumfahrt.
1950 – Die Gesellschaft für Weltraumforschung, Stuttgart (heute Deutsche Gesellschaft für Luft- und Raumfahrt) stiftet eine Hermann-Oberth-Medaille, die (bis 1968) jährlich für besondere Verdienste auf dem Gebiet der Raumfahrtwissenschaften und der Raketentechnik verliehen wird.
1951 – Ehrenpräsident der Detroit Rocket Society.
1952 – Ehrenmitglied der Deutschen Raketen-Gesellschaft, Bremen, / der Vereinigten Astronautischen Arbeitsgemeinschaft, Leipzig.
1953 – Ehrenmitglied der Schweizerischen Arbeitsgemeinschaft für Raumfahrt, Luzern.
1954 – Diesel-Medaille in Gold des Deutschen Erfinderverbandes, Nürnberg. / Ehrenmitglied der Österreichischen Gesellschaft für Weltraumforschung, Wien. / Ehrenmitglied des Deutschen Erfinderverbandes...".

Zaganescu & Kalmutchi (1985) – Fl. Zaganescu, P. Kalmutchi, "Professor Hermann Oberth's activity developed in Romania", Revue roumaine des sciences techniques. Série de mécanique appliquée, 30 (1985), nn. 2-6, pp. 659-660, 662; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"Professor Oberth designed in Romania, at Medias, two of those rockets which he described in the article from the "Natura" review, and the speech delivered at Radio Bucharest.
The first rocket was designed as a liquid propergol rocket and had to carry 3500 kg on a distance of 1,000 km, having a weight of 100 tons and a height of 24 meters – at the start. The second rocket, also with liquid propergols, was radio guided and designed as a ballistic missile or an AA missile. The start of this rocket was to be assisted by powder rockets. [<659-660>] Concerning this powder, probably it resembled the "black powder" including ammonium nitrate, potassium nitrate, charcoal and water. Oberth tried to reevaluate this project in 1943 at the Research Center in Wittenberg on the Elbe. But he really finished this study in the period 1950-1955, when he worked for the Italian Navy in the La Spezia Laboratories.
Oberth was awarded the Diesel Medal [dell'associazione Deutscher Erfinderverband] in 1954 also on account of his building the ammonium nitrate rocket. This idea had germinated as early as 1930-1935, when Oberth was still in Medias".
"The preceding letters are a clear proof that the liquid fuelled rocket engine was built and tested in Medias; the autor himself confirms this in a letter written from Feucht to Willy Ley on December 24th, 1948: «... After our separation (1930), I started with deep learning of the job of a locksmith, to get those dexterities which I missed; because I appreciate that Ford was right when he affirmed that nobody should invent something that he himself isn't able to realize. It seems that I was talented for this profession because since 1933 I took over complementary to my profession of a School Master of mathematics and physics, which I've been practicing again since 1931, the running of a didactic mechanical workshop. Nearby I made experiments with rockets and in 1935 I really raised my first liquid fuelled rocket...» [2, Vol. I, p. 151].
In a letter sent from La Spezia to O. Folberth on February 16th, 1952, he affirmed that already in 1935 (hence in Medias, a. n.) he devised an application of rockets as AA-missiles, because AA-artilery would become insufficient; for this purpose he imagined an AA-teleguided powder missile. This letter is a new confirmation of his prolific activity in Romania" [p. 662].

Indicatore di completezza Müller (1986) – R. Müller, Fritz Zwicky: Leben und Werk des grossen Schweizer Astrophysikers, Raketenforschers und Morphologen (1898-1974) (Glarus, Baeschlin, 1986), p. 254 Link esterno Biblioteca nazionale svizzera.
"Zwickys nächste Station war Paris, wo das zweite Hauptquartier der USSTAF eingerichtet war. Hier interviewte er am 12. Mai [1945] Hermann Oberth, Verfasser der Bücher Die Rakete zu den Planetenräumen (1923) und Wege der Raumschiffahrt (1930).
«Er gehört zu den unglücklichen Amateuren, die früh eine Idee haben, diese propagieren, aber kein Echo haben. Später, wenn die Idee von kompetenten Fachleuten aufgenommen und entwickelt worden ist, bleibt dem ursprünglichen Erfinder nichts mehr als die Erinnerung an die Vergangenheit. Oberth ist heute eine bemitleidenswerte Figur ohne jeglichen Humor»4".

Indicatore di completezza Ancora da leggere: Caprara (1990) – G. Caprara, "Oberth, l'uomo che aprì le vie dello spazio", Corriere della Sera (16 gennaio 1990), p. 24 Link esterno Archivio storico.

Indicatore di completezza Childress (1990) – D. H. Childress, a cura di, Anti-gravity & the Unified Field (Stelle, Adventures Unlimited Press, 1982), p. 200; scheda bibliografica Link esterno Google libri.
"Sources state that he was increasingly lonely (no mention here of his wife). This accumulation of miseries obliged Oberth to leave his castle and travel to Switzerland — a country he was 'forced' to enter illegally [<199-200>] (no details on why that was necessary). Despite this 'illegal' entry Oberth found work as a consultant engineer for a year and was then a guest of the fireworks manufacture Hans Hamberger for a further twelve months. This brings the Oberth story to 1950 and for anyone familiar with the Swiss authorities' dealings with immigrants, it is barely credible. Their meticulous paperwork relating to legal immigrants combined with strict laws on foreigners working within the Swiss borders is further backed up by an equally strict policy concerning illegal immigrants. So would it have been an officially sanctioned businessman who hosted the officially welcome ex-Nazi employee Hermann Oberth?
The Italian job
The Italian Admiralty were not fazed by the problems of possible illegal entry into their neighbour's territory. They contacted Oberth in Switzerland (how did they know he was there?) and offered him a job, for which 120,000 Swiss Francs — a considerable sum of money at that time — was deposited by the Italian government into a Swiss bank account. Suddenly he was not lonely any more because his wife emerged from the background (where had she been hiding?). They both travelled to Italy where Oberth worked with a team of three other Germans and five Italians [...] He allegedly remained in Italy for ten years, until the spring of 1953 and then returned to his castle in Germany where he held court to a continual flow of visitors, most of whom were related to the emerging rocket industry and affiliated media". [Fonte terziaria derivata, con qualche azzardo, da Gartmann (1956)].

Indicatore di completezza Christensen (1990) – E. Christensen, "Hermann Oberth", in Great lives from history. Twentieth Century series, a cura di F. N. Magill, vol. 4 (Pasadena, Salem Press, 1990), p. 1734 Link esterno Library of Congress. Ne esistono altre edizioni, in cui è invariato il brano citato, tra cui: Dictionary of world biography, vol. 9 (Oxon - New York, Routledge, 1999), pp. 2777-2780 Link esterno Google libri.
"In 1943, Oberth transferred to the Rheinsdorf [Reinsdorf] aircraft facility near Wittenberg, Germany, where he remained for the duration of World War II. After the war, he left Germany unnoticed by the Allies and moved to Switzerland, where he lived in seclusion until 1949. Oberth's research into rocketry resumed in 1949 at Oberried am Brienzer Lake and, later, for the Italian navy at La Spezia, Italy. During these years, he also gained considerable recognition from the growing international community of rocket scientist. His theories were being put to use both the United States with its early V-2 tests and its own Viking rocket, and by the Soviet Union under Sergei Korolev and his larger, more powerful rockets".

Barth (1991) – H. Barth, Hermann Oberth "Vater der Raumfahrt". Autorisierte Biographie (Esslingen, München, Bechtle, 1991), pp. 211-212, 214, 256, 348, ecc.; scheda bibliografica Link esterno Deutsche Nationalbibliothek.
"1950 ging er nach Italien. Es war insofern besser, als ihn dorthin nun auch seine Frau und sein Sohn Adolf begleiten durften. Professor Oberth wurde von der italienischen Marine verpflichtet, eine Feststoffrakete zu entwickeln. Das «Technische Protokoll» zwischen dem italienischen Marine-Ministerium in Rom und Hermann Oberth, welches noch in der Schweiz (am 30. Mai 1950) unterschrieben wurde, sah vor, Oberth solle für Italien folgende vier Erfindungen verwirklichen:
1. «Treibsatz für Pulverraketen auf Ammoniumnitratbasis (ca. 75 Prozent NH4NO3 enthaltend), gegossen. Gekennzeichnet durch: Lagerfähigkeit zwischen -34 Grad Celsius und +84 Grad Celsius und außergewöhnliche Billigkeit in Beschaffung und Herstellung».
2. «Regler-Düse, dadurch gekennzeichnet, daß in einer mit dieser Düse ausgerüsteten Kammer jeder beliebige Treibsatz bei jedem beliebigen Druck stabil abbrennt».
3. «Deflagrierender Raketenbaustoff, der nach Erfüllung der Aufgabe der Rakete selbst in der Luft zu Staub verbrennt, damit keine schweren Teile herabfallen, die Schaden anrichten könnten. Außerdem ist dieser Baustoff dadurch gekennzeichnet, daß er durch Initialzünder zur Detonation gebracht werden kann». [<211-212>]
4. «Neuartiges Steuergerät für die Fernlenkung von Fliegerabwehrraketen und Großraketen...»".
"Die Vorarbeiten zu dem neuen Buch hatte Oberth schon in La Spezia begonnen. Von dort war er im September 1951 nach London gefahren, wo die frischgegründete Internationale Föderation für Astronautik ihren zweiten Jahreskongreß abhielt13. Für Oberth hatte man im Präsidium der Tagung einen besonderen Ehrensitz eingerichtet" [p. 214].
"XVIII/I Hermann Oberth und seine Gattin in La Spezia, Italien, wo der Raketenpionier von 1950 bis 1953 «sein Brot verdient». Im Auftrag der italienischen Marine entwickelt er seine bereits 1935 vorgeschlagene Feststoffrakete auf Ammoniumnitratbasis zur Fliegerabwehr" [didascalia di una figura a p. 256].
"1948 Wege zur Raumschiffahrt wird in Moskau ins Russische übersetzt. Oberth geht in die Schweiz, wo er als Berater und Schriftsteller tätig wird. / 1950 Der Raketenforscher folgt einem Angebot der italienischen Marine. Entwicklung einer Feststoffrakete auf der Basis von Ammoniumnitrat in La Spezia. Veröffentlichungen in Interavia und im Journal of the British Interplanetary Society. / 1951 Teilnahme am ersten Kongreß der Internationalen Föderation für Astronautik in London. / 1953 Rückkehr nach Feucht" [p. 348].
"11 In: Weltraumforschung, heft 5, 1950, S. 99.
12 Das «Abkommen zwischen dem Ministero della Difesa Marina, vertreten durch den Generaldirektor der Armi ed Armamanti Navali, einerseits und Professor Hermann Oberth andererseits» wurde am 22. Februar 1951 unterzeichnet. Es sieht vor, daß «die Erfindungen und Fertigungsmethoden, welche Prof. Oberth aufgrund seiner kraft des vorliegenden Vertrages unternommenen Forschungen gewinnt», ausschließlich im Eigentum der italienischen Marine bleiben; daß [<390-391>] die Verwaltung der italienischen Marine ihrerseits Oberth «die Gerätschaften, Anlagen, Maschinen, Materialien und Arbeitskräfte zur Verfügung» stellt; daß die «endgültigen Studien und Versuche innerhalb von 12 Monaten beendet» werden sollen; daß Oberth sich seine engeren Mitarbeiter selbst auswählen darf, sie aber auch selbst bezahlen muß; daß er als «Gegenleistung für die Übernahme der Erfindungen und Verfahren, die den Gegenstand des vorliegenden Vertrages bilden . . . die Gesamtsumme von s. Franken 660 000,–» in bestimmten Raten erhält, die im Vertragswerk genau festgelegt werden. Der Restbetrag von s. Fr. 480 000,– sollte erst nach Übernahme der überprüften Entwicklungen ausgezahlt werden [86].
13 Das Reisegeld war auf Anregung von Eugen Sänger, Präsident der IAF, durch eine Spendenaktion eingesammelt worden" [note alle pp. 390-391].

Indicatore di completezza Zamorani (1996) – M. Zamorani, "Oberth, mistero italiano", Storia illustrata (1996), n. 4, pp. 26-27; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN. La trascrizione che segue è integrale, a parte le figure e le relative didascalie, qui omesse perché non pertinenti al periodo italiano del fisico tedesco.
"Nel dopoguerra, il grande scienziato pioniere della propulsione a razzo scompare. Scovato dalla Marina italiana, nel 1951 si trasferisce a La Spezia. A quale progetto lavora?
La seconda guerra mondiale è appena finita ed è già iniziata la caccia agli scienziati nazisti. L'Unione Sovietica ha compiuto la retata più abbondante: 92 treni stipati da cinquemila scienziati e tecnici con relative famiglie. Ventimila persone in tutto, più attrezzature e strumenti. Gli americani, meglio informati, hanno scremato soltanto 250 cervelli, ma di prima qualità: fra questi Walter Dörnberger e Wernher von Braun, primi attori del Centro missilistico tedesco di Peenemünde, sul Mar Baltico. Anche britannici e francesi si sono dati da fare per recuperare fisici, matematici, ingegneri. Però di Hermann Oberth, il padre della missilistica, pioniere della propulsione a razzo, si sono perse le tracce. Chi potrebbe immaginare che è stato scovato da un generale del Genio Navale italiano nel villaggio svizzero di Oberried, dove cerca di guadagnarsi da vivere fabbricando fuochi pirotecnici? È così che agli inizi del 1951 Oberth si trasferisce a La Spezia, al quinto piano di piazza Verdi 4, impiegato civile della Marina Militare Italiana, con sede di lavoro in un capannone in Val di Lochi.
Hermann Oberth, uno dei maggiori scienziati tedeschi, è romeno. Nato a Hermannstadt, Transilvania, il 25 giugno 1894, a dodici anni gli capita tra le mani il famoso romanzo di Jules Verne Dalla Terra alla Luna. Ne rimane tanto colpito da dedicare la sua vita alla navigazione spaziale. Nel 1922 il giovane transilvano spedisce all'editore Rudolf Oldenburg di Monaco un breve saggio dal titolo Il razzo verso gli spazi planetari che, alla verifica scientifica, si dimostra ineccepibile.
Oberth, però, non si limita a scrivere, ma agisce. Il primo razzo gli viene commissionato [<26-27>] nel 1928 dal regista austriaco Fritz Lang per la pubblicità del suo film Una donna sulla luna. Quel razzo non partirà mai, ma la fama di Oberth si diffonde e, quando in Germania ci si rende conto che i razzi possono diventare un'arma risolutiva, lo scienziato viene inviato al centro di Peenemünde, diretto da un giovane prodigio, il barone von Braun. La sera dell'8 settembre 1944 Oberth si commuove nel vedere la prima V 2 sollevarsi verso il cielo sotto la spinta di un motore a razzo. Non è che il principio. Ora Oberth non aspira ad altro che a realizzare il progetto di un razzo a nitrato d'ammonio, ma gli stabilimenti che producono questo composto chimico vengono distrutti uno dopo l'altro dai bombardieri angloamericani. La fine della guerra arriva mentre a Peenemünde lavorano a un missile a più stadi (Oberth ci pensava fin dagli anni venti) di 90 tonnellate, per lanciare negli Stati Uniti una potente dose di esplosivo.
Dopo il conflitto, Oberth raggiunge a piedi la Svizzera. Il primogenito Giulio è disperso in Russia, la figlia Ilse morta sotto un bombardamento, gli restano, oltre alla moglie Mathilda, la terza figlia Emma e il più giovane Adolfo Edoardo. Deciso a trasferirsi in Italia, Oberth inizia una vita coperta dal segreto. Alla mattina va in bicicletta a San Bartolomeo, dove in un capannone lo attende la sua équipe: tre tecnici tedeschi e cinque italiani. Della sua attività presso la Marina Militare non c'è traccia. È da credere che abbia lavorato alla sua vecchia idea dei missili a nitrato d'ammonio, lanciabili dalle navi. In questo periodo, infatti, la febbre missilistica divora le forze armate di tutto il mondo e la Marina italiana, che non fa eccezione, nella prima metà degli anni cinquanta vuole rendere l'incrociatore Garibaldi in grado di lanciare i missili balistici Polaris.
Oberth, alto, capelli a spazzola ormai brizzolati, baffi, non ha un carattere facile, ma chiunque a La Spezia lo abbia incontrato ne conserva un preciso ricordo. Le sorelle Anna e Angela Canovaro, per esempio, che gestivano la latteria di piazza Verdi non hanno dimenticato il «professore» che, essendo rigorosamente astemio, andava a fare provviste di latte. Anche il barbiere Carlo Picchi, che ne riceveva la visita una volta al mese, non lo ha mai dimenticato e così quanti lo notavano quando, a ogni stagione – sempre in sella a una bicicletta nera –, andava a Lerici a farsi una nuotatina al mare.
Oberth lascia improvvisamente La Spezia il 23 febbraio 1954 e, già due mesi dopo, il padre della missilistica ricompare accanto all'allievo prediletto Wernher von Braun, a Huntsville, Alabama. Non si è mai saputo se avesse concluso o no il misterioso lavoro per il quale era stato ospite a La Spezia. La Marina italiana è sempre stata abbottonata al riguardo e persino la portinaia di piazza Verdi 4 non ha mai osato chiacchierare sul «professore del quinto piano». Qualcuno glielo ha proibito.
Il 4 ottobre 1957 l'astronautica cessa di essere sperimentale per diventare pratica, ma il primo satellite a entrare in orbita è lo Sputnik sovietico. È immediato il ricorso degli americani agli scienziati tenuti in quarantena a Huntsville. Altrettanto immediata la risposta di von Braun all'appello del presidente Dwight Eisenhower: «Concedetemi ottanta giorni di tempo e anche noi collocheremo un satellite in orbita». E infatti il 31 gennaio 1958 il primo satellite Usa viene lanciato in orbita da un razzo Jupiter C a quattro stadi, diretto discendente della V2, proprio come il vettore dello Sputnik. L'attore comico Bob Hope, nell'immaginare un incontro tra i due corpi orbitanti, intuisce come si scambierebbero il saluto: «Guten Tag», buongiorno".

Indicatore di completezza Elder (1997) – J. Elder, "The experience of Hermann Oberth", in History of Rocketry and Astronautics. Proceedings of the Twenty-Fifth History Symposium of the International Academy of Astronautics. Montreal, Canada, 1991, a cura di J. D. Hunley (San Diego, American Astronautical Society, 1997), pp. 303-304 Link esterno epizodsspace.no-ip.org (pdf).
"Eventually, he worked on two unworthy rocketry projects, relocating to Switzerland in 1948, and then to Italy in 1950. Compared with many other Germans, Oberth was lucky to have a job and lucky to be out of Germany for a while. He could send his family not only money but food from Switzerland. But the father of space travel had had to sneak into Switzerland to take a job in a fireworks factory, offered by an admirer.
In Italy, he worked on an ammonium nitrate-fueled rocket, an idea he came up with towards the end of the war, when it became increasingly difficult to get hold of all sorts of materials, including rocket fuels. Of course, this was hardly advancing the field of rocketry. [<303-304>]
Oberth give these episodes no more than a perfunctory line or two in his autobiographical writings, and Adolph said he dismissed them as «kid stuff», done purely for survival".

Indicatore di completezza Hoffmann (1998) – H. Hoffmann, Die Deutschen im Weltraum: zur Geschichte der Kosmosforschung in der DDR (Berlin, Edition Ost, 1998), pp. 59-60; scheda bibliografica Link esterno Deutsche Nationalbibliothek.
Il capitolo dedicato a Oberth, alle pp. 35-61, ha come titolo: "Der «Vater der Raumfahrt» und die «Frau im Mond»".
"Auf seiner Flucht vor den Russen geriet Oberth 1945 in die Hände der Amerikaner. Diese sperrten ihn zunächst in den «dustbin», den Abfalleimer, wie die GI's das Lager bei Regensburg nannten, in dem siebzig führende Rüstungsindustrielle und Waffen-konstrukteure interniert waren. Dazu gehörten Hitlers Intimus und Reichsrüstungsminister Albert Speer, Nazi-Finanzier und Reichsbankpräsident Hjalmar Schacht, Flugzeugfabrikant Ernst Heinkel, Volkswagenkonstrukteur Ferdinand Porsche und Stahlkönig Röchling. Später wurde das Lager nach Grand-Chesney bei Paris und dann auf die Burg Cronsberg im Taunus verlegt. Oberth durfte nach einigen Verhören nach Hause gehen. In Feucht bei Nürnberg lebte er in den ersten Nachkriegsjahren im Kreise seiner Familie zurückgezogen als «Gärtner» in seinem «Schloß», das er sich während des Krieges gekauft hatte.
1948 ging Hermann Oberth in die Schweiz, wo er unter seinem Peenemünder Pseudonym Fritz Hann als Berater eines Rüstungsunternehmens am Brienzer See mit Raketen experimentierte. Auftraggeber im Hintergrund war die Kriegstechnische Abteilung des Eidgenössischen Militärdepartements.
Mr. und Mrs. Smith aus Großbritannien
Im Oktober 1950 übersiedelte Fritz Hann mit seiner Gattin nach La Spezia am Ligurischen Meer, wo sie als Mr. und Mrs. Smith aus Großbritannien in der «Albergo delle Palme» von Lerici als Feriengäste wohnten. In Wirklichkeit arbeitete der Raketenprofessor incognito an einer Feststoffrakete fur die Commissione permanente per essaminare arme e munizione (Ständige Kommission zur Prüfung von Waffen und Munition) in einem Forschungszentrum der italienischen Kriegsmarine. Ihm zur Seite standen ein Ingenieur der ehemaligen Messerschmitt-Flugzeugwerke, ein Chemiker der einstigen WASAG sowie drei einheimische Experten. Im [<59-60>] August 1951 begannen die praktischen Versuche auf dem Schießplatz Cotrau [Cottrau], und nach Abschluß der Entwicklung von Raketentriebwerken auf der Basis von Ammoniumnitrat kehrte Oberth im Februar 1953 nach Deutschland zurück, wo die Wiederaufrüstung in vollem Gange war".

Indicatore di completezza Serio (1998) – S. Serio, "La nascita delle ricerche dallo spazio", in Astronomia e astrofisica in Italia nella seconda metà del XX secolo. Torino, 27-28 Giugno 1997, a cura di C. Castagnoli e A. Masani (Bologna, Società Italiana di Fisica, 1998), p. 148; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"La tecnologia dei vettori era ormai matura, evidentemente, e programmi di sviluppo esistevano anche in Inghilterra, Francia ed Italia, programmi che, in una misura o nell'altra, avevano tesaurizzato sull'esperienza tedesca. L'Italia in particolare si era assicurata la collaborazione di Herman Oberth, matematico, uno degli animatori dell'astronautica tedesca e dello sviluppo di razzi a carburante liquido, ispiratore e divulgatore della corsa verso lo Spazio con il suo famoso libro edito nel 1929, La via del volo nello Spazio. Oberth fu consulente della Marina Militare a La Spezia dal 1949 al 1953 per lo sviluppo di razzi al nitrato di ammonio.
Ma già prima di allora, l'Aeronautica Militare nella sua Città dell'Aria di Guidonia (1935), conduceva studi nel campo della propulsione. A Roma Gaetano Arturo Crocco (1877-1968) aveva fondato e diretto la Scuola di Ingegneria Aeronautica (1926), che continua l'attività oggi con il Centro di Ingegneria Aerospaziale dell'Università di Roma".
[Fonte terziaria e imprecisa per quanto qui di interesse].

Indicatore di completezza Flessner (2000) – B. Flessner, Visionäre aus Franken: sechs phantastische Biographien (Neustadt an der Aisch, Schmidt, 2000); scheda bibliografica Link esterno Deutsche Nationalbibliothek.
"Als der Krieg zu Ende ging, zog sich Oberth einsam und fast vergessen auf sein 1943 gekauftes Haus in Feucht bei Nürnberg zurück. Auch nach 1945 hat Oberth abseits der Raketenentwicklung gestanden.
Wieder dabei (1948-1961). Erst ab 1948 nahm er eine Arbeit als Ingenieur in der Schweiz an. Ein Jahr lang verdiente er sein Geld in Bern mit Beratungen, Gutachten und Zeitungsaufsätzen. Später experimentierte er für eine Feuerwerkfabrik in Oberried am Brienzer See und erarbeitete Fachberichte für die Kriegstechnische Abteilung des Eidgenössischen Militärdepartements, die sich auf Feststoffraketen und Steuerungsfragen bezogen. Diesem Problem - kreis waren auch Oberths Artikel in der Schweizer Zeitschrift Interavia gewidmet.
Von 1950 bis 1953 arbeitete er als Angestellter der italienischen Marine in La Spezia an der Entwicklung einer Feststoffrakete. 1954 erschien das auflagenstärkste und am häufigsten übersetzte Buch Oberths Menschen im Weltraum".

Indicatore di completezza Roth Oberth & Layritz (2001) – E. Roth Oberth, R. Layritz, "The personality of the rocket pioneer professor Hermann Oberth", in History of Rocketry and Astronautics. Proceedings of the Twenty-Eighth and Twenty-Ninth History Symposia of the International Academy of Astronautics. Jerusalem, Israel, 1994. Oslo, Norway, 1995, a cura di D. C. Elder e C. Rothmund (San Diego, American Astronautical Society, 2001), pp. 206-207 Link esterno epizodsspace.no-ip.org (pdf).
"In 1941, after receiving his German citizenship, he moved to Peenemünde. Since the developmental work on the A4 (V2) was already concluded, he was given the task of evaluating all foreign and domestic patents with respect to their applicability to rocketry.
In December 1943 he was sent to Reinsdorf bei Wittenberg where he was to develop a solid-fueled anti-aircraft rocket. This task was based on an earlier (1935) design of a rocket that used as propellant a mixture of ammonium nitrate and powdered charcoal, and whose trajectory was controlled by radio signals. [<206-207>] Because of the virtual impossibility of obtaining materials in those late stages of World War II, little progress was made, and was terminated by the advancing Soviet army.
World War II took its toll on the Oberth family. In 1942 the oldest son, Julius, was reported missing at the Russian front, and 1944 his daughter Ilse, who worked in an Austrian laboratory that did work for Peenemünde, was killed in an accident.
Immediately after the war sheer survival was the only occupation of most people. Thus, Oberth cultivated his vegetable garden, split firewood, and did other similar jobs. Not before 1948-1950 was he able to obtain work as an engineer in Switzerland for one of his early fans, who operated a small factory making fireworks. Then, from 1950-1953 he got a research and development contract for a small solid propellant rocket from the Italian Navy in La Spezia, Italy. Between 1955 and 1958 he became a member of the German team, headed by von Braun, at the Redstone Arsenal in Huntsville, Alabama. There he was engaged in trouble shooting engineering designs, and theoretical work involving problems of docking, attitude control, and other problems of spaceflight. After reaching the age of 65 he had to retire. He chose to return to Germany...".

Indicatore di completezza Neufeld (2001) – M. J. Neufeld, "The excluded: Hermann Oberth and Rudolf Nebel in the Third Reich", in History of Rocketry and Astronautics. Proceedings of the Twenty-Eighth and Twenty-Ninth History Symposia of the International Academy of Astronautics. Jerusalem, Israel, 1994. Oslo, Norway, 1995, a cura di D. C. Elder e C. Rothmund (San Diego, American Astronautical Society, 2001), pp. 217-218 Link esterno epizodsspace.no-ip.org (pdf).
"As he later told Willy Ley, at [the Technical University of] Dresden he received «a great salary (better hush money)», but by May 1941 was once again completely exasperated with the job's futility. He told the institute director that he wished to go back to [<217-218>] Romania. The reply reportedly was: «You have only the choice of either becoming a German citizen, or going to a concentration camp» – Oberth was already too well informed about the supersecret Army rocket program. The choice was not difficult, and within a short time he became a citizen of the «Greater German Reich» eligible to work at Peenemünde. Dornberger and von Braun gave him a job, apparently out of a lack of viable alternatives. He reported for work at the center on 1 Sept. 1941, and was assigned the task of investigating patents from Germany and abroad for possible employment in the program (Figure 3). Within short order, Oberth made himself unpopular by criticizing the A-4 (V-2) missile for numerous «errors» in design that had some validity theoretically, but were naive from the standpoint of practical engineering and the project's history. Although Oberth soon wrote a ground-breaking paper on optimal staging in multi-stage vehicles, his two-year stay at the Baltic coast center turned out to be an uncomfortable one for all concerned; it was impossible to reconcile the great importance of his work in the twenties with his irrelevance to the tasks at hand. In 1943, he was shunted into a job at the wind tunnel establishment, then allowed to leave for the explosives company WASAG, where he was to develop a solid-propellant anti-aircraft missile. In part due to air raids, he achieved little there too. In sum, Hermann Oberth was the exception among the excluded, in that he joined the Army rocket program eventually, but he remained an outsider to the bitter end 21".
"21 Rauschenbach, Hermann Oberth, 111-121; Barth, Hermann Oberth, 185-201; Jelnina, Hermann Oberth, 19-25. For Oberth at Peenemünde in 1943, see also Peter P. Wegener, The Peenemünde Wind Tunnels: A Memoir (New Haven: Yale University Press, 1996), 32-33, 41-42, 59" [nota a p. 222].
Le fonti citate sono, nell'ordine: B. V. Rauschenbach, Hermann Oberth: Father of Space Flight (Clarence, NY: West-Art, 1995; H. Barth, Hermann Oberth (Feucht: Uni-Verlag, 1985); T. Jelnina, Hermann Oberth und das Heereswaffenamt 1934-1945 (Feucht: Hermann-Oberth-Raumfahrt-Museum, 1995).

Indicatore di completezza Scardaccione (2005) – F. R. Scardaccione, a cura di, Verbali del Consiglio dei ministri. Maggio 1948 - Luglio 1953. Governo de Gasperi, vol. 3 (Roma, Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2005), pp. 430, 437, 439; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"SEDUTA DEL 28 LUGLIO 1952 / SOMMARIO / [...] Richiesta di informazioni su una notizia pubblicata sul Giornale d'Italia concernente lo scoppio di una bomba all'idrogeno (De Gasperi, Pacciardi, Piccioni)" [p. 430].
"De Gasperi Il Giornale d'Italia ha pubblicato una notizia concernente lo scoppio della bomba all'idrogeno. Ignora di che si tratti. Chiede informazioni a Pacciardi.
Pacciardi Ignora la cosa; tuttavia ha notizia di studi e di ricerche in corso. Comunque disporrà indagini in proposito poiché si parla della presenza di un generale di artiglieria" [p. 437].
"Pacciardi Circa la notizia della bomba all'idrogeno riferisce che trattasi di esperimenti del tutto estranei a finalità militari" [p. 439].

Radu (2006) – I. N. Radu, Istoria astronauticii românești. Secolul XX (Târgoviște, Bibliotheca, 2006), pp. 146-147 Link esterno WorldCat.
"În 1938, a plecat la Viena, unde a redactat lucrarea Asupra împărţirii optime, în trepte, a rachetei multiple, în care şi-a dedus relaţiile analitice pentru împărţirea optimă a treptelor, precum şi pentru numărul optim de trepte la rachetele multiple de mare putere.
Atât la Şcoala Politehnică din Viena, unde a lucrat începând din 1938 până în 1940, cât şi mai târziu în Italia în 1950, în localitatea La Spezia, unde a experimentat, pentru marina italiană, racheta cu combustibil solid, pe bază de azotat de amoniu, concepută încă din 1935, la Mediaş, şi în SUA, la centrul spaţial de la Huntsville, unde a fost invitat de elevul său, Wernher von Braun, Hermann Oberth a continuat să se dedice cu aceeaşi pasiune acestui ideal.
După trei ani, în 1953, s-a întors în Germania, la Feucht (lângă Nurnberg), unde a început să scrie o nouă carte, Oameni în spaţiul cosmic, volum care a apărut în 1954, la Editura Econ, din Dusseldorf, fiind tradusă ulterior în şapte limbi".

Indicatore di completezza Orengo (2007) – F. Orengo, Cenni storici sull'Istituto di Chimica degli Esplosivi di Mariperman (La Spezia, Accademia Lunigianese di Scienze Giovanni Capellini, 2007), pp. 13, 51, 59, figure non numerate alle pp. 52-57, nota 42 alle pp. 106 e 108; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.
"In questa nuova prospettiva, e preliminarmente, viene effettuata un'operazione notevole: l'ingaggio del prof. H. OBERTH, maestro di VON BRAUN, che, in Svizzera, con un suo gruppo di ricerca sta operando per proseguire studi cui attende da anni, la preparazione di una miscela a base di Ammonio di Nitrato e Carbone, che con un razzo ad ugello variabile, di sua progettazione, dovrebbe consentire la realizzazione di un moderno strumento forse non solo da guerra. Il progetto, il cui sviluppo costò alla Marina 20 milioni di Lire (cifra cospicua per i tempi!), non approdò ad una realizzazione pratica" [p. 13].
"Gli anni '50 vedono prendere il via ad un'operazione che, al momento in cui venne realizzata, aveva suscitato non poche buone speranze: l'invito rivolto al teorico tedesco della missilistica Prof. Hermann OBERTH, che in quegli anni del dopoguerra viveva in Svizzera ed operava con un suo Gruppo di Lavoro e di Studio. [<51-59>]
Un intelligente ufficiale superiore della nostra Marina Militare aveva contattato lo scienziato a Lugano, formulando delle proposte di attività che, evidentemente, in quel momento allettarono il rustico ricercatore transilvano.
H. OBERTH approdò quindi alla Spezia nello scorcio del 1950 con un contratto che lo impegnava per un anno e mezzo. Avrebbe dovuto mettere a punto una miscela propellente solida, colabile, a base di ammonio nitrato e carbone (un suo vecchio 'pallino' che in Germania, però, gli era costato la sostituzione con Werner VON BRAUN, voluta dallo stesso Führer), nonché un ugello autoregolabile che consentisse lo smorzamento delle oscillazioni e vibrazioni permettendo di mantenere i valori di spinta di un propellente entro ± 8% del valore medio della stessa ed, infine, un sistema di teleguida a modulazione di frequenza.
L'assistenza e la sorveglianza dell'I.Ch.E. a questa attività, particolarmente ad opera del suo Direttore Dr. E. BRANDIMARTE, fu molto intensa e, ad un certo momento, poiché a far insorgere il legittimo dubbio che OBERTH non sarebbe giunto a qualche cosa di realmente positivo (anche se si poteva umanamente pensare che non tutto egli volesse, e subito, chiaramente dire). La durata del contratto venne comunque successivamente prolungata sino a raddoppiarla, consentendo così al Prof. OBERTH una permanenza di ben tre anni presso il laboratorio che Mariperman gli aveva attrezzato nell'ambito delle officine M.M. di Valdilochi.
Allo scadere dell'ultima proroga, alla Marina non restava che una scarna relazione tecnica (42) (riportate nell'originale in lingua tedesca le pagine iniziali e finali, con firma autografa) che poteva coprire forse meno di un terzo degli impegni assunti per contratto dal Prof. H. OBERTH. Si chiuse così questa parentesi che nelle premesse e nelle promesse a ben altro avrebbe dovuto condurre".
(42) Prof. H. OBERTH – Ergebnisse der Untersuchungen über Giessbare Raketentreibsätze auf Ammonium-Nitrat-Basis. Stand vom 31. Januar 1953 (Risultati delle ricerche sulle cariche colabili a base A.N. - Stato dei lavori al 31.01.1953). [<106-108>]
Prof. H. OBERTH – Die Reglerdüse (Ugello regolabile).
Si tratta di due brevi relazioni per complessive 29 pagine dattiloscritte, datate rispettivamente al 7 e al 15 febbraio del 1953. A mo' di documentazione vengono riprodotte le cartelle di apertura e di chiusura di dette relazioni. Nel testo è l'originale in lingua tedesca con firma autografa del Prof. OBERTH"..
[Fonte secondaria fondamentale, ma si badi alle imprecisioni, a p. 5, nella presentazione del volume].

Indicatore di completezza Petermann (2007) – H. Petermann, "Mininukes – Geheimpatente und Hintergründe in der Bundesrepublik Deutschland. Eine erste Bestandsaufnahme", in Für und Wider «Hitlers Bombe». Studien zur Atomforschung in Deutschland, a cura di R. Karlsch e H. Petermann (Münster etc., Waxmann, 2007), p. 332; scheda bibliografica Link esterno Google libri.
"In einer seriösen Fachzeitschrift erschien 1950 erstmals ein Artikel über das Prinzip der thermonuklearen Bombe. Dazu schrieb Ulrich Jetter in den 'Physikalischen Blättern': «...zur Erfüllung dieser schwierigen Bedingungen (können) ausschließlich die Verbindungen zwischen einem Wasserstoffisotop und einem Lithiumisotop in Frage kommen».6
1951 folgte ein Artikel des bekannten Flugzeugkonstrukteurs Eugen Sänger in der renommierten «Zeitschrift für Naturforschung».7 Sänger - dessen Konstruktionsbüro im August 1944 einen Plan für den Bau eines Stratosphärenbombers und einen Angriff auf New York ausgearbeitet hatte 8 - berechnete nunmehr die Möglichkeit von Fusionsreaktionen in einer kugelförmigen Anordnung unter Verwendung von 1600 kg TNT. Sowohl die von ihm angegebenen Maße der Kugel von rund einem Meter als auch die Sprengstoffmenge von 1,6 Tonnen TNT sind keine Unbekannten, tauchen diese Angaben doch wiederholt, und teilweise unter Bezug auf Versuche in den Jahren 1944/45, auf.
Aufschlussreich ist auch der Briefwechsel, den Sänger mit dem Raketenpionier Hermann Oberth über seine Idee zur Fusionsforschung führte.9 Beide sind sich darin einig, dass Kernreaktionen mittels chemischer Zündung prinzipiell möglich sind. Aus Gründen der Geheimhaltung verzichteten sie aber darauf, alle Details offen zulegen. Sänger schrieb dazu: «Wenn eine sichere Zündung erreicht werden soll, sind dabei allerdings noch 3 weitere Umstände zu beachten, über die ich hier nicht berichten kann. ...woraus es bei dieser Erfindung ankommt, docht möchte ich diese Dinge nicht der Post anvertrauen»10
[Note a pie' di pagina]
9 Vgl. Brief von Oberth an Sänger, La Spezia 17.12.51; Brief von Sänger an Oberth vom 30.12.1951; Brief von Oberth an Sänger vom 28.03.1952, in: Hans Barth (Hg.) Hermann Oberth: Briefwechsel. Band 1, Bukarest 1980.
10 ebd. Oberth an Sänger, La Spezia 28.03.1952".

Indicatore di completezza Ingenhaag (2007) – K.-H. Ingenhaag, "Oberth, Hermann Julius", in Neue deutsche Biographie, a cura di H. G. Hockerts e F. Menges, vol. 23 (Berlin, Duncker & Humblot, 2007), pp. 401-402; scheda bibliografica Link esterno Deutsche Nationalbibliothek.
"1948 ging er als Gutachter nach Bern und experimentierte nebenher an Kleinraketen. Im Oktober 1950 nahm er ein Angebot der ital. [<401-402>] Kriegsmarine an und konnte in La Spezia die Ammoniumnitrat-Flakrakete weiterentwikkeln, bis er im Februar 1953 nach Feucht zurückkehrte".
[Fonte terziaria e imprecisa, per quanto qui di interesse].

Indicatore di completezza De Maria & Orlando (2008) – M. De Maria, L. Orlando, Italy in space. In search of a strategy, 1957-1975 (Paris, Beauchesne, 2008), p. 237; scheda bibliografica Link esterno Google libri.
"In Chapter I, it has already been said that the first important missile experiences took place thanks to the work of the engineer Aurelio Robotti and his experiments in 1949 in the Te.Co. company he had founded himself8.
In general, one might say that the experiments carried out in those years were aimed at producing warheads for air-to-air or air-to-ground non-guided rockets.
The Italian experience was enriched by the contribution of German missile experts who were working directly in the military sphere (Hermann Oberth, who spent two years at the range of the Navy Arsenal at La Spezia) or in industry (Rolf Engel, employed by the SISPRE company, who until the mid-1960s was an advisor to the Air Force)9".
"9 Cesare Falessi, "Realizzazioni missilistiche in Italia : razzi sonda e da ricerca", Oltre il cielo – Missili e Razzi, n. 138, 1966" [nota a pie' di p. 237].
[Fonte terziaria per quanto qui di interesse, ma citata nel testo in relazione al sistema Terrier].

Barth (2008) – H. Barth, Hermann Oberth. Der wirkliche Vater der Weltraumfahrt (Düsseldorf, VDI, 2008), pp. 175, 176, 215, 231, 288, 297; scheda bibliografica Link esterno Deutsche Nationalbibliothek.
"Bild 44: Hermann Oberth und seine Gattin 1951 in La Spezia, Italien, wo der Raketenpionier von 1950 bis 1953 'sein Brot verdiente'. In Auftrag der italienischen Marine sollte er seine bereits 1935 vorgeschlagene Feststoffrakete auf Ammoniumnitratbasis entwickeln" [p. 175].
"Oberth und seine Familie bezogen eine Mietwohnung in der Piazza Verdi 2 von La Spezia, der schönen Hafenstadt im Nordwesten Italiens. Er hatte freie Hand, seine Mitarbeiter selbst auszuwählen und einzustellen — solange sie seinen Auftraggebern in Rom nicht 'unangenehm' auffielen" [p. 176].
"Oberth studiert in Klausenburg, München, Göttingen und Heidelberg; er kam nach Dresden, Peenemünde, nach La Spezia, ging in die Schweiz und nach Huntsville, bis er in Feucht seine Bleibe fand" [p. 215].
"2. Er beteiligt sich auch selbst an der praktischen Verwirklichung seiner Projekte (Berlin, Peenemünde, La Spezia, Huntsville)" [p. 231].
"1950 – Der Raketenforscher folgt einem Angebot der italienischen Marine. Entwicklung einer Feststoffrakete auf der Basis von Ammoniumnitrat in La Spezia. Veröffentlichungen in «Interavia» und im «Journal of the British Interplanetary Society»" [p. 288].
"47 Über Raketensteuerung, Fachbericht, La Spezia, 1951, HORM in Feucht.
48 Drei Methoden zur Integration von Differentialgleichungen mit zwei Unbekannten, Typoskript 1951, HORM in Feucht.
49 Stationem im Weltraum, in: Raumfahrtforschung (Hrsg. Heinz Gartmann), München 1952.
50 In 20 Jahren Weltraumstationen, in: Wirtschaft und Politik, Heft 297, 1952.
51 Deflagrierender Raketenbaustoff, Fachbericht 1953, La Spezia, HORM in Feucht.
52 Gegossene Raketentreibsätze auf Ammoniumnitratbasis nebst Reglerdüse, Fachbericht 1[9]53, La Spezia, HORM in Feucht.
53 Ergebnisse der Untersuchungen über gießbare Raketentreibsätze auf Ammoniumnitratbasis, Forschungsbericht, La Spezia 1953, HORM in Feucht" [p. 297].
Sono qui trascritti solo i brani in cui è citata "La Spezia".

Indicatore di completezza Hunley (2008) – J. D. Hunley, Preludes to U.S. space-launch vehicle technology: Goddard rockets to Minuteman III (Gainesville, University Press of Florida, 2008), p. 40; scheda bibliografica Link esterno Library of Congress.
"If Goddard was somewhat lacking as an engineer, Oberth was even more so. While Oberth did some rocket development work of his own – the publicity project for the movie Die Frau im Mond and various efforts on the side in his native Transylvania during the 1930s and later at La Spezia, Italy – clearly he had no gift for engineering, and these efforts were insignificant. Goddard did have many of the technical skills necessary for engineering but failed to follow the correct principles".




FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI

A La fotografia è stata condivisa da Link esterno Library of Congress.
Secondo Barth (1985), p. 147, mostra Oberth mentre lavora al razzo per il film Frau im Mond, di Fritz Lang (1890-1976) Link esterno Wikipedia EN. Occorre ricordare che aveva collaborato a pieno titolo anche Willy Ley.

B Da una pagina di inserzioni del quotidiano Neue Zürcher Zeitung (15 giugno 1950) Link esterno NZZ.

C La fotografia è stata condivisa da Link esterno Archivio storico - Camera dei deputati.

D La fotografia è stata condivisa da Link esterno Marina Militare.

E Vera fotografia su cartolina non viaggiata, datata 1938. Mercato antiquario.

F Vera fotografia su cartolina non viaggiata, databile ante 1953. Mercato antiquario.

G Il Golfo di La Spezia ripreso dalla Stazione Spaziale Internazionale il 13 marzo 2007. La fotografia è stata condivisa da Link esterno NASA.

H Oberth al ricevimento informale a Caxton Hall, Londra, organizzato il 9 ottobre 1951 dalla British Interplanetary Society, nell'ambito del secondo congresso internazionale sull'astronautica. La fotografia è stata condivisa da Link esterno Getty Images.

I Estratto ricostruito sulla base di snippets, vale a dire frammenti, di UN World (1952) da Link esterno Google libri (per University of Michigan).

J Oberth alla mostra realizzata nell'ambito del terzo congresso internazionale di astronautica (Stuttgart, 1-6 settembre 1952). La fotografia, proveniente dallo Hermann-Oberth-Raumfahrt-Museum, è stata condivisa da Link esterno CNES.

K La prima pagina dell'autobiografia apparsa su Astronautics, giugno 1959.

L Estratto ricostruito da frammenti di un pre-print dattiloscritto di Elder (1997) da Link esterno Google libri (per Pennsylvania State University).

M Sovracopertina della prima edizione tedesca. Mercato antiquario.

N Sovracopertina della prima edizione italiana. Collezione privata.

O Elaborazione originale dell'autore di questa pagina.

P Estratto da un fascicolo di All Hands (1957), integralmente condiviso da Link esterno HathiTrust (per University of California).

Q Cartolina non viaggiata. Vera fotografia in bianco e nero, 9 x 14 cm, scattata a Taranto. Forse proveniente dalla collezione del colonnello Ruggero Vio. Collezione privata.

R Cartolina non viaggiata. Vera fotografia in bianco e nero, 9 x 14 cm, scattata a Genova. Timbrata al verso: "FOTOGRAFIA DI / RUGGERO VIO / Via Assarotti N.° 15 / GENOVA - ITALIA". Collezione privata.
Sul fotografo: G. Mennella, "Documenti. La raccolta fotografica del colonnello del Genio Navale Ruggero Vio", Storia militare, 19 (2011), n. 219 - dicembre; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN. Articolo citato in: Link esterno Wikipedia, dove si aggiunge che il colonnello Vio "fu a lungo direttore di macchina della corazzata Vittorio Veneto in guerra". "Ltnt Cdr (Maggiore) Ruggero Vio promoted to Commander (Tenente Colonnello) for having managed starboard turbines at 120 % of their nominal power for 21 hours continuously" Link esterno KBismarck.org. Due sue foto, presumibilmente scattate nel dopoguerra, riguardano il sommergibile Leonardo da Vinci 510 Link esterno naviearmatori e naviearmatori.
Un'altra fotografia pressoché contemporanea, scattata da Augusto Nani, è stata condivisa in alta risoluzione in Link esterno imgur ed è collegata alla pagina Italian cruiser Giuseppe Garibaldi in 1963 Link esterno WarshipPorn.

S La fotografia è stata condivisa da Link esterno Naval Analyses. Una versione a minore risoluzione è in Link esterno Wikipedia.

T La fotografia è stata condivisa da Link esterno Wikipedia.

U La fotografia è stata condivisa da Link esterno Naval Analyses, ove è a colori.



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