Urania Ligustica

Astronomia e astrofisica

Francesco Porro – a cura di

Observationes circa fixas (1902) 1

Astronomia vs Astrofisica


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Observationes circa fixas (p. 6)

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gli oggetti di studio del Bianchini considerati a' suoi dì come meno importanti dal Manfredi abbiano acquistato maggior valore per i due secoli trascorsi, o per il mutato orientamento della scienza.

    Questo lavoro è molto faticoso e complicato, per la svariata congerie di note estranee all'Astronomia, tra le quali converrebbe scegliere ed ordinare il materiale, e per l'abbondanza anche in questo di tentativi, di ricerche, di studi, che oggi hanno perduto ogni importanza. Io non ho potuto certamente accingermi, nella visita relativamente breve che feci alla vetusta città, ad un'opera di tanto momento: ma ho esplorato abbastanza quella miniera, per convincermi che una discussione rigorosa di tutta la produzione del Bianchini avrebbe ancor oggi per l'Astronomia un'importanza non limitata a quella puramente storica di una ricostruzione critica de' suoi studi.

    In ogni modo, essa fornirebbe gli elementi per una più esatta, e diciamolo pure, più onesta valutazione della parte avuta dagli Italiani nell'attività astronomica di quel periodo, che va dalla scoperta del Telescopio alle prime osservazioni fondamentali del Bradley e del Mayer, che iniziano l'Astronomia contemporanea di precisione.

    Per dare un piccolo saggio di ciò che si potrebbe ricavare dai manoscritti del Bianchini, criticamente ordinati e discussi, e per rispondere in pari tempo alle domande dello Schiaparelli, io mi sono limitato ad uno studio dei disegni inediti di Venere, e delle carte celesti pure inedite.

    Quanto alle figure del pianeta, non ho durato fatica a persuadermi che esse nulla aggiungono al pochissimo che lo Schiaparelli ha saputo ricavare dalla voluminosa pubblicazione intitolata: «Hesperi et Phosphori nova phenomena, sive observationes circa Planetam Veneris, nunc primum editae a Francisco Blanchinio Veronensi» (Roma, 1728, in folio con 10 grandi tavole). Sono sempre quelle macchie tondeggianti, attaccate al terminatore, delle quali la robusta critica dell'astronomo di Brera ha mostrato l'inapplicabilità a risolvere il problema della rotazione.

    D'accordo quindi con lo Schiaparelli e con un altro competentissimo studioso di simili materie, il Terby di Lovanio, ho rinunziato ad una indagine ulteriore sui disegni inediti, ritenendo che il contributo del Bianchini alle ricerche sull'aspetto di Venere sia già a sufficienza noto dalla pubblicazione del citato volume «Hesperi et Phosphori...» e dalla magistrale discussione dello Schiaparelli.

    Ben altro è il caso per le carte celesti. A prima vista, producono una delusione: avvezzi alle voluminose raccolte di osservazioni, che gli astronomi dell'età nostra fanno sulle stelle variabili, noi troviamo ben misero il lavoro dei due italiani; e la delusione aumenta ancora, quando vediamo che la maggior parte delle stelle da loro considerate variabili conserva dopo due secoli immutati rapporti di splendore con le stelle di comparazione.


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1 F. Porro, a cura di, Observationes circa fixas - Schizzi di carte celesti delineati da Francesco Bianchini sopra osservazioni proprie e di Geminiano Montanari... (Genova, Fratelli Pagano, 1902), p. 6.



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