Urania Ligustica

Astronomia e astrofisica

Francesco Porro – a cura di

Observationes circa fixas (1902) 1

Astronomia vs Astrofisica


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Observationes circa fixas (p. 19)

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    Il Fabroni attribuisce il disaccordo tra il Bianchini e il Cassini intorno alla rotazione di Venere alla difficoltà in cui il nostro si trovava per muovere i suoi cannocchiali a lunghissimo fuoco: e in ciò conviene anche lo Schiaparelli. Convien notare tuttavia che nel 1713 il Réaumur, amicissimo suo, riferiva all'Accademia di Parigi sopra una macchina che permette l'uso di un lungo telescopio senza tubo; ciò prova come il Bianchini si adoperasse per migliorare le proprie condizioni di osservazione.

    Intanto gli onori gli vengono da ogni parte. Clemente XI gli affida la direzione delle antichità di Roma: nel 1702 è eletto istoriografo, al seguito del Cardinale Barberini, Legato Apostolico a Napoli: nel 1705 membro dell'Accademia delle scienze di Parigi e cittadino onorario, ascritto alla nobiltà romana: nel 1712 inviato a portare le insegne cardinalizie ad Armando Soubise di Rohan in Parigi. È accolto con grandi onori dal Re, dal Cardinale, dai dotti Cassini, Maraldi, Réaumur, Mabillon. Per la Lorena, l'Alsazia, il Palatinato, l'Olanda, il Belgio, va in Inghilterra dove stringe amicizia con Isacco Newton. Le lettere inedite che si conservano nella Biblioteca Civica di Verona contengono molte notizie su questo viaggio trionfale, e specialmente sulle accoglienze da lui avute in Oxford, dove fu ospite dell'Università.

    Ritornato in Roma nel 1713, riprende i suoi studi di Astronomia, di Archeologia, di Numismatica, di Cronologia. Una caduta al Palatino lo obbliga a curarsi ai bagni termali di Pietramala: ne approfitta per descrivere i fenomeni osservati, in una nota all'Accademia di Parigi. Continua le osservazioni pur ne' suoi viaggi: a Brescia, a Bologna, a Firenze, ad Assisi, ad Urbino (dov'è a trascorrere parecchi mesi con Giacomo III Stuard), alla villa prediletta di Albano, ovunque egli porta con sé, tamquam viaticum, un telescopio di ventitre palmi, un quadrante, un orologio a pendolo, e qualche altro strumento. Ciò spiega come le sue osservazioni (quelle in ispecie che qui pubblichiamo) siano datate dai luoghi più diversi.

    Gli ultimi anni della sua vita sono confortati da prove generali di stima e di rispetto. Cameriere d'Onore, poi prelato Domestico di Innocenzo XIII, Referendario dell'una e dell'altra segnatura, primo degli storiografi del Concilio Romano, Deputato da Breve Pontificio a formare gli Statuti e le Costituzioni della Basilica di Santa Maria Maggiore, egli cumula cariche e dignità, senza venir meno mai a quella modesta semplicità di vita, a quella serenità di indole e di costumi, che tanto lo rende ammirato tra il fasto e gli intrighi della Corte Pontificia. Venuto a morte per idropisia, il 2 marzo 1729, è sepolto in Santa Maria Maggiore, dove un'epigrafe ricorda le sue virtù e la sua dottrina. Sul suo cadavere si trova un cilicio, che egli portava sempre, esempio di fervor religioso non ostentato, ma vivo e sentito. Nella nativa Verona, cui egli lascia i suoi libri e i manoscritti, istituendo erede il nipote Giuseppe, un busto in marmo con acconcia epigrafe gli è decretato nella Cattedrale.


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1 F. Porro, a cura di, Observationes circa fixas - Schizzi di carte celesti delineati da Francesco Bianchini sopra osservazioni proprie e di Geminiano Montanari... (Genova, Fratelli Pagano, 1902), p. 19.



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