Urania Ligustica

Delizie in villa

Enrica Baiada

Le carte settecentesche dell'archivio... (1976-1977) 1

Delizie in villa


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Frontespizio


Corrispondenti del gruppo francese, e Salvago

PARIS MARIA SALVAGO, † 1724

Lettere del 1702-1724


Patrizio genovese, ha ricoperto varie cariche pubbliche.

Ha un osservatorio nella sua villa di Carbonara, e quando non può occuparsene lo affida agli abati Rava e Barabbino, il quale, fra l'altro, è l'unico che a Genova si occupi di "calcoli differenziali".

Maraldi (Horn dice: Cassini) ha tracciato una meridiana, a San Pier d'Arena.
Nella specola della Carbonara ha alcuni cannocchiali, due orologi ed un piccolo quadrante. In seguito compra un micrometro.
Il quadrante è stato costruito da Butterfield, è tutto di ottone, e pur non misurando più di un piede di raggio, sembra che sia un gioiello. Lo ha portato lui stesso dalla Francia, insieme agli orologi, nel 1679 [1676?].
Si interessa ripetutamente agli strumenti di Bologna, chiedendo sempre nuove spiegazioni, sui quadranti di Lusverg prima, sul semicircolo poi.
Per lungo tempo sembra indeciso se farsi fare un altro quadrante, senza risolversi.
Ne fa fare un altro per un suo amico, il cavaliere Ferrari [De Ferrari?], da Sante Mennini, orologiaio bolognese, seguendo i consigli che arrivavano per lettera da Maraldi.

Si occupa ripetutamente della diffusione delle effemeridi di Manfredi, spedendone copie in Francia e facendone vendere lui stesso.

Dal 1702 al 1724, anno della sua morte, è per Manfredi il tramite con la Francia: arrivano a lui, che le rispedisce a Bologna, notizie ed osservazioni di Maraldi e Cassini da Parigi, dall'Accademia di Montpellier, di Laval da Marsiglia.

Conosce anche Bianchini, e riferisce a Manfredi ciò che l'astronomo romano gli ha raccontato dei suoi viaggi in Francia, Inghilterra, Olanda e Germania. [<79-80>]

In cambio di tutte queste notizie usa Manfredi, e probabilmente anche Maraldi, come scuola per corrispondenza, per risolvere i suoi dubbi su come fare le osservazioni od i calcoli, per avere notizie su come sono costruiti e si adoperano gli strumenti
Da alcuni cenni sembra che anche Salvago ritenesse Cassini piuttosto avaro di simili informazioni; ma d'altra parte deve insistere parecchio anche con Manfredi per avere tutte le informazioni che chiede sul semicircolo.

L'archivio di Salvago, contenente le risposte di Manfredi, che dovevano essere circa trecento,2 di Maraldi, forse di G D. Cassini, di Laval, doveva essere una miniera di informazioni preziose.
Nel 1925 Horn ha fatto dei tentativi per ritrovarlo: una lettera mandatagli dal marchese Salvago Raggi spiega le vicende della villa della Carbonara, con la sua biblioteca e gli archivi; verso la metà del 1800 la biblioteca è stata venduta ad un signore dal nome illeggibile, ma di cui lo stesso Salvago Raggi non aveva potuto trovare alcuna notizia.3
La villa, invece, con una parte dei libri, e forse anche parte dell'archivio, è poi stata venduta anch'essa, alla fine dell'Ottocento, al senatore Piaggio.




1 E. Baiada, Le carte settecentesche dell'archivio dell'Istituto di Astronomia dell'Università di Bologna, tesi di laurea, relatore A. Braccesi (Università di Bologna, anno accademico 1976-77), pp. 79-80. Sono stati corretti alcuni refusi banali, favoriti dal fatto che la tesi è stata dattiloscritta.

2 Desimoni (1875-1876) cita 92 lettere!

3 La vicenda dell'archivio, della biblioteca e degli strumenti è stata in realtà ben diversa: cfr. Desimoni (1875-1876), Boldorini (1986) e, in ultima analisi, R. Balestrieri, "L'ambiente di Paris Maria Salvago (1643-1724)", SISFA. Società Italiana degli Storici della Fisica e dell'Astronomia. Atti del XXX Congresso Nazionale. Urbino 2010 (Urbino, Argalìa Editore, 2012), a cura di R. Mantovani, pp. 109-117 – estratto dagli atti editi File PDF.



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