Urania Ligustica

Astronomia e astrofisica

Francesco Porro – a cura di

Observationes circa fixas (1902) 1

Astronomia vs Astrofisica


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[Pag. 22]


Observationes circa fixas (p. 22)

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convesse, alle quali si è costretti ricorrere sui globi, siano riportate sul piano, dove è possibile disporre le figure in modo più conforme all'effetto che producono sopra un osservatore collocato all'interno della sfera: e non si capisce come la cattiva abitudine si sia perpetuata (salvo poche eccezioni) sino ai giorni nostri. Nella seconda e postuma edizione del Bayer (1), l'editore Giulio Schiller, aequalium imbellicitati obtemperans, ritornò alla rappresentazione inversa, o tolemaica, aggiungendo, per colmo di inopportuno zelo, una radicale riforma della nomenclatura, con la sostituzione di nomi cristiani ai vecchi termini mitologici consacrati dall'uso per tanti secoli. La riforma non incontrò il favore degli astronomi, i quali ancora oggi continuano a designare gli asterismi e le singole stelle con i nomi assegnati dai Greci e dagli Arabi, aggiungendovi soltanto alcuni nomi moderni, desunti dalla nautica, per costellazioni australi, o per piccoli aggruppamenti di stelle «informi», che cioè non rientrano entro i limiti degli asterismi tolemaici.

    Ciò che l'Argelander dice nel secondo paragrafo, relativamente all'eccessiva importanza che si è data al lavoro del Bayer (passando sotto silenzio il merito proprio di avere nell'Uranometria Nova riformato ab imis questo ramo dell'Astronomia), serve mirabilmente a dimostrare il valore delle ricerche fatte dal Montanari e dal Bianchini. Debbo anzi confessare che, quando per la prima volta mi accinsi allo studio degli schizzi contenuti nel codice CCCLXXXVII della Capitolare Veronese, ebbi una grande delusione, trovando i disegni e le note non rispondenti alle indicazioni del Manfredi: ma il passo accennato dell'Argelander valse a farmi comprendere che, meglio di applicarsi alle stelle variabili, i documenti da me scoperti a Verona dovevano servire a gettar luce sopra l'importante questione delle supposte variazioni a lungo periodo nelle grandezze stellari. Infatti i documenti stessi provano come i due astronomi italiani siano stati forse i primi a credere che le differenze tra Bayer e il cielo fossero dovute non ad errori delle carte, ma a variazioni di splendore, a comparse od a scomparse di stelle. Tale opinione fu generale nei secoli XVII e XVIII, e non cessò interamente di avere corso prima delle ricerche critiche dell'Argelander: come questi scrive, si credette fossero scomparse le stelle segnate in Bayer e poi non trovate a loro luogo, e si ritenne certa una intera scienza delle variazioni successive o, per così dire, secolari di certe stelle, fondata sul fatto che i rapporti di splendore di alcune stelle non sono ora i medesimi che in Bayer. Per confutare siffatta dottrina, l'Argelander studia le fonti delle posizioni e delle grandezze dell'Uranometria Bayeriana, mostrando come le une e le altre siano state desunte dai cataloghi e collocate con precisione nelle carte, ma senza che l'autore si sia curato di confrontare con il cielo e quindi di apportare correzioni di autorità propria, salvo in rarissimi casi. Talvolta dove già erano errori di posizione, ne aggiunse:


    (1) Coelum stellatum Christianum – Augustae Vindel. 1627, fol. transvers.


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1 F. Porro, a cura di, Observationes circa fixas - Schizzi di carte celesti delineati da Francesco Bianchini sopra osservazioni proprie e di Geminiano Montanari... (Genova, Fratelli Pagano, 1902), p. 22.



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