Urania Ligustica

Delizie in villa

Paris Maria Salvago

La specola di Carbonara

Delizie in villa



Salvago ha realizzato una specola anche nel suo palazzo di villa di San Pier d'Arena, a ponente della Lanterna.1



Copyright Fotografia satellitare Orientamento

Figura 1 – L'ambiente di villa, trasformato in giardino, intorno a palazzo Piaggio 2


Come tutti gli oligarchi genovesi, il marchese Salvago aveva un sontuoso palazzo di città, ma risiedeva per una parte dell'anno in villa, vale a dire in uno dei suoi palazzi di campagna: in Carbonara, sùbito a settentrione delle mura cittadine, a levante del monumentale Albergo dei Poveri (fondato nel 1656 e agibile fra il 1664 e il 1668), oppure a San Pier d'Arena, borgo a ponente della Lanterna (ricostruita nel 1543), famoso proprio per le cospicue residenze nobiliari.3 La distanza limitata delle sue ville dalla città gli consentiva di rientrarvi per gli incarichi di governo.

Il declivio di Carbonara deve il suo nome all'antica consuetudine di sfruttarne i boschi per produrre carbone di legna. Il palazzo qui di interesse è stato eretto nel XV secolo dalla famiglia Moneglia, originaria di Chiavari.4 Come quello di San Pier d'Arena, è costruito in costa, vale a dire con l'asse maggiore ortogonale alla linea di massima pendenza: ciò permette di minimizzare lo scavo di fondazione. L'andamento delle isoipse è assai variabile lungo le colline genovesi, a causa di numerose strette valli disposte all'incirca in direzione nord-sud. Ciò ostacola l'uso, eretto a sistema da Vitruvio, di orientare l'asse maggiore di un edificio di civile abitazione lungo l'equinoziale. Tale precetto, infatti, può essere applicato su un declivio, riducendo al contempo la spesa, solo se un piccolo lotto è casualmente ben disposto oppure se si può scegliere il sito adatto in un vasto appezzamento.

È presumibile che palazzo Moneglia sia diventato Salvago – o, per meglio dire, Salvago Moneglia – nel 1678, grazie al matrimonio del nostro Paris Maria con Isabella Maria di Agostino Moneglia.5 Una carta prospettica di impostazione seicentesca, ma stampata presumibilmente nel secolo successivo, riporta ancora la "Villa del S. Moneglia".


Genua

Figura 2 – Villa Moneglia tra le chiese di S. Nicola e di S. Girolamo in una veduta prospettica 6


La fontana che appare sùbito a monte del palazzo Moneglia è un dettaglio che non può essere trascurato, perché in tutta la carta ci sono solo due fontane: l'altra è al centro del giardino a mare del palazzo del principe Doria a Fassolo. La fontana, dunque, testimonia che un importante giardino all'italiana convive, nella villa, con le fasce tradizionalmente dedicate alle coltivazioni, ove dovrebbe primeggiare la vigna.7

L'astronomo J.-J. Lefrançais de Lalande (1732-1807) ci lascia una nota pertinente nel corso del suo viaggio in Italia, che ha avuto luogo tra il 1765 e il 1766.

II y ávoit autrefois un observatoire de M. Salvaggi, mais ses instrumens sont aujourd'hui dans la Casa Costantino Pinelli, hors de la porte de Carbonara, & l'on n'en fait plus d'usage.8

Gli ultimi discendenti di Paris Maria, vale a dire il nipote omonimo e il fratello Franco Maria, erano in effetti scomparsi nel 1745 e la proprietà era passata al cugino Costantino Pinelli quondam Felice.9

Una descrizione dell'ambiente di villa, risalente al 1818, è ancora vicina a quanto esisteva ai tempi di Salvago.

A tramontana della fabbrica [dell'Albergo dei Poveri – il recinto occidentale è stato concluso nel 1835-38] è una villa a cui si passa per un ponte di legno. A destra dell'Albergo e a levante è l'ascesa a S. Niccolò di Carbonara. Per il lungo viale, che ad un poggio conduce, ascendesi al palazzo Pinelli, da cui si ha una graziosa veduta della città, del porto e delle campagne soggette. La strada dal portone del viale in poi divenendo più angusta, e fra le mura delle ville adiacenti racchiusa, compensa alcun poco colla bella prospettiva a levante dell'anzidescritto edifizio, che tutto nel suo compimento da questa parte discuopresi.10

I curatori dell'edizione hanno apposto una utile chiosa a lato di tale brano.

Nel 1798 (Archivio di Stato di Genova, Catasti, n. 25) era di Agostino Pinelli Gentile e la sua area era così vasta da essere stimata fra le proprietà più ricche della città (L. 148.400). L'edificio attuale, con ingresso da corso Firenze civ. 24, dovette essere sistemato nel 1830 ad opera di Ippolito Cremona (Archivio Storico del Comune di Genova, Consiglio d'Ornato, Ricorsi 1827-36, prat. n. 186 e 195).11

Nel 1830 il palazzo è ampliato in stile neoclassico dall'architetto Ippolito Cremona (1777-1844).12 In una carta topografica stampata a Genova nel 1846, il palazzo ha un perimetro ben diverso da quello attuale: si confronti la Figura 3, dove è il più grande edificio a est dell'Albergo dei Poveri, con la Figura 1, in cui l'Albergo rimane fuori campo a sinistra.


Grondona 1846

Figura 3 – Villa Pinelli Gentile tra le chiese di S. Nicola e di S. Girolamo (n. 18 in basso a destra) nel 1846 13


Nel 1875 il cav. Cornelio Desimoni (1813-1899) descrive così la villa.

Dalla nuova via all'Albergo dei poveri pigliando la salita a destra, che guida alla graziosa chiesa della Madonnetta, ci si para al primo svolto una casa di faccia, pel cui ampio vestibolo si ha l'accesso ad un viale che reca alla villa del giovane conte Giuseppe Pinelli-Gentile. [...]
Il palazzo Salvago-Pinelli [...] è il primo ad incontrarsi ed il più nobile fra i numerosi villini, i quali modestamente s'ascondono tra gli alberi e il verde, ond'è ammantato il fianco destro della montuosa regione di Carbonara. Ancora ieri risalivo quell'erta tra i muriccioli che fanno ala, velando lo interno agitarsi delle famiglie; e una pace ineffabile, un'armonia misteriosa mi pioveva nell' animo; correvano alla fantasia i nomi e sto per dire i volti degli avi, i quali ogni giorno dopo lo strepito degli affari pubblici e privati amavano ritirarsi a questo silenzio, vivere liberi tra le gioie della famiglia e il verde della natura; se non quando sacre funzioni o posta d'amici li attraesse sul vicino piazzaletto a musaico di N. S. Assunta.
Il viale Salvago mostra appunto questo amore di ritiramento; essendocchè dopo percorso il primo tratto di faccia alla via, svolta a destra, indi con un terzo giro mette allo spianato del palazzo. I caseggiati, che ne dipendono, lo ricingono da due parti, colà cioè ove lo potrebbero offendere sguardi curiosi e indiscreti: ma, come si è giunti lassù, la vista signoreggia largamente sulla città, sul mare e sui monti, perfino all'isola di Corsica, in giorni però di non ordinaria serenità.14

Quando scrive il Desimoni, l'area era già stata alterata dalla realizzazione di corso Carbonara (1868), quindi è stravolta da corso Firenze, che separa la salita San Nicolò dalla salita alla Madonnetta e divide lo stesso parco che circonda il palazzo di nostro interesse (1910-20). Questi cospicui interventi urbanistici stimolano sia la realizzazione di nuovi palazzi e condomini signorili, che la ristrutturazione degli edifici preesistenti. L'antico palazzo assume la fisionomia attuale alla fine dell'Ottocento, per l'intervento dell'architetto Luigi Rovelli (1850-1911),15 su commissione dell'ultimo proprietario privato: il senatore Erasmo Piaggio (1845-1932).16

L'ambasciatore Giuseppe Salvago Raggi (1866-1946) riferisce nelle sue memorie – scritte a partire dal 1933 – una testimonianza in gran parte inesatta.

So assai poco sul conto dei miei antenati anche perché nel '600 il primogenito della famiglia, avendo litigato col fratello e non avendo figli, lasciò tutto il suo patrimonio ai figli di una sorella maritata Pinelli; a ciò attribuisco il fatto che grande quantità di documenti, libri, alberi genealogici ed altro, trovai in casa Pinelli ancora oggi, mentre pochi ne ho avuti io. Da Agostino Pinelli ho saputo che tutto l'archivio che era a Carbonara — casa dei Salvago passata ai Pinelli, che Giuseppino Pinelli vendette ai Piaggio — pare ora finito al macero.17

Biblioteca ed archivio, ad esempio, non sono andati al macero, bensì trasferiti dai Pinelli Gentile nel loro castello di Tagliolo, nei pressi di Ovada, ove sono conservati tuttora.18

Nel 1961 il parco è oggetto di vincolo, poi esteso al palazzo e al sottosuolo.19 L'intero complesso è acquisito dal Comune di Genova nel 1971. Il palazzo ospita l'Istituto Internazionale delle Comunicazioni 20 e una sede decentrata della Circoscrizione comunale Centro Est. Si può accedere al giardino pubblico che lo circonda da corso Firenze 24 o da via Pertinace 18.21

Un sopralluogo nel parco ha permesso di rilevare la presenza, su di un edificio in rovina a ovest del palazzo (probabile rimessa di carrozze) 22 di un bassorilievo quattrocentesco in ardesia che rappresenta l'uomo selvaggio, un uomo peloso che impugna un nodoso bastone, appoggiato sulla spalla, con la destra ed un lungo cartiglio con la sinistra: è l'insegna dell'albergo Salvago; in genovese, infatti, sarvægo vuol dire selvatico – Figura 2.


Copyright L'uomo selvatico

Figura 2 – L'uomo sarvægo in un bassorilievo su ardesia nella villa di Carbonara (secolo XV) 23


Ricostruita, sia pur con evidenti lacune,24 la storia del palazzo, passiamo ora alla specola.

Salvago ha iniziato ad allestire il suo primo osservatorio astronomico, presumibilmente in una stanza all'angolo sud-occidentale dell'ultimo piano del palazzo, al suo ritorno dall'ambasceria a Parigi (1676). La realizzazione è stata in qualche modo facilitata dalla stessa disposizione equinoziale dell'edificio: la linea meridiana di camera oscura, infatti, doveva essere quasi parallela al fianco dell'edificio; il foro gnomonico doveva aprirsi, ovviamente, sulla facciata meridionale. La dotazione strumentale della specola è ben definibile, nel suo divenire, grazie a fonti manoscritte ed edite: un elenco dettagliato è in stesura. Le coordinate sono riportate nella tabella che segue, ancora da completare.


Fonte φ  Latitudine λ  Longitudine
dal meridiano di Parigi
λ  Longitudine
del meridiano di Parigi
da Greenwich 25
λ  Longitudine
da Greenwich
(risultante)
Quota
m
??? 26 44° xx' xx" N
G. F. Maraldi 27 6° 39' E 2° 20' 14" E 8° 59' E +97

Tabella I – Coordinate geografiche in letteratura


La tabella che segue mette a confronto le coordinate misurate nel Sei/Settecento con quelle misurate attualmente per un punto arbitrario della zona: la soglia dell'ingresso principale a mezzogiorno del palazzo ottocentesco in figura 1.


Epoca Datum φ  Latitudine λ  Longitudine
da Greenwich
Quota
m
Fonte
1722 8° 59' E +97 (specola) Tabella I
2012 WGS84 44° 25' 3",52 N 8° 55' 53",37 E +90 (soglia ingresso) Google Earth 28
2016 WGS84 44° 25' 3",73 N 8° 55' 53",54 E Zoom Earth 29

Tabella II – Coordinate geografiche antiche e attuali


Le coordinate corrispondono abbastanza bene, soprattutto se si tiene conto della maggiore facilità con cui può essere misurata la latitudine rispetto alla longitudine. È opportuno ricordare, comunque, che occorre cautela nel confrontare le coordinate attuali di uno stesso luogo basate su diversi sistemi geodetici di riferimento (datum): si veda la pagina qui dedicata agli Osservatori astronomici di Greenwich e Parigi, che mostra discrepanze di alcuni secondi sia in latitudine che in longitudine. A maggior ragione, non è banale comparare misure ottenute secoli fa con le odierne.




1 I palazzi di villa in cui avevano sede le specole di Salvago sono stati identificati dall'autore: R. Balestrieri, "Un progetto per la storia dell'astronomia in Liguria", in Atti XVI Congresso nazionale di storia della fisica e dell'astronomia (CNR, Como, 24-25/5/1996), p. 75 e nota 12 File PDF   Link esterno SISFA.

2 La fotografia satellitare è dell'8 settembre 2007.

3 E. Poleggi, P. Cevini, Genova (Roma-Bari, Laterza, 1981), p. 141; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN. Sull'Albergo dei Poveri si veda la scheda in Link esterno Wikipedia e il blog Link esterno C'era una volta Genova.

Qui e altrove nella pagina: alcune informazioni provengono da AA. VV., Liguria (Milano, Touring Club Italiano, 1982) Link esterno Google libri.

4 Scheda, con un buon testo e alcune immagini difettose (al 22/12/2016), in Fo.S.C.A.

5 A. Di Raimondo, "Paris Maria Salvago. Nuovi documenti d'archivio", A Compagna, 47, nuova serie (2015), n. 4, p. 14-18 File PDF. L'albero genealogico ha una migliore risoluzione nella pagina di Urania Ligustica dovuta allo stesso Autore.

6 Incisione su rame di Daniël Stopendaal (1695-1726) per l'editore P. van der Aa (1682-1730) in Link esterno Gallica; sembra trattarsi della stessa opera schedata in Link esterno OPAC SBN.

Deriva dall'incisione: Alessandro Baratta (1583-post 1637), La famosissima e nobilissima città di Genova con le sue nuove fortificazioni (1637); riprodotta ad esempio in: Poleggi & Cevini, Op. cit., fig. 73 alle pp. 134-135. Non mi risulta che sia stata ancora condivisa in rete una riproduzione di qualità comparabile a quanto fornito da Gallica per la riproduzione olandese.

"S. GEROLAMO IN CASTELLETTO. / Chiesuola sussidiaria per le parrocchie che hanno case tra il vecchio e nuovo ricinto. Vuolsi fondata dalla famiglia Moneglia nel XV secolo, per una lapide riportata dall'Acinelli, ch'è la seguente: MCCCCV . DIE . XXVII . SEPTEMBRIS / HOC . OPVS . FIERI . FECIT / NICOLAVS . DE . MONELIA". Descrizione di Genova e del Genovesato, vol. 3 (Genova, Ferrando, 1846), p. 190 Link esterno Google libri; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

7 Cfr. AA. VV., La scultura a Genova e in Liguria. Dal Seicento al primo Novecento (Campomorone, Fratelli Pagano, 1987), p. 23, dove la figura ha come didascalia: "Gio. Domenico Amadio, Progetto di fontana per Giovanni Moneglia (1630), Genova, Archivio di Stato"; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

8 J.-J. de Lalande, Voyage en Italie, contenant l'histoire & les anecdotes les plus singuliers de l'Italie... (Paris, Veuve Desaint, 1786), t. 9, p. 391.

9 Di Raimondo, Op. cit.

10 E. e F. Poleggi, a cura di, Descrizione della città di Genova da un anonimo del 1818 (Genova, Sagep, 1969), p. 39; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

11 Ibidem.

12 Sull'architetto Cremona si veda la scheda di E. De Negri in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 30 (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1984) Link esterno DBI. Disegni pertinenti potrebbero essere conservati nell'archivio della Link esterno Fondazione Archivi Architetti Ticinesi.

13 Carta topografica della città di Genova / comprese le innovazioni fatte a tutto il mese di agosto 1846 (Genova, Grondona, 1846), in scala 1:7200 Link esterno Deutsche Fotothek. La carta non è correttamente orientata.

14 C. Desimoni, "Notizie di Paris Maria Salvago e del suo Osservatorio astronomico in Carbonara", Giornale ligustico di Archeologia, Storia e Belle Arti, 3 (1876), pp. 465, 468.

15 Sull'architetto Rovelli si veda la scheda in Link esterno Wikipedia.

16 Scheda a cura dell'Archivio storico del Link esterno Senato della Repubblica.

17 G. Licata, Notabili della terza Italia. In appendice carte di Salvago Raggi e altri inediti (Roma, Cinque lune, 1968), p. 213; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN. Su Salvago Raggi si veda la voce in Link esterno Wikipedia.

18 La fortuna di Salvago e la sorte del suo patrimonio scientifico sono state ricostruite dall'autore: R. Balestrieri, "L'ambiente di Paris Maria Salvago (1643-1724)", in SISFA. Società Italiana degli Storici della Fisica e dell'Astronomia. Atti del XXX Congresso Nazionale. Urbino 2010, a cura di R. Mantovani (Urbino, Argalìa Editore, 2012), pp. 109-117 File PDF.

Tra gli articoli apparsi sulla stampa quotidiana si può ad esempio ricordare: "Tagliolo, l’antico castello del vino" Link esterno Il Secolo XIX (11/8/2015).

19 Documentazione di vincolo architettonico e archeologico in Link esterno Vincoli Regione Liguria.

Nel seguito si trascrive la relazione storico-artistica allegata al decreto del 3 giugno 2011, che cita come unico riferimento bibliografico: Le ville del Genovesato (Genova, Valenti, 1987); scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

"Tutto il complesso immobiliare denominato Villa Piaggio compreso tra Corso Firenze, Salita Inferiore San Simone, via Pertinace, è pervenuto al Comune di Genova nel 1971 e risulta ad oggi identificato al N.C.T. con i mappali 38 (villa e pertinenza), 23, 24, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 45, 61 (belvedere), 62, 63 e 1026 alla Sez. Genova/A foglio 34.
Il complesso è composto dalla villa padronale sita in Corso Firenze civv. 19 e 24 con pertinenze varie quali la portineria, la serra la loggia e altri locali, dal fabbricato posto in Via Pertinace civv. 14a e 14b, il tutto immerso nell'esteso parco, caratterizzato da grandi alberi secolari, fontane ed altri elementi decorativi (già riconosciuto di interesse paesaggistico con decreto del Ministero della Pubblica Istruzione ai sensi della legge 1497/39 notificato in data 27.09.1961 all'Istituto Suore dell'Assunzione).
La Villa venne costruita nel XV dai Moneglia, illustre famiglia patrizia proveniente da Chiavari, che possedeva molte proprietà in quella zona. Passata successivamente ai Salvago e quindi ai Pinelli-Gentile di Tagliolo, venne ristrutturata nel 1830 su progetto di Ippolito Cremona. Intorno al 1890 viene acquistata dal senatore Erasmo Piaggio, che ne fa la propria residenza e ne affida la ristrutturazione, prima a Severino Picasso e successivamente a Luigi Rovelli. Nel 1958 la villa è venduta dagli eredi Piaggio alle Suore dell'Assunzione, che l'adibiscono ad uso scolastico senza apportare particolari trasformazioni. Nel 1971 l'edificio passa di proprietà al Comune di Genova.
L'imponente mole della villa, apprezzabile dai tornanti di Corso Firenze, è circondata da un vasto parco pubblico di stile prevalentemente romantico, con folta vegetazione costituita per lo più da macchia mediterranea. Ulteriori percorsi, quali scale, piccoli sentieri e brevi rampe, raccordano le terrazze centrali con le parti laterali che maggiormente hanno conservato il carattere originario. Nel parco vi sono inoltre alcune costruzioni in stile neo medievale, ingentilite da elementi decorativi, quali lapidi e stemmi, ripresi da modelli di edifici medievali e rinascimentali. Il progetto di ristrutturazione di Severino Picasso, datato 1887, ci permette di analizzare i cambiamenti della villa. L'edificio a quella data si presenta come un corpo allungato, con due corpi loggiati ortogonali al fronte, che si protendono verso il mare. La villa attuale è la risultante di aggregazioni successive con ampliamento di più unità. La valutazione catastale nel 1798 indica la villa come tra le più importanti dell'area compresa nella cinta muraria del XVII secolo e quindi ha già raggiunto in quel periodo notevoli dimensioni. Possiamo quindi dedurre che l'intervento del Cremona della prima metà del XIX secolo si riduca a una semplice ristrutturazione più che a un vero e proprio ampliamento.
Alla villa si accede da due diversi ingressi: il più antico è su via Pertinace dove era posta l'antica portineria, ancora oggi esistente, costituita da un palazzo in stile neo medievale; l'altro realizzato nel tardo '800, in seguito al taglio di Corso Firenze, è costituito da un ingresso monumentale in tono con lo stile della villa e si collega, dopo una serie di tornanti, alle scuderie e quindi all'ampia terrazza prospiciente la villa. L'edificio si presenta, in base al progetto di ristrutturazione di Picasso del 1887, come un corpo allungato tendente a disposizione simmetrica, con due corpi loggiati ortogonali al fronte protesi verso il mare. Il prospetto a tre piani contiene nove assi finestra. La villa prima dell'intervento della fine del XIX secolo risultava priva di ogni apparato decorativo, ma presumibilmente dovevano essere presenti alcune opere pittoriche, vista anche l'importanza della famiglia. Nel nuovo progetto scompare il tetto a piramide (tipico delle ville genovesi dei secoli XVI e XVII), sostituito da un terrazzo piano, che attenua l'aspetto tipico della villa per dargliene uno più in linea con la nuova immagine del circostante quartiere borghese. Inoltre si crea una sovrapposizione di piani di quasi eguale altezza. Anche la distribuzione degli ambienti subisce sensibili variazioni, l'ampio atrio che immetteva direttamente in uno scalone a rampa unica, è sostituito da una soluzione a forbice, la decorazione del vano scala, è invece a ordini sovrapposti di lesene intervallate da nicchie. Il prospetto asimmetrico ha insolitamente due portoni gemini, preceduti da un breve portico a terrazza ed è trattato a bugnato in corrispondenza del piano terra, mentre ai livelli superiori il trattamento è lieve e determina un tenue effetto di chiaroscuro. Il cornicione di gronda e le decorazioni delle finestre con timpani a conchiglia costituiscono gli unici elementi plastici delle superfici. L'edificio si sviluppa con vani piuttosto irregolari, si passa da saloni ampi per superficie e altezza con volte e rifiniture con stucchi, decorazioni e affreschi di gusto neoclassico, soffitti a cassettone, a locali di ridotte dimensioni.
Attualmente nell'edificio principale si trovano l'istituto delle comunicazioni, ed anche altri usi sociali fra cui il distretto della polizia municipale, mentre il parco è stato adibito a giardino pubblico.
Il complesso di Villa Piaggio con parco e pertinenze, la cui costruzione risale al secolo XV, rappresenta uno dei maggiori esempi di villa della tradizione genovese, successivamente ampliata ed arricchita nel corso del secolo XIX secondo i gusti delle famiglie borghesi dell'epoca; il complesso rappresenta inoltre una significativa testimonianza delle trasformazioni urbanistiche della città diventando, con l'ampio parco di gusto romantico parte integrante dell'intero compendio, un'area di grande pregio monumentale e paesaggistico all'interno del tessuto urbano realizzato in seguito alle espansioni urbane della prima metà del XIX secolo.
Per queste motivazioni, pertanto, si ritiene per il complesso in oggetto più che motivato il formale riconoscimento dell'interesse culturale ai sensi del D. Lgs. 42/2004 Parte Seconda Beni Culturali".

Il decreto citato dispone un altro vincolo: "il sedime dell'edificio presenta alto rischio archeologico in quanto, vista la relazione pervenuta, l'attuale complesso di Villa Piaggio risulta essere stato costruito nel XV secolo dalla famiglia patrizia dei Moneglia, originari di Chiavari e sottoposto, dopo vari passaggi di proprietà, ad una radicale ristrutturazione alla fine dell'ottocento. Indagini archeologiche condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria nel vicino terreno di proprietà dell'Albergo dei Poveri, in occasione della costruzione di un nuovo fabbricato hanno inoltre portato al recupero di frammenti ceramici (tegoloni) di epoca romana. Si ritien pertanto altamente probabile che nel sottosuolo della villa e soprattutto nelle aree del parco, restate sostanzialmente invariate, si conservino depositi o strutture di interesse archeologico, riferibili alle fasi di costruzione e vita dell'edificio e ad eventuali preesistenze".

20 Il sito web dell'Istituto Internazionale delle Comunicazioni, già in Link esterno www.iicgenova.it, è stato trasferito in Link esterno www.iicgenova.com ante il 22 dicembre 2016.

21 Per l'ingresso ai giardini da via Pertinace Link esterno Street View; da corso Firenze, con vista sul palazzo Link esterno Street View.

22 Alcune pertinenze, tra cui quella in cui è incastonato il bassorilievo, sono state vendute dal Comune a privati e ne è in corso la ristrutturazione: M. Quadrone, "Castelletto, Villa Piaggio: nuove residenze con vista parco" (26 giugno 2012) Link esterno Era Superba; C. Dani, "Villa Piaggio, procedono i lavori per l’ostello e le residenze universitarie. Ma il parco soffre carenza di risorse" (28 luglio 2014) Link esterno Era Superba.

23 Da una foto dell'autore realizzata il 12 maggio 2012. Il bassorilievo su ardesia sembra risalire al secolo XV: la mancanza della cornice inferiore fa pensare che si tratti di un sovraporta. Se si tiene conto che il palazzo di villa è pervenuto ai Salvago solo nel 1678, la lastra potrebbe provenire dal palazzo di città dei Pinelli Gentile ed essere stata inserita nell'Ottocento in un muro del giardino, nel corso del rifacimento dei giardini in stile romantico.

Il motto latino sul cartiglio, NOLI ME TANGERE (non mi toccare), ha certamente il senso ricordato in Link esterno Treccani.it: "Nel linguaggio comune, la frase si ripete talvolta con riferimento a persona suscettibile, ombrosa, piena di sussiego, che non ammette scherzi e confidenze".

24 Ma si confronti: AA.VV., Catalogo delle ville genovesi (Genova, Italia Nostra, 1981), dove la scheda in appendice, p. 16a, ignora gli eventi anteriori al 1798; scheda bibliografica Link esterno OPAC SBN.

"Villa Piaggio (corso Firenze 24 e via Pertinace 38) fu edificata in stile neoclassico nel 1830, da Ippolito Cremona, sul sito del precedente palazzo Pinelli Gentile con la più vasta area verde di tutta la zona a monte; lo scosceso parco dell'attuale villa (ove hanno sede il Consiglio di Circoscrizione di Castelletto e l'Istituto Internazionale delle Comunicazioni), di dimensioni più ridotte e organizzato in terrazze, è ora pubblico". Liguria, op. cit., p. 185 Link esterno Google libri.

25 Osservatori astronomici di Greenwich e Parigi.

26 [Da reperire].

27 G. F. Maraldi, "Determination geographique de l'Isle de Corse", Histoire de l'Académie Royale des Sciences - Année MDCCXXII. Avec les Mémoires... (Paris, Imprimerie Royale, 1724), pp. 348-355 delle Mémoires.

28 Coordinate medie dalla misura di 8 immagini, riprese dal 2003 al 2007, fornite da Google Earth.

29 Dati da una singola immagine, fornita da Bing maps, ricavati tramite Link esterno Zoom Earth.



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