Delizie in villaCornelio DesimoniNotizie di Paris Maria Salvago... (1875-1876) 1 |
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Nella villa Salvago si teneano ricreazioni, dove il sacerdote Barrabino interteneva con esperienze fisiche piacevolmente la brigata. Né la poesia potea rimanere lontana da così gentili convegni. Lo stesso Paris Salvago verseggiava anche in francese; l'elegantissimo Tommaso Ceva gli dedicava un idillio latino, intitolato Fons delusus; e Giambattista Pastorini traducendolo in ottave italiane, addoppiava gli elogi al signore della villa, alle sue meditazioni astronomiche, ed ai nobili riposi nell'altra amena sua villa di Sampierdarena. I versi del traduttore genovese ebbero l'onore di essere inseriti dal Muratori nella sua Perfetta Poesia (1), e dal Bianchini e dal Miraldi furono lodati come bellissimi; in particolare per l'eleganza e per l'efficacia nel rendere al vivo i difficili concetti ed il linguaggio della scienza. Eccone un saggio:
X. E meglio ancor del suo morir la pena
L'infelice ruscel temprar potria,
Se fra' palagi della ricca Arena
Quella stanza gentil mirasse pria,
Ove, con voi sedendo, i giorni mena
La scienza, che gli astri attenta spia,
E scender fa nelle sue reti belle
I viaggi del sole e delle stelle.
XI. Dolce mirar (ma dove l'occhio intenda)
Astrolabj e quadranti in alto appesi
Far che in due crune un simil raggio scenda;
E vetri in lunghe canne al cielo intesi
Far che vicino ogni astro a noi discenda;
E sfere e globi e mille dotti arnesi,
Onde nobile ingegno alza la faccia
E va di stelle, e non di fiere, in traccia.
XII. Dolce mirar, quando col ciel voi siete,
E sovra il volgo vil v'alzate a volo.
(1) Venezia, 1724; II. 442.
1 C. Desimoni, "Notizie di Paris Maria Salvago e del suo Osservatorio astronomico in Carbonara", Giornale Ligustico di Archeologia, Storia e Belle Arti, 2 (1875), pp. 465-486, 3 (1876), pp. 41-65.