Urania Ligustica

Delizie in villa

Giambattista Pastorini

Fonti secondarie

Delizie in villa



68 riferimenti


Quanto pertiene all'Autore nelle opere seguenti è, se possibile, riportato in estratto.
Spazi a parte sono dedicati alle fonti primarie e terziarie.


Indicatori di completezza



Anno Riferimenti
Indicatori di completezza 1699 T. Ceva, "Fons delusus", in Sylvae (Mediolani, Ex Ædibus Ghisulphianis, 1704²), pp. 149-150.
Indicatori di completezza 1700 L. A. Muratori, Vita di Carlo Maria Maggi (Milano, Giuseppe Pandolfo Malatesta, 1700), pp. 107, 136-138, 224.
Indicatori di completezza 1706 L. A. Muratori, Della perfetta poesia italiana (Modena, Bartolomeo Soliani, 1706), lib. IV, pp. 446-447.
Citato come fonte secondaria per il suo commento a Il Fonte deluso, alle pagine citate.
Indicatori di completezza 1706 T. Ceva, Memorie d'alcune virtù del signor conte Francesco De Lemene con alcune riflessioni su le sue poesie (Milano, Giuseppe Pandolfo Malatesta, 1706), pp. 21, 36-37, 46-47, 72-73.
Indicatore di completezza 1707 M. Giorgi, Elementa scientiae naturalis, seu Theoremata, et problemata physica, quibus generalia philosophiae, atque mechanices, deletis veterum, ac recentiorum erroribus, communi superextructa hypothesi restituuntur (Lucca, L. Venturini, 1707), pp. 11, 43.
Il medico ingauno Matteo Giorgi (1650-1728) accenna a quanto insegnava Pastorini per ciò che riguarda la filosofia Link esterno OPAC SBN, con esemplare digitalizzato (per Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze); altro esemplare in Link esterno Google libri (per Österreichische Nationalbibliothek). Si veda anche alla Vita.
Indicatori di completezza 1715 A. M. Salvini, Prose toscane (Firenze, Stamperia di Sua Altezza Reale per i Guiducci e Franchi, 1715), p. 216.
Cita il sonetto Genova mia, se con asciutto ciglio nell'ambito di una lezione sul sonetto petrarchesco Italia mia, benché il parlar sia 'ndarno Link esterno Google libri (per Bibliothèque municipale de Lyon).
Indicatori di completezza 1718 B. Corte, Notizie istoriche intorno a' medici scrittori milanesi... (Milano, Giuseppe Pandolfo Malatesta, 1718), pp. 1144-145.
Manfredo Settala "Morì con sentimento universale adì 6 Febbrajo 1680, avendo il celebre Padre Pastorino della Compagnia di Gesù composta, e recitata nelle sue esequie una bellissima Orazione funebre, che dava a conoscere la perdita d'un tale Letterato, la quale si legge stampata insieme coll'Apparato per le solenni sue esequie, ed Accademia tenuta in sua lode dalli retorici nel Collegio di Brera sotto li due rinomati Maestri Carlo Ambrogio Cattaneo, e Tomaso Ceva, oltre ad uno stimatissimo Sonetto del medesimo Padre Pastorino, tolto l'argomento dalla stessa Galleria, ed è il seguente: Vidi 'l gentil albergo, ove solea [...]" Link esterno Google libri (per Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze).
Indicatori di completezza 1727 D. Rovere, Impatienza di chi vedendo posta in oblio da PP. Domenicani la nobil festa di S. Agnesa di Monte Pulciano fatta nella loro chiesa di S. Domenico di Genova a dì 20 Aprile nel tempo pasquale prorompe nello sfogo di questa legitima relazione... (Genova, Franchelli, 1727), pp. 6-7.
Indicatori di completezza 1730 G. A. Patrignani, Menologio di pie memorie d'alcuni religiosi della Compagnia di Gesù, tomo 1 (Venezia, Niccolò Pezzana, 1730), p. 27.
Indicatori di completezza 1739 L. Baseggio, a cura di, Rime d'alcuni illustri autori viventi aggiunte alla scelta d'Agostino Gobbi (Venezia, Lorenzo Baseggio, 17394), pp. 425-451.
Vasta raccolta di poesie, fra cui il sonetto Divino ingegno ebbe primier ventura, dedicato a Galileo Galilei. Opera integralmente disponibile in Link esterno Google libri, ma si veda alle note al sonetto citato.
Indicatori di completezza 1740 Anonimo, Theses ex Universa Philosophia | Ab anno MDCCIII. usque ad annum MDCCXL. Publicae Disputationi propositae, et propugnate. In Universitate Genuensi Societatis Jesu | Cum praevio Elenco PP. Lectorum, qui ab anno 1643. usque ad annum 1740. Philosophicas Theses in eadem Universitate proposuerunt, & Auditorum, qui easdem propugnarunt (Genova, Gio. Franchelli, 1740).
Nella cronologia iniziale è ricordata, per l'anno 1687, una dissertazione filosofica proposta da "P. Jo: Baptista Pastorinus". Esemplare consultato: Biblioteca Universitaria di Genova, coll. 3.U.IX.21.
Indicatori di completezza 1741 F. S. Quadrio, Della storia, e della ragione d'ogni poesia, vol. 2 (Milano, F. Agnelli, 1741), p. 335.
Indicatori di completezza 1755 G. Bisso, Introduzione alla volgar poesia in due parti divisa (Lucca, V. Giuntini, 1755²), pp. 102-103, 107-108, 113, 124-130.
Indicatori di completezza 1758 AA. VV., Novelle della repubblica letteraria per l'anno... (Venezia, D. Occhi, 1758), pp. 382-384.
Indicatori di completezza 1762 F. A. Zaccaria, Annali letterari d'Italia, vol. 1 (Modena, Antonio Zatta, 1762), pp. 32-33.
Indicatori di completezza 1764 G. Baretti, [Recensione di] "Introduzione alla volgar poesia in due parti divisa dal P. Giambattista Bissi Palermitano. Prima edizione veneta accresciuta e migliorata. In Venezia 1762 per Giambattista Indrich in 8°", La frusta letteraria, n. 10 (Roveredo, 15 febbraio 1764).
Indicatori di completezza 1782 S. Bettinelli, "Del Sonetto", in Opere, vol. 7 «Prose, e poesie» (Venezia, Zatta, 1782), pp. 364-365.
Indicatori di completezza 1796 Autori Vari, Nuovo dizionario istorico, tomo 14 (Bassano, Remondini, 1796), p. 202.
Indicatori di completezza 1819 G. B. Corniani, I secoli della letteratura italiana dopo il suo risorgimento, vol. 9 (Brescia, Nicolò Bettoni, 1819), pp. 105-106.
Indicatori di completezza 1822 G. G. Byron, "Letters from abroad. Letter II. Genoa", in The Liberal. Verse and Prose from the South (London, J. Hunt, 1822), vol. 2, p. 287.
"Chiabrera, who is sometimes called the Italian Pindar, was born near Genoa, at Savona. I have read little of him; but he must have merit to be counted an Italian Classic: and it says little for the Genoese, that I could not find a copy of his works at their principal bookseller's. Frugoni, their other poet was born, I believe, in the same place. He is easy and lively, but wrote a great deal too much, probably for bread. There is a pleasant petition of his in verse to the Genoese senate, about some family claims, in which he gives an account of his debts, that must have startled the faculties of that prudent and opulent body. A few more Frugonis however, and a few less rich men, would have been better for Genoa. The best production I ever met with from a Genoese pen, is a noble sonnet by Giambattista Pastorini, a Jesuit; written, I believe, after the bombardment of the city by the troops of Louis XIV. It begins, " Genova mia, se con asciutto ciglio." I am sorry I have it not by me to copy out. The poet glories in the resistance made by Genoa, and kisses the ruins caused by the bombardment with transport. What must have been his mortification, when he saw the Doge and a number of senators set out for France, to go and apologise to Louis XlVth, for having been so erroneous as to defend their country!" Link esterno Google libri (per California University). Su questa lettera di Lord Byron, cfr. The Life, Writings, Opinions, and Times of the right Hon. George Gordon Noel Byron, Lord Byron, vol. 3 (London, M. Iley, 1825), pp. 18-19 Link esterno Google libri (per Stanford University).
Indicatori di completezza 1825 D. Sciná, Prospetto della storia letteraria di Sicilia nel secolo decimottavo, vol. 2 (Palermo, Lorenzo Dato, 1825), pp. 337-338.
Indicatore di completezza 1826 G. B. Belloro, "Lettera XXIX - Sur la patrie de Christophe Colomb", Correspondance astronomique, géographique, hydrographique et statistique, 14 (Genova, L. Carniglia, 1826), pp. 559-560.
"Finalmente il P. Gio. Battista Pastorini genovese ha impressi tre sonetti (**) [nota a pie' di pagina: "(**) Componimenti poetici in lode della miracolosa Vergine di Savona, ec. In Torino, presso Gio. Francesco Mairesse, 1736 in-8.° a pag. 86, 87 e 92"], nei quali parla di Colombo come savonese. Il primo ha questo titolo = Per la città di Savona patria di due sommi Pontefici, e del Colombo, e del Chiabrera ec.=; il secondo = Per l'istessa città di Savona tanto innalzata da due soggetti vilmente nati, Cristoforo Colombo, ed Antonio Botta; il terzo comincia: Quanto, o Savona, il vanto tuo s'innalza / Per lo Colombo, e per que' due che fero / Grand'opre, degni successor' di Pietro, / E per quel cigno, che sugli altri s'alza" Link esterno Google libri (per Chicago University).
Indicatore di completezza 1826 G. B. Spotorno, Storia letteraria della Liguria, vol. 4 (Genova, Tipografia Ponthenier, 1826), p. 84.
"Dopo 12 giorni, cioè ai 14 ottobre [1638], volò al Cielo questo Cigno sublime, questo mirabil poeta, questo Pindaro di Savona [Gabriello Chiabrera]. Così di sua mano lasciò scritto appiè del fascio delle lettere tante volte citate, il P. Pastorini poeta genovese, della compagnia di Gesù" Link esterno Google libri (per Bayerische Staatsbibliothek).
Indicatori di completezza 1833 G. B. Corniani, S. Ticozzi, I secoli della letteratura italiana dopo il suo risorgimento, vol. 2 (Milano, V. Ferrario, 1833), pp. 130, 223.
"A questa istessa insigne congerie d'innumerevoli e precise notizie ordinatamente locate e distribuite nella sua mente [di Antonio Magliabechi] fece allusione il p. Gio. Battista Pastorini genovese, illustre poeta, della compagnia di Gesù, così conchiudendo un suo ingegnoso sonetto al Magliabecchi medesimo indirizzato: Se mai tutte le carte avesse spente / Rabbia di fato, ogni scrittor potria / Le sue carte trovar nella tua mente" Link esterno Google libri (per New York Public Library).
Indicatori di completezza 1846 N. Montanaro, "Giambatista Pastorini", in Elogi di Liguri illustri, seconda edizione riordinata, corretta ed accresciuta da D. Luigi Grillo, vol. 2 (Genova, Fratelli Ponthenier, 1846), pp. 334-340.
Indicatori di completezza 1858 G. B. Spotorno, Storia letteraria della Liguria, vol. 5 (Genova, G. Schenone, 1858), p. 76.
Indicatori di completezza 1875-1876 Da leggere integralmente C. Desimoni, "Notizie di Paris Maria Salvago e del suo Osservatorio astronomico in Carbonara", Giornale Ligustico di Archeologia, Storia e Belle Arti, 2 (1875), pp. 465-486, 3 (1876), pp. 41-65.
Indicatori di completezza 1881 A. Neri, "Due corrispondenti genovesi di Scipione Maffei", Giornale Ligustico di archeologia, storia e letteratura, 7-8 (1881), pp. 70-75.
Indicatori di completezza 1882 A. Neri (?), a cura di, "Lettere inedite di Ludovico Antonio Muratori ad Antonio Gatti", Giornale Ligustico di archeologia, storia e letteratura, 9 (1882), pp. 37-38.
Indicatori di completezza 1895 C. Sommervogel, "Pastorini, Jean-Baptiste", Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, vol. 6 (Bruxelles-Paris, O. Schepens-A. Picard, 1895), coll. 340-341.
Indicatori di completezza 1900 A. D'Ancona, O. Bacci, Manuale della letteratura italiana, vol. 4 (Firenze, G. Barbèra, 1900), p. 23.
Indicatori di completezza 1904 G. Carducci, a cura di, Primavera e fiore della lirica italiana (Firenze, G. C. Sansoni, 1904), pp. XXXI, 411.
Indicatori di completezza 1905 G. Carducci, Opere, vol. 16 «Poesia e storia» (Bologna, N. Zanichelli, 1905), pp. 449-450.
"Il secolo che va dal Machiavelli al Tasso, ricco dell'epopea letteraria e della prosa classina, è scarso e magro di gloria lirica. L'insistere su i passi del Petrarca raffreddò gl'ingegni, e chi volle trar fuori nuove rime (Bernardo Tasso, le odi; altri le elegie) non fu né animoso né fortunato. La collaborazione del popolo, mancando di più in più il grande sfogo dell'epopea popolana, si fa sempre più rara all'altra poesia, finché su lo scorcio del secolo scompare o rinnova modi. Con la grandigia e l'acutezza spagnola comincia a farsi scorgere la tumida sottigliezza, pur séguita fin da principio del secolo la magnificenza della canzone con l'Ariosto ed è già ben avviata co'l Tasso una compostezza nuova di decoro aulico nella trattazione, sempre uguale e sostenuta di tono, dell'argomento. E cosi si procede fra le tensioni pindariche del Chiabrera, i sussieghi oraziani del Testi e le spavalderie fredde del Guidi, all'Arcadia. Me è bene avvertire qualche indizio superstite e fuggitivo di vigore e di natività. Tra il fracasso del bombardamento di Genova, ordinato da Luigi decimoquarto nel 1686 [1684!], il gesuita Pastorini canta: 'Anzi girar la libertà mirai, / e baciar lieta ogni ruina, e dire: / ruine si, ma servitù giammai'; e un alito fresco di primavera tra un grigio aere come di risaie par muovere quasi saluto a un'età nuova da questi versi del Lemene, 'Messaggera de' fior, nunzia d'aprile, / de' bei giorni d'amor pallida aurora'. Come all'ombra dell'epopea nel secolo decimosesto si riparò la canzone, così all'ombra della drammatica nel decimottavo si svolse l'ode".
Indicatori di completezza 1908 B. Chiurlo, [Recensione a] "Dott. Cirillo Berardi. – Poesia religiosa nel settecento, Ricerche, Ragusa, Picciotto, 1906 (pp. 51 in in 8.°)", Rassegna bibliografica della letteratura italiana, 16 (1908), p. 31.
Indicatori di completezza 1918 A. Salza, L'idea della patria nella letteratura del Settecento avanti la rivoluzione (Campobasso, Colitti, 1918), pp. 11, 12, 14.
P. 11: "Sul cadere del Seicento, due rimatori nostri di varia fama, il lombardo Carlo Maria Maggi e il ligure G. B. Pastorini, si segnalano tra gli scrittori politici e danno nobile esempio a quelli del secolo successivo. Eran cominciati allora gli attentati di Luigi XIV alla libertà d'Italia. Il Pastorini, quando Genova resistè strenuamente al bombardamento ordinato dal re di Francia nel maggio 1684, scrisse un sonetto che merita la fama che s'ebbe, per l'ultimo verso, bellissimo di concetto. Il poeta contempla senza pianto le maestose rovine fatte dal cannone nemico, «trofei della costanza e del consiglio» ...".
P. 12: "1 Il sonetto del Pastorini (Genova mia, se con asciutto ciglio) è noto, essendo meritatamente entrato nei testi scolastici (Manuale D'Ancona-Bacci). Vedilo anche in R. Barbiera, I poeti della patria, p. 41".
P. 14: "1 ... Quivi, a p. 23, un son. del Pastorini in lode del Maggi".
Indicatori di completezza 1925 A. Redaelli, "Giambattista Pastorini", in Dante e la Liguria (Milano, Fratelli Treves, 1925), pp. 186-192.
Indicatori di completezza 1932 G. Mazzoni, "L'Italia nelle poesie di Felicia Dorothea Hemans", Giornale storico della letteratura italiana, 100 (1932), p. 284.
"Robusta è la versione dell'enfatico sonetto di Vincenzo da Filicaia: «Italia, Italia, o tu cui feo la sorte – dono infelice di bellezza» ecc.; e del pari può piacere la versione inglese più che il testo del sonetto di Giambattista Pastorini pel bombardamento di Genova fatto dai Francesi nel 1684: «Genova mia, se con asciutto ciglio – lacero e guasto il tuo bel corpo ammiro» ecc. Il qual sonetto (giova notarlo) piacque del resto anche al Carducci che l'incluse nell'Arpa del popolo". Si veda per alcune edizioni delle raccolte poetiche, comprendenti il sonetto qui di interesse, alle Fonti terziarie (anni 1818 e 1873).
Indicatori di completezza 1932 U. D. L., "Il bombardamento di Genova nel 1684 cantato dal Pindaro gesuita", Giornale di Genova (30 dicembre 1932).
Indicatori di completezza 1934 J. G. Fucilla, "Un Italien imitateur des poètes espagnols", Bulletin Hispanique, 36 (1934), n. 2, pp. 195-197.
Confronto di poesie di Pastorini e dei poeti spagnoli Garcilaso, Villamediana e Góngora.
Indicatori di completezza 1937 M. C. W. Wicks, The Italian exiles in London, 1816-1848 (Manchester, Manchester University Press, 1937), p. 206.
Indicatori di completezza 1938 Da leggere integralmente B. Croce, "Aneddoti di storia civile e letteraria. XL. Un poeta italiano dall'unico sonetto ispirato: Giambattista Pastorini", La Critica. Rivista di Letteratura, Storia e Filosofia, 36 (1938), pp. 372-378.
Per l'edizione della rivista Link esterno Le Riviste di Benedetto Croce on line. Articolo ristampato in: B. Croce, Aneddoti di varia letteratura, vol. 2 (Napoli, R. Ricciardi, 1942), p. 79; B. Croce, La letteratura italiana del Settecento: note critiche (Bari, Laterza, 1949), p. 28.
Indicatori di completezza 1948 C. Dionisotti, Indici del Giornale storico della letteratura italiana. Volumi 1-100 e supplementi (1883-1932) (Torino, G. Chiantore, 1948), p. 298.
"Pastorini Giovanni Battista: 87, 138"; 100 [1932], 284" Link esterno Internet Archive (per University of Toronto).
Indicatori di completezza 1950 G. Natali, a cura di, Il Settecento, vol. 1 (Milano, F. Vallardi, 19503), p. 241.
Pastorini è il primo poeta citato tra quanti si sono dedicati a Galilei. "Poeti: G. B. Pastorini, sonetto LXXII, in Poesie, Palermo 1756".
Indicatori di completezza 1953 G. L. Moncallero, L'Arcadia, vol. 1 «Teorica d'Arcadia. La premessa antisecentista e classicista» (Firenze, L. S. Olschki, 1953), p. 220.
"... quando gli furono porte tra le mani le opere del Maggi e del Pastorini, due arcadi generalmente ritenuti purgati da secentismo (anche se in verità non lo furono interamente) che «volevano guidare i poeti per la severa strada corsa dai nostri vecchi» e quelle del classicheggiante Chiabrera (suggeritegli dal Pastorini stesso) oltre quelle di Dante, a quanto afferma, come abbiamo detto, il Pindemonte stesso".
Indicatori di completezza 1955 G. Gasperoni, Scipione Maffei e Verona settecentesca. Contributo alla storia della cultura italiana (Verona, Valdonega, 1955), pp. 90-91.
"A Genova, il Maffei aveva conosciuto il Pastorini, insegnante di filosofia e teologia, amante di scienze fisiche e studioso di Dante, noto per il sonetto a Genova, scritto nel 1684, Ruine sì, ma servitù non mai... Il Pastorini aveva conosciuto il Maffei ancor giovanetto (così si desume da una sua lettera del 15 giugno 1715) e aveva avuto sempre presente e vivo nell'animo «la cara immagine delle gentili maniere, dell'indole generosa, del raro ingegno e dell'intensa voglia non meno di sapere che di giovare alle lettere» da lui subito intravedute nella sua persona. Gli accenti di italianità e il culto di Dante valsero a conciliare l'amicizia del Maffei e giovarono a radicare nell'animo del Veronese sensi di libertà e crescente culto della poesia dantesca. I primi parti della penna del Maffei, l'arte cavalleresca, che gli ispirò un sonetto e che aveva avuto in prestito da Lorenzo De Mari e la «Merope», un esemplare della quale gli aveva fornito il marchese Orsi, confermarono il Pastorini nel suo favorevole giudizio. A Milano il Maffei era entrato in rapporti con Carlo Maria Maggi, insegnante di greco nelle scuole Palatine, restauratore del buon gusto poetico; nei sonetti e nelle canzoni aveva parlato delle misere condizioni d'Italia e della speranza di vederla unita...".
Indicatori di completezza 1959 S. Rota Ghibaudi, Ricerche su Ludovico Settala. Biografia, bibliografia, iconografia e documenti (Firenze, Sansoni antiquariato, 1959), p. 46.
Pastorini è citato in relazione a un figlio di Ludovico: Manfredo.
Indicatori di completezza 1973 G. Natali, a cura di, Il Settecento, vol. 2 (Milano, F. Vallardi, 19736), pp. 15, 16, 86, 87, 97.
P. 15: "Genova diede i natali al gesuita G. B. Pastorini (1650-1732), che insegnò filosofia e teologia nei collegi del suo ordine, e fu studiosissimo di Dante (come dimostra un suo scritto su le Bellezze dantesche, inedito nella Biblioteca Universitaria di Genova), sebbene in un sonetto al Maggi chiami il Petrarca «il maggior Tosco». La raccolta postuma delle sue Poesie (Palermo 1741) contiene rime morali, religiose, d'occasione, storiche: notevoli due sonetti satirici, Donna vana che entra in chiesa, e Donna vana che si confessa, un sonetto in lode dell'Accademia della Crusca, un altro a Galileo, chiamato «divo ingegno», e sopra tutti quello a Genova, animato dal sentimento della libertà e della grandezza della patria. Vero è che il gesuita spunta in un sonetto contro Paolo Sarpi, nella traduzione d'un idillio del Ceva e nel sonetto Gesù nel santo presepio maestro d'ogni virtù, che esprime assai bene l'ideale cristiano arcadico-gesuitico".
Indicatori di completezza 1976 C. Tavernari, "Manfredo Settala, collezionista e scienziato milanese del '600", Annali dell'Istituto e Museo di storia della scienza di Firenze, 1 (1976), n. 1, pp. 43-61.
Articolo da reperire!
Indicatori di completezza 1977 A. M. Giorgetti Vichi, Gli Arcadi dal 1690 al 1800. Onomasticon (Roma, Tipografia editrice romana, 1977), pp. 13, 365.
P. 13: "Aleso Leucasio, Giovanni Battista Pastorini da Genova, gesuita. - Crescimbeni, 1718; II. 1863". P. 365: "Pastorini, Giovanni Battista - Aleso Leucasio". Il significato delle abbreviazioni è a p. XVII.
Indicatori di completezza 1978 A. Quondam, M. Rak, a cura di, Lettere dal Regno ad Antonio Magliabechi, vol. 2 (Napoli, Guida, 1978), pp. 745, 912; fa parte della serie Fonti e documenti per la storia del Mezzogiorno d'Italia.
P. 912: "L'autore del libro del Vesuvio non ha fin ora potuto ritrovare comodità per inviare a Vostra Signoria illustrissima il suo libro, li tiene però pronti affine di farli con sicurezza nelle vostre mani capitare. Ho letto con mio grandissimo gusto il sonetto del degnissimo padre Giovanni Battista Pastorini della Compagnia di Giesù fatto in lode di Vostra Signoria illustrissima, avendo in esso in una colla nobiltà de' sentimenti il nobilissimo carattere...".
Indicatori di completezza 1981 A. Vallone, Storia della critica dantesca dal XIV al XX secolo, vol. 1 (Milano, F. Vallardi, 1981), p. 557.
"Esclusivamente alla scuola si rivolge il gesuita genovese Giovan Battista Pastorini (1650-1732). Le intenzioni sono serie: i risultati, modesti: le preoccupazioni, molte e varie, sottaciute o manifeste. La cultura è limitata all'essenziale: pochi nomi: S. Agostino o S. Tommaso qualvolta: gli autori latini citati con grande parsimonia: i moderni, mai: i dantisti più frequenti sono Landino e Vellutello, da soli o accoppiati, accettati o discussi, ma con giudizi brevi di scarso rilievo critico, a distanza vengono Mazzoni e Bulgarini e per ultimi Villani e Boccaccio. Agli allievi non giovano molte cose e molti nomi: di qui l'asciuttezza e anzi la perentorietà: è sufficiente che parli il maestro: e il maestro assurge spesso e volentieri a pedagogo. La struttura è quella scolastica, in via di sperimento nelle scuole e pronta a distendersi fino ai giorni nostri: riassunti brevi (ma qualcuno è anche abbastanza lungo come per Inf. XXXII o Par. III) ad inizio; note a margine, brevi sempre, di natura storica (lunga quella dedicata al conte Ugolino) o semplicemente chiarificatrici della lettera. Il testo riporta una scelta di terzine (manca il Purgatorio), proposte, evidentemente, a Bellezze dantesche, come appunto indica il titolo generale. La discussione non impegna molto spazio: il sì e il no sono perentori. Il pensiero di Landino, in specie, si ritrova scarsamente in queste note, così acconciato e divelto dal tessuto ideologico che gli è proprio. Si salva meglio Vellutello, forse più congeniale, certo meno robusto nell'impianto. Mazzoni e Bulgarini sono presenti, sempre in modi assai sintetici, in battute polemiche tra loro...".
Indicatori di completezza 1987 G. Vismara, Scritti di storia giuridica. 3. Istituzioni lombarde (Milano, A. Giuffré, 1987), p. 263.
Manfredo Settala "aveva anche la passione di lavorare al tornio vasi d'avorio e certe opere minute: artiglierie in miniatura, un grano di pepe tornito e altre cosette del genere; il gesuita Gian Battista Pastorini ricordò nella orazione funebre che il Settala aveva insegnato a tornire a grandi personaggi come don Giovanni d'Austria, don Vincenzo Gonzaga e il governatore marchese di Caracena".
Indicatori di completezza 1988 E. Villa, "Il bombardamento di Genova nel 1684 e la letteratura del tempo", Il bombardamento di Genova nel 1684. Atti della giornata di studio nel terzo centenario (Genova, 21 giugno 1984) (Genova, La Quercia edizioni, 1988), pp. 91-93.
Indicatori di completezza 1991 A. P., "Giovanni Battista Pastorini", in I Gesuiti fra impegno religioso e potere politico nella Repubblica di Genova. Mostra bibliografica (Genova, Biblioteca Universitaria e Biblioteca Franzoniana, 1991), pp. 62-63.
"Nacque a Genova il 19 novembre 1650. Allievo dal 14 dicembre 1666, entrò definitivamente nell'ordine il 2 febbraio 1684. Insegnò retorica, filosofia e teologia ai giovani a Genova e a Milano. Poeta ed erudito apprezzato, studioso di Dante, compose un commento, intitolato Bellezze Dantesche, all'Inferno e ai primi trentadue canti del Paradiso. L'opera è conservata manoscritta presso la Biblioteca Universitaria di Genova. Petrarchista, ma con tecnica e tematica che si richiama al Chiabrera, il Pindaro Gesuita scrisse rime morali, storico-satiriche e di occasione, encomiastiche, che vennero pubblicate postume; tra esse si ricordano un sonetto dedicato a Galileo ed il patriottico Genova mia, se con asciutto ciglio, composto in occasione del bombardamente della città, del maggio 1684, ad opera di Luigi XIV. Tradusse anche un componimento in versi latini del confratello Tommaso Ceva. Oratore famoso, ebbe l'incarico di discorsi di occasione di solenni circostanze, come i funerali del canonico Manfedo Settala (celebrati a Milano nel 1680) o la festa per il centenario delle Monache Turchine (5 agosto 1704). Dal 1714 al 1717 fu preposto alla casa professa di S. Ambrogio in Genova. Nel 1730 divenne membro dell'Accademia degli Ereini di Palermo col nome di Umbrone Ligurio. Era prefetto degli studi nel collegio genovese, quando morì il 26 marzo 1732". Seguono le schede bibliografiche delle cinque opere in mostra, già citate altrove in questa sezione di Urania Ligustica o non attinenti a quanto qui di interesse.
Indicatori di completezza 1992 R. Tissoni, "Il commento ai classici italiani nel Sette e nell'Ottocento (Dante e Petrarca)", Il commento ai testi. Atti del seminario di Ascona, 2-9 ottobre 1989, a cura di O. Besomi, C. Caruso (Basel-Boston-Berlin, Birkhauser, 1992), p. 488.
"Che la Commedia venisse letta nelle scuole dei Gesuiti, è cosa nota; di come potesse essere letta siamo in grado di avere una qualche idea dallo zibaldone – in gran parte di materia dantesca – che approntò a suo uso e comodo il gesuita genovese Giambatista Pastorini.147
147 Genova, Bibl. Universitaria, Ms. «E.II.26» (descrizione in Inventario dei Manoscritti della Biblioteca Universitaria di Genova [dattiloscritto consultabile in loco], vol. VII, pp. 997-8). Sul Pastorini (1650-1732) professore in vari collegi dell'Ordine, e poi, in patria, anche prefetto degli studi, noto ai suoi tempi come poeta (un suo sonetto sulla peste [sic!] di Genova, «Genova mia, se con asciutto ciglio», ebbe l'onore di essere inserito dal Muratori nel quarto libro Della Perfetta Poesia, t. II, pp. 353-4, utile la voce – pur partigiana – del confratello Nicolò Montanaro (in Elogi di liguri illustri. Seconda edizione riordinata, corretta ed accresciuta da D. Luigi Grillo Cappellano nella R. Marineria Sarda, membro della Soc. Arch. d'Atene, Tomo secondo, Genova 1846, Tip. dei Fratelli Ponthenier, pp. 334-40), oltre naturalmente al Sommervogel, Bibliographie, Tome VI, coll. 340-1; insignificante Angelo Redaelli, Giambattista Pastorini, nel volume miscellaneo Dante e la Liguria. Studi e ricerche di Ernesto Giacomo Parodi [...], Milano, Treves, 1925, pp. 186-92. Il ms., noto da tempo (lo segnalava già il Padre Francesco Pellico nel suo libro A Vincenzo Gioberti, Genova, Tip. Ferrando, 1845, p. 303 n.; cfr. Sommervogel, col. 341), raccoglie varie serie di carte con estratti e sommari di testi italiani e latini, talora accompagnati da annotazioni. Le sezioni che riguardano Dante sono le seguenti: cc. 1r-54r «Bellezze dantesche» (1r-26v Inferno; 27r Purgatorio [solo intitolazione; seguono cc. bianche o di materia estranea]; 35r-54r Paradiso); 55r-57r «Parole dantesche» (Inferno I-VII; di VIII solo l'intestazione); 63r-64r «Inferno»; 86r «Dante nella Vita nuova ch'egli scrive di se stesso» (estratti frammentari – non annotati – di rime della V.N. e di altre). Le prime tre presentano generalmente la pagina divisa in due colonne: a sinistra ci sono gli estratti della Commedia; a destra saltuarie annotazioni, che vanno diminuendo per via, e sono spesso sostituite da sommari. Nelle annotazioni vengono talora menzionati vecchi interpreti, come Landino, Vellutello, Mazzoni. In complesso, roba modestissima: che non merita certo né le iperboliche lodi tributate dal vecchio elogista (Elogi di Liguri illustri etc., t. II, p. 337), né l'interesse che dal loro studio pare ora ripromettersi qualche studioso". Trascrizione in parta tratta dall'edizione in volume (Padova, Antenore, 1993), p. 59.
Indicatori di completezza 1992 ???, "???", Il bibliotecario. Rivista di biblioteconomia, bibliografia e scienze dell'informazione, n. 31-34 (1992), p. 26.
"(9) Una testimonianza sulla passione di Manfredo Settala per la Matematica – comprendente, a quel tempo, anche l'Astronomia e l'Ottica – si legge nell'elogio emortuale che il gesuita Giovambattista Pastorini pronunziò alle esequie del nostro. Si tratta di una notizia curiosa, non per l'occasione in cui veniva pronunciata, quanto per le giustificazioni dottrinarie che commentano la preferenza disciplinare di Manfredo Settala. Questo il passo – che si trova alle p. 26-27 della seguente edizione: Orazion funerale per la morte dell'Illustriss. Sac. Can. Manfredo Settala nell'esequie celebrate in Milano da suoi Sig. Nipoti nella Basilica di S. Nazaro detta Dal P. Gio: Battista Pastorini della Compagnia di Gesù, in Milano, Nella Stampa Arciuescouale. MDCLXXX, 4°, 29 p.n. [Vaticana: Cicognara.lV.M.105.2A] -: «Ne per mio credere altro il mosse ad applicarsi con più fisso studio alle operazioni di Matematica, se non perche la conobbe frà tutte l'Arti la più sincera, & innocente. Perche ogn'vn sà, che le sole lettere vmane gonfiano l'Eresia, che la pura fisica è stata Madre de gli Atei, e che la stessa Teologia per colpa d'alcuni fu scuola d'errori, quando volle farsi Maestra, e non discepola della Fede. E però, se ben si riguarda alle memorie de' secoli andati, la sola Matematica è quella, che meno hà combattuta la Chiesa; forse perché essendo fra tutte le vmane scienze la più sicura del vero, perciò più se l'intende con Dio, purissima fonte di tutto 'l vero»".
Indicatori di completezza 1992 La letteratura ligure. La Repubblica aristocratica (1528-1797) (Genova, Costa & Nolan, 1992), pp. 210, 217-218.
Indicatori di completezza 1993 E. Graziosi, Da capitale a provincia. Genova 1660-1700 (Modena, Mucchi, 1993).
"Il volume, aperto da una prefazione di Franco Croce, riprende ed amplia il saggio sulla Prearcadia già pubblicato in La letteratura ligure. La Repubblica aristocratica (1528-1797), Genova, Costa & Nolan, 1992. Genova, capitale della cultura (una delle grandi capitali del Barocco italiano) nella prima metà del secolo, dopo il 1660 decade a provincia periferica e poi a Colonia dell'Arcadia (la Colonia ligustica sarà fondata nel 1705 da Giovan Bartolomeo Casaregis). Nel declino politico ed economico della Superba, apertosi con la grande peste de 1657 e culminato con il bombardamento francese del 1684, Genova diventa sempre più una città da dove i letterati fuggono (F.F. Frugoni, G.P. Marana) o dove non trovano ospitalità per le loro biblioteche (A. Aprosio), mentre tramontano istituzioni che un tempo erano significativi punti di aggregazione intellettuale, come l'Accademia degli Addormentati, ed altre nuove come il Collegio dei Gesuiti non sanno - o non vogliono - diventare promozionali. Si salvano singoli intellettuali: uno su tutti è G.B. Pastorini, gesuita formatosi a Milano nell'entourage di Carlo Maria Maggi, editore di G.A. Spinola e, soprattutto, autore di quel famoso sonetto Genova mia, se con asciutto ciglio, che è una delle poche risposte dignitose allo sconforto del bombardamento dell'84 (ruine sì, ma servitù non mai)". Recensione di Q. Marini tratta da "Bibliografia Ligure 1993", Quaderni Franzoniani, 8 (1995), n. 1 Link esterno Biblioteca Franzoniana (pdf).
"Nell'ambito di questa cultura gesuitica la Graziosi non esita a dare un ruolo preminente a G.B. Pastorini (1650-1732), che si conferma (dopo la scoperta del Croce) ad essere l'unica personalità importante dell'epoca. Formatosi a Milano, nell'orbita del Maggi, ne è il diffusore nell'ambiente gesuitico ligure, mentre, secondo la studiosa, è sempre il Pastorini ad essere dietro l'operazione editoriale (1695) delle opere in verso e in prosa di Giovanni Andrea Spinola (1627-1705), l'unico altro personaggio ad avere una identità letteraria. Se su quest'ultimo (autore di versi, melodrammi con intreccio di lingua e dialetto, lettere, ecc.) il giudizio della Graziosi è assai limitativo per il gusto incerto «fra l'antico e il nuovo», la maggior personalità del gesuita Pastorini emerge invece in più punti, ad esempio nel pretendere, con il Muratori di avviso contrario, che il celebre sonetto «Genova mia, se con asciutto ciglio» (tanto amato dal Croce) fosse pubblicato con il nome della città: «lasci assolutamente Genova perché altrimenti si perderebbe tutta la luce e la forza del sonetto». Il sonetto, come noto, fu occasionato dal Bombardamento di Genova del 1684 da parte di Luigi XIV, l'unico evento politico rilevante in una età grigia (e sul quale la Graziosi ci presenta altre testimonianze letterarie minori da una raccolta ancora manoscritta). Il fatto che Pastorini, vent'anni dopo, difenda in faccia al Muratori la memoria di quel fatto ci consente di osservare anche una netta differenza dell'idea di poesia: il bibliotecario estense ha sostanzialmente una concezione autonomistica del fatto letterario, laddove il buon gesuita ne difende la strumentazione, ad maiorem dei gloriam, in molti casi, ma almeno in uno – questo – ad esempio di passione civile e, verrebbe da dire, laica". Recensione tratta da La Rassegna della letteratura italiana, 98 (1993), pp. 313-314.
Altra recensione in Giornale storico della letteratura italiana, 172 (1995), p. 609 Link esterno Google libri.
Indicatori di completezza 1995 F. Arato, "Croce: storia della cultura e storia della letteratura", Giornale storico della letteratura italiana, 172 (1995), p. 224.
Indicatori di completezza 1996 A. Spagnolo, I manoscritti della Biblioteca capitolare di Verona. Catalogo descrittivo, a cura di S. Marchi (Verona, Mazziana, 1996), pp. 456, 682.
P. 456: [manoscritto] "VII f. 27v-28r P. Pastorini. Sonetti 3. / 1. Costanza di Genova. Genova mia se con asciutto ciglio. / 2. Invocazione alla Vergine. Deh gira un guardo alla città di Giano. / 3. Al Maggi. Maggi se dietro l'orme il piè movete".
P. 682: [lettera] "Di Gian Batt. Pastorini da Genova, 15 giugno 1715".
Indicatori di completezza 1996 P. Findlen, Possessing Nature: Museums, Collecting, and Scientific Culture in Early Modern Italy (Berkeley and Los Angeles, California, University of California Press, 1996), p. 328.
"«Inventing, toiling, and collecting» – the very words Pastorini used to describe Settala – were complementary activities that defined the experimental life of the museum.104 / 104 Scarabelli, Museo o galeria adunata dal sapere, p. 35; Pastorini, Orazion funebre, in Tavernari, 'Il Museo Settala', p. 26 [C. Tavernari, "Il Museo Settala. Presupposti e storia", Museologia scientifica, 7 (1980), pp. 12-46]".
Indicatori di completezza 2000 Da leggere integralmente R. Balestrieri, L'astronomia a Genova alla fine del Seicento, conferenza per la Festa di Primavera a Perinaldo (6/5/2000).
Indicatori di completezza 2002 G. P. Marchi, "I primi passi di un letterato. Scipione Maffei e Antonio Magliabechi", Studi di letteratura italiana in ricordo di Edoardo Villa, a cura di F. Contorbia, L. Surdich, S. Verdino (Genova, Brigati, 2002), pp. 27, 28, 29.
P. 27: "Quel commovimento che dovea nascer negli animi, e ne' più focosi singolarmente, congiunto ad una certa naturale inquietezza ch'è loro propria, portò il Maffei in varie città: in Milano, in Genova, in Roma. In Milano conobbe Carlo Maria Maggi, che levava grido a que' giorni; e in Genova strinse amicizia col gesuita Pastorini, che gli pose in mano il Chiabrera. Nella capitale del mondo cristiano trovò l'Arcadia [...]".
P. 28: "In una silloge di scritti dedicati alla memoria di un caro collega dell'Università di Genova mi sarebbe piaciuto dire qualche cosa di più sui rapporti del giovane Maffei col gesuita Giovanni Battista Pastorini (1650-1732), autore di uno dei più citati (e dei più ispirati) sonetti del Seicento, Genova mia, se con asciutto ciglio, fiero richiamo agli ideali di libertà cittadina dopo lo sconcerto provocato dal terribile bombardamento da parte della flotta francese nel 1684; ma non è stato possibile aggiungere nulla a quanto già puntualmente esposto da Achille Neri".
P. 29: "Importa comunque sottolineare che Genova, con la conoscenza del Chiabrera propiziata dal Pastorini, fu una tappa significativa nella metamorfosi del gusto del giovane Maffei [...]".
Indicatori di completezza 2004 C. Farinella, "Accademie e università a Genova, secoli XVI-XIX", in Storia della cultura ligure, vol. 3 (Genova, Società Ligure di Storia Patria, 2004), p. 136.
Gli accademici decisero "di pubblicare un dizionario degli «uomini illustri della Liguria» e a tale scopo gli Industriosi si divisero diligentemente gli ambiti da seguire secondo un piano enciclopedico che non lasciava scoperto nessun ramo delle attività umane (belle lettere; belle arti; storici e geografi; teologi e canonisti; filosofi; guerrieri; politici; matematici; giureconsulti; artisti; navigatori; medici e chirurghi): l'8 agosto 1789 sulle pagine del foglio locale, gli «Avvisi», apparve un primo fitto elenco di nomi individuati dagli accademici incaricati della sezione letteraria che sollecitavano i lettori a fornire informazioni, notizie e documenti di cui fossero in possesso su quei personaggi. Tra gli elencati figuravano i migliori esponenti della cultura ligure dalla fine del XV secolo in avanti, tra cui Angelo Grillo, il dantista Giambattista Pastorino, Giulio Guastavino, Frugoni, Fortunio Liceti, Angelico Aprosio, Luca Assarino...".
Indicatori di completezza 2004 F. Arato, "Il Settecento letterario", in Storia della cultura ligure, vol. 4 (Genova, Società Ligure di Storia Patria, 2004), pp. 65, 77, 91, ecc.
P. 65: "Il Seicento politico genovese ebbe il suo anticipato epilogo – luttuoso ed eroico – nel maggio del 1684, quando Luigi XIV, il re cristianissimo, fece bombardare la Dominante per imporle l'obbedienza e garantire il diritto d'approdo ai mercantili francesi. Toccò a un giovane gesuita allora residente a Milano, Giovanni Battista Pastorini (1650-1732), interpretare al meglio nel sonetto Genova mia, se con asciutto ciglio, reso poi celebre dalla citazione che ne fece il Muratori, il sentimento di un'orgogliosa resistenza senza resa [...] Le ingegnosità moderatamente barocche (« Più val d'ogni vittoria un bel soffrire»), che piacquero a Muratori e che altri invece misero poi alla berlina, la stessa prosopopea della Libertà in visita tra le rovine riescono appena a lenire l'amarezza per lo sfregio subìto. Poeta pio al modo del Segneri, maestro nelle scuole della Compagnia in varie città d'Italia, più tardi associato all'Arcadia romana col nome di Aleso Leucasio, Pastorini soltanto in questi versi patriottici godé dei favori della Musa: anzi il suo sonetto, scrisse Benedetto Croce con generosa amplificazione, si staglia solitario non solo nella carriera dell'autore ma «nella vita morale di quel secolo». Quando tornò a Genova nei primi anni del Settecento per insegnare nel locale collegio, il gesuita lesse ai suoi allievi, fra l'altro, Dante (come testimonia uno zibaldone manoscritto oggi alla Biblioteca Universitaria), non allontanandosi molto, tra puntigli grammaticali e vezzi classicistici, dall'esegesi confessionale diffusa tra i confratelli. La ratio gesuitica continuava a tener campo anche in Liguria e la pratica mondana della poesia non vi era trascurata: ma il prestigio culturale del collegio di San Gerolamo a inizio secolo pareva in declino – con l'eccezione forse dell'insegnamento delle matematiche. La città tutta del resto si trovava culturalmente decaduta dal rango di capitale a quello di provincia, secondo la chiave interpretativa proposta da Elisabetta Graziosi. Pareva dunque necessario prender atto di questo mutamento, per così dire, di gerarchia: e guardare alle novità promesse da fuori...".
A p. 77, in un altro riferimento al sonetto di cui sopra, la voce di Pastorini è definita "sobria e icastica".
A p. 91, in nota, riferimenti bibliografici qui già citati.
Indicatori di completezza 2004 F. Arato, "L'erudizione letteraria", Erudizione e storiografia settecentesche in Liguria. Atti del Convegno. Genova, 14-15 novembre 2003, a cura di C. Bitossi (Genova, Accademia Ligure di Scienze e Lettere, 2004), pp. 305-306, 320.
Pp. 305-306: "E in Arcadia troviamo il gesuita Giovan Battista Pastorini, che deve molta della sua fortuna moderna a un saggio di Benedetto Croce, il quale, risalendo a una pagina della Perfetta poesia muratoriana, ne studiò e ne lodò il commosso e audace sonetto patriottico ispirato dal bombardamento francese del 1684, Genova mia, se con asciutto ciglio (12). Pastorini (1650-1732) appartiene in buona misura al secolo diciassettesimo; ma ci interessa qui un suo contributo d'erudizione a uso scolastico che risale ai primi anni del Settecento: è il manoscritto, compreso in uno zibaldone oggi alla Biblioteca Universitaria di Genova, delle Bellezze dantesche. Il titolo, ma solo il titolo, si incontra con la nota opera ottocentesca del Cesari (è tuttavia formula comune: si pensi alla Bellezza della volgar poesia di Crescimbeni); quel che rimane nello zibaldone del Pastorini è un commento-parafrasi dell'Inferno e del Paradiso: esegesi confessionale, come è stato detto (13), che oppone il buon senso clericale, appena sfiorato da qualche vezzo secentista, alle dissonanze culturali e verbali della fabula dantesca. Bastino pochi esempi. Di fronte all'elogio di Brunetto nel quindicesimo canto dell'Inferno, Pastorini esclama: «Non so capire questa bella gratitudine di Dante verso il suo Maestro, di riporlo fra dannati per vizio cotanto infame, e farne eterna la memoria nel suo poema» (14); davanti alle tre bocche «a guisa di maciulla» di Belzebù nel fondo dell'Inferno: «Non par convenevole che Bruto e Cassio uccisori di Cesare si mettan quasi del pari con Giuda...".
Indicatori di completezza 2005 G. Nicoletti, Dall'Arcadia a Leopardi. Studi di poesia (Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2005), p. 18.
"Né si dimentichi che del riformismo filoreligioso del Maggi, ispirato e sostenuto dall'accorto proselitismo della pastorale della Compagnia di Gesù, si avvalsero pure altre zone della penisola, soprattutto del settentrione, come ricordava il Muratori. A Genova, ad esempio, ancor prima della fondazione, nel 1705, della Colonia Ligustica, un personaggio del rilievo culturale e sociale dell'aristocratico Giovanni Andrea Spinola, amico personale del segretario milanese, dava dimostrazione con i componimenti raccolti nei due volumi miscellanei del suo Il cuore in volta e il cuore in scena (1695) di una poesia, magari di non alto profilo tecnico-professionale e di un petrarchismo strumentale e di maniera, ma allineata in buona sostanza ai principi di una letteratura elegantemente moralizzata. Allo stesso modo la discontinua produzione poetica del gesuita Giovan Battista Pastorini (anch'egli amico e ammiratore del Maggi e del Lemene e ricordato soprattutto per un suo patriottico sonetto...".
Indicatore di completezza 2009 T. Ceva, Iesus puer, traduzione e commento a cura di F. Milani (Milano, Fondazione Pietro Bembo - Parma, Guanda, 2009), pp. XI, LXIX, LXX, LXXIV, 91, ecc.
P. XI: "A proposito di quest'ultimo si possono richiamare i versi in cui Carlo Maria Maggi (con Francesco De Lemene e col gesuita genovese Giovan Battista Pastorini, uno dei più stretti amici del Ceva) ...".
P. LXIX: "Un altro gesuita genovese, con cui il Ceva si legò in amicizia, è Giovan Battista Pastorini: nato a Genova nel 1650, compì a Milano gli studi di Teologia fra il 1678 e il 1681, vi ritornò nel 1684 e di nuovo dal 1688 al 1697 (cfr. Elisabetta Graziosi, La prearcadia: 1680-1700, ne La letteratura ligure: la Repubblica aristocratica (1528-1797), Genova, Costa & Nolan, 1992, vol. II, p. 210). Del Pastorini è famoso il sonetto «Genova mia, se con asciutto ciglio», riguardante il bombardamento subito da Genova nel 1684.".
P. LXX: "il Leganés era appassionato di matematica e nel 1693 pubblicò anonima a Milano l'opera Escuela de Palas o sea curso mathematica (En Milan, en la Emprenta Real, por Marcos Antonio Pandulpho Malatesta): vi sono premessi vari componimenti poetici, fra cui un Idyllium del Ceva, intitolato Liber universae Matheseos selectas disciplinas continens cur sub nomine Palladis in lucem venerit, nonché sonetti del Maggi, del Lemene e di G. B. P. (presumibile sigla del Pastorini)".
P. LXXIV: "Alcune delle Sylvae vengono presto tradotte: la versione della prima (Fons delusus. Idyllium, che, dedicata al genovese Paris Maria Salvago, ha per tema il torrente Polcevera) è eseguita in ottave da Giovan Battista Pastorini, che ne amplia il contenuto; sarà pubblicata dal Muratori nella Perfetta poesia (tomo II, pp. 442-47). Nella lettera al Muratori del 25 marzo 1705 il Ceva nomina il Pastorini e così prosegue: «Egli mi scrive che due bravi poeti Arcadi vogliono anch'essi tradurre qualch'altra di quelle mie selve; e l'altr'ieri udij quella del Romito e del Diavolo tradotta con somma naturalezza in rime milanesi, che mi piacque grandissimamente»".
P. 91: "Hic Magius vulgo dicti, Pastorini ille, / Hic Lemene) papaveribus, sertisque rosarum, / Et violis crinem praecincti; nec more. [...] ma comunemente l'ultimo era chiamato Monti, l'altro Maggi, quello Pastorini, il primo Lemene), con i capelli cinti di papaveri, di ghirlande di rose, e di viole; né vi fu indugio [...] l'armi / tratti la cetra, e i carmi») e il Maggi («gran filosofo e poeta / italian, greco e latino») (ivi, pp. 222-25). Il Monti e il Pastorini sono nominati più volte dal Ceva nelle Memorie, in riferimento al Lemene: «In questa sua villa ebbi io la buona sorte di trattenermi con esso lui alcune volte, e una tra l'altre col Signor Marchese D. Alonso Corrado, e col P. Pastorino della Compagnia di Giesù, per alquanti giorni, che posso affermare essere stati i più felici de' giorni miei» (p. 20)...".


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