Urania Ligustica

Delizie in villa

Alberto Boldorini

Sic itur ad astra o della cometa di Halley (1986) 1

Delizie in villa


Indicatore di completezza


Frontespizio


1. Mi avventuro, incautamente lo so, extra moenia, addirittura tra le stelle, nel regno di Urania. Ma lo faccio da curieux, con l'ingenuo sincero entusiasmo dell'amatore al quale, appunto perché tale, si può perdonare molto.

Sic itur ad astra, cioè... a naso!

È quanto trovo illustrato dall'arguta «divisa» di una vecchia stampa che fascia impropriamente un voluminoso inedito carteggio scientifico del Sei-settecento: un maschio naso si protende impertinente e luminoso all'interno di una costellazione di sette astri ancora avvolti dalle tenebre, mentre un cartiglio, con l'iscrizione suddetta, completa ed ulteriormente esplicita il già sufficientemente chiaro significato del tutto: per le vie del cielo si va a naso...2

Il voluminoso carteggio è fatto di centinaia di fogli e di fascicoli, manoscritti per lo più ma anche talvolta a stampa, con lettere e relazioni di esperimenti e di osservazioni scientifiche, con descrizioni e disegni di macchine parallattiche e di strumenti ottici ed acustici, con tavole astronomiche e «figure celesti» od oroscopi, con relazioni e schizzi in nero e a colori di eclissi e di congiunzioni, di macchie solari e di satelliti, di aurore boreali e di anelli, con statuti di accademie ed inventari di osservatorî, di biblioteche e di «studi», con trattatelli di ottica e di astronomia, di geometria e di trigonometria, di acustica, di entomologia, di meccanica, ... Il tutto di mano di philosophes noti e meno noti, da Gian Domenico e Giacomo Cassini, padre e figlio, a Giacomo Filippo Maraldi anch'egli [<659-660>] perinaldese, da Eustachio Manfedi a mons. Bianchini, dal p. Laval al p. Fontana, da J. J. Scheuchzer al de L'Isle a La Hire, da Ferdinando Luigi Marsili al forse non del tutto meritatamente ignorato abate Francesco Barabini, ...; con riferimenti a Newton e a Halley, a Bas e a Butterfield, a Luigi XIV e al Colbert, all'Elettore di Sassonia e a Pietro il Grande, a nobili a regine e a popolani dilettanti o amateurs, ..., al Campani e al Salvetti, ...; con informazioni e notizie letterarie ed artistiche, oltre che scientifiche, e finanziarie ed ecclesistiche, dalle ultime edizioni dei classici all'inflazione, al gallicanesimo e al conciliarismo, ...; con pettegolezzi sul Law e i suoi metodi per rimpinguare le casse esauste dello Stato e sulle disavventure dell'onnipotente Colbert che svende per 500.000 franchi la villa che gliene aveva richiesti 5.000.000 solo in ornati e in restauri, sui parti letterari e non di Madame d'Acier, sulla Compagnia delle Indie e del Mississippi e sugli illusi azionisti, sulle invenzioni del tempera-penne e dei guanti in tela-ragno, ...; da Parigi e da Londra, da Pietroburgo e da Danzica, da Lione e da Montpellier, da Roma e da Bologna, da Parma, da Firenze, da Milano, ... Il tutto ancora inedito, come ho detto, e finora solo segnalato in una breve nota in una pubblicazione di storia locale ligure alla fine dell'Ottocento. Creduto a lungo disperso o distrutto durante i bombardamenti alleati su Genova nell'ultima guerra mondiale, il carteggio scientifico è stato recentemente ritrovato nella biblioteca avita dei discendenti di un curieux genovese del Seicento, Paris Maria Salvago, diplomatico, finanziere e mecenate.3

[...]

3. Nel 1987 ricorre il 275° anniversario della morte di Gian Domenico Cassini, ligure di Perinaldo, fondatore nel 1668 dell'osservatorio astronomico di Parigi,4 più noto all'estero che in patria: notus orbi, vix notus urbi. In Francia, i suoi discendenti Giacomo, Cesare Francesco e Giacomo Domenico costituirono una vera dinastia scientifica e tennero la direzione dell'osservatorio fino al 1837. I Francesi, che annunciano per l'anno [<671-672>] prossimo celebrazioni sensazionali, da sempre ne hanno volentieri riconosciuto i meriti: già de Brosses, criticando l'indifferenza dei Bolognesi, esaltava la meridiana di San Petronio la quale, «finché esisterà, servirà di misura agli astronomi futuri per calcolare l'obliquità dell'eclittica»; e Voltaire, come ho appena detto, ricordando la meridiana di Parigi iniziata nel 1669 dal Cassini, da lui terminata verso il Roussillon nel 1700 e continuata verso Dunkerque alcuni anni dopo dal Maraldi, la definiva le plus beau monument de l'astronomie, che suffit pour éterniser ce siècle. In Italia, a Perinaldo, da tempo si è costituito un qualificato Comitato per le celebrazioni anniversarie, ricco di personalità regionali e nazionali; ne è animatore l'appassionato e competente Amico prof. Maurizio Passerone.

Rimando all'anno prossimo, e ad altra sede, un eventuale maggior contributo alle celebrazioni cassiniane, nell'utilizzo del carteggio inedito.5 Ora mi limito a far conoscere alcuni studi cometari di Gian Domenico Cassini e di alcuni suoi collaboratori ed amateurs, condotti poco prima, durante e subito dopo le scoperte di Halley, inediti almeno per quanto riguarda la fonte.

Il carteggio inedito, internazionale per l'origine e le residenze dei corrispondenti e universale per l'ampiezza del suo contenuto, è «genovese» non solo per la sua sede attuale ma anche per il suo principale artefice, Paris Maria Salvago. Rappresentante della Repubblica in Francia all'inizio della seconda metà del sec. XVII, governatore di Savona nel 1680, il Salvago si ritrovò a Parigi nel 1685, al seguito di G. F. Imperiale Lercari nella visita «riparatrice» dopo il bombardamento di Genova del 1684 e fu testimone della fiera ponderata risposta del doge, «mi chi» (io qui), alla domanda boriosa del Re Sole sulle cose più stupefacenti di Parigi.6 I soggiorni francesi dovettero acuire gli interessi scientifici del Salvago e facilitargli i contatti con gli scienziati dell'Accademia, che divennero suoi amici, oltre che maestri, e, in più di una occasione, agirono anche da suoi procuratori finanziari.

Coi consigli e l'assistenza scientifica e tecnica del Cassini, del Maraldi e di altri scienziati italiani e stranieri, Paris Maria Salvago costituì a Genova una specie di accademia delle scienze, allestì e attrezzò, controllandone ogni giorno l'attività, diversi osservatorî astronomici, in città e sulle alture circostanti, raccolse materiale scientifico d'ogni genere in parte minima ancora oggi superstite (quadranti, planisferi, erbari, ...), «allevò» [<672-673>] numerosi giovani studiosi prevalentemente ecclesiastici, fondò una biblioteca, ... Emulò o, almeno, fu della stoffa di ... Pietro il Grande e di Giovanni Sobieski che acquistarono gli «studi» di Federico Ruysch, quello leopardiano delle «mummie», e più verosimilmente di Ferdinando Luigi Marsili che comperò da Marie Sybille de Mérian la famosa raccolta di insetti di Surinam per arricchirne il suo «istituto» bolognese, ritenuto da Charles de Brosses «la cosa più interessante d'Europa».

Ho già ricordato i nomi degli scienziati e degli amateurs che compaiono nel carteggio: aggiungo solo un breve profilo dell'abate Francesco Barabini, il più dotato dei collaboratori genovesi del Salvago, direttore dell'osservatorio astronomico di Genova-Carbonara.7 D'ingegno acuto e versatile, spiritoso e polemico, è un degno sacerdote: per nulla al mondo avrebbe rimandato la recita del breviario o la celebrazione della Messa, nemmeno per osservare i pianeti di Giove... È dotto di latino e di greco, cita Cicerone, Senofonte, Virgilio, Orazio e Ovidio: conosce la patristica, la filosofia e la teologia; cartesiano convinto e «galileiano» competente confuta l'aristotelico p. Rapin in alcuni suoi «Paralleli» o Comparaisons; studia Dante, Petrarca e Boccaccio, ma non avrebbe messo nelle mani di tutti il Decamerone: «... non è libro da donne!». Il Cassini, il Maraldi e il Bianchini, a più riprese, lodano il suo lavoro astronomico, le sue osservazioni dei fenomeni celesti.

Nel carteggio, come ho già in parte ricordato, i vari corrispondenti trattano i più disparati argomenti scientifici, dalle aurore boreali agli eclissi e alle congiunzioni di stelle e di pianeti, dalla costruzione di macchine parallattiche all'uso dei cannocchiali di varia lunghezza e alla fabbrica dei vetri, ...; insegnano a tracciare meridiane (una anche a Sampierdarena) 8 e a seguire l'andamento delle macchie solari, ...; studiano Saturno, Venere, Mercurio, Marte, ...; si comunicano, controllano e correggono le previsioni di Halley sui passaggi di Mercurio e di Venere nel sole (catalogus coniunctionum visibilium Mercurii, Veneris per Solem...) rispettivamente dal 1600 al 1800 e dal 900 al 2000, ...

Le osservazioni e gli insegnamenti cometarî contenuti nel carteggio formerebbero una discreta antologia sull'argomento; finora ne ho rintraccciati una ventina. In particolare, tre sono del Cassini (anni 1670 circa, 1680-81, 1682), cinque sono del Maraldi (anni 1706, 1707, 1708, 1719, 1723), tre del Manfredi (anni 1707, 1723, 1724), uno del Marsili (anno 1707) e uno del «solitamente bizzarro» gesuita padre Laval (anno 1723). [<673-674>]

Riporto per esteso due osservazioni cometarie del Cassini, dopo aver riassunto un suo trattatello su come osservare le comete, e trascrivo un brano di una lettera del Maraldi, relativo alle scoperte cometarie «dello zio di f.m.», cioè di Gian Domenico Cassini, del 1719. Si tratta di un materiale inedito del tutto o quasi, sufficiente a descriverci l'atteggiamento cometario di un ambiente molto ampio e significativo, all'epoca delle scoperte di Halley.

Lo pubblico non per negare l'esistenza della superstizione e dell'ignoranza presso il solito «popolino» e, se si vuole, i soliti indeterminati «non pochi teologi»; ma per limitarne correttamente la significanza culturale, amplificata ad arte, secondo me, fino al punto da farne la caratteristica di un'epoca; e per riaffermare, documenti alla mano, l'ineludibile esistenza, se si vuole fare storia e cultura, di ambienti diversi, vasti, e rappresentativi, formati da scienziati e da gente comune, da competenti e no, da laici e da ecclesiastici, tutti nient'affatto superstiziosi e/o ignoranti, anzi esplicitamente credenti e professanti.9

4. Intorno al 1670-1680 anche a Genova c'è un grande interesse per le comete. Il Salvago, per mezzo delle sue conoscenze e delle sue amicizie parigine, diffonde ampiamente una corretta ed aggiornata informazione scientifica sui vari problemi cometologici: la natura, meteorologica o celeste, delle comete, la loro altezza, il loro corso, il luogo celeste e l'eventuale periodo di esse. È quanto risulta da una lettura attenta del carteggio inedito. Innanzi tutto, ho trovato un trattatello manoscritto, mutilo e senza data, ma certamente del Cassini per l'inconfondibile grafia e del periodo 1670-1680, dal titolo Avvertimenti sopra le osservazioni celesti. In esso, il direttore dell'osservatorio astronomico reale di Parigi spiega i vari metodi in uso per determinare l'altezza, il luogo della cometa e la trascrizione di esso sul «globo»: si può procedere col quadrante, in rapporto a stelle fisse, «per due osservatori, come si costuma più ordinariamente, o per uno solo»; oppure «in maniera più facile..., alla vista o per mezo d'un filo teso per un arco, osservando due linee dritte che passino per la cometa e per due stelle fisse note; e in questa maniera il luogo de la cometa si può traspassar sul globo per mezo di due fili, tirati per le medesime stelle, mettendo la cometa a l'intersettione. Le medesime [<674-675>] osservationi ponno determinare il sito della cometa senza globo per mezo del calcolo: che però è troppo difficile e lungo».

Qualche anno dopo gli Avvertimenti, in data Paris, 9 jan. 1680 (da leggersi 1681?), il Cassini invia al Salvago la prima, manoscritta, delle due sue osservazioni cometarie in mio possesso:

La Comete, qui paroit presentement, passe par les mesmes constellations que celle de l'annee 1577, c'est a dire par la constellation d'Antinous du Petit Cheval et de Pegase, ayant coupe l'ecliptique en 21 degres de Sagittaire et de l'Equinoctial en 300 degres de distance da (sic) l'intersection du printemps, precisement comme celle du 1577, selon les observations de Ticho; et il ne s'en faut qu'elle ne passe pre[se]ntement par le mesmes estoilles fixes que ce qu'elles (per: parcequ'elles?) ont avvance depuis vers l'orient par l'anticipation des Equinoxes. Je predis au Roy et a toute la cour qu'elle devoit faire ce mesme cours inmediatement apres la premiere observation que fis de la teste, qui ne parut a Paris que le 27 de Decembre, apres avoir vu la queue sortir des nuages le 22 et le 26. M'estant fonde sur l'Hypothese que les Cometes soient de corps aussi antiens que le monde, qui ont de mouvements reglez par des cercles fort excentriques a la Terre, par les quels ils peuvent returner plusieurs fois les mesmes quoique on le suppose divers. Elle est presentement a la poitrine du Pegase, et continue son mouvement par une vitesse de 4 degrez et demy par jour. Quelque diligence que j'ay fait iusqu'a present pour determiner sa parallaxe, je ne l'ay pas encore trouve (?) sensible et dejia je suis persuade qu'elle est beaucoup plus elugnee (?) que la lune.

Sa teste, a la simple vu, n'excede pas les etoilles de troisieme grandeur et, vue par la lunette, elle semble un peu moindre que le corps de Saturne, et se voit encuronnee d'une nebulosite, que se tournant a l'opposite du soleil forme la queue. Cett'opposition au soleil pourtant n'est pas (segue pas ripetuto e depennato) precise, mais elle decline un peu vers l'occident. Sa longeur a este de 62 degrez et presentement elle semble un peu diminuee; elle ne s'estend pas precisement en ligne droite, mais elle est un peu courbe, sa convexite tournant du coste du medy; elle est pourtant (segue plus drite depennato) moins curbe (segue a depennato) presentement que dans le premiere jours de son apparition. Nous continuerons a l'observer, car apparemment elle se fera voir ancore longtemps.

Je la suppose diverse de celle qui parut le mois passe le matin, avvant le lever du Soleil, parcequ'elle tient une route fort different et la vitesse qu'elle eut ne s'acorde pas a l'endroit ou celle c'est arrivee. Je continuerais, monsieur, a vous communiquer le resultat de mes observations pour repondre a l'honneur que [<675-676>]

(foto n. 1) [A p. 676 è riprodotta la prima facciata della lettera]

[<676-677>] vous me faites de temoigner qu'il vous sera agreable et de me (segue me ripetuto) communiquer vous belles et importantes remarques.

Je suis avec tres humble respect, monsieur, votre tres humble et tres obeissant serviteur, Cassini (foto n. 1).

Come si vede, in questa lettera dal contenuto almeno in parte noto (A. De Ferrari),10 il Cassini (che, con tutta probabilità, distrattamente usa ancora la data «1680» per i primi giorni di gennaio 1681) non solo annuncia chiaramente la sua ipotesi del ritorno delle comete (cfr. Istoria dell'Accademia Reale delle Scienze dell'anno M.DC.XCIX, Napoli, 1739, pagg. 58 e ss., 85 e ss.), che evidentemente ritiene condivisa anche dal suo destinatario Paris Maria Salvago e dall'ambiente genovese, ma si attiene scrupolosamente solo agli aspetti scientifici del fenomeno, e non fa nessun accenno ai sentimenti del «popolino», ininfluenti culturalmente. A differenza del Bayle, che scrive le sue Pensées diverses ... sotto la spinta di plusieurs personnes allarmées, e di Voltaire, che parla di crainte populaire, contro la quale on osait à peine combattre (Le siècle, cit., pag. 249).11

La seconda osservazione cometaria del Cassini, che riproduco qui di seguito, è a stampa (Chez Sebastien Mabre-Cramoisy, M.DC.LXXXII.), e si riferisce alla cometa del 1682, poi detta «di Halley».

PREMIERES OBSERVATIONS
DE LA COMETE DE CE MOIS D'AOUST
M.DC.LXXXII.

     Au Roy.
     Sire,
     dans les réjoûïssances universelles pour la naissance d'un Prince, qui descendant de Votre Majesté promet devoir estre les délices du genre humain, il semble que le Ciel concoure avec la Terre à donner aux yeux de tout le monde les plus rares et les plus admirables spectacles.

     Aprés la lumiere extraordinaire qu'une Etoille volante plus grande et plus éclatante que les autres fit paroistre sur l'Horizon de Paris et de Versailles la nuit avant cette Auguste Naissance; voicy presentement une nouvelle Etoille dans le parallele mesme qui rase l'Horizon de Paris, où elle vient paroistre la nuit parmi les feux de la joye publique, et retourne le jour vers le plus haut du Ciel à six ou sept degrez de distance au Zenith.

     Pour se distinguer des Cometes précedentes, qui, comme il a esté montré dans le Traité de la derniere, ont la pluspart tenu[<677-678>]

(foto n. 2) [A p. 678 è riprodotto il frontespizio dell'opera a stampa]

[<678-679>] une mesme route; celle-cy en a pris une particuliere, quoy-qu'elle ait commencé de se rendre visible assez prés de l'endroit où la derniere cessa de paroistre, n'y ayant entre ces deux termes que la constellation d'Auriga. De là elle continue presentement son cours entre la grande Ourse et le Lion, qui est le Signe où le Soleil s'est joint le mesme mois aux Planetes superieures, et où elles doivent faire cette année leur grande conjonction.

     Sa teste dans laquelle consiste l'Etoille qui est l'origine de la chevelûre, n'est pas si pasle que celle de la précedente: mais elle est d'une couleur plus approchant de celle de Jupiter, de figure assez ronde et mieux terminée; et estant veûë par la lunette, elle surpasse les Etoiles de la premiere grandeur, quoy-qu'à la veûë simple elle semble plustost égaler celles de la (segue la ripetuto) seconde.

     Sa queuë vers les crepuscules, et en presence de la Lune, est courte et peu apparente; mais dans la nuit obscure elle est plus visible, et s'étend à la douzième partie de toute la circonference du Ciel, un peu recourbée en arc vers le Septentrion.

     Elle a un mouvement propre parmi les Etoilles fixes de cinq à six degrez par jour, un peu plus viste que celuy de la derniere Comete, lors qu'elle estoit dans sa plus grande vistesse, et jusqu'à present elle semble l'accelerer et augmenter en grandeur apparente, qui est une marque qu'elle peut durer encore visible pendant quelque temps. Mais comme ce mouvement est selon la suite des Signes d'Occident à l'Orient declinant presentement du Septenrion [sic] avec une vistesse beaucoup plus grande que celle du Soleil; doresnavant elle se couchera avant la minuit, et paroistra seulement sur l'Horizon le matin et le soir, pour entrer ensuite dans les rayons du Soleil, d'où elle ne sortira que pour aller à la partie meridionale du Ciel.

     Il n'y a pas long-temps qu'elle s'est fait remarquer: car le 18. et le 19. d'Aoust nous avons fait diverses Observations à l'endroit mesme du Ciel où elle devoit estre alors selon le cours qu'elle a presentement, sans y avoir aperceû aucun objet extraordinaire.

     Les nuits suivantes jusqu'au 24. le Ciel fut couvert à Paris; mais ayant esté serein à Orleans la nuit du 23. elle y fut apperceûë par des Peres Jesuites au dessus de la teste des Gemeaux.

     Nous avons ensuite observé toutes les fois que le Ciel a esté découvert, et particulierment le 25. 27. 28. et 29. de ce mois, pendant lesquels elle a passé des Gemeaux au Lion, et nous avons déterminé non seulement son lieu apparent de jour en jour, mais aussi fait quelque essay pour examiner sa parallaxe, que nous ne voyons pas encore estre sensible: c'est pourquoy nous ne doutons pas que ce Phenomene ne soit celeste.

     Nous en donnerons les Observations dessinées dans le mesme Planisphere, dans lequel a esté marqué le cours des deux précedents, et nous les expliquerons dans un Traité qui demande [<679-680>] une plus longue application. Ce premier crayon servira pour montrer à Vostre Majesté mon obéïssance, en luy presentant, selon le commandement dont il luy a plû de m'honorer, ce qu'on découvre de plus rare et de plus remarquable à son Observatoire Royal (foto n. 2).

Halley si trovava a Parigi durante la comparsa della cometa; la vide e probabilmente ne conobbe la relazione prontamente pubblicata dal Cassini; questa relazione, comunque, fu da lui tenuta presente, insieme ad altre 23, per la composizione della Astronomiae cometicae synopsis e il computo del periodo della «sua» cometa, nel 1705.

Anche in questa sua relazione cometaria il Cassini non accenna affatto ad atteggiamenti superstiziosi del «popolino». Anzi: sottolinea che la cometa non turbò la joye publique per la nascita del Delfino, che continuò a manifestarsi con luminarie e falò, feux, dopo aver colto in essa un altro motivo di buon auspicio, oltre quello di una eccezionale Etoille volante. Non so se in questo il direttore dell'osservatorio astronomico si comporti da «cortigiano», per far piacere a Luigi XIV, e da «accademico», ricordandosi delle due enormi comete che accompagnarono la nascita di Mitridate, oppure anche da «polemista» indiretto, allineandosi col Bayle che nello stesso 1682 combatte la superstizione del cattivo presagio cometario sostenendo, con rigore logico, que si les Cometes avoient la vertu de produire quelque chose sur la terre, ce pourrois être tout aussi bien du bonheur que de malheur.

5. Fino alla conclusione del secolo XVII il Cassini continuò ad ipotizzare il probabile ritorno periodico delle stesse comete, ma non volle mai pronunciarsi dettagliatamente in proposito, per la mancanza di un numero sufficiente di osservazioni. Egli però diede i criteri per identificare la stessa cometa in passaggi successivi: dal momento che «giammai ritroverassi, che due differenti Pianeti abbiano insieme li medesimi nodi, le stesse inclinazioni delle loro Orbite all'Eclittica e la stessa velocità apparente né loro perigei» ... «Quando dunque noi osserviamo, che una Cometa ha insieme l'istessi nodi, le medesime inclinazioni all'Eclittica, et uguali gradi di velocità apparente, divisati in un'altra, che prima è comparsa, con ragionevole grave fondamento possiamo giudicare dall'Analogia co' Pianeti, che possa essere l'istessa Cometa» (Istoria dell'Accademia cit., pag. 64).12 [<680-681>]

Edmund Halley pubblicò la sua opera, «che per così dire segnò la nascita della moderna astronomia cometaria» (L. Geymonat), nel 1705: e subito ottenne un certo credito. Mentre, in Francia e in Italia, scienziati ed amateurs proseguivano prudentemente sulla strada segnata dal Cassini e si limitavano ancora a raccogliere osservazioni, altrove si moltiplicavano previsioni di ritorni cometari anche vicini.

Ma non poche volte si andava... a naso.

Nel 1719 si era diffusa a Parigi, e conseguentemente a Genova nel circolo del Salvago, (rimbalzata da Londra?), la previsione del prossimo ritorno di una cometa. Risultò una previsione falsa. Ecco come ne parla il Maraldi, invero poco tenero con gli Inglesi, scrivendo al Salvago:

Questa predizione ha fatto un gran rumore in questo paese, e tutti stavano attenti per osservarla; ancor noi l'abbiamo cercata, benché con poca e piuttosto niuna speranza di ritrovarla; et le ricerche sono state infruttuose. Le osservationi e cognitioni che abbiamo fino adesso in questa parte d'astronomia non sono sufficienti, secondo il mio parere, a conoscere il tempo del ritorno di tali fenomeni. Il sig. Cassini mio zio, di f.m., provò bensì che la cometa del 1680 è la medesima che quella che fu osservata da Tychone nel 1577, come anche di qualche altra che è comparsa dopo, ma non ha parlato niente del tempo del suo ritorno, sapendo benissimo quante difficultà vi s'incontrano, e che è impossibile il superarle, attese le poche osservationi che abbiamo delle comete, i moti delle quali non sono stati osservati che da Tychone in qua con qualche attentione, essendo state trascurate per l'avanti come di phenomeni meteorlogici (sic) e di poco conto. Non è stato così delle macchie del sole...13

Il Cassini era già morto da qualche anno, nel 1712.

Il Maraldi, scrivendo a Genova, ne aveva narrato il sereno tramonto e ne aveva ricordato, insieme ai meriti scientifici e alle profonde doti umane, la ferma fede e la paziente sopportazione cristiana della cecità: pur cieco, Gian Domenico Cassini aveva continuato a recitare quotidianamente, facendosi aiutare da un familiare, l'Officium parvum Beatae Mariae Virginis, dimostrando così di saper andare per le vie dello spirito non meno luminosamente che in quelle del cielo.




1 A. Boldorini, "Sic itur ad astra o della cometa di Halley", Renovatio, 21 (1986), n. 4, pp. 659-681. È stato trascritto solo quanto dedicato al carteggio Salvago: la parte omessa, alle pp. 660-671, è evidenziata tramite punti di sospensione fra parentesi quadre, [...]; si sottolinea che i numerosi altri punti di sospensione sono nel testo originale.

L'articolo satireggia chi procede a naso per le strade celesti, traendo spunto dalla "vecchia stampa che fascia impropriamente" il carteggio: "un maschio naso si protende impertinente e luminoso all'interno di una costellazione di sette astri ancora avvolti nelle tenebre", con l'iscrizione di cui al titolo in un cartiglio. L'articolo, infatti, è stato un'occasione per mons. Boldorini (1929-2010), già teologo del cardinale Giuseppe Siri (1906-1989), arcivescovo di Genova, per attaccare Ludovico Geymonat (1908-1991) e, su una questione di minor peso, Paolo Maffei (1926-2009). Che l'autore abbia ritenuto la teologia una scienza superiore alla filosofia e all'astronomia è comprensibile, ma la scarsa importanza assegnata alle scienze esatte ha, purtroppo, contribuito a mantenere ancora in ombra il carteggio Salvago.

2 Lo stesso motto campeggia nella medaglia per la fondazione dell'Osservatorio di Parigi, ma si confronti la riproduzione a stampa con quanto coniato nel 1667. La stampa è tratta da: A. Guadagnoli, Il naso (prima edizione: Pisa, Didot, 1822); poiché le poesie di Antonio Guadagnoli hanno uno spiccato carattere satirico, la collocazione della stampa in cima al carteggio rivela la scarsa importanza assegnata ad esso nell'Ottocento: il che giustifica anche la dispersione di cui vi è traccia.

3 Si noti che Boldorini omette il nome dei proprietari del carteggio, Pinelli Gentile, e non cita esplicitamente Desimoni (1875-76), il cui articolo è ben più lungo e rilevante di quanto si possa presumere in questo contesto.

4 Sulla fondazione e la gestione iniziale dell'Observatoire si confronti, ad esempio: R. Barthalot, "The Story of Paris Observatory", Sky & Telescope, 59 (1980), n. 2, pp. 100-107. "When Cassini arrived in Paris in 1669, the observatory had been built as far as the second floor", p. 100. "The first official director was César François Cassini III de Thury (1714-84), appointed by King Louis XV in 1771", p. 102.

5 L'auspicabile contributo non è poi apparso.

6 La domanda è stata in realtà fatta da Seignelay e si riferiva alle meraviglie di Versailles, che non dovevano stupire granché chi era magnifico da generazioni; Spinola (1877), nota 5 alle pp. 132-133.

7 Salvago ha allestito dapprima un osservatorio nel suo palazzo di villa in Carbonara, sulle alture del centro di Genova; quando ne ha poi realizzato un secondo a Sampierdarena, ha lasciato la gestione di quello di Carbonara a Barabbino. Le due specole avevano dotazioni strumentali indipendenti e vi si osservavano spesso gli stessi fenomeni, in modo da migliorare la precisione dei dati o evitare che nuvole vaganti interferissero con l'osservazione di eventi rari.

8 Vale a dire nell'altro palazzo di villa di Salvago. Una meridiana a camera oscura, anche piccola, era indispensabile per regolare gli orologi utilizzati nelle osservazioni astronomiche.

9 Boldorini richiama alcuni concetti espressi alle pp. 660-671, qui omesse perché non strettamente attinenti al carteggio Salvago.

10 A. De Ferrari, "Cassini, Giovan Domenico", Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 21 (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1978), pp. 485-486.

11 Lo iato che separava le persone più colte dal "popolino" era molto largo: quanto meno, Bayle e gli Illuministi hanno tentato di ridurlo. È indubbio che l'Observatoire fosse una turris eburnea (e forse in qualche misura lo è tuttora): ciò è positivo per una persona di destra, ma negativo per una persona di sinistra; cfr. N. Bobbio, Destra e sinistra. Ragioni e significati di una distinzione politica (Roma, Donzelli, 1994).

12 Cassini sottostimava il numero delle comete, superiore per vari ordini di grandezza a quello dei pianeti e l'estrema eccentricità della maggior parte delle loro orbite. In pratica, il numero è così elevato che possono aversi più comete, del tutto indipendenti fra loro, con le caratteristiche sottolineate da Cassini, all'interno dell'incertezza delle osservazioni di posizione. Un altro errore di Cassini è ben più sottile. Grazie alla teoria newtoniana della gravitazione, Joseph-Louis de Lagrange ha dimostrato, nel 1772, che se un corpo ha massa trascurabile rispetto a quella di altri due (ad esempio una cometa rispetto al Sole e alla Terra), esistono cinque punti - poi detti, in suo onore, Lagrangiani - in cui le forze di attrazione si compensano. Che il terzo corpo abbia o meno massa trascurabile, se si trova nei punti L4 e L5 si crea una situazione di equilibrio: la cometa, ad esempio, anticiperebbe o seguirebbe la Terra sulla sua stessa identica orbita intorno al Sole.

13 Anche in questo caso sono evidenti i limiti dell'approccio empirico di Cassini: le orbite delle comete 1577 I e 1680 sono del tutto diverse: G. W. Kronk, Cometography. A Catalog of Comets, vol. 1 (Cambridge University Press, 1999), pp. 320 e 373.



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