Urania Ligustica

Astronomia e astrofisica

Francesco Porro – a cura di

Observationes circa fixas (1902) 1

Astronomia vs Astrofisica


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[Pag. 14]


Observationes circa fixas (p. 14)

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note numerose da lui raccolte per un trattato sul movimento de' fluidi molto si giovò il Guglielmini, cui egli lasciò in piena disposizione tutto il prezioso materiale.

    Si può essere tentati di vedere nella varietà degli argomenti trattati dal Montanari una poco opportuna tendenza a divagare, disperdendo le proprie attività in campi affatto disparati: ma chi bene osserva la sua opera scientifica deve riconoscere sotto l'apparente disordine una concatenazione ammirabile di sforzi e di tendenze, intorno ad alcuni oggetti bene determinati ed opportunamente scelti. Egli è fisico ed astronomo: come fisico, investiga la natura con metodo rigorosamente galilejano, «provando e riprovando», secondo la gloriosa tradizione italiana: come astronomo, applica la sua dottrina fisica e la sua abilità sperimentale a perfezionare le teorie ed i metodi di osservazione, e tende ad ampliare il campo della scienza del cielo, includendovi ricerche di carattere fisico, come quelle sulle stelle variabili e sulle altezze dei monti lunari. A quest'ultimo problema, sviluppando un'idea del Galilei, applica la «reticola» da lui costruita, fornendo un saggio di misure micrometriche, sul quale non abbastanza si è fermata l'attenzione degli storici della scienza, concordi nel lasciare alla Francia la gloria intera di questo perfezionamento essenziale dell'arte di osservare. La lettera del Montanari al Duca di Modena, in data 26 luglio 1676, rivendica chiaramente il merito dell'invenzione, applicata sin dal 1661 con il Malvasia a misurare «non solo le macchie, e il diametro lunare, ... ma la distanza delle stelle ancora».

    Una prova della coordinazione portata dal Montanari ne' suoi studi ci è data dalla preparazione di un altro trattato sulle proprietà dell'aria, dove non solo si intendeva illustrare la natura fisica dell'atmosfera, ma ancora la sua azione astronomica ed ottica, in quanto si riferisce alle refrazioni. Questo punto egli riconobbe con singolare acume degno di speciale attenzione, lamentando di non avere nelle sue prime tavole solari tenuto conto abbastanza delle perturbazioni, che la refrazione astronomica produce ne' luoghi osservati.

    Intanto la sua salute declinava: l'intenso lavoro per osservazioni e per esperienze, le aspre polemiche, la corrispondenza con i più insigni dotti, i corsi pubblici e privati che egli dettava sull'Astronomia, sulla Matematica, sull'Architettura Civile, sulla Fisica, assorbivano tutto il suo tempo e logoravano le sue forze. Stanco, e disgustato per una riduzione di stipendio ai dottori dell'Ateneo, pensò recarsi altrove. Avrebbe preferito Pisa: ma lo trattenne la notizia delle persecuzioni sofferte da Lorenzo Bellini, professore di Anatomia, contro il quale il Marsilii, curatore dell'Università, aveva sfogato il suo odio per la nuova filosofia scientifica. Accettò quindi, nel 1678, la cattedra di Astronomia a Padova, che era da lungo tempo vacante, e che fu unita a quella di «meteore», con esempio nuovo. Gli fu assegnato uno stipendio di 400 fiorini annui: dopo sei anni, ebbe la conferma, con aumento di 300 fiorini.


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1 F. Porro, a cura di, Observationes circa fixas - Schizzi di carte celesti delineati da Francesco Bianchini sopra osservazioni proprie e di Geminiano Montanari... (Genova, Fratelli Pagano, 1902), p. 14.



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