Urania Ligustica

Delizie in villa

Ugo Baldini

Due raccolte romane di lettere di Eustachio Manfredi (1984)

Delizie in villa


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Nell'arco temporale del carteggio [tra Manfredi e Bianchini] si coglie infatti non solo l'articolarsi della carriera di Manfredi e il dipanarsi quasi quotidiano del suo lavoro osservativo, ma anche il costituirsi e estendersi delle sue relazioni scientifiche, i cui punti nodali appaiono essere a Roma il Bianchini, a Genova il marchese Paris Maria Salvago con i suoi collaboratori 7, a Marsiglia e nella Francia meridionale la rete degli osservatori gesuitici, con una personalità di spicco come quella del P. Antoine Laval 8, a Parigi gli astronomi dell'Osservatorio, con i Cassini e Maraldi, e l'Académie des Sciences, e infine nell'area tedesca i gesuiti del collegio di Ingolstadt, sede d'una valida tradizione astronomica fino dalla presenza di Christoph Scheiner nel primo Seicento 9. La struttura delle relazioni [<531-532>] astronomiche di Bianchini, invece, differisce non solo per collocazione geografica, ma anche in parte per tipologia ambientale, ciò che non sempre si può riferire alla diversa età dei due uomini o al gioco casuale delle conoscenze: così, se il nesso genovese con Salvago è comune, e così quello con l'ambiente parigino, in Bianchini si aggiungono le note relazioni con la Royal Society e gli astronomi di Greenwich, consolidate durante il viaggio in Inghilterra, ma anche altre con l'area iberica, del tutto assenti in Manfredi e riferibili al ruolo non ufficiale, ma reale, di consulente astronomico dei Pontefici che rese il monsignore veronese punto di riferimento di notizie e dibattiti per l'intera cattolicità europea.


7 Del Salvago, che è l'unica figura scientifica d'un qualche rilievo nella Genova degli anni tra '600 e '700, le carte Bianchini [nella Biblioteca Vallicelliana di Roma = BVR] conservano 26 lettere, dal 1703 al 1723 (ms. U. 18, cc. 1579r-1635r); le sue lettere a Manfredi, come già detto [vedi sotto], si conservano nell'archivio antico dell'osservatorio di Bologna. Da certe espressioni di Manfredi a Bianchini si ricava che Salvago, data la collocazione geografica di Genova, agì da tramite tra i nuclei astronomici italiani e gli astronomi gesuiti operanti nella Francia meridionale.

[Nota 1 a p. 529] [...] le numerose lettere di contenuto astronomico dirette a Manfredi da circa trenta corrispondenti (tra i quali Guglielmini, F. Bianchini, Poleni, C. Galiani, P. M. Salvago, E. Souciet), conservate presso l'archivio antico dell'osservatorio di Bologna [...].

8 Sul Laval si veda C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, IV, Bruxelles-Paris, 1893, coll. 1570-1575. Oltre a varie osservazioni, il Laval tramite Salvago fece avere a Manfredi, perché a sua volta l'inoltrasse a Bianchini, uno scritto di Riflessioni sopra il sistema del Cavaliere Newton (lettera di Manfredi al Bianchini del 3 novembre 1723, in BVR Carte Bianchini, ms. U 17, c. 1046 r-v), che è quasi certamente quello da lui stampato alcuni anni dopo (Voyage de la Louisiane fait par ordre du Roi... L'on y a joint... des reflexions sur quelques points du système de M. Newton..., A Paris, 1728). Sebbene Bianchini ricevesse lo scritto (nel suo carteggio si trovano undici lettere di Laval, tra cui quella che accompagnava le Riflessioni), esso non è menzionato nell'indice dei suoi manoscritti nella BVR.

9 Il corrispondente di Manfredi da Ingolstadt per l'astronomia era il gesuita trentino Nicasio Grammatici o Grammatico (1701-1736), scienziato promettente morto molto prematuramente, che in quel collegio insegnò matematica e lingua ebraica dal 1722 al 1726 (Sommervogel, Bibliothèque, cit., III, Bruxelles-Paris, 1892, coll. 1663-4).1




28 [...] il complesso delle lettere mostra chiaramente, accanto alla rete distributiva ordinaria costituita dai librai, l'esistenza d'un circuito tra gli stessi ricercatori, che si procuravano libri l'uno per l'altro, spesso dall'estero. Bianchini e Manfredi risultano in genere edotti tempestivamente delle novità estere più significative, così come appare stabile e discretamente ampia la circolazione di periodici come il «Journal des Savants», le «Transactions» londinesi e gli «Acta eruditorum». Nell'informare Bianchini sui propri tentativi, svolti in varie località, di fare stampare anonima e priva di imprimatur la risposta all'uranofilo (Quarteroni), Manfredi gli diceva d'aver consultato Muratori a Modena, A. Zeno a Venezia, Salvago a Genova e alcuni altri, fornendo qualche dettaglio sulla prassi di simili operazioni (19-12-1703, BVR, ms. U 17, cc. 927r-928r) [...].2




1 U. Baldini, "Due raccolte romane di lettere di Eustachio Manfredi", in Scienze e letteratura nella cultura italiana del Settecento, a cura di R. Cremante e W. Tega (Bologna, Il Mulino, 1984), pp. 529, 531-532.

2 Ibidem, p. 540.



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