Urania Ligustica

Delizie in villa

Paris Maria Salvago

Epistolario con Francesco Bianchini

Salvago a Bianchini – 30 Gennaio 1723 1

Delizie in villa


Indicatore di completezza



Ill.mo e Rev.mo Sig.r e Sig.re Prone Col.mo

È qualche tempo che non ho incomodato V.S. Ill.ma con mie lettere, sapendo come ella sij occupata ne' suoi studij, oltre le fonzioni ecclesiastiche e le convenienze civili, e di genio, e né meno le ho scritto in occasione delle buone Feste, essendomi sempre parsa una cerimonia assai fredda. Hora però che siamo entrati nell'anno novo voglio cominciarlo bene da riverirla, e rattificarle insieme quella servitù et amicitia che le dedicai sùbito che ebbi l'onor di conoscerla.

Dal Sig.r Manfredi mi è stata ultimamente communicata l'osservatione che V.S. Ill.ma fecce dell'ecclisse orizzontale, e ne mandai subito nota al Sig.r Maraldi, il quale avendomi inviato l'osservazione fatta da lui, e dal Sig.r Giacomo dell'eclisse solare in Versaglia alla presenza del Re, della Regina Infanta, e di tutta la Corte, ne transmisi due copie a Bologna acciò ne fosse inviata una a V.S. Ill.ma, spiacendomi d'aver inteso con l'ultima del Sig.r Maraldi in data de 14 Dicembre che rittornati da Versaglia, il Sig.r Giacomo si ritrovaria a letto con febre sebbene speravano non pericolosa, et il Sig.r Giacomo Filippo con una buona flussione sul petto, che sogliono esser regali di chi si riscalda la testa ne' studij, e si espone all'arie anche notturne, e fredde nell'osservationi; quel che mi duole è che non ho ricevuto più sue lettere, e ne sto aspettando impatientemente per liberarmi da qualche ansietà, in cui mi ha lasciato suddetta notizia.

Qui dal giorno del eclissi solare in qua abbiamo avuto tempi poco propitij, mentre il giorno del medesimo eclissi si coperse improvvisamente il cielo, il quale era serenissimo la sera avanti, con venti furiosi e gagliardi, e freddo insofribile. La sera poi dell'eclissi lunare non ci riuscì per non trovarsi in un sito così alto come era necessario, si vidde tramontar il Sole nell'orisonte purissimo, et era così purgata l'aria, che si vidde chiaramente, e distintamente la Corsica alla nuda vista, come se si fosse avvicinata a 10 miglia, onde se si fosse potuto vedere l'orizonte orientale, si sarebbe senza dubio veduta la Luna eclissata, ma dubito che non si possa fare questa osservatione meglio che in qualch'izola, di dove si vedono i due pianeti nascere e tramontare nel mare, come seguì nell'izoletta della Gorgona agli astronomi del Padre del Granduca presente.

Mi spiace di doverle dar parte come la sorte mi ha per la quinta volta destinato Senatore per due anni, et io non so come mi son indotto ad accettare questo carrico per compiacere ad altrui, e ne presi il posesso il primo dell'anno, doppo del quale essendo regnati venti, e rigori di freddo accutissimi, mi è convenuto di uscir poco di casa; ad ogni modo mi riservo all'arie più tepide, che anderan sopravenendo, e spero che avrò anche commodità di godere molte vacanze in Carbonara. Mi soviene che si provarono due suoi obbiettivi, uno di palmi 36 et altro di 60 palmi romani, lavori del Sig.r D. Andrea, e tutti due ottimi, mi pare che ella ne provasse anch'un mio di 40 palmi di Genova, ma non so se V.S. Ill.ma ne facesse provare un altro più longo, lavorato da un bon arteffice in Roma. Questo secondo obbiettivo è lavorato in due forme, l'una di palmi 28 misura di Genova, e l'altra di palmi 88 della stessa natura, la faccia del semidiametro più breve è lavorata perfettamente, non così l'altra, sebbene si rapprisintino da ambedue i [...] gli oggetti assai distinti, e assai vivi, con lenti però assai dolci, di 9 in 10 oncie, con le quali non si ha quell'ingrandimento che manca alla perfettione di questo vetro, non eccedendo in grandezza gli obbiettivi di 22 palmi, onde mi è venuto in pensiero, se rilavorandosi la parte meno perfetta, potesse riuscire un obbiettivo perfettissimo. Per ottenere quest'intento bisognerebbe trovar'una forma di 88 palmi di Genova che suppongo che sarà poco meno di 100 di Roma, nel qual caso intenderei volentieri qual spesa si richiederà per questo brieve travaglio, che come V.S. Ill.ma ha provato col Sig.r Gio: Antonio Degola è fatica di poche hore d'una mattina, e se vi fosse o il Sacerdote olandese, o chi ella stimasse il meglio ottico, si potrebbe sentirne il parere. Quando potesse riuscire questo mio intento, le manderei subito l'obbiettivo, con pregarla insieme di quell'occulare, che sarebbe più proporzionato al medesimo obbiettivo, mantenendo tutto l'ingrandimento possibile, senza perdimento di distintione, e chiarezza.

Qui ero consigliato, et anco dall'Abb.e Barrabino che la riverisce umilmente, e con tutto l'ossequio dovutole, di far rilavorare la faccia non così perfetta, sopra d'un piano, il che ridurebbe il suo fuoco a palmi 56, ma non avendo veduto ne' libri lodato questo pensiero, lo depongo per hora sino ad intenderne i di lei sentimenti.

So che è stato mandato a V.S. Ill.ma il libro del Sig.r Cassini toccante la gran Meridiana di Francia, a me ancora ne han inviato una copia, ma non avendola ancora ricevuta avrei a caro d'intendere, se oltre la misura de' triangoli vi si trovi la descritione dell'instrumenti, e de metodi de quali si sono serviti; suppongo che quest'opera avrà risvegliato in V.S. Ill.ma il pensiero d'ultimare la sua, quando se gliene presenti l'opportunità del tempo, et il comodo, e senza più le baccio divotamente le mani.

Di V.S. Ill.ma, et Rev.ma

Genova 30 del 1723
Dev.o et Hum.mo Ser.r Vero
Paris M.a Salvago





1 Lettera inedita autografa, qui trascritta integralmente per la prima volta. Le parole dalla trascrizione incerta sono in rosso; quelle non trascritte, perché non ancora comprese, sono individuate da [...].

Roma, Biblioteca Vallicelliana, Fondo Bianchini; si vedano le note all'inizio di Epistolario con Francesco Bianchini.

Ms. U. 18, carta 1621r/v e 1622r (numerazione moderna 248-249); all'angolo esterno, in grafia più antica, i nn. 317-319. La grafia della lettera non è di Salvago, a parte ossequio e firma. In alto a sinistra della prima pagina la ripetizione della data "1723. 30 Genn.o"; in fondo all'ultima, a sinistra, l'indirizzo "Monsig.r Bianchini / Roma". La carta 1622v è bianca.

La lettera è stata catalogata in: E. Celani, "L'Epistolario di monsignor Francesco Bianchini, veronese. Memoria ed indici", Archivio Veneto, 36 (Venezia, Stabilimento Tipografico Fratelli Visentini, 1888), pp. 365-366 Link esterno Archive.



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