Industria e astronautica

Industria e astronautica in Liguria

Aurelio Robotti e l'aviobomba Ansaldo

Riccardo Balestrieri


*UL home


English

SUMMARY

Aurelio Robotti (1913-1994) graduated in mechanical engineering and specialized in aeronautical engineering at the Polytechnic of Turin. He was interested in engine design, like his father Italo, and obtained pilot's licenses. Having joined the Aeronautical Engineers, he has been involved in missiles since 1941, in the research center in Guidonia. After the fall of fascism, he participated in the liberation war and continued to work for the Aeronautica Militare information service after the war. Discharged with the rank of captain in 1949, he founded his own engineering firm, TE.CO S.r.l., with which he created the first liquid propellant missiles that flew in Italy, starting with the AR 3 on 9 May 1952, having as contacts first the Marina, then the Aeronautica Militare. Professor at the Polytechnic of Turin, he published high-level educational and popular texts and collaborated on the first RAI (the Italian national broadcasting company) scientific broadcasts. He then developed arcjets for electric propulsion in space and promoted the use of solar energy in Italy with fundamental works.

Indice
      Antefatto
      Premessa

  1. Elementi biografici
  2. Una limitata fortuna
  3. La descrizione dell'aviobomba
  4. Echi di un solo articolo
  5. Cosa si può già precisare?



  6. Una forma tra funzione e icona
  7. I missili AR a propellenti liquidi
  8. Didattica e ricerca universitaria
  9. Alcuni dubbi
10. Qualche risultato

      Desiderata
      Ringraziamenti
CATALOGO DELLE OPERE EDITE

Italiano

RIASSUNTO

Aurelio Robotti (1913-1994) si è laureato in ingegneria meccanica e specializzato in ingegneria aeronautica al Politecnico di Torino. Si è interessato alla progettazione di motori, come il padre Italo, e ottenuto licenze da pilota. Entrato nel Genio Aeronautico, si è occupato di missilistica dal 1941, nel centro di ricerche a Guidonia. Dopo la caduta del fascismo, ha partecipato alla lotta di liberazione e continuato a operare, nel dopoguerra, per il servizio informazioni dell'Aeronautica. Congedato con il grado di capitano nel 1949, ha fondato un suo studio di ingegneria, TE.CO S.r.l., con cui ha realizzato i primi missili a propellenti liquidi che hanno volato in Italia, a partire dall'AR 3 il 9 maggio 1952, avendo come referenti prima la Marina, poi l'Aeronautica Militare. Docente al Politecnico di Torino, ha pubblicato testi didattici e divulgativi d'alto livello e collaborato alle prime trasmissioni televisive della RAI a carattere scientifico. Ha poi sviluppato arcogetti per la propulsione elettrica nello spazio e promosso l'uso dell'energia solare in Italia con opere fondamentali.



Antefatto

Negli anni 1951-1953, a La Spezia, Hermann Oberth (1894-1989) e la sua squadra hanno cercato di sviluppare un missile a propellente solido per la Marina Militare. Dato che le fonti primarie pertinenti erano – e rimangono – per la maggior parte inedite e non facilmente accessibili, ho ricostruito la vicenda considerando le informazioni disponibili in rete: ogni venerdì dal 30 dicembre 2016 al 3 marzo 2017 ho via via condiviso in *UL Hermann Oberth quanto trascritto e verificato con riscontri adeguati e l'abbozzo di un commento. In soli due mesi, dunque, ho raccolto e condiviso dati fino ad allora ignorati, ma utili per definire la vicenda, tra cui: l'inserzione pubblicitaria della Hans Hamberger AG; la dinamica del ritrovamento in Svizzera di Oberth; la sua visibilità internazionale e i motivi della segretezza mantenuta a La Spezia; una migliore definizione della squadra del Progetto LAGO; l'evidenza che Oberth ha deprecato in pubblico il segreto militare, per sfruttarlo e vantare la conclusione certa di tale progetto. Due articoli complementari sono stati pubblicati entro la fine del 2017:

Una vicenda parallela a quella di Oberth riguarda i missili sviluppati dall'ingegnere e pilota torinese Aurelio Robotti, prima per la Marina, poi per l'Aeronautica. Già nel 1941 Robotti aveva ideato un missile a propellenti liquidi per la genovese Ansaldo: all'epoca una delle più grandi aziende italiane. Come nel caso di Oberth, la testata esplosiva non è stata sviluppata, ma sarebbe stata – almeno per chi scrive – la parte meno interessante del progetto. Questo, come vedremo, è rimasto misterioso per motivi diversi rispetto al missile antiaereo di Oberth.

Lo stimolo iniziale per approfondire l'argomento è nato dal fatto che tre generazioni di Balestrieri (nonno Asmaro, mio padre Luciano, io stesso e altri parenti del ramo paterno) hanno lavorato in uno stabilimento siderurgico e metalmeccanico a Genova Campi: denominato inizialmente Gio. Ansaldo & C., poi SIAC e Italsider. Mi era quindi venuto il dubbio che il "nostro" stabilimento – che ha gestito la nascita del ciclo integrale in Italia e che è, purtroppo, del tutto scomparso da vari anni – avesse giocato un ruolo nella vicenda di Robotti, dato che vi sono state prodotte Link esterno Artiglierie per tutto il Novecento: così a lungo, che ho seguito anch'io la fucinatura di barre per cannone. Il fatto che l'aviobomba non fosse mai emersa in ricordi di famiglia o nei documenti aziendali che avevo via via raccolto poteva non essere dovuto a ragioni di segretezza, ma a come erano gestiti gli archivi: quelli di ricerca e sviluppo erano affidati a chi se ne occupava direttamente. Ad esempio, mi è capitato di eseguire la cessione del know how delle lamiere balistiche ai due stabilimenti del gruppo (Terni e Taranto), che avevano impianti adatti ed erano interessati a continuare la produzione: tutti i documenti pertinenti erano concentrati da tempo in un singolo armadio. Invece, quando una linea di attività cessava, il materiale raccolto finiva, prima o poi, al macero. Che ciò fosse capitato anche al progetto di Robotti? Magari ben prima che in Ansaldo maturasse la sensibilità, che ha portato alla nascita e allo sviluppo della Fondazione omonima? Quanto è emerso e qui riportato indica strade diverse, come capita spesso quando si intraprende una ricerca storica.


Premessa

Le informazioni finora raccolte, organizzate e qui condivise costituiscono un lavoro originale, propedeutico ad uno o più articoli, e un memorandum, che distingue le fonti a disposizione da quelle ancora da reperire. Come si può vedere dall'indice di questa sezione di Urania Ligustica, rimangono da approfondire altri temi di missilistica e astronautica, che hanno coinvolto la Liguria.


1. Elementi biografici

1913 | Aurelio Robotti nasce a Torino, da Italo, il 27 maggio – fonti trascritte più sotto.

Tutte le informazioni che seguono si riferiscono al padre.
"ROBOTTI ITALO (ps. [pseudonimi] i. r., Viator, I. Rob, Aliot Bitroot) - n. Pavia, 14-7-1885. Ab.: Torino, p.za Risorgimento 6. / È stato dirigente dell'Ufficio pubblicazioni tecniche della F.I.A.T. Diploma di ingegnere. Già membro della S.A.E. (Society of Automotive Engineers, New York). Collaboratore del Grande Dizionario Enciclopedico U.T.E.T., I e II ed. 1933-1958. / Coll.: L'Operaio Meccanico; Auto Aero; Auto Moto Avio; Motor Italia; A.T.A.; Bollettino di Documentazione del C.N.M.A. (Centro Nazionale Meccanico Agricolo, Torino), sezione del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Voll. [...]" – Chi scrive : repertorio bio-bibliografico e per specializzazioni degli scrittori italiani (Milano : Igap, 1966), p. 465 Link esterno Google libri (per University of Michigan).
Autore di: La tecnica del motorista : Manuale teorico pratico per i motoristi ed i piloti d'aviazione (Torino : S. Lattes & C., 1918 - 1922 - 1925 - 1930) Link esterno OPAC SBN.
"Un acquisto recente era anche l'ingegner Italo Robotti, investito di una grossa responsabilità come quella di dirigere la Scuola allievi Fiat. Agnelli la definiva «una scuola senza asini», in quanto l'esame di ammissione era particolarmente severo. / Istituita nel 1921 e riservata di preferenza ai figli e agli stretti congiunti dei dipendenti, questa scuola aziendale rappresentava un'importante ..." – V. Castronovo, FIAT, 1899-1999: un secolo di storia (Milano : Rizzoli, 1999), p. 291 Link esterno Google libri.
Ha diretto "la Scuola allievi Fiat, istituita nel 1921, riservata di preferenza ai figli dei dipendenti e concepita come vivaio di apprendisti destinati poi al ruolo di capi operai" – A. Mazzuca, G. Mazzuca, La FIAT da Giovanni a Luca: un secolo di storia sotto la dinastia Agnelli (Milano : Baldini Castoldi Dalai, 2004), p. 65 Link esterno Google libri.
Almeno cinque suoi brevetti (ca. 1923-1924) risultano tuttora in Link esterno Espacenet.

1932 | Brevetto di pilota d'aliante Link esterno Google libri – fonte del 1958 trascritta per intero nel seguito.

1934-1936 | Nel gennaio 1934 fa parte della squadra universitaria che a Cortina disputa i Littoriali della neve e del ghiaccio – La Stampa della sera (10/1/1934), p. 2; nello sci di fondo 18 km giunge 21° su 24 classificati – La Stampa (29/1/1934), p. 4. Un anno dopo a Clavières, nella stessa gara, arriva 3° su 32 classificati – La Stampa (6/1/1935), p. 6. Compete di nuovo nel fondo il 14 dicembre 1936, a Sauze d'Oulx, giungendo 6° su 36 – La Stampa (14/12/1936), p. 4. Rimarrà per tutta la vita un appassionato di montagna.

1935 | In marzo è primo a Torino, nei Prelittoriali della cultura e dell'arte, con una relazione su "Sostituzione e riduzione dei carburanti nella trazione meccanica" – La Stampa (15/3/1935), p. 8.

1936 | Laurea al Politecnico di Torino in Ingegneria meccanica: "Robotti Aurelio di Italo da Torino | [Data di laurea] 30 ottobre | [Voto] 92/100 | [Specialità] Ind. meccanico" – Annuario del Regio Politecnico di Torino : Anni accademici 1935-1936 e 1936-1937 (Torino, 1937), p. 435 Link esterno Politecnico di Torino (pdf). [DA REPERIRE IL TITOLO DELLA TESI]

1936 | Superamento dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di Ingegnere. Annuario del Regio Politecnico di Torino : Anni accademici 1935-1936 e 1936-1937 (Torino, 1937), p. 445 Link esterno Politecnico di Torino (pdf).

1937 | Laurea nella Scuola di Perfezionamento in Ingegneria aeronautica: "Dott. Ing. Robotti Aurelio di Italo da Torino, 87/100" – Annuario del Regio Politecnico di Torino : Anno accademico 1937-1938 (Torino, 1938), p. 215 Link esterno Politecnico di Torino (pdf). [DA REPERIRE IL TITOLO DELLA TESI] L'evento è accennato in: V. Marchis, "Il Laboratorio e la Scuola di Aeronautica del Politecnico di Torino dalle origini al secondo conflitto mondiale", ne Il Politecnico di Torino e l'aeronautica (Torino : Celid, 1995), pp. 21-62 Link esterno Politecnico di Torino (pdf).

1938-1939 | Continua ad occuparsi della progettazione di motori, come suo padre, anche traducendo o sintetizzando articoli in inglese. [D. Jafar], "L'iniezione preliminare nei motori Diesel", Auto Moto Avio (1938), 30 marzo, p. 19. [C. F. Baker], "Problemi di eliche imposti dal volo substratosferico", Auto Moto Avio (1939), p. 67. "Quali tipi di motori avrà domani l'aviazione?", Motor Italia (1939), gennaio-febbraio, pp. 38-39. Sono alcune delle prime fonti note in cui Robotti si firma aggiungendo al primo nome l'iniziale del secondo: Carlo; questo non compare negli atti ufficiali precedenti.

Perché ha iniziato ad usarlo? Non ci sono problemi di omonimia con il ben più noto Mario Robotti (1882-1955), allora generale di divisione.
È possibile che volesse distinguersi da un altro e più anziano Aurelio Robotti (nato il 12/4/1887), che ha fatto la sua carriera nel Regio Esercito: nel 1935 è stato nominato sottotenente di complemento in fanteria – Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. Esercito... Anno 1935 (Roma : Istituto Poligrafico dello Stato, 1935), p. 1208 Link esterno Google libri (per Biblioteca Nazionale Centrale di Roma); nel gennaio 1939 è stato nominato tenente – Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. Esercito (Roma : Istituto Poligrafico dello Stato, 1939), p. 4903 Link esterno Google libri (per Biblioteca Nazionale Centrale di Roma).
Si noti, infine, che il Nostro non usa più il secondo nome dopo il collocamento a riposo dal Politecnico, come si può riscontrare negli articoli pubblicati nel supplemento TuttoScienze del quotidiano torinese La Stampa [Catalogo].

1939 | È in rapporti professionali con la Fiat, anche in questo caso seguendo le orme paterne. "La Fiat Mirafiori", L'ingegneria (1939), giugno. "La Fiat", in Atti dei sindacati provinciali fascisti ingegneri del Piemonte, n. 5, maggio 1940 (numero speciale per la prima giornata della tecnica L'ingegneria piemontese nelle sue industrie), p. 30. Ancora nel 1961 sarà indicato come consulente della Fiat.

1940 | Tenente del Corpo del Genio Aeronautico, ruolo ingegneri, quanto meno dal 6 luglio. Ministero dell'Aeronautica, Giornale ufficiale, dispensa n. 22 (1/8/1940), circolare n. 419, p. 1120 Link esterno Google libri (per Biblioteca Nazionale Centrale di Roma).

1940 | Brevetto di pilota d'aviazione civile Link esterno Google libri – fonte del 1958 trascritta per intero nel seguito. Un documento coevo riporta: "Brevetto di pilota civile di aerodina da turismo di 2° grado [...] [Brevetto n.] 5125 - Robotti Aurelio . . . 10-3-41" – Ministero dell'Aeronautica, Bollettino dell'aviazione civile e del traffico aereo (Roma : 1941), p. 98 Link esterno Google libri (per Biblioteca Nazionale Centrale di Roma).

Gli aeromobili sono suddivisi in più leggeri dell'aria – aerostati – o più pesanti dell'aria – aerodine –.

Più precisamente, il termine aerodina comprende "ogni aeromobile a sostentamento dinamico ottenuto dalla reazione dell'aria su delle superfici in movimento relativo".

Le licenze di volo si dividono in: a) brevetto di pilota di aliante; b) brevetto nazionale di pilota di aerodina da turismo, o di primo grado; c) brevetto internazionale di pilota di aerodina da turismo, o di secondo grado; d) brevetto internazionale di pilota di aerodina da trasporto pubblico o da lavoro aereo, o brevetto di terzo grado.

"Il brevetto di 2° grado o brevetto di pilota di velivolo per turismo aereo attesta e riconosce nel titolare la capacità di compiere, secondo le abilitazioni inscritte sul brevetto stesso, voli in qualità di pilota: - atterrando anche in un aeroporto che non sia quello di partenza, purché aperto al traffico pubblico e privato; - con o senza passeggeri; - con o senza carico qualsiasi; - a solo scopo turistico, cioè con esclusione di compensi di qualsiasi natura".

Regio Decreto 11 gennaio 1925 n. 356, "Regolamento per la navigazione aerea", supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 66 (1925), parte prima, n. 96, 25 aprile, pp. 3757 Link esterno Gazzetta Ufficiale (pdf).

Regio Decreto 25 giugno 1940 n. 1370, "Emendamenti al regolamento per la navigazione aerea", Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 81 (1940), n. 239, 11 ottobre, pp. 3757 Link esterno Gazzetta Ufficiale (pdf).

[L'immagine a lato, reperita sul mercato antiquario, non si riferisce alla licenza di Robotti, ma è presumibimente simile ad essa]

Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 1 – Brevetto di pilota 2° grado

1941 | Inizia ad occuparsi di missilistica e progetta l'aviobomba due anni dopo [§ 3].

1941 | Il 29 ottobre il fratello Guido si laurea in Ingegneria industriale elettrotecnica con la votazione 100/110 – Annuario del Politecnico di Torino per gli anni accademici dal 1941-42 al 1947-48 (Torino, V. Bona, 1949), p. 455 Link esterno Politecnico di Torino.

1943-1944 | Dall'ottobre 1943 al giugno 1944 opera in clandestinità a Roma: continua a fare ricerca e, soprattutto, agisce in segreto per il governo Badoglio. Il 10 dicembre 1943 Robotti e i suoi compagni – tra cui i tenenti Genserico Fontana e Romeo Rodriguez Pereira e il brigadiere Candido Manca, fucilati alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944 con altri 332 martiri – devono fronteggiare Kappler e la Gestapo; il Nostro riesce a salvarsi, per merito e fortuna, ma è doveroso dare spazio all'intero episodio, purtroppo mai riferito, a quanto pare, da Robotti.

G. M. Catanzaro
MONTEZEMOLO
L'uomo e l'impresa clandestina

(Roma : Editoriale Romana, 1945) Link esterno Google libri (per University of California)


Immagine originale

Figura 2 – Il frontespizio

[La trascrizione delle pp. 134-138 è stata verificata e completata grazie ad un prestito interbibliotecario della Biblioteca Civica di Cuneo: i punti di sospensione sono presenti nel testo originale]

"Non Roma solo, ma sciaguratamente la quasi totalità d'Europa fu sotto l'incubo poliziesco tedesco, e ne può giudicare. Non vi sarebbe bisogno quindi noi insistessimo or qui su quanto è più che di dominio, di triste esperienza pubblica. Tuttavia poiché ciò rientra nella descrizione dell'ambiente, degli uomini e dell'epoca durante la quale avvenne la cattura del Nostro [Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo (1901-1944)], inseriamo la narrazione, che a noi sembra tipica a riguardo, della perquisizione domiciliare e della conseguente cattura dell'industriale Reale Carboni (citato, della organizzazione Sorice) che ci viene da una relazione, fra le moltissime a noi note, del colonnello Giuseppe de Sanctis (anch'esso citato) che ne fu testimonio oculare.
Lasciamo la parola al de Sanctis:
...«La sera del 10 dicembre '43, dopo l'imbrunire, la Gestapo fece piantonare l'ufficio di via della Mercede (1). [Nota a pie' di pagina: "(1) L'ufficio Carboni: Via della Mercede 42"] L'usciere dell'ufficio stesso, un carabiniere alla macchia, nell'uscire verso le 19, non rilevò nulla di anormale.
I fatti svoltisi prima del mio ingresso nell'ufficio, sono stati da me accertati come segue:
Verso le ore 20, cinque agenti della Gestapo di cui uno risultò essere italiano, agli ordini del colonnello Kappler in [<134-135>] persona, facevano irruzione nell'ufficio, e vi sorprendevano il comm. Carboni ed il maggiore [tenente] della R. Aeronautica Robotti, i quali stavano esaminando un piano particolareggiato di comunicazioni tedesche da segnalare al Governo di Bari per farle bombardare da aerei. Il comandante Robotti riusciva ad infilare la scala inseguito da tre colpi di pistola andati a vuoto: il Robotti stesso rispondeva con due colpi di pistola, e si dileguava nell'oscurità ponendosi in salvo... Il Carboni frattanto, gettava a terra o comunque nascondeva i documenti che aveva sottomano od indosso. Kappler, grossolano, feroce, violento, iniziava le sue indagini tenendo la pistola spianata sul Carboni. La accusa era: «intelligenza con il nemico e spionaggio a mezzo radio clandestina». Tre minuti di tempo per rispondere!
Il comm. Carboni negava, logicamente, ogni cosa. Giungeva poco dopo l'impiegato dello studio il quale, pur sotto la minaccia della pistola spianata, riusciva a far scivolare nei calzoni alcune carte compromettenti ritirate la sera stessa. Il Carboni intanto, rispondendo al telefono a chi lo chiamava, riusciva a mezzo di frasi inconcludenti a far capire la situazione. In tal modo veniva scongiurata la cattura del dottor Bonelli e del dottor Costa, entrambi del Governatorato, e del capitano dei RR. CC. Litardi, segretario di S. E. Tommasi.
Potevano essere le 20,45 allorché entravo nell'ufficio. Mio scopo era ritirare il denaro occorrente alla decade degli organizzati; doveva trovarsi con me un sottufficiale dell'amministrazione: il brigadiere Manca Candido, per effettuare un controllo tendente ad assicurare che i nostri organizzati non percepissero assegni da altri gruppi. Ciò per pura regolarità amministrativa.
Il Tenente Rodrigues [sic], mio aiutante maggiore, era stato occupato altrove tutto il giorno; solo verso le 19 mi aveva telefonato (o fatto telefonare) in via Palermo (1), [Nota a pie' di pagina: "(1) L'ufficio «pretesto», intestato all'attore patriota figlio del celebre Ferruccio, Leo Garavaglia, del De Sanctis: Via Palermo 12"] che ci saremmo incontrati nell'ufficio di Via della Mercede alle ore 21. La telefonata mi fu [<135-136>] riferita in seguito da un ufficiale: probabilmente, la sua presenza essendo superflua, lo avrei dispensato dal venire.
Al mio ingresso nella anticamera gli agenti della Gestapo mi accolsero nel solito modo: pistola spianata, e «mani in alto». Comprendevo subito, ma mantenevo il mio sangue freddo simulando la più grande sorpresa; anzi mostrando quasi credere di aver a che fare con dei rapinatori. Questo valse a smontare un po' gli agenti che mi domandarono cosa fossi venuto a cercare.
– Volevo parlare con il commendator Carboni... –
Mi introdussero nella stanza ove il Carboni era guardato a vista. Facevo in tempo a mormorare: – Ero venuto per quell'appartamento... –
Giova qui ricordare che mesi prima avevo venduto al Carboni stesso un mio appartamento sito in via Candia 66, e per le pratiche di voltura, non ancora perfezionate, ne pagavo ancora le tasse. Tutto questo valse a stabilire un piano di difesa che il Carboni assecondò al suo meglio.
Kappler brutalmente mi faceva ritornare nella anticamera ove, con la scusa di mostrare la mia carta di identità falsa che era intestata al signor Luigi Castellani – e che fortunatamente non venne neppur guardata – riuscivo ad estrarre dal portafogli dei fogliettini di carta ove eran degli appunti compromettenti, appallottolandoli e gettandoli in terra. Subito dopo mi legavan le mani dietro il dorso, mi si poneva il pastrano sulle spalle, e mi si voleva imbavagliare. Mi rifiutavo protestando una inesistente insufficienza di respirazione: il bavaglio pertanto mi veniva risparmiato. Pregavo anche che mi si lasciasse telefonare a mia madre, ma mi venne rifiutato brutalmente. E poiché non accennavo a tacere, uno dei tedeschi faceva il gesto di percuotermi. Sempre con le mani legate venivo condotto in una saletta a destra dello studio, ed isolato.
Vedevo entrare frattanto il tenente Fontana, e poco dopo il tenente Rodrigues. Nessuno dei due mostrò di riconoscermi: altrettanto feci io. Il Rodrigues, adducendo una impellente necessità, riusciva a farsi accompagnare alla latrina dove credo abbia gettato qualcosa di compromettente. Il Tenente Fontana non disse verbo: [<136-137>] rimase freddo e padrone di sé. Lo stesso avveniva del brigadiere Manca che entrava poco dopo.
Tutti i fermati venivano rinchiusi con me nella saletta sotto la custodia di un agente.
Pur avendo le mani legate approfittavo del fatto che le avevo nascoste dal pastrano, e tanto mi industriavo che mi riusciva di afferrare con due dita la carta di identità falsa che avevo nella tasca dei pantaloni, e che mi avrebbe tradito, lacerandola poi in minutissimi pezzi, e gettandola a terra. L'agente a guardia, sicuro che fossimo impossibilitati a muoverci, e distratto, non si accorse di nulla.
Più tranquillo ormai, non avendo più nulla indosso che potesse, almeno per il momento, compromettermi, cominciavo a protestare per il trattamento che mi veniva usato dichiarando la mia qualità di ufficiale in servizio permanente. Kappler entrato in quel momento mi chiedeva: – È in servizio, lei? – Risposta: – Ero in servizio! –
Il tedesco mi voltava le spalle dicendo: – Allora, niente! – E se ne andava.
Risoluto a giocare di audacia, mi appigliavo al partito disperato di dichiarare che ero in servizio a disposizione del Ministero della Difesa Nazionale. Fortunatamente il 25 novembre il collega Scalfaro del Ministero stesso mi aveva favorito «brevi manu» un documento con il quale si attestava che mi ero presentato all'ultimo bando scaduto il 31 ottobre. Non avevo con me il documento, ma insistevo per telefonare a casa per farmelo arrivare. Kappler interveniva: sia per la non perfetta conoscenza della lingua, sia per ignoranza delle disposizioni, bevve grosso; mutò contegno, mi fece slegare le mani e mi mise a confronto con il Carboni nel suo ufficio.
Ripetevo ancora la storiella dell'appartamento: lo avevo venduto, e ne pagavo ancora le tasse. E poiché il Carboni confermava la cosa, Kappler, divenuto perfino gentile, mi rinviava nell'anticamera ad attendere l'esito degli altri interrogatori con l'assicurazione che mi avrebbe messo in libertà. [<137-138>]
Dal mio posto udivo ad intervalli lo svolgimento di questi interrogatori.
Rodrigues affermava di cercare un amico: avrebbe dovuto trovarlo lì... Non so come sia emersa la sua qualità di ufficiale dell'arma. Rammento di averlo sentito affermare che se lo si fosse lasciato in libertà il giorno dopo tutto sarebbe stato spiegato al Comando Generale dei RR. CC. (indubbiamente il mio trucco aveva fatto scuola!) al quale si sarebbe presentato subito. Il tenente Fontana non disse quasi parola: non si piegò, non confessò, non pregò, ma rimase forte e sereno. Credo abbia detto soltanto di trovarsi lì per caso, per affari personali...
Kappler furioso di non aver trovato elementi di colpa a carico di chicchessia, investiva con tre pugni il Carboni i cui lamenti giunsero fino a me. Successivamente lo stesso Kappler però mi metteva in libertà. Nel congedarmi mi diceva approssimativamente: – Non si occupi più di queste faccende di assistenza se non vuole ancora di questi piccoli fastidi –
Rimanevo stupito. Si trattava di un «ballon d'essai», od il tedesco sapeva? Probabilmente era solo per saggiare il terreno.
Comunque ancora una volta appellandomi ad un partito disperato, che poteva anche perdermi, nello intento di giovare ai miei amici, volli tastare anch'io il terreno per sincerarmi se il Kappler fosse o no sulle tracce della organizzazione. Dissi pertanto che non facevamo nulla di male; che anzi la nostra opera era meritoria perché distribuendo sussidi ai carabinieri sbandati avremmo evitato che fossero obbligati dal bisogno ad aderire altrove. Anche questa volta il Kappler non capì bene, e mi congedò.
Correvo a casa assicurandomi di non esser seguito. Qui trovavo già in allarme, per il mio ritardo, familiari ed amici. Distruggevo nel timore di una immediata perquisizione documenti e ricevute, rubriche di indirizzi truccati, eccetera... Contemporaneamente davo l'allarme avvertendo i capo-gruppo che avevo sottomano, e S. E. Tommasi...»".

[Alle pp. 185-187 è riportato un "Elenco dei patrioti della organizzazione particolarmente distintisi (Segnalati dal Centro Militare)", vale a dire i vertici del Fronte Militare Clandestino della Resistenza diretto dal col. Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo: non vi compare Robotti]


[Si noti che i due resoconti finora rintracciati sono significativamente diversi, anche per quanto riguarda il Nostro.
In questa colonna – De Sanctis, a quanto riferisce Catanzaro, descrive Carboni e Robotti sorpresi da Kappler nell'esaminare "un piano particolareggiato di comunicazioni tedesche da segnalare al Governo di Bari per farle bombardare da aerei", ma Robotti riesce subito a fuggire sparando.
Nella colonna a destra – Carletti fornisce un quadro più dettagliato, organico e plausibile: la Gestapo, già appostata nello studio di Carboni, ferma anche Robotti, che riesce a fuggire dopo essersi liberato le mani. Ciò non esclude, ovviamente, che il Nostro avesse fatto qualche tempo prima, con Carboni, ciò che ha accennato De Sanctis]


["Ricordiamo infine le memorie, amplificazione letteraria del diario d'una avvincente scrittrice Jo' di Benigno, Occasioni mancate. Roma in un diario segreto 1943-1944 (Roma, S.E.I. Editrice, 1945), impor­tante perché nel '43 l'autrice ebbe contatti frequenti con elementi del ministero della Guerra e col Ministro Sòrice. Interessanti certi retroscena, e impressionante la descrizione del clima di spionag­gio e di invadenza fascista nel ministero, nelle promozioni, nelle note caratteristiche degli ufficiali. Pur sull'orlo del precipizio, il fascismo non deponeva il suo abito intimidatorio, e l'accusa di antifascismo poteva sempre costituire una paurosa incognita" – P. Pieri, "La storiografia italiana relativa al 25 luglio e all'8 settembre", Il movimento di liberazione in Italia (1964), n. 77, p. 8 Link esterno Istituto Nazionale Ferruccio Parri]

J. Di Benigno [pseudonimo di Jolanda Carletti in Olmi (1902-1983)]
OCCASIONI MANCATE
Roma in un diario segreto, 1943-1944

(Roma : S.E.I., 1945) Link esterno OPAC SBN


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 3 – La copertina [mercato antiquario]

[La trascrizione delle pp. 230-234 è stata verificata e completata grazie ad un prestito interbibliotecario della Biblioteca Comunale di Bibbiena: i punti di sospensione sono presenti nel testo originale]

"Si tendeva a dimostrare che il movimento d'ordine, con l'assistenza ai carabinieri, non era diretto contro il tedesco, ma contro coloro che intendessero sovvertire l'ordine pubblico, che il Santo Padre ne era a conoscenza, poiché Tommasi era ben visto in Vaticano e così via.
Si ricostruirono a poco a poco anche i particolari dell'arresto. Prima di tutti arrivò allo studio Tommasi il colonnello De Sanctis, il quale era capitato in via della Mercede mentre i tedeschi stavano perquisendo l'ufficio. Due tenenti dei carabinieri, fratelli d'arma sfuggiti ambedue miracolosamente il 7 ottobre alle mitragliatrici naziste, Genserico Fontana e Romeo Rodriguez-Pereira, erano già stati fermati dagli agenti di Kappler e attendevano in atteggiamento impassibile la loro sorte. Essi erano andati da Carboni per riferire circa le condizioni dei loro carabinieri e per ritirare fondi per pagar loro quel minimo di assegni che permettesse di mantenersi in vita.
Mentre tra quelle quattro mura si svolgeva la scena drammatica il telefono continuava a chiamare, poiché gli amici sapevano che fra le sei e le sette il titolare dell'ufficio vi si trovava abitualmente; ogni squillo pareva aumentare lo stato di tensione. Prima fu la chiamata mia, come si è detto, alla quale il Carboni riuscì a rispondere di persona; poi quella del maggiore Litardi cui parlò lo stesso Kappler, invitandolo a venire anche lui all'ufficio «perché il commendatore lo voleva vedere»... La porta era come di consueto aperta; quando girava sui cardini s'udiva il rumore di una maniglia, ed ogni volta si trasaliva nel timore che altri, giungendo, cadesse nella rete. Venne l'ing. Robotti, un ufficiale di complemento che non seppe giustificare esaurientemente la sua presenza: fu fermato e legato. Venne il colonnello De Sanctis, legato, interrogato: «Che cosa siete venuto a fare voi in questo ufficio?» «Sono venuto per un appartamento che ho venduto al comm. Carboni» – Lo lasciarono lì, sotto sorveglianza ed andarono nell'altra stanza a chiedere a Carboni: «Chi è questo De Sanctis? Che relazioni ha con voi?» – «Ho comprato un appartamento da lui». Sembrarono soddisfatti, slegarono De Sanctis che, con un respiro di sollievo, se ne andò via con il suo monocolo e la sua giacchetta turchina. Venne l'impiegato di Carboni, colui, ahimè, che non mi aveva recapitato la lettera: la teneva ancora in tasca! Quando il nipote se lo vide dinanzi, pensò che la partita era perduta. Invece non ancora; il brav'uomo se la cavò, facendo scivolare [<230-231>] la lettera in quella parte del suo vestiario intimo, che per essere di foggia sorpassata e di tessuto felpato fu utile all'uopo; rispose alle domande e fu rilasciato. Venne il fratello di Carboni; un S.S. gli andò incontro in anticamera, poi entrò a chiamare Kappler; questi uscì, e come l'ebbe guardato in faccia, credette in lui: è un santo. Intanto la perquisizione continuava, senza apparente successo; sembrava che non ci fosse nulla, non dovesse venir fuori nulla. Registri, affari, azioni di miniere, e niente altro.
Con le mani legate dietro la schienza, i due tenenti, eretti nella figura atletica, silenziosi davanti alle pistole puntate, resistevano all'inquisizione. L'accusa formulata da Kappler era grave, e il fatto che si fosse occupato personalmente dell'operazione lo dimostrava: «complotto contro la sicurezza delle forze armate germaniche». Ma non era stato ancora provato nulla, nessuna carta, nessun segno nella cassaforte, nei cassetti, nelle tasche...
Gli arrestati erano consci della loro posizione irrimediabile, pure un filo di speranza rimaneva ancora: fin quando non girò un'ultima volta la maniglia e non comparve il vice-brigadiere Candido Manca: egli portava con sé la prova che Kappler andava cercando, gli elenchi nominativi, i ruolini dei carabinieri!...
Il tedesco le afferrò, si precipitò verso Carboni con un sogghigno di trionfo. «Non so che cosa siano, di che cosa si tratti» rispose freddamente il Carboni. E mantenne il suo atteggiamento negativo, anche dopo aver incassato i tre diretti di Kappler, uno alla tempia sinistra, uno alla bocca, il terzo in pieno petto. Allora furono tutti imbavagliati, Carboni, i due tenenti, tre figure altissime, di proporzioni atletiche; il vice-brigadiere Manca; infine l'ing. Robotti, di statura più bassa, meno appariscente, che gli agenti trascurarono un po'; non s'accorsero perciò che dietro la schiena le sue mani s'erano ingegnate a liberarsi, che sotto le palpebre ferme lo sguardo lampeggiava.
Ad un tratto il Robotti gettò l'impermeabile addosso ad un agente, e sferrato un poderoso calcio nel ventre all'altro, si precipitò giù per le scale... Risuonarono quattro colpi di rivoltella che misero a soqquadro il caseggiato.
Aiutandosi con le lampadine tascabili, gli S.S. si proiettarono in varie direzioni, un po' a casaccio; ma dopo una ricerca che la situazione esigeva fosse rapida a causa degli altri quattro arrestati, rinunciarono all'impresa immaginando che ormai egli si trovasse lontano. Ed invece no. A fianco della chiesa c'è un vicoletto cieco nel quale i mercanti ambulanti lasciavano nella notte i loro carretti; allora si poteva fare; i lunghi mesi di esistenza [<231-232>] fuori legge e la povertà non avevano ancora destato il predatore ormai immiserito che sonnecchia in ogni uomo. L'ingegnere Robotti s'era messo precisamente sotto uno di questi carretti e i tedeschi non lo videro.

Interrogatori snervanti, via Tasso, Regina Coeli. (Si entra in tutti questi particolari, in sensazioni individuali, non perché si ritenga questa vicenda eccezionalmente superiore a qualche altra, ma appunto perché, simile ad altre ugualmente esasperanti, serve a fissare i procedimenti che si ripetono con dolorosa monotonia). Gli arrestati si difendono nel limite del possibile, scagionandosi fermamente a vicenda. I due giovani ufficiali confidano molto nei mezzi di salvezza di Carboni, che in carcere veniva chiamato «quel di Badoglio». Essi lo ritengono molto più potente di quanto non sia in realtà, ma nessuno era potente in quell'ora, all'infuori dei nostri nemici. Col tempo, dopo avere a lungo sperato in lui, si sentiranno abbandonati e se ne lagneranno: a venticinque anni è duro morire!
Realino Carboni riacquistò la libertà dopo quarantadue giorni di Regina Coeli; gli fu d'aiuto un compagno di cella che era stato talvolta chiamato a fare da interprete. Carboni ha scena. Riuscì a persuadere le S.S. che aveva mezzo di stabilire contatti col Vaticano, il comitato di liberazione e le autorità tedesche, allo scopo di poter negoziare la consegna di Roma quando gli anglo-americani fossero stati alle porte. Propose se stesso come intermediario e quando gli fu chiesto mezzo milione di cauzione, essendo ricco, lo poté versare. Naturalmente perdette la somma.
Per sostenere la sua parte, egli si era appoggiato a qualcosa di concreto che era a sua conoscenza. L'on. Tommasi aveva preparato per il Santo Padre un progetto per la trasformazione di Roma in Città Libera fino all'arrivo degli anglo-americani e lo stabilirsi del nuovo governo italiano. La cosa era stata presa seriamente in esame, in quanto il Papa ne aveva chieste dodici copie, per gli ambasciatori e per i competenti della Santa Sede.
Tra i custodi di Regina Coeli era il maresciallo Arthur Kroat, in verità agente provocatore, avido di denaro, che pensò di approfittare della sventura dei due tenenti detenuti, Rodriguez e Fontana, per raggiungere i suoi fini. Finse di commuoversi per la loro pena, volti come erano col pensiero alle spose che vivevano nell'inquietudine; facilitò degli incontri fra queste due creature ancora giovanissime e gli sposi condannati; creò nell'anima loro un'aura di disperazione facendo balenare la prossima deportazione in Germania; si compiacque di descrivere [<232-233>] gli orrori di quei campi di concentramento... Infine si rivelò incline a favorire un progetto di evasione; chiese una ricompensa per il rischio cui si sarebbe esposto, oro, danaro, tutto quanto avevano e potevano dargli.
Le due spose raccolsero i cari, commoventi gioielli delle loro recenti nozze; spogliarono le dita e le orecchie, fecero un pacchetto degli astucci di velluto; aggiunsero cinquantamila lire in denaro, concordi come due sorelle che preparino il riscatto del loro sangue.
Il giorno fissato per l'evasione era il 25 febbraio del 1944. Marcella Rodriguez e Rina Fontana, accompagnate da un'amica affezionata, la signorina Pia Schiwiller che aveva consentito a funger loro da interprete, si recarono piene di speranza a Regina Coeli. Il posten maresciallo Kroat fa scendere i due ufficiali e riunisce tutti quanti in una cella del pianterreno. «Avviene la consegna del denaro e dei gioielli» scrive il signor Luigi Fontana, padre del martire. «Il maresciallo intasca ogni cosa. Sopravviene il vice comandante del braccio tedesco che dichiara in arresto le tre donne. Vengono perquisite, sottoposte ad un sommario interrogatorio, ed inviate in celle separate; gli uomini sono rinchiusi in celle di isolamento».
Gli interrogatori inflitti alle due spose dovevano poi seguire brutali, con florilegio di odiosi insulti e di minacce col frustino. Quando Rina Fontana racconterà del prezzo convenuto e pagato per l'evasione le urleranno «brutta bugiarda» e le annunceranno che sarà battuta fino allo svenimento, se avrà il coraggio di insistere su tale questione...
Rimarranno lì dentro a dolorare fino al 23 marzo. «Al mattino» scrive ancora il signor Fontana nel rievocare i loro giorni di carcere «quando il giorno comincia a rischiarare le vie della vita, ed ogni sera quando le ombre sopravvenienti portano, più che le ore del silenzioso riposo, quelle degli incubi allucinanti, Regina Coeli, da piano a piano, attraverso le sbarre delle finestrucole alte nella parete, risuona di vicendevoli richiami e saluti.
«Sono richiami e saluti che dal fondo della cella uniscono idealmente Genserico Fontana alla sposa, e sui quali rimbalzano acutamente echeggiando nella sonorità del carcere le risposte della sposa accorata... Sono richiami e saluti divenuti a poco a poco popolari, quasi attesi da tutti come nota di umana gentilezza nella tragedia che incombe su ognuno».
Ma venne il giovedì 23 marzo! «Quella sera» – ha scritto [<233-234>] il detenuto Guglielmo Morandi – «non udimmo Fontana chiamare la moglie».
Non l'avrebbero udito mai più. Genserico Fontana, Romeo Rodriguez-Pereira, il nostro brigadiere Manca, fanno parte dello stuolo di martiri uccisi alle Fosse Ardeatine. Trecentoventi, mani legate dietro la schiena, condotti come agnelli, puri come agnelli nel significato cristiano della parola; nella grotta illuminata a giorno dai carnefici furono uccisi ad uno ad uno con un colpo di pistola alla nuca. Gli ultimi dovranno salire sul corpo degli altri già colpiti, attendere in piedi la morte ed abbattersi a loro volta sui fratelli. Il colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo sarà con loro, cadrà come una bandiera cui spezzano l'asta; sarà con loro Giovanni Frignani, il capitano Aversa, il maggiore De Carolis, l'avvocato Placido Martini... I martiri del dovere militare, affratellati alle vittime della idea politica, Battisti e Matteotti come li vede Vittorio Paolo Amadeo nella sua appassionata rapsodia (*). [Nota a pie' di pagina: "(*) Vittorio Paolo Amadeo, Rapsodia dei Martiri e degli Eroi. S.T.E.I. - Roma"] «Formate le sacre coorti – e il piede più rapido arrivi – di sopra a l'ignavia dei vivi – spiegate la forza dei morti. – Lo spirito vostro le notti – mortali rischiari e conquisti – Vedete?... Ora è apparso Battisti – vedete?... è con voi Matteotti. – I geni, i profeti, gli araldi – qui sono dei sacri destini – qui è tutto il pensier di Mazzini – qui è l'anima di Garibaldi».
Allora solo furono aperte le celle di Marcella Rodriguez e di Rina Fontana: andate pure. Vive in un mondo di morti, poco più che adolescenti, sorelle nel sacrificio del sangue. Andate pure e reggete, se Iddio vi darà la forza. Quella forza che per un giorno ha abbandonato Rina Fontana, inducendola, ancora in carcere, a tagliarsi le vene".

[Quanto sopra è poi stato riprodotto, con pochi refusi, in: D. Bartoli, "Sui prigionieri i pugni di Kappler", in Italia drammatica: storia della guerra civile, vol. 1 (Milano - Roma : Della Volpe - Unione Editoriale, 1965), pp. 466-469 Link esterno Google libri (per University of Virginia); ho poi potuto esaminare tale testo grazie all'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea in Ravenna e Provincia: le illustrazioni non sono pertinenti alla vicenda descritta]

1944-1949 | Il 4-5 giugno 1944 Roma è liberata dai nazifascisti. Dallo stesso giugno 1944 al marzo 1949 Robotti presta servizio nell'Ufficio Informazioni, presso la Stato Maggiore Aeronautica. Gli obbiettivi e la struttura dell'Ufficio Informazioni, diretto dall'allora tenente colonnello Felice Santini sotto il Capo di Stato Maggiore generale Mario Ajmone Cat (1894-1952), sono descritti in: M. G. Pasqualini, Breve storia dell'organizzazione dei Servizi d'Informazione della R. Marina e R. Aeronautica 1919-1945 (Roma : Ministero della Difesa, CISM Commissione Italiana di Storia Militare, 2013), pp. 205-215 Link esterno issuu.

1945-1948 | Per quattro anni redige il Bollettino Informazioni: un mensile a stampa, firmato "a.c.r.", con notizie tecniche sulla missilistica sviluppata durante la guerra e nel dopoguerra. Questo periodo di aggiornamento e studio è, con ogni evidenza, fondamentale per le sue attività successive. Non ho trovato riferimenti in merito al Bollettino, a parte quanto ricordato dallo stesso Robotti nel 1961: sarebbe interessante pubblicarne la raccolta. Dato che i servizi italiani erano di fatto sotto la direzione e il controllo della Commissione Alleata (Pasqualini 2013, pp. 207-208), è probabile che il Bollettino sia conservato anche in archivi statunitensi e da questi possa essere reso disponibile perché ormai declassificato.

1947 | Il 31 maggio la Commissione laziale per il riconoscimento della qualifica di partigiano e di patriota Link esterno ICAR Partigiani d'Italia, presieduta dal dott. Alfredo Monaco (1910-1988) Link esterno Wikipedia, lo qualifica "Patriota", in base al Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 518 (21 agosto 1945) Disposizioni concernenti il riconoscimento delle qualifiche dei partigiani e l'esame delle proposte di ricompensa. Tale qualifica è riconosciuta a chi ha i requisiti previsti negli articoli 7 Link esterno ICAR Partigiani d'Italia (pdf) e 10 Link esterno ICAR Partigiani d'Italia (pdf). La scheda di Robotti Link esterno ICAR Partigiani d'Italia, in cui è dichiarata l'appartenenza alla formazione "F.M.C.R. [Fronte Militare Clandestino della Resistenza] Aeronautica", è accessibile previa registrazione al portale e riprodotta in estratto nella figura seguente. [DA INTERPRETARE LE SCRITTE A MATITA]

"2. L'organizzazione del Fronte Militare Clandestino della Resistenza (F.M.C.R.)
Il F.M.C.R. fu una delle più importanti organizzazioni autonome costituite in Roma ad opera di diversi militari fedeli al Re e al proclama di Badoglio: si trattava di ufficiali già appartenenti allo Stato Maggiore Esercito e a quello della Marina e dell'Aeronautica e al Servizio Informazioni Militari (S.I.M.)" – A. Bartolini, A. Terrone, I militari nella guerra partigiana in Italia: 1943-1945 (Roma : Stato Maggiore dell'Esercito, Ufficio storico, 1998) p. 7 Link esterno Google libri (per University of Michigan).


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Figura 4 – Estratto del riconoscimento di patriota (1947)


1949 | Conclude volontariamente il servizio in Aeronautica – con il grado di capitano – in contemporanea alla nascita del SIFAR. "Il 30 marzo 1949, dopo la nascita della Repubblica italiana, la costituzione del Ministero della difesa – nel quale confluiscono i Ministeri della guerra, della marina e dell'aeronautica – e nel clima politico internazionale della guerra fredda, si provvide al riordino dei Servizi Informativi militari con la costituzione di un unico Servizio Informazioni Forze Armate (SIFAR) alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa e sotto la direzione del generale Giovanni Carlo Re" Link esterno Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica.

1949 | Fonda subito una "piccola società" a responsabilità limitata per avviare l'attività professionale. Il suo nome ha alcune varianti in letteratura, ad esempio: TECO, TE.CO., T.E.C.O. La dizione corretta è riportata in un documento di valore legale, condiviso dalla Camera di commercio di Torino tramite la banca dati Marchi Torinesi nella Storia Link esterno MaToSto. Si tratta del primo deposito del marchio d'impresa "RELAX" per "poggiatesta applicabili a sedili o poltrone di locali di pubblico spettacolo e di veicoli in genere, loro parti ed accessori, di sua fabbricazione e commercio", effettuato il 6 settembre 1950 e valido per dieci anni Link esterno MaToSto: Robotti, quindi, non si occupa solo di missili. La società è sita dapprima in via Nizza 108, vale a dire nell'abitazione di famiglia in cui risiede con il padre Italo Link esterno Google libri (per University of Minnesota), poi in un piccolo condominio moderno nel centro di Torino, in via Ottavio Assarotti 4 Link esterno Google Street View. In questa sede, dunque, si usa "TE.CO": forse più una abbreviazione, che un acronimo.

Per il deposito del marchio citato Robotti si affida a un ufficio brevetti torinese, composto l'anno prima dagli ingegneri G. Garavelli, Giovanni Tarchetti e Dino Randone Link esterno Google libri (per New York Public Library) e nel 1950 dai soli Tarchetti e Randone Link esterno Google libri (per New York Public Library). Lo studio professionale ha nome "Ufficio Brevetti Ing. G. Tarchetti & C." quanto meno dal 1953 Link esterno Google libri (per New York Public Library) al 1962 Link esterno Google libri (per University of Michigan).


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Figura 5 – TE.CO Società a responsabilità limitata - Torino (1950)


1950-1994 | La vita privata pare circoscritta al centro di Torino e, più precisamente, ai dintorni della sua abitazione nello stesso civico di via Assarotti 4. [DA VERIFICARE L'ANNO DI INIZIO]


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Figura 6 – Prime prove al banco (1951)


1952 | Il 19 maggio 1952 vola da Pian della Mussa, un pianoro deserto nelle alti Valli di Lanzo (comune di Balme, provincia di Torino) Link esterno Lassù, il primo razzo a propellenti liquidi realizzato in Italia: l'AR 3. Robotti continua a perfezionare i suoi prototipi [§ 7].

1952 | Il 12 novembre presenta una domanda di brevetto: n. 521804 Razzo a propellenti liquidi, alimentato per gravità e per inerzia. La trascrizione del testo e una immagine sono condivisi in Link esterno Le vie dello spazio e Federazione Missilistica Europea [§ 7].

1953 | Quanto meno da quest'anno è "Fellow" della British Interplanetary Society – Journal of the British Interplanetary Society, 12 (1953), p. 369 Link esterno Google libri (per University of California).

"In learned or professional societies, [fellow] refers to a privileged member who is specially elected in recognition of their work and achievements" Link esterno Wikipedia EN.

1954 | I venti lanci riusciti (su venti effettuati!) dell'AR 4 al Poligono di Furbara, dal 13 al 20 maggio [§ 7], hanno una conseguenza inaspettata: "Ai combustibili liquidi è invece legato il nome di Aurelio Robotti, il cui AR3 fu il primo missile italiano completo e funzionante a combustibile liquido: collaudato il 9 maggio 1952, portò alla modernizzazione delle basi di lancio italiane, per adeguarle alle esigenze dei nuovi apparecchi. Il Poligono di lancio di Furbara, dove si erano svolte le prime prove, fu abbandonato in favore del nuovo impianto costruito dall'Aeronautica in Sardegna, al Salto di Quirra, a ovest della base aerea di Perdas de Fogu, teatro anche degli ultimi test su VEGA". S. Visione, F. Di Antonio, Aeroporto di Furbara : Cenni storici (2012, data del file), p. 6 Link esterno AssoAeronauticaLadispoliCerveteri (pdf).

1954 | "NEW ITALIAN ROCKET / First Picture of new Italian liquid-propellant rocket developed by A. C. Robotti, a Turin engineer, shows the simple layout of the missile. Robotti says the rocket is powered by a liquid bi-propellant combination and that it is capable of supersonic speed. Further details are restricted, he says. Size and geometry hint at test vehicle use, rather than any tactical capability of the missile". Aviation Week, 61 (1954), n. 24, December 13, p. 33 Link esterno Internet Archive; con fotografia in bianco e nero del missile sulla rampa.

1954-1961 | Quanto meno in questo periodo fa parte dell'American Rocket Society Link esterno AIAA Aerospace Research Central (1954), AIAA Aerospace Research Central (1961). Altri riferimenti in Link esterno AIAA Aerospace Research Central.

1955 | Dal 2 al 6 agosto si tiene a Copenhagen il "Sixth International Astronautical Congress [...] devoted to the launching of artificial earth satellites (papers by Robotti and Romani (Italy), and others)" – Soviet Space Science (New York : Basic Books, 1959), p. 341 Link esterno Google libri (per University of Michigan).

1956 | Dal 17 al 22 settembre partecipa al VII Congresso annuale della Federazione Astronautica Internazionale, che si svolge a Roma: A. G. Haley, "Seventh IAF Congress Stresses Cooperation", Jet Propulsion, 27 (1957), n. 1, January, pp. 60, 62 Link esterno AIAA Aerospace Research Central. L'importanza della manifestazione è resa tuttora evidente dall'udienza speciale concessa ai congressisti da Pio XII (1876-1958). Robotti, per ridurre i costi della messa in orbita di piccoli satelliti, propone di usare un missile a due stadi Bumper, lanciato dal limite inferiore della stratosfera con un caccia Convair F-102A. Si noti che quell'intercettore è stato collaudato alla fine del 1954 ed è entrato in produzione l'anno successivo. La proposta ha un'ampia risonanza internazionale. In uno degli articoli pertinenti – "Una 'base missili' a quota quattordicimila" [Catalogo] – compare il ritratto di cui alla figura seguente.


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Figura 7 – L'ing. dott. Robotti (1956)


1957 | Il 4 ottobre l'URSS lancia con successo il primo satellite artificiale: Sputnik 1 Link esterno Wikipedia.

1957 | Il Circolo della stampa di Torino organizza un breve ciclo di conferenze. Il 18 novembre il prof. Gustavo Colonnetti, presidente emerito del Consiglio Nazionale delle Ricerche, tiene "Il senso dell'infinito (un pensiero di Pascal alla luce della scienza moderna)". Il 21 novembre è il turno di Robotti, "docente di missilistica al Politecnico e progettista di missili", con "Missili e astronautica". Il 25 novembre la prof. Anna Maria Di Giorgio, docente di fisiologia all'Università di Torino, conclude con "L'uomo degli spazi" – La nuova Stampa (17/11/1957) p. 4, (20/11) p. 4, (21/11) p. 4.

"Conferenza dell'ing. Robotti sui missili e l'astronautica
Un pubblico assai numeroso ha seguito con vivo interesse, ieri sera al Circolo della stampa, l'annunciata conferenza dell'ing. Aurelio Robotti sul tema attualissimo e quanto mai affascinante «Missilistica e astronautica». Con felice esposizione l'oratore ha illustrato gli ardui problemi alla cui soluzione, per la realizzazione dei missili, devono collaborare studiosi di diversi rami della scienza moderna, dalla aerodinamica alla chimica, e ha accennato alle leggi di Newton e di Einstein che regolano il moto dei razzi.
Parlando dei propellenti (i composti chimici che generano il getto propulsore del missile e lo fanno viaggiare anche in ambiente privo di atmosfera) l'ing. Robotti ha sottolineato l'importanza delle ricerche in questo campo, ricerche che costituiscono la chiave dei successi conseguiti dai russi. Per riguadagnare il terreno perduto gli Stati Uniti hanno adottato vari provvedimenti; fra l'altro hanno caldeggiato un «pool dei cervelli» a cui anche l'Italia può e deve partecipare. Il nostro Paese – ha detto l'ing. Robotti – non è certo in grado di stanziare le somme enormi che ogni anno l'America spende per la costruzione di grandi missili e per la soluzione del problema del satellite artificiale; ma la povertà di mezzi finanziari non è scusa sufficiente per estraniarsi dalla ricerca sui propellenti perché questa è alla portata dei laboratori di qualsiasi Università.
L'oratore ha concluso la sua applaudita conferenza con cenni ai principi fondamentali dell'astronautica che sta oggi sottraendosi al dominio della fantascienza per diventare una realtà concreta" – La nuova Stampa (22/11/1957), p. 4 Link esterno La Stampa - archivio storico.

1957 | Il 20 dicembre Robotti tiene a Torino, in Palazzo Carignano, la conferenza "Problemi caratteristici nella progettazione di propulsori a razzo" – "Manifestazioni svolte nel 1957", Atti e rassegna tecnica della Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, nuova serie, 12 (1958), n. 3, marzo, p. 82 Link esterno Politecnico di Torino (pdf).

"Dopo aver brevemente accennato alle differenze costitutive ed applicative esistenti tra i due tipi fondamentali di propulsori a razzo, con propellenti solidi e con propellenti liquidi, il conferenziere si dedica esclusivamente ai problemi relativi all'ultimo tipo, generalmente installato su missili il cui impiego richieda gittate rilevanti.
Con l'ausilio di chiare diapositive l'ing. Robotti illustra l'architettura interna ed esterna di due classici missili a propellente liquido: l'Aerobee ed il Viking, il primo ad alimentazione pressurizzata, l'altro ad alimentazione forzata.
Il conferenziere, basandosi sulla nota formula della velocità caratteristica del missile a razzo, si dedica ad una dotta quanto magistrale disamina dei vari fattori che influenzano tale velocità, ognuno dei quali pone di fronte al progettista vari problemi a volte antitetici e contrastanti.
Della velocità di efflusso tratta con l'ausilio di una tabella che riassume le caratteristiche dei propellenti liquidi di più comune impiego e di maggior interesse per le promesse che esperienze di laboratorio e sviluppo tecnologico tendono a mettere in luce.
Passando poi ad esaminare l'influenza del rapporto di massa tra inizio e fine combustione e della durata di combustione, la prima tendente a ridurre a zero il peso a vuoto, la seconda tendente a raggiungere accelerazioni infinitamente grandi, il conferenziere pone in luce una delle principali antitesi del problema: strutture leggerissime atte a sopportare enormi sollecitazioni.
Un'altra antitesi è posta tra un'ottima penetrazione aerodinamica ottenibile soltanto coll'adozione di piccoli ingombri trasversali e una grande spinta ottenibile, per un dato valore della spinta specifica, solo a costo di grandi sezioni trasversali dell'ugello di efflusso.
Le elevate temperature che si raggiungono sul rivestimento esterno del missile alle velocità ipersoniche pongono un ulteriore problema di resistenza strutturale, mentre un semplice sguardo all'influenza dell'efficienza di un componente sull'efficienza del complesso, al crescere del numero dei componenti, dà un'idea dei formidabili problemi di accessoristica che lo sviluppo del propulsore a razzo e del missile porta seco.
Il conferenziere è stato molto applaudito dal pubblico composto oltre che dai soci dell'A.I.D.A. [Associazione Italiana di Aerotecnica] anche da soci dell'ATI [Associazione Termotecnica Italiana] e della Società degli Ingegneri ed Architetti" – L'Aerotecnica, 38 (1958), p. 65 Link esterno Google libri (per University of Michigan).

1958 | "ROBOTTI, Aurelio C., gen. mgr., TE.Co., Ltd.; tech. consultant, FIAT; teacher of rocket propulsion, Polytechnic Sch. in Torino. Office: Via Assarotti 4, Torino, Italy. / b. Torino, Italy, May 27, 1913. Educ.: Torino Polytechnic Sch. degree in M.E. (1936), degree in Ae.E. (1937). Military record: Italian Air Force, capt. Member: ARS: Associazione Italiana Razzi; Associazione Italiana di Aerotecnica; Fellow, British Interplanetary Soc. Pilot certif.: glider pilot (1932); civilian pilot (1940)" – Who's who in World Aviation and Astronautics, vol. 2 (Washington D.C. : American Aviation Publications, 1958), p. 375 Link esterno Google libri (per University of Michigan).

1958 | Il carattere personale della sua azienda è confermato dalla descrizione in ARS Roster 1958 (New York : American Rocket Society, 1958), p. 242: "TECO, LIMITED / TORINO, ITALY / Robotti, Aurelio C., Mech. & Aero Engr." Link esterno Google libri (per University of Virginia).

1958 | Cura con Giorgio Abetti (1882-1982), professore ordinario di Astronomia all'Università di Firenze e direttore dell'Osservatorio Astrofisico di Arcetri, Uomini nello spazio: il primo ciclo televisivo dedicato specificamente all'astronautica, sull'unico canale allora gestito dalla RAI. La serie di sei puntate della durata di 30 minuti ciascuna è diretta da Alda "Dada" Grimaldi, la prima donna regista della televisione italiana Link esterno Teche Rai e RaiPlay; interessante anche l'intervista Link esterno TV Sorrisi e Canzoni. La squadra contribuisce così a gettare le basi di un format che arriverà ai massimi livelli grazie a un altro torinese, Piero Angela (1928-2022).

Puntata / Data (1958) Palinsesto ufficiale La Stampa Link esterno Archivio storico
I
Lune artificiali

Mercoledì 19/2, 22:20

Replica
Martedì 8/7, 19:25
Link esterno Internet Archive
"Questa nuova trasmissione si propone di fare il punto sui risultati conseguiti dalla scienza moderna nei suoi tentativi, ogni giorno più audaci, di conquistare lo spazio. La prima puntata, che si vale del contributo autorevolissimo di due studiosi di fama, il prof. Giorgio Abetti, dell'Università di Firenze, e il prof. Aurelio Robotti, dell'Università di Torino, ci farà conoscere, con l'ausilio di materiale documentario originale, i conseguimenti raggiunti sino ad oggi col lancio delle 'lune artificiali', e quelli che si prevedono per il futuro, illustrando al tempo stesso gli scopi scientifici ed economici dei satelliti" – Radiocorriere, 35 (1958), n. 7, 16-22 febbraio, p. 37 Link esterno Internet Archive. "Questa sera, alle 22,20, la tv italiana metterà in onda una nuova trasmissione a puntate dal titolo «Uomini nello spazio». Il prof. Robotti, titolare della cattedra di missilistica al Politecnico di Torino, il prof. Giorgio Abetti, direttore dell'Osservatorio di Arcetri, risponderanno, ciascuno nel proprio campo, alla domanda: «Perché vengono lanciati i missili?». Nelle puntate successive, è prevista la partecipazione della professoressa Anna Maria Di Giorgio, che parlerà del volo spaziale, relativamente ai problemi della fisiologia umana. Un copioso materiale filmato, giunto da ogni parte del mondo, comprende documenti cinematografici dei più recenti esperimenti sui lanci dei missili, effettuati dalle varie nazioni. La trasmissione di stasera avrà come tema «Le lune artificiali». Nella foto (da sinistra): il professor Robotti, la regista Grimaldi ed il professor Abetti". [DA REPERIRE LA FOTO ORIGINALE IN ARCHIVIO]


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 8 – Aurelio Robotti, Alda Grimaldi e Giorgio Abetti (1958)


[...] Questa nuova trasmissione si propone di fare il punto sui risultati conseguiti dalla scienza moderna nei suoi tentativi, ogni giorno più audaci, di conquistare lo spazio. La prima puntata, che si vale del contributo autorevolissimo di due studiosi di fama, il prof. Giorgio Abetti, dell'Università di Firenze, e il prof. Aurelio Robotti, dell'Università di Torino, ci farà conoscere, con l'ausilio di materiale documentario originale, i conseguimenti raggiunti sino ad oggi col lancio delle 'lune artificiali', e quelli che si prevedono per il futuro, illustrando al tempo stesso gli scopi scientifici ed economici dei satelliti" – Stampa sera (19/2/1958), p. 6.
II
Orbite e fisiologia

Mercoledì 5/3, 22:15

Replica
Martedì 15/7, 19:45
Link esterno Internet Archive
"A questa trasmissione intervengono: il prof. Aurelio Robotti, docente di Propulsione a razzo presso il Politecnico di Torino, il quale illustrerà il modo in cui gli scienziati riescono ad inserire i satelliti artificiali su una specie di rotaia celeste – una rotaia ideale, ben inteso – che si svolge intorno alla terra; e la professoressa Anna Maria Di Giorgio, docente di Fisiologia umana presso l'Università di Torino, la quale tratterà gli affascinanti problemi fisiologici (circolazione sanguigna, mancanza di peso e nutrizione) relativi al viaggio dell'uomo nello spazio" – Radiocorriere, 35 (1958), n. 9, 2-8 marzo, p. 37 Link esterno Internet Archive. "Fra gli spettacoli dei prossimi giorni segnaliamo: mercoledì 5, ore 21: «Notte sull'Atlantico» di Leslie Reade; ore 22,15: «Uomini nello spazio»" – La nuova Stampa (5/3/1958), p. 4.
III
Viaggio alla Luna

Mercoledì 2/4, 22:30

Replica
Martedì 22/7, 19:35
Link esterno Internet Archive
"Alle 22,30 va in onda la rubrica Uomini nello spazio. L'odierna puntata ha per titolo Viaggio alla luna. La foto qui riprodotta mostra il «mare delle piogge» (Mare Imbrium), una delle più vaste pianure che si trovino sull'accidentato suolo della luna e che potrà quindi essere scelta per l'allunamento dei primi astronauti. Non si tratta di un mare d'acqua, ma di una vasta distesa lavica" – Radiocorriere, 35 (1958), n. 13, 30 marzo-5 aprile, p. 37 Link esterno Internet Archive. "Fra le trasmissioni dei prossimi giorni segnaliamo: mercoledì 2, ore 21: «Lascia o raddoppia»; ore 22,30: «Uomini nello spazio»" – La nuova Stampa (2/4/1958), p. 4.
IV
Appuntamento
con la Luna

Mercoledì 16/4, 21:00

Replica
Martedì 29/7, 19:30
Link esterno Internet Archive
"Il programma intende illustrare i più recenti e sensazionali risultati raggiunti dalla scienza d'oggi nel tentativo di conquistare lo spazio interplanetario. Autorevoli studiosi, fin dalla prima puntata della rubrica, si sono susseguiti davanti al teleschermo per farci conoscere, con l'aiuto di speciali documentari e di significativi inserti filmati, gli affascinanti problemi che si pongono (o che si porrranno) in relazione all'audace viaggio dell'uomo oltre la terra.
[...] Il prof. Aurelio Robotti, docente di propulsione a razzo del Politecnico di Torino, illustrerà la tecnica dei veicoli spaziali e i sistemi di navigazione astrale per poter raggiungere mondi lontani" – Radiocorriere, 35 (1958), n. 15, 13-19 aprile, p. 37 Link esterno Internet Archive.
"Ore 21: «Appuntamento con la Luna», quarta puntata della rubrica 'Uomini nello spazio': il prof. Robotti della Università di Torino illustrerà la tecnica e i sistemi della navigazione astrale" – La nuova Stampa (16/4/1958), p. 4.
V
Destinazione
Marte e Venere

Giovedì 1/5, 22:30
"Interverranno i professori Giorgio Abetti e Aurelio Robotti" – Radiocorriere, 35 (1958), n. 17, 27 aprile-3 maggio, p. 41 Link esterno Internet Archive. "Ore 22,30: «Destinazione Marte e Venere», quinta trasmissione della serie «Uomini nello spazio» alla quale interverranno i professori Giorgio Abetti e Aurelio Robotti" – La nuova Stampa (1/5/1958), p. 4.
"«Uomini nello spazio», giunta alla sua penultima puntata, è una trasmissione della quale meriterebbe dare più che un breve accenno. Due insigni studiosi, i professori Robotti e Abetti hanno parlato per parecchie settimane dei grandi problemi della nostra età ed in particolare dei voli negli spazi celesti sin sulle soglie della luna. È stato un magnifico viaggio compiuto dagli spettatori con la fantasia: non sarà dimenticato tanto presto" – Stampa sera (6/5/1958), p. 8.
VI
I viaggi intersiderali

Mercoledì 14/5, 22:30
"Interverranno alla trasmissione i professori Giorgio Abetti e Aurelio Robotti, e saranno presentati due interessanti filmati: il riuscito lancio dalla base di Capo Canaveral, nella Florida, della terza «baby luna» americana, l'«Explorer III», e il viaggio simulato dalla Terra alla Luna dell'aviere americano Farrell" – Radiocorriere TV, 35 (1958), n. 19, 27 aprile-3 maggio, p. 37 Link esterno Internet Archive. "Fra le trasmissioni dei prossimi giorni segnaliamo: mercoledì 14, ore 22,30: «Uomini nello spazio»" – La nuova Stampa (14/5/1958), p. 4.

Si noti che i commenti seguenti si riferiscono, inconsapevolmente, alle repliche delle prime quattro puntate, trasmesse dall'8 al 29 luglio 1958, e non al ciclo nella sua interezza.

"Quarta dimensione (ciclo di dodici puntate) e Uomini nello spazio (ciclo di quattro [sei!] puntate) realizzate entrambe nel 1958, tentano di allentare lo schema di trasmissione-lezione, cercando di sottolineare invece l'importanza del filmato a scapito del conduttore, praticamente ridotto a semplice presentatore. [...]
In Uomini nello spazio [<80-81>] la presenza di filmati e animazioni risulta invece limitata alla prima parte del programma, mentre nella seconda metà un 'esperto' approfondisce l'argomento trattato e risponde ad eventuali domande fatte da studio. Qui non è dunque tanto la competenza e l'importanza del conduttore, ormai semplice presentatore o commentatore, o il supporto del materiale filmato a conferire spettacolarità, fascino e interesse al programma, bensì il tema trattato durante la trasmissione, ovvero i risultati conseguiti dalla scienza moderna nei tentativi di conquista dello spazio e i problemi scientifici e tecnologici ad essi connessi.
Due risultano gli elementi caratterizzanti questo blocco di programmi di seconda serata o rivolti a un pubblico specializzato: la figura dell'esperto e il documento filmato, inseriti però in una comune prospettiva di stampo dichiaratmente didattico" – E. Schiavini, "Scienza e divulgazione scientifica in televisione dalle origini agli anni '60", in Lo specchio sporco della televisione: divulgazione scientifica e sport nella cultura televisiva, a cura di G. Bettetini e A. Grasso (Torino : Fondazione G. Agnelli, 1988), pp. 80-81 Link esterno Byterfly.

"1.7. Uomini nello spazio
A cura di Giorgio Abetti e Aurelio Robotti / Anno: 1958 (ciclo di quattro [sei!] puntate dall'8/7/1958 al 29/7/1958) / Orario: h. 22.20 / Durata: 30' / Bianco e nero [<113-114>]
Serie di quattro [sei!] puntate realizzate con la collaborazione del professor Giorgio Abetti dell'Università di Firenze e del professor Aurelio Robotti, dell'Università di Torino. Le prime due trasmissioni trattano un tema ben preciso (le lune artificiali - la fisiologia), mentre le altre riguardano più genericamente i viaggi nello spazio e verso la luna. La serie di trasmissioni si ripromette di fare il punto sui risultati conseguiti dalla scienza moderna nei suoi tentativi, ogni giorno più audaci, di conquistare lo spazio e di far conoscere, tramite il supporto di materiale documentario originale, i risultati ottenuti sino ad oggi e quelli possibili.
La struttura del programma prevede una fase iniziale caratterizzata da una serie di filmati e di materiale iconografico relativo al tema annunciato dal presentatore, molto distinto in giacca e cravatta seduto a una scrivania, e successivamente dalla lezione dell'esperto sull'argomento. Nella prima puntata tale fase si rivela più ampia in quanto tende a delineare una storia dei viaggi nello spazio dalla letteratura al lancio del primo satellite artificiale. Segue poi una parte dedicata all'esperto che approfondisce l'argomento esponendo teorie e mostrando schemi o grafici con una continua alternanza, quasi una sorta di mutua complicità, tra il conduttore che pone domande o puntualizza alcune osservazioni e il professore che prosegue la spiegazione e risponde alle richieste, sempre estremamente pertinenti, del presentatore" – C. Giaccardi, E. Schiavini "I principali programmi di divulgazione scientifica trasmessi dalla Rai", in Lo specchio sporco..., citato, pp. 113-114 Link esterno Byterfly.

"Uomini nello spazio
Dall'8 luglio la televisione si aggira nello spazio. La rubrica si propone di far conoscere ai telespettatori le moderne ricerche e imprese spaziali, i risultati sino ad ora ottenuti e le possibilità del futuro. Collaborano alla rubrica due professori universitari: Giorgio Abetti, dell'Università di Firenze, e Aurelio Robotti, accademico torinese. Il ciclo si apre con due appuntamenti a tema: la prima trasmissione è dedicata alle lune artificiali, la seconda si occupa della fisiologia; le successive affrontano le missioni spaziali e il viaggio verso la Luna. La prima parte del programma prevede filmati e immagini riguardanti il tema della puntata, annunciato dal conduttore; la seconda parte è riservata alla lezione dell'esperto, che approfondisce l'argomento, supportato da grafici e schemi, e risponde alle domande e alle richieste di puntualizzazione avanzate dal presentatore" – A. Grasso, Storia della televisione italiana (Milano : Garzanti, 2000), p. 66 Link esterno Google libri (per University of Michigan).

1958 | – Partecipa a un congresso organizzato a Palermo, dal 17 al 21 marzo, dall'AGARD: l'agenzia consultiva fondata nel 1952 per riunire i principali esperti in scienze e tecnologie aerospaziali delle nazioni appartenenti alla NATO.

"The Combustion and Propulsion Panel of A.G.A.R.D. (Advisory Group on Aeronautical Research and Development to N.A.T.O.) held its third Colloquium at Palermo, Sicily, during the period March 17-21, 1958. Nearly 200 delegates attended the Colloquium representing 10 different N.A.T.O. countries" – A. H. Lefebvre, "Third A.G.A.R.D. Combustion and Propulsion Colloquium: A Report on the Meeting held at Palermo in March", Aircraft Engineering and Aerospace Technology, 30 (1958), n. 8, August, p. 233 Link esterno emerald.

"Aurelio C. Robotti (Aeronautical Laboratory, Politecnico of Torino, Italy): / The reliability of the power plants of expendable missiles depends on a number of factors, e.g.: number of components; reliability of each single component; simplicity of assembly; simplicity of inspection and checking after assembly; dependability of ignition; smoothness and stability of combustion; dependability of the cooling system" – M. W. Thring, O. Lutz, J. Fabri, A. H. Lefebvre, a cura di, Combustion and Propulsion: Third AGARD Colloquium: Noise, Shock Tubes, Magnetic Effects, Instability and Mixing (New York etc. : Pergamon Press, 1958), p. 12 Link esterno Google libri (per University of Minnesota).

1958 | – Tiene a Torino, alla fine di marzo o l'1 aprile, un'altra conferenza sulla missilistica.

"Conferenza sui missili al Circolo Subalpino
Invitato dal Circolo Subalpino a rispondere all'interrogativo: «Quando andremo sulla luna?» l'ing. Aurelio Robotti, docente di missilistica al nostro Politecnico, ha risposto che – pur essendo pericoloso fare profezie – è da ritenere che il satellite della Terra potrà essere raggiunto da un missile con equipaggio umano non prima della fine del secolo. Se invece si intende per viaggio sulla Luna l'invio di un missile senza equipaggio è possibile – ha affermato il conferenziere – che forse domani stesso possa essere realizzato.
I russi – ha proseguito il conferenziere – avrebbero già compiuto tre tentativi che però non sono riusciti; anche gli americani sono a buon punto: il presidente Eisenhower ha già approvato il piano ed i finanziamenti relativi. Gravi sono i problemi da risolvere per rendere possibile un viaggio sulla Luna; ma progressi notevoli sono già stati realizzati sia per quanto riguarda la propulsione sia per quanto riguarda la guida; più lontani, invece, si è nella soluzione dei problemi di ordine fisiologico. Più grave, infine, appare la soluzione del problema di far tornare dalla luna un satellite.
La conferenza è stata seguita con grande interesse da tutti i presenti fra cui il prefetto marchese Saporiti, il console d'Inghilterra ed il direttore del British Institute ed il presidente del Circolo dott. Morone" – La nuova Stampa (2/4/1958) p. 4 Link esterno La Stampa - archivio storico.

1958 | Una fonte secondaria – U. Apollonio, Scienza e Ricerca: conquiste, sfide e dilemmi (Soveria Mannelli, Catanzaro : Rubbettino, 2002), p. 112 Link esterno Google libri – fa i nomi di Abetti e Robotti anche per la serie televisiva Quarta dimensione: viaggi nel tempo e nello spazio Link esterno Internet Archive. Le dodici puntate della serie sono trasmesse nelle domeniche dall'1 giugno al 17 agosto 1958, mezz'ora in seconda serata. Il Radiocorriere TV e le fonti seguenti citano esplicitamente solo la collaborazione della Rassegna internazionale elettronica e nucleare (e teleradiocinematografica) – Schiavini (1988), pp. 80-81 Link esterno Byterfly; Giaccardi & Schiavini (1988), p. 113 Link esterno Byterfly; Grasso (2000), p. 65 Link esterno Google libri (per University of Michigan). D'altra parte, Apollonio conosceva personalmente Robotti, dato che questi ha collaborato al volume L'uomo nel 2000 (1968) [Catalogo].

1959 | Il 10 novembre firma il rapporto Razzi sonda per il CNR [DA REPERIRE IN: Archivio Centrale dello Stato, Archivi CNR, Serie Spazio, Progetto San Marco, scatola 2, cartella 15] Link esterno Google libri, in cui scrive:

"The N°. 1 problem for Italy is still the engine. In Italy this problem has always been tackled (and not solved) by sticking to the advice – 'it should not cost very much and must be quick to produce'; an unprofessional formula which, as those responsible know all too well, leads to a product 'which costs a lot and is never actually manufactured'.
The fact that this problem has never been tackled with the necessary responsible and serious attitude is indeed a grave issue, and the result is that, with each passing day, the gap between us and other nations gets wider and wider. Moreover, the principle of hoping to be able to buy ready-made progress in the form of a patent for some American engine or other is fatal. Copying is difficult too when you do not have a team of technicians – who have trained using real examples and not just words and paper – to tackle the real problems. A specialist document written by Von Braun with regard to this issue cites Einaudi's 'useless lecturing' because, unfortunately, personal experience cannot be instilled in others".

Cinque anni prima aveva sottolineato, con cognizione di causa, "che un programma di studi e di realizzazioni così suggestivi e di così rilevante portata contingente – militare ed economica – non è affatto al di là delle possibilità tecniche, economiche ed industriali del nostro Paese" – "Missilistica e propulsione a razzo. Iniziative e realizzazioni italiane nel settore missilistico", Rivista aeronautica, 30 (1954), n. 10, p. 1147.

1959-1963 | Insegna Tecnica degli endoreattori alla Scuola di Ingegneria aeronautica e Ingegneria aerospaziale del Politecnico di Torino, quanto meno dall'anno accademico 1959-60. Si noti che è citato come professore del Politecnico già nel 1957 e nel febbraio 1958 è indicato come "titolare della cattedra di missilistica al Politecnico di Torino", nella trasmissione Uomini nello spazio. Nel 1959-60 figura come "docente ad altro titolo" in Annuario del Politecnico di Torino per l'anno accademico 1959-1960 (Torino : V. Bona, 1960), p. 76 Link esterno Politecnico di Torino; lo stesso dicasi fino al 1962-63.

La gerarchia effettiva dei docenti del Politecnico è la seguente: preside; professori ordinari; professori straordinari; professori fuori ruolo; professori incaricati; docenti ad altro titolo; aiuti ordinari; assistenti ordinari; assistenti incaricati; assistenti straordinari; assistenti volontari – Annuario del Politecnico di Torino per l'Anno Accademico 1959-1960 (Torino : V. Bona, 1960), pp. 69-84 Link esterno Politecnico di Torino.

1960 | La società TE.CO è elencata in "Organization of Missile Activities", dopo lo Stato Maggiore della Difesa e insieme ad altre dodici "Industrial Organizations" italiane – F. I. Ordway III, R. C. Wakeford, International missile and spacecraft guide (New York - Toronto - London : McGraw-Hill, 1960), p. 27 Link esterno HathiTrust (per University of Michigan).

1960 | "Una missione di tecnici italiani ha recentemente effettuato una visita presso stabilimenti e istituti sperimentali americani. Qui essi sono stati ritratti mentre osservano parti di un motore razzo presso l'Air Force Flight Test Center di Edwards, California. Da sinistra l'Ing. Ravelli dell'Università di Roma; l'Ing. Aurelio Robotti, direttore degli studi sui razzi a propellenti liquidi; il Dott. Howard Barfield dell'AFFTC americano; il Dott. Giorgio Villa della Divisione Elettronica della Fiat; il Ten. Col. Aldo Favero dell'Aeronautica Militare". "Missione di tecnici italiani negli U.S.A.", Rivista aeronautica, 36 (1960), n. 4, aprile, p. 605 Link esterno Google libri (per University of Michigan).


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 9 – Robotti – il secondo da sinistra – negli Stati Uniti (1960)


1961 | Il 12 aprile Jurij Gagarin è il primo uomo a raggiungere lo spazio e orbitare intorno alla Terra, a bordo della Vostok 1 Link esterno Wikipedia.

1962 | Robotti riprende i temi affrontati nelle trasmissioni televisive del 1958 in una monografia divulgativa pubblicata dalla RAI: Le vie dello spazio [Catalogo].

1963 | Ottiene la libera docenza in "Razzi e propulsione spaziale" (Decreto Ministeriale 10 agosto 1963) – Annuario del Politecnico di Torino per l'anno accademico 1963-64 (Torino : V. Bona, 1964), pp. 9, 146 Link esterno Politecnico di Torino. L'anno prima lui stesso ha definito la disciplina "Teoria e tecnica dei missili" – Advances in Astronautical Propulsion (London : Pergamon Press, 1962), p. XVI Link esterno Google libri (per University of Michigan).

1963-1978 | È professore incaricato all'Istituto di Macchine e Motori per Aeromobili e insegna nell'ambito della Scuola di Ingegneria Aerospaziale – Annuario del Politecnico di Torino per l'anno accademico 1963-64 (Torino : V. Bona, 1964), pp. 104, 504 Link esterno Politecnico di Torino. Nel 1968 è ancora citato come professore incaricato in Gazzetta Ufficiale, supplemento straordinario al n. 36 (10/2/1968), p. 133 Link esterno Google libri. La situazione è invariata fino al 1977-78 – Annuario del Politecnico di Torino per l'anno accademico 1970-1971 (Torino : Stamperia Artistica Nazionale, 1972), pp. 53, 108, 583 Link esterno Politecnico di Torino; Annuario [del Politecnico di Torino] anni accademici dal 1971-72 al 1977-78 (Torino : Levrotto & Bella, 1981), pp. 25 [1971-72], 173 [1972-73], 281 [1973-74], 434 [1974-75], 563 [1975-76], 697 [1976-77], 878 [1977-78] Link esterno Politecnico di Torino.

1964 | La sua società è così descritta in Jane's All the World's Aircraft 1964-65 (London : Sampson Low, Marston & Company, 1964), p. 404 Link esterno Google libri (per University of Michigan): "TECO / TE. CO. S.r.l. / Head Office: via Assarotti 4, Turin / Director: Ing. A. Robotti / This company developed for the Italian Direzione Generale Armi e Munizioni a very small single-stage surface-to-air missile designated AR.4, of which all officially-released details were given in the 1963-64 Jane's". Non ci sono informazioni pertinenti negli annuari 1955-56, 1957-58, 1958-59 Link esterno Internet Archive.

1964 | Pubblica la seconda monografia divulgativa, Missilistica e astronautica, con un corredo iconografico che rimane ineguagliato [Catalogo]. "A lui si devono anche i migliori libri tecnici divulgativi con argomento la missilistica, negli anni 60" – S. Innocenti, E. Cosolo, "Missilistica amatoriale - prima parte", Fare Elettronica, 19 (2003), n. 216, giugno, p. 38 Link esterno Farelettronica (pdf).

1964 | Vince il primo premio della Coppa Epoca di golf Link esterno Google libri, presumibilmente patrocinata da Link esterno Lavazza.


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 10 – Il prof. ing. dott. Robotti (1966)


1966 | "ROBOTTI A. C. - n. Torino, 27-5-1913. / Professore incaricato di tecnica degli endoreattori presso la Scuola di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Torino. / Voll.: Endoreattori, Levrotto & Bella, Torino, 1961; Le vie dello spazio, E.R.I., Torino, 1962; Missilistica e astronautica, U.T.E.T., Torino, 1964. / In preparazione: Tecniche della locomozione nello spazio" – Chi scrive : repertorio bio-bibliografico e per specializzazioni degli scrittori italiani (Milano : Igap, 1966), p. 465 Link esterno Google libri (per University of Michigan).

1967 | Ottiene un finanziamento di L. 9.000.000 dal Consiglio Nazionale delle Ricerche per ricerche su endoreattori e propulsione elettrica, da svolgere nell'ambito della Scuola di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Torino – La ricerca scientifica, supplemento, 37 (1967), p. 45 Link esterno Google libri (per University of Chicago). La cifra sarebbe pari a circa € 107.000, rivalutando all'ottobre 2023 tramite l'indice dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati Link esterno Rivaluta ISTAT.

1968 | La libera docenza è confermata con Decreto Ministeriale 18 novembre 1968 – Annuario del Politecnico di Torino per l'anno accademico 1970-1971 (Torino : Stamperia Artistica Nazionale, 1972), p. 61 Link esterno Politecnico di Torino.

1968 | È il responsabile di un'attività di ricerca, della durata di 18 mesi, su "Problemi tecnologici connessi con lo sviluppo di veicoli spaziali impieganti l'idrogeno liquido come combustibile, come refrigerante e come fluido di lavoro per le turbine", commissionata dalla Società Ricerche e Impianti Nucleari, Saluggia (Vercelli), parzialmente finanziata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche – La ricerca scientifica, supplemento, 38 (1968), pp. 24, 44 Link esterno Google libri (per University of Chicago).

1969 | Il 20 luglio partecipa, dalla sede RAI di Torino, alla diretta televisiva organizzata per l'allunaggio dell'Apollo 11. È possibile che la sua intervista da parte di Ugo Zatterin faccia parte di quanto condiviso nello speciale di Piero e Alberto Angela: "Quella notte sulla Luna", Ulisse, RAI1 (20/7/2019) Link esterno RaiPlay. [DA VISIONARE]

1976 | "In maggio, a Torino, a Palazzo Lascaris, Alfonso Caracciolo di Forino, Carlo Casalegno, Giampietro Puppi e Aurelio C. Robotti hanno presentato al pubblico e ai giornalisti il terzo volume della Storia della tecnica edita dalla UTET, Dal Seicento al Novecento, di Alberto Mondini, con una «Conclusione» di A. Agostino Capocaccia, direttore e coordinatore dell'opera. [...] «Scienza e tecnica sono fra le componenti più attive della storia della civiltà», ha affermato Aurelio Robotti. E ha così proseguito: «Mentre la scienza estende ed approfondisce continuamente la nostra conoscenza dell'universo, la tecnica si avvale dei principi della scienza per arricchire il mondo delle macchine che influenzano profondamente la civiltà»" – UTET panorama di lettere e scienze, 20 (1976), n. [???], pp. 2-3 Link esterno Google libri (per University of California).

1977 | Robotti guida un progetto avveniristico: coordina un centinaio di giovani tecnici nel progettare e realizzare una scuola materna climatizzata a energia solare, in un piccolo comune nei pressi di Torino – R. Ricotta, "La Camera di commercio di Torino e l'energia solare", Cronache economiche : Rivista della Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino, 31 (1977), n. 11-12, pp. 87-92 Link esterno Byterfly (pdf). L'area esterna all'edificio – ora gestito dal Consorzio Intercomunale Socio Assistenziale CISA – e la piscina – mai entrata in funzione – sono stati oggetto di un recupero funzionale a partire dal 2018 Link esterno Comune di San Raffaele Cimena e Ibidem. Nel seguito si riporta un estratto dell'articolo del 1977 e il bel disegno alle pp. 88-89.

"La Camera di commercio di Torino ha deciso di inserirsi in un discorso di questo tipo, promuovendo una iniziativa che si concretizzasse in un effettivo risparmio di energia e contribuisse ad una certa differenziazione settoriale dell'industria, privilegiandone una componente alternativa.
Secondo questi intendimenti è stata patrocinata – in un comune collinare della provincia, San Raffaele Cimena – la progettazione (assumendo anche l'onere di vari dettagli realizzativi) di una scuola materna, dotata di piscina regolamentare, che avesse come peculiarità una climatizzazione ad energia solare. Sono già state periodicamente e metodicamente verificate le condizioni favorevoli solarimetriche e di clima, naturalmente considerati postulati di affidabilità. Le prove penetrometriche effettuate sul terreno interessato alla costruzione [<91-92>] hanno dato risultati soddisfacenti, ed in un'ottica positiva si presenta la progettazione di massima dell'edificio, che viene «pensato» in funzione solare. Sono altresì ad uno stadio avanzato gli studi specifici sull'impianto elio-tecnico – che sarà realizzato secondo concetti originali nazionali – ed è in corso di messa a punto una progettazione esecutiva globale, che armonizzi la struttura edile con i collettori solari, massimizzi la captazione delle radiazioni ed il relativo scambio termico. La progettazione generale ed esecutiva, sotto il profilo architettonico e l'orientamento finalizzato all'ottica «solare», è stata affidata ad un'équipe di giovani tecnici coordinata dal prof. Robotti, eminente specialista del Politecnico di Torino.
Tra le soluzioni proposte, relative ad un complesso dimensionato su un centinaio di allievi suddivisi, per opportunità tecniche, in tre sezioni, è sembrata significativa quella che con maggior pienezza avrebbe consentito la «... possibilità per gli allievi (e non solo per loro!) di una formativa spaziale che, interpretando la molteplice complessità di requisiti funzionali ed estetici, li coordini e arricchisca di stimolanti connessioni, in una concezione organica la cui significazione costituisce l'autentico valore del progetto»5 in argomento. [Riferimento bibliografico nella stessa pagina: "5 Dalla Relazione descrittiva del Progetto n. 2"]
Lo schema dell'edificio presenta un corpo rettangolare con copertura a due falde, con patio coperto alla zona di collegamento fra le varie sezioni e servizi comuni, ed estese vetrature triangolari nelle zone contigue del colmo. Una parete rettangolare, declinata a 78°, risulta finalizzata a massimizzare la funzione captante dei pannelli solari. La quota di riferimento è di 415 m.s.m. lat. 45°8'N. Oltre alle tre sezioni didattiche, l'articolazione della scuola – su un volume di circa 2000 m³ – prevede ambienti per attività comuni e locali per servizi ausiliari e sociali, nonché funzioni ricreative e sportive affidate alla piscina e ad ampi spazi liberi. Per le varie unità, si è curato di evidenziare le condizioni di permanenza, accentuando aspetti di spazio e luminosità.
Principi tecnologici avanzati consentiranno il riscaldamento solare mediante pannelli piani e termoventilatori, con integrazione di impianto termico tradizionale. Le pareti a sud dell'edificio scolastico saranno formate interamente da blocchi di collettori solari, che assolveranno alla funzione termica specifica ed a finalità di tamponamento e di finitura esterna. Schermi riflettenti saranno situati alla base delle pareti allo scopo di accrescere l'efficienza globale del sistema captante. Particolare attenzione è stata, inoltre, dedicata all'analisi ed alla soluzione dei problemi relativi allo stoccaggio dell'energia termica solare, per consentire un agevole utilizzo del calore accumulato, nei giorni caratterizzati da insufficienza di radiazione solare utile.
Sia all'esterno che all'interno, si tende ad operare sul piano architettonico ed impiantistico con l'intento di esaltare la funzione «solare» dell'edificio, insistendo sulla flessibilità d'uso delle strutture, sulle relazioni di connessione tra la scuola e la piscina, sui delicati equilibri delle varie superfici, dei moduli e volumi di collegamento".


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 11 – L'asilo solare di San Raffaele Cimena in fase di progetto (1977)


1978 | "ROBOTTI, Aurelio, Professor / * Professor in Endo-reactor Techniques, Politecnico di Torino, Turin. / Address: Aircraft Machines and Engines Institute, Faculty of Engineering, Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24, 10100 Turin, ITALY" – Who's who in Science in Europe : A Reference Guide to European Scientists, vol. 4 (Guernsey, British Isles : F. Hodgson, 1978), p. 2667 Link esterno Google libri (per University of California).

1978-1981 | È professore incaricato stabilizzato, con il consueto corso di Tecnica degli endoreattori, all'Istituto di Macchine e Motori per Aeromobili – Annuario [del Politecnico di Torino] anni accademici 1978-79, 1979-80, 1980-81 (Torino : Celid, 1982), p. 185 Link esterno Politecnico di Torino. Nella stessa sede si ricorda che è membro della British Interplanetary Society, dell'American Institute of Aeronautics and Astronautics, dell'Istituto Nazionale delle Comunicazioni e dell'International Solar Energy Society. La situazione è invariata fino al 1980-81 – Ibidem, pp. 575 [1979-80], 1010 [1980-81].

1979 | Il 24 gennaio presenta una domanda di brevetto: n. IT1192765 Collettore solare a superficie piana Link esterno Espacenet.

1981 | È professore straordinario "con delibera del Consiglio di Facoltà del 30.9.1981" e decorrenza dal 1° novembre – Annuario [del Politecnico di Torino] anni accademici 1978-79, 1979-80, 1980-81 (Torino : Celid, 1982), pp. 950, 1010 Link esterno Politecnico di Torino. Il suo corso dovrebbe diventare Impianti motori astronautici, ma ottiene la riconferma della disciplina con la denominazione precedente: Tecnica degli endoreattori – Ibidem, p. 1010.

1985-1990 | Collabora sistematicamente al supplemento TuttoScienze del quotidiano La Stampa [Catalogo].

1986 | È ancora citato come professore ordinario in Gazzetta Ufficiale, serie generale, supplemento ordinario al n. 82 (9/4/1986), p. 46 Link esterno Internet Archive. Nell'anno accademico 1986/87 la materia è insegnata dal prof. Guido Colasurdo – Centro di servizi Interdipartimentale di Documentazione, Guida ai programmi degli insegnamenti dei corsi di laurea : Anno accademico 1986-87 (Torino : Politecnico di Torino, Facoltà di Ingegneria, 1986), p. 68 Link esterno Politecnico di Torino (pdf).

1994 | "Il fratello Guido con Cecilia, i nipoti Giulio con Loretta e Andrea, Paolo con Cheryl" annunciano che Aurelio Robotti è mancato il 4 luglio all'ospedale Mauriziano sul quotidiano La Stampa del giorno successivo, p. 10. È riprodotto nel seguito il breve articolo apparso sullo stesso numero, a p. 37. Il corpo accademico partecipa al lutto – La Stampa (6/7/1994), p. 8 Link esterno La Stampa - archivio storico.


Elaborazione originale da fonte esterna
Fu docente al Poli

È morto Robotti
un pioniere
dell'astronautica


Aurelio Robotti, un pioniere dell'astronautica, si è spento ieri a 81 anni. Professore al Politecnico di Torino, con Broglio e Crocco fu tra i primi italiani a occuparsi di missilistica: già negli Anni 50 partecipò al lancio di razzi dalla base di Perdas de Fogu, in Sardegna. Trascorse poi alcuni periodi di lavoro negli Stati Uniti, assistendo a prove di motori a razzo in California ed entrando in contatto con von Braun, il padre delle V2 tedesche e poi del Saturno-5, il razzo che 25 anni fa portò i primi uomini sulla Luna.
Nato a Torino il 27 maggio 1913, Robotti si era laureato nel '36 in ingegneria meccanica e nel '37 in ingegneria aeronautica. Tra i suoi interessi, i motori ad arcogetto per sonde spaziali e l'energia fotovoltaica, alla quale dedicò due volumi editi dalla Utet. Appassionato di alpinismo, fu anche assiduo collaboratore de «La Stampa».

Figura 12 – La notizia della morte su La Stampa (1994)


2. Una limitata fortuna

L'elenco di riferimenti che segue è sicuramente lacunoso, ma pare che Robotti non abbia ottenuto particolari riconoscimenti da ambiti accademici e istituzionali. Non ha una voce biografica in Link esterno Museo virtuale Politecnico di Torino (situazione del 28/11/2023). Non appare nel Link esterno Dizionario Biografico degli Italiani e non ha fatto parte dell'Accademia delle Scienze di Torino: a differenza, ad esempio, dell'ing. Corrado Casci (1917-1999) Link esterno AS Soci del passato, che ha collaborato con Robotti nel 1951. Non ha ricevuto alcuna onorificenza da parte dello Stato Link esterno Presidenza della Repubblica.

Come per Broglio, Colombo, i Crocco, Ferri e Gussalli, non esiste una voce dedicata a Robotti in Scienziati e tecnologi contemporanei (Milano : Mondadori, 1974). Solo G. A. Crocco è citato nei tre volumi dell'opera, compresa la cronologia finale: un cenno nell'autobiografia di Nobile. D'altra parte, nella premessa è sottolineato che "per il carattere internazionale dell'opera non si è ritenuto opportuno privilegiare in alcun modo l'attività dei riceratori del nostro Paese" (vol. 1, p. 7) ed esistono voci per von Braun, Gluško, Goddard, Korolev e Oberth. [DA CONSULTARE: G. Dragoni, S. Bergia, a cura di, Dizionario biografico degli scienziati e dei tecnici (Bologna : Zanichelli, 1999)]

1959 – Il contributo di Robotti all'aerotecnica – già concluso da vari anni – è ricordato dal generale ispettore ing. Giulio Costanzi in "L'apporto italiano allo sviluppo della Tecnica Aeronautica", Rivista aeronautica, 35 (1959), n. 3, marzo, p. 597. Si tratta di un numero speciale dedicato a "I primi cinquant'anni dell'Aviazione italiana".

"Ci accorgiamo che a questo punto avremmo dovuto parlare di coloro, scienziati, tecnici e studiosi che anche attualmente si dedicano a formulazioni teoriche e a realizzazioni pratiche, tutte inerenti il campo della tecnica aeronautica e della moderna missilistica. I nomi che avremmo dovuto fare sono molti e riguardano elementi, sia messisi in luce nei periodi precedenti della storia dell'aerotecnica, sia provenienti dalle nuove generazioni.
Tra i primi citiamo per l'importanza delle loro pubblicazioni, dei compiti da loro assolti e per l'attività didattica: Cesare ed Enrico Cremona, lo Schepisi, il Crocchi, il Robotti. Tra i nuovi menzioniamo invece il Santini, il Di Francesco, il Macioce, il Giorgieri, il Villa, il Pascucci, il Sivori, autori di interessanti studi e cultori di brillanti iniziative tecniche e didattiche.
Vogliamo sottolineare il fatto che questi tecnici, con altri citati in precedenza, hanno con la loro opera assicurato una continuità nell'attività scientifica, malgrado le distruzioni agli impianti sperimentali dovute alle vicende belliche della seconda guerra mondiale e l'elevatissimo costo delle sperimentazioni attuali, il quale ultimo limita grandemente la possibilità di estrinsecare un patrimonio intellettuale al livello costante del progresso in atto" Link esterno Google libri, Google libri (per University of Michigan) e Google libri (per University of Colorado Boulder).

1967 – Il contributo alla propulsione elettrica – in questo caso appena concluso da parte di Robotti, ma con ricerche ancora in corso al Politecnico – è contestualizzato da William J. Guman in "Electric propulsion activities outside of the United States", contributo al AIAA 5th Aerospace Sciences Meeting (New York : January 23-26, 1967), AIAA Paper, n. 67-53, 11 pp. Link esterno AIAA Aerospace Research Central. La versione definitiva del lavoro è: W. J. Guman, "Electric Propulsion Activities outside of the United States", Journal of Spacecraft and Rockets, 4 (1967), n. 11, November, pp. 1428, 1429 Link esterno AIAA Aerospace Research Central.

"Theoretical studies in ion propulsion and fundamental experimental studies in plasma arcjet propulsion have been carried out at the Politecnico di Torino. Some theoretical studies of charge neutralization of composite beams of negative and positive ions in electrostatic thrusters have been carred out.10 [References, p. 1430: "10 Bussi, G. and Filippi, F., "Propulsion electrostatique par ions postifs et negatifs," Istituto di Macchine e Motori per Aeromobile, Turin, Pubblicazione 26 (July 1963)"] In the analysis of the two-species ion thruster, ion engine performance was calculated using cesium and iodine ions. It was theoretically found that the two-species thruster compared favorably with single species thrusters providing electron emission can be limited to moderate values.
A number of experimental arcjets have been built and tested by Oggero and Robotti.11 [Ibidem: "11 Robotti, A. and Oggero, M., "Ricerche sperimentali su propulsori elettrotermici ad arco operante in aria ambiente," Istituto di Macchine e Motori per Aeromobile, Turin, Pubblicazione 50 (October 1965)"] These studies have been primarily concerned with arc stability and cooling efficiency at ambient pressure. Vortex stabilization, electromagnetic stabilization, and a composite vortex-electromagnetic stabilized arc configuration have been examined. A schematic of the composite vortex-electromagnetic stabilized arc accelerator is shown in Fig. 6. The experiments have been carried out at a power level of about 30 kW and argon, nitrogen, and hydrogen have been used as the propellant. Presently, a vacuum test chamber and a thrust balance are being built in order to carry out performance measurements under evacuated conditions.12" [Ibidem: "12 Filippi, F., personal communication (June 6, 1966)" – sono stati corretti alcuni evidenti refusi].

1968 – La voce "Italian rockets", in The McGraw-Hill Encyclopedia of Space, prefazione di M. Scott Carpenter (New York : McGraw-Hill, 1968), p. 132, cita tra i precursori Gussalli, Cicogna, l'Associazione Piemontese Razzi e Robotti.

"The engineer Luigi Gussalli and lieutenant-commander Giorgio Cicogna were the pioneers of Italian rocketry. Cicogna died on 3 August 1932 as the result of an explosion which occurred in the laboratory where he was carrying out experiments with a rocket-motor. Shortly afterwards we find the first mention of the Piedmontese Rocket Association. In 1935 this group developed heavy solid-propellant rockets. 5.5in. in diameter and 3ft 6in long, which were placed in the aft part of a Cantu glider, injuring its pilot. The Association also developed a project for a two-stage lunar rocket, whose motors were to use liquid-oxygen and liquid-hydrogen, and suggested the idea of an ionospheric rocket 100 ft tall with the same propellants.
The most interesting research in the following years was that carried out up to 1955 on behalf of FIAT by Professor Robotti. He worked on a whole series of vehicles known as AR (from his initials), which used nitric acid and kerosene, except the last type, where aniline replaced the kerosene" Link esterno Google libri (per University of Minnesota).

1970 – Il contributo di Robotti alla propulsione elettrica è riconosciuto – con riserva – da un gruppo di ricerca che ha iniziato a operare nella Facoltà di Ingegneria dell'Università di Roma – A. Fanchiotti, S. Fantò, V. Naso, F. Piperno, G. Simoni, R. Steindler, M. Strani, "Research program on electric propulsion at the University of Rome", contributo alla AIAA 8th Electric Propulsion Conference (Stanford, California : August 31-September 2, 1970), AIAA Paper, n. 70-1086, 7 pp. Link esterno AIAA Aerospace Research Central.

"Though the researching on the Electric Propulsion was not a new topic – then had already been some studies about the arcjets (Bibl. 3, 4, 5, 6 [contributi di Robotti, Oggero e Bertolo (1962-1967)]) and the electrostatic thrustors (Bibl. 7) – the field appeared very broad and practically unesplored in Italy" – p. 1.

1972 – Un'opera di Robotti [DA REPERIRE PER IL CATALOGO] è apprezzata dal dott. Giancarlo Masini (1928-2003), fondatore dell'Unione dei Giornalisti Scientifici Italiani e suo presidente per vari mandati: "A tu per tu con la scienza" [in Piemonte], in Italia 70 : la Carta delle Regioni, prefazione di Giovanni Spadolini, vol. 3 (Milano : Corriere della Sera, Mondadori, 1972), p. 171. Per inciso, l'opera raccoglie in tre volumi gli articoli di una vasta inchiesta annunciata sul quotidiano milanese il 2 gennaio 1970: G. Paolini, a cura di, "L'Italia 70 di Spadolini e Montale", Nuova Antologia, 624 (2020), n. 2294, aprile-giugno, pp. 7-17 Link esterno FLORE - UniFi (pdf).

"Parlando del Politecnico e dell'Università, dovremmo accennare, almeno, ai loro istituti più importanti come quello di tecnologia meccanica, di architettura [<170-171>] tecnica, di arte mineraria, di chimica applicata, di chimica industriale, di costruzione di macchine che comprende i più avanzati campi delle costruzioni aeronautiche, missilistiche e spaziali; dovremmo almeno fare i nomi dei professori Giuseppe Gabrielli, Stragiotti, Aurelio Robotti, e dovremmo ancora ricordare tanti altri come l'astronomo Giuseppe Fracastoro, il fisico Castagnoli, che ha appena messo in opera un prestigioso laboratorio per le ricerche geofisiche.
Contro la nebbia
Quello che ci pare giusto ricordare proprio per la particolarità di struttura socio-economica del Piemonte, sono gli indirizzi della ricerca che nelle istituzioni scientifiche torinesi si riscontra a ogni passo: una ricerca libera come si fa nelle università, ma quasi sempre orientata alle necessità della comunità umana. Un esempio ci viene da un bellissimo studio eseguito dal professor Robotti con il finanziamento dell'Unione industriali per la lotta contro la nebbia negli aeroporti. Il lavoro dello studioso è raccolto in un'ampia monografia nella quale vengono illustrati i metodi più efficaci elaborati in varie parti del mondo. È stata fatta anche una piccola sperimentazione, con soddisfacenti risultati. Purtroppo – mi dice il professor Robotti – esperienze piú vaste non sono state possibili per la mancanza di fondi che dall'autunno caldo in poi ha bloccato ogni iniziativa del genere" Link esterno Google libri (per University of California).

1978 – David Baker valuta la possibilità di lanciare satelliti artificiali da parte delle nazioni industrializzate in vista dell'Anno Geofisico Internazionale (IGY), dall'1 luglio 1957 al 31 dicembre 1958 nel suo saggio: The Rocket: The History and Development of Rocket & Missile Technology (New York : Crown, 1978), p. 122.

"At a time when the western world was emerging from post-war austerity, the spectacular achievement of a satellite launch was thought to be an appropriate signal for a new and enlightened age embracing science and technology.
But there were few countries capable of spending the money necessary to achieve this and even less with the technical resources on hand: in France the Ballistic and Aerodynamics Research Laboratory had produced a liquid propellant sounding rocket burning a misture of nitric acid and turpentine to generate a thrust of 4.1 tonnes and send a small payload to a height of 64 km, but their only contribution to the IGY was in the less sophisticated area of sounding rockets; Japan resumed rocket research in 1953 with theoretical studies at the Tokyo University Institute of Industrial Science and by 1957 had progressed through a series of test projectiles called Pencil and Baby to the Kappa rockets first fired in 1956, but here too the country was unable to consider the launch of an artificial earth satellite; in Canada, the Black Brant sounding rocket emerged a year before the IGY began, but research here had been limited to solid propellant motors and the country lacked the research base necessary to develop a potential satellite launcher; Italian interest in rocketry was almost wholly vested in the work of Prof. Robotti, but with the limited resources available he was only able to develop comparatively small research projects, albeit liquid propellant types, burning nitric acid and kerosene or aniline.
Only in Britain and the United States was there sufficient technical know-how and the necessary money to invest in a satellite launcher. One of these two countries would turn its back on development; the other would become a world leader in space exploration" Link esterno Google libri.

1984 – L'ingegnere e giornalista Alberto Mondini cita Robotti in "Bilancio energetico dei veicoli spaziali", Notiziario dell'ENEA, 30 (1984), n. 4, aprile, p. 34.

"L'energia nucleare
Una delle previsioni tecnologiche che non si sono avverate in modo macroscopico è quella relativa ai veicoli spaziali a propulsione nucleare; effettivamente se si potessero realizzare propulsori siffatti si avrebbe un impulso specifico molto maggiore di quello che si ha con i propellenti chimici, che come abbiamo visto non può superare il valore di 400 secondi; un arcogetto a idrogeno con reattore nucleare arriverebbe, secondo il Robotti (2) al valore di 1500. [Nota a pie' di pagina: (2) A. Robotti, Missilistica e Astronautica, Utet, Torino 1964, p. 121. Arcogetto è quel tipo di propulsione in cui un gas propellente viene riscaldato fortemente mediante un arco elettrico].
Ma non solo non se ne è fatto nulla, ma non risulta essere in fase di ricerca e sviluppo alcun propulsore del genere; il motivo probabilmente è da ricercarsi nel peso elevatissimo delle protezioni antiradiazione e nei pericoli che un tale razzo-vettore presenta nel caso di un incidente.
Sono stati adottati invece generatori nucleari di bassa potenza per fornire energia elettrica a bordo; negli Stati Uniti tali generatori fanno parte di un programma, lo Snap, System for Nuclear Auxiliary Power; lo Snap 10, da 50 W, usava l'energia nucleare sotto forma di radioisotopi; lo Snap 10A da 500 W, lo Snap 2 da 3kW, lo Snap 8 da 30-60 kW, lo Snap 50 da 300-500 kW impiegavano reattori a fissione" Link esterno Google libri (per University of Chicago).

1992 – Il giornalista del Corriere della Sera e storico della scienza e della tecnologia Giovanni Caprara affronta per la prima volta l'impresa di raccogliere in un saggio, ricco di illustrazioni, "storia, realizzazioni e programmi della ricerca spaziale italiana": L'Italia nello spazio (Roma : Valerio Levi, 1992). L'epoca che precede il progetto San Marco del colonnello Luigi Broglio è appena tratteggiata, ma al "precursore" Robotti è intitolato un breve paragrafo corredato di quattro figure alle pp. 16-17.

"A partire dai primi anni Cinquanta Aurelio Robotti del Politecnico di Torino conduceva una serie di esperienze, prima autonomamente, poi con il contributo della Marina militare e dell'Aeronautica Militare e successivamente con l'appoggio degli stabilimenti Whitehead - Motofides. A questa società della Fiat a Livorno, nella primavera del 1955, il ministero dell'Aeronautica assegnò una commessa di missili AR-15 studiati da Robotti.
Aurelio Robotti progettò razzi a propellenti liquidi (acido nitrico e anilina) sperimentandone una quindicina di modelli, alcuni anche in decine di esemplari. Si deve a lui l'ideazione, la costruzione e il lancio del primo razzo italiano a propellenti liquidi avvenuto con successo il 9 maggio 1952 a Pian della Mussa, nell'alta val di Lanzo".
[Legenda della figura] "7. Sezione del missile contraereo teleguidato a propellenti liquidi AR-1, progettato da Robotti, e funzionante ad ossigeno liquido ed alcol etilico. Il razzo del peso di 280 chilogrammi non venne realizzato a causa delle restrizioni del Trattato di pace".
[Legenda della figura] "8. Aurelio Robotti. Inizia le sue ricerche nel campo dei razzi nel 1941 mentre è in servizio nel Genio aeronautico. Nel 1950 progetta il missile contraereo teleguidato AR-1. Per molti anni è docente al Politecnico di Torino".
[Legenda della figura] "9. Lancio di un AR-15 a Perdas de Fogu in Sardegna nel 1957. Di questi razzi ne furono lanciati diversi esemplari, alcuni dei quali dotati anche di un razzo ausiliario. Nell'autunno del 1957 il razzo fu esposto al Salone della tecnica di Torino".
[Legenda della figura] "10. Il primo razzo italiano a propellenti liquidi AR-3 bis prima del lancio di collaudo avvenuto a Pian della Mussa, nell'alta val di Lanzo, il 9 maggio 1952. Durante il volo «si innalzò per alcune centinaia di metri – scrive Robotti – poi inclinò la sua traiettoria scomparendo dietro ad un'altura»" [la foto si riferisce effettivamente all'AR 3 bis, ma è stato l'AR 3 a volare per la prima volta – § 7].

1997 – Lo storico dell'economia prof. Luigi De Rosa (1922-2004) cita Robotti in Lo sviluppo economico dell'Italia dal dopoguerra a oggi (Roma - Bari : Laterza, 1997), p. 164.

"Aurelio Robotti, docente di Propulsione spaziale al Politecnico di Torino, affrontò il problema allora dibattutissimo dell'energia alternativa al petrolio. Partendo dalla considerazione che l'apporto del nucleare alla produzione di energia elettrica non superava il 3 per cento del totale, ricordava che le uniche fonti di energia che rimanevano erano il sole, il vento, le maree. Secondo Robotti la produzione di energia solare era una via percorribile: citò una serie di impianti costruiti in Francia, Mauritania ecc. per il suo sfruttamento e sottolineò l'uso che se ne sarebbe potuto agevolmente fare specialmente nel riscaldamento domestico, ma non solo in quello" Link esterno Google libri.

Dalla traduzione in inglese del saggio – The Journal of European Economic History, 37 (2008), pp. 137-138: "Aurelio Robotti, professor of jet propulsion at the Turin Polytechnic,55 [Nota a pie' di pagina: "55 G. Fogagnolo, "The Italian energy problem: A world view", in Review [of Economic Conditions in Italy], XXX, 5 (September 1976), p. 386"] focused instead on the much-discussed problem of alternative energy sources. Starting out from the observation that only 3 per cent of Italy's electricity was generated by nuclear power,56 [Nota a pie' di pagina: "56 A. C. Robotti, "The outlook for solar energy exploitation in Italy", Review, XXIX, 6 (November 1975), p. 467"] Robotti went on to survey the prospects of the other potential alternatives, namely solar, wind and tidal power. In his view solar power development was feasible, as was shown by plants built in France, Mauritania and other countries, and was appropriate especially (but not exclusively) for home heating.57 [Nota a pie' di pagina: "57 Ibid., pp. 480-81"]" Link esterno Google libri.

2002-2006 – Realizzazione del sito web Link esterno Le vie dello spazio, citato più sopra, da parte di Stefano Innocenti: un progetto di carattere generale e di grande interesse, ma interrotto da tempo, a cui ha collaborato "nel reperimento degli articoli" la Link esterno Associazione Provinciale Astrofili Novaresi. Lo stesso autore ha curato il sito della Link esterno Federazione Missilistica Europea (creato il 13/5/2002, aggiornato fino al 15/3/2016 ed esistente il 27/10/2023) ed è attualmente presidente della Link esterno Italian Rocketry Society.

2003 – "Nel secondo dopoguerra si distinse Aurelio Robotti che fu il primo a progettare, costruire e lanciare un razzo a propellenti liquidi in Italia, nel 1952. A lui si devono anche i migliori libri tecnici divulgativi con argomento la missilistica, negli anni 60" – Stefano Innocenti e Eugenio Cosolo, "Missilistica amatoriale - prima parte", Fare Elettronica, 19 (2003), n. 216, giugno, p. 38 Link esterno Farelettronica (pdf).

2003 – Il generale di brigata aerea ing. Alberto Traballesi firma l'articolo "L'Aeronautica Militare e lo spazio. Dagli albori agli anni 70", Rivista aeronautica, 79 (2003), n. 6, p. 112; si riporta nel seguito un estratto dalle pp. 113-114. Si confrontino i suoi contributi del 2008, riportati più sotto, anche per quanto annotato.

"Ma quale era stato, sino a quel momento, lo sviluppo, in Aeronautica o per l'Aeronautica, dei progetti nel settore missilistico? Le prime esperienze in campo missilistico portano la firma dell'ingegnere Aurelio Robotti, che ha appena lasciato il servizio attivo. Nel 1949, dopo aver fondato la società Te.Co., inizia una serie di esperimenti sulle camere di combustione a propellenti liquidi (acido nitrico e anilina) a recupero di pressione. Gli studi suscitano l'interesse di alcuni tecnici tedeschi [non ho trovato tracce di connessioni significative, quanto meno tra Robotti e Oberth] che vengono a lavorare in Italia per conto di enti privati e pubblici. Tra questi, Hermann Oberth, che per due anni effettuerà una serie di esperimenti presso il poligono dell'Arsenale della Marina Militare a La Spezia e Rolf Engel, che viene assunto dalla società SISPRE e che sino alla metà degli anni 60 presterà la sua consulenza all'Aeronautica Militare. Nel 1952 la società BPD (Bombrini-Parodi-Delfino) di Colleferrro, nei [<113-114>] pressi di Roma, su richiesta del Ministero della Difesa Aeronautica, realizza un propellente solido a doppia base (nitroglicerina e nitrocellulosa) che consente l'avvio della produzione su scala industriale di razzi da esercitazione. Due anni dopo, le società Motofides di Livorno, Boscari di Roma, e I.Me.Na. di Napoli partecipano alla produzione dei razzi da esercitazione per l'Aeronautica, con il propellente solido realizzato dalla BPD.
Le più importanti ricerche per produrre razzi d'impiego polivalente, in questo periodo pionieristico, restano quelle condotte sino al 1955 [quanto meno sino al 1958 – § 7] dall'ing. Robotti con lo sviluppo di una serie di sistemi denominati AR, dalle sue iniziali, realizzati dalla Motofides del gruppo Fiat, in collaborazione con la Whitehead. Queste esperienze suscitano l'attenzione e l'interesse dell'Aeronautica, che assegna uno specifico contratto alla Motofides per lo sviluppo e la sperimentazione di alcuni di questi razzi tra cui l'AR-3 [i rapporti di Robotti con Whitehead-Moto Fides si concretizzano dopo l'AR 5 – § 7], il primo a propellenti liquidi di costruzione italiana, sperimentato con successo il 9 maggio 1952 in un poligono di tiro situato a Pian della Mussa, in Val di Lanzo [non ho finora trovato altri cenni all'esistenza di un vero e proprio poligono].
L'attività di Robotti prosegue negli anni successivi sino alla realizzazione dell'AR-15, lanciato più volte con successo dal Poligono missilistico dell'Aeronautica del Salto di Quirra in Sardegna" Link esterno Google libri.

2005 – Il dott. Piero Bianucci, giornalista de La Stampa dove ha contribuito a fondare il supplemento TuttoScienze, pubblica un commosso ricordo di Robotti in Buonanotte fra le stelle (Milano : Simonelli, 2005), pp. 22-23 Link esterno Google libri: lo scienziato appare come un uomo solo – è rimasto celibe – di rara modestia, una persona che scandiva la propria vita con impegni regolari.

2005 – L'ing. Cesare Silvi, Gruppo per la Storia dell'Energia Solare, accenna in ampie ricostruzioni storiche alle monografie di Robotti edite negli anni 1975, 1976 e 1982.

"Italian solar literature became richer with the publication in 1976 of a book by Aurelio Robotti, Impieghi dell'energia solare (Uses of Solar Energy). The book was written following the success of a previous booklet by Robotti about 'The introduction of solar energy use in Italy,' written in 1975 to let people know about the possibility offered by solar energy to overcome the Italian energy crisis" – C. Silvi, "Chapter 10 / ISES-ITALIA Section of the International Solar Energy Society (1964-1980)", in The Fifty-year History of the International Solar Energy Society and Its National Sections, vol. 1 (2005), p. 252 Link esterno GSES (pdf).

"ENEL's 1981 campaign to promote the installation of 100,000 square meters of solar water-heaters likewise had disappointing results.
Even some positive results from programs conducted in those years by ENEL and other agencies, universities, and companies were overlooked, also by people who were initially enthusiastic about solar energy and committed to its development. Some programs were soon forgotten, as were some valuable publications of that day, such as Aurelio Robotti's Solar Energy and Hydrogen: Introduction to a New Energy System (UTET, 1982), which featured a photo of the Eurelios plant on its cover" – C. Silvi, "Chapter 13 / ISES-ITALIA Section of the International Solar Energy Society (1980-2004)", in The Fifty-year History of the International Solar Energy Society and Its National Sections, vol. 2 (2005), p. 558 Link esterno GSES (pdf).

2008 – Gli storici della fisica prof. Michelangelo De Maria (1942-2023), dott.ssa Lucia Orlando e collaboratori attingono anche a fonti primarie per realizzare: Italy in Space: In Search of a Strategy, 1957-1975 (Paris : Beauchesne, 2008) Link esterno Google libri. Robotti è citato nei paragrafi "I.3.3. Military and engineers at work: new facilities and centres for space studies in Italy", di Alberto Traballesi e L. Orlando, pp. 42, 43, 45, e "VIII.2.1. The first experiences with missiles", di A. Traballesi, pp. 237-238. Negli estratti che seguono sono state omesse alcune note non strettamente attinenti Robotti.

[42>] "However, the liquid propulsion sector was most suitable for scientific research due to the lower level of stress during take-off in rockets with this type of propulsion75. The name of one of the leading figures in Italian missile research, Aurelio Robotti, stands out among those involved in developing liquid propelled engines. In 1949, immediately after quitting active service in the Air Force Engineer Corps, Robotti set up Te.Co., where he started to conduct a series of experiments on liquid-propelled (nitric acid and aniline) combustion chambers. This activity led to the creation of a development programme for rockets called ARs (after Robotti's initials), sponsored by the Italian Air Force76. [Nota a pie' di pagina: "See Chapter VIII"]
After the AR3, the first complete, functional, Italian-built liquid-propelled rocket tested on 9 May 1952, Robotti's progress in missile projects led to the modernization of Italian launch bases to meet the requirements of new rockets like the AR15. The features of the Air Force Weapons Range at Furbara near Rome began to prove inadequate for conducting missile activities. Therefore, it became absolutely necessary to construct a suitable infrastructure, in particular for launghes of high-altitude missiles as well as of long-range missiles such as intercontinental ones.
In order to meet the requirements of equipping itself with a suitable weapons range for testing new weapons such as missiles, in 1956 the Italian Air Force constructed the Weapons Range at Salto di Quirra to the west of Perdas de Fogu in Sardinia77" Link esterno Google libri.

[43>] "[...] Robotti's estimate that the average cost of a single 50-kg rocket able to reach an altitude of 150km was 20-30 million Lire, and a laughable sum when compared to the cost of an Aerobee (160 million Lire) or Viking (260 million Lire) without instruments79". [Nota a pie' di pagina: "79. A. Robotti, 'Razzi sonda', 10 Nov. 1959, ACS, CNR Archives, series : spazio, Progetto San Marco, B. 2, f. 15"] Link esterno Google libri.

[45>] "Despite Broglio's enthusiasm and the official involvement of the Ministry of Defence, revealing political interest in this sector, actual manifestation of this interest highlighted the problems typical of this early stage of the newborn Italian space activities – episodic, and lacking a coherent development plan for the sector. In 1959, Robotti stated the following while retracing the history of the decade nearing completion: 'The N°. 1 problem for Italy is still the engine. In Italy this problem has always been tackled (and not solved) by sticking to the advice – «it should not cost very much and must be quick to produce»; an unprofessional formula which, as those responsible know all too well, leads to a product «which costs a lot and is never actually manufactured».
The fact that this problem has never been tackled with the necessary responsible and serious attitude is indeed a grave issue, and the result is that, with each passing day, the gap between us and other nations gets wider and wider. Moreover, the principle of hoping to be able to buy ready-made progress in the form of a patent for some American engine or other is fatal. Copying is difficult too when you do not have a team of technicians – who have trained using real examples and not just words and paper – to tackle the real problems. A specialist document written by Von Braun with regard to this issue cites Einaudi's «useless lecturing» because, unfortunately, personal experience cannot be instilled in others'89". [Nota a pie' di pagina: "89. A. Robotti, 'Razzi sonda', 10 Nov. 1959, ACS, CNR Archives, series : spazio, Progetto San Marco, B. 2, f. 15"] Link esterno Google libri.

"In Chapter I, it has already been said that the first important missile experiences took place thanks to the work of the engineer Aurelio Robotti and his experiments in 1949 in the Te.Co. company he had founded himself8. [Nota a pie' di pagina: "8. This was a series of experiments on liquid propellant combustion chambers – nitric acid and aniline – for pressure recovery. Cesare Cremona, 'Il sorgere dell'industria per le attività spaziali', Missili – Rivista dell'Associazione Italiana Razzi, n°. 4, February 1962; Spacewalker 'L'Astronautica italiana – Il primo razzo...' http://edu.supereva.it/sc24x/Newpage/Albori3.htm" – il link non è più attivo ante il 29/10/2023]
In general, one might say that the experiments carried out in those years were aimed at producing warheads for air-to-air or air-to-ground non-guided rockets.
The Italian experience was enriched by the contribution of German missile experts who were working directly in the military sphere (Hermann Oberth, who spent two years at the range of the Navy Arsenal at La Spezia) or in industry (Rolf Engel, emploed by the SISPRE company, who until the mid-1960s was an advisor to the Air Force)9. [Nota a pie' di pagina: "9. Cesare Falessi, 'Realizzazioni missilistiche in Italia : razzi sonda e da ricerca', Oltre il cielo – Missili & Razzi, n°. 138, 1966"]
As we have seen in Chapter I, in 1952 the BPD had produced a solid propellant with a double base of nitroglycerine and nitrocellulose for the Ministry of Defence-Air Force. That way, industrial production of practice rockets could begin. At the same time, and once again under pressure from the Ministry of the Air Force, the Contin firm set up a test bed for liquid propulsors in order to carry out a series of tests on combustion chambers. Two years later, the Livorno-based Motofides firm (part of the FIAT group), Boscari in Rome and I.Me.Na in Naples took part in the production of practice rockets for the Air Force, using solid propellant produced by the BPD).
During these early pioneering days, the most important research on the production of multipurpose rockets was the research conducted until 1955 by Robotti. In the meantime he had also become a professor at the University of Turin, and he carried out, on behalf of FIAT, several experiments on liquid propellant rockets. These experiments led to the development of a series of [<237-238>] rockets called 'AR', after his initials. They were produced by Motofides, in collaboration with Whitehead10. [Nota a pie' di pagina: "10. Aurelio Robotti, 'Missilistica e propulsione a razzo', Convegno Nazionale degli Industriali Aeronautici Italiani, Rome, 15-16 July 1954. C. Cremona, op. cit."]
These experiments attracted the attention and interest of the Air Force, which allotted a specific contract to Motofides to develop and experiment some of these rockets.
The AR 3 was an especially important one, as it was the first Italian-made liquid propellant rocket. It was successfully tested on 9 May 1952 at a range in Pian della Mussa, in Val di Lanzo in Northern Italy11. [Nota a pie' di pagina: "11. Giuseppe Ciampaglia, 'La propulsione a reazione in Italia dalle origini al 1943', Aeronautica Militare-Ufficio Storico, 2002"]
Robotti carried on with his work during the following years until the AR 15 was built. It was successfully launched several times from the Air Force missile launching range of Salto di Quirra, in Sardinia, that had meanwhile been built by the AMI" Link esterno Google libri.

2009 – Inizio dello sviluppo della voce dedicata a Robotti in Link esterno Wikipedia PDF (pdf della versione in linea il 29/10/2023).

2010-2013 – Gianni Castagneri, sindaco per tre mandati – dal 1999 al 2009 e l'attuale, dal 2019 – di Balme Link esterno Comune, firma l'articolo "Il Pian della Mussa nello spazio", Barmes News : ieri, oggi, domani : Alla scoperta del nostro villaggio, n. 33 (gennaio 2010), pp. 2-3 Link esterno Barmes News - Molette. Una ristampa con due illustrazioni appare il 21/12/2012 in Link esterno Shan Newspaper. Il comune di Balme – Bàrmes in lingua francoprovenzale o arpitana – comprende Pian della Mussa. Il lancio dei primi razzi di Robotti, "nei pressi di Rocca Venoni", è accennato anche nei nn. 37 (gennaio 2012) e 40 (luglio 2013) di Barmes News. Alpe Rocca Venoni è a 1853 m sul livello del mare Link esterno CAI Lanzo. Un suo ulteriore articolo è: "Pian della Mussa: il cuore delle Alpi Graie", Montagne360, 2 (2013), n. 11, novembre, pp. 10-14 Link esterno Club Alpino Italiano (pdf).

2011 – La dott.ssa Franca Giusti, giornalista torinese, pubblica in proprio Aurelio Robotti : Omaggio ad un torinese e promuove l'opera in Link esterno Facebook, nell'ambito di una serie di iniziative volte a celebrare il sessantesimo anniversario dell'evento del 1952. L'azione dell'autrice su vari media riesce a ridestare l'interesse sul Nostro. Per ricevere il volumetto – di cui sarà realizzata una seconda edizione ampliata – ci si può rivolgere direttamente a Link esterno francagiusti@gmail.com.

Il fascicolo in brossura, di 51 pagine in formato 21 x 15 cm, si apre con i ringraziamenti dell'Autrice e una prefazione di Tom Dealessandri, allora Vicesindaco di Torino. Già dall'introduzione (pp. 8-10) si capisce che l'opera è in gran parte dedicata a Balme e alle Valli di Lanzo. Ne "Gli anni '20 e '40" (pp. 12-17) si accenna al contesto torinese, in cui opereranno anche i fratelli Judica Cordiglia, e internazionale, con le esperienze di Goddard e von Braun. "Aurelio Robotti" (pp. 18-21) descrive la sua vita dalla nascita agli studi universitari, dal servizio in Aeronautica ai primi esperimenti, dall'aviobomba alla fondazione della società TE.CO, con un excursus sulla Federazione Missilistica Europea. "Il Pian della Mussa" (pp. 22-29) descrive brevemente le prove di volo – senza alcun incidente – e l'ambiente di Balme e dintorni, con molte divagazioni in cui fa una breve comparsa persino Fabrizio De André. "L'aeronautica" (pp. 30-34) colloca l'opera di Robotti nelle attività missilistiche delle Forze armate e dell'industria italiana, ma uno spazio ben maggiore è dedicato alle sue esperienze televisive, in effetti di una certa importanza. "Il brevetto" (pp. 35-37) sintetizza quanto era già stato condiviso in Link esterno Le vie dello spazio e Federazione Missilistica Europea. Ne "Il Politecnico" (p. 38) sono fornite le informazioni essenziali sulla sua docenza: da professore incaricato nel 1963 al collocamento fuori ruolo nel 1983, fino al pensionamento nel 1988. "L'acqua di volo" e "L'acqua sorgiva" (pp. 39-44) si riferiscono alle acque potabili del pianoro, utilizzate dalla Società Metropolitana Acque di Torino per rifornire il comprensorio e – grazie al genius loci? – la Stazione Spaziale Internazionale. Con "Colleferro" (pp. 45-46) si torna al passato, in una località della campagna romana dove è nata l'azienda BPD e Robotti ha fatto alcune esperienze. La vicenda umana di Robotti termina in "Dalla terra al cielo" (p. 47) e il volume è concluso dalle fonti utilizzate (pp. 50-51). Rispetto a quanto già edito da e su Robotti, in parte qui condiviso, l'opera spicca per varie informazioni originali, tra cui la motivazione della promozione a professore ordinario (p. 38) e, soprattutto, le fotografie originali dell'AR 3, ritrovato da Pancrazio Castagneri al Pian della Mussa: un po' deformato e arrugginito ma ancora ben eretto sugli impennaggi di coda (p. 29) e smontato nelle sue parti costituenti (p. 22). È particolare, infine, l'impostazione che colloca la vicenda di Robotti in un ambiente caro anche all'Autrice.


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 13 – La prima monografia
dedicata a Robotti (2011)


2011 – Pietro Cabodi presenta l'opera di Giusti nell'articolo: "Aurelio Robotti, un torinese geniale", Il Risveglio (28/7/2011) [non pare condiviso ne Link esterno Il Risveglio].

2012 – Il 9 giugno è celebrato con una targa al Pian della Mussa: E. Caligiuri, "60 anni fa il lancio del primo razzo da Pian della Mussa", Il Risveglio (6/6/2012) Link esterno Il Risveglio.

2012 – Caprara pubblica in novembre un'opera che rimane fondamentale, con meno illustrazioni ma ben più approfondita di quella edita vent'anni prima: Storia italiana dello spazio (Milano : Bompiani, 2012) [§ 4].

2013 – Lo storico dell'ingegneria prof. Vittorio Marchis accenna a Robotti nel suo saggio "Quale futuro per l'industria italiana?", ne Il contributo italiano alla storia del pensiero - Tecnica (Roma : Istituto della Enciclopedia Italiana, 2013) Link esterno Treccani.

"Le prime anticipazioni c'erano state già nel 1914, con un articolo dell'ingegnere (e futuro generale dell'aeronautica) Giulio Cesare Costanzi, contenente alcune proposte di navigazione nel cosmo (Per uscire dal Pianeta, «Aer», 5, pp. 11 e segg.). Più tardi, tra gli anni Venti e gli anni Quaranta, un altro ingegnere, Luigi Gussalli, prima aveva ipotizzato un viaggio dalla Terra alla Luna (Si può già tentare un viaggio dalla Terra alla Luna? Relazione di esperienze eseguite coi propulsori a doppia reazione, 1923) e poi aveva anticipato le ricerche sulla propulsione a vento solare (I viaggi interplanetari per mezzo delle radiazioni solari, 1946). Ma queste idee non si erano trasformate in esperienze concrete. Rimasero isolate e senza seguito, peraltro, anche quelle sperimentazioni che pure c'erano state, come i lanci di razzi compiuti alla fine degli anni Venti dall'ufficiale dell'aeronautica Gaetano Arturo Crocco e all'inizio degli anni Cinquanta dal professor Aurelio Robotti, che nel 1952, primo in Italia, lanciò un razzo a propellente liquido, l'AR3".

2016 – La Settimana Enigmistica Link esterno SE dedica una vignetta simpatica, ma poco fedele, al lancio del 9 maggio 1952: n. 4378 (18/2/2016), p. 19.


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 14 – Forse non tutti sanno che... (2016)

Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 15 – Il salotto di Mario (2019)


2018 – Il 31 marzo il Minor Planet Center dell'International Astronomical Union ufficializza la designazione dell'asteroide (9796) Robotti = 1996 HW Link esterno IAU MPC e JPL SSD. Il pianetino è stato scoperto il 19 aprile 1996 dagli astrofili Francesco Manca e Paolo Chiavenna dell'Osservatorio Astronomico di Sormano: una struttura inaugurata nel 1987 dal Gruppo Astrofili Brianza Link esterno Sormano Astronomical Observatory.

"NEW NAMES OF MINOR PLANETS / (9796) Robotti = 1996 HW / Discovered 1996 Apr. 19 by F. Manca and P. Chiavenna at Sormano.
Aurelio Robotti (1913–1994) was a lieutenant in the Italian Air Engineers and later professor in aerospace engineering at the Turin Polytechnic. He began studies on rocket fuel using liquid oxygen and ethanol, and tested the first Italian-built liquid-fuel missile" Link esterno IAU MPC 109631.

Manca ha voluto onorare Robotti dando il suo nome a un asteroide, come ha fatto con altri precursori e fondatori dell'astronautica italiana: Luigi Broglio (1911-2001) Link esterno Wikipedia, Giuseppe Colombo (1920-1984) Link esterno Wikipedia, Gaetano Arturo Crocco (1877-1968) Link esterno Wikipedia, Luigi Gussalli (1885-1950) Link esterno Wikipedia.

Nella figura a sinistra sono state sovrapposte due immagini, ottenute nella notte della scoperta con un telescopio Cassegrain ∅ 50 cm f/6, lunghezza focale con riduttore 1746 mm, camera CCD SBIG ST-6. Le immagini si alternano ogni secondo, per mostrare il moto proprio dell'asteroide – indicato con due segmenti gialli – rispetto al campo stellare. Dato che le singole esposizioni sono relativamente brevi, 60 secondi, il pianetino mantiene un aspetto puntiforme. Il suo spostamento nel cielo risulta evidente, perché l'intervallo tra le due riprese è pari a 95 minuti. L'oggetto è sempre molto debole, per la distanza dalla Terra e dal Sole, il diametro pari a circa 5÷11 km e le caratteristiche della sua superficie: in quel periodo aveva magnitudine visuale mV 16,6.
La figura a destra, realizzata tramite il sito del Jet Propulsion Laboratory - California Institute of Technology, citato più sopra, mostra la posizione dell'asteroide e dei pianeti al momento della scoperta: l'orbita è compresa tra quelle di Marte e Giove.


Animazione originale

Figura 16 – Due immagini di scoperta dell'asteroide Robotti (1996)

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Figura 17 – La posizione dell'asteroide alla scoperta (1996)


2019 – il 26 novembre l'ing. Mario Oggero apre il suo "salotto" a Lanzo con la conversazione Le Valli di Lanzo pioniere nello spazio Link esterno Comune di Lanzo Torinese (pdf non più esistente ante 13/11/2023).

Oggero ha collaborato con Robotti agli studi sugli endoreattori a plasma [Catalogo, sezione B] e ne ha fornito una propria messa a punto in: "Ricerche sulla propulsione elettrica presso l'Istituto di Motori per Aeromobili del Politecnico di Torino", Atti e rassegna tecnica della Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, nuova serie, 23 (1969), n. 12, dicembre, pp. 298-302 Link esterno Politecnico di Torino (pdf). Altre pubblicazioni pertinenti: "Gli arcogetti", Ingegneria Meccanica, 13 (1964), n. 10; [in collaborazione con] E. Lojacono, F. Filippi, "Misura della spinta di un arcogetto", Pubblicazione n. 62 (Torino : Politecnico, Istituto di Macchine e Motori per Aeromobili, ottobre 1966); [in collaborazione con] C. Bertolo, "Impianto per prove con arcogetti in similitudine spaziale", Pubblicazione n. 73 (Torino : Politecnico, Istituto di Macchine e Motori per Aeromobili, maggio 1967).

2019 – Gianni Castagneri firma un secondo articolo: "L'ingegnere aeronautico Aurelio Robotti. Il lancio del primo missile italiano al Pian della Mussa", canavèis : natura, arte, storia e tradizioni del Canavese e delle Valli di Lanzo, n. 33 (inverno 2019), pp. [???] Link esterno Baima Ronchetti. [DA REPERIRE]

2023 – Robotti è ricordato in: A. Moriondo, Gli albori dell'aviazione a Torino e in Italia (ovvero la storia dell'Aero Club Torino) (Torino : Aero Club, 2023), cap. 18 Link esterno Aero Club Torino.

"Nel settembre 1956, al VII Congresso Internazionale Astronautico tenutosi a Roma, fece scalpore la relazione del professore Aurelio Robotti, docente al Politecnico di Torino e pioniere degli studi spaziali dal titolo: «Un modo di lanciare i satelliti artificiali» nella quale teorizzò, tra l'altro, il raggiungimento di grandi altezze per inserire satelliti in orbite circumterrestri mediante l'impiego di razzi pluristadi e propose un missile tutt'ala a delta, da lanciare da un aereo-madre.
Nel 1952 Robotti, dal Pian della Mussa in val di Lanzo, fece volare il primo razzo italiano a propellenti liquidi. [...]
Nel 1970 al X Convegno Internazionale sullo Spazio tenutosi a Roma il professor Robotti presentò una relazione dal titolo «Evoluzione della propulsione spaziale negli anni '70» in cui erano esposti vari tipi di razzi".

2023 – La scrittura di questa pagina inizia in maggio. La revisione zero è condivisa in rete il 14 ottobre. Una revisione più completa è resa ufficiale il 15 novembre, ma il lavoro è ancora in itinere. Il 25 novembre l'esistenza della pagina è comunicata in L'Aviobomba di Aurelio Robotti 1943 (dal 5/11/2021) Link esterno Secret Projects Forum e in Italian SAMs of 1950s (dall'1/4/2022) Link esterno Secret Projects Forum.


3. La descrizione dell'aviobomba

Il brano e la figura che seguono sono tratti da: A. C. Robotti, "1941-1961: venti anni di attività missilistica", Missili. Rivista dell'Associazione Italiana Razzi, 3 (1961), n. 5, ottobre, p. 50.


"Il progetto di gran lunga più interessante da me eseguito in quel periodo [1941-1943] rimase tuttavia quello che dallo Stato Maggiore Aeronautica fu battezzato «Aviobomba Robotti».

Il progetto di questa aviobomba originò dalla considerazione che la nostra aviazione da bombardamento nel 1943, non aveva l'autonomia per colpire tutti gli obbiettivi costieri che strategicamente interessavano. Allora proposi allo Stato Maggiore di lanciare da sommergibili in temporanea emersione delle «aviobombe», vale a dire delle bombe alate autopropulse con motore a razzo. Si trattava cioè dell'idea, a quell'epoca credo non ancora avanzata da nessuno, che ora ha trovato clamorosa applicazione nei missili Polaris lanciati da sommergibili (in questo caso però, in immersione). La mia proposta suscitò vivissimo interessamento ed il Sottocapo di S. M. gen. E. Ilari diede ordine che la realizzazione venisse immediatamente iniziata.


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 18 – Aviobomba «Robotti» (1943)

La aviobomba si presentava come nello schizzo di fig. 3 [qui sopra con numero progressivo diverso]. Era propulsa da un endoreattore ad alcool ed ossigeno (gassoso) che le doveva assicurare una gittata di 50 km (che si riteneva sufficiente perché il sommergibile potesse recare offesa a qualsiasi località costiera emergendo di sorpresa, in condizioni da non esser avvistato dal nemico). La camera di combustione era alimentata e raffreddata da una miscela di alcool (75 %) ed acqua (25 %) pressurizzata dallo stesso ossigeno gassoso attraverso un riduttore di pressione.

Per concretare il progetto il Capo di S. M. convocò a Roma l'ing. A. Rocca, allora Amministratore delegato dell'Ansaldo-Genova e fui segretamente messo in contatto con esso per prendere gli accordi per la realizzazione presso la Ditta Ansaldo. Mentre sviluppavo i disegni costruttivi, l'armistizio del 9 settembre troncò tale attività.

Immediatamente dopo l'armistizio, i tedeschi i quali erano informati sulle mie ricerche sulla propulsione a razzo, mi cercarono per portarmi in Germania e poiché io rifiutai di collaborare iniziò per me un periodo di vita clandestina che doveva cessare soltanto il 4 giugno 1944 con l'arrivo degli Alleati a Roma".



4. Echi di un solo articolo

La vicenda dell'aviobomba non è mai stata approfondita, a giudicare da quanto segue.

1965 – L'inizio degli studi missilistici di Robotti è ricordato in: C. Cremona, "Il sorgere dell'industria per le attività spaziali", L'ingegneria nei primi cento anni dell'Unità d'Italia: l'opera compiuta, tendenze e previsioni per il futuro. Atti del XIII Convegno nazionale degli ingegneri italiani, Milano, Politecnico 17-20 giugno 1962, vol. 1 (Milano : Tipografia De Silvestri, 1965), p. 685 Link esterno Google libri (per New York Public Library).

"[...] Raffaelli, la prima realizzazione di un missile teleguidato costituito da un velivolo autopropulso teleguidato da un altro velivolo pilotato dallo stesso Raffaelli e se ne fa il primo esperimento al vero – peraltro senza esito per varie circostanze occasionali – in una azione bellica del 1942.
Anche questa volta, però, la fine delle ostilità arresterà sia l'iniziativa del Raffaelli sia quella del Robotti che perseguiva la realizzazione presso la Ditta Ansaldo nel 1943 di una aviobomba, autopropulsa a reazione. Si giungerà al 1949 prima che riappaiano coraggiose e tenaci iniziative di attività missilistiche. In quell'anno, infatti, il Robotti crea, a Torino, la Ditta Te.Co. ed inizia una nuova serie di esperienze su camere di combustione a propellenti liquidi acido nitrico ed anilina [...]".

1972 – Due brevi cenni appaiono in: M. Tessarotto, "Contributo italiano alla evoluzione degli studi in campo astronautico prima dell'ultimo conflitto mondiale", Rivista aeronautica, 48 (1972), n. 1, gennaio Link esterno Google libri.

[64>] "Altre ricerche vengono nel frattempo effettuate dal prof. Robotti della Università di Torino presso la ditta Ansaldo".
[65>] "Gli studi sono effettuati nell'ambito di un progetto per la realizzazione di una aviobomba, autopropulsa a reazione, condotto dalla stessa ditta Ansaldo".

2002 – L'ing. Giuseppe Ciampaglia Link esterno WordPress.com pubblica la monografia La propulsione a reazione in Italia dalle origini al 1943 (Roma : Aeronautica Militare - Ufficio Storico, 2002) Link esterno OPAC SBN. A giudicare da un post del 2021 citato nel seguito, l'aviobomba è citata solo brevemente, con riferimento all'articolo di Robotti del 1961. [DA REPERIRE]


Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 19 – Il contesto dell'aviobomba


2012 – Giovanni Caprara pubblica, come accennato più sopra, un'opera di carattere generale: otto anni dopo appare l'edizione inglese. La vicenda legata all'Ansaldo è solo accennata, ma qui si allarga la citazione per comprendere quella di Oberth a La Spezia [Antefatto].

STORIA ITALIANA DELLO SPAZIO
Visionari, scienziati e conquiste dal XIV secolo alla stazione spaziale

(Milano : Bompiani, 2012) – edizione digitale Link esterno Google libri


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Figura 20 – La prima edizione italiana

"La fine dell'esperienza di Oberth non arrestava comunque l'interesse della marina militare per la missilistica, che si manifestava contemporaneamente in altre forme. Infatti, mentre finanziava l'esperto tedesco, stava pure seguendo le ricerche di un italiano da tempo impegnato in questi studi. Nel settembre 1951 il generale Sergio Pellegrini si trovava al Poligono di tiro di Torre del Lago a Viareggio, dove assieme ad altri ufficiali di marina assisteva alle prove di lancio del razzo AR-2 dell'ingegner Aurelio Robotti.

Robotti aveva iniziato le ricerche sulla propulsione già nel 1941, mentre era nel genio aeronautico. Al centro di Guidonia sperimentava grani di polvere nera, progettava micro cariche a razzo per proiettili e disegnava la Aviobomba Robotti, funzionante con un propulsore a propellenti liquidi [<100-101>] e che doveva essere costruita dall'Ansaldo di Genova. L'armistizio troncava tuttavia ogni attività e Robotti conduceva vita clandestina fino al giugno 1944, quando gli alleati entravano in Roma. In quei mesi riusciva però a mantenere i contatti con il capitano delle armi navali, l'ingegner A. Barontini, per sviluppare un sistema a razzo in grado di frenare l'effetto di rinculo sulle armi installate a bordo degli aeroplani. Tornato in servizio allo stato maggiore dell'aeronautica come ufficiale dell'ufficio informazioni doveva limitarsi a scrivere bollettini e quindi nel marzo 1949 dava le dimissioni. Voleva riprendere le ricerche sui razzi e a tal fine creava la piccola società TECO, che mirava anche ad applicazioni pratiche sempre nel campo dei razzi. Nasceva così il progetto di un missile contraereo teleguidato funzionante a ossigeno liquido e ad alcool etilico battezzato AR-1, dalle iniziali del suo nome. Lo presentava allo stato maggiore dell'aeronautica ma le clausole del trattato di pace proibivano simili realizzazioni. Allora decideva di proseguire con motori a razzo più piccoli, le cui spese di costruzione erano sostenibili dai ristretti bilanci della società e che egli sperimentava su un banco di prova allestito alla periferia di Torino. Era in quei mesi che prendeva forma il razzo AR-2 con la collaborazione temporanea del professor Corrado Casci del Politecnico di Milano. Ma il nuovo razzo a propellenti liquidi aveva bisogno di un piccolo razzo a propellenti solidi che lo doveva accelerare nella fase iniziale della traiettoria, ed era per questo che nella primavera del 1951 Robotti si rivolgeva al ministero della marina ottenendo l'appoggio del colonnello delle armi navali V. Re, che garantiva una piccola commessa e forniva il propellente [<101-102>] solido necessario. I test a Torre del Lago davanti agli occhi del generale Pellegrini e successivamente a Punta Castagna vicino a La Spezia, dove stava lavorando Hermann Oberth, non davano però i risultati promessi e la marina ritirava il suo sostegno".

A HISTORY OF THE ITALIAN SPACE ADVENTURE
Pioneers and Achievements from the XIVth Century to the Present

(Switzerland : Springer Nature, 2020) Link esterno Springer


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Figura 21 – La prima edizione inglese

[63>] "The end of Oberth's experience [a La Spezia nel 1953] did not, however, mean the end of the Italian Navy's interest in missiles, which manifested itself in other ways at the same time. In fact, while it was financing the German expert, it was also following the research carried out by an Italian who had been working on such studies for some time. In September 1951, General Sergio Pellegrini was at the Shooting range of Torre del Lago in Viareggio, where he and other naval officers were witnessing the trial launch of Aurelio Robotti's AR-2 rocket.

Robotti had already begun his research on propulsion in 1941, while he was in the Air Force Engineering corps. He tested grains of black powder at the Guidonia centre, he designed micro rocket charges for bullets and also designed the Robotti Avio-bomb, which functioned with a liquid-propellant engine and was to be built by the Ansaldo company in Genoa. The armistice ended all activities, though, and Robotti led a clandestine life until June 1944, when the allies entered Rome. During those months, he was able to stay in contact with the captain of naval weapons, the engineer A. Barontini, to develop a rocket system capable of curbing the recoil effect on the weapons installed on-board the aeroplanes. He returned to service in the Air Force General Staff as an officer in the information office where he had to limit himself to writing bulletins and thus, in March 1949, he resigned. He wanted to resume research on rockets and, to that end, he created a small company named TECO, which also targeted practical applications again in the field of rockets. In this way, the project for an anti-aircraft guided missile functioning on liquid oxygen and ethanol emerged. It was named AR-1, using the initials of his name. He presented it to the Air Force General Staff but the peace treaty clauses prohibited such creations. So, he decided to continue with smaller rocket engines. The cost of constructing these was more affordable for the company's restricted budget and he tested them on a test bench set up in the outskirt of Turin. It was during those months that the AR-2 rocket took shape thanks to the temporary collaboration of Professor Corrado Casci from the Milan Polytechnic. But the new liquid-propellant rocket needed a small solid-propellant rocket to accelerate it during the initial phase of its trajectory and, for this reason, in the spring of 1951, Robotti went to the Navy Ministry, obtaining the support of the Colonel of navy weapons, V. Re, who guaranteed a small commission and supplied the necessary solid propellant. However, the tests at Torre del Lago before General Pellegrini's eyes and later at Punta Castagna, near La Spezia, where Hermanng Oberth was working, did not provide the promised results and the Navy withdrew its support".

Dopo di che Caprara completa la sintesi della vicenda professionale di Robotti e conclude con un ricordo personale: "[104>] Lo incontrai l'ultima volta nella sua casa di via Assarotti a Torino agli inizi degli anni novanta, dove viveva solo. L'appartamento era spoglio e vuoto: pochi mobili, qualche giornale e le finestre semichiuse. «Ho appena eliminato tutte le mie carte,» mi disse con l'aria fredda e distaccata di chi ha chiuso con gli interessi della vita. Nell'estate 1994 moriva a 81 anni, completamente dimenticato anche dalla sua città". La scomparsa del suo archivio non esclude, ovviamente, l'esistenza di documenti pertinenti in altre sedi [Desiderata].

2018 – Il 31 luglio Vanni Cagnotto pubblica sul quotidiano locale La Voce, per la rubrica Pa&saggi a nord ovest: "BALME. Aurelio Robotti e il progetto dell'avio-bomba". Questa è citata solo di sfuggita, ma la vicenda del Nostro, "semplice nei modi, di poche concise parole", è sintetizzata in modo efficace. Si riportano nel seguito alcuni estratti, rimandando all'articolo per la descrizione della diretta televisiva RAI del primo allunaggio, il 20 luglio 1969.

"Celibe, poco incline alla vita sociale se non nei momenti condivisi con i suoi studenti e collaboratori, ricercatore valoroso e dalle grandi doti umanitarie come ricordano allievi e laureandi del politecnico di Torino, dedito allo studio, allo studio applicato ed al perfezionamento delle ricerche [...]
Negli anni della seconda guerra mondiale, promosso Ufficiale del Genio, si occupò e preoccupò di rendere più veloci i proiettili della artiglierie e propose un progetto missilistico innovativo, la 'avio-bomba'. [...]
Se pur restio alle telecamere, l'ing. Robotti fu intervistato telefonicamente ed in diretta nella trasmissione 'La Bussola' della Rai, andata in onda il 12 ottobre del 1959 con un sottofondo musicale di jazz suonato da Mulligan. Jazz di sottofondo, una mano che compone il numero di telefono del Prof. Robotti e che, a fine telefonata, riaggancia la cornetta. Un telefono di quelli grandi, da tavolo, un filmato color seppia. Nella telefonata, durata un minuto e quaranta secondi, Robotti spiega perché, nonostante il forte interesse dell'uomo per Venere e Marte, sarà la Luna ad esser conquistata prima. Venere e Marte infatti sono notevolmente più lontani e offrono condizioni meno accettabili. Con una voce ferma e sicura ma dalla pronuncia della erre blesa, il prof Robotti ipotizza un biennio ancora di studi poi sei-sette anni per il perfezionamento degli strumenti e finalmente una circumnavigazione ed allunaggio. Con abilità e conoscenza da fisico se non addirittura da astrofisico, aveva individuato l'esigenza di circumnavigare prima la Luna e solo successivamente tentare l'allunaggio. Le previsioni furono decisamente scrupolose. [...]
Il 9 giugno del 2011, alla presenza delle autorità locali, del Vicesindaco di Torino, Tom Dealessandri e dell'amico Achille Judica Cordiglia, i Lions Ciriè D'oria hanno posto una targa a ricordo del professor Robotti ed ogni anno, qualcuno, vi pone dei ciclamini" Link esterno Giornale La Voce.

2021 – Le brevi memorie autobiografiche edite nel 1961, mediate dalla monografia di Ciampaglia, riemergono in L'Aviobomba di Aurelio Robotti 1943: un post del blog Link esterno Secret Projects Forum, in cui è condivisa la prima immagine del missile apparsa in rete, a giudicare da una ricerca con Link esterno Google immagini (29/9/2023).

"L'Aviobomba di Aurelio Robotti 1943
The Italian engineer Aurelio Robotti was a pioneer in the field of missiles and space exploration. His interest in missile research began in 1941, during the war when he was serving in the aeronautical engineering corps. In 1943 he proposed a project for a missile, the "aviobomba", which could be fired from a sub-submarine and was to be powered by a rocket engine fuelled by 75% alcohol and gaseous oxygen to ensure a theoretical range of 50 km. His project was approved by the high military authorities. The construction of a prototype was decided to go on to serial production but everything was abandoned after the armistice. Shortly afterwards Robotti was contacted by the Germans to continue his work in Germany but he refused. Apart from the information quoted by – Giuseppe Ciampaglia in "La Propulsione a reazione in Italia dalle origini al 1943 – the subject deserves further information".
[Segue lo schizzo qui al § 3, con la didascalia "Aviobomba con propulsione a razzo lanciabile da sommergibili concepita Aurelio Robotti"].
[Si accenna, infine, alla nota 69, che rimanda a] "Robotti - (1941-1961: Venti anni di attività missilistica in "Missili", Ottobre 1961.)"

2022 – Alcune informazioni e immagini dei suoi missili e, soprattutto, il file pdf di Robotti (1961) [§ 3] sono riportate in Italian SAMs of 1950s Link esterno Secret Projects Forum.


5. Cosa si può già precisare?

Il progetto dell'aviobomba è iniziato prima dell'8 agosto 1943. Infatti, in merito al generale Eraldo Ilari (1897-1972): "Il 6 ottobre 1942 lasciò il comando della 3ª Squadra aerea per andare a Roma, presso lo Stato maggiore della Regia Aeronautica, in qualità di Sottocapo di Stato maggiore per le costruzioni e gli approvvigionamenti. [...] L'8 agosto 1943, vista la grave situazione bellica, riprese il comando della 3ª Squadra aerea, ormai in prima linea nel contrastare le truppe anglo-americane dopo lo sbarco in Sicilia" Link esterno Wikipedia.

Il passaggio alla fase esecutiva è anteriore al 27 luglio 1943. A causa della caduta del fascismo, il generale di Armata Aerea Rino Corso Fougier (1894-1963), sottosegretario di Stato all'Aeronautica e Capo di Stato Maggiore, ha cessato le sue funzioni in tale data Link esterno Wikipedia. È notevole che le decisioni in merito siano state prese direttamente a un livello così alto, considerato anche il ruolo dell'ing. Agostino Rocca (1895-1978) Link esterno Treccani DBI.

Tutti gli eventi relativi all'aviobomba hanno avuto luogo a Roma o nei suoi dintorni. Robotti prestava servizio alla Direzione Superiore Studi ed Esperienze DSSE della R. Aeronautica, a Guidonia Montecelio Link esterno Wikipedia. Le sperimentazioni avevano luogo ai poligoni militare di Furbara e Nettuno e allo stabilimento Bombrini Parodi Delfino BPD di Colleferro.

"In seguito all'8 settembre", la DSSE subì "una certosina opera di saccheggio da parte dei tedeschi, che, dopo essersi impossessati di alcuni macchinari e degli archivi contenenti i risultati delle varie sperimentazioni, decisero di minare i suoi impianti e di procedere alla loro distruzione" Link esterno Report Difesa. Vari dettagli, fotografie e testimonianze sono in La Direzione Superiore Studi e Esperienze (DSSE) di Guidonia Link esterno Sapienza UniRoma (pdf creato nel 2008) [DA COMPLETARE LA LETTURA]; il file è richiamato in Cenni storici della Scuola di Ingegneria aerospaziale Link esterno Sapienza UniRoma. Ciò che rimaneva della DSSE è stato bombardato dagli Alleati quanto meno il 13 gennaio 1944 Link esterno Wikipedia. Dopo un lungo abbandono l'area è stata ripulita e il 27 aprile 2023 è stato inaugurato un percorso museale in ciò che è rimasto Link esterno Aeronautica Militare.


6. Una forma tra funzione e icona

Nel 1939 Werner von Braun propose al Ministero dell'Aviazione tedesco un intercettore guidato, con decollo verticale e propulsione a razzo Link esterno Luft '46 e Wikipedia. L'animazione seguente confronta – non in scala – l'aviobomba progettata da Robotti nel 1943 e la seconda versione del caccia intercettore.


Animazione originale

Figura 22 – Confronto con l'esterno della seconda versione dell'intercettore a razzo von Braun


Nell'animazione successiva, invece, vediamo l'aviobomba e la sezione della prima versione dell'intercettore (non mi è nota una sezione analoga della seconda versione, più simile all'aviobomba Ansaldo nella forma dello scafo e nella punta arrotondata delle ali). Anche in questo caso i disegni non sono in scala.


Animazione originale

Figura 23 – Confronto con la sezione della prima versione dell'intercettore a razzo von Braun


Questo è l'aspetto del razzo antiaereo, a propellente solido, sviluppato successivamente da Hermann Oberth (1943-1945) → Balestrieri (2017a) (pdf).


Immagine originale

Figura 24 – Il missile WASAG HB-L 59


Otto anni dopo l'idea di Robotti, un missile a propellente solido è lanciato da un sottomarino appena emerso: si tratta della pubblicità italiana per Il mistero del V-3, vale a dire The Flying Missile di Henry Levin, con Glenn Ford (1951) Link esterno Cinematografo. Il film è stato proiettato a Torino quanto meno dal 3 aprile al 28 ottobre 1952 Link esterno La Stampa - archivio storico. L'argomento era già in corso di approfondimento, prima dello sviluppo di questa pagina, nella sezione dedicata a *UL Hermann Oberth.


Immagine originale

Figura 25 – Pieghevole italiano

Immagine originale

Figura 26 – Foto di scena in mare aperto


7. I missili AR a propellenti liquidi

Come abbiamo visto, Robotti è stato un pioniere dell'astronautica nella propulsione a liquido, in Italia, con la sua società TE.CO. In ambito internazionale i suoi missili erano noti come Robotti, come dimostrano gli estratti che seguono: quando la citazione riguarda ampiamente il contesto, la parte su Robotti è evidenziata in giallo.

"Motofides S.p.a. in Livorno, part of the Fiat group and manufacturer of torpedoes for the Italian Navy, has been sponsoring a research project headed by Dr. Ing. A. Robotti. The project has designed a series of liquid-propelled, surface-to-air rockets of clean configuration and fair characteristics. The propellant is nitric acid and aniline. Design emphasizes low production costs and ease of maintenance and operation. An experimental order for an undisclosed number of Robotti unguided rockets and launchers has been awarded to Motofides by the Armed Forces. Diameter of the rocket is 40-50 in. and the length 15-16 ft. Speed is supersonic" – F. Florio, "ITALY: NATO Missile Effort Off to Slow Start", Missiles and Rockets, 2 (1957), n. 10, October, p. 101 Link esterno Internet Archive (per Houston Public Library).

"POST-WAR ROCKETRY IN OTHER COUNTRIES
If the amount of information available is any index, Switzerland (an old specialist in antiaircraft weapons) leads the minor national effort in rocketry, followed by Italy, Canada, Australia, Scandinavia, Holland, Japan, and Argentina, though not necessarily in this order.
Most Swiss rockets are developed and produced by the Oerlikon Company of Zurich. Among them are a basic 3.17-inch powder rocket, 2 feet long, carrying a 2.2-pound contact-detoning warhead, and a 550-pound, beam-riding rocket propelled by nitric acid and paraffin. The smaller rocket can be used as either a surface-to-air or an air-to-air vehicle. The larger one measures 16.5 feet long and can carry its 44-pound warhead at a speed of 2460 miles per hour to reach an altitude of 66,000 feet. It is a mobile-launched beam rider. Part of a complex radar-controlled weapon system, this guided rocket uses a proximity fuse.
One Swiss proximity fuse is driven by a turbine immersed in the rocket's exhaust. The power derived is applied to a miniature radar set which measures distance to target and at the proper time explodes the warhead.
Oerlikon has a Type 54 surface-to-air missile which is 19.73 feet long and has a maximum diameter of 1.34 feet. Flight control is maintained by a combination of aerodynamic control and thrust deflection. It has four swept, cruciform wings and four sweptback tail surfaces. Operating on kerosene and white fuming nitric acid, it can reach an altitude of 47,500 feet on 220 pounds of thrust for 30 seconds.
In Spain, Hispano-Suiza has a 3.15-inch rocket that it is used for just about everything – air-to-air, air-to-surface, and surface-to-air. It is solid propelled, produces 1200 pounds fo thrust, and attains a speed of 2000 miles per hour. Weighing 22 pounds (with a 2.2-pound warhead), it measures 3.5 feet long, and is quite similar to the Oerlikon solid propellant rocket.
Italy produced no significant rockets in World War II, but there is evidence of awakening interest. A military Rockets and Missiles Committee and a Center for the Study of Reaction Propulsion have been established, and a new Air Force rocket range has been announced. The firm Contraves Italiana is working on high-altitude surface-to-air missiles, one of which was shown at an international air meeting in Geneva in 1955. This company also manufactures Oerlikon rockets under a Swiss license.
The Orione rocket, a product of Polver[i]fici Giovanni Stacchini of Rome, is available in 2.25- and 3.4-inch calibers and may be used for both anti-aircraft and land combat. A (Aurelio) Robotti AR.3 rocket was shown at the Salone della Tecnica in Turin recently, and an AR.4 rocket is known [<198-199>] to exist. An experimental rocket of the Stab[i]limenti Meccanici Reuniti Whitehead Moto Fides has also been exhibited. The firm Italjet, a subsidiary of the Aerojet-General Corporation, is making 14-AS-1000 JATO units and 'bazooka'-type rockets. [La rassegna prosegue con il Canada, ecc.]" – A. G. Haley, Rocketry and Space Exploration (Princeton, New Jersey : Van Nostrand, 1958), pp. 198-199 Link esterno Google libri e HathiTrust (per University of Michigan).

"Italy, one of the pioneers in jet propulsion, has been interested in rocketry since the end of World War II. This interest has been displayed by individuals, government, and industry. However, lack of funds and government direction has delayed positive action. In spite of these handicaps, however, Italy has developed several military rockets, two of which are the Airone and the Robotti. The [<268-269>] Airone is a solid-propellant, surface-to-surface missile approximately 6 feet long and 3 inches in diameter. Range is reported to be over 6 miles. The Robotti is a surface-to-air missile propelled by a liquid rocket engine using nitric acid and aniline. It is the opinion of many rocket experts that Italy has excellent research potential and will within the next few years become a leader in the missile production field" – D. Cox, M. Stoiko, "Rocketry", in Annual report of the Board of Regents of the Smithsonian Institution (Washington, D.C. : United States Government Printing Office, 1959), pp. 268-269 Link esterno Internet Archive (per Smithsonian Libraries).

"'Robotti' unguided rockets and launchers are made under an experimental contract with the Armed Forces by Motofides S.p.a., which ordinarily makes torpedoes for the Navy. The Robotti rocket is about 16 feet long with a diameter of about 50 inches and a velocity which is supersonic. Motofides, which is part of the Fiat group, also has designed a series of liquid-propelled (nitric acid and aniline), surface-to-air, clean-configuration rockets, inexpensive to make and easy to operate and maintain" – Guided Missiles: Special Report Booklet Featuring Three Big Directories (1) Missiles, (2) Manufacturers, (3) Agencies (New York : Federal Procurement Publications, 1958), p. 442 Link esterno Google libri.

"Robotti is the name for a family of battlefield rockets under development by Motofides. The basic rocket is unguided, supersonic, about 16 feet long and 4 feet in diameter [sic]" – J. J. Haggerty, r., ed., "Third Annual Guided Missile Encyclopedia 1959", Missiles and Rockets, 5 (1959), July 20, p. 171 Link esterno Internet Archive (per Houston Public Library).

"Robotti, n. A family of battlefield rocket missiles, supersonic and unguided, under development in Italy" – W. A. Heflin, ed., Aerospace Glossary (Maxwell Air Force Base, Alabama : Air University, Research Studies Institute, 1959), p. 88 Link esterno Google libri (per University of Michigan).

"ROBOTTI (Italy) / Family of unguided battlefield rockets. Supersonic speed. Moto-fides" – H. Jacobs, E. Engelke Whitney, Missile and Space Projects Guide 1962 (New York : Springer, 1962), p. 151 Link esterno Spriger.

I singoli modelli sono identificati con le sue iniziali "AR" e un numero progressivo, arabo o romano: le informazioni specifiche a me note sono raccolte nelle schede che seguono.

L'AR 1 deve essere stato ideato sulla base delle letture e degli studi necessari a redigere il Bollettino Informazioni per l'Aeronautica Militare [§ 1].

Dopo questo progetto puramente teorico, Robotti sviluppa in proprio varie attività sperimentali, tese a semplificare l'endoreattore in misura significativa, con propellenti in fase liquida a temperatura ambiente (per eliminare a priori vari problemi criogenici), combustibili e comburenti di facile reperibilità (per limitare i costi) e una particolare alimentazione della propulsione (per ridurre ulteriori necessità costruttive). Le prime idee erano già state fatte proprie da Robotti nel progetto dell'aviobomba, ma la terza è originale e il Nostro chiede il 12 novembre 1952 il brevetto Razzo a propellenti liquidi, alimentato per gravità e per inerzia, cui è assegnato il n. 521804. La trascrizione del testo e una tavola originale sono stati già condivisi, prima in rete Link esterno Le vie dello spazio e Federazione Missilistica Europea, quindi in Giusti (2011) e altrove.

"La alimentazione dei razzi a liquidi, vale a dire la introduzione dei liquidi propellenti nella camera di combustione, rappresenta un problema che sino ad ora è stato risolto in differenti modi, ma sempre a costo di complicazioni costruttive, quali quelle derivanti dall'impiego di un gas ausiliario compresso in apposito serbatoio interno, oppure dall'uso di speciali pompe d'iniezione, etc. Scopo di questa invenzione è di offrire un modo di alimentare la camera di combustione che sia più semplice e quindi di realizzazione più economica di quelli sino ad ora seguiti. Tale scopo è raggiunto mediante il sistema qui illustrato, il quale rappresenta una forma puramente indicativa e non limitativa di un razzo ideato secondo i principi informativi della presente invenzione.
Nella tavola allegata la fig. I rappresenta la sezione longitudinale in piano diametrale del razzo; la fig. II rappresenta lo stesso razzo in una sezione normale alla precedente; in fig. III si vede la sezione retta del razzo secondo il piano X-X della fig. I.
Nella fig. I il razzo è disposto in posizione verticale, con l'ogiva rivolta verso l'alto ed in essa si indica con 1) il serbatoio che contiene il liquido combustibile 2), il quale viene immesso attraverso il bocchettone 3); 4) il serbatoio che contiene il liquido ossidante 5), immesso attraverso il bocchettone 6).
I due liquidi riempiono rispettivamente le camere tubolari 5) e 2) le quali comunicano con i rispettivi tubi 7) ed 8) a loro volta terminati con i dischi 9), 10) (che fungono da iniettori) muniti di fori in numero e diametro opportuni; ma i liquidi non possono fuoriuscire, perché alle estremità di ciascuno dei tubi 7), 8) e più precisamente, a valle dei dischi 9), 10), vi sono i bulbi di vetro 11), 12), sigillati ai tubi stessi. Lo stesso sistema è impiegato per chiudere le estremità inferiori dei tubi 13), 14), i quali, attraverso i serbatoi dei liquidi, mettono in comunicazione la estremità superiore dei serbatoi stessi, con la camera di combustione 15) (vedi fig. II).
In un piccolo cilindro 16), fissato alla camera di combustione da due bracci 17), può scorrere un pistoncino 18), il quale porta superiormente una colonnina a cui è fissato un disco 19). Mandando, attraverso il reoforo 20), un impulso di corrente nella carichetta pirica 21), la pressione dei gas che si generano spinge violentemente verso l'alto il pistoncino 18) per cui il disco 19) urtando contro i bulbi 11), 12) li infrange, consentendo così ai liquidi, di zampillare attraverso i fori degli iniettori 9), 10). Il disco 19), che a fine corsa occupa la posizione punteggiata nelle figg. I e II è trattenuto in tale posizione finale da un dispositivo di arresto qui non specificato.
Il risultato della salita del pistoncino è pertanto questo: i liquidi propellenti, non più trattenuti dai bulbi di vetro cominciano a zampillare dai fori dei dischi 9), 10) e, incontrandosi, danno inizio alla reazione chimica che con lo sviluppo di gas assicura la spinta del razzo. Contemporaneamente, la salita del disco 19) provoca la rottura dei bulbi di vetro che chiudono le estremità dei tubi 13) 14) (vedi fig. II) permettendo ai tubi stessi di equilibrare la pressione tra la camera di combustione ed i due serbatoi 1), 4).
I gas generati dalla reazione chimica dei liquidi propellenti, fuoriuscendo dall'ugello 21), mettono in moto il razzo. Questo, sotto la spinta motrice, accelera; quindi, in questa fase del moto, i liquidi propellenti sono sollecitati ad entrare nella camera di combustione tanto per effetto della gravità, quanto per effetto della forza di inerzia, la quale ha la stessa direzione del moto ma senso contrario.
Se viceversa il razzo non può muoversi, perché trattenuto al suolo da una struttura, allo scopo, per esempio, di misurare la spinta sviluppata, mancano le forze di inerzia e la camera viene alimentata sino a completo esaurimento dei serbatoi, per sola gravità.
Qualunque sia la pressione che si genera nella camera di combustione, la stessa pressione si trasmette nei serbatoi, grazie ai tubi 13), 14); quindi i liquidi continuano a scaricarsi nella camera di combustione sino ad esaurimento dei serbatoi.
Ovvio che questo sistema di alimentazione si applica perfettamente anche nel caso di impiego di liquidi monopropellenti nel qual caso il serbatoio sarà uno solo ed uno solo l'iniettore ed il tubo di comunicazione tra la camera di combustione e serbatoio".
[DA REPERIRE UNA RIPRODUZIONE DELL'INTERA RICHIESTA. Rispetto a quanto condiviso dalle fonti web sopracitate, sono stati corretti pochi refusi ovvi e aggiunti alcuni a capo; è stata inoltre resa più leggibile, dopo aver forzato il contrasto, la riproduzione della tavola allegata alla richiesta di brevetto]
Elaborazione originale da fonte esterna

Figura 27 – Tavola del brevetto (1952)

L'AR 3, costruito con risorse proprie, è stato il primo missile italiano a propellenti liquidi a volare con successo: il 9 maggio 1952 si è staccato dalla sua piccola rampa di lancio e ha raggiunto una quota di alcune centinaia di metri, per poi cadere dietro una collina del Pian della Mussa in val di Lanzo, nel comune di Balme (Torino). Il modello prodotto in un maggior numero di esemplari è l'AR 15, con cui si conclude l'attività di Robotti nel settore degli endoreattori a propellenti liquidi. Pare significativo che l'azienda coinvolta, Whitehead-Moto Fides, facesse parte del gruppo Fiat, di cui è consulente ancora nel 1961 [§ 1].

Robotti ha sperimentato anche proietti accelerati e razzi a propellente solido, dapprima a base di polvere nera e cordite – A. C. Robotti, "1941-1961: venti anni di attività missilistica", Missili. Rivista dell'Associazione Italiana Razzi, 3 (1961), n. 5, ottobre, pp. 49-50. Nel dopoguerra le esperienze con combustibile solido, fornito dalle Forze Armate, hanno avuto successo, ma sono ricordate senza un rilievo particolare – Ibidem, pp. 51-53.


Nome Lunghezza
cm
Diametro
max cm
Peso
kg
Nome e formula bruta
combustibile
Nome e formula bruta
comburente
Progetto Prove
al banco
Prove
di lancio
Produzione Referente TE.CO
AR 1 280 Etanolo   C2H6O Ossigeno liquido   O2 1950 No No No Aeronautica Militare
1961 – "Il primo progetto della nuova organizzazione [TE.CO] fu quello di un missile contraereo teleguidato, designato A.R. 1, ad ossigeno liquido ed alcool etilico, del peso totale di kg 280, con velocità a fine combustione di m 1260 [sic] (fig. 4) [qui riprodotta più sotto: ho cercato di separare la linea di mezzeria dalla punta del missile; la figura è apparsa anche in Caprara (1992), p. 16, e Caprara (2012), a p. 103 con l'indicazione erronea che si tratterrebbe dell'AR 3].
Il progetto fu presentato nel 1950 allo S. M. Aeronautica; il quale però non poté ordinarne la realizzazione a causa delle clausole del trattato di pace" – Robotti (1961), p. 51.

Le limitazioni imposte all'Italia dal trattato di pace sono state superate nel dicembre 1951 e definitivamente cancellate nel febbraio 1952 – Balestrieri (2017b), pp. 30-31.

Elaborazione originale da fonte esterna


Nome Lunghezza
cm
Diametro
max cm
Peso
kg
Nome e formula bruta
combustibile
Nome e formula bruta
comburente
Progetto Prove
al banco
Prove
di lancio
Produzione Referente TE.CO
AR 2 Anilina   C6H7N Acido nitrico   HNO3 Primavera 1951 9/1951 Prototipi Marina Militare
1961 – "Decisi allora di affrontare realizzazioni in scala minore, tali cioè da poter essere portate a compimento anche con i soli modesti mezzi della Società [TE.CO] ed iniziai lo studio di un piccolo endoreattore ad acido nitrico e anilina. L'idea che informò questo tentativo era quella di cercare di realizzare missili a propellenti liquidi non molto più complicati di quelli a propellenti solidi; dato che i propellenti liquidi erano più facilmente disponibili, sul mercato italiano, di quelli solidi.
Cominciai così – nel gennaio 1951 – una serie di ricerche sperimentali sulle reazioni ipergoliche e realizzai alcune camere di combustione che sperimentai su di un rudimentale banco prova costruito in una località [rimasta ignota] alla periferia di Torino (fig. 5) [è la fotografia qui riprodotta nel § 1]. In quel periodo, per alcuni mesi collaborò con me il prof. C. [Corrado] Casci, attualmente docente al Politecnico di Milano.
Gli esperimenti furono incoraggianti ma confermarono i miei timori e cioè che il problema dell'alimentazione comportava complicazioni non facilmente eliminabili.
Per evitare i complessi sistemi di pressurizzazione dei serbatoi, ebbi l'idea di sfruttare la pressione che per inerzia si crea nei liquidi quando il missile è accelerato da una forza esterna; questa avrebbe potuto essere realizzata da un piccolo «booster» a propellente solido. Progettai allora un piccolo missile AR 2 nel quale una piccola carica di propellente solido contenuta in modo opportuno [<51-52>] nella camera di combustione dei propellenti liquidi doveva assicurare l'accelerazione iniziale necessaria per iniettare i propellenti liquidi, i cui serbatoi venivano messi in pressione dagli stessi gas combusti. Con quel progetto nella primavera del 1951 mi presentai al Ministero della Marina, dove l'allora colonnello della Armi Navali V. Re diede il suo appoggio al progetto sotto forma di una piccola commessa sperimentale. La Marina mi fornì il propellente solido necessario, e dopo un certo numero di esperimenti al banco, a Torino, realizzai una prima serie di AR 2, sui quali nel settembre 1951 iniziarono le prove di lancio presso il Poligono di Tiro di Torre del Lago (Viareggio) alla presenza di ufficiali della Marina, tra i quali il gen. Pellegrini, il gen. Almasio, il col. Miani, il com. Mamberti" – Robotti (1961), pp. 51-52.

Nome Lunghezza
cm
Diametro
max cm
Peso
kg
Nome e formula bruta
combustibile
Nome e formula bruta
comburente
Progetto Prove
al banco
Prove
di lancio
Produzione Referente TE.CO
AR 2 bis Anilina   C6H7N Acido nitrico   HNO3 9/1951 - 10/1951 10/1951, 2/1952 Prototipi Marina Militare
1961 – "Dopo i primi lanci, l'AR 2 fu modificato nell'AR 2 bis. Alla fine di ottobre le prove con l'AR 2 bis furono trasferite a Punta Castagna (La Spezia) e nel febbraio del 1952 furono riprese a Torre del Lago. Furono lanciati numerosi missili, ma si ebbe la sensazione che la propulsione fosse dovuta essenzialmente alla carica di propellente solido; cosicché la Marina abbandonò il progetto. Tuttavia, malgrado l'esito insoddisfacente, le osservazioni che potei fare durante le prove di lancio mi confermarono che il principio era degno di sviluppo e perciò ritornai a Torino deciso a riprendere gli esperimenti per mio conto" – Robotti (1961), p. 52.

Nome Lunghezza
cm
Diametro
max cm
Peso
kg
Nome e formula bruta
combustibile
Nome e formula bruta
comburente
Progetto Prove
al banco
Prove
di lancio
Produzione Referente TE.CO
AR 3 Anilina   C6H7N Acido nitrico   HNO3 Primavera 1952 4/1952 9/5/1952 Prototipi In proprio
1953 – [L'ing. Aurelio Robotti collauda un nuovo tipo di razzo a propellenti liquidi], Alata, 9 (1953), n. 5, maggio, pp. 26-27 [DA REPERIRE].

1955 – "A new liquid propellant rocket, AR III, was recently shown in the Salone delle Tecnica, Torino, Italy [il V Salone Internazionale della Tecnica è stato inaugurato il 28 settembre]. Further details of the supersonic rocket, said to operate on a new principle, were not given. Designer is Dr. A. C. Robotti, ARS member" – A. J. Zaehringer, "Rockets and Guided Missiles", Jet Propulsion, 25 (1955), n. 3, p. 129 Link esterno AIAA ARC. [Traduzione del pezzo precedente] "Un nuovo razzo a propellente liquido, AR III, è stato presentato al Salone della Tecnica del 1955 a Torino. Non sono stati forniti particolari in merito a questo missile supersonico che funzionerebbe in base a nuovi principi, secondo un progetto del dr. A. C. Robotti, membro dell'ARS" – Rivista marittima, 88 (1955), n. 7, luglio, p. 152 Link esterno Google libri (per University of Michigan). "A (Aurelio) Robotti AR.3 rocket was shown at the Salone della Tecnica in Turin recently, and an AR.4 rocket is known [<198-199>] to exist" – A. G. Haley, Rocketry and Space Exploration (Princeton, New Jersey : Van Nostrand, 1958), pp. 198-199 Link esterno Google libri e HathiTrust (per University of Michigan).

Due servizi di cinegiornali mostrano, in effetti, l'ampio spazio dedicato all'astronautica nel Salone della Tecnica – spicca il motore di un V2 –, ma non è citato il missile di Robotti: Mondo libero n. 217 (7/10/1955) Link esterno Archivio Luce e La Settimana INCOM n. 1307 (7/10/1955) Link esterno Archivio Luce. Se Zaehringer ha riferito in modo corretto il numero romano, Robotti ha portato in Salone una replica del primo missile a propellenti liquidi che ha volato in Italia, anziché un prototipo più recente.

1961 – "Infatti nell'aprile del 1952 ricominciavo a Torino una serie di prove al banco su prototipo di un progetto (AR 3) nel quale l'inizio della alimentazione non avveniva più per inerzia, come nel progetto precedente, ma semplicemente per gravità; il che disimpegnava il progetto dalla necessità del propellente solido e consentiva una più completa sperimentazione al banco.
Feci prove con ritmo febbrile per tutto il mese di aprile (fig. 6) [qui riprodotta in alto: si noti la lunghezza del missile, privo di ogiva, e la posizione verticale al banco, necessaria per testare l'alimentazione per gravità] e sebbene i risultati non fossero pienamente soddisfacenti, mi confermarono che valeva la pena di continuare. Finalmente, il 9 maggio 1952 effettuai una prova di lancio al Pian della [<52-53>] Mussa, nell'alta Val di Lanzo. Il missile, lanciato con una inclinazione di 80°, si innalzò per alcune centinaia di metri e poi inclinò la sua traiettoria scomparendo dietro un'altura. Fu per me un gran giorno sia perché era certamente la prima volta che un razzo a propellenti liquidi si staccava da terra in Italia, sia perché avevo la conferma che il principio della autoalimentazione era fondato e degno di sviluppo" – Robotti (1961), pp. 52-53.

La fotografia [qui riprodotta in basso] dei resti del missile, ritrovati successivamente a Pian della Mussa, è tratta da: G. Castagneri, "Il Pian della Mussa nello spazio" (21/12/2012) Link esterno Shan Newspaper. La stessa fotografia appare in: V. Cagnotto, "BALME. Aurelio Robotti e il progetto dell'avio-bomba" (31/7/2018), Link esterno Giornale La Voce. Una versione più completa è in F. Giusti, Aurelio Robotti..., opera citata [§ 2], p. 29, ma si veda soprattutto il complesso dei componenti documentati nella fotografia a p. 22.
Elaborazione originale da fonte esterna

Elaborazione originale da fonte esterna

Nome Lunghezza
cm
Diametro
max cm
Peso
kg
Nome e formula bruta
combustibile
Nome e formula bruta
comburente
Progetto Prove
al banco
Prove
di lancio
Produzione Referente TE.CO
AR 3 bis Anilina   C6H7N Acido nitrico   HNO3 Estate 1952 10/1952 10/1952 Prototipi Aeronautica Militare
1961 – "Ripresi immediatamente le prove al banco a Torino, modificando e migliorando il progetto sino ad ottenere prestazioni migliori (fig. 7) [qui riprodotta a lato] ed alternando le numerose prove dell'AR 3 bis con altre su di un piccolo razzo a propellenti solidi, battezzato AR 60 (dal calibro di 60 mm), che impiegava un propellente solido tedesco residuato di guerra (fig. 8). Ottenni con questo dei buoni risultati ma ormai il mio interesse era per i razzi a liquidi, ad autoalimentazione, sui quali intensificai le ricerche. Dopo uno strenuo lavoro di alcuni mesi, comunicai al Ministero Aeronautica i risultati ottenuti, invitando una commissione di tecnici a venire ad assistere agli esperimenti. Così, il 7 ottobre 1952 arrivarono a Torino il ten. col. prof. C. Cremona ed il ten. col. C. Cao, entrambi del Ministero Aeronautica, accompagnati da un operatore cinematografico, i quali assistettero a due prove al banco a Torino ed una prova di lancio al Pian della Mussa" – Robotti (1961), p. 53.

[Si noti che la stessa fotografia è riprodotta sia in Caprara (1992), fig. 10 a p. 17, che in Caprara (2012), tavola fuori testo.
La legenda, nel primo caso, riporta: "Il primo razzo italiano a propellenti liquidi AR-3 bis prima del lancio avvenuto a Pian della Mussa, nell'alta val di Lanzo, il 9 maggio 1952" – la fotografia è assegnata correttamente all'AR 3 bis, ma nella data citata ha volato l'AR 3.
La legenda, nel secondo caso, riporta: "Robotti costruiva e lanciava il 9 maggio 1952 da Pian della Mussa (alta Val di Lanzo) il primo razzo italiano a propellenti liquidi A.R.3 (a destra prima del lancio)" – in questo caso è errata l'identificazione del razzo fotografato]
Elaborazione originale da fonte esterna

Nome Lunghezza
cm
Diametro
max cm
Peso
kg
Nome e formula bruta
combustibile
Nome e formula bruta
comburente
Progetto Prove
al banco
Prove
di lancio
Produzione Referente TE.CO
AR 4 136 113 19,5 Anilina   C6H7N Acido nitrico   HNO3 1953 10/3/1954 13-20/5/1954 Piccola
serie
Ministero Difesa
Aeronautica Militare
1954 – "... valendomi di mezzi finanziari e tecnologici assolutamente modesti (anche se galvanizzati da una buona dose d'entusiasmo) e disponendo cioè di possibilità ben più limitate [<1147-1148>] di quelle di una qualsiasi qualificata industria nazionale, ho potuto in questi ultimi anni personalmente studiare, progettare, costruire, sperimentare e consegnare [in corsivo nell'articolo] ad una delle nostre Forze Armate alcuni missili sperimentali che sono stati provati favorevolmente ed il cui principio di funzionamento – nuovo – ha richiamato l'attenzione anche di tecnici stranieri" – A. C. Robotti, Rivista aeronautica, 30 (1954), n. 10, ottobre, pp. 1147-1148. L'articolo è illustrato da due figure. Legenda della prima, p. 1145: "Il missile supersonico A.R.4, primo razzo italiano a liquidi funzionante secondo un principio nuovo" [la fotografia è qui riprodotta al centro]. Legenda della seconda, p. 1147: "Lancio verticale del missile sperimentale A.R.4".

1954 – "NEW ITALIAN ROCKET / First Picture of new Italian liquid-propellant rocket developed by A. C. Robotti, a Turin engineer, shows the simple layout of the missile. Robotti says the rocket is powered by a liquid bi-propellant combination and that it is capable of supersonic speed. Further details are restricted, he says. Size and geometry hint at test vehicle use, rather than any tactical capability of the missile" – Aviation Week, 61 (1954), n. 24, December 13, p. 33 [la fotografia del missile sulla rampa è qui riprodotta in basso a destra] Link esterno Internet Archive.

1956 – "[Constructeur] Silurificio Whitehead-Motofides | [Année] vers 1954 | [Modèle] Robotti A.R.4 | [Emploi] Recherches, etc. | [Propulseur] fusée à liquides" – "Engins téléguidés / Quelques projectiles récents", Interavia, edizione francese, 11 (1956), n. 6, Juin, p. 418.

1957 – "[32>] The AR4 is a small liquid propellant rocket that is about 3 ft. long and which is used for test purposes. It was developed by Professor Robotti and is said to be capable of supersonic speed.
[82>] AR4 A small Italian liquid propellant rocket by Aurelio Robotti. It is probably a test vehicle judging from size and geometry of the rocket as shown in a photograph. It is said to be capable of supersonic speed. Size estimated at not over 3 ft.
References: 46 [=Aviation Week, December 14 [13!], 1954], 50 [DA REPERIRE =Interavia, May 1954], 1164 [=Interavia, June 1956]. / Photographs: 46. / See figure 74A [lo schizzo, molto approssimativo, è qui riprodotto in basso a sinistra]" – N. J. Bowman, The Handbook of Rockets and Guided Missiles (Chicago, Illinois : Perastadion Press, 1957), pp. 32, 82 e fig. 74A a p. 280 Link esterno HathiTrust (per University of California).

1957 – "Three antiaircraft missiles, the A.R.4, A.R.15, and C.S.1, have completed operational tests and are going into production. A fourth type of antiaircraft missile, the M.R.27, which has a speed of about 1,000 miles an hour and a range of about 30 miles, is being tested at the Italian missile range on Sardinia.-News item" – "Military notes around the world", Military Review, 37 (1957), n. 9, December, p. 69 Link esterno ISCARL Digital Library.

1958 – "A (Aurelio) Robotti AR.3 rocket was shown at the Salone della Tecnica in Turin recently, and an AR.4 rocket is known [<198-199>] to exist" – A. G. Haley, Rocketry and Space Exploration (Princeton, New Jersey : Van Nostrand, 1958), pp. 198-199 Link esterno Google libri e HathiTrust (per University of Michigan).

1961 – "Dato l'incoraggiante esito delle prove [dell'AR 3 bis], nell'estate del 1953 il Ministero dell'Aeronautica [in realtà confluito fin dal 1947 nel Ministero della Difesa Link esterno Wikipedia] mi dimostrava il suo interesse assegnandomi una commessa di 30 razzi sperimentali a propellenti liquidi, funzionanti ad autoalimentazione.
Seguiva un periodo di nuovi studi, modifiche, prove al banco, prove di lancio; mediante le quali mettevo a punto un nuovo progetto, battezzato AR 4. Dopo aver approntato un certo numero di esemplari informavo il Ministero Aeronautica ed il 10 marzo 1954 veniva a Torino una commissione tecnica formata dal col. D'Agostini, ten. col. Cremona, cap. Ospitali, ten. Presta e un operatore cinematografico, la quale assistette a due prove al banco (fig. 9) [qui riprodotta in alto], alle quali facevano seguito altre prove ufficiali al Poligono di Furbara (Roma) su di un banco appositamente costruito dall'Aeronautica, nonché le prove ufficiali di lancio, le quali iniziarono la notte del 13 maggio 1954 (fig. 10) [realizzata anteponendo un settore rotante all'obbiettivo della fotocamera per risalire alla velocità del missile], alla presenza del ten. gen. Alippi, magg. gen. Angeloni, col. Zucconi, col. Biccolini, col. Galbiati, col. Testerini, col. Benato, ing. Crocchi, ing. Bertagnolio, col. Cremona, cap. Ospitali ed altri ufficiali. Le prove si protrassero sette giorni e registrarono venti lanci riusciti su venti effettuati.
Il missile AR 4 fu quindi esposto nell'autunno del 1954 al Salone della Tecnica di Torino" – Robotti (1961), p. 53.

1963 – "TECO / TE. CO. S.r.l. / Head Office: via Assarotti 4, Turin / Director: Ing. A. Robotti
This company is developing for the Italian Direzione Generale Armi e Munizioni a very small single-stage surface-to-air missile designated AR.4, of which all officially-released details follow.
THE TECO AR.4 / This small single-stage experimental surface-to-air missile is intended to provide protection against low-flying enemy aircraft in combat areas. It is powered by a liquid-propellent (nitric acid and aniline) rocket motor, giving 90 kg (198 lb) s.t. for 10 seconds, and has a simple configuration with cruciform wings and no control surfaces. Four AR.4's can be packed into a small container for transport and storage.
Development of the AR.4 is officially stated to be making excellent progress.
DIMENSIONS.– / Length 1.36 m (4 ft 5¾ in.) | Body diameter 0.113 m (4.45 in.)
WEIGHTS.– / Warhead 3 kg (6.6 lb) | Propellents 13.18 kg (29.06 lb) | Firing weight 19.45 kg (42.88 lb)
PERFORMANCE.– / Ceiling approx. 1,500 m (4,900 ft)" – Jane's All the World's Aircraft 1963-64 (London : Sampson Low, Marston & Company, 1963), p. 382 Link esterno Internet Archive.
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Nome Lunghezza
cm
Diametro
max cm
Peso
kg
Nome e formula bruta
combustibile
Nome e formula bruta
comburente
Progetto Prove
al banco
Prove
di lancio
Produzione Referente TE.CO
AR 5 113 Prototipi In proprio?
1961 – "Rientrato a Torino [giugno 1954?] e incoraggiato dall'ottimo esito, mi misi subito al lavoro per costruire un nuovo prototipo caratterizzato dallo stesso calibro ma di lunghezza maggiore (AR 5) e con prestazioni migliori, sul quale sperimentai anche speciali alette destinate alla eventuale guida del missile" – Robotti (1961), p. 54.

Missili denominati AR 6 ÷ 14 non sono citati in Robotti (1961): cfr. p. 54. Dato che è stata riscontrata la realizzazione dell'AR 14, si può ipotizzare che anche i missili AR 6 ÷ 13 siano stati realizzati in Whitehead Moto Fides con la supervisione di Robotti?

Nome Lunghezza
cm
Diametro
max cm
Peso
kg
Nome e formula bruta
combustibile
Nome e formula bruta
comburente
Progetto Prove
al banco
Prove
di lancio
Produzione Referente TE.CO
AR 14 700 500 Cherosene
(miscela di idrocarburi)
Acido nitrico   HNO3 Prototipi Whitehead Moto Fides
(Livorno)
Link esterno Wikipedia
1959 – "Land und Hersteller [Paese e produttore] ITALIEN / Name und Bezeichnung des Fluggeräts [Nome e designazione dell'aeromobile] Robotti AR-14 / Triebwerksart [Tipo di motore] Flürak / Gewicht t [Peso t] 0,5 / Hochestflug Geschwindigkeit 10³ km/h [Velocità massima di volo 10³ km/h] – / Raichweite km [Portata km] 20 / Flughöhe km [Altitudine di volo km] 20 / Entwicklungsstand [Livello di sviluppo] III" – Luftfahrttechnik, 5 (VDI-Verlag, 1959), n. 6, 15. Juni, p. 211 Link esterno Google libri (per Cornell University).

1960 – "AR.14 / Length, ft: 23 | Weight, lb: ~1,100 | Altitude, miles: ~6 | Thrust, lb: 2,200 | Firing time, sec: 29 | Propellants: Nitric acid and kerosene
A liquid-propellant test vehicle designated AR.14 has been tested at the Sardinia rocket range. The long missile is undergoing development to improve its altitude capability. A beam rider, the Ar.14 was preceded by the 3-ft-long AR.3, also designed by Aurelio Robotti, and the later AR.4, developed by Whitehead-Moto Fides" – F. I. Ordway III, R. C. Wakeford, International missile and spacecraft guide (New York - Toronto - London : McGraw-Hill, 1960), p. Italy/1 Link esterno HathiTrust (per University of Michigan).

1974 – "Robotti AR-14 – Włochy (1956 - początek prac). Jednostopniowy kierowany pocisk przeciwlotniczy do zwalczania celów powiertrznych na średnich wysokościach kl. ziemia-powietrze. Kierowanie: zdalne za pomocą wiązki prowadzącei. Głowica: zwykła. Napęd: silnik rakietowy cmp (nafta + kwas azotowy): P = 1000 kG (czas pracy 30 s). Ciężar: ok. 500 kG. Wymiary: l = 7,0 m. Osiągi: L = 20 km. H = 20 km. Prace nad pociskiem rozpoczęto w 1956: skrót AR pochodzi od nazwiska konstruktora – Aurelio Robotti; pocisk powstal na bazie pocisku AR-3 i AR-4; równolegle opracowywano pocisk AR-15; w 1958 – wykonano próby lotne z pociskami AR-14 i AR-15" – T. Burakowski, A. Sala, Rakiety bojowe 1900-1970 (Warszawa : Ministerstwa Obrony Narodowej, 1974), p. 436, cat. 322 Link esterno VKontakte (pdf).
Traduzione dal polacco: "Italia (1956 - inizio lavori). Missile antiaereo guidato a stadio singolo per combattere bersagli aerei a medie altitudini, classe terra-aria. Comando: remoto tramite raggio guida. Testa: regolare. Propulsione: motore a razzo cmp [cmp?] (cherosene + acido nitrico): P = 1000 kG (tempo di funzionamento 30 s). Peso: circa 500 kg. Dimensioni: l = 7,0 m. Prestazioni: L = 20 km. H = 20 km. I lavori sul missile iniziarono nel 1956: la sigla AR deriva dal nome del progettista Aurelio Robotti; il missile è stato creato sulla base dei missili AR-3 e AR-4; parallelamente veniva sviluppato il missile AR-15; nel 1958 furono eseguiti test di volo con missili AR-14 e AR-15" Link esterno Google Traduttore (23/11/2023).

[La fotografia presente in Ordway & Wakeford (1960), p. 165 Link esterno HathiTrust, e in Burakowski & Sala (1974), p. 436, è stata condivisa con buona risoluzione in Link esterno Secret Projects: si riferisce in realtà all'AR 4]

Nome Lunghezza
cm
Diametro
max cm
Peso
kg
Nome e formula bruta
combustibile
Nome e formula bruta
comburente
Progetto Prove
al banco
Prove
di lancio
Produzione Referente TE.CO
AR 15 Anilina   C6H7N Acido nitrico   HNO3 1955-1958 19/5/1956
12/3, 4/5, 18/6/1957
20-22/11/1956
9/7, 2/11/1957
Piccola
serie
Whitehead Moto Fides
(Livorno)
1957 – "Three antiaircraft missiles, the A.R.4, A.R.15, and C.S.1, have completed operational tests and are going into production. A fourth type of antiaircraft missile, the M.R.27, which has a speed of about 1,000 miles an hour and a range of about 30 miles, is being tested at the Italian missile range on Sardinia.-News item" – "Military notes around the world", Military Review, 37 (1957), n. 9, December, p. 69 Link esterno ISCARL Digital Library.

1960 – "AR.15 / The AR.15, a product of Whitehead-Moto Fides is powered by a nitric acid-aniline liquid-propellant motor. A test vehicle, the missile was developed to provide design data for a surface-to-air missile. Its range is between 6 and 9 miles" – F. I. Ordway III, R. C. Wakeford, International missile and spacecraft guide (New York - Toronto - London : McGraw-Hill, 1960), p. Italy/2 Link esterno HathiTrust con due figure [qui riprodotte in basso; il disegno con la rampa di lancio è tratto, più precisamente, da una versione di risoluzione migliore, ma tagliata ai lati, in Burakowski & Sala (1974), p. 436; una versione leggermente diversa è condivisa in Link esterno Secret Projects.

1961 – "Assicuratomi l'interessamento del Ministero Aeronautica [Ministero della Difesa, v. sopra] alla progettazione e costruzione di nuovi missili di dimensioni maggiori, non potendo affrontare il nuovo lavoro con i modesti mezzi della Soc. TECO, la costruzione e la sperimentazione dei nuovi missili venivano appoggiate agli Stabilimenti Whitehead Moto Fides di Livorno, ai quali il Ministero Aeronautica nella primavera del '55 assegnava una commessa sperimentale di missili designati AR 15.
Come primo lavoro, progettavo e costruivo nello stabilimento un banco prova sul quale eseguire le prove a punto fisso e successivamente iniziavo la costruzione e la sperimentazione dei prototipi dell'AR 15. Dopo circa un semestre di prove al banco, l'11 maggio 1956 lanciavo a Furbara i due primi AR 15.
Dopo varie modifiche e nuove prove il 19 maggio 1956 vennero effettuate a Livorno prove ufficiali al banco di 4 AR 15, alla presenza di una Commissione formata dal ten. gen. Alippi dell'Aeronautica, gen. Re della Marina, col. Biccolini, col. Cao dell'Aeronautica, t. col. Valentini dell'Esercito.
Le prime prove ufficiali di lancio furono successivamente eseguite sul Poligono di Salto di Quirra (Sardegna) dal 20 al 22 novembre 1956 alla presenza di una Commissione dell'Aeronautica formata da numerosi ufficiali tra i quali il col. Carnevalini, il col. Favero, il magg. Ospitali. In quella occasione vennero lanciati 6 AR 15, tutti con esito positivo.
Rientrato a Livorno ripresi ad apportare modifiche e migliorie al progetto, effettuando nuove prove al banco, delle quali una fu eseguita con perfetto esito il 12 marzo 1957 alla presenza dell'ammiraglio americano Briscoe, comandante la flotta della NATO nel Mediterraneo, del comandante americano Anderson, del gen. Re e del gen. Picozzi. Una prova analoga venne ripetuta il 4 maggio 1957, alla presenza dell'ammiraglio Pecori-Giraldi, Capo di S. M. della Marina, ed il 18 giugno 1957, alla presenza del gen. ispettore della Marina, gen. Spina. Il 9 luglio 1957 furono riprese le prove di lancio al poligono di Salto di Quirra, alla presenza del gen. Savi e del gen. Zanchi dell'Aeronautica. Furono lanciati 5 missili AR 15 di cui due con esito negativo (presumibilmente per difetti costruttivi) e gli altri con buon esito. Di [<54-55>] questi ultimi, due erano dotati di paracadute che si aperse regolarmente alla quota di circa 10.000 metri, realizzando così questo tipo di esperimento per la prima volta in Italia (fig. 11) [tale fotografia è stata riprodotta per lo meno in Caprara (1992), p. 17].
Nell'autunno del 1957 il missile AR 15 fu esposto al Salone della Tecnica di Torino.
Nelle ultime prove i rilievi con i cineteodoliti dimostrarono però che l'AR 15 non raggiungeva la velocità a fine combustione imposta dalle clausole contrattuali. Per guadagnare tempo, proposi allora di accelerare il missile nella prima fase del volo, dotandolo di di due piccoli boosters laterali; la proposta fu accettata dal Ministero Aeronautica, anche perché in Italia mancava completamente l'esperienza dei razzi bistadi e i miei esperimenti avrebbero servito ad acquistare conoscenza in quel campo.
Con propellente solido fornitomi dall'Aeronautica realizzai due tipi di boosters di diverse dimensioni e spinta e studiai il problema del distacco del 2° stadio dal 1°. Dopodiché, il 23 settembre 1957 e, successivamente, il 3 ottobre 1957 furono eseguite felicemente, alla presenza del gen. Savi e del col. Favero dell'Aeronautica, prove di lancio al poligono di Furbara, con missili AR 15 inerti (cioè senza propellenti liquidi ma opportunamente zavorrati), lanciati con i boosters a propellenti solidi (fig. 12) [qui riprodotta in alto]. In base a tale esperienza, le prove di lancio furono trasferite in Sardegna dove il 2 novembre 1957 alla presenza del generale Savi, generale Cigerza ed altri ufficiali, furono lanciati 2 AR 15 con boosters, ma queste prove non ebbero buon esito per motivi tecnici che furono successivamente accertati. Perciò apportai al missile una serie di modifiche aventi per scopo di migliorarne le prestazioni senza ricorrere ai boosters e le costruzioni e relative prove al banco impegnarono l'intero anno 1958" – Robotti (1961), pp. 54-55.

1974 – "Robotti AR-15 – Włochy (1956 - początek prac). Jednostopniowy kierowany pocisk przeciwlotniczy do zwalczania celów powiertrznych na średnich wysokościach kl. ziemia-powietrze. Głowica: zwykła. Napęd: silnik rakietowy cmp (kwas azotowy + anilina). Osiągi: L = 9÷14 km" – T. Burakowski, A. Sala, Rakiety bojowe 1900-1970 (Warszawa : Ministerstwa Obrony Narodowej, 1974), p. 436, cat. 323 Link esterno VKontakte (pdf).
Traduzione dal polacco: "Italia (1956 - inizio lavori). Missile antiaereo guidato a stadio singolo per combattere bersagli aerei a medie altitudini, classe terra-aria. Testa: regolare. Propulsione: motore a razzo cmp [cmp?] (acido nitrico + anilina). Prestazione: L = 9÷14 km" Link esterno Google Traduttore (23/11/2023).

Il progetto pare concluso nel 1958, a quanto pare in Robotti (1961), e comunque ante 1960, dato che Ordway & Wakeford (1960) ne parlano come di un prototipo che "è stato sviluppato". Le dimensioni del missile non sono note.
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Schede A – I missili AR a propellenti liquidi


8. Didattica e ricerca universitaria

Robotti è stato in Italia un pioniere anche in campi qui per ora solo accennati, quali la propulsione elettrica Link esterno Wikipedia e lo sviluppo e le applicazioni dell'energia solare e di altre energie rinnovabili. Riferimenti: "Annuari" Link esterno Politecnico di Torino e Politecnico di Torino – "Robotti" in Politecnico di Torino Link esterno Google.

Le tappe principali della sua carriera accademica sono riportate più sopra [§ 1]. I programmi del corso universitario tenuto al Politecnico sono trascritti nelle schede seguenti.


TECNOLOGIE DEGLI ENDOREATTORI [1961-62]

L'energia termochimica. – Le fonti di energia termochimica o propellenti - Impulso specifico di una miscela - Il processo d'ossi-riduzione - Le energie di legame - La dissociazione termica.
Parametri che influiscono sull'impulso specifico. – La temperatura di combustione - Il peso molecolare medio dei gas combusti - Il rapporto dei calori specifici.
Calcolo della temperatura di combustione e determinazione della composizione dei gas combusti. – Il metodo termodinamico classico - I metodi di calcolo approssimato.
L'espansione dei gas combusti. – Caratteristiche termodinamiche dell'espansione - Determinazione della velocità di efflusso - Caratteristiche aerodinamiche degli ugelli.
I propellenti liquidi. – Qualità desiderabili - L'accensione - Le miscele ipergoliche - Il ritardo di accensione - Caratteristiche dei principali ossidanti e combustibili liquidi. [<390-391>]
I monopropellenti. – Caratteristiche e classificazione.
I propellenti solidi. – Caratteristiche e classificazione - Le polveri colloidali - Le polveri composite - La combustione dei propellenti solidi - La velocità di combustione - La sensibilità termica - Forme geometriche dei grani - L'inibizione - Dispositivi di innesco - La costruzione degli endoreattori a propellente solido - Problemi meccanici - Problemi termici.
Gli endoreattori a propellenti liquidi. – Problemi e sistemi della alimentazione - Alimentazione a pressurizzazione e alimentazione con turbopompe - L'iniezione dei propellenti - Problemi e sistemi di refrigerazione del combustore.
Prove al banco degli endoreattori. – Finalità e modalità delle prove al banco - Misure della spinta, delle pressioni, delle temperature, delle portate.
Esercitazioni pratiche. – Prove al banco di un microendoreattore a propellenti liquidi - Misure e registrazioni oscillografiche dei principali parametri di funzionamento.

Annuario del Politecnico di Torino per l'anno accademico 1961-1962 (Torino : V. Bona, 1962), pp. 390-391 Link esterno Politecnico di Torino e MuseoTorino (p. 390, pdf), MuseoTorino (p. 391, pdf).


TECNICA DEGLI ENDOREATTORI [1966-67]

1. Generalità introduttive sulla propulsione a razzo
       Classificazione degli endoreattori.

2. Endoreattori chimici
       Generazione della spinta. / Termochimica dei propellenti - Composizione dei gas combusti - Determinazione dell'entalpia - Determinazione della temperatura di combustione. / Espansione dei gas combusti - Espansione isentropica in un ugello - Gas combusti a k costante - Composizione congelata - Composizione in equilibrio - Confronto dei risultati ottenuti con i tre metodi. / Espressione della spinta. / Disegno dell'ugello - Adattamento dell'ugello - Configurazione del getto - Distacco del getto. / Parametri fondamentali.

       2.1. Endoreattori a propellenti liquidi. / Combustione - Dimensionamento del combustore - Instabilità di combustione. / Raffreddamento - Raffreddamento a ciclo rigenerativo - Raffreddamento a film liquido e ad evaporazione - Raffreddamento per irraggiamento. / Iniezione - Tipi di iniettore. / Accensione - Dispositivi per l'accensione. / Alimentazione - Alimentazione mediante pressurizzazione - Alimentazione mediante turbopompe. / Regolazione della spinta - Controllo della portata a monte dell'iniettore - Controllo della portata nell'iniettore - Controllo della portata mediante inizione di gas. / Orientamento della spinta. / Propellenti liquidi. / [<423-424>] Qualità desiderabili - Le miscele ipergoliche - Il ritardo di accensione - Caratteristiche dei principali ossidanti e combustibili liquidi.

       2.2. Endoreattori a propellenti solidi. / Combustione dei propellenti solidi - Velocità di combustione - Influenza della temperatura iniziale del propellente - Risultati sperimentali - Combustione erosiva - Instabilità di combustione - Rapporto K=Sc/Sg - Regime permanente - Coefficiente di sensibilità termica. / Configurazione dei blocchi di propellente - Coefficiente di riempimento - Inibizione - Grani a combustione frontale - Grani a combustione interna - Grani a combustione esterna. / Accensione dei propellenti solidi - Processo di accensione - Proporzionamento della carica incendiva - Composizione delle cariche incendive. / Interruzione della spinta. / Orientamento della spinta - Ugello orientabile - Iniezione nel divergente - Deflettori sul getto. / Caratteristiche costruttive degli endoreattori a solidi - Materiali impiegati - Ugelli - Materiali per ugelli - Materiali ablativi.

       2.3. Endoreattori a propellenti ibridi. / Funzionamento - Prestazioni.

3. Endoreattori nucleari
       Cenni sulle caratteristiche del reattore nucleare, e sulle caratteristiche del propellente - Risultati sino ad oggi ottenuti.

4. Endoreattori elettrici
       Cenni sulla propulsione elettrica - Caratteristiche degli endoreattori elettrotermodinamici - Arcogetti - Arcogetti termoionici - Resistogetti. / Caratteristiche degli endoreattori elettrostatici. / Caratteristiche degli endoreattori elettromagnetici.

Annuario del Politecnico di Torino per l'anno accademico 1966-1967 (Torino : Stamperia Artistica Nazionale, 1968), pp. 423-424 Link esterno Politecnico di Torino.


IN386    TECNICA DEGLI ENDOREATTORI [1981-82]

Corso di laurea in INGEGNERIA AERONAUTICA - V Anno    |    Istituto di MACCHINE E MOTORI PER AEROMOBILI    |    II PERIODO DIDATTICO

NOTIZIE GENERALI E NOZIONI PROPEDEUTICHE
Il corso si articola in due parti; all'incirca della stessa estensione: la prima parte espone i fondamenti della meccanica del volo nello spazio; la seconda parte illustra le modalità e le caratteristiche della propulsione spaziale.
Sono nozioni propedeutiche: Motori per aeromobili.

PROGRAMMA
1ª Parte: Meccanica del volo nello spazio.
Il sistema solare - Campi gravitazionali - Orbite geocentriche circolari - Orbite ellittiche - Leggi di Keplero -Traiettorie paraboliche e iperboliche - Evasione dal sistema solare - Sistemi di tre corpi - Sfera di attività di un astro - Traiettorie di Hohmann - Velocità totale per una missione lunare - Problemi e tecniche delle missioni interplanetarie - Perturbazioni di orbita - Fase vettrice dei veicoli spaziali, attraversamento dell'atmosfera - V di un razzo monostadio - Tecnica dei razzi polistadi - Prestazioni dei razzi vettori moderni - Tecnica del trasporto spaziale mediante vettori riutilizzabili - Progetto Shuttle - Principi della guida dei razzi vettori: guida radio e guida inerziale - Criteri di progetto dei satelliti artificiali - Generazione di energia elettrica a bordo dei veicoli spaziali - Problemi del rientro nell'atmosfera di veicoli spaziali.
2ª Parte: Propulsione spaziale.
Caratteristiche, schemi di funzionamento, classificazione degli endoreattori chimici, nucleari, elettrici - Endoreattori chimici a combinazione bipropellente liquida, monopropellente, solida - Espansione dei gas, nell'ugello velocità di efflusso dei gas, spinta; disegno dell'ugello, adattamento; impulso specifico, velocità caratteristica dei gas, coefficiente di spinta - Iniezione, combustione, raffreddamento negli endoreattori a liquidi - Sistemi di alimentazione mediante pressurizzazione e mediante turbopompe - Regolazione della spinta - Propellenti liquidi moderni, combinazioni ipergoliche - Endoreattori a propellenti solidi, omogenei, eterogenei - Leggi della combustione, velocità di combustione - Grani neutri, progressivi, reqressivi; a combustione frontale, interna, esterna - Accensione - Materiali per ugelli, per involucri: acciai, leghe di Titanio, filati di vetro, grafiti.

ESERCITAZIONI
1ª Parte: progetto e calcolo di traiettorie per messa in orbita di satelliti artificiali e per trasferte interplanetarie.
2ª Parte: Progetto e calcolo di endoreattori per la propulsione spaziale.

IMPEGNO DIDATTICO
58 Ore Lezioni e 48 Ore Esercitazioni. [<301-302>]

TESTI CONSIGLIATI
Robotti, Dispense di Tecnica degli endoreattori - Robotti, Fondamenti della locomozione nello spazio, Editore UTET, 1966 - Sutton, Rocket propulsion elements, Wiley, 4ª edizione - Barrere, Jaumotte, Rocket Propulsion, Elsevier, 1960.

Programmi degli insegnamenti ufficiali del triennio : Facoltà di Ingegneria : Anno Accademico 1981/82 (Torino: CEDING, 1981), pp. 301-302 Link esterno Politecnico di Torino (pdf).


IN386    TECNICA DEGLI ENDOREATTORI [1982-83]

V ANNO / 2° PERIODO DIDATTICO    |    DIPARTIMENTO di Ingegneria Aeronautica e Spaziale / ISTITUTO di Macchine e Motori per Aeromobili
Impegno didattico    |    Annuale (ore)   |   62 - Lezioni   |   60 - Esercitazioni    |    Settimanale (ore)   |   4 - Lezioni   |   4 - Esercitazioni

Finalità del Corso è quella di dare agli allievi la conoscenza delle modalità del volo nello spazio e delle tecnologie dei propulsori a tale scopo impiegati. Di conseguenza il corso è articolato in due parti, all'incirca della stessa estensione: la prima parte espone i fondamenti della meccanica del volo nello spazio; la seconda parte illustra le caratteristiche dei propulsori spaziali.
Il corso si svolge tradizionalmente, con lezioni ed esercitazioni.
Nozioni propedeutiche: Motori per Aeromobili.

PROGRAMMA
1ª Parte. Meccanica del volo nello spazio; campi gravitazionali; orbite circolari ed ellittiche; traiettorie paraboliche e iperboliche; evasione dal sistema solare; sfera di attività di un astro; traiettorie di Hohmann; velocità totale per una missione lunare; problemi e tecniche delle missioni interplanetarie; fase vettrice dei veicoli spaziali, attraversamento dell'atmosfera; ΔV di un razzo mono stadio; tecnica dei razzi poli stadi; tecnica dei trasporti spaziali mediante vettori riutilizzabili; progetto Shuttle; principi di guida dei razzi vettori: guida radio e guida inerziale; generazione di energia elettrica nei veicoli spaziali; rientro nell'atmosfera dei veicoli spaziali.
2ª Parte. Propulsione spaziale; caratteristiche, schemi di funzionamento, classificazione degli endoreattori; endoreattori chimici a combinazione bipropellente liquida, monopropellente, solida; espansione dei gas nell'ugello; velocità di efflusso dei gas, spinta; disegno dell'ugello, adattamento, impulso specifico; iniezione, combustione, raffreddamento negli endoreattori a liquidi. Sistemi di alimentazione mediante pressurizzazione e mediante turbopompe; reqolazione della spinta; propellenti liquidi moderni, combinazioni ipergoliche; endoreattori a propellenti solidi, omogenei, eterogenei; leggi della combustione, velocità di combustione; grani neutri, progressivi, regressivi; a combustione frontale, interna, esterna; accensione; materiale per ugelli e per involucri.

ESERCITAZIONI
1ª Parte. Progetto e calcolo di traiettorie per la messa in orbita di satelliti artificiali e per trasferte interplanetarie.
2ª Parte. Progetto e calcolo di endoreattori a propellenti liquidi e solidi.

TESTI CONSIGLIATI
Robotti - Tecnica degli Endoreattori - dispense del Corso.
Robotti - Fondamenti della locomozione nello spazio - Editore UTET, Torino.
G. Sutton - Rocket propulsion elements, 4ª Edizione - Ed. Wiley.

Guida ai piani di studio e programmi degli insegnamenti ufficiali del triennio 1982-83 (Torino: CELID, 1982), p. 57 Link esterno Politecnico di Torino (pdf).


Schede B – Evoluzione sommaria del programma didattico della disciplina


9. Alcuni dubbi

In un abbozzo come questo non mancano i dubbi, dovuti ovviamente alla mera ignoranza di chi scrive, ma è possibile che certe lacune rimarrano tali per assenza di fonti.

Ad esempio: perché una aviobomba Ansaldo, quando nel vicino stabilimento genovese della San Giorgio c'era una vasta esperienza di serbatoi in pressione, l'interesse per progetti avanzati, l'attitudine per produzioni in piccola serie? Forse perché non è potuto entrare in gioco l'amministratore delegato Gino Fanno, ben conosciuto da Rocca e dai vertici militari, ma epurato nel 1939 per le leggi razziali. La difesa, l'industria e la ricerca tecnologica italiana hanno dovuto rinunciare, in anni così critici, anche ad uno dei riferimenti internazionali in fluidodinamica.

Passando ad altro, colpisce l'incipit di un paragrafo di: C. Censori, "La sfida dello spazio", ne Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Tecnica (2013) Link esterno Treccani. Produzione di testate nucleari? È difficile capire come sia stato possibile tale errore.

"Lo sviluppo dell'attività missilistica
I primi esperimenti in questo settore, alla fine degli anni Quaranta, erano volti alla produzione di testate nucleari per missili terra-aria e terra-terra. Importante risultò, in tal senso, il lavoro svolto da Aurelio Robotti (1913-1994), tenente del Genio aeronautico, professore e fondatore della Te.Co., nell'ambito della quale condusse numerosi esperimenti con razzi a propellenti liquidi (acido nitrico e anilina), ideati e costruiti, fino all'avvio di un programma di lancio di una serie di missili AR, dalle iniziali del suo nome. A Robotti si deve il lancio del primo razzo italiano a propellenti liquidi (AR3), avvenuto con successo il 9 maggio del 1952 a Pian della Mussa, nell'alta Val di Lanzo; negli anni a seguire Robotti arrivò fino alla costruzione del razzo AR15".


10. Qualche risultato

Urania Ligustica è nata per riscoprire, approfondire e divulgare le connessioni tra la Liguria e il cielo. Le intersezioni tra la vicenda di Aurelio Robotti e la regione sono risultate, in realtà, minime: il collaudo di alcuni missili a La Spezia, la partecipazione a un convegno genovese e poco altro. L'aviobomba è risultata Ansaldo più di nome che di fatto [§§ 3, 5]. L'occasione però è servita per riunire molte informazioni, che non erano note a chi si è occupato precedentemente dell'ingegnere, inventore e docente torinese e presentare un primo elenco di tutte le sue opere edite [Catalogo].

Sono fornite alcune informazioni sul padre Italo, anch'egli ingegnere e così appassionato di motori da scrivere un manuale e firmare brevetti, e sul fratello Guido, ingegnere elettrotecnico. È inoltre chiarito un particolare che può sembrare trascurabile, ma senz'altro non lo è stato per Robotti: l'iniziale del suo secondo nome (indicata in tutti i suoi lavori scientifici, ma non negli atti ufficiali e in calce agli articoli divulgativi firmati dopo il collocamento a riposo) sta per Carlo [§ 1].

Rispetto alle brevi biografie già apparse – Giusti (2011), Caprara (2012) – è meglio delineata una figura di grande rigore, dagli interessi molteplici e più dinamica di quanto si poteva immaginare. Era già noto l'amore per la montagna, precisato con le notizie sulla gare di sci di fondo a cui ha partecipato da studente universitario. Colpisce ancor di più che fin dal 1932 – a 19 anni – potesse pilotare alianti e dal 1941 aerei da turismo. Era inoltre uno sportivo piuttosto eclettico e di un certo livello, a giudicare dal torneo di golf vinto nel 1964 [§ 1].

Tornando all'aviobomba, sono emerse affinità tra essa e il caccia intercettore con endoreattore a propellenti liquidi concepito da Werner von Braun nel 1939: due animazioni originali comparano la forma degli scafi e l'utilizzo degli spazi interni [§ 6]. Sarebbe interessante verificare se il progetto tedesco è illustrato nel Bollettino Informazioni, di cui non è stato finora reperito alcun esemplare, o in Razzi di guerra e di pace (1951) [Catalogo].

Il periodo della guerra di liberazione è stato così accennato dallo stesso Robotti nel 1961: [dopo l'8 settembre 1943] "iniziò per me un periodo di vita clandestina che doveva cessare soltanto il 4 giugno 1944 con l'arrivo degli Alleati a Roma". L'episodio contro Kappler e la Gestapo del dicembre 1943 dimostra che Robotti non si è limitato a proseguire a livello teorico le ricerche sui razzi, ma ha partecipato attivamente alla resistenza contro il nazifascismo. Ciò è confermato dalla qualifica di "patriota" ricevuta nel maggio 1947 [§ 1].

Caprara (2012), p. 101: "Tornato in servizio allo stato maggiore dell'aeronautica come ufficiale dell'ufficio informazioni doveva limitarsi a scrivere bollettini e quindi nel marzo 1949 dava le dimissioni". In realtà, Robotti ricorda con orgoglio, sempre nell'articolo del 1961: "Con l'arrivo degli alleati a Roma (giugno 1944) ripresi immediatamente servizio presso lo Stato Maggiore Aeronautica in qualità di ufficiale del Servizio Informazioni. Non potendo, in quel periodo per motivi ovvii, continuare la ricerca sperimentale nel campo della endoreazione, creai e curai per 4 anni, sotto la direzione del gen. F. Santini, capo del Servizio Informazioni, la redazione di un «Bollettino Informazioni», pubblicazione mensile a stampa, nella quale, sotto la firma a.c.r., riferii tutte le notizie retrospettive di carattere tecnico sulla missilistica tedesca, giapponese, russa, nella guerra da poco terminata (missili V1, V2, etc.) e sulla nascente missilistica delle nazioni vittoriose. La pubblicazione meritò un particolare elogio dell'allora capo di S. M. gen. Ajmone Cat". Da un lato, Robotti vuole riprendere le sperimentazioni missilistiche, presumo sulla base di idee sviluppate grazie alla redazione del Bollettino. Dall'altro, si dimette proprio quando il Servizio Informazioni si trasforma nel SIFAR [§ 1].

Robotti ha manifestato per tutta la vita un forte interesse per la divulgazione: il suo primo articolo è apparso nel 1939 su Sapere, l'ultimo è stato pubblicato postumo su La Stampa [Catalogo]. Una recensione coeva sottolinea che Le vie dello spazio (1962) riesce a rivolgersi, con tre linguaggi diversi, a tre categorie di lettori [Catalogo]. Questa opera e Missilistica e astronautica (1964) sono stati definiti "i migliori libri tecnici divulgativi con argomento la missilistica" degli anni Sessanta [§ 2]: un giudizio condivisibile. Si ribadisce anche l'importanza della trasmissione televisiva Uomini nello spazio (1958) che, a differenza di quanto finora ritenuto, si è sviluppata originalmente in sei puntate, mentre la replica nello stesso anno ha riguardato solo le prime quattro [§ 1].

Per concludere, l'attività scientifica di Robotti può essere schematizzata in periodi in cui predominano interessi specifici:

La tabella che segue fornisce alcune informazioni sulle attività di laboratorio propedeutiche alla realizzazione di missili a propellenti liquidi e su quelli effettivamente costruiti e, se del caso, ancora in produzione in Italia, allo scopo di facilitare i confronti con i missili Robotti; sono esclusi i progetti rimasti sulla carta e quanto non fabbricato in Italia (es. IRBM Jupiter).


Nome Produttore Lunghezza
cm
Diametro
max cm
Peso
kg
Nome e formula bruta
combustibile
Nome e formula bruta
comburente
Prove
al banco
Prove
di lancio
Produzione
industriale
Referente
[Camera di
combustione]
UNIVERSITÀ DI ROMA
G. A. & L. Crocco, G. Garofali, F. Giordani, Corrado Landi (1902-1929)
Benzina
(miscela di idrocarburi)
Perossido di azoto
N2O4
1930 No No Forze Armate
[Idem] UNIVERSITÀ DI ROMA
G. A. & L. Crocco, R. M. Corelli, G. Garofali, F. Giordani
Benzina
(miscela di idrocarburi)
Tetranitrometano
CN4O8
1932 No No R. Aeronautica
Riferimenti – "I nostri morti" [ricordo di Corrado Landi], L'Aerotecnica, 9 (1929), n. 12, pp. 1058-1059 Link esterno Google libri (per Biblioteca Nazionale Centrale di Roma). C. Casci, a cura di, Recent Advances in the Aerospace Sciences: In Honor of Luigi Crocco on His Seventy-fifth Birthday (New York-London : Plenum Press, 1985), p. XVIII Link esterno Google libri (per Springer). Caprara (1992), pp. 14-15, fig. 4. Caprara (2012), pp. 65-67, fig. 1.
[Camera di
combustione]
Giorgio Cicogna (1899-1932) Benzina
(miscela di idrocarburi)
Ossigeno liquido
O2
1931-1932 No No [Iniziativa privata]
Riferimenti – M. Vigilante, "Giorgio Cicogna", in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 25 (Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1981), ad vocem Link esterno Treccani. Caprara (2012), pp. 74-77, tav. f.t. P. Alberti, C. Righi, Giorgio Cicogna Link esterno Liber Liber.
MTG-CI-56 CONTRAVES ITALIANA S.p.A. Cherosene
(miscela di idrocarburi)
Acido nitrico
HNO3
1956 1956
e oltre?
Aeronautica Militare
Riferimenti – [Versione per addestramento di un missile RSC realizzato dalla casa madre svizzera], Collier's Encyclopedia Yearbook Covering the Year... (New York : P.F. Collier & Son, 1961), p. 527 Link esterno Google libri. "Contraves Italiana S.p.A.", Interavia, 18 (1963), pp. 309-310 Link esterno Google libri (per University of Michigan). [Propellenti utilizzati], Österreichische Militärische Zeitschrift, 3 (1965), n. [???], p. 17 Link esterno Google libri (per University of Michigan). Caprara (2012), p. 116. Oerlikon/Contraves RSC-51 (MX-1868) Link esterno Designation-Systems.Net.
MTG-CI-57 CONTRAVES ITALIANA S.p.A. 610 40 400 Cherosene
(miscela di idrocarburi)
Acido nitrico
HNO3
1957-1959 Aeronautica Militare
Riferimenti – R. Moccetti, "Razzi teleguidati antiaerei e anticarro", Rivista militare della Svizzera italiana, 30 (1958), n. 3, maggio-giugno, pp. 107-128 Link esterno E-Periodica (pdf per Eidgenössische Technische Hochschule Zürich). A. Vandyk, "Swiss Firm Turns Out Most Missiles in Italy: Contraves AG developing into big supplier with its RSD-58 and RSC-57 missiles", Missiles and Rockets, 5 (1959), June 1, pp. 22-23 Link esterno Internet Archive (per Houston Public Library). [Versione per addestramento del missile RSC-57 realizzato dalla Contraves AG, la casa madre svizzera], Flight, 76 (1959), p. 527 Link esterno Google libri (per New York Public Library). "The Contraves-Oerlikon RSC-57 and RSD-58" [scheda completa], Jane's All the World's Aircraft 1963-64 (London : Sampson Low, Marston & Company, 1963), p. 430 Link esterno Internet Archive [accessibile previa registrazione].
MTG-CI-58 CONTRAVES ITALIANA S.p.A. 610 40 467 Cherosene
(miscela di idrocarburi)
Acido nitrico
HNO3
1958-1959
e oltre?
Aeronautica Militare
Riferimenti – A. Vandyk, "Swiss Firm Turns Out Most Missiles in Italy: Contraves AG developing into big supplier with its RSD-58 and RSC-57 missiles", Missiles and Rockets, 5 (1959), June 1, pp. 22-23 Link esterno Internet Archive (per Houston Public Library). [Versione per addestramento del missile RSD-58 realizzato dalla Contraves AG, la casa madre svizzera], Flight, 76 (1959), p. 527 Link esterno Google libri (per New York Public Library). "The Contraves-Oerlikon RSC-57 and RSD-58" [scheda completa], Jane's All the World's Aircraft 1963-64 (London : Sampson Low, Marston & Company, 1963), p. 430 Link esterno Internet Archive [accessibile previa registrazione]. RSD 58 Link esterno Wikipedia EN.
Quirra I UNIVERSITÀ DI ROMA
L. Broglio, C. Buongiorno
CONTRAVES ITALIANA S.p.A.
Cherosene
(miscela di idrocarburi)
Acido nitrico
HNO3
Lancio fallito Prototipo Aeronautica Militare
Riferimenti – [Primo stadio di un razzo a due stadi], Caprara (2012), pp. 127-128.
Quirra II CONTRAVES ITALIANA S.p.A. Cherosene
(miscela di idrocarburi)
Acido nitrico
HNO3
1963 Prototipo Aeronautica Militare
Riferimenti – Caprara (1992), pp. 17-18. [Primo stadio di un razzo a due stadi], Caprara (2012), pp. 127-128.
??? ???
Riferimenti – ???

Tabella I – Endoreattori italiani a propellenti liquidi


Desiderata

Nonostante le ricerche finora effettuate, è sicuramente lacunoso l'elenco degli articoli di ricerca [Catalogo, sezione B] e non sono stati reperiti i documenti che seguono:

Informazioni significative possono essere rintracciate in archivi privati o pubblici, tra cui quello RAI, prima conservato a Torino quindi nella sede centrale di Roma.

I carteggi epistolari sono stati presumibilmente distrutti da Robotti, ma è probabile che sue missive sopravvivano negli archivi dei destinatari: non è stata finora intrapresa alcuna ricerca in questa direzione.


Ringraziamenti

Questo lavoro non sarebbe nemmeno iniziato senza la disponibilità gratuita di fonti in rete. Rimane indispensabile il contributo (anche per pubblicazioni italiane) delle biblioteche statunitensi – Cornell University, Houston Public Library, New York Public Library, Ohio State University, Pennsylvania State University, Smithsonian Libraries, University of California, University of California Southern Regional Library Facility, University of Chicago, University of Colorado Boulder, University of Florida, University of Illinois at Urbana-Champaign, University of Michigan, University of Minnesota, University of Virginia – tramite condivisioni in Link esterno Google libri, Internet Archive e HathiTrust. In Italia primeggia la Link esterno Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, ma è risultata preziosa anche Link esterno Byterfly. Particolarmente utile per gli studi su Robotti è l'Archivio storico del quotidiano Link esterno La Stampa.

Fa storia a sé la Fondazione Treccani Cultura, che condivide numerose fonti, tra cui l'indispensabile vocabolario e un breve trattato sui missili Link esterno Treccani. Una risorsa sempre più affidabile è il Link esterno Traduttore Google, senza il quale, ad esempio, sarebbe stato molto difficile trascrivere correttamente e interpretare una fonte in polacco. Il forum Link esterno Secret Projects ha stimolato l'avvio di questa ricerca.

Importante, come sempre, è stato il supporto della Link esterno Biblioteca di Stato della Repubblica di San Marino. A questo studio specifico hanno collaborato con la riproduzione di testi e prestiti interbibliotecari Link esterno Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea in Ravenna e Provincia, Biblioteca Civica di Cuneo, Biblioteca Comunale di Bibbiena.

La dott.ssa Franca Giusti ha anticipato una bozza (che ho mantenuto riservata e di cui non ho fatto qui uso) della seconda edizione del suo Aurelio Robotti : Omaggio ad un torinese, fornito un articolo pertinente alla prima edizione – P. Cabodi, "Aurelio Robotti, un torinese geniale", Il Risveglio (28/7/2011) – e segnalato la vignetta apparsa ne La Settimana Enigmistica.

Varie correzioni e integrazioni sono state rese possibili grazie alla collaborazione degli amici Davide Crespi, Stefano Innocenti, Luca Maccarini, Francesco Manca e Piero Sicoli. Non meno prezioso è stato il supporto morale di altri amici, tra cui Ermes Colombini e Flavio Fontanelli.




CATALOGO DELLE OPERE EDITE


(A) 13 + (B) 85 + (C) 34 = 132 riferimenti

Indicatori di completezza


L'elenco delle monografie – sezione A – potrebbe essere completo. Le vie dello spazio (1962) e Missilistica e astronautica (1964) sono le uniche opere di Robotti citate in: L. Straulino, Bibliografia aeronautica italiana dal 1937 al 1981 (Roma : Stato Maggiore Aeronautica, Ufficio Storico, 1982). Le informazioni sono però carenti in merito alle dispense universitarie, di cui non è stato reperito alcun esemplare.

Sicuramente incompleti sono i due elenchi successivi.

Il Nostro ha partecipato a numerosi convegni e collaborato con varie riviste nazionali e internazionali – sezione B –, tra cui L'energia termica, le cui annate 1933-1942 sono condivise in Link esterno Emeroteca BNC Roma. In questa base dati sono ancora assenti molte riviste (per cui si deve ricorrere alle digitalizzazioni condivise su Google libri da università statunitensi) ed è molto parziale la raccolta di Sapere Link esterno Emeroteca BNC Roma; l'indice di tale rivista è in Link esterno Sapere ritrovato. È possibile, inoltre, che suoi articoli siano apparsi in Oltre il cielo, per cui non pare sia disponibile un indice per autori. Rimangono da compulsare varie altre riviste, tra cui Civiltà delle macchine, di cui sono disponibili i nn. 1/1953÷2/1958 in Link esterno Internet Culturale e le intere annate dal 1953 al 1962 in Link esterno Fondazione Ansaldo.

Per quanto riguarda gli articoli su giornali e riviste a larga diffusione – sezione C –, la collaborazione più frequente dovrebbe riguardare il principale quotidiano torinese, per cui è fondamentale Link esterno La Stampa - archivio storico. La ricerca [DA COMPLETARE CON IL PERIODO 1/1/1958÷14/8/1985] è realizzata con interrogazioni del database: ciò ha esito positivo se tutti i numeri editi sono presenti al completo, se alle immagini delle pagine è sotteso il testo e se questo è stato riveduto e corretto dopo l'acquisizione tramite OCR. In altre parole, una ricerca per parola chiave può non produrre tutti i risultati in teoria possibili. Si ricorda che il titolo dell'articolo è sempre scelto dalla redazione: l'argomento è stato chiarito, ove necessario, tra parentesi quadre. Non risulta chiaro se sia possibile riportare permalink specifici: una richiesta in questo senso è stata rivolta a La Stampa (30/9/2023) e alla Regione Piemonte (20/11/2023).

Il pulsante colorato a sinistra fa accedere all'opera, se condivisa in rete; qualora tale collegamento non risultasse operativo, una copia del file è disponibile in un mirror Mirror.

Correzioni e integrazioni del catalogo possono essere comunicate al curatore tramite l'indirizzo e-mail specificato nella homepage di *UL.




A. Monografie


Immagine assente

1951 – Razzi di guerra e di pace

Immagine assente

1961 – Endoreattori

Elaborazione originale da fonte esterna

1962 – Le vie dello spazio

Immagine originale

1964 – Missilistica e astronautica

Immagine assente

1965 – Generazione di energia elettrica..

Elaborazione originale da fonte esterna

1965 – Generazione di energia elettrica...

Elaborazione originale da fonte esterna

1966 – Fondamenti della locomozione...

Elaborazione originale da fonte esterna

1975 – Introduzione all'impiego...

Elaborazione originale da fonte esterna

1976 – Impieghi dell'energia solare...

Elaborazione originale da fonte esterna

1982 – L'energia solare e l'idrogeno

Elaborazione originale da fonte esterna

1984 – Conversione diretta dell'energia...

Spazio vuoto

Cat. Anno Riferimenti
A1 Indicatore di completezza 1951 A. C. Robotti, Razzi di guerra e di pace (s.l. : Stato Maggiore dell'Aeronautica, SIOS, 1951), 51 pp. + 4 tavole fuori testo.
A2 Indicatore di completezza 1961 A. C. Robotti, Endoreattori, vol. 1 (Torino: Libreria editrice universitaria Levrotto & Bella, 1961), VIII + 240 pp.
A3 Indicatore di completezza   Mirror 1962 A. C. Robotti, Le vie dello spazio (Torino : ERI Edizioni RAI Radiotelevisione Italiana, 1962), 110 pp.
Il file mirror è stato realizzato unendo in un singolo pdf tutte le immagini jpg digitalizzate (purtroppo senza sottendere il testo) nell'ambito del progetto Link esterno Le vie dello spazio [§§ 1, 2, 7]. L'indice del volume è alle pp. 109-110, mancanti nel pdf.

"Aurelio C. Robotti / LE VIE DELLO SPAZIO [...]
Il libro, che ha tratto vita da una serie di trasmissioni televisive, si rivolge con tre linguaggi diversi, a tre categorie di lettori: con le numerosissime illustrazioni e tavole a colori, ampiamente commentate, a tutte le categorie di lettori, i quali, anche soltanto esaminando la sequenza delle immagini e leggendo le relative didascalie, possono acquisire con facilità le nozioni fondamentali della scienza spaziale; agli studenti, con il testo, mantenuto sul piano della divulgazione, ma nei limiti dimensionali dell'opera, completo e rigorosamente scientifico; agli universitari, ai tecnici, con il testo e le note in calce di pagina, in carattere più piccolo, che rappresentano informazioni e spiegazioni più approfondite, e di maggior approssimazione.
Volume in formato di cm. 21 x 26,5 - 59 illustrazioni a colori nel testo - 18 tavole a colori a piena pagina - copertina cartonata e plastificata.
PARTE PRIMA / Propulsione spaziale / Evoluzione dei motori per la locomozione. Fondamenti della propulsione spaziale. Endoreattori chimici. [...] Endoreattori nucleari. [...] Endoreattori termici. La propulsione elettrica. PARTE SECONDA / Locomozione spaziale / Satelliti artificiali. [...] Fondamenti della navigazione interplanetaria. [...] Il rientro nell'atmosfera. [...] La discesa su altri pianeti" – inserzione pubblicitaria in Elettronica, 11 (Torino : ERI, 1962), pp. varie Link esterno Google libri (per New York Public Library).

"ROBOTTI AURELIO C. Le vie dello spazio. Torino, E.R.I., 1962, 8°, pp. 110, con tavv. e 54 figg. nel testo.
Il presente volume è nato a seguito dell'interesse suscitato da un ciclo di conferenze su argomenti spaziali, tenuto dall'A., tre anni or sono, alla Televisione Italiana. Si tratta di un libro dichiaratamente a carattere divulgativo, dedicato a «tutti i giovani che credono nell'astronautica e nel suo avvenire». La materia risulta divisa in due parti: la prima riguarda la propulsione spaziale (endoreattori chimici, nucleari, termici; propulsione elettrica), mentre la seconda concerne la locomozione spaziale (satelliti artificiali, fondamenti della navigazione interplanetaria, il rientro nell'atmosfera, la discesa su altri pianeti). Per poter soddisfare la curiosità di tutti i lettori, dai meno ai più provveduti, l'A. ha fatto ricorso ad una particolare tecnica tipografica: ai giovani privi – o quasi – di una preparazione scientifica, è riservata la parte illustrativa con le relative, ampie, didascalie; a quelli forniti di una media preparazione [<1538-1539>] – agli studenti, cioè, delle scuole secondarie superiori – è riservato il testo vero e proprio, che, pur conservando il carattere divulgativo, non rinuncia al rigore scientifico; ai lettori più preparati, infine, sono invece dedicate le note, poste in calce ad ogni pagina, nelle quali i vari argomenti sono maggiormente approfonditi" – recensione in Libri e riviste d'Italia, 14 (1962), pp. 1538-1539 Link esterno Google libri (per Ohio State University).

"Aurelio C. Robotti. – LE VIE DELLO SPAZIO. ERI, Edizioni RAI, Torino, 1962.
Aurelio C. Robotti, invitato dalla Televisione Italiana, tenne circa tre anni fa un ciclo di conferenze sulla propulsione e la locomozione spaziali, che fu utilissimo.
Il pubblico chiese che queste conferenze venissero raccolte in un libro, perché avevano il grande pregio di essere alla portata di tutti, o quasi tutti, per la grande chiarezza dell'esposizione.
L'Autore ha raccolto l'invito e la «ERI» (Edizioni RAI - Radiotelevisione Italiana) ha pubblicato, recentemente, questo attesissimo libro, «Le vie dello spazio», indispensabile per coloro che vogliono capire, nella sostanza, l'avventura astronautica, tipica manifestazione di questa nostra era che, se riuscirà a superare i profondi contrasti sociali, offrirà alle generazioni future un lungo periodo di pace, e di benessere generale.
«Le vie dello spazio», opera scritta con preciso intento divulgativo, pienamente realizzato, analizza tutta la complessa materia degli endoreattori chimici, nucleari, termici, della propulsione elettrica, spiega i principi della navigazione interplanetaria, della costruzione dei satelliti artificiali, del loro lancio e messa in orbita, la difficile tecnica del rientro nell'atmosfera, le tendenze future della «industria spaziale», nata negli Stati Uniti d'America e in Russia.
Tanti progetti, che ancora pochi anni fa venivano presentati da Oberth e Gartmann nei loro libri che sembravano la mera espressione di avventure del pensiero, oggi sono già realizzati, oppure sono in fase di preparazione, mentre altri aspettano il loro turno che, forse, non è lontano, come il «razzo a ioni», per esempio, nel quale l'astronautica ripone tante speranze.
L'opera di Aurelio C. Robotti è ricca di illustrazioni a colori e in bianco e nero.
Non c'è argomento che non abbia il suo ampio corredo di tavole e non c'è formula che non sia minuziosamente scomposta e spiegata.
Un libro magnifico, questo, che è una testimonianza delle conquiste della tecnica più ardita del nostro tempo e che può essere di notevole utilità anche per gli esperti della materia, per rapide consultazioni di argomenti.
Un libro completo, che ci consentirà di seguire ogni lancio spaziale con la cognizione esatta di ciò che accade nello spazio, delle difficoltà che ci sono, delle probabilità del successo" – recensione di M. Tagliabue in L'universo, 43 (1962), p. 634 Link esterno Google libri (per University of California Southern Regional Library Facility).

"Aurelio C. Robotti: LE VIE DELLO SPAZIO - ERI - Torino.
Il volume, a carattere dichiaratamente divulgativo, è stato suggerito all'autore ed agli editori dal consenso ottenuto con una serie di conferenze televisive su argomenti spaziali; esso è dedicato a tutti «i giovani» che credono nell'astronautica e nel suo avvenire. La veste tipografica, realizzata esclusivamente in funzione di una larghissima diffusione e di una facile comprensione, coadiuva anche la suddivisione dei lettori, preventivata dall'autore in tre categorie: i meno provveduti nel campo, anche soltanto esaminando la sequenza delle immagini e leggendo le relative didascalie, possono acquisire con facilità le nozioni fondamentali della scienza spaziale; gli studenti hanno a disposizione un testo completo e rigorosamente scientifico (seppure mantenuto sul piano della divulgazione); per gli universitari e i tecnici le note aggiunte in calce ad ogni pagina, usando un carattere minore, rappresentano informazioni e spiegazioni più approfondite e di maggiore approssimazione. La materia è divisa in due parti, la prima dedicata alla propulsione spaziale, la seconda alla locomozione spaziale. In conclusione, un ausilio piacevole – il libro è illustrato con ricchezza di schemi e disegni – per chi vuole aggiornarsi sui viaggi del futuro" – recensione in Civiltà delle macchine, 10 (1962), n. 4, luglio-agosto, p. 73 Link esterno Google libri (per University of Illinois at Urbana-Champaign) e Fondazione Ansaldo.

"Aurelio C. Robotti - Le vie dello spazio.
Ed. ERI, Radiotelevisione italiana, Torino, di pagg. 110, rilegato, con numerose illustrazioni e copertina a colori, 1962, L. 1.800.
«Dedico questo lavoro a tutti i giovani che credono nell'astronautica e nel suo avvenire»: così il Prof. Aurelio C. Robotti, autore dell'opera in esame, nella prefazione. I dieci capitoli costituenti il volume sono organicamente raggruppati in due parti: propulsione, e locomozione spaziale.
Nella prima partePropulsione spaziale – l'A. esordisce (cap. I) con le nozioni della evoluzione dei motori per la locomozione, e fissando, quindi, nell'ultimo ventennio – о росо ріù – la nascita e lo sviluppo dell'endoreattore, che, a sua volta, «ha fatto nascere la locomozione spaziale, e questa ha aperto l'era astronautica, della quale senza incertezze possiamo registrare la data di nascita: 4 ottobre 1957, giorno della messa in orbita del primo satellite artificiale». (pag. 10).
Segue l'esposizione dei fondamenti della propulsione spaziale (cap. II) che consiste, in sostanza, nella creazione di «un dispositivo capace di mutare in grandezza e direzione la velocità del veicolo spaziale». (pag. 13).
Dopo un'adeguata trattazione degli endoreattori chimici (cap. III), degli endoreattori nucleari a nocciolo solido e gassoso (cap. IV) e degli endoreattori termici (cap. V), nel VI ed ultimo capitolo della prima parte l'A. dà diffuse nozioni della propulsione elettrica, concludendo con l'indicazione dei criteri di scelta del motore «ottimo», ed avvertendo che «nei casi in cui la durata del viaggio è la considerazione determinante, è opportuno ricercare forti spinte, sia pure a costo di impulsi specifici bassi». (pag. 50). [<629-630>]
La seconda parteLocomozione spaziale – è suddivisa in quattro capitoli: VII, satelliti artificiali; VIII, fondamenti della navigazione interplanetaria; IX, il rientro nell'atmosfera, e, X, la discesa su altri pianeti.
I limiti stessi di queste note non consentono di soffermarsi in una anche rapida disamina degli argomenti trattati; ad ogni modo, la semplice loro enunciazione è già di per sé stessa sufficiente a segnalarne l'alto interesse pei giovani: di anni, o di entusiasmi.
Particolarmente importante appare la divulgazione della nozione della terza dimensione del Sistema solare (cap. VIII) costituita dalla diversa inclinazione delle orbite dei pianeti rispetto a quella della Terra, con la conseguente necessità, per i progettisti di volo, di accettare dei complicati compromessi tra velocità di lancio e di avvicinamento. (pag. 81).
L'A. tratta, poi, del collegamento radio con la Terra, e delle correzioni di rotta durante il volo.
Quanto all'affascinante e, anzi, tormentoso problema del rientro nell'atmosfera (cap. IX), l'A. ne tratta diffusamente, ed espone gli attuali indirizzi scientifici essenziali, descrivendo, poi, il progetto americano del «Dyna-soar»: un aliante, che, partendo da terra è portato fuori della atmosfera «da un normale veicolo spaziale dal quale si sgancia dopo aver raggiunto la quota desiderata». (pag. 99).
Una soluzione più radicale, è, poi, costituita dai veicoli a superficie variabile, non scevri, peraltro, di inconvenienti, specialmente nella fase di ritorno.
Al non meno appassionato ed inquietante problema della discesa su altri pianeti (essenzialmente, oltre, beninteso la Luna, Venere e Marte, senza fantastiche quanto utopistiche estensioni) è dedicato il capitolo X ed ultimo dell'opera. A questo proposito, «possiamo dire con fiducia che le atmosfere di Marte e di Venere, a somiglianza di quella della Terra, saranno estremamente utili agli esploratori dello spazio, in quanto consentiranno di effettuare la discesa su quei pianeti sfruttando la forza di resistenza aerodinamica e di portanza e perciò senza consumare importanti quantità di propellente; la cui scorta potrà perciò essere destinata al viaggio di ritorno sulla Terra». (pag. 105 ed ultima del testo).
L'opera esaminata è corredata da numerosi diagrammi e tabelle illustrative, da 54 tavole a colori e 18 fuori testo, anche a colori, molto curate e di notevole ausilio per il lettore. In numerose, opportune note, l'A. sviluppa, poi, nozioni tecniche di particolare importanza per il lettore «versato» nella materia, senza alcun «appesantimento» della narrativa del testo; in tal modo, nel suo insieme, – testo e note – l'esposizione costituisce uno sviluppo adeguato e completo degli argomenti trattati, con vantaggio anche per gli «esperti».
L'edizione elegante ed accurata è senza dubbio, infine, degna veste di quest'opera, utile ed efficace pei «giovani», di qualunque età, che s'interessino ai problemi dell'astronautica dell'oggi, e, maggiormente, dell'immediato domani, senza uscire dai limiti della realtà, e, soprattutto, della realizzabilità" – recensione in Rivista aeronautica, 39 (1963), pp. 629-630 Link esterno Google libri (per University of Michigan).
A4 Indicatore di completezza 1964 A. C. Robotti, Missilistica e astronautica (Torino : UTET, 1964), VIII + 373 pp.
È il primo volume di Itinerari d'oggi, una collana di sette titoli: 2 - R. Luraghi, Ascesa e tramonto del colonialismo; 3 - G. De Florentiis, Le intelligenze artificiali : cibernetica e automazione; 4 - M. Guerra, La Terra vive : l'evoluzione della vita fino all'avvento dell'uomo; 5 - G. De Florentiis, I colossi di ferro e cemento : le grandi opere dell'ingegneria moderna; 6 - I. Weiss, Il potere di carta : il giornalismo ieri e oggi; 7 - C. Canepari, Invito allo spettacolo.

"Aurelio Robotti - "Missilistica e Astronautica". [...]
La vasta e complessa materia, che l'Autore affronta per gradi onde consentire una agevole assimilazione da parte del lettore, è suddivisa in tre parti, di cui una introduttiva.
Nella prima vengono illustrati per sommi capi la natura e gli aspetti fondamentali dell'astronautica e della missilistica, allo scopo di chiarire al profano i termini essenziali dell'argomento.
La seconda parte, invece, di carattere prettamente tecnico, affronta il settore più difficile ed impegnativo, e cioè le tecniche della locomozione nello spazio.
Il primo capitolo di questa seconda parte riguarda i metodi di propulsione, i principi concettuali che presiedono al funzionamento dei razzi, i caratteri fondamentali dell'endoreattore, i propellenti liquidi – di cui sono illustrate le caratteristiche tipiche ed essenziali ed i criteri di valutazione energetica –, i metodi di alimentazione e di accensione dei motori da essi alimentati; i problemi del raffreddamento e della regolazione della spinta degli stessi, vengono illustrati con precisione e semplicità unitamente ai propellenti solidi, ai loro caratteri, ai problemi della combustione e della geometria del grano, ai dispositivi di innesco ed ai vari problemi di realizzazione. Infine, vengono trattati i principi del razzo a molti stadi ed i varii tipi di endoreattori nucleari ed elettrici.
Si passa quindi alla guida dei missili, di cui sono esaminati dapprima gli aspetti meccanici, con i varii sistemi di orientamento del getto, di guida aerodinamica ed a mezzo di razzi ausiliari; successivamente, vengono illustrati gli aspetti cibernetici del problema, con le applicazioni alla guida dei veicoli spaziali, missili militari a breve e lunga gittata, i fondamenti della navigazione inerziale, ecc..
Infine, l'ultimo capitolo della seconda parte tratta delle modalità e delle leggi della locomozione spaziale; si tratta del capitolo più strettamente matematico dell'opera ma anche qui l'Autore è riuscito a rendere il testo facilmente comprensibile anche al profano.
La terza ed ultima parte del libro, che tratta della attività astronautica, è eminentemente descrittiva ed illustra i varii tipi di veicoli spaziali, destinati sia ad applicazioni pratiche che alla ricerca scientifica, esaminandone prima i caratteri generali e poi passandone in rassegna i tipi fin'ora realizzati ed impiegati.
Vengono poi affrontati i varii aspetti e problemi biologici, fisiologici e psicologici dell'astronautica, e sono illustrate le tappe fondamentali della futura esplorazione del Sistema Solare.
«Missilistica ed Astronautica» è quindi un'opera completa, in cui vengono passati in rassegna, nei limiti di una trattazione divulgativa, tutti i punti essenziali di queste due grandi branche della scienza e della tecnica contemporanee" – recensione in Rivista aeronautica, 40 (1964), secondo semestre, n. [???], pp. 1245-1246 Link esterno Google libri.

"Aurelio Robotti / MISSILISTICA E ASTRONAUTICA / UTET, Torino
Pensata e realizzata con l'intento di orientare informare e stimolare ai problemi più vivi del mondo attuale, la nuova collana scientifica di attualità «Itinerari d'oggi», coordinata da Stefano Jacomuzzi, ha già al suo attivo due pubblicazioni che non mancheranno di attirare l'interesse. E sarà non più un esclusivo interesse di specialisti dell'argomento ma di tutti coloro che intendano completare il loro aggiornamento su questioni tecniche o storico-politiche attraverso un linguaggio chiaro, convincente e al tempo stesso rigorosamente scientifico. Il volume di Robotti, rispondendo esattamente a questi criteri informatori della collana introduce il lettore nel mondo dell'attività spaziale, per molti versi ancora avventuroso e fantastico, ma che ha ormai una sua precisa realtà di cui Robotti definisce appunto i contorni puntualizzando modalità e leggi della locomozione spaziale, i mezzi impiegati, i programmi, i diversi aspetti biologici e fisiologici che ne conseguono. Il panorama è senza dubbio attraente e completo ai fini di una migliore conoscenza della realtà spaziale (in appendice una tabella riassume anche i primi cinque anni di attività astronautica); ma è soprattutto interessante rilevare che in un capitolo dell'opera si analizzano i motivi che spingono l'uomo a comprendere ed esplorare l'universo e viene quindi introdotta una problematica umana importante ai fini delle ripercussioni delle nuove conquiste scientifiche nella storia della civiltà" – recensione in Civiltà delle macchine, 12 (1964), n. [???], p. 73 Link esterno Google libri (per University of Illinois at Urbana-Champaign).

"AURELIO C. ROBOTTI: Missilistica e astronautica. Unione Tipografica Editrice Torinese, Torino, 1964, pagg. 373, lire 6.500.
Questo primo volume della collana «Itinerari d'oggi» della UTET ha lo scopo di informare i lettori sull'esistenza, lo stato attuale, i programmi, le finalità della missilistica e dell'astronautica.
Il volume offre un panorama completo, nei limiti dimensionali dell'opera: una divulgazione dei principi concettuali, delle leggi e delle tecniche costituenti i fondamenti del volo spaziale e, poi, una rassegna di progetti e programmi presenti e futuri.
L'A. e la Casa Editrice hanno dato un giusto posto alla iconografia che arricchisce di più il volume" – recensione in Mondo aperto, 18 (1964), p. 343 Link esterno Google libri (per University of California).
A5 Indicatore di completezza 1965 A. C. Robotti, Generazione di energia elettrica nello spazio : Introduzione (Torino : Libreria editrice universitaria Levrotto & Bella, 1965), [???] pp.
Edito in novembre. Nessun esemplare catalogato in OPAC SBN (situazione del 31/10/2023).
A6 Indicatore di completezza 1965 A. C. Robotti, Generazione di energia elettrica nello spazio : I - Conversione termoionica (Torino : Libreria editrice universitaria Levrotto & Bella, 1965), 60 pp.
Edito in dicembre. Nessun esemplare catalogato in OPAC SBN (situazione del 31/10/2023).
A7 Indicatore di completezza 1966 A. C. Robotti, Fondamenti della locomozione nello spazio (Torino : UTET, 1966), XI + 260 pp.
"This study by Aurelio Robotti is devoted to the problem of locomoti[o]n [<585-586>] in space – a problem that has been that has been practically ignored in Italy, though elsewhere (particularly in England and Russia) a disconcertingly large bibliography exists on the subject. Though following the criterion of a strictly scientific work, the volume offers the reader a rapid and balanced summary of the fundamentals of astrodynamics. It is divided into eight chapters, devoted to the pr[o]pulsor apparatus, vector rockets, the control of their positioning, Keplerian trajectories, the control of velocity at the end of the vector phase, motorized trajectories, «rendez-vous» trajectories and terminal trajectories, respectively. Particular importance is attached to aspects regarding the dosage and preparation of chemical propellents and nuclear endo-reactors, the study of multi-stage techniques (today, practically an open field for new research and further experiments) and, though treated briefly, the particular types and characteristics of American rockets (the Atlas, a typical examples of a «one-and-a-half» stage rocket, and the series of vector rockets intended for the U.S. space programme. Robotti's study, which is accompanied by numerous scientific data, is particularly informative on certain problems posed by terminal entry trajectories (deceleration and reduction of temperature)" – recensione in Italian Books and Periodicals, 10 (1967), pp. 585-586 Link esterno Google libri (per University of Michigan).
A8 Indicatore di completezza 1968 A. C. Robotti, Tecnica degli endoreattori (1968), [???] pp.
Testo citato in Link esterno Le vie dello spazio. Dispense con lo stesso titolo citate, senza anno di edizione, in Guida ai piani di studio e programmi degli insegnamenti ufficiali del triennio 1982-83 (Torino: CELID, 1982), p. 57 Link esterno Politecnico di Torino (pdf). Nessun esemplare catalogato in OPAC SBN (situazione del 4/10/2023).
A9 Indicatore di completezza 1975 A. C. Robotti, Introduzione all'impiego dell'energia solare in Italia (Torino : Mediocredito Piemontese, 1975), 182 pp.
A10 Indicatore di completezza 1976 A. C. Robotti, Impieghi dell'energia solare (Torino : UTET, 1976), VIII + 370 pp.
Deve trattarsi dell'opera di maggior successo del Nostro, a giudicare dal fatto che è stata ristampata quanto meno negli anni 1977, 1978, 1979 e 1980; appare, di conseguenza, con maggiore frequenza sul mercato antiquario. Esistono riscontri anche nella storia della tecnologia [§ 2], dato che è subito stata citata nella manualistica e nella pubblicistica: cfr. B. Gemignani, La costruzione dell'architetto (Firenze : Alinea, 1982), pp. 217, 219 Link esterno Google libri (per University of California); "La casa solare", Abitare, n. 153 (aprile 1977), pp. 43, 45, 49 Link esterno Google libri.
A11 Indicatore di completezza Ante
1978
A. C. Robotti, Motori per missili ([???]), [???] pp.
Opera citata in Programmi degli insegnamenti ufficiali del corsi di laurea in Ingegneria. 1978-1979 (Torino : Politecnico, 1978), p. 86 Link esterno Politecnico di Torino: se il titolo è corretto, potrebbe trattarsi di un'altra raccolta di dispense del corso universitario.
A12 Indicatore di completezza 1982 A. C. Robotti, L'energia solare e l'idrogeno: introduzione ad un nuovo sistema energetico (Torino : UTET, 1982), VIII + 191 pp.
"L'idea di questo libro è sorta dalla considerazione che in Italia a fronte di una abbondante letteratura sugli impieghi residenziali e agricoli dell'energia solare, rimane quasi ignorato – a livello di divulgazione – un altro promettente uso dell'energia solare e cioè la produzione di idrogeno a partire dall'acqua come materia prima.
A livello di esperti, una larga corrente di pensiero oggi considera l'idrogeno un combustibile non inquinante ed un vettore di energia, sul quale imperniare la cosidetta «economia dell'idrogeno»: un nuovo rivoluzionario modello di regime energetico che attualmente si propone come adeguata risposta al sempre e ovunque assillante problema dell'energia, nella prossima «età del dopo-petrolio».
Onde il proposito dello scrivente di «colmare la lacuna» con un libro – di facile accessibilità – che si prefigge di portare a conoscenza della cultura media le interessanti prospettive di una nuova civiltà non più fondata sui combustibili fossili ma sull'idrogeno. Diffondendo la conoscenza dei problemi associati a questo grande progetto, si moltiplica il numero degli studiosi che ad essi si accostano; dalla auspicata molteplicità degli approcci possono nascere impegni di ricerca capaci di apportare contributi al superamento della crisi energetica (il primo requisito per risolvere un problema è quello di non ignorarlo).
Va precisato che questo volumetto non vuole essere un trattato, ma più semplicemente una introduzione all'economia dell'idrogeno e alle sue implicazioni. Con questo intento il libro esamina le modalità di conversione dell'energia solare in calore e in elettricità e indica come, mediante queste due forme di energia, si possa produrre idrogeno; di questo si illustrano gli usi residenziali, industriali e nel campo dei trasporti terrestri e aerei nonché la possibilità di impiego come vettore di energia, analogamente all'elettricità, ma con il vantaggio – su questa – di poter esser immagazzinato in grandi quantità per un uso comunque differito.
In coerenza con il carattere introduttivo del libro, dei vari argomenti trattati si riportano i riferimenti bibliografici numerosi (oltre 300) e selezionati" – recensione in Cronache economiche : Rivista della Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino, 36 (1982), n. 4, p. 115 Link esterno Byterfly.
A13 Indicatore di completezza 1984 A. C. Robotti, Conversione diretta dell'energia solare in elettricità: il processo fotovoltaico (Torino : UTET, 1984), XII + 228 pp.



B. Articoli in riviste specializzate e divulgative, atti di convegni e opere collettanee

Cat. Anno Riferimenti
B1 Indicatore di completezza   Mirror 1938 A. C. Robotti, "L'iniezione di combustibile nei motori Diesel a combustione interna: I. Caratteristiche di penetrazione e costituzione dei getti di combustibile" [prima parte], L'energia termica, 6 (1938), n. 4, aprile, pp. 86-92.
Si rimanda al riassunto che segue.
B2 Indicatore di completezza   Mirror 1938 A. C. Robotti, "L'iniezione di combustibile nei motori Diesel a combustione interna: I. Caratteristiche di penetrazione e costituzione dei getti di combustibile" [seconda e ultima parte], L'energia termica, 6 (1938), n. 5, maggio, pp. 116-123.
"Si premette un cenno sull'importanza di una perfetta combustione per un buon funzionamento dei motori Diesel, e sulla necessità di ottenere la più completa suddivisione e diffusione del combustibile iniettato - Si riportano quindi i principali risultati di una lunga serie di esperienze condotte per studiare le caratteristiche dei getti di combustibile ed i fattori che li influenzano - Tali esperienze sono state eseguite durante un periodo di qualche anno, con una speciale apparecchiatura che ha permesso di giungere a conclusioni assai interessanti sulla penetrazione dei getti di combustibile in ambiente a pressioni elevate - Il risultato di tali esperienze viene illustrato in numerosi diagrammi, resi anche di più immediata applicazione per mezzo di un'adatta rappresentazione matematica atta a prevedere con buona approssimazione le caratteristiche di penetrazione del getto in funzione dei vari parametri che lo influenzano - Si riferisce quindi sul modo di formarsi del getto e sulla influenza della durata d'iniezione sulla penetrazione - Infine viene fatto un esame comparativo dei getti prodotti da iniettori di tipo diverso" – riassunto in Bibliografia italiana. Gruppo C, Ingegneria, industria, difesa nazionale (Roma : Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1939), n. 703 a p. 86 Link esterno Emeroteca BNC Roma.
B3 Indicatore di completezza 1938 A. C. Robotti, "Il processo della combustione nei motori attraverso l'analisi dei diagrammi d'indicatore" [prima puntata], L'auto italiana, 19 (1938), n. 13, 10 maggio, pp. 23-25.
Si rimanda al riassunto che segue.
B4 Indicatore di completezza 1938 A. C. Robotti, "Il processo della combustione nei motori attraverso l'analisi dei diagrammi d'indicatore" [seconda puntata], L'auto italiana, 19 (1938), n. 15, giugno, pp. 27-28.
"Si espone un metodo grafico per determinare le caratteristiche della combustione nei motori, col solo ausilio del diagramma indicatore - Su un ordinario diagramma indicato si sovrappone la curva di compressione-espansione rilevata durante il funzionamento a vuoto del motore e si traccia una famiglia di politropiche con lo stesso coefficiente ma coefficienti in progressione aritmetica - Le successive intersezioni di tali politropiche con il diagramma di indicatore rilevano lo sviluppo progressivo della «combustione effettiva» che viene qui distinta dalla «combustione teorica perfetta» - Tale metodo di indagine viene confrontato con un altro, pubblicato in un resoconto di studi della «Vereines Deutscher Ingenieure», consistente nell'analisi di campioni di gas prelevati dal cilindro durante la combustione - Infine si studiano, con i sistemi suddetti, alcuni diagrammi di motori a ciclo Otto e a ciclo Diesel" – riassunto in Bibliografia italiana. Gruppo C, Ingegneria, industria, difesa nazionale (Roma : Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1939), n. 818 alle pp. 100-101 Link esterno Emeroteca BNC Roma.
B5 Indicatore di completezza 1938 A. C. Robotti, "Possibilità presenti e future dei motori Diesel nell'aviazione", Motor Italia (1938), n. 6, giugno, pp. 34-37.
"Il motore Diesel per aviazione ha avuto sviluppo quasi esclusivamente in Germania, ove con lo Jumo si è riusciti ad ottenere consumi di nafta di 164 g/cav-ora, mentre con lo Junkers da 200 cav., attualmente in sviluppo, si realizzerà un peso specifico inferiore ai 450 g/cav. dati abbastanza bassi in quanto si prevede che i consumi specifici dei motori a combustione, alimentati con benzina a 100 ottani, non scenderanno al disotto di 170 g/cav-ora e i loro pesi specifici a 450 g/cav - Da ricerche effettuate nel laboratorio del N.A.C.A. su di un motore a 4 tempi monocilindrico di 125x150 millimetri risultò che le prestazioni migliori si avevano per una camera di combustione stantuffo munito di deflettore e che era possibile aumentare la p.m.i. da 7 kg/cmq a 1000 giri, a 18 kg/cmq a 2.500 giri - Si sono poi ricavate, con il funzionamento del motore a velocità varianti da 1600 a 2500 giri, curve che danno la p.m.i., la pmax nel cilindro ed il consumo del combustibile g/cav-ora in funzione del combustibile iniettato, g/ciclo, e della pressione dell'aria di alimentazione - Estrapolando poi le curve di prestazione sperimentali per il monocilindrico se ne sono ottenute tante altre per un ipotetico pluricilindrico - Da esse risulta che si può ottenere il 75% della potenza massima pari a 29 cav/litro, senza superare un consumo di 176 g/cav - Esperienze sul comportamento del Diesel in quota dimostrarono che il Diesel e il motore a scoppio perdono potenza con la stessa legge al crescere dell'altitudine, però l'attuale Diesel rispetto al motore a benzina esige un maggior grado di sovralimentazione - Il Diesel a due tempi si presenta particolarmente adatto a fornire potenze specifiche superiori a quelle del quattro tempi a parità di dimensionamento e di regime - Si prevede quindi che con un miglioramento di lavaggio si potrà abbassare il consumo dei due tempi ad un valore non superiore del 5% rispetto a quello del quattro tempi e che data la frequenza doppia delle corse motrici il primo dovrà sviluppare una potenza dal 43% al 60% maggiore di quella del secondo contro il suddetto incremento del 5% nel consumo specifico" – riassunto in Bibliografia italiana. Gruppo C, Ingegneria, industria, difesa nazionale (Roma : Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1939), n. 907 a p. 113 Link esterno Emeroteca BNC Roma.
B6 Indicatore di completezza 1938 A. C. Robotti, "I motori ad iniezione con accensione elettrica", L'auto italiana, 19 (1938), n. 19, luglio, pp. 17-21.
"Tali motori tendono a realizzare i pregi dei motori Diesel e a scoppio, evitandone i difetti; il motore ad iniezione con accensione elettrica evita infatti l'esigenza delle alte compressioni del ciclo Diesel, con gli annessi inconvenienti, evita l'incremento di consumo che, nei motori a scoppio, si ha ai carichi parziali (a causa del minor riempimento dei cilindri) in quanto la regolazione si effettua solo sul combustibile iniettato, non sull'aria; evita inoltre le difficoltà di alimentazione dei varii cilindri dall'unico carburatore, la necessità del livello costante e consente maggiori riempimenti dei cilindri e maggiori compressioni che non nel ciclo a scoppio (basta infatti ritardare l'iniezione) - Il motore ad iniezione con accensione elettrica ha però particolari esigenze, soprattutto quelle di realizzare nella camera di combustione una uniforme distribuzione del combustibile e di ottenere una sufficiente evaporazione di esso - Si soddisfa ad esse anticipando l'iniezione fin'anche all'inizio della compressione e creando nel cilindro un accumulatore di calore (in genere un anello metallico) che riscaldi la miscela - Tale tipo di motore consente l'uso dei più svariati carburanti - Fra i varii tipi di motori ad iniezione con accensione sono ricordati il «Marvel Schebler» con iniezione nel condotto di aspirazione, il «Nohab-Hesselmann» (su licenza del quale costruisce l'Isotta Fraschini) e l'«Oy Ares», con iniezione nel cilindro - In Italia è in prova, come primo del genere, il motore Boghetto" – riassunto in Bibliografia italiana. Gruppo C, Ingegneria, industria, difesa nazionale (Roma : Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1939), n. 1583 a p. 196 Link esterno Emeroteca BNC Roma.
B7 Indicatore di completezza   Mirror 1938 A. C. Robotti, "L'iniezione di combustibile nei motori Diesel a combustione interna: II. Il processo di disintegrazione dei getti liquidi" [fine della serie di articoli], L'energia termica, 6 (1938), n. 7-8, luglio-agosto, pp. 172-179.
Questa serie di tre articoli è stata definita "L'iniezione di combustibile nei motori Diesel veloci" Link esterno Google libri (per Biblioteca Nazionale Centrale di Roma).
B8 Indicatore di completezza 1938 A. C. Robotti, "Analisi del processo di combustione nei motori Diesel ad iniezione meccanica", Auto Moto Avio, 17 (1938), n. 13, pp. 19-27.
"L'esame del diagramma della pressione con l'indicatore Ricardo dimostra che il periodo della combustione può dividersi in tre parti: una intercorrente fra l'inizio dell'iniezione e la combustione, l'altra riguardante il periodo della combustione violenta, e la terza infine riguardante la combustione graduale dell'ultima parte del combustibile iniettato - A questa analisi dei fenomeni meccanici nell'interno della camera di scoppio è seguita un'interessante ricerca delle trasformazioni e delle ragioni di essere di esse - È noto infatti che il combustibile s'incendia per effetto della temperatura che trova nel cilindro e cioè per la trasmissione di calore tra l'aria ed esso, ma è anche evidente che questa sola causa non basterebbe e che influisce molto, invece, il calore che viene originato da reazioni chimiche esotermiche che si verificano nella combustione stessa - Poiché le variazioni della temperatura sono condizioni per un migliore o peggiore funzionamento del motore in quanto da essa dipende la velocità della combustione, si sono studiati i comportamenti di detta temperatura nel combustibile, e determinata quindi la migliore condizione, che si ha quanto più è alta la concentrazione di ossigeno nell'aria - Lunghe indagini sperimentali attraverso l'esame spettroscopico della fiamma e il comportamento ionico della miscela hanno anche consentito di esaminare le trasformazioni che si verificano in seno al combustibile il quale passa dalla sua formazione di idrocarburo complesso alla forma finale di biossido di carbonio e acqua attraverso dei perossidi e delle aldeidi di formazione differente - Tutte queste trasformazioni, opportunamente studiate, danno le caratteristiche della combustione stessa, su cui, come è evidente, molto influisce anche la natura del combustibile - Infatti il fattore influenzante il potere di accensione è la stabilità termica delle molecole, la quale è determinata dalla tensione fra gli atomi del composto chimico, cioè dell'energia di dissociazione e dalla distribuzione degli atomi nello spazio - Uno studio portato in questo senso sarà utilissimo nelle ricerche delle caratteristiche del combustibile" – riassunto in Bibliografia italiana. Gruppo C, Ingegneria, industria, difesa nazionale (Roma : Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1939), n. 1582 a p. 196 Link esterno Emeroteca BNC Roma.
B9 Indicatore di completezza 1938 A. C. Robotti, "La Mostra Autarchica di Torino", Auto Moto Avio, 17 (1938), n. 21, pp. 17-20.
"Il 24 ottobre 1938 è stata inaugurata a Torino la Mostra Autarchica, ordinata ed ideata dalla Federazione dei Fasci di Combattimento - Degno di rilievo, nel campo dell'ingegneria, è il «torsiografo ottico-fotografico», dell'ing. Matteucci, che permette di studiare le fluttuazioni della coppia motrice effettivamente agente sull'elica, ecc. - Nel padiglione dell'aeronautica si erge nel centro della sala il tunnel aerodinamico - Il padiglione della Fiat è completo ed avvincente - Tutta l'evoluzione della italianissima casa torinese è ivi rappresentata attraverso modellini di costruzioni automobilistiche, di trattrici, ecc. - Interessante è il modello del Motore AS.6 del primato di velocità e quello in grandezza naturale del primo motore di aviazione Fiat" – riassunto in Bibliografia italiana. Gruppo C, Ingegneria, industria, difesa nazionale (Roma : Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1939), n. 991 a p. 124 Link esterno Emeroteca BNC Roma.
B10 Indicatore di completezza 1938 A. C. Robotti, "Una nuova trasmissione idraulica per autoveicoli", L'auto italiana, 19 (1938), n. 35, dicembre, pp. 37-39.
"La General Motors ha realizzato in America un nuovo cambio di velocità a trasmissione idraulica per la Vellow Truck che lo ha adottato nei propri autobus - Il cambio, perfettamente automatico, è essenzialmente costituito da un gruppo idraulico comprendente una pompa centrifuga comandata dal motore e da una turbina a tre serie di palette mobili e due fisse azionata dal liquido inviatogli dalla pompa - Tale gruppo si inserisce automaticamente mercè un innesto a frizione a disco elastico - L'albero della turbina trasmette il moto ad una coppia conica quando la presa diretta è disinnestata; questa a sua volta si innesta automaticamente quando è raggiunta una velocità sufficiente - Il rapporto di trasmissione ha il valore iniziale di 5:1 e si riduce poi via via che il veicolo acquista velocità - Le prove eseguite nelle piste della General Motors avrebbero dato ottimi risultati" – riassunto in Bibliografia italiana. Gruppo C, Ingegneria, industria, difesa nazionale (Roma : Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1939), n. 1584 a p. 196 Link esterno Emeroteca BNC Roma.
B11 Indicatore di completezza 1939 A. C. Robotti, "È possibile il volo muscolare umano?", Sapere, 9 (1939), n. 98, gennaio, p. 49.
B12 Indicatore di completezza 1939 A. C. Robotti, "Quali tipi di motori avrà domani l'aviazione?", Motor Italia (1939), gennaio-febbraio, pp. 38-39 Link esterno Google libri (per Biblioteca Nazionale Centrale di Roma).
B13 Indicatore di completezza 1939 A. C. Robotti, "La Fiat Mirafiori", L'ingegneria (1939), giugno, pp. [???].
B14 Indicatore di completezza 1940 A. C. Robotti, "La Fiat", in Atti dei sindacati provinciali fascisti ingegneri del Piemonte, n. 5, maggio 1940, p. 30.
Numero speciale per la prima giornata della tecnica L'ingegneria piemontese nelle sue industrie.
B15 Indicatore di completezza   Mirror 1940 A. C. Robotti, "Possibilità presenti e future dei motori d'aviazione", L'energia termica, 8 (1940), n. 6, giugno, pp. 136-144.
B16 Indicatore di completezza 1940 A. C. Robotti, "Appunti per il progetto di un «caccia»", Rivista aeronautica, 16 (1940), n. 9, settembre, pp. 419-426.
Tradotto in inglese "Further Development in Fighter Design" in The Engineers' Digest, 2 (1941), p. 292 Link esterno Google libri (per University of Michigan). Recensito in Aero Digest, 38 (1941), p. 219 Link esterno Google libri. Si veda anche Allgemeine Schweizerische Militärzeitung, 86 (1940), p. 717 Link esterno Google libri (per University of Minnesota) e Flugwehr und Technik, 3 (1941), n. 2, febbraio, pp. 43-44.
B17 Indicatore di completezza 1940 A. C. Robotti, "Perché le ali portano", Sapere, 12 (1940), serie 2ª, n. 20/140, 31 ottobre, p. 220.
B18 Indicatore di completezza   Mirror 1940 A. C. Robotti, "Impiego e possibilità del Motore Diesel in Aviazione", L'energia termica, 8 (1940), n. 10, ottobre, pp. 208-221.
B19 Indicatore di completezza 1941 A. C. Robotti, "Il pilota automatico", Sapere, 13 (1941), serie 2ª, n. 25/145, 15 gennaio, pp. 16-17.
B20 Indicatore di completezza   Mirror 1941 A. C. Robotti, "Problemi inerenti all'impiego delle candele nei moderni motori d'aviazione", L'energia termica, 9 (1941), n. 7-8, luglio-agosto, pp. 142-151.
B21 Indicatore di completezza 1941 A. C. Robotti, "Appunti per il potenziamento dell'arma aerea", Rivista aeronautica, 17 (1941), n. 8, agosto, pp. [???].
B22 Indicatore di completezza   Mirror 1941 A. C. Robotti, "Le conquiste del volo veleggiato", Sapere, 14 (1941), serie 2ª, n. 41/161, 15 settembre, pp. 119-122.
B23 Indicatore di completezza 1941 A. C. Robotti, "Prospettive del moderno motore per l'aviazione militare", Rivista aeronautica, 17 (1941), n. 11, novembre, pp. 307-328.
Esteso riassunto in L'ala d'Italia, 22 (1942), n. 7, 1-16 aprile, p. 38 Link esterno Emeroteca BNC Roma ed estratto (pdf).
B24 Indicatore di completezza   Mirror 1942 A. C. Robotti, "Un metodo per il calcolo dell'aumento della pressione nei diffusori dei compressori centrifughi per motori d'aviazione", L'energia termica, 10 (1942), n. 9-10, settembre-ottobre, pp. 94-101.
B25 Indicatore di completezza Ante
1943
A. C. Robotti, "Il progresso della tecnica motoristica condizione essenziale per il potenziamento dell'aviazione militare e civile", Rivista aeronautica, [volume] ([anno]), n. [???], pp. [???]; apparso in estratto nella "serie tecnica" dei Quaderni aeronautici, n. 25 Link esterno Google libri (per University of Michigan).
B26 Indicatore di completezza   Mirror 1951 A. C. Robotti, "Lettera al direttore: approvo i caccia a razzo", Alata, 7 (1951), n. 12, dicembre, p. 12.
Commento ad un articolo di G. Partel, pubblicato in un numero precedente, con in calce le seguenti informazioni redazionali: "L'Ingegnere AURELIO C. ROBOTTI, già Ufficiale dell'Aeronautica Militare, si occupa sin dal 1940 di talune applicazioni della propulsione a reazione ed in particolare dei razzi. Con modesti mezzi a disposizione egli ha potuto compiere interessanti esperienze sulle sostanze propellenti e sulle spinte di un particolare razzo-propulsore, provato anche al banco-freno dinamometrico. L'ing. Robotti è autore di pregevoli pubblicazioni sull'argomento ed attualmente risiede a Torino".
B27 Indicatore di completezza 1953 A. C. Robotti, "Armamenti e pace", Alata, 9 (1953), n. 11, pp. 13-23; n. 12, pp. 15-23.
"Viene illustrato il ruolo dell'arma aerea nella difesa militare odierna e l'importanza che i razzi hanno in tale difesa. L'articolo passa in rassegna le principali realizzazioni del passato e attuali e contiene una tabella con caratteristiche tecniche relative ai razzi finora costruiti" – riassunto in Link esterno Google libri.
B28 Indicatore di completezza 1954 A. C. Robotti, "Missilistica e propulsione a razzo. Iniziative e realizzazioni italiane nel settore missilistico", Rivista aeronautica, 30 (1954), n. 10, ottobre, pp. 1144-1148.
"Memoria presentata dal Dr. Ing. Aurelio C. Robotti al Convegno Nazionale degli Industriali Aeronautici Italiani, svoltosi a Roma il 15-16 luglio 1954" Link esterno Google libri e Google libri (per University of Colorado Boulder).
B29 Indicatore di completezza 1954 A. C. Robotti, "Razzi e missili", Alata, 10 (1954), n. 12, dicembre, pp. 21-27.
"General review of missile requirements, their power-plants and methods of guidance" – riassunto in Link esterno Google libri.
B30 Indicatore di completezza 1956 A. C. Robotti, "Un modo di lanciare i satelliti artificiali (Il lancio da alte quote di razzi di grande tonnellaggio)", in Rendiconti del VII Congresso internazionale astronautico. Roma, 17-22 settembre 1956 (Roma : Associazione Italiana Razzi, 1956), pp. 167-200.
"Il raggiungimento di grandi altezze, come quelle necessarie per inserire satelliti artificiali su orbite circumterrestri, è notoriamente ottenuto mediante l'impiego di razzi polistadi. Se, invece di partire da località della superficie terrestre prossime al livello del mare, quei razzi potessero partire dalla vetta delle più alte montagne della terra, le stesse altezze finali sarebbero raggiunte a spese di un rapporto notevolmente migliore tra il peso del carico pagante ed il peso totale del razzo. Seguendo questo concetto è già stato proposto il lancio di grossi razzi da quote maggiori (all'incirca doppie) di quelle delle più alte montagne terrestri, mediante l'impiego di palloni oppure di aeroplani, da usare come ascensori per il raggiungimento della quota di lancio. L'idea, in sé assai semplice, ha sino ad ora incontrato ostacoli insormontabili quando si tratti di metterla in atto nel caso di razzi di grande tonnellaggio, come quelli che possono presentare un interesse concreto in imprese di carattere astronautico. La presente memoria indica una soluzione pratica di questo appassionante problema" – riassunto originale in Link esterno IAF Digital Library.

"At the Seventh International Astronautical Congress held at Rome in 1956, the Italian scientist Robotti proposed the following method of launching an artificial satellite: An orbital compound rocket with a winged tail section is first lifted by a jet aircraft, special or standard, to a great altitude (for istance to 14,000 meters) where it is separated from the aircraft and begins independent flight. The tail section, after combustion cutoff, is returned to the ground in a gliding flight. On take-off from the earth's surface, the entire system, i.e., the orbital rocket together with the carrier aircraft, is given an initial acceleration by means of a rocket car" – Soviet Space Science (New York : Basic Books, 1959), p. 143 Link esterno Google libri (per University of Michigan).
B31 Indicatore di completezza   Mirror 1956 A. C. Robotti, "Una 'base missili' a quota quattordicimila", Scienza e vita, n. 94 (novembre 1956), pp. 29-32.
"L'ing. Robotti espone le sue teorie relative alla scalata agli spazi ultra-atmosferici. I vantaggi offerti dall'impiego di macchine composite e dal lancio effettuato da grandi altezze" – sottotitolo.
B32 Indicatore di completezza   Mirror 1956 A. C. Robotti, "Satellite launching from an F-102", Missiles and Rockets, 1 (1956), n. 2, novembre, pp. 54, 56, 58.
"As for the poor man's Moon probe, Italian rocket expert, Aurelio C. Robotti may have a good answer for the launching of small, inexpensive probes in large numbers. At the 1956 meeting of the International Astronautical Federation in Rome, Robotti suggested a method for utilizing a Convair [<231-232>] F-102A interceptor plane as first stage booster for placing a satellite in orbit. A similar approach might be made to small lunar probes" – E. Bergaust, E. W. Seabrook Hull, Rocket to the Moon (Princeton etc. : D. van Nostrand Company, 1958), pp. 231-232 Link esterno Internet Archive.
B33 Indicatore di completezza 1956 A. C. Robotti, "An Airborne Method of Launching Satellites", Interavia, 11 (1956), n. 12, dicembre, pp. 970-972.
Numero dedicato a "Space Travel". "A practical solution to the problem of carrying large rockets to a great height by means of aircraft, based on existing vehicles whose characteristics are known: the BUMPER two-stage rocket as satellite carrier, and the CONVAIR F-102A all-weather fighter as mother aircraft for the satellite carrier" – riassunto in Link esterno Google libri.
B34 Indicatore di completezza 1956 A. C. Robotti, "La generazione dell'energia elettrica a bordo di un satellite artificiale", Elettricità e vita moderna, 3 (1956), n. 6, novembre-dicembre, pp. 6-7 Link esterno Google libri.
B35 Indicatore di completezza 1960 A. C. Robotti, "La scelta dei propellenti nel progetto degli endoreattori per aviazione", negli atti del XVI Congresso nazionale di aerotecnica, Pisa, 5-8 ottobre 1959, L'Aerotecnica, 40 (1960), n. 1, febbraio, pp. 47-55.
"Si riassumono i criteri generali che orientano il progettista nella selezione dei propellenti per motori razzo d'aviazione e si espongono le considerazioni che hanno guidato la scuola costruttiva americana, britannica e francese nella scelta delle combinazioni propellenti adottate" – riassunto a p. 47 Link esterno Google libri (per University of Michigan).
B36 Indicatore di completezza 1960 A. C. Robotti, "Limiti attuali alle caratteristiche energetiche dei propellenti chimici", Missili. Rivista dell'Associazione Italiana Razzi, 2 (1960), n. 2, febbraio, pp. 21-27.
Relazione al I Congresso nazionale dell'Associazione Italiana Razzi, Genova. A quanto pare la manifestazione era associata al VII Convegno Internazionale delle Comunicazioni, 5-12 ottobre 1959: esiste, infatti, anche in estratto, nelle Pubblicazioni del Civico Istituto Colombiano, 14 pp. Link esterno Google libri.

"Definition of high-energy propellants and determination of their optimum performance limits. A comparative survey is made of the heat contents required to yield specific impulses in the range from 200 to 800 sec, and the heat contents available in the product of a number of chemical reactions, including those of high exothermic value. It is shown that only hydrogen and helium have sufficient heat content at 3,000 °K. to allow specific impulses above 350 sec. The possibility of a rocket engine operating on monatomic hydrogen is considered" – riassunto in Link esterno Google libri (per Cornell University).
B37 Indicatore di completezza 1960 A. C. Robotti, "Propellenti liquidi conservabili", La termotecnica, 14 (1960), n. 7, luglio, pp. 333-337.
B38 Indicatore di completezza 1960 A. C. Robotti, "L'impianto per ricerche sulla combustione negli endoreattori a propellenti liquidi presso la Scuola di Ingegneria Aeronautica del Politecnico di Torino", La ricerca scientifica, 30 (1960), n. 9, settembre, pp. 1306-1314.
B39 Indicatore di completezza 1960 A. C. Robotti, "Ricerche sperimentali sulla combustione in un microendoreattore a propellenti liquidi", La ricerca scientifica, 30 (1960), n. 11, novembre, pp. 1726-1737 Link esterno Google libri (per University of California).
B40 Indicatore di completezza 1960 A. C. Robotti, "Ricerche sperimentali sulla combustione in un microendoreattore ad idrogeno ed ossigeno gassosi", Missili. Rivista dell'Associazione Italiana Razzi, 2 (1960), n. 6, dicembre, pp. 5-12.
B41 Indicatore di completezza 1961 A. C. Robotti, M. Oggero, "Ricerche sull'arco elettrico come generatore di plasma", La ricerca scientifica, serie 2a, Rendiconti, sezione A, 1 (1961), n. 3, dicembre, pp. 257-264.
"Tests were conducted to collect data and experience for arc jet and plasma jet design for astronautical use. Tests performed to study the characteristics of the electric arc in view of its special use as a plasma generator are described" – riassunto in Link esterno Google libri (per Pennsylvania State University).
B42 Indicatore di completezza   Mirror 1961 A. C. Robotti, "1941-1961: venti anni di attività missilistica", Missili. Rivista dell'Associazione Italiana Razzi, 3 (1961), n. 5, ottobre, pp. 49-56.
B43 Indicatore di completezza 1961 A. C. Robotti, M. Oggero, "Ricerche sperimentali sulla propulsione elettrica per impieghi astronautici presso la Scuola di Ingegneria Aeronautica del Politecnico di Torino", L'Aerotecnica, 41 (1961), n. 5, ottobre, pp. 263-273.
"Nella prima parte si illustrano le prospettive della propulsione elettrica valutando le possibilità degli endoreattori elettrici e descrivendone brevemente i tre tipi fondamentali. Nella seconda parte si riferiscono gli esperimenti eseguiti dagli autori su alcuni tipi di endoreattori elettrotermici realizzati presso la Scuola di Ingegneria Aeronautica di Torino con mezzi forniti dal C.N.R." – riassunto a p. 263 Link esterno Google libri (per University of Michigan).
B44 Indicatore di completezza 1962 A. C. Robotti, M. Oggero, "Ricerche sperimentali sulla propulsione elettrica. Nota I: Ricerche sulla stabilizzazione dell'arco elettrico mediante campo magnetico, per impieghi astronautici", La ricerca scientifica, serie 2ª, Rendiconti A, 2 (1962), n. 1, marzo, pp. 5-13.
"In a previous paper experiments carried out in order to collect serviceable data for the design of arc and plasma motors for astronautical use were reported. Here it deals with experiments concerning an arc stabilized through an axial magnetic field and operating for durations of up to 2 minutes in air and water respectively" – riassunto in Link esterno Google libri (per University of Virginia).
B45 Indicatore di completezza   Mirror 1962 A. C. Robotti, M. Oggero, "Ricerche sperimentali sulla propulsione elettrica. Nota II: Studio sperimentale di un plasmagetto con stabilizzazione a vortice, per impieghi propulsivi", La ricerca scientifica, serie 2ª, Rendiconti A, 2 (1962), n. 1, marzo, pp. 14-22.
Condiviso in italiano dalla NASA. "Si espongono i risultati di ricerche sperimentali su di un generatore di plasma ad arco stabilizzato con vortice ad aria, per impieghi propulsivi. Si discute in particolare sul rendimento della trasmissione del calore tra arco e fluido circostante al variare della corrente e della portata" – riassunto a p. 22.
B46 Indicatore di completezza 1962 A. C. Robotti, M. Oggero, "Ricerche sperimentali sulla propulsione elettrica. Nota III: Ricerche sperimentali su di un plasmagetto ad arco stabilizzato con campo magnetico assiale come propulsore per impieghi astronautici", La ricerca scientifica, serie 2ª, Rendiconti A, 2 (1962), n. 1, marzo, pp. 23-28.
"Describes a series of experiments on a plasma jet having an arc stabilized by a magnetic field, the characteristics of which were determined. Report is given also on some oscillographic determinations regarding the arc current and voltage at varying pressures in the chamber" – riassunto in Link esterno Google libri (per University of Virginia).
B47 Indicatore di completezza 1962 A. C. Robotti, "Studio di un micro-endoreattore a propellenti gassosi. Suo impiego sperimentale nella perforazione di rocce", La rivista dei combustibili, 16 (1962), n. 1, pp. 3-10.
"Study of a gas-fired endothermic reactor running on hydrogen and oxygen [...] The Turin Polytechnic School of Aeronautical Engineering has developed a gas-fired endothermic reactor running on hydrogen and oxygen. Experiments were made with three types of endothermic reactor: (1) Combustion by diffused flame along an axis normal to that of the nozzles. The nozzles (one for hydrogen and one for oxygen) are placed perpendicular to the reactor's longitudinal axis. (2) Combustion by diffused flame along an axis coincident with that of the nozzle. The nozzles are tilted towards each other at an angle of 15°. (3) Combustion with a pre-mixed hydrogen-oxygen fuel. These endothermic reactors, originally designed for the propulsion of rockets, have recently been tried out for drilling extremely hard rock. There is information that this application has been employed in Russia and the U.S.A. for preparing risers for mines and core drills. Tests in drilling various types of rock have been carried out in conjunction with the Inst. of Mining Techniques at the Turin Polytechnic. The various 10-cm sample rock cubes were exposed to the gas jet from the endothermic reactor, impinging normal to one of the cube faces, at a fixed distance of 8 mm" – riassunto in Link esterno Google libri (per Pennsylvania State University).
B48 Indicatore di completezza   Mirror 1963 A. C. Robotti, M. Oggero, "Ricerche sperimentali sulla propulsione elettrica. Nota IV: Ricerche sull'arco elettrico rotante in campo magnetico in vista di una sua applicazione in propulsori spaziali", La ricerca scientifica, serie 2ª, Rendiconti A, 3 (1963), n. 1, gennaio, pp. 20-27.
"Questa Nota descrive una serie di ricerche su di un arco rotante in campo magnetico. Particolare attenzione è stata posta al disegno degli elettrodi allo scopo di ottenere funzionamenti prolungati. Sono state eseguite con successo prove della durata superiore ad un'ora" – riassunto a p. 27.
B49 Indicatore di completezza 1963 A. C. Robotti, M. Oggero, "Ricerche sperimentali sulla propulsione elettrica. Nota V: Studio sperimentale di un plasmagetto ad arco stabilizzato con campo magnetico", La ricerca scientifica, serie 2ª, Rendiconti A, 3 (1963), n. 1, gennaio, pp. 28-35.
Tradotto in inglese dalla NASA nel 1984: "Experimental study of a magnetic field stabilized arc-jet". Riassunto: "The possibility of using an electric arc under the influence of a magnetic field in ambient air to transform the heat energy of the working fluid arc into the kinetic energy of the jet was investigated. A convergent-divergent type nozzle was used. Variation of specific thrust and chamber pressure are discussed. Nitrogen was the propellant used" Link esterno SAO/NASA ADS.
B50 Indicatore di completezza 1963 A. C. Robotti, M. Oggero, "Ricerche sperimentali sulla propulsione elettrica. Nota VI: Analisi delle prestazioni di tre diversi arcogetti stabilizzati elettromagneticamente, La ricerca scientifica, serie 2ª, Rendiconti A, 3 (1963), n. 3, luglio, pp. 865-872.
"Experiments on three different types of arc-plasma jets are described. The propulsive characteristics were determined with a view to hypothetical uses in space. Calorimetric measurements were carried out. Kinetic-electrical performance averaged 30%" – riassunto in Link esterno Google libri (per Cornell University).
B51 Indicatore di completezza 1963 A. C. Robotti, M. Oggero, "Studio sperimentale di un plasmagetto ad arco con stabilizzazione elettromagnetica per impieghi astronautici", in Rendiconti del Congresso internazionale 'L'uomo e la tecnica nell'era nucleare e spaziale', Milano, 18-21 aprile 1962, a cura di A. Ambrosini et al. (Roma : Associazione Internazionale Uomo nello Spazio, 1963), pp. 111-133.
"The work in the field of electric propulsion systems for space applications at the Engineering and Aerospace University of Turin, Italy, is summarized. The bulk of the work has been the design, construction, and operation of an arc jet with magnetic stabilization. The arc emits a plasma with the potenzial of 30 kw and has operated for 200 continuous hours before electrode burnout" – riassunto in Link esterno Google libri (per University of Florida).
B52 Indicatore di completezza 1963 A. C. Robotti, M. Oggero, "Esperienze su di un arcogetto", Missili. Rivista dell'Associazione Italiana Razzi, 5 (Roma : Edizioni Italiane, 1963), n. 1, febbraio, pp. 33-41.
B53 Indicatore di completezza   Mirror 1964 A. C. Robotti, M. Oggero, "Esperimenti di propulsione elettrica mediante motori elettrotermici", in High Temperature in Aeronautics, a cura di C. Ferrari (Oxford etc. - Milano: Pergamon Press - Tamburini, 1964), pp. 299-313.
Il volume raccoglie i rendiconti del simposio per la celebrazione del cinquantenario della fondazione del Laboratorio di Aeronautica del Politecnico di Torino.
"La nota illustra il lavoro di ricerca nel campo della propulsione elettrica spaziale, in corso presso la Scuola di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Torino, con mezzi forniti dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Nel quadro di tale ricerca si sono messi a punto svariati tipi di arcogetto a stabilizzazione magnetica, con i quali sono state eseguite prove della durata di più ore, operando con gas azoto e con potenze dell'ordine di 30 kW. Si riportano e si commentano le prestazioni ottenute" – riassunto a p. 299.
B54 Indicatore di completezza   Mirror 1965 A. C. Robotti, M. Oggero, "Ricerche sperimentali sulla propulsione elettrica. Nota VII: Rilievo delle prestazioni di un arcogetto operante con idrogeno e con azoto", La ricerca scientifica, serie 2ª, Rendiconti A, 8 (1965), n. 4, pp. 894-901.
Tradotto in inglese dalla NASA nel 1984: "Analysis of the performance of an arc-jet driven by means of hydrogen and nitrogen". Riassunto: "In this report, experiments are described using a new type of arcojet, characterized by composite electromagnetic and vortex stabilization and propelled by hydrogen and nitrogen in turn. Attention was particulary directed to the electrical characteristics of the arc and the loss of heat through the electrodes".
B55 Indicatore di completezza 1965 A. C. Robotti, M. Oggero, "Ricerche sperimentali su propulsori elettrotermici ad arco operanti in aria ambiente", Pubblicazione n. 50 (Torino: Politecnico, Istituto di Macchine e Motori per Aeromobili, ottobre 1965), 31 pp.
Potrebbe trattarsi del preprint di quanto apparso in Atti Congresso nazionale AIDA [Associazione Italiana di Aerotecnica]-AIR [Associazione Italiana Razzi], Napoli, 25-28 ottobre 1965 (Roma : Leberit, 1967), pp. 781-802. Riassunto: "Experimental results are presented for research dealing with an electrothermally driven arc operating at ambient atmospheres. The program was conducted between 1961 and 1965 at the Aerospace Engineering School of Politecnico di Torino. The prototype equipment is described, and operational gains with different gas propellants are discussed. Numerous graphs and illustrations are included" Link esterno Google libri (per University of Minnesota).
B56 Indicatore di completezza 1966? A. C. Robotti, "Sfruttamento spaziale dell'energia solare", L'informazione scientifica : notiziario periodico di scienza e tecnica per la stampa, [???] ([???]), n. 530, pp. [???].
"Sfruttamento spaziale dell'energia solare
Il prof. Robotti, della Scuola d'ingegneria aerospaziale del Politecnico di Torino, ha prospettato un originale sistema di sfruttamento dell'energia solare.
Si tratterebbe di porre in orbita, intorno alla terra, serie di leggere strutture disposte in modo da funzionare come riflettori, della superficie totale di molti chilometri quadrati (centinaia o migliaia). Questi riflettori raccoglierebbero l'irraggiamento solare e lo dirigerebbero secondo le necessità, sull'una o sull'altra area della superficie terrestre, elevandone la temperatura, prolungando la durata del giorno e modificando in definitiva quelle interazioni tra radiazione solare e superficie terrestre da cui dipende strettamente ogni evento atmosferico. Di qui al controllo del tempo meteorologico il passo sarebbe breve, se non semplice.
S'intende che una impresa del genere sarebbe di dimensioni colossali, e implicherebbe la soluzione d'infiniti problemi tecnici, pratici ed economici. Ma, nell'epoca in cui viviamo, la parola «impossibile» pare che vada sempre più perdendo significato (Inf. Scient. n. 530)" – recensione di R. Bilancini in Rivista di meteorologia aeronautica, 27 (1967), n. 2, p. 125 Link esterno Google libri (per University of California).
B57 Indicatore di completezza 1968 A. C. Robotti, [voce] "Ablazione", in Dizionario d'Ingegneria, seconda edizione, a cura di E. Perucca e F. Filippi, vol. 1 A-Ba (Torino : UTET, 1968), p. 21.
Le voci scritte da Robotti sono siglate "ROB." in calce: possono essere assai estese, come "Endoreattore" (1972), o di poche righe, come "Missilistica" (1974).

Si noti che varie voci relative alla missilistica sono firmate da altri, tra cui gli ingegneri Federico Filippi "F.F." – a cui si devono ad esempio le voci "Effusore", "Missile" e "Propellente" – e Vittorio Marchis "V.M." – a cui si deve ad esempio la voce "Propulsione elettrica" –, anch'essi docenti al Politecnico di Torino.
B58 Indicatore di completezza 1968 A. C. Robotti, [voce] "Accensione", in Dizionario d'Ingegneria, seconda edizione, a cura di E. Perucca e F. Filippi, vol. 1 A-Ba (Torino : UTET, 1968), pp. 36-37.
B59 Indicatore di completezza 1968 A. C. Robotti, "Impareremo presto a sfruttare intelligentemente lo spazio", in L'uomo nel 2000, a cura di U. Apollonio (Milano : Rizzoli, 1968), pp. 323-328 Link esterno Google libri (per University of California).
B60 Indicatore di completezza 1968 A. C. Robotti, "Il vento solare", Pininfarina, 9 (1968), p. 18 Link esterno Google libri (per University of Michigan).
B61 Indicatore di completezza 1968 A. C. Robotti, "Proposta di un sistema propulsivo chimico-elettrochimico per il controllo di posizione e di assetto di satelliti geostazionari", in Atti dell'VIII Convegno Internazionale Tecnico Scientifico dello Spazio, Roma, aprile 1968, pp. [???].
B62 Indicatore di completezza 1969 A. C. Robotti, "Satelliti meteorologici 'attivi'", in La Terra esplorata e servita dai satelliti, atti del IX Convegno internazionale tecnico-scientifico sullo Spazio, Roma EUR, 19-21 marzo 1969 (Roma : Carpentieri, 1969), pp. 93, 95-103.
B63 Indicatore di completezza 1969 A. C. Robotti, G. Spatuzza, "Un vettore italiano per i satelliti del programma nazionale", in La Terra esplorata e servita dai satelliti, atti del IX Convegno internazionale tecnico-scientifico sullo Spazio, Roma EUR, 19-21 marzo 1969 (Roma : Carpentieri, 1969), pp. 249, 251-257.
B64 Indicatore di completezza   Mirror 1969 A. C. Robotti, "Crescente sviluppo e applicazione dei satelliti artificiali", Illustrato Fiat, 17 (1969), n. 3, marzo, pp. 6-7.
B65 Indicatore di completezza   Mirror 1970 A. C. Robotti, "Il traghetto orbitale", Illustrato Fiat, 18 (1970), n. 4, aprile, pp. 12-13.
B66 Indicatore di completezza 1970 A. C. Robotti, "Rapporto sull'evoluzione della propulsione spaziale negli anni '70", in Problemi spaziali, collana di studi promossi dalla Fiat (Torino, febbraio 1970).
B67 Indicatore di completezza 1970 A. C. Robotti, "Prolusione", in L'evoluzione della propulsione spaziale negli anni '70, atti del X Convegno internazionale tecnico-scientifico sullo Spazio, Roma EUR, 9-11 marzo 1970 (Roma : Carpentieri, 1970), pp. 15-30.
Il convegno si è tenuto nell'ambito della XVIIª Rassegna internazionale elettronica nucleare e teleradiocinematografica, 1970.

"If the 'Sirio' programme confirms the Italian tendency to concentrate upon satellites rather than upon rockets – a tendency that, as has been seen, has been one of the ambiguous factors in Italy's support of ELDO – a different position emerged at the IX international meeting on space research, held in March. On this occasion, ing. Spatuzza, director for the co-ordination of space activities at Fiat, and Prof. Robotti, of the Turin Polytechnic, maintained that it was «of capital importance that Italy should pursue an autonomous space programme and that this programme should also include the construction of a rocket, Italy has all her 'papers in order' to enter the restricted pool of 'launchers': that is, of the countries in a position to construct a multi-stage missile capable of putting a satellite into orbit (USA, USSR, Japan, as well as Great Britain, Germany and France, which are at present associates)»" – Lo spettatore internazionale, 5 (1970), p. 409 Link esterno Google libri (per University of California).
B68 Indicatore di completezza 1970 A. C. Robotti, [voce] "Missile", in Grande Dizionario Enciclopedico, vol. 12 Marc-Mul (Torino : UTET, 1970), pp. [???].
I volumi della terza edizione, interamente riveduta e accresciuta, sono stati editi dal 1966 al 1975.
B69 Indicatore di completezza 1971 A. C. Robotti, "Prospettive di utilizzazione delle stazioni orbitali e opportunità di una partecipazione europea", in Prospettive nel prossimo decennio per la utilizzazione delle stazioni orbitali e delle navette spaziali, atti dell'XI Convegno internazionale tecnico-scientifico sullo Spazio, Roma EUR, 1-3 aprile 1971, p. 85.
B70 Indicatore di completezza 1971 A. C. Robotti, [voce] "Razzo", in Grande Dizionario Enciclopedico, vol. 15 Pon-Rie (Torino : UTET, 1971), pp. [???].
B71 Indicatore di completezza 1971 A. C. Robotti, [voce] "Rientro", in Grande Dizionario Enciclopedico, vol. 15 Pon-Rie (Torino : UTET, 1971), pp. [???].
B72 Indicatore di completezza 1971 A. C. Robotti, [voce] "Satellite artificiale", in Grande Dizionario Enciclopedico, vol. 16 Rif-Scr (Torino : UTET, 1971), pp. [???].
B73 Indicatore di completezza   Mirror 1971 A. C. Robotti, "Strutture di propagazione del fall-out spaziale", Rivista internazionale di scienze economiche e commerciali, 18 (1971), n. 5, maggio, pp. 438-451.
Da una tavola rotonda sul tema Significato e misura del fall-out derivante dalla ricerca tecnologica in settori avanzati, tenuta presso la Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, il 23 ottobre 1970. "Fall-out" nel senso di ricadute tecnologiche ed economiche.
B74 Indicatore di completezza 1971 A. C. Robotti, "Météorologie et moyens spatiaux", in Organizing Space Activities for World Needs, a cura di E. A. Steinhoff (Oxford, New York : Pergamon Press, 1971), pp. 93-103.
"Proceedings of the theme sessions organized by the International Academy of Astronautics at the 19th International Astronautical Congress, New York, October 1968".

"The principal motive for future space programs will be to satisfy the needs of society. In this framework, spatial techniques are becoming indispensable means for favorable modification of climate and meteorological occurrences in certain localities by producing solar radiation artificially during some hours of the day and during the seasons when natural radiation is insufficient or nonexistent. This method is important for localities located between the 50° and the 70° parallels; such areas, benefited by intense solar radiation, can become habitable and agriculturally productive; immense regions of Alaska, Canada, Labrador, Greenland, Russia, Siberia, etc. would be affected. This program is possible with proportionally surfaced solar reflectors put into synchronized orbit. We can expect diverse effects from artificial solar radiation, the most important being the prolongation of daylight during winter, and less severe winters. From a reflecting surface of 3 km in diameter in synchronized orbit, an illumination of 10 lux can be obtained; but to obtain substantial effects of reheating, it is necessary to use much larger reflecting surfaces, which is possible with bands of reflectors" – riassunto in Link esterno Google libri (per University of Michigan).
B75 Indicatore di completezza 1972 A. C. Robotti, [fascicolo dedicato all'attività spaziale nel mondo], L'informazione industriale [periodico dell'Unione Industriale della Provincia di Torino], 28 (1972), n. 9, 15 maggio, 38 pp.
B76 Indicatore di completezza 1972 A. C. Robotti, [voce] "Endoreattore", in Dizionario d'Ingegneria, seconda edizione, a cura di E. Perucca e F. Filippi, vol. 4 Db-Fab (Torino : UTET, 1972), pp. 732-751.
B77 Indicatore di completezza 1974 A. C. Robotti, [voce] "Microendoreattore", in Dizionario d'Ingegneria, seconda edizione, a cura di E. Perucca e F. Filippi, vol. 7 L-Mos (Torino : UTET, 1977), pp. 746-747.
B78 Indicatore di completezza 1974 A. C. Robotti, [voce] "Missilistica", in Dizionario d'Ingegneria, seconda edizione, a cura di E. Perucca e F. Filippi, vol. 7 L-Mos (Torino : UTET, 1977), p. 834.
B79 Indicatore di completezza 1975 A. C. Robotti, "The Outlook for Solar Energy Exploitation in Italy", Review of Economic Conditions in Italy, 29 (Roma : Banco di Roma, 1975), n. 6, novembre, pp. 467-481.
B80 Indicatore di completezza 1977 A. C. Robotti, [voce] "Propulsione spaziale", in Dizionario d'Ingegneria, seconda edizione, a cura di E. Perucca e F. Filippi, vol. 9 Pl-Rio (Torino : UTET, 1977), p. 527.
B81 Indicatore di completezza 1977 A. C. Robotti, [voce] "Razzo sonda", in Dizionario d'Ingegneria, seconda edizione, a cura di E. Perucca e F. Filippi, vol. 9 Pl-Rio (Torino : UTET, 1977), p. 758.
B82 Indicatore di completezza 1977 A. C. Robotti, [voce] "Rientro", in Dizionario d'Ingegneria, seconda edizione, a cura di E. Perucca e F. Filippi, vol. 9 Pl-Rio (Torino : UTET, 1977), pp. 976-978.
B83 Indicatore di completezza 1978 A. C. Robotti, [voce] "Satellite artificiale", in Dizionario d'Ingegneria, seconda edizione, a cura di E. Perucca e F. Filippi, vol. 10 Rip-S (Torino : UTET, 1978), pp. 192-198.
B84 Indicatore di completezza 1978 A. C. Robotti, [asilo solare a San Raffaele Cimena], Fonti di energia alternative : panel periodico sulle energie integrative e sui risparmi energetici : rassegna bimestrale, 1 (1978), n. 1, gennaio-febbraio, p. [???].
"L'ultima memoria di A. C. Robotti descrive per sommi capi il progetto di un complesso scuola-piscina con impianto termico solare a S. Raffaele Cimena" – recensione in L'energia elettrica, 55 (1978), n. [???], p. 91 Link esterno Google libri (per University of Illinois at Urbana-Champaign).
B85 Indicatore di completezza 1981 A. Robotti, G. Tesoriere, "Risultati di esperienze su barriere di protezione con il pericolo del vento trasversale nelle strade e autostrade", Alluminio, 50 (1981), n. 5, pp. 253-258.



C. Articoli in quotidiani e settimanali

Cat. Anno Riferimenti
C1 Indicatore di completezza   Mirror 1966 A. Robotti, "Drammatico: uno scienziato italiano ci avverte... / Tra vent'anni un'Europa di schiavi", Epoca, 17 (1966), n. 832, 4 settembre, pp. 16-19.
Un titolo sensazionalistico per una intervista pragmatica, ricca di informazioni e lungimirante, con un ritratto [qui riprodotto nel § 1]. L'articolo è fornito nell'ambito di una vasta rassegna sullo spazio in Link esterno Petites Ondes.
C2 Indicatore di completezza 1977 A. Robotti, [Sullo sfruttamento dell'energia solare], Epoca, 28 (1977), n. [???], pp. 97-100.
C3 Indicatore di completezza   Mirror 1985 A. Robotti, "Una rivoluzione nelle celle solari con i concentratori a luminescenza / La luce in trappola diventa elettricità", La Stampa (15 maggio 1985), supplemento TuttoScienze, p. 2.
C4 Indicatore di completezza   Mirror 1985 A. Robotti, "Piattaforme solari da lavoro a 20 chilometri dalla Terra / La Nasa progetta satelliti «dei poveri»", La Stampa (17 luglio 1985), supplemento TuttoScienze, p. 1.
C5 Indicatore di completezza   Mirror 1985 A. Robotti, "Una nuova scienza dalla teoria alla ricerca sperimentale: ecco i prossimi obiettivi / L'uomo ha fratelli nell'infinito? L'esobiologia sta cercando prove", La Stampa (28 agosto 1985), supplemento TuttoScienze, p. 2.
C6 Indicatore di completezza   Mirror 1986 A. Robotti, "Come colpi di biliardo nel cosmo / La sonda della Nasa ha ricavato energia dal campo gravitazionale di Giove e Saturno" [arrivo di Voyager 2 a Urano], La Stampa (15 gennaio 1986), supplemento TuttoScienze, p. 1.
C7 Indicatore di completezza   Mirror 1986 A. Robotti, "Una centrale elettrica per volare tra i pianeti / Progressi nella costruzione delle pile a combustibile", La Stampa (5 marzo 1986), supplemento TuttoScienze, p. 2.
C8 Indicatore di completezza   Mirror 1986 A. Robotti, "Conviene ricavare elettricità dalla luce? / Sempre più competitiva la tecnica fotovoltaica", La Stampa (2 aprile 1986), supplemento TuttoScienze, p. 1.
C9 Indicatore di completezza   Mirror 1986 A. Robotti, "Alla ricerca degli extraterrestri / Ufo: incontri ravvicinati con tutti i falsi allarmi", La Stampa (16 aprile 1986), supplemento TuttoScienze, p. 1.
C10 Indicatore di completezza   Mirror 1986 A. Robotti, "Nuovo trucco per catturare la luce / Si sta studiando una promettente tecnologia per pannelli solari ad alta temperatura", La Stampa (11 giugno 1986), supplemento TuttoScienze, p. 2.
C11 Indicatore di completezza   Mirror 1986 A. Robotti, "Questa settimana in Svizzera una corsa a tappe per vetture alimentate dall'energia fotovoltaica / L'auto solare verso il muro dei 40 all'ora", La Stampa (25 giugno 1986), supplemento TuttoScienze, p. 2.
C12 Indicatore di completezza   Mirror 1986 A. Robotti, "L'auto che corre su un raggio di sole / Dopo il rally in Svizzera: prospettive delle cellule fotovoltaiche per alimentare piccole vetture elettriche", La Stampa (30 luglio 1986), supplemento TuttoScienze, p. 2.
C13 Indicatore di completezza   Mirror 1986 A. Robotti, "Come funzionerà l'astronave del futuro / Metti l'antimateria nel motore dell'arca spaziale", La Stampa (20 agosto 1986), p. 1.
C14 Indicatore di completezza   Mirror 1986 A. Robotti, "L'ultima novità tecnologica in tema di propulsione / Missili più veloci con i «resistogetti»", La Stampa (20 agosto 1986), p. 1.
C15 Indicatore di completezza   Mirror 1987 A. Robotti, "Prospettive di due fonti alternative di energia: la luce solare e il calore del sottosuolo / Il fotovoltaico è quasi competitivo?", La Stampa (25 febbraio 1987), p. 2.
C16 Indicatore di completezza   Mirror 1987 A. Robotti, "Hanno deluso le centrali a specchi / Fallite le esperienze tentate con impianti in Italia ad Adrano e in Francia sui Pirenei", La Stampa (25 febbraio 1987), p. 2.
C17 Indicatore di completezza   Mirror 1987 A. Robotti, "Il razzo nucleare per viaggiare tra le stelle / Un missile a materia/antimateria avrebbe un propellente un milione di volte più concentrato di quelli oggi in uso", La Stampa (8 aprile 1987), p. 1.
C18 Indicatore di completezza   Mirror 1987 A. Robotti, "L'energia prodotta con celle fotovoltaiche stenta a decollare nei Paesi in via di sviluppo / Neppure il Sole sorride al Terzo Mondo", La Stampa (17 giugno 1987), p. 1.
C19 Indicatore di completezza   Mirror 1987 A. Robotti, "Come l'Unione Sovietica è arrivata a realizzare il gigantesco vettore «Energia» / Con un lancio 100 tonnellate in orbita", La Stampa (14 ottobre 1987), p. 1.
C20 Indicatore di completezza   Mirror 1987 A. Robotti, "Successi e delusioni del nucleare / In crisi dopo Cernobil la fonte del 15 per cento dell'elettricità mondiale", La Stampa (21 ottobre 1987), supplemento TuttoScienze, p. 1.
L'articolo apre la pagina "Energia, i dati del problema", dedicata a comparare l'utilità del nucleare, rispetto al solare, all'eolico e alle fonti fossili, in vista del referendum italiano dell'8 novembre 1987.
C21 Indicatore di completezza   Mirror 1987 A. Robotti, "Il futuro dell'esplorazione spaziale / Uomini e robot complementari sull'alta frontiera", La Stampa (16 dicembre 1987), p. 1.
C22 Indicatore di completezza   Mirror 1987 A. Robotti, "Assenza di peso, sensazione piacevole / All'imponderabilità ci si abitua rapidamente, ma rimangono alcuni problemi sanitari", La Stampa (16 dicembre 1987), p. 1.
C23 Indicatore di completezza   Mirror 1988 A. Robotti, "L'auto solare sta accelerando", La Stampa (4 maggio 1988), supplemento TuttoScienze, p. 1.
C24 Indicatore di completezza   Mirror 1988 A. Robotti, "Idrogeno, non più kerosene per gli aerei degli Anni 90", La Stampa (13 luglio 1988), supplemento TuttoScienze, p. 2.
C25 Indicatore di completezza   Mirror 1988 A. Robotti, "Sarà più sicura dello shuttle la navetta europea «Hermès» / Prevista una cabina eiettabile: ma gli astronauti tedeschi non sono d'accordo", La Stampa (17 agosto 1988), supplemento TuttoScienze, p. 2.
C26 Indicatore di completezza   Mirror 1988 A. Robotti, "La Luna, regno dei superconduttori / I materiali privi di resistenza elettrica semplificheranno la colonizzazione del satellite", La Stampa (24 agosto 1988), supplemento TuttoScienze, p. 1.
C27 Indicatore di completezza   Mirror 1988 A. Robotti, "Nuove ombre sui prossimi voli Nasa / Il calendario dei lanci potrebbe subire altri ritardi per la scarsità del propellente dei booster" [perclorato di ammonio], La Stampa (5 ottobre 1988), supplemento TuttoScienze, p. 2.
C28 Indicatore di completezza   Mirror 1988 A. Robotti, "La Luna sarà il paradiso dell'energia fotovoltaica / Cinque studi della Nasa per colonizzare il nostro satellite entro il 2005", La Stampa (16 novembre 1988), supplemento TuttoScienze, pp. 1, 2.
C29 Indicatore di completezza   Mirror 1989 A. Robotti, "Un raggio di Sole al posto del vento / Come funziona la navicella a pressione di radiazione", La Stampa (19 aprile 1989), supplemento Tuttoscienze, p. 1.
C30 Indicatore di completezza   Mirror 1989 A. Robotti, "A caccia di propellenti per il razzo del futuro / L'energia chimica ha ormai toccato i suoi limiti" [e quella nucleare da fissione non ha ottenuto risultati significativi], La Stampa (21 giugno 1989), supplemento Tuttoscienze, p. 1.
C31 Indicatore di completezza   Mirror 1989 A. Robotti, "Il laboratorio ideale / Basi lunari : L'assenza di atmosfera e la lunga notte permettono ricerche impossibili sulla Terra", La Stampa (19 luglio 1989), supplemento Tuttoscienze, p. 1.
C32 Indicatore di completezza   Mirror 1989 A. Robotti, "Una spinta dai pianeti / Tramite l'«effetto fionda» le sonde interplanetarie sfruttano l'attrazione dei pianeti che incontrano", La Stampa (25 ottobre 1989), supplemento Tuttoscienze, p. 6.
C33 Indicatore di completezza   Mirror 1990 A. Robotti, "Da dove veniamo? / I biologi cercano di ricostruire in una strana «bottiglia» l'ambiente che vide sbocciare la vita", La Stampa (13 giugno 1990), supplemento TuttoScienze, p. 1.
C34 Indicatore di completezza   Mirror 1994 A. Robotti, "Insostenibile leggerezza / L'ultimo articolo di Robotti" [conseguenze della microgravità sul corpo umano in una missione su Marte], La Stampa (13 luglio 1994), supplemento TuttoScienze, p. 2.


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