Urania Ligustica

Delizie in villa

Bartolomeo Veratti

Recensione di Notizie di Paris Maria Salvago... (1876) 1

Delizie in villa


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"XIII. Notizie di Paris Maria Salvago e del suo Osservatorio astronomico in Carbonara, per l'Avv. Cornelio Desimoni (Estr. dal Gior. Ligustico). Genova. Tip. de' Sordo-muti.

Il march. Paris Maria Salvago nato in Genova il 10 gennaio 1643, e morto nel marzo del 1724, seppe come tanti altri patrizj genovesi congiungere la trattazione de' pubblici affari col coltivamento delle scienze, e fu vago specialmente e benemerito dell'Astronomia. Di lui, ma non soltanto di lui, sibbene dell'amore e dei meriti de' genovesi verso la scienza de' cieli e le discipline che le sono connesse, è discorso in modo del pari ameno ed istruttivo dal ch. De Simoni, il quale valendosi delle carte conservate dai discendenti del Salvago e della propria erudizione ne ha raccolto quanto meglio giovava al suo intento.

Darò un cenno della importanza della corrispondenza scientifica del Salvago. [<302-303>]

«... Paris Salvago conobbe certo o riconobbe Gian Domenico (Cassini) a Parigi, in occasione della sua missione in Francia dal 1672 al 76. Difatto vediamo subito dal 1 Aprile 1676 cominciare la corrispondenza tra i due valentuomini, e continuare fino al 1704...... Frequentissima ci si mostra la corrispondenza del nipote di Cassini, Giacomo Filippo Maraldi, essendoci più di 270 lettere dal 1701 al 1723 nelle quali in sui primi anni questi si fa anche spesso l'interprete dello zio.

«Troviamo ivi l'impronta schietta di quel vincolo, che continuava a tener legati alla patria e all'Italia i due illustri divenuti francesi.

«Veramente anche nelle Memorie dell'Accademia parigina delle scienze ricorrono più volte simili comunicazioni, col nome del Marchese Salvago, e degli abbati Rava e Barrabino, ma le lettere da noi vedute attestano una corrispondenza continua che riveste il carattere non solo della scienza, ma e di stima reciproca, anzi di cordiale amicizia. Né ciò solamente tra Barrabino e Salvago, Salvago e Maraldi, Barrabino e Maraldi, ma tra questi ed il gesuita Laval astronomo a Tolone e Marsiglia, e Gaetano Fontana di Modena (1), e Gabriele ed Eustacchio Manfredi a Bologna, oltre il già lodato Francesco Bianchini di Roma. Paris Maria posto quasi a metà cammino tra quegli illustri e in una città di operosi commerci, si piaceva costituirsi centro di corrispondenza e materiale e intellettuale; e non è a dire quanto essi se ne avvantaggiassero, e come gli prodigassero il frutto delle loro meditazioni, consigli, aiuti, disegni, e strumenti scientifici fatti costrurre sotto la personale loro sorveglianza. Vanno tutti a gara a chi più può nel lodare il suo zelo e profitto nella scienza, nel chiarirgli i punti dubbi, nel dargli conto delle quistioni agitate, delle nuove invenzioni e proposte; ed egli li rimerita incoraggiandoli a rivolgersi a lui anche per interessi privati o per onesti favori a terzi; e [<303-304>] perfino adopera l'innocente seduzione di frequenti invii al loro indirizzo di paste, cioccolato e tabacco: squisiti doni dell'industria e del commercio patrio.» (pag. 14-15).

Il Salvago non fu soltanto buon mecenate degli scienziati, fu altresì zelante coltivatore delle scienze, e osservatore accurato de' fatti celesti, e delle vicende meteorologiche.

«.... Fin dal 1678 trovansi dibattuti tra Cassini e Salvago i risultati delle osservazioni per la latitudine e la longitudine di Genova. Nel 1680 il primo chiede al secondo le sue belles et importantes remarques sulla nuova cometa osservata da entrambi.... Il nostro Patrizio osserva quindi col suo agnato Bernardo Salvago una eclisse della luna nel 1683, e altro del sole nel 1699 insieme all'ex Doge Alessandro Grimaldo. Verso i principii del settecento pare che il Salvago cominci a tener nota delle osservazioni meteorologiche, e dal 1705 in poi ne trasmette le tavole regolari all'Accademia di Francia; (pag. 23). (2)

«... Così vediamo come l'ardore del Paris nell'acquisto e nella pratica della scienza fruttasse, non meno alla nostra Genova che a lui, belle lodi dal di fuori e buoni esempi al di dentro: nei primi Osservatorii fondati in città e nel sobborgo, cosa rara allora in Italia e fuori; nella grande meridiana dell'Annunziata costrutta sul modello delle celebri di Bologna e di Roma; nei nobili genovesi che spendevano in severi studi gli ozi loro concessi dal pubblico servizio, [<304-305>] come fanno ora gl'inglesi, nel favorire gl'ingegni di giovani non agiati, loro procacciando i mezzi di segnalarsi fra i dotti.» (pag. 26-27).

Ho detto di sopra che il chiarissimo Autore non parla solo della persona del Salvago, ma ben anche d'altri degni genovesi. E perciò, come premette ciò che riguarda gli studj astronomici in Genova dalle prime scoperte del Galilei fino al tempo del Salvago; così aggiugne particolari contezze degli altri che insieme col Salvago, o dopo di lui si segnalarono in tali studi. E più particolarmente di due sacerdoti, Francesco Rava , e Francesco Maria Barrabini, il nome de' quali «è il più frequente nelle corrispondenze dei celebri amici del Salvago, e passò anche nelle Memorie da questi stampate.» (pag. 27).

«... Vedemmo Paris Maria Salvago a 82 anni vegeto ed occupato dei cari studi, ma alternandoli coi doveri verso la patria nei pubblici uffizi, dell'aver sostenuto i quali con affetto e con onore ne è pegno la qualità stessa degli uffici, lo invio a Parigi col Doge nel 1685, la dignità senatoria rinnovatagli cinque volte e nella quale morì. Ma questi bei doni di lunga ed integra vita (lunga appunto perché integra ed operosa) non erano cose proprie soltanto del concittadino onde ci onorammo di ragionare.» (pag. 37-38).

Di parecchi altri fa breve menzione il chiarissimo Autore che lascia sperare d'essere per trattare altra volta degli «studi astronomici in Genova sul cadere del secolo che precorse il nostro» (pag. 34). E intanto pone fine al ragionamento con questi belli periodi, che godiamo di qui riportare.

«... Per mio avviso a questo gruppo di personaggi, onde non so distaccarmi, si addice lo stemma che sta soprapporta della antica onorata casa d'un mio conterrama neppure facileneo, vicino ed amico: RECTE ET LAETE. E vorrei anzi che questo fosse lo stemma dell'intera nazione; nel quale si comprende un temperamento equanime, non abbattuto ne' disastri, non gonfio dalla [<305-306>] fortuna; dotato della civile operosità tanto inculcata da Cesare Balbo, ma non quaquero e piagnone che per amore del vero distrugga il bello o lo neghi vedendolo in altri; non pedante ringhioso lector unius libri, ma neppure facile enciclopedico che tutto impara stans pede in uno. In una parola: recte et laete come dicemmo che operassero quegli antichi valentuomini; alternando cogli onesti piaceri i gravi uffizi, e ponendo sopra ogni cosa l'ossequio alla giustizia, la carità e la gloria della nazione.» (pag. 40) (3).


(1) L'amicizia del P. D. Gaetano Fontana, teatino, col marchese Paris Maria Salvago, fu notata anche dal Tiraboschi ove ragiona di quel dotto religioso (Bibl. Moden. Tom. II pag. 318). [Nota a pie' di pagina 303].

(2) E continuò sinché ebbe vita, «e ne mandò tavole regolari a Parigi disposte giorno a giorno, mese a mese, in cinque colonne; pel giorno, pel termometro (quale usava in allora e si regolava su quello dell'Accademia di Parigi, prima che il Reaumur ritrovasse i due punti fissi del termometro), pel barometro, pel vento e per lo stato del cielo.» E dopo la sua morte, o il figlio od altri continuarono a tenere tavole giornali, che si rannodano con quelle continuate poi da Domenico Franzone (1782-96), (pag. 35 [54 !] e ivi nota 3).
«Contemporaneamente, anzi prima e dopo di lui, cioè dal cadere del 1775 fino alla morte tenne simili quaderni di giornali il dott. Filippo Perrone, medico primario a Pammatone; caduto nel maggio 1800 vittima del suo dovere nell'epidemia che funestò allora la nostra città.» (pag. 37). [Nota a pie' di pagina 304].

(3) [...]. [Nota a pie' di pagina 306].




1 B. Veratti, [Recensione] "XIII. Notizie di Paris Maria Salvago e del suo Osservatorio astronomico in Carbonara", Opuscoli religiosi, letterarj e morali (Modena, Soliani, 1876), pp. 302-306 Link esterno Google libri. Le note, numerate per pagina, sono state qui rinumerate in progressione.

Su Bartolomeo Veratti (1809-1889) Link esterno Wikipedia. L'autore della recensione ha evidentemente utilizzato un estratto a pagine numerate daccapo.

L'opera recensita è qui trascritta integralmente: Desimoni (1875-76).



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