Urania Ligustica

Astronomia e astrofisica

Francesco Porro – a cura di

Observationes circa fixas (1902) 1

Astronomia vs Astrofisica


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[Pag. 18]


Observationes circa fixas (p. 18)

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con monumenti, che egli coltivò con grande amore per tutta la sua vita, e per la cui esecuzione raccolse importanti materiali. Doveva dividersi in tre parti: dalla creazione del mondo ad Augusto; da Augusto a Carlomagno; da Carlomagno ai tempi dell'autore; ed escludere di proposito ogni accenno a cose inerenti alla religione cristiana. La prima parte soltanto fu pubblicata nel 1697 a Roma: contiene idee originali e felici, come quella che considera l'Iliade come una allegoria, e vede nella guerra di Troia non la conseguenza del ratto di Elena, bensì la eterna lotta per il primato marittimo (talassocrazia), che ha fatto del Mediterraneo sino ai nostri giorni il teatro delle massime contese tra i popoli.

    Resasi vacante la Prefettura della Biblioteca Vaticana, egli vi aspira: ma il papa Innocenzo XII, male consigliato, gli preferisce un altro, dotto in lettere greche e latine, ma a lui molto inferiore. Per compensarlo, il cardinale Ottoboni lo crea canonico dei Santi Lorenzo e Damaso, e lo fa nominare segretario della congregazione del Calendario. In tale ufficio egli spiega una grande attività: pubblica una Solutio problematis paschalis molto apprezzata, e raccoglie molte note edite e inedite. Costruisce una meridiana nella chiesa di S. Maria degli Angeli alle Terme Diocleziane, e vi compie con Filippo Maraldi una serie di osservazioni astronomiche. Questa meridiana (chiamata anche gnomone clementino) fu poi resa inservibile da certe riparazioni ordinate da ignoranti monaci certosini. Altre meridiane costrusse egli in Roma, due alla Cancelleria ed una nella casa che egli abitava ai piedi del Quirinale, a Lucensibus conductam.

    Eustachio Manfredi, discepolo suo ed ammiratore caldissimo, afferma che le sue osservazioni sull'aberrazione delle stelle gli fanno meritare lode non minore che al Bradley. Ribadisce l'affermazione fatta a Francesco Jacquier con le seguenti parole dirette ad Antonio Leprotti, e contenute nel primo volume dei Commentarii dell'Accademia Bolognese: quod novum et gravissimum Bradlejanis aberrationum legibus accesserit a Blanchini experimentis testimonium, idque minime suspectum, cum Blanchinius jam inde ex anno MDCCXIX hos in Capella et Lyra errorum limites agnoverit, octennio scilicet ante quam Bradlejus ingegnosam illam ad stellarum errores explicandos hypothesim comminisceretur. Sarebbe di somma importanza per la storia dell'astronomia che questa esplicita dichiarazione del Manfredi venisse verificata.

    È dovuto al Bianchini il disegno di due archi di meridiano, che da Ardea sul Tirreno (presso Velletri) per Roma, il Monte Soratte e Gubbio sino alla Cattolica, da un punto presso Anzio per Castel Gandolfo, la Sabina, il vertice di Monte Coscia e di Monte Acuto sin presso Rimini, dovevano attraversare l'Italia Centrale, unendo il Mediterraneo all'Adriatico. La morte prematura gli impedì di attuare il vasto disegno, che fu poi applicato dai gesuiti Boscovich e Mayer: tracce numerose dei suoi studi, ispirati al desiderio di emulare la «méridienne de France» del Cassini, si trovano nei manoscritti del Bianchini e nelle pubblicazioni curate dal Manfredi.


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1 F. Porro, a cura di, Observationes circa fixas - Schizzi di carte celesti delineati da Francesco Bianchini sopra osservazioni proprie e di Geminiano Montanari... (Genova, Fratelli Pagano, 1902), p. 18.



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