Urania Ligustica

Astronomia e astrofisica

Francesco Porro – a cura di

Observationes circa fixas (1902) 1

Astronomia vs Astrofisica


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Observationes circa fixas (p. 10)

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scritti che trattano di loro in raccolte generali o in pubblicazioni speciali. Una lunga lista se ne trova nella Bibliographie Générale de l'Astronomie di Houzeau e Lancaster: altre fonti si ricavano dalla lettura dei lavori ivi citati.

    Senza fare adunque inutile sfoggio di troppo facile erudizione, ci limiteremo sull'uno e sull'altro dei due astronomi a brevi cenni sommarii.

    Secondo alcuni autori, il Montanari è nato nel 1632: ma più attendibile sembra la notizia che pone la sua nascita al primo giugno 1633 in Modena. Così afferma il Tiraboschi, il quale aggiunge: «come ho raccolto da' pubblici registri de' nati in questa città». Suoi genitori furono Giovanni Montanari e la moglie di lui, Margherita Zanasi, la quale, rimasta vedova quando il figlio aveva dieci anni appena, ne curò l'educazione e l'istruzione, così da meritarsi gli elogi de' biografi di Geminiano. Questi, compiuti i primi studi di lettere e di filosofia in patria, si recò a Firenze, dove attese agli studi di giurisprudenza, costretto (come scrive uno de' suoi biografi) dall'importanza che si dava in quel tempo alla scienza del diritto. Gli fu maestro in questa Iacopo Federighi, dottissimo ed integro uomo, che in quel tempo esercitava l'avvocatura, e professava pubblicamente giure canonico e civile. La dottrina del maestro e la bellezza dell'idioma non sembrano i soli argomenti che trattennero il giovane modenese nella città dei fiori: pare che, «primariae etiam feminae lenociniis captus», egli si sia lasciato trasportare dall'indole ardente ad ire, a contese, a turbamenti, che scossero la sua salute, finché, dopo tre anni, non si ridusse a Grosseto. Ristabilito, nell'anno medesimo 1656 si laurea in legge presso l'Università di Salisburgo, dove l'arcivescovo Guidobaldo di Thun gli è largo di appoggio e di onori.

    Ma la giurisprudenza non era la scienza prediletta del Montanari. A Vienna ben presto egli riprende gli studi sulla filosofia naturale e sulle matematiche, già iniziati a Modena negli anni della puerizia. L'incontro con Paolo del Buono (o Buoni), fiorentino, e discepolo di Galileo, imprime una più feconda direzione al suo pensiero: egli cessa di meditare intorno ai principii cartesiani, e si professa seguace del metodo sperimentale, instaurato dal sommo Pisano. Con il Del Buono inizia esperienze per dimostrare l'incompressibilità dei liquidi, e si adopera per ottenere l'incubazione delle uova mediante calore artificiale: dell'una e dell'altra ricerca il Del Buono comunicò i risultati all'Accademia Fiorentina (del Cimento?). Accompagna il Del Buono in un lungo viaggio da lui intrapreso nel 1657, quale direttore delle zecche imperiali: e con lui visita le miniere della Boemia, dell'Ungheria Settentrionale, e di altre parti dell'impero, badando insieme, come dice il Fabroni, «alla salute degli operai ed alle ragioni di Cesare». Il loro viaggio fornisce occasione di confutare opinioni strane e assurde, che correvano allora nel pubblico e anche tra i dotti, come quella che faceva alimentare i filoni di minerali da succhi circolanti sotterra, e l'altra, difesa da Gregorio Agricola, che nelle miniere vagassero ombre di gnomi e di nani, opponendosi all'opera


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1 F. Porro, a cura di, Observationes circa fixas - Schizzi di carte celesti delineati da Francesco Bianchini sopra osservazioni proprie e di Geminiano Montanari... (Genova, Fratelli Pagano, 1902), p. 10.



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