Urania Ligustica

Astronomia e astrofisica

Francesco Porro – a cura di

Observationes circa fixas (1902) 1

Astronomia vs Astrofisica


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Observationes circa fixas (p. 11)

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dell'uomo, «Utinam – esclama il Montanari – tam facile vera invenire possem, quam falsa convincere!».

    Poco appresso, il Del Buono, caduto in disgrazia, si ritira alla corte del Re di Polonia, dove muore (¹): ed il Montanari ritorna in Italia. Sulle vicende di questo suo rimpatrio corrono diverse versioni: taluni vogliono che egli abbia accettato un ufficio giuridico presso il Duca di Modena, Alfonso IV, e che, alla morte di lui, sia andato a stabilirsi a Firenze; altri che la protezione a lui accordata dal Duca, il quale voleva emulare i Medici, abbia destato le invidie dei cortigiani e l'avidità dei congiunti, obbligando lui ad emigrare: e non mancano quelli che, sopra l'esame dei documenti conservati negli archivi, escludono a dirittura questa dimora in Modena, della quale d'altra parte mancano tracce nella produzione letteraria. Comunque, noi lo troviamo verso il 1660 presso Leopoldo dei Medici, che di lui si serve per consultazioni legali e scientifiche. Ritorna nel 1661 a Modena, dove una polizza ducale del 12 aprile gli conferisce uno stipendio di 840 lire, nella qualità di «filosofo e matematico del Duca». Qui ha origine la sua amicizia per il bolognese Cornelio Malvasia, che era al servizio del Duca di Modena, come generale d'infanteria. L'influenza di questo colto e benemerito patrizio ha spinto il Montanari verso gli studi astronomici, come già il Del Buono lo aveva attratto verso la Fisica Sperimentale. Con lui attende, nell'osservatorio che egli si era fatto erigere a Panzano, alla compilazione delle effemeridi, venute in luce nel 1662: poi, morto il Duca il 16 giugno di quest'anno, lo segue a Bologna, rifiutando un ufficio legale che Laura, Duchessa reggente, gli offriva.

    La sua fama scientifica è in questo periodo abbastanza consolidata, perché il Magliabecchi e il Redi si adoperino per ottenergli una cattedra di matematiche a Pisa. Qualche anno di poi, morto il Malvasia addì 29 marzo 1664, il Montanari è eletto dal Senato di Bologna a «sostenere la primaria cattedra di Matematica» (che era poi quella di Astronomia) «in quella Università». La esposizione dei motivi, che hanno deteminato la sua nomina nella più antica e più celebre Università del mondo, merita di venir ricordata oggi, mentre non dal volgo soltanto, ma dagli stessi Corpi Accademici si cerca non di rado fuorviare l'opinione del pubblico e dei governanti su quella che è la vera, essenziale funzione delle Università nostre, subordinando ogni intendimento di cultura superiore allo sviluppo dei caratteri professionali della scuola. Il Montanari è eletto professore a Bologna «ut non tam discipulorum utilitati, quam suae et Academiae gloriae serviret!».

    L'operosità del Montanari nel nuovo e alto ufficio non è inferiore alle speranze che si erano in lui riposte. Assistito dal Mezzavacca, che già aveva lavorato con lui e con il Malvasia a Panzano, e dal Grassini, ambedue valentissimi calcolatori, osserva la Cometa del 1665 e pubblica nello stesso anno un'Effemeride celeste per il 1666, correggendovi alcuni errori del Lamberg, specialmente nelle tavole di Marte e di Mercurio, ed applicando nuovi procedimenti,


(¹) Un elogio di Paolo del Buono è stato pubblicato da Ismaele Boulliau.


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1 F. Porro, a cura di, Observationes circa fixas - Schizzi di carte celesti delineati da Francesco Bianchini sopra osservazioni proprie e di Geminiano Montanari... (Genova, Fratelli Pagano, 1902), p. 11.



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