Urania Ligustica

Delizie in villa

Recensore anonimo

Novelle della Repubblica letteraria (1758) 1

Delizie in villa


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P A L E R M O

Poesie del P. Giovambattista Pastorini della Compagnia di Gesù, Opera Postuma. In Palermo 1756. Per Pietro Bentivenga, in 8°, pag. 216.

     Se non riesce nuovo lo stile leggiadrissimo in Lirica Poesia Italiana di già usato dal P. Pastorini Genovese, per lo meno novella e grata riuscirà la presente Collezione, ove più componimenti inediti si racchiudono degni e dell'elato spirito che li concepì, e de' nobili giovani Convittori del Reale Collegio Carolino, a' quali con giusta ragione l'Editor Palermitano volle indirizzarli. Nel Discorso preliminare rendesi conto della nobiltà de' pensieri non meno, che della proprietà delle parole, che sono i due piè fermi, co' quali l'autore si dié da vicino a calcar l'orme del Petrarca: senonché di questi l'imitazione si rende tanto più maestosa e ragguardevole nelle Poesie Pastorine, quanto più castigato si è il soggetto di ciascun Sonetto e componimento; avvegnaché non già beltà caduche di madame Laure, né la passion dell'amor vile o volgare, ma la vera Virtù, e quella che si dice

Gloria, che a nobil core è sferza, e sprone:

sono i grati argomenti ne' quali versando il Poeta del nostro Secolo, o si vede estoller le lodi del Sereniss. Francesco Morosini eletto Doge in Armata dopo la conquista della Morea; o alla Pittura d'Annibal Caracci rappresentante Gesù Fanciullo in braccio alla SS. Vergine con un pomo in mano, dà un vaghissimo risalto [<382-383>] con chiusa inaspettata del Sonetto, che fa dire al Fanciullo – in questa mano

Il tuo Peccato, e la mia Pena io porto:

o finalmente all'Angelo Custode indirizza la forte Allocuzione, che comincia così:

Puro Spirto immortal, Spirto beato
   Che mentre in Ciel vagheggi 'l bello eterno,
   D'un mortal non isdegni umil governo,
   E mi guardi, e mi reggi appena nato.

Varie testimonianze d'uomini illustri si fanno precedere a queste Poesie, come se o le traduzioni mirabili di versi latini trasportati dal P. Pastorini in metro Italiano, oppur le di lui Rime piene di sale, d'amenità, e di dolcezza, avessero bisogno di altrui lode, quando dappersé mirabilmente si raccomandano a' leggitori. Ecco come l'Epigramma del Sannazzaro in lode di Vinegia

Viderat Adriacis Venetam Neptunus in undis
   Stare Urbem, & toto ponere jura mari
:

rimane con Parafrasi illustrato nel seguente Sonetto del Pastorini.

Vide Nettun di ogni città Fenice
   Starsi d'Adria sul mar Città sicura;
   E del mar, che sua Donna ognor la giura,
   Regger con giusta man scettro felice.
Allor rivolto a Giove, or vanta, ei dice,
   L'alto lavor delle latine mura,
   Che del tuo Marte architettò la cura;
   Vanta l'onor della Tarpea pendice.
Se il tebro trionfal da te si ammira
   Più del vasto Ocean de' regni miei,
   Questa e quella città bilancia, e mira:
Tuona pur quanto sai: se giusto sei,
   Tosto dirai pien di vergona, & ira,
   Quella un Uomo fondò, questa gli Dei.

Con egual leggiadria vedrà il lettore commentato e tradotto il bellissimo Tetrastico del Poeta Spagnuolo Falconio, che in quattro versi studiò con bizzarria comprendere tutta l'indole d'amore.

Alma Venus praegnans, cum jam prope partus adesset, [<383-384>]
   Consuluit Parcas, quid paritura foret?
Tigrim, inquit Lachesis, Colubrum Cloto, Atropos Ignem,
   Ne responsa forent irrita, natus Amor
.



1 AA. VV., Novelle della Repubblica letteraria per l'anno... (Venezia, D. Occhi, 1758), pp. 382-384 Link esterno OPAC SBN e Google libri (per Österreichische Nationalbibliothek).



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