Urania Ligustica

Cielo e marina. I

La missione scientifica della fregata Euridice (1836-1838)

Cielo e marina. I



La fregata è famosa per le attività sediziose di un marinaio di 26 anni, che vi è stato imbarcato tra il 1833 e il 1834: Giuseppe Garibaldi.1 Molto meno nota è la missione scientifica e politica definita dall'Accademia delle Scienze di Torino per il secondo viaggio oceanico della Marina sarda, iniziato due anni dopo.2 La vicenda è ricostruita in quest'ambito, perché gli ufficiali e i guardia-marina che hanno raccolto parte delle osservazioni richieste si sono formati a Genova, nella Regia Scuola di Marina.



Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 1 – La fregata Euridice si allontana da Genova 3


Il 27 maggio 1836 il conte Carlo Giuseppe Beraudo di Pralormo (1784-1855), primo segretario di stato per gli affari interni, scrive al conte Prospero Balbo di Vinai (1762-1837), presidente della R. Accademia delle Scienze:

Con nota di jeri l'altro la Regia Segreteria di Guerra e Marina mi ha partecipato, che Sua Maestà avendo determinato che la Fregata l'Euridice intraprenda un viaggio in America, sia per l'istruzione degli Uffiziali e degli Equipaggi, sia per la protezione del commercio nazionale, si è degnata ad un tempo prescrivere che venga informata di tale spedizione cotesta Reale Accademia delle Scienze per quelle commissioni scientifiche ed istruzioni che credesse dover appoggiare al Comandante di quel R.° legno, onde possa così rendersi doppiamente proficua ed utile questa straordinaria missione.

In adempimento però di questo Sovrano comandamento, io mi reco a gradita premura di annunziare quanto sopra alla S. V. Ill.ma ed Eccell.ma con preghiera che voglia avere la gentilezza di darne comunicazione alla Reale Accademia, cui sì degnamente presiede.

Soggiungo per sua norma, che la Fregata sarà in pronto ne' primi giorni di luglio venturo; che il viaggio sarà di un anno circa; che il legno toccherà alle Isole Canarie, e si dirigerà quindi a Rio Janeiro; che la sua navigazione sulle coste orientali dell'America può calcolarsi dall'Equatore sino al 46° o 47° grado di latitudine sud, cioè dall'imboccatura della riviera delle Amazzoni fino a quella della Plata ed anzi più oltre, se il Comandante avrà conoscenza che il nostro commercio abbia relazione coi Porti della Patagonia, o nelle Isole giacenti in quei Paraggi.4

Lusingata per l'attenzione dimostrata da Carlo Alberto (1798-1849), l'Accademia ordina la costruzione di alcuni strumenti al macchinista Carlo Barbanti.5

In parallelo, l'Accademia definisce gli obiettivi e le procedure da seguire.

COMMISSIONI ED ISTRUZIONI
che la Reale Accademia delle Scienze, in conformità di Dispaccio Ministeriale del 27 maggio 1836,
propone al Signor Comandante la Regia Fregata l'
Euridice, che va in missione straordinaria lungo le coste orientali dell'America Meridionale,
E Nota degli strumenti Fisici che predetto Sig. Comandante si trasmettono, fatti eseguire dall'Accademia.

ISTRUZIONI

  1. Osservare ogni giorno l'altezza della colonna barometrica (notando il grado dell'annesso termometro) in determinate ore della giornata; per esempio, alle 9 del mattino; alle 3, alle 6 della sera. Ma vi si potranno aggiungere altre osservazioni fatte di quando in quando ad altre ore sia di giorno, sia di notte, procurando particolarmente di determinare la massima e la minima temperatura di ciascun giorno.

  2. Le osservazioni barometriche anzidette saranno accompagnate da osservazioni termometriche fatte con termometro separato, collocato all'aria libera, e fuori dell'azione dei raggi solari.

  3. Osservare di quando in quando la temperatura dell'acqua del mare poco sotto la sua superficie; e quella dell'aria vicina alla stessa superficie.

  4. Esperienze comparative sulla forza riscaldante del sole a diverse latitudini, in quanto essa può dipendere dalla diversa trasparenza dell'aria; esponendo a questo fine alla luce solare, ed a cielo sereno, due termometri simili e similmente posti, ma uno di essi vestito col taschino o calza bianca e l'altro colla nera.

  5. Determinare la temperatura media di diversi luoghi posti fra i Tropici: ad un tal fine basterebbe, secondo le osservazioni del [<Ⅹ-Ⅺ>] sig. Boussingault, prendere la temperatura del terreno ove sia stata fatta con trapano, od altrimenti, una buca profonda anche solamente un piede, calandovi con uno spago un termometro dopo aver lasciato dissipare il calore prodotto dal trapano o da altro simile stromento; e chiudendo quindi l'apertura della buca, acciò l'aria non vi si rinnovi, e ciò facendo sotto una tettoja o altro riparo: ne' luoghi ove saranno pozzi, potrà prendersene l'annua media temperatura, la quale rappresenterà pure la temperatura media di quel dato luogo.

  6. Istituire una serie di osservazioni magnetiche, cioè relative alla declinazione ed all'inclinazione dell'ago calamitato, non che al numero delle oscillazioni in un dato tempo nei diversi luoghi. Nell'Oceano Atlantico è probabilmente uno dei nodi dell'Equatore Magnetico, cioè una delle sue intersezioni coll'Equatore terrestre. E lungo la coste del Brasile v'è una linea senza declinazione. Il numero delle oscillazioni dell'ago magnetico s'avrebbe anche a contare prima di partire dal porto di Genova, poi di nuovo nel farvi ritorno, e sempre con lo stesso ago. L'osservata intensità magnetica lungo le suddette coste potrà istruirci sul rapporto reale del massimo e del minimo delle forze magnetiche terrestri.

  7. Registrare i varii fenomeni meteorologici straordinarii che occorressero; come a dire, terremoti di terra o di mare, notandone accuratamente le circostanze e gli effetti; così pure le aurore boreali nell'emisfero australe, le trombe, i bolidi, stelle cadenti, ecc.: riguardo a questi ultimi importerebbe verificare, come sembra sia stato osservato tanto in America che in Europa, se queste meteore sono veramente più frequenti nelle notti dal 10 al 15 di novembre, che in altro tempo dell'anno, ciò che porterebbe ad attribuire a questi fenomeni una causa cosmica, cioè astronomica.

  8. Sarebbe util cosa se si potessero raccogliere ne' varii paesi notizie sicure sulla natura dell'atmosfera e delle acque potabili, sulla [<Ⅺ-Ⅻ>] temperatura delle acque termali, come pure sullo stato delle arti chimiche, e su quelle che sembrassero potersi introdurre nel nostro paese.

  9. Gli Ufficiali di sanità a bordo della Regia Fregata potrebbero procurarsi dai Medici locali notizie intorno allo stato della Medicina considerata nelle sue tre parti; la Medicina propriamente detta, la Chirurgia e la Farmacia. E più specialmente poi sulla natura delle malattie endemiche e sulle malattie dominanti che vi regnano; sulle leggi sanitarie relative alle malattie contagiose, e principalmente relative al cholera; sulla natura della causa produttrice il cholera, sulle cause fìsiche locali che favoriscono lo sviluppo di questa malattia, e su quelle che ne favoriscono la propagazione.

  10. Gli antichi cronisti di Genova e gli storici bisantini del medio evo ci hanno lasciato memoria della maravigliosa solerzia ed industria dei Genovesi nell'introdursi furtivamente, direm così, e sotto colore di corrispondenze mercantili nelle contrade straniere, dove in primo luogo istituirono fattorie, poi acquistarono terreni e fondarono edifìzii radunati insieme, i quali cresciuti quindi coll'andar del tempo diventarono quelle famose colonie, le cui vicende formano la parte più splendida dell'antica Repubblica, e passar non si possono sotto silenzio ogni volta che descriver si voglia la caduta dell'Imperio d'Oriente. L'indole odierna dei tempi è affatto diversa da quella dei secoli XIII, XIV e XV; le condizioni dell'America non corrispondono per niente allo stato delle province dell'Imperio Greco quando esso era giunto agli ultimi aneliti suoi. Ciò non pertanto siccome nei nipoti traspare soventi volte la traccia delle inclinazioni e delle virtù dei maggiori, così sembra che non sarebbe fuor di luogo di esaminare in qual guisa si governino oggidì i Genovesi, che si condussero a trafficare e che stabilirono la lor dimora ed i loro fondachi nelle costiere e nei porti dell'America. Dicesi ch'essi sieno numerosi e frequentissimi segnatamente nei [< XII-XIII>] porti che sono alle bocche del Rio de la Plata, in Buenos-Ayres e Montevideo. Sarebbe spediente che il sig. Comandante della Regia Fregata, del cui viaggio l'Accademia fu renduta consapevole, venisse incaricato d'informarsi:

    1. In quali occasioni e da quali motivi allettati i Genovesi, od altri qualsivogliano sudditi di S. M., siensi condotti in quelle riviere;

    2. Quali sieno le maniere d'industria nelle quali più spezialmente si esercitano; quali siano i traffichi loro cogli abitatori del paese, quali i commercii colle contrade straniere, e più particolarmente con quelle da cui si partirono; quali a un dipresso i guadagni che vi fanno, specificando i capi principali di essi commercii e traffichi, e additando i maggiori o minori profitti che da ciascuno di essi deriva;

    3. Di additare approssimativamente il numero dei Genovesi stabiliti in ciascuno dei luoghi ove maggiormente abbondano, e se, oltre alle fattorie poste nelle città situate in riva al mare, ve ne siano anche delle altre nelle città dentro terra;

    4. Se essi abbiano per costume di accasarsi cogli indigeni e di vivere secondo gli usi del paese, ovveramente se, anche nell'obbedire alle leggi locali, formino quasi corporazione a parte; se, prima di avere un console legittimo, e nei luoghi dove non l'hanno, si eleggessero e si eleggano un capo, probi uomini, o consiglieri, ai quali commettano di definire le differenze che potrebbero insorgere tra di loro; se abbiano una chiesa dove più specialmente si raccolgano per adempirvi i doveri della Religione; una loggia per trattarvi dei loro affari; un rione particolare dove abitino insieme, e qual nome abbia un tal rione, se pur vi è;

    5. Infine di vedere se nelle vicinanze dei paesi frequentati dai Genovesi o da altri sudditi del Re, vi sia qualche luogo disabitato comodo alla navigazione, ed in cui, senza ingelosire il Governo locale, si potrebbe fondare qualche speciale fattoria.7

In merito al decimo punto, è curioso che gli accademici definiscano gli interessi coloniali dell'amministrazione sarda, in base all'esperienza genovese in Oriente di mezzo millennio prima! Sembrano aleggiare le rime, da poco scoperte, dell'Anonimo genovese – qui tradotte: «Tanti sono i Genovesi, per il mondo così diffusi, che dove vanno e stanno, un'altra Genova fanno».8 Ma saranno queste idee a favorire l'acquisto, nel 1869, della baia di Assab, in Eritrea, da parte della Società di Navigazione Rubattino.

La Euridice è stata costruita dai cantieri genovesi della Foce e varata nel 1828; è un legno con tre alberi a vele quadre, dal dislocamento di 1442 tonnellate, lungo 44 metri, con 40 cannoni ed equipaggio di 7 ufficiali e 332 sottoufficiali e marinai.9 Il comando è assegnato ad un uomo di assoluta fiducia: il conte Francesco Serra (1801-1877).10 Nell'adunanza dell'Accademia del 13 novembre 1836 si riferisce la partenza.

La fregata l'Euridice salpò da Genova il 5 del passato agosto [1836]; allo Stato Maggiore di questo R. Legno erano stati aggiunti uno dei primi Professori del Real Collegio di Marina, parecchie Guardie-Marina, ed allievi della scuola anzidetta; insieme col sig. G. B. Verany di Nizza, naturalista distinto. Possa essa compiere felicemente, e con vantaggio pel Commercio e per le Scienze, che è quanto a dire per lo Stato, quelle sue lontane peregrinazioni, e ricondurre in porto incolumi e ricchi di utili notizie quei generosi stati scelti dal Re a quella importante navigazione.11

Come vedremo, il professore genovese è il luogotenente Francesco Todon, che alla Scuola di Marina è ufficiale d'ispezione e ripetitore.12 Naturalista della spedizione è Giambattista Verany (1800-1865).13 Nessun dispaccio giunge all'Accademia fino alla conclusione della missione.14 La nave rientra in porto, a Genova, nel dicembre 1837, ma tutto l'equipaggio rimane a bordo per la quarantena;15 è facile immaginare che in questo periodo siano state abbozzate le relazioni per l'Accademia. Il 18 marzo 1838 è comunicata la scoperta di due nuove specie di cefalopodi da parte di Verany – figure 2 e 3.16 Il 10 giugno si accenna che sono pervenute le osservazioni meteorologiche,17 ma per un riassunto del rapporto, esaminato da Amedeo Avogadro di Quaregna (1776-1856), professore di Fisica sublime, e Giuseppe Domenico Botto (1791-1865), professore di Fisica generale e sperimentale, gli accademici devono aspettare il 25 novembre 1838.

Il Cav. Avogadro, deputato col Prof. Botto, porge alla Classe un succinto ragguaglio delle osservazioni meteorologiche state fatte a bordo della R. Fregata l'Euridice nel suo viaggio lungo le coste dell'America meridionale negli anni 1836-37. II registro di queste osservazioni è preceduto da una relazione sottoscritta dal sig. Todon, Primo Luogotenente di Vascello, in cui si dà un'idea degli stromenti per esse adoperati, e della natura delle osservazioni stesse che col loro mezzo si sono eseguite. Da questa relazione risulta che alcuni degli stromenti fatti costruire dall'Accademia e da essa inviati alla spedizione, non hanno potuto essere adoperati, e non lo furono che per poche osservazioni, sia perché le circostanze non si trovarono quali il loro uso le richiedeva, sia perché alcuni di essi si sono rotti o deteriorati nel corso del viaggio. La spedizione però era munita, oltre codesti stromenti, di barometri e termometri che furono adoperati, unitamente a una parte di quelli forniti dall'Accademia, alle osservazioni giornaliere di 3 in 3 ore, tanto di giorno che di notte. Oltre due barometri, coi termometri loro annessi, fu osservato un termometro libero, e un igrometro a capello di Saussure. Si sono fatte alcune osservazioni termometriche per determinare la temperatura annua media di alcuni luoghi a terra, dove la spedizione approdò, per mezzo di quella del suolo ad una piccola profondità, come era stato suggerito dall'Accademia. Così a Rio-Janeiro questa temperatura, per una media di diverse osservazioni di questo genere fatte li 16 ottobre 1836, fu trovata di 23°,76 C. – A Bahia la temperatura annua media, secondo le osservazioni fatte dal Console Sardo ivi residente, si riferisce essere 24°,76 C. e a Fernanbuco la temperatura media osservata pure dal Console si dice essere 25°,6 C. – Li 27 luglio 1837 fu esplorata col mezzo accennato la temperatura media annua a S. Luis di Maranhan sulle sponde del mare, e fu riconosciuta di 28°,16 C. ; dal Console, a 50 piedi di maggior elevazione, era stata trovata di 27°,66 C.; dalla temperatura dei pozzi poi risultava di 27°,3 C. Finalmente il Dottore Arbukcle in due anni che rimase in quel paese non ha mai veduto il termometro al di sotto di 24° né al di sopra di 31°, di cui la media tornerebbe 27° C. ; li 20 luglio la temperatura annua del Parà, per una media di 20 esperienze, fatte a quel che pare nel modo suddetto, si è trovata di 27°,1 C. Non si sono fatte osservazioni regolari sulla temperatura dell'acqua del mare, per mancanza di termometri a massimo e a minimo a ciò adattati. La spedizione non essendo neppur provveduta di alcuno stromento per la determinazione dell'inclinazione dell'ago magnetico, non poté fare alcuna osservazione di questo genere; e quanto alla intensità magnetica orizzontale non si poté far uso per determinarla dei cilindri magnetizzati forniti per tale oggetto dall'Accademia, per essersi essi trovati in cattivo stato all'arrivo in America. Fra i fenomeni meteorologici straordinarii osservati dalla spedizione si possono annoverare alcune stelle cadenti, e alcuni casi di alone lunare. Il registro ricevuto dall'Accademia, contiene inoltre due relazioni sottoscritte dal Cav. Serra Comandante della Regia Fregata. La prima si riferisce alle malattie cui sono soggetti gli abitanti di alcuni dei paesi, in cui la spedizione si fermò, e particolarmente al Brasile; la seconda espone lo stato delle relazioni commerciali dei Genovesi in quelle parti. Su i quali argomenti aveva l'Accademia desiderato di ottenere qualche informazione. I deputati terminano il loro ragguaglio col proporre che delle accennate osservazioni abbiasi a fare onorevole menzione nella Notizia Storica di questo Volume, e che abbiasi a ringraziare il R. Ministero di Guerra e Marina per la comunicazione che ne ha fatto all'Accademia.18


Elaborazione originale da fonte esterna    Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 2 – Loligopsis Bomplandi, Verany 19    Figura 3 – Onychoteuthis Morisii, Verany 20


Il comandante Serra aveva raccolto vari reperti di interesse antropologico, poi donati all'Armeria sabauda.21 Non è stata ancora reperita alcuna notizia sull'eventuale uso del circolo di riflessione a prismi, donato da Giovanni Battista Amici (1786-1863) proprio per questa missione – si veda l'Epistolario di Giacomo Garibaldi (1798-1846). Un esperimento ben diverso, ricordato da altre fonti, deve essere stato di maggiore soddisfazione e viene il dubbio che ben pochi di questi "strumenti" si siano rotti durante il viaggio!

Il Piemonte anch'egli si è adoperato per far navigare i suoi vini, avendoli nell'anno 1836 spediti a Rio Janerio sopra la reale Fregata l'Euridice, che salpò di Genova, ed ivi tornò riportandone i saggi con felicissimo esito: e il vino specialmente d'Asti e di Caluso si bevvero in diversi porti Americani, col loro primitivo gusto non solo, ma coll'acquisto d'una maggiore vivacità, dopo che per molti mesi varcarono l'Oceano, ed ebbero toccati tutti quei lidi remotissimi.22

A motivare ulteriormente la spedizione nell'America del Sud ci sono state anche esigenze di sicurezza per il regno sardo, come è stato rivelato vari anni dopo.

Né solamente dalla vicina Francia i principi che regnavano in Italia paventavano irruzioni di esiliati, ma persino dalla lontana America pensavano vedere giungere da un giorno all'altro i liberatori della patria. Il Gabinetto di Torino ebbe avviso che molti esuli italiani, ricoverati a Rio-Janeiro, città capitale del Brasile, avevano intenzione di armarvi tre brigantini che possedevano, inalberarvi il vessillo dei tre colori nazionali, traversare l'Atlantico, penetrare nel Mediterraneo ed approdare sul lido italiano per darvi la mano ai numerosi malcontenti e proclamarvi la repubblica una ed indivisibile. Obbedivano costoro ai cenni di un Sambercari o Zambeccari. L'impresa era arrischiata assai, ma non senza probabilità di riescita. Sebbene nella relazione fatta al Governo sardo, come suole sempre accadere, vi fosse della esagerazione, tuttavia qualche cosa di vero doveva pur esservi, poiché risultò essere quei rifugiati realmente padroni di tre piccoli legni, però alquanto vecchi e sdrusciti, i quali difficilmente avrebbero potuto resistere ad un viaggio a traverso dell'Atlantico: uno di questi legni era [<93-94>] comandato da un Rossetti, genovese, persona ardita e valorosa. Era fra costoro [Giuseppe Garibaldi] [...] Pertanto in questo stato di cose il Governo sardo, sospettoso come sono tutti i Governi i quali non hanno per base l'amore del popolo, spediva nell'anno 1836 la fregata Euridice, sotto il comando del conte Francesco Serra, alla capitale del Brasile per sorvegliare quella supposta spedizione. Durante il soggiorno dell'Euridice in quel porto, corse voce avessero quegli esuli ordito una congiura per impadronirsi della fregata, mediante certe intelligenze che asserivano avere a bordo: dissesi eziandio che buon numero di marinai sarebbero disertati per unirsi a quei fuorusciti; ma non fu nulla di nulla: nessun tentativo venne fatto per sorprendere la nave, ed i marinai rimasero fedeli al loro dovere: uno solo mancò alla chiamata nel giorno della partenza.23

In conclusione, è possibile affermare che gli obiettivi scientifici hanno avuto una importanza trascurabile nella missione dell'Euridice.




1 Giuseppe Garibaldi ricevette le sue istruzioni da Giuseppe Mazzini "e partì per preparare e seguire un movimento che doveva avvenire in Genova. La sua missione era quella di impadronirsi al primo trionfo dei repubblicani, della fregata l'Euridice, ove egli si trovava per essere entrato nella marineria Sarda. La sua impazienza però, non gli permise di seguire esattamente la via che gli si era tracciata. Volle prendere parte attiva all'azione, sbarcò e recossi in Genova ove era voce dovesse assaltarsi la caserma dei carabinieri, ma l'imperizia e la debolezza dei capi soffocò al suo nascere il movimento. Una colonna di truppe circondò piazza Sarzana onde aver nelle mani i promotori e Garibaldi stesso ebbe appena campo di nascondersi in una bottega, da dove non sortì che alla sera per fuggire da quello stato che lo condannava a morte, e recarsi in America"; L. Stefanoni, Giuseppe Mazzini. Notizie storiche (Milano, Carlo Barbini, 1863), p. 67 Link esterno Google libri (per Harvard University)

È possibile immaginare per ogni pagina di Urania Ligustica un'aria in qualche modo attinente. In questo caso la scelta è obbligata: Cleòmbroto, del compositore ligure Paolo Mazza Link esterno YouTube.

2 "Quanto alle navi a vela un nuovo e vasto campo di attività venne loro aperto nel 1833, perché da quell'anno in poi il Governo sardo cominciò a mantenerne sempre qualcuna nelle acque dell'America meridionale a scopo di proteggervi le fiorenti colonie commerciali ivi impiantate dai Liguri. Prima ad esservi mandata fu la fregata Des Geneys, l'antica Haute Combe - cui appunto nel corso del 1833 era stato imposto questo nuovo nome - al comando del capitano di vascello cavaliere Olzati: dopo vi andarono l'Euridice (1836-1837-38) al comando del capitano di vascello cavaliere Francesco Serra, il quale risalì con la sua nave anche il Rio delle Amazzoni, e la Regina (1838) al comando del capitano di vascello Giuseppe Albini; quest'ultima nave, che aveva a bordo in qualità di ufficiale il principe Eugenio di Carignano, doveva compiere un intero giro intorno al globo, ma, per avarie sofferte, non potè compierne che la metà. Tornata la Regina, venne spedita in quelle lontane regioni l'Aquila, nuova corvetta da 24 cannoni varata alla Foce nel 1838: la comandò il capitano di fregata Augusto Corporandi d'Auvare. Nel 1842 andò nuovamente l'Euridice al comando del capitano di fregata Maurizio di Villarey, ed all'incirca nello stesso tempo (1842-45) l'Eridano, brigantino da 16 cannoni comandato dal conte di Persano che visitò pure molti porti del Pacifico, poi (1844-48) il Colombo, altro brigantino della stessa classe comandato dal capitano di fregata Tholosano di Valgrisanche, ecc.". E. Prasca, "La Marina da guerra di Casa Savoia dalle sue origini in poi. Notizie storiche", estratto da Rivista Marittima (Roma, giugno-ottobre 1892), p. 114 Link esterno Internet archive (per Harvard University).

"Durante il regno di Carlo Alberto (1831-1849) l'impulso allo sviluppo della Marina diminuisce. Tuttavia, Des Geneys seguita ad incoraggiare ed assecondare le iniziative commerciali, riuscendo ad ottenere che il governo di Torino si interessi alle intraprendenti colonie liguri dell'America meridionale. Il 25 febbraio 1834, la fregata Des Geneys fa vela per la prima volta oltre l'Atlantico per Rio de Janeiro. Nell'agosto del 1836, la fregata Euridice si reca a Montevideo. L'8 settembre 1838 salpa da Genova la fregata Regina per tentare la circumnavigazione del globo". Da Marina Militare Link esterno La Marina del Regno di Sardegna (testo verificato il 21 agosto 2012).

3 Una migliore riproduzione del dipinto è in Link esterno Cultura Barocca, a cui si rimanda anche in merito ai traffici e ai problemi dei Liguri in Sudamerica; la fonte è: N. Cuneo, Storia dell'emigrazione italiana in Argentina (1810-1870) (Milano, Garzanti, 1940).

4 G. Carena, "Notizia storica intorno ai lavori della Classe delle Scienze Fisiche e Matematiche, dal giugno 1835 al giugno 1836", Memorie della Reale Accademia delle Scienze di Torino, 39 (1836), p. VIII Link esterno Internet archive (per Michigan University).

5 "Carlo Barbanti, macchinista della Reale Accademia delle scienze, istruttissimo nella pratica e nella teorica dell'arte sua" aveva operato "nelle specole astronomiche di Palermo, di Napoli, ed ora in questa di Torino"; G. Carena, Osservazioni ed esperienze intorno alla parte meccanica della trattura della seta nel Piemonte (Torino, Tipografia Chirio e Mina, 1837), p. 30 Link esterno Google libri (per New York Public Library). "Negli anni trenta Carlo Barbanti è costruttore di pregevoli livelli, teodoliti, sestanti. È il «macchinista» ufficiale dell'Accademia delle scienze e del Regio Osservatorio"; Le esposizioni torinesi nei documenti dell'archivio storico Amma, 1829-1898, a cura di P. L. Bassignana (Torino, U. Allemandi, 1992), p. 88. "Carlo Barbanti, costruttore torinese di strumenti scientifici, prevalentemente topografici, macchinista all'Osservatorio Reale nel 1829 e all'Accademia Reale delle Scienze di Torino nel 1837"; E. Borchi, R. Macii, Gli strumenti di meteorologia dell'Istituto Geografico Militare (Firenze, IGM, 2009), p. 58.

6 Carena (1836), opera citata, p. IX.

7 Ibidem, pp. X-XIII.

8 Il codice contenente le rime dell'Anonimo genovese è stato scoperto nel 1821 da Matteo Molfino.

9 Notizie per lo più tratte da Wikipedia Link esterno Euridice (corvetta). La scheda accenna anche alla missione: "Nel 1836 l'Euridice, al comando del capitano di fregata Francesco Serra, venne inviata a Montevideo, dove giunse nell'agosto di quell'anno, e per due anni stazionò in Sudamerica a protezione delle società commerciali liguri fiorite nel continente, svolgendo inoltre compiti di rappresentanza e di vigilanza ed assistenza ai velieri italiani presenti in quelle acque. Tra il 1836 ed il 1838 l'unità stazionò a Rio de Janeiro e sul Rio della Plata, e successivamente ebbe anche occasione di risalire il Rio delle Amazzoni, tornando poi in Italia" (testo verificato il 22 agosto 2012). Serra era, in effetti, capitano in 2° di vascello; Calendario generale pe' Regii Stati, 13 (Torino, Stamperia G. Pomba, 1836), pp. 338, 346 Link esterno Internet archive (per University of Illinois Urbana-Champaign). Per il numero dei cannoni: G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, vol. 7 (Torino, Maspero, Cassone e Marzorati, 1840), p. 819 Link esterno Google libri (per Virginia University).

10 Ampia scheda biografica, con fotografia, in Link esterno Senato della Repubblica Italiana.

11 G. Carena, "Notizia storica intorno ai lavori della Classe delle Scienze Fisiche e Matematiche, dal luglio del 1836 a tutto dicembre 1837", Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino, 40 (1838), pp. III-IV Link esterno Internet archive (per Michigan University).

12 Calendario generale pe' Regii Stati, opera citata, pp. 338, 339. Todon ha partecipato alla battaglia di Tripoli (27 settembre 1825), ma senza distinguersi; C. Randaccio, Le marinerie militari italiane nei tempi moderni (1750-1860) (Genova, Luigi Beuf, 1870), pp. 29-33 Link esterno Google libri (per Harvard University). Nel 1830 ha trasmesso all'Accademia delle Scienze un campione di polvere caduta sulla nave su cui prestava servizio, al largo di Tunisi; G. Carena, "Polvere caduta dall'atmosfera, e raccolta sulla fregata Carlo Felice, nel Mediterraneo", Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, 36 (Torino, Stamperia Reale, 1838), pp. XI-XII Link esterno Google libri (per Oxford University); cfr. A. Sobrero, Notizia storica dei lavori fatti dalla Classe di Scienze fisiche e matematiche della Reale Accademia delle Scienze di Torino negli anni 1864 e 1865 (Torino, Stamperia Reale, 1869), pp. 142-143 Link esterno Google libri (per Universiteit Gent). È posto a riposo nel 1851, "perché affetto da malattia che non lasciava speranza di guarigione, ed avente inoltre il numero richiesto d'anni di servizio"; Atti del Parlamento subalpino. Sessione del 1851 (IV Legislatura), vol. 3 (Firenze, eredi Botta, 1865), p. 458 Link esterno Google libri (per Harvard University).

13 P. Isnard, a cura di, Jean-Baptiste Verany (1800-1865) (Nizza, Museum d'histoire naturelle, 2001). Tra le opere di Gio. Batta Verany è opportuno almeno citare: "Regno animale. Invertebrati", in Descrizione di Genova e del Genovesato, vol. 1, parte 2ª (Genova, Tipografia Ferrando, 1846), pp. 83-110 e 3 tavole fuori testo Link esterno Google libri (per Michigan University); esiste anche in estratto: Catalogo degli animali invertebrati marini del golfo di Genova e Nizza (Genova, Tipografia Ferrando, 1846), 30 pp. + 1 non numerata e 3 tavole fuori testo Link esterno Google libri (per Harvard University).

14 Non ho trovato lavori specifici su questa missione dell'Euridice nella letteratura critica. La fregata "toccò il 20 [agosto 1836] Gibilterra, il 6 settembre Teneriffa, e giunse il 16 ottobre a Rio Janeiro, ove rimase sino all'11 dicembre, recandosi poi a Montevideo, ove giunse il 1° gennaio 1837"; Rivista marittima (Roma, Ministero della Marina, 1922), p. 1007.

Brevi aggiornamenti sulla spedizione compaiono nella stampa dell'epoca. "La fregata di S. M. l'Euridice... giunse a Montevideo il I° di gennajo [1837]. Alcuni giorni dopo, il cavaliere Serra, comandante, recossi a Buenos-Ayres. Distinta fu l'accoglienza con cui egli fu ricevuto sì dalle podestà di questo paese, come da quelle della Banda Orientale, altrimenti Repubblica dell'Uraguay. Il nostro commercio in quelle parti gode della miglior protezione; e grande si è nel Rio della Piata la frequenza dei legni coperti dalla reale bandiera. Notabilissimo parimenti è il numero dei nostri nazionali stabiliti sulle rive di quel fiume, specialmente a Montevideo. L'equipaggio dell'Euridice godeva ottima salute. La fregata doveva rimettersi in mare al finir di gennajo per recarsi a Santa Caterina e tornar poi a Rio-Janeiro"; Redazione, "Piemonte", La voce della verità. Gazzetta dell'Italia centrale, n. 910 (Modena, Tipografia Camerale, 1° giugno 1837), p. 580 Link esterno Google libri (per Osterreichische Nationalbibliothek).

15 Informazioni dedotte da una durata della missione di "16 mesi e più" e da un cenno alla quarantena in: "Enologia Piemontese", Giornale agrario lombardo-veneto e continuazione degli annali di agricoltura, 10 (Milano, Tipografia Lampato, 1838), 2° semestre, p. 40 Link esterno Google libri (per Bibliothèque municipale de Lyon).

16 "Il Professore Gené, deputato col Cav. Carena, fa relazione intorno a un lavoro del signor Giambattista Verani Sur deux nouvelles espèces de Céphalopodes trouvées (par lui) dans l'Océan"; Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino, serie 2ª, 1 (1839), pp. XLIII, 99-101 Link esterno Google libri (per Oxford University).

17 "Si fa lettura di una lettera del Primo Segretario di Stato per gli affari di Guerra e Marina, il quale manda all'Accademia il giornale delle osservazioni meteorologiche state fatte a bordo della Regia Fregata l'Euridice durante il suo viaggio nel mar atlantico"; Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino, serie 2ª, 1 (1839), pp. XLV-XLVI Link esterno Google libri (per Oxford University).

18 "Succinto ragguaglio delle osservazioni meteorologiche state fatte a bordo della R. fregata l'Euridice nel suo viaggio lungo le coste dell'America meridionale, negli anni 1836-1837", Ibidem, pp. LIII-LIV.

19 Estratto della litografia a colori di Comba da disegni di G. B. Verany; "Mémoire sur deux nouvelles espèces de Céphalopodes trouvées dans l'Océan", opera citata, prima tavola fuori testo Link esterno Internet Archive (per Natural History Museum Library, London). È considerata una specie valida: M. J. Sweeney, R. E. Young Link esterno Taxa Associated with the Family Loliginidae Lesueur, 1821.

20 Ibidem, seconda tavola fuori testo. È considerata una specie valida, ma in chiave dubitativa: M. J. Sweeney, R. E. Young Link esterno Taxa Associated with the Family Enoploteuthidae Pfeffer, 1900.

21 V. Seyssel d'Aix, Armeria antica e moderna di S. M. Carlo Alberto (Torino, Stabilimento Tipografico Fontana, 1840), pp. 24, 226-227 Link esterno Google libri (per Bayerische Staatsbibliothek).

22 G. Mamiani, "Appendice alla memoria sulla necessità di far rivivere l'esportazione de' nostri vini", Esercitazioni dell'Accademia Agraria di Pesaro, 7 (Pesaro, A. Nobili, 1838), 1° semestre, p. 37 Link esterno Google libri (per Harvard University). "È da aggiungersi che il Vice presidente dell'Accademia, il Marchese Lascaris di Ventimiglia, offre due casse di bottiglie, e due botti di legno ripiene di varie qualità di ottimo vino nostrano, onde riconoscere meglio che forse non si sia potuto fare finora, se i nostri vini reggano bene ai lunghi trasporti di mare, come accade dei vini di alcune provincie Europee che ne fanno un sì lucroso commercio"; R. Ragazzoni, Repertorio d'agricoltura e di scienze economiche ed industriali, 4 (Vigevano, Tipografia Vitali e compagni, 1836), p. 237 Link esterno Google libri (per Bibliothèque municipale de Lyon). Informazioni assai dettagliate in: "Enologia Piemontese" (1838), opera citata, pp. 38-42. "La speranza di procurare ai nostri vini uno spaccio oltre l'Atlantico è una vera utopia"; R. Ragazzoni, Repertorio d'agricoltura e di scienze economiche ed industriali, nuova serie, 3 (Torino, Tipografia Speirani e Ferrero, 1846), p. 436 Link esterno Google libri (per Bibliothèque municipale de Lyon). Il futuro è degli utopisti!

23 A. Michelini, Storia della marina militare del cessato regno di Sardegna dal 1814 sino alla metà del mese di marzo del 1861 (Torino, Tipografia eredi Botta, 1863), pp. 93-94 Link esterno Google libri (per California University).



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