Industria e astronautica

Industria e astronautica in Liguria

LE OTTICHE SAN GIORGIO
Restauro e falsificazione dei binocoli

Riccardo Balestrieri


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Scopo

Riunire informazioni e opinioni, via via meglio definite e attendibili, sui diversi interventi possibili su un binocolo, che ne favoriscano la conservazione, l'utilizzabilità e, in ultima istanza, la sopravvivenza. Il fine non è prescrivere regole – rules –, bensì condividere buone pratiche – best practicesLink esterno Wikipedia (pagina esistente il 30/12/2020).

Quanto segue è solo un primo abbozzo: i contributi critici, assai auspicati, possono essere comunicati all'autore tramite l'indirizzo specificato in → *UL.


1. Restauro filologico

[Definizione provvisoria] È l'insieme degli interventi tesi a recuperare, in modo reversibile, le caratteristiche funzionali ed estetiche di un oggetto, mantenendo distinguibili i componenti su cui si è intervenuti: ciò presuppone la redazione di una scheda, che elenchi tutti gli interventi effettuati.

La teoria del restauro con cui si devono fare i conti non è distante da quella teorizzata in altri ambiti, ad esempio da Cesare Brandi per la pittura. Ciò può sembrare un paradosso, in un paese in cui le due culture tendono a rimanere separate (oggi anche grazie alle divisioni disciplinari), soprattutto se si considera che lo stesso Brandi ha fatto riferimento al neoidealismo crociano. Il direttore dell'Istituto Centrale del Restauro considerava errato il concetto di "ripristino". L'opera d'arte subisce il passare degli anni e alcune trasformazioni devono essere considerate irreversibili. Ad esempio, la vernice trasparente con cui l'artista ha finito il dipinto, coprendo i colori a olio, subisce un progressivo ingiallimento, ma non dovrebbe essere asportata dal restauratore. Non è solo un problema di "patina", come ha insegnato il caso delle velature sul ritratto del canonico van der Paele, nella pala di Jan van Eyck per S. Donaziano a Bruges.

Torniamo ai binocoli. Se lo strumento è stato ben conservato, la pulizia delle superfici ottiche – eseguita senza alterarne la rugosità – e il loro riallineamento – ove necessario e possibile senza modificare la meccanica – permetteranno di "ripristinare" in gran parte la visione originale; ciò è sempre auspicabile. Poniamo, invece, di dover rilavorare o reintegrare una o più superfici ottiche, per ovviare a gravi danni: il lavoro può essere eseguito con una perfezione inferiore, pari o superiore a quella originaria, ma in ogni caso il binocolo sarà intrinsecamente diverso da quello originale. Sia importanti interventi di manutenzione – da eseguire quando necessari – che modifiche occulte e irreversibili – se possibile da evitare – dovrebbero essere descritte sinteticamente in una scheda che accompagni lo strumento.

Complicazioni inutili per un binocolo realizzato in grande serie? Allo stato attuale non è facile definire quali sono i modelli intrisecamente rari e degni, quindi, di una conservazione e un restauro più rigorosi. Il problema è che la San Giorgio aveva una produzione più di stampo artigianale, che industriale, e ciò riguarda anche il vetro ottico, non realizzato nei propri stabilimenti.

Ma queste sono solo opinioni di chi scrive. Chi restaura strumenti ottici per passione o professione ha senza dubbio maturato criteri più fondati!A ▼


2. Restauro con integrazioni

[Definizione provvisoria] È l'insieme degli interventi tesi a recuperare le caratteristiche funzionali ed estetiche di un oggetto, sostituendo componenti danneggiati in modo irreversibile o perduti. I nuovi elementi possono essere originali (ad esempio tratti da oggetti della stessa linea di produzione o consimili) o fabbricati ex novo, anche con materiali diversi. Anche in questo caso si presuppone la redazione di una scheda, che elenchi tutti gli interventi effettuati.


3. Ripristino

[Definizione provvisoria] È l'insieme degli interventi tesi a recuperare le caratteristiche funzionali ed estetiche di un oggetto, senza lasciare tracce evidenti degli interventi stessi. Può essere, di fatto, una falsificazione, ma è compiuta in buona fede, non è considerata tale in un ambito culturale dove il manufatto industriale o artigianale non è equiparato all'opera d'arte e può essere eseguita dallo stesso produttore.

Gli esempi che seguono sono ordinati in base all'entità delle modifiche effettuate.


Il binocolo illustrato nel seguito è un LATALUX 8x40, che si presume sia stato realizzato a Genova Sestri intorno al 1940. La variante (prototipale?) 8,5x40 compare, infatti, nel pieghevole del 1937 → Documenti, mentre nei cataloghi 1940 e 1941 → Documenti è già indicato il Lataluxer 8x40, a regolazione centrale.

È il primo esemplare noto a chi scrive: la vernice nera è persa su gran parte dello scafo, le superfici metalliche rimaste nude sono ossidate e le scritte risultano poco visibili; per lo stesso motivo è ignoto il numero di serie. Le ottiche, però, sono dichiarate collimate e la visione chiara e cristallina.

Nei passaggi di proprietà avvenuti tra la foto a sinistra e quella a destra, il cinghino di cuoio – forse originale – è stato cambiato con uno più moderno: si vedano i dettagli sottostanti. Il cuoio tende, col tempo e in assenza di trattamenti specifici, a seccare, infragilire, fessurarsi e spezzarsi. La sostituzione può essere, quindi, necessaria per ripristinare la funzionalità dello strumento. Sarebbe bene, in tale caso, che gli accessori originali continuino ad accompagnare il binocolo, anche per evitare che accessori più moderni o pertinenti ad altri modelli possano essere scambiati per dotazioni originali.


a Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna b
c Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna d

Figura [Latalux]Binocolo prismatico LATALUX 8x40 cui è stato cambiato il cinghino in cuoio [altre immagini in → Binocoli]



I binocoli illustrati nel seguito sono due prismatici a regolazione indipendente che sembrano identici, a parte le attuali condizioni di conservazione. I punzoni utilizzati per "SAN GIORGIO / 8x30", la spaziatura e la collocazione sul coperchietto copriprismi sinistro sono tipici dell'azienda, ma non risultano finora riscontri su altri modelli. Lo stesso dicasi per il grande punzone con la S inscritta nella G sul coperchietto destro.

Si propone in questa sede che si tratti di LATAOCTA o R. ESERCITO ITALIANO revisionati dalla San Giorgio, su incarico delle forze armate, fra il 1939 e il 1943.


Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna
Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna
Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna
Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna
Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 130394 a¹ ... | 160322 a² ... – Binocoli prismatici LATALUX o R. ESERCITO ITALIANO 8x30 presumibilmente revisionati dalla San Giorgio


4. Falsificazione

[Definizione provvisoria] È l'insieme degli interventi che hanno modificato un oggetto allo scopo di farlo interpretare come uno intrinsecamente diverso; può essere più o meno esteso ed è in genere irreversibile. Può avere uno scopo fraudolento.

Falso qui si intende nel senso più largo possibile: da ciò che "non ha fondamento di verità e si discosta da essa pur avendone l'aspetto, per cui può trarre in inganno o condurre all'errore", fino a "imitato o alterato intenzionalmente o a scopo fraudolento".B ▼

Gli esempi che seguono sono ordinati in base all'entità delle modifiche effettuate.


Il binocolo illustrato nel seguito è un R. [Regio] ESERCITO ITALIANO 6x30, realizzato a Genova Sestri nel 1939: ciò è dimostrato dalla matricola Mª 14852 e dal numero di serie 87191, coerenti con quelli di esemplari già censiti.

Lo strumento è stato assai utilizzato, ma appare in buone condizioni di conservazione, a parte l'intervento qui di interesse. Sul copriprisma anteriore destro, infatti, doveva apparire "R. Esercito Italiano / 1939 – XVII", ma la scritta è stata completamente eliminata con asportazioni successive e la superficie ridipinta di nero, come si può vedere dai dettagli a luce radente.

Quanto inciso ab origine sul coperchietto destro potrebbe essere stato cancellato per favorire una utilizzazione civile: ciò pare confermato dall'assenza della piastrina diastimometrica, per cui l'oculare destro è predisposto (ma che potrebbe non essere mai stata installata). Una possibile alternativa è che si sia voluto rendere meno evidente a priori la provenienza militare.C ▼ Un'altra ipotesi è che la datazione sia stata cancellata perché richiamava esplicitamente l'era fascista. Oppure l'intervento è stato fatto tout court in vista della dismissione da parte dell'Esercito. In ogni caso, l'aver reso anonimo il coperchietto destro è una operazione irreversibile che ha creato, di fatto, un falso.D ▼


a Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna b
c Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna d
e Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna f

Figura 87191Binocolo prismatico R. ESERCITO ITALIANO 6x30 di cui è stata parzialmente cancellata la provenienza militare [altre immagini in → Controllo e collaudo]


Il binocolo illustrato nel seguito è un LATAOCTA 8x30, realizzato a Genova Sestri probabilmente verso la fine degli anni Quaranta; ciò è testimoniato dalla forma dello scafo, dalle finiture, dall'apparente assenza del trattamento antiriflessi e, soprattutto, dal numero di serie 510840.

Le condizioni di conservazione sembrano ottime, sia per il binocolo che per gli accessori in cuoio, ma sono stati sostituiti i coperchietti dei prismi lato oculari: quello a sinistra, su cui doveva essere stampigliato "SAN GIORGIO / GENOVA-SESTRI", con uno dal logo della "FILOTECNICA / SALMOIRAGHI / MILANO"; quello a destra, su cui doveva essere stampigliato "LATAOCTA / 8x30", con uno "LATAOCTA SAN GIORGIO / 8 X 30".

È noto che, alla metà degli anni Cinquanta, la produzione dei binocoli nella fabbrica genovese è stata fatta cessare dall'IRI, per conferire il ramo d'azienda alla Salmoiraghi. È noto, altresì, che l'azienda milanese ha poi continuato a produrre i modelli di maggior successo disegnati alla San Giorgio: quanto meno il Lugenico 7x50 e, per l'appunto, il Lataocta 8x30. Questo esemplare dimostra che è stato ceduto alla Salmoiraghi anche il magazzino d'interesse. Sebbene fosse ormai adottato il trattamento antiriflessi, in questo caso l'unica modifica evidente ha riguardato i coperchietti; non è stato, invece, necessario modificare l'astuccio in cuoio, anch'esso realizzato a Genova, su cui non era già più stato impresso il marchio con la S inscritta nella G.


a Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna b
c Elaborazione originale da fonte esterna
Elaborazione originale da fonte esterna d
Elaborazione originale da fonte esterna e
f Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna g

Figura 510840Binocolo prismatico LATAOCTA 8x30 falsificato in un SALMOIRAGHI


Il binocolo illustrato nel seguito è presumibilmente un ESA o un R. ESERCITO ITALIANO 6x30, a giudicare dalla forma dello scafo e altri dettagli costruttivi visibili dall'esterno, ma ha subìto numerosi interventi, tra cui la sostituzione dei coperchietti copriprismi lato oculari, la cancellazione del numero di serie originale e una riverniciatura che ha compreso anche le teste delle viti.

Gli unici riferimenti visibili sono sul copriprismi destro, dove il "6x30" e il marchio aziendale non sembrano a punzone; potrebbe invece essere inciso in questo modo il numero di serie "124477": il numero è compatibile con ESA già censiti, ma i punzoni usati sono atipici. Si presume, quindi, che le scritte attualmente presenti siano state eseguite nel corso dello stesso intervento, allo scopo di mantenere, almeno in parte, l'identificabilità del binocolo.


a Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna b
c Elaborazione originale da fonte esterna
Elaborazione originale da fonte esterna d
Elaborazione originale da fonte esterna e

Figura 124477Binocolo prismatico ESA o R. ESERCITO ITALIANO 6x30 con interventi rilevanti e astuccio non pertinente


Il binocolo illustrato nel seguito è un LATAOCTA 8x30, realizzato a Genova Sestri nei primi anni Cinquanta: presumibilmente nel 1951; ciò è suggerito dalla forma dell'intero scafo e dal numero di serie 513578. Anche il trattamento antiriflessi, limitato agli oculari, concorda con l'identificazione: l'azienda genovese, in un primo tempo, non pare aver applicato il trattamento a tutte le superfici ottiche dei propri binocoli.

Le condizioni di conservazione sono attualmente ottime. Ciò non esclude interventi precedenti, che sono giunti al punto di sostituire i coperchietti dei prismi lato oculari, dove normalmente sono riportate le scritte "SAN GIORGIO / GENOVA-SESTRI" (a sinistra) e "LATAOCTA / 8x30" (a destra). Ora, infatti, vi compare: "CARL ZEISS / JENA" (a sinistra) e "8x30 / T" (a destra). La "T", vale a dire Transparenzbelag, indicava i binocoli con trattamento antiriflesso anteriori al 1945. L'esemplare pesa 510 grammi.

Se si fosse trattato di un esemplare più antico dello stesso modello, si potrebbe ipotizzare che la sostituzione dei coperchietti originari sia stata suggerita a priori da una loro forte ossidazione. In questo caso, però, è più probabile che siano sostituiti con gli attuali proprio a scopo di falsificazione.


a Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna b
c Elaborazione originale da fonte esterna
d-e Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna f

Figura 513578Binocolo prismatico LATAOCTA 8x30 falsificato in uno ZEISS


Il binocolo illustrato nel seguito è presumibilmente un ESA o un R. ESERCITO ITALIANO 6x30, realizzato prima degli anni Cinquanta a Genova Sestri, a giudicare dall'apparente assenza di trattamento antiriflessi.

Le buone condizioni di conservazione possono essere dovute a un intervento di manutenzione, che ha peraltro prodotto almeno tre falsificazioni.

  1. La sostituzione dei coperchietti dei prismi lato oculari, dove normalmente sono riportate le scritte "SAN GIORGIO / GENOVA-SESTRI" (a sinistra) e "[modello] / 6x30" (a destra). Ora vi compare: "CARL ZEISS / JENA" (a sinistra) e "SILVAREM / 6 x 30" (a destra).
  2. La cancellazione del numero di serie.
  3. La spianatura dell'impronta del marchio San Giorgio nell'astuccio in cuoio.

Il senso della falsificazione è ulteriormente sminuito dal fatto che il SILVAREM è un binocolo con messa a fuoco centrale Link esterno Binoculars Collection, mentre è il SILVAMAR ad avere la focalizzazione indipendente Link esterno Binoculars Collection. Si confronti anche il SILVAMAR databile al 1940 illustrato in Link esterno Flickr.


a Elaborazione originale da fonte esterna
b Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna Zeiss Silvamar
c Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna Zeiss Silvarem
d Elaborazione originale da fonte esterna Elaborazione originale da fonte esterna e

Figura [REI o Esa]Binocolo prismatico R. ESERCITO ITALIANO o ESA 6x30 falsificato in uno ZEISS




Note a carattere generale

▲ A   Per un primo approccio alla teoria generale del restauro Link esterno Associazione Amici di Cesare Brandi (pagina esistente il 5/6/2019). Una interpretazione più recente e specifica è in Link esterno Il Giornale dell'Arte (pagina esistente il 22/7/2021).

▲ B   Lemma falso¹ in Link esterno Vocabolario Treccani (pagina esistente il 15/1/2021).

▲ C   La provenienza militare non esclude affatto la liceità di una proprietà privata fin dai primi anni Trenta. Gli ufficiali, infatti, acquistavano – anche se a condizioni di favore – il proprio binocolo. Si veda Giornale ufficiale della Regia Marina (1933) e, in nota a tale fonte, Rivista di fanteria (1935) ed Esercito e nazione (1931) → Saggistica.

▲ D   I casi di binocoli con scritte in parte abrase sono purtroppo frequenti: è auspicabile che la condivisione di questa pagina stimoli un maggiore rispetto della storicità di questi strumenti.
È annotato in → Binocoli l'esemplare R. Esercito Italiano 6x30 numero di serie 108596 e matricola Mª 17157, ove è stata cancellata la "R." di Regio e l'anno, sia nella notazione cristiana, 1939, che in quella fascista, XVII.
Due esemplari dello stesso modello sono in vendita su eBay nel gennaio 2021. Nella documentazione fotografica del primo sono poco nitidi il numero di serie 8517X (X = 3?) e la matricola Mª 1X775 (X = 3 o 8?): è stata abrasa solo l'assegnazione al "R. Esercito Italiano", non la riga sottostante con gli anni. Nel secondo sono state abrase tutte le incisioni, compresi i numeri identificativi, a parte "6 X 30 / 140°°".
In → Binocoli è annotato anche l'esemplare Esercito Italiano 6x30 1950, numero di serie 509711 e matricola Mª 21667, il cui piattello copriprisma destro è ora privo di scritte.


Note su esemplari senza numero di serie – ordinati per modello

▲ REI o Esa   "Vintage binocular in good conditions. Carl Zeiss Jena Manufacturer, produced between 1910-1975. Model Silvarem 6x30. The binocular comes in leather case (with no cover)... Condition: Good (used & in working condition with visible signs of use & minor defects". Privo del coperchio dell'astuccio in cuoio e della sua tracolla. Apparso sul mercato (Catawiki) nel novembre 2018. La falsificazione è stata notata e mi è stata segnalata da un assiduo collaboratore, che vuole rimanere anonimo.

▲ Latalux   Collezione Johann Leichtfried, Gaweinstal (Austria). Altre informazioni su questo esemplare sono riportate in → Binocoli.


Note su esemplari con numero di serie

▲ 87191   Collezione privata, Roma. Altre informazioni su questo esemplare sono riportate in → Binocoli.

▲ 124477   Altre informazioni su questo esemplare sono riportate in → Binocoli.

▲ 130394   Altre informazioni su questo esemplare sono riportate in → Binocoli.

▲ 160322   Altre informazioni su questo esemplare sono riportate in → Binocoli.

▲ 510840   Altre informazioni su questo esemplare sono riportate in → Binocoli. Il numero di serie permette quanto meno di datare al dopoguerra la costruzione del binocolo a Genova Sestri: si confronti con gli esemplari delle varianti Lataocta[r] finora censiti in → Binocoli.

▲ 513578   Collezione Giuseppe Finizio, autore di importanti contributi elencati in → Saggistica, tra cui Finizio (2016). Altre informazioni su questo esemplare sono riportate in → Binocoli.
Sono già documentati binocoli San Giorgio con numeri vicini all'esemplare in questione: Esercito Italiano 6x30 n. 513481, Esa 6x30 n. 513670, Lataocta 8x30 n. 513690. La datazione pari o posteriore al 1951 è suggerita dall'esemplare Esercito Italiano 8x30 n. 512977, punzonato con quell'anno. I criteri utilizzati dall'azienda per numerare i propri strumenti sono, comunque, ancora in corso di ricostruzione in → Binocoli.



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