Urania Ligustica

Astronomia e astrofisica

Francesco Porro – a cura di

Observationes circa fixas (1902) 1

Astronomia vs Astrofisica


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[Pag. 24]


Observationes circa fixas (p. 24)

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Norimberga, autore di un'opera sulla costruzione delle sfere, pubblicata a Parigi nel 1533, e versatissimo quindi in materia cosmografica, abbia tratto esclusivamente dalla sua fantasia le immagini, che egli poteva benissimo aver ricavato dai globi italiani del Rinascimento. E mi par naturale il supporre che questi si siano ispirati alle sfere arabe, studiate direttamente nella Spagna da quei dotti latini che ivi si recarono nei secoli precedenti, od attinsero alle fonti dell'arabico sapere (Gerberto, benedettino francese, Gerardo da Cremona, Alfonso re di Castiglia, Campano da Novara ed altri).

    Auguro che la questione venga decisa da chi abbia agio e opportunità di confrontare i globi celesti del Mercatore (cinque dei quali ancor si conservano in Italia, a Cremona, ad Urbania, a Roma, a Fumane presso Verona ed a Prato) con le anteriori rappresentazioni della sfera, che si possono trovare nelle biblioteche italiane, francesi e spagnole.

    Le posizioni del Bayer sono ricavate precipuamente dai due cataloghi ticonici. Egli non conobbe certamente le tavole rudolfine, uscite nel 1627, cioè dopo la sua morte: ed è dubbio se abbia potuto conoscere i luoghi stellari dei Progymnasmata, perché la prefazione di questi è del 1602 (pr. Kalendas Aug. MDCII), e la prefazione dell'Uranometria di appena un anno dopo, come abbiamo veduto. È da notare che, come appare dalla recente biografia di Tycho Brahe, dovuta al Dreyer, il secondo volume dei Progymnasmata fu distribuito ad alcuni amici una quindicina d'anni prima e che, come all'Argelander stesso è noto, alcune copie del catalogo maggiore ticonico corsero sin dal 1598 tra i dotti.

    Ad ogni modo, le pazienti indagini dirette dall'Argelander provano che il Bayer non ebbe notizia del grande catalogo, perché nell'Uranometria non figurano, o figurano in luoghi diversi da quelli di Ticone, tutte le stelle non comprese nei Progymnasmata. Anche il Bartsch, amico e collaboratore del Bayer, viene a questa conclusione.

    Confrontando, nel paragrafo quinto la sua dissertazione, le tavole di Bayer alle 777 stelle di Ticone, l'Argelander trova quasi sempre una perfetta corrispondenza, eccettuati alcuni errori, come, per esempio, quelli di Cassiopeja, dovuti certamente a viziosa divisione dei margini. Da quattro tavole (Leone, Cane Minore, Orione, Pegaso) dedusse 208 errori per 104 stelle, e trovò di una posizione Bayeriana l'error medio uguale a 6',69, l'error probabile a 4',51. Nel Leone due forti differenze accrescono gli errori, una di 30' in meno, l'altra di 35' in più, nelle latitudini: escludendo le due stelle corrispondenti, β ed l, si riduce l'error medio a 5',90, il probabile a 3',98. Nella carta del Leone il grado di latitudine non arriva a 7 millimetri, e quindi l'error probabile di un luogo del Bayer è di circa mezzo millimetro. Se si pensa che sulle tavole non sono segnati i circoli, tanto che si dovettero trasportare le posizioni con la squadra e il compasso, che l'impressione deforma la carta sotto il torchio, e che molte stelle, specialmente in Orione, sono più avvicinate che non comporti la larghezza dei segni, posti a rappresentare le grandezze, non appare esagerata l'affermazione


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1 F. Porro, a cura di, Observationes circa fixas - Schizzi di carte celesti delineati da Francesco Bianchini sopra osservazioni proprie e di Geminiano Montanari... (Genova, Fratelli Pagano, 1902), p. 24.



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