Urania Ligustica

Delizie in villa

Margaret Campbell Walker Wicks

The Italian exiles in London (1937) 1

Delizie in villa


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Frontespizio



APPENDIX I.A

17. From Roger Wilbraham to Foscolo.

In Stratton Street No. 11
ai 30 di Marzo [1817].

     Nel rammentare il Sigre Ugo Foscolo della sua graziosa promessa di pigliar a zuppa martedì venturo dopo le sei ore in casa di Ruggiero Wilbraham,2 si rassegna nello stesso tempo il suo umilissimo servitore & lo prega di ricevere le sue grazie distinte per la lettura dei suoi preziosi libretti. – La sua eloquenza veramente incanta; ed avendo ella avuto quell'effetto sopra il cuore d'un ignorante ma pure affettuoso Dilettante della lingua seduttrice d'Italia, si puol [?] giudicare quanto maggiore effetto deve produrre su' i sensi di quei che l'intendono perfettamente.

[The remainder of the letter asks Foscolo's help regarding a sonnet to Genoa by Pastorini in the 18th century.] 3

[Ibid.] [A p. 205: "MSS. Lab., Vol. XLII., Sec. A."]




1 M. C. W. Wicks, The Italian exiles in London, 1816-1848 (Manchester, Manchester University Press, 1937; ristampa: Freeport, New York, Libraries Press, 1968), p. 206 Link esterno Internet Archive (per University of Florida, George A. Smathers Libraries) e Google libri.

2 "Tra le persone cui più si legò fu il vecchio R. Wilbraham, un raffinato epicureo e bibliofilo di molta erudizione, le cui tre nipoti – Anna, Eliza, Emma – e la loro cognata Julia Montolieu non disdegnavano far compagnia al poeta famoso e accettarne la corte. Dal Wilbraham venne presentato, il 23 marzo 1818, a J. C. Hobhouse, intimo amico di Byron, di cui veniva annotando il quarto canto del ChildeHarold. Per una nota di tale lavoro, ormai prossimo alla pubblicazione, questi chiese la collaborazione del Foscolo: si trattava di dare notizia dello stato presente della letteratura italiana, compito che gli appariva, come allo stesso Byron, insidioso per uno straniero"; M. Scotti, "FOSCOLO, Ugo", in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 49 (Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1997), ad vocem Link esterno DBI.

3 Una trascrizione completa della lettera è in: U. Foscolo, Epistolario (1816-1818) (Biblioteca Italiana, 2008) Link esterno Biblioteca Italiana.

Da tale fonte è stato tratto l'anno ed estratta la conclusione della lettera: "Al numero dei sonetti segnalati da lei, se mi è permesso, avrei piacere di aggiungere uno (conosciuto indubitamente molto bene da lei), scritto verso il fine del secolo decimo sesto, o pure il principio dello sussequente. Egli è del Gesuita Pastorini scritto sopra di non so che occasione. Io credeva quando io lo viddi per la prima volta in M. S. (gia 45 anni sono), che riguardasse il sacco e la rovina di Genova dagli Austriaci nell'anno 1747; ma avendola dappoi trovata nella raccolta del Gobbi, stampato nel 1711, e cercando poi nel Quadrio qualche notizia dell'Autore, trovai che morì nell'anno 1732, per l'appunto, quindici anni prima di quell'occorrenza. A lei sarà cosa facile lo sciogliere questo nodo: per altro, il sonetto mi pare uno dei più belli che abbia la lingua italiana. Eccolo: Genova mia se con asciutto ciglio [...] Povero Pastorini! Se avesse vissuto fin a questi tenpi!".

Esisterà una traduzione in inglese del sonetto, riconducibile a Ugo Foscolo?



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