Urania Ligustica

La fisica sperimentale tra Sette e Ottocento

Ignazio Dagnino

Ricerche e studi geofisici in Liguria (1982)

Fisica sperimentale



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Il Rev. Prof. Alberto Bancalari (1805-1864), professore di Fisica nell'Università di Genova e autore di studi sul diamagnetismo dei gas, successe al Prof. [Giacomo] Garibaldi nella direzione dell'Osservatorio. Egli fu coadiuvato dall'Avv. Raffaele Drago il quale curò la compilazione di numerosi riassunti meteorologici annuali e l'elaborazione dei dati termometrici raccolti nei primi 24 anni di attività dell'Osservatorio.

Il Prof. Pier Maria Garibaldi, già collaboratore del Prof. Bancalari, gli successe in qualità di direttore dell'Osservatorio.

Nato a Chiavari nel 1823, il Garibaldi si laureò in Medicina nel 1850 e successivamente si dedicò a ricerche nel campo della Fisica sperimentale collaborando col Bancalari.

Sotto la sua guida l'Osservatorio venne arricchio di nuovi apparati e vennero intensificate le ricerche sul magnetismo terrestre.

A partire dal 1872 vennero eseguite accurate misure di declinazione magnetica ogni giorno alle ore termini. I variometri in dotazione all'Osservatorio permettevano di eseguire misure accurate delle componenti del campo magnetico terrestre senza però consentire la registrazione dei dati. [<25-26>]

In occasione di periodi particolarmente interessanti le misure venivano effettuate da più persone a breve distanza di tempo.

Il Prof. Garibaldi ricoprì importanti cariche: fu preside della Facoltà di Scienze, Direttore della Scuola di Farmacia, docente di Geografia fisica nella R. Scuola Superiore Navale di Genova, assessore alla Pubblica Istruzione ed alla Pubblica Igiene del Comune di Genova.

Non è facile riassumere in breve l'opera svolta dal Prof. Garibaldi e Collaboratori: tra questi occorre annoverare il Prof. Ing. Francesco Porrata, il Prof. Eugenio Mariotti, il Dr. Michele Razeto.

Nel lungo periodo in cui resse l'Osservatorio si manifestarono eventi di eccezionale rilievo come ad esempio le precipitazioni eccezionali del 1872 ed il periodo di intensa attività solare del 1971-72-73 [1871 !].

Nel 1869 e nel 1871 vennero effettuate a Genova numerose osservazioni di stelle cadenti in collaborazione con l'astronomo G. B. Schiapparelli e col Padre P. Denza [G. V. Schiaparelli e F. Denza !].

Le precipitazioni del 1872, che fecero registrare a Genova un totale annuo di 2752.04 mm, totale dovuto principalmente agli apporti dei mesi di ottobre, novembre e dicembre, vennero registrate con particolare cura. Il Prof. Garibaldi afferma che, nel corso di alcuni scrosci di quelle piogge, l'udometro raccolse più di due millimetri di precipitazione al minuto primo, fenomeno che ha i suoi riscontri soltanto nelle regioni tropicali.

Dai documenti rinvenuti in Osservatorio, risulta che l'udometro era costituito da un recipiente cilindrico con fondo conico avente una apertura di 0.76 metri di diametro (e perciò un'area di 0.454 m²). Le letture venivano effettuate mediante due recipienti cilindrici aventi rispettivamente una sezione di 1/10 e 1/100 dell'area dell'udometro. I quantitativi orari e per minuto primo dovevano venir misurati nel corso della precipitazione.

La sezione del captatore dei nostri pluviografi è attualmente 1/10 di metro quadrato.

Non è possibile formulare qualche ipotesi sulle vicende atmosferiche che determinarono le precipitazioni del 1872 e non è neppure possibile valutare l'ampiezza dell'area interessata da un evento tanto eccezionale.

Il 18 febbraio 1837 il Prof. Giacinto Grillo osservò e descrisse brevemente un'aurora boreale. Sono particolarmente degne di nota le [<26-27>] descrizioni che ne fece il Prof. Garibaldi in corrispondenza del lungo periodo di attività solare caratteristico degli anni 1871-72-73.

Nel 1876 il Prof. Garibaldi fece parte della Commissione permanente incaricata dal Consiglio Comunale di Genova di studiare quale sia il progetto da preferirsi per i lavori di ampliamento del Porto di Genova.

In base ai dati raccolti in Osservatorio e riguardanti l'andamento dei venti e del moto ondoso, egli sostenne il progetto con apertura a levante.

Il Capitano di vascello Alessandro Cialdi, convinto sostenitore della tesi dei ponentisti suscitò un'accesa polemica esponendo le sue critiche in un lungo documento steso sotto forma di lettera aperta. La risposta del Prof. Garibaldi non tardò: egli replicò punto per punto a tutte le argomentazioni dell'avversario. Una lettura attenta del documento mostra che egli era un osservatore acuto dei movimenti del materiale detritico sulle nostre spiaggie ed in particolare di quelle a ponente del Porto.

Nel 1884 su invito del Comitato esecutivo dell'Esposizione Generale Italiana di Torino, venne pubblicato uno studio sul clima di Genova desunto dalle osservazioni dei decenni 1833-42 e 1871-80: una interessante monografia nella quale vengono descritti i lineamenti della morfologia subaerea e sottomarina della Città e dei dintorni ed i lavori di ampliamento del nuovo Porto.

Il Prof. Garibaldi sottolinea l'importanza delle misure che devono essere adottate per prevenire l'interrimento del porto e asserisce che: fu sempre cura dei Padri del Comune di impedire, per quanto era possibile, che i detritti delle colline guidati in porto dall'acqua piovana ne diminuissero la profondità e, per ottenere l'intento, era proibito severamente ogni movimento di terreno nelle colline sovrastanti, anche per scopo di coltivazione e i contraventori (sic) erano puniti con multe e con pene corporali, non esclusi i soliti tratti di corda ad arbitrio di S.E.

Per sottolineare la pericolosità delle mareggiate provenienti dal settore di massima traversia e quanto fosse provvido il consiglio che fu adottato per l'ampliamento e la sistemazione del porto che mantiene la bocca rivolta a levante, egli cita la tempesta del 26 febbraio 1838. In quel giorno: il barometro segnava 727.28 mm (¹) e soffiava un venticello da E ed in poche ore il naviglio fu quasi completamente distrutto [<27-28>] dal mare furioso di libeccio: di questi disastri la storia cittadina ne registra molti e tutti gravissimi e quasi sempre provenienti dal medesimo rombo.

Queste mareggiate sono talfiata mosse dai venti del 3° quadrante, i quali non sempre accompagnano fino a noi l'onda furiosa.

Dal confronto tra i dati dei due decenni 1833-42 e 1871-80 il Prof. Garibaldi deduce che il clima di Genova non subì variazioni degne di nota dal 1833 al 1880.

La monografia comprende anche la relazione sull'andamento della declinazione magnetica dal 1873 al 1880.

Nei riassunti meteorologici annuali figurano anche le velocità del vento con inizio nel 1874 anno nel quale venne installato un anemografo.

Nel 1885 il Dr. Ciro Chistoni eseguì a Genova, nella villa Garibaldi, situata sul Colle degli Angeli, una misura assoluta delle componenti del campo magnetico terrestre: è questa la prima misura effettuata a Genova della quale siano noti i risultati.

Nel 1895 venne effettuato uno studio della pressione atmosferica basato su un sessantennio di osservazioni e venne espresso il proposito di rendere note le elaborazioni di altri parametri meteorologici della serie di Genova.

Verso la fine del secolo XIX era ormai definitivamente stabilito che . . . le burrasche magnetiche, tanto per la loro sistemazione che tanto per il numero erano la ben nota espressione di una causa cosmica escludente quasi la tellurica . . . per il fatto che spesso queste avvenivano quando le condizioni atmosferiche e meteorologiche locali e quelle a un bel raggio intorno erano normali e tranquille.1




1 I. Dagnino, "Ricerche e studi geofisici in Liguria", Atti della Accademia Ligure di Scienze e Lettere, 39 (1982), pp. 25-28. Nella sezione di Urania Ligustica dedicata a Giacomo Garibaldi (1798-1846), è fornito un altro estratto dell'articolo, immediatamente precedente a quello qui riportato.



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