Urania Ligustica

Delizie in villa

Cornelio Desimoni

Notizie di Paris Maria Salvago... (1875-1876) 1

Delizie in villa


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[Pag. 65]

pitis fari fienda e in copertura lanternae capitis faris. L'apparente contraddizione si spiega, ammettendo che nelle diverse date si adoperarono nuovi sistemi o almeno rilevanti migliorie per l'illuminazione, come nel 1841 quest'ultima si stabilì a nuovo col metodo alla Fresnel. Difatti il sistema primitivo fu di tener acceso il fuoco nella notte come segnale del Faro, e s'impose per le spese una gabella da pagarsi dalle navi che dal pelago venivano per approdare in porto. Questa notizia s'impara dal Breve consolare del 1611: tenebor ... quotiescumque venero in aliquo ligno de pelago, pro igne faciendo IN CAPITE FARI (queste due ultime parole mancano nel testo stampato negli Atti della Società Ligure di Storia Patria, vol. I, pag. 193). Ma ivi e nel Registro Arcivescovile illustrato dal cav. Belgrano (Atti, vol. II, parte 2.ª, pag. 389) è citato altro capitolo del Breve della compagna del 1166: Ego postquam redicro ex aliquo itinere antequam exhonerem solvam drictum moduli et ignis. Il Faro comparisce già nelle carte nautiche, dal Beccario almeno in poi (principio del secolo XIV), ed è pure ricordato nel portolano del fiorentino Uzzano del 1440.


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1 C. Desimoni, "Notizie di Paris Maria Salvago e del suo Osservatorio astronomico in Carbonara", Giornale Ligustico di Archeologia, Storia e Belle Arti, 2 (1875), pp. 465-486, 3 (1876), pp. 41-65.



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