Urania Ligustica

Delizie in villa

Paris Maria Salvago

Epistolario con Francesco Bianchini

Salvago a Bianchini – 20 Febbraio 1723 1

Delizie in villa


Indicatore di completezza



Ill.mo e Rever.mo Sig.re Sig.re e Prone Col.o

Ricevei l'ordinario passato la pregiatissima lettera di V.S. Ill.ma de' 6 corrente tutta piena d'obligantissime espressioni del suo buon cuore, con tutto quello di più, che ha stimato dovermi recare qualche piacere; onde non so più pensare al lungo silentio di molti mesi quando me lo vedo compensato sì largamente, e con tutte le finezze del suo amabilissimo genio verso di un suo vero servidore. Io so le grandi occupazioni di V.S. Ill.ma ma non per questo posso lasciare di bramare il favore di quando in quando della sua penna, con cui V.S. Ill.ma appaga sempre le mie dimande, e ci dà occasione di ammirare le sue osservazioni e tutto ciò, che di più curioso va spargendo nelle sue lettere.

Leggo nella suddetta che V.S. Ill.ma haveva osservato l'ecclisse horizontale nel modo, che le fu permesso dall'impedimento, che non le lasciò vedere la Luna, se non qualche minuto dopo l'occaso del Sole, ma che l'haveva concluso, come se havesse havuto tutta la libertà di vedere l'horizonte orientale nel momento, che il Sole toccava l'occidentale. Io n'hebbi una nota del Sig.r Manfredi, e la trasmisi a Parigi, sapendo quanto colà si fa stima delle sue osservazioni. Vedo di più ch'ella ne haveva fatte alcune intorno a' pianeti nella massima congiunzione e che le rimaneva da farne qualche altre, per perfettione delle medesime, e che haverebbe havuta la bontà di communicarmele; io le sto attendendo con impatienza, e le manderò al Sig.r Maraldi, il quale mi scrisse in una sua de' 18 Gennaio, che il Sig.r Giacomo era stato molestato da una terzana doppia continua, ma per Dio gratia, che si trovava all'hora libero dalla febre, e si andava rihavendo, ma lentamente per dolori di stomaco, che succedettero alla febre, e per il rigore della stagione, che correva colà, come qui in Italia, con freddi acutissimi e tempi per altro belli, e sereni. Aggionge in contracambio delle mie congratulationi dell'honore, che haveva havuto in Versailles, che S. Maestà haveva mandato a ciascheduno di loro una tabacchiera d'oro, con una lettera piena di bontà, scritta per ordine del Re da Monsig.r Vescovo di Frejus suo precettore, in cui mostra di gradire il zelo, che havevano per il di lui servitio, et in segno del gradimento che ne ha, manda loro un picciol regalo, riservandosi a fare cose maggiori quando sarà in istato; onde si può sperare, che quell'osservatorio sarà sempre più accreditato, e favorito da S. Maestà.

Godo di sentire che V.S. Ill.ma resti proveduta d'una casa tanto comoda per le osservationi co' stanzioline calde e coperte dall'aria; e non so se la machinetta per osservare le congiunzioni degli astri siasi resa di campo più spatioso con l'unione di due oculari, o pure in altro modo. Io ho un cannocchiale d'un palmo e mezzo, che portai di Francia, il campo del quale è capace di tre gradi.2

Mi pare strano ch'ella non havesse ricevuto ancora il libro del Sig.r Cassini della misura della Terra, mentre, se ben mi ricordo, glielo inviò qualche mesi sono con un corriere spedito da Monsig.r Nuntio. Io ne sto attendendo una copia trasmessa per me al Sig.r Manfredi; ma non so ancora che gli sia pervenuta. Insomma da tempo in qua sono assai irregolari le corrispondenze di Parigi.

Vedo che la sua opera d'Anastasio dovrà restar terminata, ed uscir alla luce dopo il mese di Giugno, e me ne rallegro con V.S. Ill.ma perché le mancherà quest'applicatione che bisogna l'habbia tenuta molto occupata; se ben mi ricordo, ve ne ha un'altra precedente nella stessa materia, e la pregherò a suo tempo di fare che il suo libraro me ne proveda una copia di ambedue, leggendo con gusto, e con profitto tutto ciò che esce dalla sua penna.3

Il Sig.r Abb. Barrabini, che la riverisce con tutto ossequio, rendendo a V.S. Ill.ma somme gratie per la memoria, che conserva ancora di un suo humilissimo servitore, havrà appoggiata a sé la cura del mio piccolo osservatorio, nel tempo delle mie occupationi a Palazzo; non è però, che qualche volta in sua compagnia non ne possa godere ancor io in Carbonara ne' tempi più dolci, a' quali andiamo incontro.

V.S. Ill.ma riceverà con la presente dal Sig.r Carlo Bernabò agente della nostra Republica una piccola scatola, con dentro l'obbiettivo di palmi 44 e mezzo di Genova, come vedrà più distintamente dall'ascritta di esso. Suppongo che V.S. Ill.ma lo riscontrerà allume, et anche con la sua machina, di cui le serva, che io me ne feci far una simile con le misure medesime onde sarà bene, che l'obbiettivo si conservi col suo girello di carta nello stesso diametro, in cui lo troveranno; acciò possa entrare nel maggior tubo, come fa hora. Sopratutto incarichi il buon Sacerdote Fiammingo a rilavorare la parte imperfetta con tutta esattezza, e che non sia in minor forma di 70 palmi romani, ma di maggior sfera, se ne havrà forma a proposito: mentre per conservarsi nella suddetta lunghezza di palmi 44 œ sarebbe necessaria una forma di palmi 88 che sono poco meno di 100 palmi romani. Circa la lente oculare potranno addattarvene una, o due, che conservando la chiarezza, e distintione, ingrandisca anche l'oggetto. Rimettendo il tutto all'intelligenza, et affetto di V.S. Ill.ma.

Al suddetto Sig.r Bernabò potrà significare quando potrà essere da V.S. Ill.ma per ricevere la scatoletta con l'obbiettivo, acciò possa ricapitarmelo con il corriere, sempre con commodo di V.S. Ill.ma e del suo optico; e se vorrà favorirmi delle sue osservationi potrà all'incontro inviarmele a drittura per la Posta di Genova, mentre per la medesima ho ricevuto prontamente la suddetta sua lettera; e rassegnandole la mia pronta osservanza le bacio per fine divotamente le mani.

Genova li 20 Febbraio 1723

Di V.S. Ill.ma e Rev.ma

Si compiacerà V.S. Ill.ma di significarmi la spesa che havrà fatto per suddetto lavoro, acciò possa soddisfare al mio debito, restando però aperto quello delle mie obligationi per il suo incommodo.

Dev.o et Hum.mo Ser.re Vero
Paris M.a Salvago





1 Lettera inedita autografa, qui trascritta integralmente per la prima volta. Le parole dalla trascrizione incerta sono in rosso; quelle non trascritte, perché non ancora comprese, sono individuate da [...].

Roma, Biblioteca Vallicelliana, Fondo Bianchini; si vedano le note all'inizio di Epistolario con Francesco Bianchini.

Ms. U. 18, carte 1623r/v e 1624r (numerazione moderna 250-251); agli angoli esterni i nn. 327-329. La grafia è uguale a quella della lettera XVII; ossequi e firma sono originali. Sulla prima pagina, in alto a sinistra, la ripetizione della data "1723. 20. Febb.o". La carta 1624v è bianca.

La lettera è stata catalogata in: E. Celani, "L'Epistolario di monsignor Francesco Bianchini, veronese. Memoria ed indici", Archivio Veneto, 36 (Venezia, Stabilimento Tipografico Fratelli Visentini, 1888), pp. 365-366 Link esterno Archive.

2 ... .

3 Si tratta del Liber pontificalis di cui Bianchini pubblicherà tre volumi... .



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