Urania Ligustica

La nuova scienza

Antonio Bruzzo

Liguri nella storia... (1964) 1

La nuova scienza


Indicatore di completezza


Fu veramente buona ventura nel secolo XVI, in quel volgere di tempo in cui le scienze filosofiche eran cadute neglette, che sia sorto a risollevarle il grande Galileo Galilei, onore e vanto di Firenze e dell'Italia.

Anche Genova si onora di poter annoverare tra i suoi dotti in sì sublimi scienze l'inclito Giambattista Baliano. Egli nacque in Genova nel 1582 da Nicolò senatore della Repubblica e da Francesca Clavarezza.

Dotato di vasta cultura fu valente scrittore, egregio in filosofia, astronomia, fisica e geometria, ma più che altro si distinse per le sue ottime qualità investigative e di profondo osservatore nel proposito di svelare i misteri di talune leggi che regolano il nostro sistema terracqueo-atmosferico.

Dopo che ebbe in Genova la nomina di senatore fu destinato nel 1611 quale Commissario della Fortezza di Savona, e nello svolgimento di quel suo incarico soffermò pure la sua attenzione a considerare il moto dei proiettili d'artiglieria e la loro caduta. Giunse così felicemente alla formulazione concreta della sua famosa teoria relativa alla caduta dei gravi.

Uguale scoperta fu compiuta quasi contemporaneamente da Galileo, e per quanto i due scienziati avessero seguito un sistema affatto diverso giunsero nelle loro ricerche alla stessa conclusione. Pare [<446-447>] però, secondo l'attestazione di P. Riccati, che il Baliani abbia usato un sistema più preciso e più felice.

Nell'interessante «Guida di Genova», i chiari professori Castagna e Masini così si espressero, fra l'altro, nei riguardi del Baliano: «Scoperse la legge della gravità dei corpi rivelata poi dal Galileo»; assunto che trova conferma negli scritti dedicati a questa importante scoperta da storici e critici di quell'epoca.

Tra il Fiorentino e il Genovese correvano rapporti di cordiale amicizia. Il Baliano palesò nel 1614 a Galileo di ritenere che la più o meno estesa superficie delle macchie solari dovesse influire sulle condizioni della temperatura terrestre; ed ancora ebbe occasione d'esprimergli la propria opinione in merito alla natura delle comete.

Si dice che quest'esimio scienziato fissò nel 1611 due punti, uno in Savona e l'altro in Genova, per trovare l'altezza del mare tra le due città e ricavarne argomento a calcolare la periferia del nostro globo.

Nel 1637, durante la sua funzione di Magistrato delle Galere, escogitò un sistema di remigare più facile e che consentiva d'imprimere alla nave maggior impulso, con minor sforzo. In un piccolo opuscolo, riportato poi nel suo libro «Opere diverse», raccolse opportunamente interessanti spiegazioni sul funzionamento di quella sua innovazione, tosto posta in opera anche da altre nazioni sulle loro Galere.

Nel 1648 licenziò alle stampe un suo trattato «De motu naturali gravium solidorum», e successivamente ne elaborò un altro intitolato «De motu solidorum et fluidorum», che si compone di sei libri, di cui tre dei solidi ed altrettanti dei liquidi.

Anche all'estero era conosciuto e tenuto in molta considerazione. Nel 1647 gli furono richieste da P. Messene [Mersenne], filosofo francese, spiegazioni su un fenomeno di fisica, i cui dati forniti furono poi dal Baliano compresi nel libro «Opere diverse». Quest'opera da lui pubblicata nel 1666 riporta lettere a lui dirette, e contiene tra i vari argomenti cinque «dialoghi in italiano», un trattato «dell'amicizia», ed altri due rispettivamente «delle onde del mare» e della «lettera di cambio», ed infine pubblicò diversi opuscoli in latino di logica, metafisica e fisica. Altre opere da lui abbozzate, ma che non videro la luce, furono i trattati ad uso ingegneri, di materie legali, della febbre, dell'arte poetica, e di questioni teologiche.

Negli anni dal 1647 al 1649 fu governatore di Savona, ed in seguito fu nominato tra i dodici «Padri del Senato di Genova», i quali col titolo di Governatori esercitavano suprema autorità in campo civile. In quegli anni pubblicò un libro col titolo «Trattato della pestilenza», contenente punti di vista e pensieri nuovi in diverse materie. Degni di menzione furono gli esperimenti che praticò nel 1655 per spiegare il fenomeno dei tubi capillari.

In quel tempo le opere elaborate da lui e da Galileo volgarizzarono in Italia la vera teoria della discesa dei gravi. Ma il Baliano riflettendo ancora accuratamente si rese conto che si poteva dare a quell'importante scoperta ulteriore precisazione e così fece con molta dottrina nella compilazione del suo «Trattato della pestilenza», del quale un ampio sunto fu riportato dal Nelli nella sua opera «Vita di Galileo».

Quest'ammirevole studioso chiuse la sua operosa esistenza, scevra di vanità e spoglia di vanagloria - dedicata interamente al progresso delle scienze - il 6 Agosto 1667, all'età di 85 anni, e la sua stirpe in linea maschile si estinse con Nicolò suo quarto figlio.

Genova, in onore di questo suo esimio cittadino, dedicò al nome di lui la scuola tecnica commerciale in Piazza Manzoni, la via dal corso Andrea Podestà alla piazza S. Leonardo, e l'archivolto che collega con un breve tratto di percorso la piazza Matteotti con via Canneto il Lungo, ed una lapide posta sotto l'archivolto stesso ricorda meritatamente il grande scienziato genovese.




1 A. Bruzzo, "Liguri nella storia: Giambattista Baliano e Orazio Grassi", Le Compere di San Giorgio, 13 (1964), n. 7, pp. 446-447; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

L'articolo è illustrato dalla stessa stampa riportata in Mosele (1939).



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