Urania Ligustica

Astronomia versus Astrofisica

Il Cittadino

L'eclisse totale di Sole (1896) 1

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    Domani, domenica, 9 agosto, nelle prime ore del mattino, dalle regioni boreali della Norvegia e da una zona che traversando il nord della Siberia va fino al Giappone, si potrà ammirare uno dei più interessanti fenomeni celesti: l'eclisse totale del sole.

    Una vera folla di scienziati, alla quale si frammischia una folla ancora più numerosa di dilettanti di faccende celesti, attratta dal fenomeno, si reca in quelle regioni. Governi, istituti, privati amici della scienza, con notevole dispendio, mandano colà gli astronomi più reputati, ogni sorta di strumenti fra i più perfezionati di meccanica ottica, macchine fotografiche d'ogni potenza e d'ogni forma, affinché l'eclisse venga studiata né suoi più piccoli particolari di luce, di ombra, da un centesimo di secondo all'altro.

    Perché mai tutto questo movimento? Perché tanta spesa di intelletto, di tempo, di denaro, col rischio, per giunta, che una semplice nuvola renda perfettamente inutili tutti questi sforzi?

    Il prof. Porro, direttore dell'Osservatorio di Torino, che è già in Norvegia per studiare la eclisse, in un suo articolo sulla Nuova Antologia, dal quale stralciamo i dati più importanti dell'avvenimento, risponde a queste e simili domande.2

    Dopo di avere illustrate e commentate l'accusa lanciata contro la scienza di far bancarotta, e la confessione di impotenza della scienza (failure) fatta dal più illustre cultore vivente di filosofia naturale, lord Kelvin, dimostra che, bancarotta e failure si riferiscono ad un insuccesso puramente filosofico.

    Come compenso a questo insuccesso filosofico, dobbiamo accontentarci delle aumentate nostre cognizioni sulle proprietà della materia e delle applicazioni pratiche della scienza.

    D'altronde, finché non sia dimostrato il limite cui la scienza può arrivare (e fissare tale limite è di per sé un problema trascendente) l'unico modo veramente serio di coltivare la scienza sarà quello di proporle il fine più alto, che il pensiero nostro possa concepire. Come nella vita morale, così in quella intellettuale, bisogna fissare sempre alle nostre azioni una meta superiore.

    Ma anche dalle ricerche sulle eclissi del sole si può ripromettersi un utile diretto all'umanità.

    Le osservazioni degli istanti dei contatti tendono a far progredire la conoscenza dei movimenti del sole e della luna; su tale conoscenza sono fondati i calcoli delle posizioni future di questi astri, che alla loro volta servono per guidare i naviganti attraverso gli oceani.

    Quando si saranno conosciuti la natura e le manifestazioni degli inviluppi gassosi incandescenti dai quali è circondato il sole, è certo che l'uomo presto o tardi saprà valersi delle cognizioni acquistate in questa materia.

    A che ne siamo con queste cognizioni?

    Dal giorno in cui Anassagora faceva inorridire gli ateniesi fedeli ad Apollo, dicendo che il sole era un «globo incandescente», si venne fino alla scoperta delle macchie solari, quasi contemporanea a quella del telescopio, senza saperne più nulla.

    Dalla scoperta delle macchie gli studi sul sole progredirono grazie ai mezzi ottici sempre più perfezionati, e si scoprirono le facole e le granulazioni. Ma era necessario conoscere più nitidamente che cosa arde nel sole, e con quali leggi, con quali gradazioni di maggiore o minore intensità calorifica e luminosa; bisognava sapere se il sole possedesse altri involucri, presentasse altri strati di materie, e investigare se alle profonde squarciature della fotosfera, che dànno origine al fenomeno delle macchie solari, non corrispondesse l'emissione di getti incandescenti di materia gassosa.

    A tali problemi non era possibile dare risposta finché non si fosse trovato il modo di impedire che la luce abbagliante della fotosfera ci togliesse la vista di ciò che sta intorno al sole. Senza l'atmosfera terrestre sarebbe bastato uno schermo che coprisse il disco solare; ma poiché la luce che viene dal sole si diffonde nell'aria, noi siamo costretti ad aspettare le eclissi, perché l'atmosfera nostra non riceve più luce, pur rimanendo il sole al disopra dell'orizzonte.

    Tutto ciò scientificamente ha una grande importanza, e questa spiega e legittima l'accorrere quasi affannoso di tanti scienziati nelle regioni dalle quali il fenomeno si può osservare.

    Già presso la costa occidentale della Norvegia, vicino all'estremo lembo della zona in cui è visibile la totalità dell'eclisse, e dove questa incomincia al levar del sole, si troveranno moltissimi amatori attratti dalla facilità delle comunicazioni con Stoccolma, con Cristiania, con Londra, con Newcastle.

    All'uopo si sono organizzate gite a prezzi miti, per le quali sono a disposizione dei gitanti numerosi piroscafi di Società inglesi, danesi e svedesi.

    Ma se questi regioni sono comode, non sono buone per le condizioni astronomiche, causa le copiose evaporazioni ivi prodotte dalla potente massa d'acqua calda che la corrente del golfo del Messico (Gulf Stream) trasporta a lambire la costa e a renderne mite il clima.

    L'isole di Donnaeso, Tommen-öe, Lüröe, l'isola di Tränen, l'isola di Bolgen, fatta a pan di zucchero, i picchi di Kunnen e di Fleina, le montagne di Sandhorn, le isole Arnöe, la città di Bödö saranno popolate di dilettanti.

    Due spedizioni si addentreranno nella penisola scandinava: una turistica, organizzata dalla Società alpina di Svezia, l'altra scientifica, organizzata dalla Società astronomica russa.

    Quest'ultima si collocherà vicino a Enontekis, sul confine fra la Lapponia russa e la svedese, a circa 68 gradi di latitudine. Ivi si recherà anche una Missione russa, composta del prof. Glasenapp dell'Università di Pietroburgo e del prof. Wuchikhowscki.

    Il maggior numero delle carovane pare abbia però prescelto il Vorangher Fjord dove si trovano le città di Vardö e Vadsö.

    Qui si recherà la nave da guerra inglese Volage con le comitive spedite dalla Società Reale di Londra e quella diretta dal celebre prof. Normann Lokyer.

    Vi si recherà ancora il Norse King della Casa Gaze di Londra con una numerosa compagnia di soci della British Astronomical Association di cui fanno parte i più celebri astro[no]mi inglesi. Inoltre nel Vorangher Fjord si recheranno molti yachts privati, fra cui quello dell'imperatore Guglielmo e alcune navi da guerra del Training Squadron (divisione di istruzione).

    Due altre stazioni di osservazione saranno collocate nella regione meridionale della Nowaja Semlja, una dell'Accademia delle Scienze di Pietroburgo, l'altra della Società dei naturalisti di Kazan.

    Alla foce del fiume Obi in Siberia vi sarà un secondo gruppo di osservatori della Società Astronomica di Pietroburgo; questi fotograferanno la corona solare con macchine fisse, mentre i loro colleghi ad Enontekis adopereranno macchine fotografiche montate equatorialmente e mosse da apparecchi di orologeria.

    Una terza spedizione della stessa Società farà osservazioni e fotografie ad Olekminsk, sulla Lena, mentre assai più in là, presso la foce dell'Amur, si recheranno gli astronomi del grande Osservatorio di Pulkowa.

    Il prof. Porro, insieme col dott. Bonelli ed il signor Fano, sono arrivati o stanno per arrivare nel Vorangher Fjord, dove sperano di aver propizio il cielo.

    Colà si troveranno ancora il prof. Deslandres dell'Osservatorio di Parigi, con la sua spedizione, per la quale il Governo della Repubblica diede la somma di 30.000 lire, una spedizione inglese, una giapponese, una degli Stati Uniti, gli astronomi degli Osservatorii di Haward College a Cambridge nel Massachussetts, di Lik nella California, ecc.

    Ma insuperata per i mezzi eccezionali di cui dispone sarà la spedizione diretta dal professore David P. Todd di Amberst nel Massachussett.

    Non meno di 25 telescopi rifrattori o riflettori, muniti di camere fotografiche automatiche, atte a dare 400 o 500 immagini della corona solare durante il periodo della totalità dell'eclisse, saranno a disposizione del prof. Todd, della sua signora e della spedizione.

    Il gigantesco macchinario è partito sul Coronet il 5 dicembre da Brooklyn.

    Ed ora: cielo sereno agli astronomi!




1 [Redazione], "L'eclisse totale di Sole", Il Cittadino: giornale della domenica, 8, n. 32 (Cesena, 9/8/1896), p. 2 Link esterno Giornali storici cesenati. Sono stati corretti alcuni refusi, ma non quelli relativi alle località. L'autore di questa sintesi sembra assai versato nell'astronomia osservativa.

Commenti e informazioni pertinenti a questo articolo sono riportate della Vita di Porro.

2 F. Porro, "L'eclissi totale di Sole del 9 Agosto", Nuova Antologia, serie 4ª, 64 (Roma, 1896), n. 148 (1° agosto), p. 526.



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