Industria e astronautica

IL TRATTAMENTO ANTIRIFLESSI
NELL'INDUSTRIA OTTICA ITALIANA


Giuseppe Finizio


*UL home


Questo secondo contributo originale dell'amico Finizio – dopo I binocoli dell'Esercito Italiano dall'Unità al 1943prende spunto da quanto abbozzato dal Curatore in Astramar in prima linea: dimostra che un trattamento antiriflessi era disponibile in Italia quanto meno dal 1946, ma che, all'epoca, la tecnologia era ancora immatura.



La strumentazione ottica utilizzata dalle forze armate italiane durante la seconda guerra mondiale non era dotata di un trattamento antiriflesso in grado di diminuire i riflessi e migliorare contrasto e nitidezza delle immagini. Quando venne introdotta questa pratica nella produzione delle maggiori industrie ottiche italiane? Non lo sappiamo con certezza ma, grazie ad un documento rinvenuto di recente presso gli archivi nazionali britannici, siamo in grado di fare qualche ipotesi.

Nel mese di maggio del 1946 l'Ammiragliato inviò in Italia una commissione di cinque esperti appartenenti all'Admiralty Gunnery Establishment (AGE), all'Admiralty Research Laboratory (ARL) e alla maggiore industria militare britannica, la Vickers, per studiare la strumentazione ottica, i sistemi di direzione del tiro e le artiglierie in dotazione alla Regia Marina 1 ▼.

Recatisi a Taranto, dove si stava ricostituendo il comando della flotta, visitarono la corazzata Duilio, il cacciatorpediniere Carabiniere, l'Officina Riparazioni Ottiche dell'Arsenale e quella ivi distaccata dalla ditta San Giorgio. All'Officina Ottica dell'Arsenale ebbero modo di vedere un binocolo 7x50 delle Officine Galileo, che evidenziava sulle lenti un trattamento antiriflessi descritto come "depositato in modo disomogeneo, di consistenza estremamente morbida, in gran parte graffiato" 2 ▼.

Il team si spostò quindi a Roma dove, presso il Ministero della Marina, ebbe un colloquio con il Maggiore generale delle Armi Navali Ing. Francesco Montauti 3 ▼ , capo del Servizio tiro-ottica in seno al Reparto artiglierie e munizionamento della Direzione generale armi e armanenti navali, da cui emerse che un certo numero di binocoli 7x50 della Regia Marina avevano ricevuto bensì un trattamento antiriflessi a livello sperimentale, limitato però alle sole quattro superfici ottiche dei prismi. Gli scarsi risultati ottenuti con questa metodologia, che escludeva sei superfici ottiche su dieci (mancavano quelle degli obiettivi e degli oculari), avevano convinto gli organismi tecnici competenti a non richiederne l'applicazione a livello di produzione di massa.

Le successive tappe del tour italiano dei tecnici della Royal Navy riguardarono lo stabilimento delle Officine Galileo a Firenze, ricostruito dopo le distruzioni operate dall'esercito tedesco in ritirata nel 1944, e la San Giorgio di Genova, dove appresero del corrente impiego di un particolare trattamento antiriflessi, consistente nella vaporizzazione di criolite sulle superfici ottiche in ambiente privo d'aria 4 ▼.

Da queste poche e scarne notizie possiamo concludere che, almeno dall'inizio del 1946, ma probabilmente anche prima, presso le due maggiori industrie ottiche italiane, Officine Galileo e San Giorgio, era disponibile la tecnologia per il trattamento antiriflessi di prismi e lenti appartenenti alla strumentazione ottica in produzione.




▲ 1   Il rapporto specificamente dedicato agli strumenti ottici è: Admiralty Gunnery Establishment, Teddington: report on examination of optical apparatus as fitted to units of the Italian fleet, and on interviews with the firms responsible for its design and manufacture, 5 marzo 1947, The National Archives, ADM 213/534 Link esterno UK TNA (collegamento esistente il 22/4/2023).

▲ 2   Ibid., p. 19.

▲ 3   Ibid., p. 28. Francesco Montauti nacque il 21 ottobre 1895 ed entrò in Marina il 27 luglio 1916. Nel biennio 1928-1929 col grado di tenente di vascello frequentò il primo corso superiore di ottica presso l'Istituto Nazionale di Ottica fondato e diretto dal prof. Vasco Ronchi, un pioniere in questo campo in Italia. Nel 1930 il tenente di vascello Montauti passò al Corpo delle Armi Navali col grado di maggiore e due anni dopo pubblicò per i tipi dell'Istituto Nazionale di Ottica il volume Il telemetro monostatico, Bologna, Zanichelli, 1932, un'opera che comprende storia, scienza e tecnologia dello strumento. Nel 1940 il maggiore Montauti divenne Capo Divisione Servizi Generali della Direzione Generale Armi e Armamenti Navali presso il Ministero della Marina. Col grado di colonnello delle Armi Navali, fece parte della Commissione Centrale per la Revisione dei Contratti di guerra costituita il 7 aprile 1943. Dopo l'8 settembre optò per il Regno del Sud. Promosso tenente generale delle Armi Navali il 1 gennaio 1948, fu quindi collocato a riposo.

▲ 4   Ibid., p. 32. La criolite è un sale complesso di alluminio, fluoro e sodio generalmente di colore bianco e di aspetto simile al ghiaccio all'epoca proveniente dalla miniera danese di Ivittut in Groenlandia. Veniva utilizzata in alternativa al fluoruro di magnesio e al fluoruro di calcio, considerati meno soggetti ad usura, nelle ottiche della Wehrmacht (contrassegnate da una vistosa "T") fin dagli ultimi mesi del 1939. In proposito vedasi Hans T. Seeger, Zeiss Handferngäser 1919-1945 Modelle-Merkmale-Mythos (Amburgo : pubblicato in proprio, 2015), p. 720.



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