Urania Ligustica

Astronomia versus Astrofisica

Francesco Porro

Fonti terziarie

Astronomia vs Astrofisica



15 riferimenti


Le fonti qui elencate non aggiungono nulla a quanto le fonti secondarie segnalano sull'Autore, in merito a quanto di interesse in Urania Ligustica,
come è meglio spiegato dopo i riferimenti bibliografici qui citati o in calce agli estratti proposti.
Ciò non vuol dire che la loro lettura sia inutile in relazione ad altre vicende umane, letterarie, storiche o scientifiche.


Indicatori di completezza


Anno Riferimenti
Indicatore di completezza 1915 [Anonimo], "Gian Giacomo Porro", Cronaca delle Belle Arti, II, 1915, pp. 70-72, con ritratto in divisa.
"Una triste notizia ha funestato in questi giorni il campo degli studiosi di archeologia e l'Amministrazione delle Antichità e Belle Arti. Il dott. Gian Giacomo Porro, Ispettore presso il Museo di antichità di Cagliari, è morto il 28 agosto corrente sul campo di battaglia, colpito in fronte da un proiettile nemico, immolando alla patria la sua giovane e promettente esistenza. / Nato in Torino l'11 gennaio 1887 dall'illustre astronomo prof. Francesco Porro, della R. Università di Genova, e laureatosi nella facoltà di lettere a Torino l'8 luglio 1909, il dott. Gian Giacomo Porro iniziò la sua carriera come supplente di materie letterarie presso i Ginnasi di Mortara, di Oristano e di Bobbio. Ma le sue attitudini ed i suoi studi lo portarono verso l'archeologia, alla quale già aveva recato un primo contributo con la sua tesi di laurea, che, rielaborata e pubblicata nel 1911, costituisce un buon saggio mitologico intorno al culto di Asclepio. / Così, essendo stato bandito nel settembre di quell'anno medesimo il concorso per l'alunnato alla R. Scuola Archeologica di Atene, egli vi prese parte, coll'intento principale di dedicarsi allo studio della religione antica, per il quale studio gli era soprattutto necessario approfondire la conoscenza dei monumenti figurati, che ancora in lui difettava. / Riuscì vincitore del concorso, svolgendo con chiarezza, ordine e precisione, come ebbe a dichiarare la Commissione giudicatrice, una illustrazione del vaso di Suessula, firmato da Hieron e Makron, con rappresentanza del mito di Elena, e raggiunse la sua nuova residenza il 1° gennaio 1912, rimanendo alla scuola di Atene sino al 30 giugno 1913 e affermandosi rapidamente per le sue solide cognizioni e per la sua notevole attitudine all'indagine archeologica. / Durante il tempo in cui fu alla scuola di Atene, dopo un primo periodo di orientamento, sotto la direzione dotta ed assidua di Luigi Pernier, e di escursioni in Grecia ed a Creta, dalla quale ultima trasse i materiali per riferire intorno al tesoro dell'Asclepieo di Lebena nell'adunanza della Scuola del 3 aprile 1912, egli si dedicò con amore e con grande zelo parte agli scavi di Creta e parte a ricerche archeologiche nel Dodecaneso. / In Creta il Porro prese parte agli scavi dell'Odeon e del Pretorio di Gortyna. Nel Dodecaneso collaborò dapprima col Gerola alla ricognizione archeologica delle varie isole ed al Catalogo delle antichità monumentali di esse, rivolgendo in modo speciale le sue cure a quelle di Rodi, di Simi e di Cos. Poi, per incarico della Scuola di Atene, eseguì ricerche e scavi in territorio di Kamiros e di Jalysos a Rodi, e per incarico del Gerola attese a sistemare le collezioni pubbliche e private esistenti a Rodi, Lindos, Simi e Cos, e della prima redasse anche un accurato catalogo. In queste varie missioni egli ebbe a meritare lusinghieri attestati tanto dal Direttore della Scuola di Atene, dott. Pernier, quanto dal dott. Gerola, capo della Missione archeologica nelle Sporadi. / Compiuto così lodevolmente il suo alunnato presso la Scuola di Atene, il dott. Porro fu nominato Ispettore incaricato presso la R. Soprintendenza delle antichità della Cirenaica a partire dal 1° agosto 1913, e sino al 31 gennaio 1914, col compito particolare di studiare la delimitazione delle aree d'interesse archeologico da riservarsi ai futuri scavi governativi a Tocra, a Tolmetta, ad Apollonia ed a Cirene, internandosi anche per circa 500 metri, non senza pericolo personale, nel cunicolo della fonte di Apollo e assistendo a brevi scavi a Tolmetta e a Mafluga. Anche nell'ordinamento della mostra archeologica all'Esposizione coloniale di Genova il Porro ebbe a prestare un aiuto prezioso. Nel 1914, essendo stato messo a concorso il posto di ispettore per il Museo archeologico di Cagliari e per gli scavi della Sardegna, egli si presentò come candidato e svolse il tema sulle Domus de Gianas della Sardegna e sulle loro relazioni con monumenti analoghi del resto d'Italia, mostrando di conoscere esattamente (sono parole del relatore prof. Roberto Paribeni) le varie questioni e i vari elementi di confronto sia per la età neolitica ed eneolitica che per il successivo svolgimento di quella fase della civiltà protosarda. / Dichiarato vincitore del concorso e nominato Ispettore nel ruolo dei musei, gallerie, monumenti e scavi con Decreto del 16 aprile 1914, egli assunse il suo servizio col 1° giugno di quell'anno. Da quel giorno cooperò dapprima col Sovrintendente prof. Taramelli alla esplorazione della grotta votiva di S. Michele in Ozieri, che dette importante materiale di età neolitica, e preparò poi l'ordinamento e la illustrazione di questo, con speciale riguardo alla ceramica. Ugualmente coadiuvò il Soprintendente nelle sue ricerche sull'architettura funeraria nuragica, scoprendo e scavando con esso per quasi due mesi una quarantina di grandi tombe di vario tipo, tutte interessanti e sconosciute. Nel Museo di Cagliari, poi, concorse all'ordinamento di varie parti dell'antiquario punico-romano e del medagliere, attese all'illustrazione di una serie di statuette in bronzo di età romana, delle lampade romane con bolli figuli e rappresentazioni varie e intraprese animosamente lo studio della bella serie delle terrecotte puniche di S. Gilla, le quali per copia e varietà di tipi come anche per i loro rapporti con l'arte siceliota e con quella orientalizzante costituiscono uno dei più importanti e significativi gruppi di ceramiche cartaginesi. / Infine, il dott. Porro stava coadiuvando il Taramelli nella preparazione della campagna di scavo al castello-fonderia di Monte Idda, di Decimoputzu e alla prosecuzione di quella di Abbasanta e di Laerru quando, nell'imminenza della nostra guerra, egli fu richiamato sotto le armi il 3 maggio ultimo scorso come tenente di complemento nell'arma di fanteria, troncando così, e pur troppo per sempre, la sua carriera laboriosa, disciplinata e appassionata. / Converrebbe ora dire delle sue pubblicazioni numerose e notevoli per un così breve periodo di attività scientifica: in tutte il Porro si dimostra buono e diligente osservatore, dotato di eccellenti attitudini per le ricerche topografiche, bene informato dei lavori precedenti e chiaro espositore dei risultati delle sue ricerche. Ne facciamo seguire l'elenco: / 1) Asclepio - Saggio mitologico. Milano, 1911; / 2) Il Pretorio di Gortina, in Bollettino d'Arte, ottobre 1913; / 3) Elenco degli Edifici monumentali, LXXI: Le tredici Sporadi, in collaborazione con G. Gerola. Roma, 1913; / 4) Rodi - Esplorazioni nel territorio di Kamiros, in Annuario della R. Scuola Archeologica di Atene. I, 1914 (riassunto dell'articolo che vede la luce nel presente fascicolo del Bollettino d'Arte); / 5) La parola di un agronomo sugli Asnam, in Ausonia, 1914; / 6) Bolli di anfore rodie trovati in Sardegna, in Archivio storico sardo, 1914; / 7) Bolli di anfore rodie del Museo Nazionale romano, in Annuario della R. Scuola Archeologica di Atene. II, 1915 (in corso di stampa); / 8) Iscrizioni di Rodi (idem); / 9) Il Tesoro dell'Asklepieion di Lebena, in Studi Romani, 1915, 1; / 10) Influssi dell'Oriente preellenico sulla civiltà primitiva della Sardegna, in Atene e Roma, giugno-luglio 1915; / 11) Scavi nelle necropoli nuragiche della Sardegna, in collaborazione con A. Taramelli, in Notizie degli scavi, 1915 (in corso di stampa); / 12) Ricognizione archeologica di Kamiros, in Bollettino d'Arte, ottobre, 1915; / 13) La grotta votiva di S. Michele di Ozieri, in Bollettino di Paletnologia italiana, 1915 (da pubblicarsi). / È rimasto interrotto il suo vasto studio, già avviato, delle terrecotte figurate dello stagno di S. Gilla e non vide mai la luce, perché redatta ad uso amministrativo, un'accurata sua relazione sulle collezioni archeologiche di Lindos, Simi e Cos, esistente manoscritta presso la Direzione generale di Antichità e Belle Arti. / La gloriosa morte degli eroi ha troncato per sempre questa attività veramente operosa e feconda, che in altro campo andava spargendo i semi di una messe scientifica che non verrà a mietitura. Gian Giacomo Porro si apprestava ora al concorso per Ispettore al Museo Preistorico di Roma e sognava nuovi orizzonti per i suoi studi e per le sue indagini. / L'opera da lui compiuta, non lunga ma animata sempre da una grande fiamma di entusiasmo, gli assicura tuttavia incancellabilmente il suo posto nella schiera degli studiosi che nel nostro tempo hanno saputo affermare il valore e l'efficacia della scienza archeologica italiana. / Il Colonnello comandante il Reggimento di cui il Porro faceva parte, nel comunicarne la perdita alla Soprintendenza di Cagliari, così soggiungeva: «Egli era ufficiale di complemento distinto, e nelle azioni alle quali prese parte dimostrò calma, serenità nel decidere e disporre, ardimento e coraggio nell'eseguire. La sua perdita, per quanto gloriosa, è da noi tutti compianta, poiché alle sue qualità militari, univa qualità di mente e di cuore fulgidissime. Ebbe da noi sepoltura più degna possibile»".
Indicatore di completezza 1916 W. N. Bates, "Archaeological news", American Journal of Archaeology, 20 (1916), n. 1, p. 96.
"Gian Giacomo Porro. – Dr. Gian Giacomo Porro was killed in battle, August 28, 1915. He was born in Turin, January 11, 1887, and graduated from the University of Turin in 1909. He was the son of the astronomer, Francesco Porro. In 1911 he joined the Italian archaeological school at Athens, took part in the excavations at Gortyna, and in the exploration of the islands of Rhodes, Syme and Cos. In 1914 he went to Cyrene on an archaeological mission, and on his return was made inspector at the museum at Caglieri [Cagliari]. He assisted Taramelli in the exploration of the grotto of S. Michale [Michele] at Ozieri. He had published thirteen articles. (Cronaca delle Belle Arti, II, 1915, pp. 70-72; fig.)".
Indicatore di completezza 1916 L. Mariani, "Gian Giacomo Porro. Necrologio", Notiziario archeologico del Ministero delle Colonie, 2 (1916), pp. 1-4.
"La falange dei giovani archeologi che hanno ben meritato nella esplorazione dei territori riservati ai nostri studi, deve segnare nell'albo delle sue memorie un lutto ed una gloria, col nome di Gian Giacomo Porro, morto combattendo valorosamente per la Patria, il 28 agosto 1915. E della perdita amara si duole particolarmente la nostra famiglia di archeologi coloniali, perché egli prestò anche l'opera sua presso la Sopraintendenza delle antichità in Cirenaica, come ispettore incaricato, pel semestre 1 agosto 1913-31 gennaio 1914. / Figlio dell'illustre astronomo Francesco Porro, professore nella R. Università di genova, egli era nato in Torino l'11 gennaio 1887. Aveva compiuto in patria gli studi classici ed era stato educato ad elevati sentimenti dalle nobili tradizioni di coltura e di patriottismo della sua famiglia. Si laureò in lettere nella R. Università di Torino l'8 luglio 1909, maturando quel genere di studi per cui mostrò poi predilezione, cioè le ricerche intorno alle antiche religioni; la sua tesi infatti fu la base della sua pubblicazione assai lodevole sul Culto di Asclepio nell'antichità, che vide la luce nel 1911. [...] Dopo aver concorso alla esplorazione dell'Odeion e del Praetorium di Gortyna, fu inviato in missione nel Dodecaneso a fianco del professore Giuseppe Gerola, che in quel tempo della nostra occupazione, esplorava appunto le Sporadi. E nella non breve permanenza, dal luglio all'ottobre 1912 e dal gennaio all'aprile 1913, collaborò efficacemente, alla ricognizione dei resti antichi del soprassuolo, al catalogo dei Monumenti, che fu pubblicato dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, e particolarmente visitando le isole di Simi, Cos e Rodi. Quivi pure praticò scavi nella necropoli di Camiros, i cui risultati furono raccolti in un articolo del Bollettino d'Arte del 1915. Nominato ispettore delle antichità in Cirenaica, ebbe incarico principalmente di studiare i terreni archeologici allo scopo di delimitare le zone riservate agli scavi futuri; secondo che è prescritto nell'ordinamento archeologico per le Colonie, e visitò perciò Tocra, Tolmetta, Apollonia e Cirene. Qui egli compì una esplorazione che mise in luce le sue particolari qualità di resistenza, di tenacia nei propositi, di freddo coraggio, che più tardi dovevano rifulgere sul campo di battaglia. Si inoltrò in mezzo a difficoltà non comuni entro il cunicolo della Fonte d'Apollo, sulle pareti del quale sono segnate numerose iscrizioni di varii tempi, che avevano sempre destato la curiosità degli studiosi. Su di esse aveva recentemente richiamato l'attenzione il chiarissimo prof. Toutain negli Studi romani (A. I. pag. 241 seg). Il risultato di questa penosa ricerca, che per le incomodità dell'ispezione non può dirsi che un saggio, è contenuto in un rapporto tuttora inedito che è intenzione nostra pubblicare, allorché il tentativo dell'esplorazione potrà essere ripreso e completato con più agio. Ed ora appunto, nella nuova campagna di scavo a Cirene, è in programma anche questo lavoro, doveroso sia verso la scienza che verso la memoria di chi ne fu l'ardito iniziatore. Durante il suo soggiorno in Cirenaica, si compievano pure gli scavi a Tolmetta e alla necropoli della Mafiuga, intorno ai quali il Ghislanzoni ebbe a riferire nel Notiziario dell'anno scorso pag. 76 segg. e 120; e il Porro assistette a questi con la solerzia e capacità già sperimentate. / Ed anche di poi poté rendere in Italia utili servigi alla archeologia della Libia, ordinando a Genova la sezione a questa destinata nella Mostra Coloniale, che fece conoscere ed apprezzare i primi risultati delle nostre Sopraintendenze degli [...] Al suo ritorno in patria, egli era ormai preparato per iniziare la carriera di ruolo nell'amministrazione archeologica, e riuscì infatti vincitore del concorso al posto d'ispettore per gli scavi in Sardegna, e fu addetto alla Sopraintendenza di Cagliari dal 16 aprile 1914. L'attività esplicata da lui nell'ufficio fu varia, sia collaborando all'ordinamento del Museo, sia prendendo parte agli scavi che il Taramelli continuava colla consueta energia nel ricco suolo della civiltà nuragica. Ma le tendenze peculiari del Porro lo attrassero allo studio di alcune statuette e lampade votive romane e verso un gruppo di terrecotte puniche dello stagno di S. Gilla, sulle quali stava preparando una pubblicazione. Si accingeva poi a prender parte alla esplorazione del castello-fonderia di Monte Idda e al proseguimento degli scavi di Abbasanta e di Laerru (1), [Nota a pie' di p. 3: (1) Vedi le pubblicazioni dei risultati di questi scavi, fatte dal Taramelli, anche a nome del Porro in Notizie degli scavi, 1915, pag. 108 segg. e 119 segg.] allorché, il 3 maggio 1915, il richiamo sotto le armi lo distolse dalle sue occupazioni di studio che in quel torno di tempo erano rivolte anche a superare un altro cimento; contava infatti e con fondata speranza, di prender parte all'imminente concorso d'ispettore nel Museo Preistorico di Roma. / Nominato Tenente di complemento di fanteria, partì pel fronte e prese parte alle operazioni di guerra verso il medio Isonzo, meritando le lodi de' suoi superiori per la costanza e l'abnegazione nell'adempimento del suo dovere; ma in un malaugurato mattino d'estate, mentre alla testa de' suoi militi, avanzava contro il nemico in faccia a Gorizia, fu colpito alla fronte da una palla che lo stese sul colpo, troncando così le speranze di un avvenire promettente per i nostri studi. Ed infatti tutta la sua produzione scientifica, che trovasi annoverata in Bollettino d'Arte 1915, (Cronaca delle Belle Arti pag. 72), se ascende a sole 13 pubblicazioni stampate, non è che una parte del suo assiduo lavoro; forse la migliore è purtroppo rimasta allo stato di preparazione. È da ricordare tuttavia, per le speciali ricerche che ci interessano, un articolo sugli Asnam pubblicato in Ausonia 1913, P. 2a, pag. 41, nel quale rendendo conto della monografia del Manetti sull'argomento, discute con competenza il problema molto controverso sulla natura e la cronologia di quei monumenti, ormai riconosciuti quali pressoi da olio dei berberi nell'epoca romana. / Mi piace anche di ricordare un suo scritto, nel quale, quasi presentendo prossima la sua fine, egli volle raccogliere le sue osservazioni fatte negli anni delle ricerche, sulle relazioni fra la civiltà egea e quella della Sardegna, che vide la luce in Atene e Roma, 1915, (fasc. luglio e settembre) in esso sono tracciati appunti ed idee, contributi notevoli alla questione paletnologica del Mediterraneo, che avrebbero potuto svolgersi più ampiamente in uno studio più vasto e più maturo; ma ch'egli forse sentiva di non poter conservare per un lavoro avvenire di maggior lena. / Grande è il rimpianto che Gian Giacomo Porro ha lasciato fra di noi! Non solo le sue apprezzabili qualità di studioso e di esploratore costituivano una forza del nostro piccolo esercito; ma le sue doti morali lo rendevano a noi carissimo amico. Il buon Giannino, sotto un abito di modi semplici, freddi e apparentemente duri, nascondeva un animo gentile e pieno di fervore, sicché non possiamo fare a meno di esprimere qui, a capo del volume che raccoglie i frutti dell'annata di lavoro archeologico nelle Colonie, il cordoglio per questa amara perdita che ha turbato la gioia delle fortunate scoperte".
Indicatore di completezza 1916 [Redazione], [Necrologio di Gian Giacomo Porro], The Theosophist, 37 (1916), p. 233.
"Gian Giacomo Porro was the son of the well-known astronomer, professor Francesco Porro; he was killed in the trenches by a bullet through his forehead. Of him Ms. Kirby writes: / His short life was full of promise. Endowed with an ardent nature and an exceptionally brilliant intellect, he won distinction and honours at the University at which he attained the degree of Doctor in Letters, after which he took up special studies in Archaeology, being sent successively to Athens, Rhodes, and Libia, and obtaining finally an important Government post as Inspector of Excavations and Monuments in Sardinia, until recalled for military service at the outbreak of War. An ardent patriot, with the temperament of an artist and an idealist, he was also a force and a worker for Theosophy. Many of the best Italian translations of Theosophical works, as also most of the best-written articles in the Bollettino and elsewhere, are due to his pen. To him Italian Theosophists owe the especially beautiful translation of H. P. Blavatsky's Voice of the Silence. The Italian Theosophical Society and the 'Giordano Bruno' Lodge of Genoa lose in him one of their best and most valuable workers for spreading Theosophical literature. And as he wrote, so he lived and so he died, loved and honoured by all, a soldier and a pioneer".
Indicatore di completezza 1925 "In Memoriam", Atti del IX Congresso Geografico Italiano, vol. 1 (Genova, SIAG, 1925), p. 187.
"Gli «Atti del IX Congresso Geografico Italiano», pubblicati in tempi eccezionalmente gravi di lutti per la Geografia in Italia, si chiudono col saluto reverente alla memoria di Chi diede il suo concorso al Congresso, e disparve prima che fosse compiuta l'opera che di questo è riflesso e documento.
Bernardino Frescura, dell'Istituto Superiore di Scienze Economiche e Commerciali e dell'Università di Genova, Vice-Presidente del Congresso, moriva, in una clinica di Padova, quando non erano ancora trascorsi quindici mesi dal giorno in cui, dal bordo della «Giulio Cesare» tutto fervore di vita, di lavoro e di fede, dichiarava chiuso il convegno. Al principio del 1926 cadeva Luigi Vittorio Bertarelli, Presidente del Touring Club Italiano, fattore indimenticato della grande Associazione, a cui è indissolubilmente legata, con quella della coscienza italica, la storia della geografia in Italia. Pochi giorni dopo lo seguiva nella tomba Giuseppe Ricchieri, il geografo dell'Università di Milano, veterano di tutte le battaglie per il migliore avvenire del nostro insegnamento geografico, e per la sistemazione, con accordi internazionali, della toponomastica e della topolessigrafia. E nel giugno arrivava fulminea la notizia della morte di Olinto Marinelli, Segretario Generale del Comitato Geografico Italiano, Maestro all'Università di Firenze: gloria degli studi geografici italiani.
Né basta ancora. Il Comitato Esecutivo era privato, fin dalla fase iniziale dei suoi lavori, dell'opera di Anobio Redaelli, professore all'Istituto Tecnico di Genova, e, poco dopo, di quella del Dottor Fausto Ferraro, delegato della «Compagna», la vasta associazione cittadina che tutela ed esalta, nelle memorie di Genova, la gloria d'Italia. La stessa Giunta Esecutiva era colpita da gravissimi lutti con la scomparsa del Generale Marchese Pio Invrea, nobile figura di soldato e di patrizio ligure, Assessore al Comune per la Pubblica Istruzione, con quella del Professore Angelo Scribanti, Assessore Anziano del Comune e Direttore della Scuola di Ingegnerìa Navale che è decoro di Genova e d'Italia.
E tra i Congressisti una giovine dottoressa mancava tragicamente, quando già era consegnata agli «Atti» una sua pregiata memoria scientifica, Teresa Ràcani, Assistente all'Osservatorio Metereologico dell'Università, diretto da Francesco Porro. [...]".
L'ultimo capoverso riveste un maggiore interesse in questa sede. Il contributo della dott.ssa Racani è: "21. La pioggia a Genova", da p. 52. È citata anche alle pp. 27, 56, 325.
Indicatore di completezza 1935 "Notiziario", Coelum (1936), p. 123.
Tra le pubblicazioni ricevute dall'Osservatorio astronomico di Bologna troviamo: "Scritti vari di Francesco Porro, pubblicati nel suo quarantottesimo anno d'insegnamento (1887-1935), a cura di amici e discepoli, pagg. XXVIII, 255, con ritratto del festeggiato. Genova, Marsano, 1936-XIV".
Indicatore di completezza 1938 E. Bozzano, Discarnate Influence in Human Life. A Review of the Case for Spirit Intervention (London, International Institute for Psychical Research, J. M. Watkins, 1938), p. 2.
"I soon succeeded in founding in Genoa a select group of students of this subject, among whom were Professor Enrico Morselli, Professor Francesco Porro, Luigi Arnaldo Vassallo, the writer and journalist, and Dr. Giuseppe Venzano, a well-known professional man".
Indicatore di completezza 1984 M. Volpato, a cura di, "Lettere inedite di Giovanni Vailati a Luigi Errera", Rivista di storia della filosofia, 39 (1984), pp. 116 e n, 127.
Nei saluti in calce a due lettere cenni a Porro quale amico comune.
[Nota a pie' di p. 116, con alcuni dati errati] "15. Si tratta del prof. Francesco Porro (1861-1937), che fu direttore dell'Osservatorio astronomico di Torino dal 1896 al 1901, e dal 1911 docente di astronomia e geografia fisica all'Università di Genova (su di lui cfr. anche G. Vailati, Epistolario, cit., pp. 20, 46, 208, 209 n, e 213)".
Indicatore di completezza 1991 M. Ostenc, "Educazione e cultura a Genova nel '23", Nuova Antologia, 126 (1991), n. 2179, p. 179.
La prima riunione del Sindacato fascista dell'Istruzione secondaria, fondato dagli insegnanti Bergamini e Ferrettini, ha luogo a Genova "in presenza del segretario generale del sindacalismo fascista ligure Corsanego e del professor Porro dell'Università di Genova".
Indicatore di completezza 1999 L. Giacardi, "Matematica e humanitas scientifica. Il progetto di rinnovamento della scuola di Giovanni Vailati", Bollettino dell’Unione Matematica Italiana, serie 8, vol. 2-A, La Matematica nella Società e nella Cultura (1999), n. 3, p. 319.
"Negli anni immediatamente successivi Vailati amplia il campo di indagine volgendo i suoi interessi alla sociologia, all'economia politica, alla psicologia e alla metapsichica, cioè allo studio di fenomeni quali la telepatia, la telecinesi e lo spiritismo. Frutto questo delle numerose relazioni di amicizia che intreccia con alcuni dei più brillanti esponenti della cultura torinese: l'economista e sociologo Vilfredo Pareto, Cesare Lombroso, lo psicologo Giulio Cesare Ferrari, Luigi Einaudi, Gaetano Mosca, docente di Diritto costituzionale presso l'Ateneo torinese e Francesco Porro, direttore dell'Osservatorio astronomico di Torino".
Indicatore di completezza 2001 R. Simili, G. Paoloni, Per una storia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, vol. 1 (Roma-Bari, Laterza, 2001), pp. 322, 331.
Si accenna a Porro solo incidentalmente.
Indicatore di completezza 2002 M. T. La Vecchia, Antropologia paranormale: fenomeni fisici e psichici straordinari, vol. 1 (Roma, Pontificia Università Gregoriana, 2002), p. 121.
Un cenno a Porro in relazione alle sedute spiritiche con Eusapia Paladino: si veda alle Opere (1901) e alle Fonti secondarie (anni vari).
Indicatore di completezza 2004 D. Danesi, a cura di, Studi e testimonianze offerti a Luigi Crocetti (Milano, Bibliografica, 2004), p. 270.
"[206.] 1. 1919. Francesco Porro. L'Alpe che serra Lamagna, Genova, Opere federate di assistenza e propaganda nazionale (Tip. Teatrale e Commerciale), 1919, GVF, 199016, scoperto nel 2003. / 1. Sul r. della coperta (brochure edit.) nota autogr.: «Al sig. conte M. Gigliucci / Omaggio dell'A.». / L'A. potrebbe essere quel Porro (1861-1937) che, astronomo all'Osservatorio di Torino fra il 1896 e il 1901, fu poi all'Università di Genova, ed ebbe spiccate simpatie fasciste e dannunziane".
Indicatore di completezza 2009 R. Marchionatti, F. Cassata, G. Becchio, F. Mornati, "'Quando l'Economica italiana non era seconda a nessuno'. Luigi Einaudi e la Scuola di Economia di Torino", Working Paper Series, n. 10 (Torino, CESMEP, 2009).
"Il Laboratorio [di Economia di Torino] dialoga in tal senso con quella Società di Cultura, costituita da Cesare Lombroso (con la collaborazione delle figlie e del futuro genero, Guglielmo Ferrero), ove si ritrovano studiosi di varia provenienza: Cognetti, Einaudi, Jannaccone, Mosca, Loria, Ruffini; ma anche l'astronomo Francesco Porro, il giurista-economista Frassati (in procinto di assumere la direzione de 'La Stampa'), il filosofo Giovanni Vailati, i letterati Pastonchi, Neri, Calcaterra, Attilio Momigliano. Interlocutori del Laboratorio sono, fin dai suoi esordi, i matematici Giuseppe Peano e Cesare Segre, oltre al già citato Vailati, allievo e assistente di Peano e poi di Volterra".
Indicatore di completezza 2012 M. Rota, "Pro Cultura Femminile. Cent'anni di lavoro per le pari opportunità culturali", in Piemontemese.it (febbraio 2012).
L'articolo non cita Porro, ma sottolinea un tratto della Società di Cultura torinese, da lui presieduta.
"Una mattina di primavera del 1911 la giovane insegnante Lisetta Ciaccio cullava pensieri nuovi, mentre percorreva i soliti passi verso la scuola normale Maria Laetitia istituita 30 anni prima dal Ministro Casati per preparare le ragazze a diventare maestre delle nuove generazioni italiane. Diventare maestra costituiva l'unica via di riscatto culturale per le adolescenti di allora, la cui preparazione era limitata al necessario per diventare brave mogli e madri, per assolvere gli impegni domestici e quelli mondani: ricevere con grazia, sostenere una conversazione che non toccasse argomenti impegnativi (politici, culturali, sociali).
Eppure, pensava l'insegnante Motta Ciaccio, molte sue allieve avrebbero avuto i numeri per diventare medici, ingegneri, magistrati… 'Signorine, oggi via i libri, voglio parlarvi di un mio sogno, che spero divenga un poco anche il vostro' esordì l'insegnante, e con una chiacchierata di un'ora ottenne dalle ragazze l'impegno che al termine delle vacanze si sarebbe creata un'associazione di sole donne.
Così, il 20 dicembre 1911, un manipolo di insegnanti e scrittrici si riunì per stendere lo statuto di una nuova associazione apartitica e aconfessionale, tesa a riscattare le donne dalla sottomissione che subivano da secoli: un'associazione che venne denominata Pro Cultura Femminile come contraltare alla Società di Cultura Maschile sorta nel 1898 per merito di scienziati e intellettuali come Cesare Lombroso, Gaetano Mosca, Luigi Einaudi.
Le prima preoccupazione delle prime 242 socie fu di istituire una biblioteca con 150 volumi. Il libero accesso delle ragazze a libri e giornali costituiva ai tempi un'assoluta novità: come sottolineava una delle più rappresentative presidenti dell'associazione, Augusta Grosso Guidetti, 'rarissime erano le donne che frequentavano i licei classici e l'università, perché preparate a ruoli che non richiedevano cultura'; le continue prescrizioni e preoccupazioni di abbigliamento e decoro dalle quali erano perseguitate rendeva complicato, se non riprovevole, frequentare le biblioteche pubbliche o altri intrattenimenti culturali.
La biblioteca della Pro Cultura, molto amata e frequentata dalle socie, divenne presto luogo d'incontro, salotto culturale, sala da tè (a prezzi modici: il tè a 25 centesimi, i biscotti a 2 centesimi ognuno) e si contraddistinse subito per la straordinaria scelta di quotidiani italiani e stranieri – allora letti solo da uomini - e la qualità dei volumi, con vaste sezioni dedicate all'arte, alla letteratura italiana e straniera".
Il maschilismo dell'ambiente è comprovato dal ricordo di Guido Gozzano (1883-1916) su come Amalia Guglielminetti (1881-1941) "fosse stata giudicata dai suoi amici in un imprecisato giorno dell'anno 1906, presso la sede della Società di cultura. Se la di lei bellezza era stata unanimemente riconosciuta, il fatto che scrivesse, 'e non male', davvero non andava giù a nessuno: 'detestabili le donne che scrivono! - se scrivono male ci irritano - Se scrivono bene ci umiliano'" (da una lettera del 10 giugno 1907) Link esterno DBI.


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