Urania Ligustica

Astronomia e astrofisica

Francesco Porro – a cura di

Observationes circa fixas (1902) 1

Astronomia vs Astrofisica


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Observationes circa fixas (p. 26)

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in buone posizioni, quando siano vicine stelle bene determinate. Nell'Aquila, per citare un esempio, la parte occidentale (Antinoo) contiene quattro sole stelle comuni all'Almagesto ed ai Progymnasmata, cioè δ, ι, χ, λ, alle quali il Bayer aggiunge c, ν, d, e, f, g, h, e le tre senza lettera, numerate con 6, 9, 12 Aquilae dal Flamsteed. La configurazione è esatta, salvo la troppo grande vicinanza di g a λ ed h, ma le posizioni di molte stelle sono errate. L'errore del Bayer su δ e su λ trae seco l'errore di c e delle stelle successive, con diminuzione sino ad e, che è quasi esatta. Analogamente avviene di ω, A, b Aquilae, che risultano collocate bene in direzione e male in distanza rispetto alle stelle vicine α, γ, μ, ζ.

    L'Argelander osserva come simili casi siano rarissimi, tanto che egli ebbe, compilando la sua Uranometria, ben poche occasioni di incertezza nell'identificare una stella con la corrispondente in Bayer, e non dubitò quasi mai dell'esistenza di una stella bene distinta: l'unico caso di eccezione è dato da π Herculis.

    Giova notare che appunto queste classi di stelle – ed altre sfuggite al Bayer – forniscono la maggior parte degli argomenti alle note del Montanari e del Bianchini; talché il lavoro dei due astronomi italiani serve ad integrare quello dell'autore dell'Uranometria.

    L'assenza di ogni critica nel Bayer appare, secondo l'Argelander, dimostrata dall'adesione servile all'autorità di Tycho Brahe, tanto più deplorevole, perché avrebbe potuto riconoscere a prima vista molti e gravi errori, confrontando le tavole ticoniche con il cielo.

    Esempi di tali errori danno le stelle 16, 17 e 18 Cassiopejae, male collocate da Ticone, che voleva designare quelle poi indicate con 50, 48 e 46 dal Flamsteed: la i Leonis: la v Andromedae (errore corretto, come vedremo, dal Montanari). Simile confusione rileva l'Argelander nei piedi di Ofiuco (già notata dal Montanari), nel piede boreale di Andromeda, nella coda del Capricorno e nel capo dell'Orsa Maggiore (pure non isfuggita al Montanari). Veramente il Bayer si studiava di correggere la seconda edizione, che la morte gli impedì di vedere. In questa, curata dallo Schiller, l'errore nella coda del Capricorno è felicemente corretto: un accenno a correzione si ha pure in Andromeda (1).

    Nell'ultima parte della sua dissertazione (§§ 9, 10, 11) l'Argelander discute con profonda competenza la questione più importante per noi, quella della stima delle grandezze in Bayer: e la risolve in modo da far emergere il modo imperfetto con il quale prima del Montanari si determinava lo splendore relativo delle stelle.

    Come stimavano le grandezze gli astronomi dei secoli XVI e XVII? Essi non davano molta importanza a questa ricerca, comparando le stelle non con altre, ma con l'immagine di ogni classe, già fissata in modo lato ed incerto. Seguivano i cataloghi antichi, ed attribuivano.


    (1) Il Cassini si meraviglia che Simon Mario non abbia notato quanto è inesatta nei globi ticonici e nelle carte di Bayer la posizione delle tre stelle β μ ν nel cinto di Andromeda, che il Bayer mette quasi in linea retta. Questa è probabilmente l'unica osservazione del genere, che il Delambre ricordi sia stata fatta da contemporanei del Montanari e del Bianchini.


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1 F. Porro, a cura di, Observationes circa fixas - Schizzi di carte celesti delineati da Francesco Bianchini sopra osservazioni proprie e di Geminiano Montanari... (Genova, Fratelli Pagano, 1902), p. 26.



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