Urania Ligustica

Delizie in villa

Paris Maria Salvago

Il palazzo di città

Delizie in villa



Un'ipotesi di identificazione del palazzo di Salvago nasce nell'ambito dell'edizione di un manoscritto che descrive Genova nel 1818.

Sulla stessa mano seguendo [il lato a mare di via San Luca] è il palazzo del magnifico Giuseppe Pinello, di vasta e imponente facciata. Non altre pitture son qui nelle volte che una medaglia dipinta da Giuseppe Galeotti correndo il settantesimo anno di sua età e che, terminatala, poco dopo morì. Accanto a questo palazzo, nella facciata verso levante e sopra di un archivolto, è un bellissimo ovato della B. Vergine Maria, mezza figura di Domenico Piola, e fra le sue più belle opere la più finita di disegno e colorito: perciò è sotto cristallo.1

L'edificio non sembra molto cambiato nel 1929.

Palazzo già Salvago, con portone marmoreo, sec. XVII, adorno di uomini selvaggi armati di bastoni scolpiti in tutto rilievo sulle lesene e di vasi e festoni sul cornicione; atrio e cortile retti da colonne doriche di marmo; nicchione in fondo al cortile, con statua di Cesare, e sfingi, satiri ed iscrizione relativa ai restauri del 1778; al primo piano affreschi di Giuseppe Galeotti.2

La chiosa dei curatori dell'opera precedente, a lato del brano di primo Ottocento, svela l'amara attuale realtà.

Via S. Luca civ. n. 12: già Salvago, era probabilmente la residenza cittadina del conte Agostino Pinelli Gentile proprietario della villa di Carbonara. Venne ricostruito alla metà del sec. XVIII e ancora una volta dopo l'ultimo conflitto, salvando del secolo XVI il solo portale con i selvaggi. L'affresco del Galeotti è datato al 1779; la quadreria, ignorata dal nostro autore e descritta dall'Alizeri nel 1846, appare dispersa nel 1875 (F. Alizeri, 1846, I, 467-469; [Guida illustrativa del cittadino e del forestiero per la città di Genova e sue adiacenze, Genova] 1875, 136).

La ristrutturazione, addirittura, ha coinvolto il palazzo adiacente, già Grimaldi, anch'esso danneggiato durante la seconda guerra mondiale e poi abbattuto: palazzo Salvago Pinelli è, quindi, completamente cambiato rispetto a quanto esisteva nel Seicento.

Ma cosa conteneva il palazzo prima del 1875?

[1780] PALAZZO del Sig. Giuseppe Pinello tutto di nuovo rifabbricato. Non altre pitture sono qui nelle volte, che una Medaglia dipinta ultimamente da Giuseppe Galeotti, che terminatala poco dopo morì. Ciò fu l'anno scorso, correndo il settantesimo di sua età. Egli è stato un degno pittore, e tanto, che continuamente ne sentiamo la perdita. Ma se questo palazzo non vanta gran pitture in fresco, non poche ne rinchiude a olio d'eccellenti maestri, come del Rubens, del Vandik, del Guercino, del Ribera, e del Castiglione, e di quest'ultimo singolarmente ve ne hanno de' superbissimi.3

[1781] PALAIS PINELLI, renferme divers Tableaux des meilleurs Peintres.
Hercule, & Joles, de Simon de Pesaro. Un Neptune, de Rubens. Une fête de Baccanales, de Rubens. Un Portrait de Vandick. Un S. François, & un S. George, du Guercino da Cento. Une Vierge, d'André del Sarto. [<40-41>] Une Notre Dame à cheval, qui fuit en Egypte, c'est une excellente piece du Grechetto.4

[1846] Segue il PALAZZO DEL CONTE AGOSTINO PINELLI rifabbricato, come si vede dallo stile dell'esterno, intorno alla metà del secolo scorso. È decoroso di bella porta, conservata dalle rovine dell'antico edifizio, come sembran dimostrarci il genere dell'architettura e le statue di selvaggi che reggono il timpano; statue di buono ma incerto autore. Al primo piano è una medaglia a fresco di Giuseppe Galeotti, dipinta nel 1779 ed ultima sua opera, dacché in tal'anno passò di vita. Miglior tesoro si custodisce ne' superiori appartamenti, cioè una raccolta di ottime pitture, delle quali accenno il meglio.

V'ha un Parnaso con Apollo e le Muse di [<467-468>] Luca Cranak - Un'Erodiade attribuita al Parmigianino - Un baccanale di P. Paolo Rubens - Un ritratto di Bernardo Carbone fatto con meravigliosa imitazione del Vandik - La caduta di S. Paolo di Pietro da Cortona - Due ottagoni con allegorie del Franceschini - Cinque bei paesi creduti di scuola bolognese - Una sacra famiglia di Bartolomeo Schidone - Un Cristo morto del Guercino, di cui è anche un Salvatore in atto di benedizione - La Madonna col putto e S. Felice del suddetto Franceschini - La favola d'Ercole e Iole di Simone da Pesaro - Una Maddalena che piange, commovente e bellissima figura di Guido Reni - Il bagno di Diana d'Andrea Semino - Altro quadro con Gesù defunto d'Iacopo da Ponte - Una sacra famiglia in tavola; stupendo lavoro che s'ascrive ad Andrea del Sarto - Un quadretto colla pulzella d'Orleans di Cornelys Poelemburg - I farisei che mostrano la moneta a Cristo di Gio. Domenico Cappellino - Il deposto di croce di Luca Cambiaso - Un S. Francesco di Bernardo Strozzi - La flagellazione di Cristo dello stesso - Un S. Sebastiano dello Spagnoletto - Un altro S. Francesco del Guercino - Senton lo stile di Tiziano un quadro con N.D. [nobil donna?], e due con ritratti - Del Grechetto sono i sei quadri, tre con soggetti pastorali, e tre con sacre storie, cioè la [<468-469>] fuga in Egitto, il presepio e l'uscita dall'arca - L'interno d'una chiesa col sacerdote che celebra, e un supplizio di corda, curiose composizioni di Cornelio Wael - La risurrezione di Lazzaro del Palma giovine - Un ritratto che par di Rembrandt - Un putto che dà alle fiamme i libri del Macchiavello di M.A. Franceschini - Un altro tenente in mano l'orologio di Giovanni Odazii - S. Pietro in carcere del cav. Giov. Lanfranco - Sette paesi del Tavella. Ma fra tutti sorprende per freschezza e vivacità un baccanale del Rubens, da lui eseguito pei signori Pinelli, come abbiamo dalle memorie della famiglia.5

[1846] PALAZZO PINELLI / (via S. Luca).
È di struttura antica ma fu ricostrutto verso il 1750; ha una ricca porta che apparteneva alla prima fabbrica; è essa decorata di due belle figure di selvaggi. Il primo piano è adorno di una medaglia eseguita da Giuseppe Galeotti; nel superior piano è un eletta copia d'ammirabili tavole, fra le quali rifulgono le seguenti: una Maddalena, di Guido Reni; sacra famiglia, che vuolsi di Andrea del Sarto; S. Sebastiano, dello Spagnoletto; un baccanale, di P. P. Rubens; S. Francesco del Guercino; Cristo morto del medesimo; tre tavole con la fuga in Egitto, il Presepe e l'uscita dall'arca, del Grechetto; due tavolette, di Cornelio Wael; e un Gesù morto, del Bassano.6

Rimane però un dubbio: proprietario della villa di Carbonara era, nel 1798, Agostino Pinelli Gentile,7 mentre il palazzo di città era, nel 1818, di Giuseppe Pinelli 8 e, nel 1846, del conte Agostino Pinelli (come risulta da uno dei brani di cui sopra). Trent'anni dopo, Desimoni è ospite del conte Giuseppe Pinelli-Gentile nella villa di Carbonara.9 Si tratta forse di rami diversi della stessa famiglia? In caso affermativo il palazzo di Paris Maria Salvago non sarebbe quello in via San Luca.10

Vari palazzi sono stati eretti dalle famiglie riunite nell'albergo Salvago, uno dei più antichi.11 Poiché nei giardini di Carbonara esistono ancora antiche insegne, certamente riconducibili a Paris Maria e ai suoi discendenti, si potrebbe verificare in quale palazzo di città si ripresentano.


Via San Luca 12 Via San Luca 12 Via San Luca 12 Via San Luca 12 Via San Luca 12   Copyright

Figure 1-5 – Il portale del palazzo Salvago-Pinelli-Gentile in via San Luca (Genova) 12



Piazza San Bernardo 26   Copyright

Figura 6 – Dettaglio del portale del palazzo Agostino e Giacomo Salvago in piazza San Bernardo (Genova) 13






1 E. e F. Poleggi, a cura di, Descrizione della città di Genova da un anonimo del 1818 (Genova, Sagep, 1969), p. 137; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

2 D. Castagna, M. U. Masini, Genova. Guida storico artistica (Genova, M. U. Masini, 1929), p. 230; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

3 C. G. Ratti, Instruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova in Pittura, Scultura, ed Architettura ecc. (Genova, Y. Gravier, 1780), p. 138 Link esterno Google libri (per Biblioteca Nazionale di Napoli); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

4 Description des beautés de Genes et de ses environs: ornée de differentes vuës, de tailles douce, et de la carte topographique de la ville (Genova, Y. Gravier, 1781), pp. 40-41 Link esterno Google libri (per Universiteit Gent); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

5 F. Alizeri, Guida artistica per la città di Genova (Genova, G. Grondona, 1846), vol. 1, pp. 467-469 Link esterno Google libri (per Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

6 M. G. Canale, "Monumenti privati", in Descrizione di Genova e del Genovesato, vol. 3 (Genova, Tipografia Ferrando, 1846), p. 321 Link esterno Google libri (per University of Michigan); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

7 E. e F. Poleggi, Descrizione..., cit., p. 39.

8 Ivi, p. 137.

9 C. Desimoni, "Notizie di Paris Maria Salvago e del suo Osservatorio astronomico in Carbonara", Giornale Ligustico di Archeologia, Storia e Belle Arti, 2 (1875), p. _465_.

10 Si può confrontare la situazione degli esterni documentata da Link esterno Street View con le figure 1-5.

11 Nel centro storico genovese esistono altri edifici già di proprietà Salvago, tra cui: Palazzo Agostino e Giacomo Salvago, piazza San Bernardo 26, D. Castagna, "La facciata medioevale del Palazzo dei Salvago in Piazza San Bernardo", Il Raccoglitore Ligure, 2 (1933), n. 4, pp. 5-6 e Link esterno Wikipedia; Palazzo Campanella, via Garibaldi 12 Link esterno Fo.S.C.A.

12 Fotografie in luce naturale (8 ottobre 2014).

13 Fotografia in luce naturale (8 ottobre 2014).



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